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Visualizzazione post con etichetta Romain Hugault. Mostra tutti i post
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venerdì 7 luglio 2017

Aaaargh!!!

Prima il secondo di U-47, poi quello di Casini, adesso questo:
Alla Mondadori non vogliono proprio farmi più comprare Historica? Inutile dire che l’ennesimo fumetto di guerra è rimasto in edicola, il mio dovere l’ho già fatto con Casini (che comunque come testi meritava), come testimonia il fatto che hanno continuato a mandare la collana nella stessa edicola.
Che poi… anche Juillard ha disegnato un fumetto aviatorio su testi di Yann, perché non pubblicare quello?
Chiudo segnalando che voci di corridoio sostengono che le irreali pin up di Romain Hugault sono basate sulla sua procacissima moglie. Troppo poco, comunque, per farmi propendere per l’acquisto.

venerdì 3 aprile 2015

Historica 30 - La Grande Guerra: Il Pilota dell'Edelweiss



I segnali d’allarme c’erano tutti sin dalla copertina: biplani, lo strabismo patologico degli eroi di Hugault, perfino il titolo-ombrello sin troppo esplicito ripescato da Mondadori («La Grande Guerra») ma l’edicolante è stato così gentile e premuroso nel mettermelo da parte che non ho saputo dirgli di no. E poi, chissà: magari questo 30° volume di Historica, decimo di ambientazione bellica, avrebbe potuto rivelarsi comunque una buona lettura. Non è andata esattamente così.
La serie in tre episodi narra la vicenda dei gemelli Henri e Alphonse Castillac che in virtù della loro totale somiglianza possono ingannare l’aviazione francese per cui combattono fingendo all’occorrenza di essere l’uno invece dell’altro, artificio che si rende necessario quando uno dei due viene degradato con disonore e passa ai carristi. L’origine di questi scambi di persona vengono rivelati in alcuni sapienti flashback che serviranno a ricostruire il quadro complessivo della vita dei due gemelli.
Il Pilota dell’Edelweiss che dà il titolo al volume è l’arcinemico dei due (che lui pensa essere uno solo, ovviamente), l’asso dell’aviazione tedesco Erik che incombe come una maledizione ma che tutto sommato non ha troppo peso nell’economia della storia.
Pur perdendosi spesso in tecnicismi sicuramente apprezzati dagli appassionati, e sfoggiando dei dialoghi che a volte indugiano nell’artefatto e altre volte suonano invece anacronistici, la sceneggiatura di Yann è piacevole e intrigante e il finale ben architettato. È il reparto grafico il problema di questo volume.
Romain Hugault copre le sue matite di pesantissime pennellate digitali (si dice così?) e l’effetto fotorealistico che spesso ottiene è molto freddo e straniante. Oltretutto reso fastidioso dal fatto che in qualche tavola copiaincolla gli stessi soggetti a dimensioni diverse e che non si premura di dare la giusta profondità a elementi diversi dello stesso soggetto, a cui viene applicata una texture uniforme senza creare il necessario stacco tra la carlinga di un aereo e le sue ali.
Questo per i mezzi meccanici: per quanto riguarda le figure umane Hugault sottolinea ancora di più, elaborandole al computer, le sue lacune. Le anatomie non sono proprio impeccabili e soprattutto i volti sono poco curati. Le sue pin up poppute in piena guerra, poi, sono di un ridicolo devastante (sarà in questo che Sergio Brancato ha riscontrato le «influenze manga» che cita nell’introduzione?). Gli sfondi sono inoltre quasi del tutto assenti.
Rispetto ai precedenti Il Gufo Reale e L’Ultimo Volo mi sembra che qui Hugault abbia fatto ancora peggio, ed è un peccato visto che nonostante l’ambientazione bellica la storia non è affatto male.
Le tre cose che ho trovato più entusiasmanti di quest’ultimo Historica sono la mezza bestemmia a pagina 58, la rapidità di lettura dovuta all’enfasi data alla spettacolarità (ma per piacere...) delle scene d’azione e un flyer allegato in cui si annuncia un volume integrale di Docteur Mystère che dovrebbe essere uscito il 27 marzo ma che io non ho visto da nessuna parte.
En passant, Yann non è tra i creatori di Empire USA e Theodor Poussin come segnalato nella sua biografia, pur avendo collaborato a entrambi i titoli.

