L’ottavo numero ridistribuito l’ho perso, ma il numero 27
non mi è sfuggito. Lo citavano come uscito addirittura sull’ultimo Fumo di China che ho preso l’altro
giorno: perderlo sarebbe stato veramente uno smacco!
Questo episodio ha una spiccata
vena umoristica e l’aggancio narrativo tramite cui Peg si trova coinvolto nella
storia è abbastanza inverosimile: alla stazione delle corriere incontra una
ragazza che piange disperata e così cede alle sue richieste e l’accompagna a
casa dove fingerà di essere suo marito, visto che la giovinetta, sedotta e
abbandonata, non può rivelare ai retrogradi parenti di essere incinta senza
avere un uomo accanto.
Dal canto loro, i suoi famigliari
hanno già i loro grattacapi: i contadini rivali Torresi hanno messo sul mercato
un olio d’oliva usando una grafica quasi identica alla loro (che si chiamano
Torrini), e più in generale spadroneggiano nell’anonima cittadina del Sud Italia
in cui è ambientata la storia, decisi ad arraffare le terre dei Torrini dopo
che questi hanno intentato causa con successo per il fattaccio dell’olio
d’oliva.
Gli improrogabili impegni di
lavoro con cui Peg avrebbe giustificato la sua prematura uscita di scena
(comunque rallentati da un rocambolesco attentato da cui i cattivi usciranno
ovviamente con le ossa rotte) vengono cancellati davanti all’evidenza che serve
il suo aiuto, e alla fine come da prassi consolidata sarà il Morto a risolvere
la situazione, dando al pittoresco e baffuto capofamiglia dei Torresi una umiliante
lezione.
Come ho scritto sopra, questo
episodio è caratterizzato da un tono più leggero del solito, e secondo me non è
un bene. Il viaggio in corriera, principalmente un’occasione per far recitare
una ruspante autista veneta, occupa circa un quarto delle pagine e alcune
situazioni che sembravano portare a ulteriori sottotrame (l’odioso ragazzo con
la felpa che sembra aver fatto qualcosa in autogrill) restano senza seguito. Le
battutine sarcastiche del Morto, e in questo caso anche della spregiudicata
sorella della coprotagonista, sono certamente piacevoli ma avrebbero dovuto
fare da contrappunto a delle sequenze che privilegiassero di più l’azione.
Ai disegni Marco Boselli fa il
solito buon lavoro nonostante il nuovo inchiostratore Ivano Codina dimostri un
approccio ambivalente: le inquadrature dalle mezze figure in su sono
dettagliate, espressive e plastiche, dalle figure intere in giù i volti dei
personaggi e le loro posture perdono espressività e anche un po’ di
definizione. L’esito finale comunque è più che dignitoso (anzi decisamente
buono), anche grazie al solito lavoro di amalgamazione stilistica operato dal
team Telloli.
In appendice c’è una storiellina
di H. W. Grungle scritta da Marco Mischi e disegnata da Massimo De Biaggi,
piuttosto simpatica (io l’avrei fatta durare qualche pagina in più) e
graficamente interessante anche se ancora un pochino acerba.