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lunedì 26 giugno 2023

Volage - Cronache dagli Inferi

Non ho capito se sono io che non guardo con attenzione Anteprima o se è la Tunué a non pubblicizzarci tutte le sue uscite. Anche un altro volume di Sandoval mi colse di sorpresa. Questo fumetto ad esempio è uscito ancora alla fine del 2022 e mi sono accorto della sua esistenza solo lo scorso sabato.

Dopo morto Ian McGilles viene “partorito” all’inferno dove dovrà scontare la sua pena eterna vista la vita violenta che ha condotto. Il cast selezionatissimo di dannati comprende varie figure storiche come Isabella di Castiglia, Jack lo Squartatore, il nazista Fegelein e la piratessa Anne Bonny, che per esigenze narrative parlano tutti la stessa lingua. Appena il tempo di ambientarsi tra quelle malebolge e Ian viene invitato da questa sporca dozzina a tentare la fuga dall’inferno. Sulle loro tracce però c’è il temibile Dilaniatore, un demone specializzato proprio nella caccia ai fuggitivi.

La pista che dovrebbe condurli all’uscita passa per i territori del Principe Nomade e l’incontro con una carovana che trasporta animali rari offre del materiale di scambio per consentire il transito. Tra i vari mostri (che si riveleranno utili contro i segugi del Dilaniatore) c’è anche una donna-uccello, Volage, da cui Ian è attratto – e come non esserlo da un angelo caduto che ha ben tre paia d’ali! Ovviamente 128 pagine non si riempiono da sole e Volage si sviluppa anche con degli squarci nel passato di alcuni personaggi, l’occasionale colpo di scena (tradimenti, rivelazioni, smascheramenti…), la defezione di un bel po’ di comprimari e flashback sul passato di Ian. Fabien Nury avrebbe approfondito i personaggi, Xavier Dorison avrebbe infarcito la storia di riferimenti esoterici, Arleston ci avrebbe messo dell’umorismo; Stephen Desberg però è il più americano degli sceneggiatori franco-belgi e Volage si sviluppa principalmente tra scene frenetiche d’azione, trovate sopra le righe e battute a effetto. Ian McGilles ha pure i suoi bravi poteri psionici… Non mi sbilancio a valutare il finale, in cui si riallaccia il filo principale della vita e della morte del protagonista: non è proprio originalissimo ma ci sta tutto.

In ogni caso, i testi scompaiono di fronte alla mirabile perizia messa in campo da Tony Sandoval. Per l’occasione, ha abbandonato il suo stile caricaturale in favore di uno più realistico, per quanto possa esserlo Sandoval. Il risultato sono dettagliatissimi panorami mozzafiato, mostri biomeccanici affascinanti nella loro stranezza, personaggi molto ben caratterizzati anche se grotteschi, una cornucopia di particolari che arricchiscono le vignette. Anche se realizzati digitalmente, i colori sono fantastici e contribuiscono decisamente al fascino delle tavole. L’ambientazione più psicologica che fisica giustifica poi delle deformazioni spaziali e anatomiche di cui Sandoval approfitta con maestria, ricordando un po’ Hieronymus Bosch e soprattutto l’Enrique Breccia migliore e più scatenato. Peccato che la carta, per quanto di qualità, non sia patinata. In appendice schizzi preliminari e prove del disegnatore.

mercoledì 11 maggio 2016

Cosmo Serie Gialla 44 - Golden Dogs 2: Il Giudice Aaron

Si conclude la serie in quattro episodi che aveva saputo attirare la mia attenzione il mese scorso nonostante il formato bonellide. Si conclude per modo di dire, perché dice e non dice, rivela e non rivela, mette nuova carne sul fuoco senza cucinarla a dovere. E la deriva vagamente sovrannaturale mi è sembrata ridicola, per quanto solamente accennata e descritta con scetticismo e distacco dallo stesso Desberg.
Chi era il traditore tra le fila dei Golden Dogs? Io non l’ho capito. Forse tutti e quattro.
Con chi dialoga Fanny nelle didascalie che accompagnano la vicenda? Non viene rivelato.
Nel complesso mi è sembrato che Golden Dogs sia stato chiuso in fretta e furia senza dargli il giusto respiro. Non sono tra quanti ritengono che ogni aspetto della trama vada per forza sviscerato in dettaglio, ma stiamo parlando di un mystery e le spiegazioni almeno alle questioni più importanti dovrebbero essere fornite, possibilmente in maniera chiara. Inoltre è più evidente in questi due ultimi episodi (un po’ più brevi: di 46 tavole ognuno) la fretta che aveva anche Griffo. Peccato, perché l’ambientazione era interessante.
Non finirà tra il Peggio del 2016 ma per me è stata una grossa occasione mancata.