sabato 28 settembre 2013

Historica 11 - L'Ultimo Volo



Evvai, un altro numero di Historica ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale con aviatori per protagonisti! Ne sentivo proprio il bisogno.
Mi ricompongo: è vero che anche questo numero di Historica è dedicato a quanto già visto in altri volumi (e con questo sono 4 su 11...) ma è differente dagli altri. Sin dalla struttura: non raccoglie una saga o parte di una saga ma una breve serie di due episodi più in appendice uno one shot degli stessi autori. E nel piatto forte del volume, cioè la prima storia, la guerra per fortuna c’entra poco o niente.
Al di là delle Nuvole narra il rincorrersi attraverso gli anni di Pierre e Allan, entrambi (l’uno francese l’altro americano) aviatori con grande spirito d’avventura che la vita si diverte a unire da obblighi di natura morale per poi farli diventare acerrimi rivali e infine per ricongiungerli sotto una stessa ideale bandiera contro la minaccia nazista. Nel 1934 Allan salvò la vita a Pierre, in panne col suo aereo sulle montagne, ma una volta carpitagli la fiducia si ritrovò a soffiargli la fidanzata e a rivaleggiare con lui sui campi di volo. Nel secondo caso, lo farà con un non voluto aiuto scorretto che rovinerà la carriera e la vita di Pierre. Régis Hautière descrive in modo molto efficace la corruzione e gli interessi di alcuni ambienti, e quanto le relazioni umane siano soggette a decisioni altrui e potrebbero evolvere verso tutt’altre direzioni se non ci fossero la Storia e le meschinità degli uomini a esigere il loro tributo. Un po’ una specie di La Grande Illusione a fumetti.

Insomma, niente male, anche se Hautière (qui al suo primo lavoro) a volte è un po’ verboso e non mi sembra che metta sempre le battute giuste al momento giusto in bocca ai suoi personaggi.
Hugault muoveva anch’egli i primi passi nella professione e rispetto a Il Gufo Reale si nota quanto fosse ancora acerbo. Le figure umane talvolta sono sproporzionate e poco espressive, in particolare ho trovato un po’ ridicoli i primi piani in cui l’occasionale strabismo involontario dei protagonisti toglie tutto il pathos alle scene. Come al solito i suoi aerei sono spettacolari, ma il riciclo di immagini (particolari tecnici, insegne, ecc.) prese da internet senza lavorarle e “mimetizzarle” col resto toglie un po’ della magia al fumetto, così come gli sfondi naturalistici resi alla meno peggio e le macchie di colore sullo sfondo che vorrebbero rappresentare delle figure umane. Ed è anche piuttosto imbarazzante (o divertente, a seconda dello stato d’animo) vedere come anche qui le donne di Hugault si trasformino da donne normali in procaci pin up una volta spogliate. Ma dove le nascondevano le tette?
Al di là delle Nuvole è una lettura piacevole, che grazie all’aspetto corale e alla ricostruzione storica che non si limita alla Seconda Guerra Mondiale può essere gustata anche da chi non apprezza molto le storie belliche. Ignoro se la Mondadori abbia eliminato la copertina del secondo volume per ragioni di spazio o per fondere insieme i due volumi da 46 pagine e dare l’impressione di una storia più compatta. Molto apprezzabile anche il finale intriso di malinconia e di disincanto. Un po’ come La Grande Illusione, appunto.
Comunque L’Ultimo Volo è anche meglio. Quattro personaggi vivono le loro vicende durante la Seconda Guerra Mondiale, protagonisti di quattro capitoli indipendenti e separati: ognuno di nazionalità diversa, creeranno un affresco variegato sulle varie avventure e sventure che potevano capitare all’epoca. Questo one shot segue una cronologia inversa che parte dal 1945 per arrivare al 1943, fino a un epilogo che si riallaccia magistralmente alla prima tranche de vie: quindi se Pollicelli nell’introduzione faceva riferimento al terzo e quarto capitolo quando parlava di una stessa storia vista da punti di vista diversi ha preso un granchio di qualche mese. Anche se idee vagamente simili si sono già viste in altri fumetti (penso a un episodio del malauguratamente mai ristampato Asso di Picche di Barreiro e Gimenez, o alla Berceuse Assassine di Yann e Meyer) questa struttura vanta una sua originalità ed è molto funzionale alla narrazione. E poi nel paio d’anni che separa questa storia da Al di là delle Nuvole Hugault ha fatto evidenti progressi, soprattutto dal punto di vista della colorazione.
Nonostante le premesse, questo undicesimo volume di Historica è stato proprio una bella sorpresa, oltretutto stampato in maniera impeccabile.

