Nothing Special   »   [go: up one dir, main page]

Visualizzazione post con etichetta Salvatore Giordano. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Salvatore Giordano. Mostra tutti i post

domenica 23 novembre 2014

Da Braccio di Ferro a Provolino - Il fumetto umoristico italiano dimenticato



«Erano altri tempi. [...] Era un mondo privo di iPhone e tablet, digitale terrestre e TV al plasma e ADSL e playstation... Ma era anche un mondo nel quale i bambini e i ragazzini leggevano tanto. Le edicole venivano sommerse da una marea di fumetti [...]» Bastano queste parole in quarta di copertina per evocare quell’epoca neanche troppo lontana in cui trovarono il loro spazio i fumetti Bianconi e per riassaporare un po’ della nostra (cioè degli over 35) infanzia.
Ma l’effetto nostalgia non è affatto il principale motivo di interesse di questo saggio di Salvatore Giordano, che offre ben di più. Da Braccio di Ferro a Provolino è una scrupolosa ricognizione di TUTTE le testate prodotte dall’editore Bianconi/Metro/Il Ponte, con una corposa appendice dedicata a quei comprimari che non si videro dedicata una testata propria.

Dopo una prefazione e una breve (forse troppo) storia della casa editrice Bianconi comincia la raffica di schede con cui Salvatore Giordano ha sviscerato con rigore da entomologo i dettagli dei “giornalini”. La descrizione delle serie ha dimensione e articolazione diverse a seconda dell’importanza e della longevità dei protagonisti, e nel caso di star come Braccio di Ferro e Nonna Abelarda viene divisa in ulteriori capitoli più approfonditi. Viene poi offerta una selezione di letture consigliate e a conludere la trattazione ci sono una cronologia (comprensiva di ristampe) e delle note collezionistiche sul valore degli albetti e sulla loro reperibilità. Giordano ha saputo destreggiarsi con equilibrio tra inevitabili considerazioni tecniche, slanci passionali e succulenta aneddotica senza mai sbilanciare la trattazione in un verso piuttosto che in un altro evitando quindi sia panegirici entusiasti che sarebbero sembrati stucchevoli sia un freddo accademismo – ma quest’ultimo non ci sarebbe comunque stato viste le arguzie che inanella occasionalmente, spesso esilaranti: «Immaginate un film western interpretato da un giovane Diego Abatantuono che si ritrova come madre Tina Pica, e avrete idea del tono delle storie».
Verrebbe quasi da dire che la sola scheda di Geppo valga l’acquisto, ma non mi spingo a tanto. A tal proposito, nei miei ricordi d’infanzia mi sembra di aver letto delle origini diverse rispetto a quelle riportate: i diavoli (o il solo Geppo) erano angeli caduti corrotti in qualche maniera. Boh.

La grafica della copertina è molto bella, soprattutto quella della quarta di copertina, ma anche gli interni sono sobri ma invitanti e forse anche questo ha contribuito a farmi divorare il libro.
Refusi ed errori sono pressoché inesistenti, segnalo solo che per diventare Niko il buon Pierino deve aver subito una rinoplastica invece della mastoplastica attribuitagli: con ogni evidenza gli hanno ridotto il naso, non le tette!
L’effetto richiamato nella prefazione («Madò, ma questo me lo ricordo!») non ha mancato di coinvolgere anche me, che sono incappato in più di una madeleine proustiana, anzi giordaniana: il fumetto del tizio grasso con l’ombra magra esisteva veramente, allora! E se avessi saputo che ne sarebbe stato pubblicato un unico esemplare l’avrei fregato alla cugina da cui lo avevo visto da bambino.

Chiaramente Da Braccio di Ferro a Provolino si rivolge idealmente agli appassionati di fumetto italiano per bambini extra-Disney, sperando che esistano (dalle quotazioni irrisorie di quasi tutti gli albi sembrerebbero comunque pochi al momento), ma può essere un testo piacevole anche per un profano e sicuramente interessante per chi aprrezza in generale i fumetti italiani. Alcune storie riportate, poi, sembrano essere state inserite apposta per figurare tra i Fumettisti d’invenzione.

Ora, siccome par brutto parlare troppo bene di qualcosa che ha prodotto un amico (per quanto amico virtuale di blog, magari se ci incontrassimo di persona io e Salvatore ci prenderemmo a schiaffi, e chissà che non sia già successo) ho cercato di trovare qualche difetto nel suo saggio. Visto che i refusi sono veramente quasi inesistenti (Galeppini al posto di Galleppini, politically correct è aggettivo e non sostantivo... bazzecole, insomma) ho provato a inventarmi qualcosa ma ho trovato solo appigli ridicoli o proprio tirati per i capelli: da un editore che si chiama SensoInverso mi sarei aspettato pubblicazioni bizarre, non saggi sui fumetti… una collana che si intitola ItaliaNascosta dovrebbe trattare di P2 e SISMI, non di giornalini…
Per cui le mie critiche si limitano a una sola: io per leggere il libro ho dovuto aspettare un paio di settimane, quei paraculi di Sbam-Comics lo hanno letto un mese fa prima ancora che andasse in stampa! Spero che loro se lo siano letti solo nelle prove di stampa in .pdf, io ce l’ho cartaceo con la bella carta avoriata che contribuisce a creare un’atmosfera vintage. Tiè.