sabato 23 aprile 2016

Cosmo Serie Gialla 43 - Golden Dogs 1: Fanny

Erano anni che non prendevo uno dei bonellidi-BéDé della Cosmo, e nel frattempo la Serie Gialla è arrivata a quota 43 uscite mentre il formato Cosmo Color ormai è estinto. Evidentemente non sono il lettore tipo italiano.
Questo Golden Dogs è presentato a colori e a differenza di altre proposte analoghe della Cosmo che ho sfogliato è stampato bene. Sarà per questo che mi è venuta voglia di provarlo, anche se Griffo non è tra i miei disegnatori preferiti. O forse è stata la generosa quantità di tette.
La storia si svolge nella prima metà del XIX° secolo a Londra, quando il misterioso avventuriero James Orwood mette su una propria banda di criminali sulla falsariga di quella dei “Black Birds”, che tanto successo sta avendo con furti, rapine e ricettazione.
Ne fanno parte la bella prostituta Fanny, l’attore trasformista castrato Lario (o Hillario o Laria) e tal Lucrèce le cui mansioni non sono ben definite ma che deve essere una criminale di successo visto che rientra tra quanti sono in procinto di essere esiliati nelle colonie britanniche.
La storia in quattro parti viene narrata in un flashforward con voce narrante fuori campo da Fanny, probabilmente nel corso di un interrogatorio, e ci viene subito anticipato che i Golden Dogs finirono la loro carriera criminale a causa di un traditore tra i quattro, creando la giusta curiosità nel lettore che viene spinto a trovare indizi sull’identità della mela marcia.
A differenza di altre opere simili, il punto di vista è sempre quello di Fanny e i singoli volumi non si concentrano (almeno non finora) su un membro diverso della combriccola, tanto che nel secondo episodio, Orwood, Fanny domina la scena dopo che i Golden Dogs sono costretti alla separazione e alla fuga dandosi però appuntamento una volta all’anno nella piazza che vide nascere la banda, impegno che per sei anni non verrà rispettato. Stephen Desberg confeziona una storia più suggestiva che originale, in cui il pezzo forte secondo me è la ricostruzione dell’ambientazione e delle strategie con cui i malfattori compivano le loro malefatte. Il personaggio di Fanny è inoltre reso con molta efficacia.
Griffo come sempre presenta ogni tanto delle teste pericolosamente sbilanciate da un lato, alcune anatomie sproporzionate e soprattutto personaggi che sono solo caricature, ma almeno si colora da solo (e non mi sembra col computer) rendendo così piuttosto piacevole l’insieme. E alcuni primi piani femminili sono veramente ben disegnati. Per fortuna ha scelto una struttura della pagina molto libera e tendenzialmente costruita su tre strisce, così il passaggio al 16x21 non è stato troppo traumatico. Resta però il dubbio che parte dei dialoghi e delle didascalie sia stata sacrificata per farli stare nei balloon.
Leggo nel colophon che i due episodi qui presentati sarebbero stati realizzati, o perlomeno pubblicati, a distanza di soli 4 mesi: il primo a gennaio e il secondo a maggio 2014; forse Griffo non è esteticamente il meglio sulla piazza (ma mi risulta che abbia i suoi estimatori e che sappia realizzare cose egregie se può dedicarvi il giusto tempo) ma professionalmente è il disegnatore ideale, probabilmente l’unico sul mercato franco-belga di questo livello a poter realizzare dei volumi con questo ritmo.
Da segnalare che le 128 pagine a colori di questo volume presentano solo 104 tavole a fumetti (l’inusuale durata di 50 pagine del secondo episodio e l’arditissimo cliffhanger finale non indicano un taglio da parte della Cosmo, vero?) e in appendice ci sono alcuni bozzetti ma soprattutto le anteprime di altri fumetti! È chiaro che una foliazione più ridotta avrebbe influito sul contenimento del prezzo ma noi siamo uomini di mondo e sappiamo che è stato necessario inserirle per arrivare alla quota complessiva di 128 pagine stabilita con la tipografia e che forse togliere un trentaduesimo o un sedicesimo avrebbe anche potuto rivelarsi più dispendioso. Ma chi glielo va a dire al lettore tipo italiano?