sabato 9 marzo 2013

Historica 5 - Il Gufo Reale



Yann non è solo l’irriverente sceneggiatore di Les Innomables, La Tigre Bianca e Il Piccolo Spirou, ma ha anche una carriera parallela di scrittore realista. I pregiudizi però sono duri a morire (nello specifico, i miei) e ogni volta che si cimenta con l’avventura, lo storico, il bellico deve superare le forche caudine di un pubblico (nello specifico, io) abituato alla sua vena comica, genere in cui effettivamente ha dato le sue prove migliori.
Per evitare che l’abitudine dei lettori lo renda sospetto, uno dovrebbe scrivere ogni storia diversa dal suo canone sotto pseudonimo, e in effetti è quello che lo stesso Yann ha fatto in occasione di Sambre, anche se poi è andata a finire com’è andata a finire.
Al di là di queste considerazioni, trovo che quasi per reazione alla sua faccia più sguaiata Yann introduca sempre nelle sue opere realistiche pesanti spiegazioni e una documentazione anche troppo generosa, probabilmente riflettendo quelle che sono le sue passioni. Anche questo Il Gufo Reale rientra in quest’ottica e difatti siamo subissati da informazioni tecniche, dati meccanici, elenchi di modelli d’aereo, ecc.
Il disegnatore Romain Hugault fa il paio con lo sceneggiatore, curando nei minimi dettagli le divise, le armi e ovviamente gli aerei ma ignorando tutto il resto, chè tanto basta navigare su internet per trovare paesaggi e mappe da incollare sulle tavole.
Il Gufo Reale racconta le storie speculari di Adolf Wulf (nome assai infelice) e di Lidija Litvjac, quest’ultima ispirata a una aviatrice russa realmente esistita.
Entrambi sono i migliori della loro squadriglia, entrambi hanno un rapporto molto conflittuale con il loro superiore, entrambi assistono a scene di disperazione tra i commilitoni, entrambi avranno a che fare con il tradimento ed entrambi hanno una forma contorta di amore al campo. Le loro vicende procedono parallele dal dicembre 1943 al maggio del 1945, con due incontri fugaci prima del ricongiungimento finale che chiude il volume.
Fatti salvi gli scontri aerei, la storia è infarcita dei luoghi comuni che è lecito aspettarsi in una vicenda del genere, ma a me è risultato particolarmente forzato il protagonista tedesco antinazista. Non che sia irrealistico, anzi, però mi sembra sempre un mezzuccio per evitare problemi di carattere ideologico. E sempre in quest’ottica mi è sembrato difficile giustificare la liberazione della rivale nel secondo episodio.
Il disegnatore e colorista Romain Hugault fa un lavoro più che dignitoso, ma anche stavolta mi chiedo come sarebbero i disegni di questi giovani autori che abusano del computer se dovessero disegnare alla maniera classica con pennino o pennello: le loro vignette ne risulterebbero arricchite e maggiormente definite oppure il passaggio a china ne evidenzierebbe le pecche che l’intermediazione del computer riesce a nascondere? Effettivamente il tratto è come sempre poco inciso, essendo sicuramente limitato alle matite, e anche questa volta la colorazione al computer che imita le pennellate risulta fredda e impastata, anche se molto più leggibile che in altri fumetti.
Inoltre l’applicazione di insegne, mappe o altro preso di peso da una fonte digitale rende le tavole un po’ artefatte, la magia del fumetto ne perde. Magia ulteriormente infranta anche dagli occasionali “effetti speciali” e dalle forzatissime scene di sesso, in cui anche la più mingherlina delle Helferin rivela un prorompente fisico da pin up.
La storia scorre via tutto sommato piacevolmente, anche se chi non è un appassionato di guerra, aerei o modellini può tranquillamente lasciarla in edicola. Non mancano comunque situazioni abbastanza divertenti e dialoghi frizzanti, concentrati però solo nella prima metà del primo episodio.
Per questa occasione la Mondadori ha messo un adesivo sul cellophan con l’indicazione del contenuto. Non credo lo abbiano fatto per attirare gli appassionati di «battaglie aeree nei cieli della 2° guerra mondiale» (non solo, almeno) ma per segnalare sin da subito che il volume sarebbe uscito un po’ più smilzo del solito, ovvero 152 pagine contro le solite 200 circa.