sabato 13 dicembre 2014

Empire USA 1: Attacco all'America

E' con un certo imbarazzo che mi accingo a dire la mia sulla prima uscita della collana "Formato F423" della Mondadori: credo di aver accumulato qualcosa come un mese di ritardo rispetto alla sua uscita ma in effetti solo adesso sono riuscito a tirare fuori Empire USA dalla pila di roba arretrata da leggere. E forse se ci fosse rimasto, in quella pila, non sarebbe nemmeno stato male.
Empire USA parla dell'inasprirsi del terrorismo islamico e delle contromisure, più o meno trasparenti e moralmente accettabili, che gli Stati Uniti adottano per arginarne l'espansione. Non sarebbe neanche male come spunto, soprattutto grazie alla suggestiva idea (forse ispirata alla realtà) di diverse forze d'intervento o di intelligence in conflitto fra di loro, anche se ovviamente bisognerebbe seguire tutta la storia per vedere come evolve. Il problema è che in questa vicenda viene inanellata una minchiata dietro l'altra:

a causa dello scenario riassunto sopra, in America prende il potere una dittatura Teocon;

il protagonista Jared Gail ha come compagno d'armi un tremendo rompicoglioni che cita costantemente Star Wars e addirittura parla come il Maestro Yoda (persino in piena azione e durante un interrogatorio);

l'altra collega di Jared, Saskia, praticamente è una macchietta che si limita a offrire qualche spunto comico attraverso le tragicomiche descrizioni della sua pratica di divorzio (mi sono imposto di credere che Desberg in questo caso abbia cercato deliberatamente il ridicolo);

la fidanzata del protagonista diventa un supersoldato quando si cala amfetamine;

a proposito della fidanzanta, Jared scopre per puro caso alla fine del primo episodio che il contatto che gli serviva e che ha cercato invano per tutte le pagine precedenti era, guarda caso, proprio lei;

l'organizzazione integralista musulmana alla base degli attentati si chiama "Fratelli Assassini" in onore della setta degli Assassini del Vecchio della Montagna, manco fossimo in un'avventura fantasy - questa come minchiata non è poi tanto grande ma alla luce delle altre diventa la classica ciliegina sulla torta.

Con simili premesse non mi stupirebbe se si scoprisse che la misteriosa moneta ereditata da Jared è un disco volante o una macchina del tempo. Non so quante di queste scelte siano effettivamente attribuibili a Desberg (nella presentazione si parla di input arrivati anche dai disegnatori Henri Reculé e - nientemeno - Enrico Marini) ma io francamente da un fumetto franco-belga mi aspetto ben di più delle spacconate e delle scorciatoie che può offrire Mark Millar.
Più che al 24 citato da Alessandro Di Nocera nell'introduzione mi sembra che qui si guardi a Weeds o a Big Bang Theory, tanto più che battutine non sempre felici e dialoghi forzatamente cool non mancano.
I due episodi raccolti in questo primo numero sono disegnati rispettivamente da Griffo e da Alain Mounier. Il secondo, pur meno spettacolare di altri colleghi, è sempre un piacere da vedere, mentre nel caso di Griffo (disegnatore rinomato più per la sua velocità e prolificità - anche 3 volumi in un anno - che per la conoscenza dell'anatomia) mi sembra che stavolta si sia impegnato di più rispetto ad altri suoi lavori. L'assenza di interventi digitali nel lavoro di entrambi, inoltre, per me è un grande valore aggiunto.
Almeno dal punto di vista grafico Empire USA è promosso, ma dubito che questo basterà a farmi comprare il secondo volume.