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domenica 17 settembre 2017

Il Morto 29: La Metà Oscura

Visto il ritardo clamoroso rispetto al numero precedente, datato ufficialmente maggio 2017, mi ero ormai rassegnato ad avere un altro buco nella mia collezione de Il Morto, e invece ecco che finalmente è uscito anche il numero 29!
Un dito in più
Peg si trova coinvolto dalla sua nuova fiamma a vestire i panni della guida turistica in Egitto, dove si incrociano le vicende di un professore arrapato, di un ricettatore di reperti, di una coppia di spie (già vista qui?) e di un padre apprensivo al seguito delle due figlie.
Ovviamente la gitarella non sarà affatto tranquilla e il gruppo verrà assalito da predoni che rapiranno le donne. Peg, stavolta senza ricorrere all’aiuto del Morto, risolverà la situazione insieme al padre apprensivo, che si rivelerà assai meno remissivo di quanto visto all’inizio dell’episodio. Guarda caso, il capo dei predoni altri non è che l’ultimo vecchio commilitone che Peg stava cercando. Non tutti i nodi vengono sciolti, e infatti La Metà Oscura è la prima parte di una storia che continuerà sul numero 30 (sperando che non ci metta troppo a uscire).
I testi sono avvincenti e, pur essendo orientati nettamente all’avventura più che alla satira sociale, sono una piacevole lettura. L’episodio è scritto a due mani da Giovacca e Luca Telloli e anche le tavole sono state realizzate in tandem da Marco Boselli e Piero Conforti, inchiostrati da Ivano Codina. Mi sembra che graficamente questo sia uno dei volumi migliori: gli sfondi sono molto curati e nonostante una certa rigidità delle posture ci sono anche delle vignette molto dinamiche e dei volti molto espressivi.
Un altro dito in più
In appendice una storia breve di H. W. Grungle: Farfalle al Caffè, scritta da Daniele Biglia e disegnata da Luca Cacciolato. L’idea di partenza è molto simpatica e anche i disegni non sono male pur se Cacciolato presenta diverse ingenuità anatomiche.

domenica 25 giugno 2017

Il Morto 28: Araldica

Datato maggio 2017, uscito solo adesso a fine giugno. Ma l’importante è che sia arrivato.
Questo nuovo episodio de Il Morto è un thriller vagamente gotico sulla falsariga di Dieci piccoli indiani: Peg contatta un altro dei suoi ex commilitoni che ora è costretto su una sedia a rotelle e parte con lui e sua sorella alla volta del maniero di famiglia dove verranno lette le ultime volontà del Duca Armando Chieresi Della Rocca. Coerentemente con gli stereotipi del genere, gli eredi vengono eliminati uno dopo l’altro in circostanze misteriose e il gioco a cui anche il lettore è chiamato a partecipare è indovinare l’identità dell’assassino tra i parenti e gli altri convenuti al castello.
Araldica ci offre un buono squarcio sul passato di Peg, che spero non sia solo episodico ma possa smuovere un po’ di più le acque (il prossimo episodio sarà ambientato in Egitto: vedremo come evolverà la situazione); a livello di sceneggiatura Giovacca alterna una bella e originale sequenza come quella iniziale al bar, dove l’amico di Peg riesce a portar scompiglio anche se si trova su una carrozzina, con la trovata più scontata e demodé del Barone Giustino che si esprime in maniera forbita anche nelle circostanze più tese.
Con tutta questa carne al fuoco e tutti i personaggi coinvolti è inevitabile che le 110 pagine dell’episodio risultino un po’ strette: confesso che ho dovuto sfogliarmi di nuovo l’albo per capire chi era l’assassino, visto che il poco spazio a disposizione ha impedito di approfondire i singoli attori della storia e imprimerli così nella memoria del lettore. Meglio questa impressione di straripante ricchezza confinata in poche pagine, comunque, rispetto a quella di leggere una storia annacquata.
I disegni di Marco Boselli si mantengono sui consueti ottimi livelli, anche stavolta è coadiuvato alle chine dalla new entry Ivano Codina che a volte tende a fare il volto di Peg troppo duro – cosa che di per se non è un difetto ed è coerente col personaggio. Ho notato una certa profusione di “effetti speciali” come l’approssimarsi del temporale a pagina 52 o i virtuosismi automobilistici delle pagine 43-47. Non so se siano da attribuire ai disegnatori piuttosto che allo Studio Telloli, comunque la resa è molto efficace.
In appendice viene presentata Il Duca De L’Omelette, una riduzione da Edgar Allan Poe: Giovacca ha scritto di meglio ma comunque il risultato è simpatico (e in ogni caso era vincolato al testo di partenza), il disegnatore Gioele Vimercati pur dimostrando senz’altro delle doti risulta legnosetto e anche occasionalmente impreciso in certi dettagli.

domenica 9 aprile 2017

Il Morto 27: Concorrenza sleale

L’ottavo numero ridistribuito l’ho perso, ma il numero 27 non mi è sfuggito. Lo citavano come uscito addirittura sull’ultimo Fumo di China che ho preso l’altro giorno: perderlo sarebbe stato veramente uno smacco!
Questo episodio ha una spiccata vena umoristica e l’aggancio narrativo tramite cui Peg si trova coinvolto nella storia è abbastanza inverosimile: alla stazione delle corriere incontra una ragazza che piange disperata e così cede alle sue richieste e l’accompagna a casa dove fingerà di essere suo marito, visto che la giovinetta, sedotta e abbandonata, non può rivelare ai retrogradi parenti di essere incinta senza avere un uomo accanto.
Dal canto loro, i suoi famigliari hanno già i loro grattacapi: i contadini rivali Torresi hanno messo sul mercato un olio d’oliva usando una grafica quasi identica alla loro (che si chiamano Torrini), e più in generale spadroneggiano nell’anonima cittadina del Sud Italia in cui è ambientata la storia, decisi ad arraffare le terre dei Torrini dopo che questi hanno intentato causa con successo per il fattaccio dell’olio d’oliva.
Gli improrogabili impegni di lavoro con cui Peg avrebbe giustificato la sua prematura uscita di scena (comunque rallentati da un rocambolesco attentato da cui i cattivi usciranno ovviamente con le ossa rotte) vengono cancellati davanti all’evidenza che serve il suo aiuto, e alla fine come da prassi consolidata sarà il Morto a risolvere la situazione, dando al pittoresco e baffuto capofamiglia dei Torresi una umiliante lezione.
Come ho scritto sopra, questo episodio è caratterizzato da un tono più leggero del solito, e secondo me non è un bene. Il viaggio in corriera, principalmente un’occasione per far recitare una ruspante autista veneta, occupa circa un quarto delle pagine e alcune situazioni che sembravano portare a ulteriori sottotrame (l’odioso ragazzo con la felpa che sembra aver fatto qualcosa in autogrill) restano senza seguito. Le battutine sarcastiche del Morto, e in questo caso anche della spregiudicata sorella della coprotagonista, sono certamente piacevoli ma avrebbero dovuto fare da contrappunto a delle sequenze che privilegiassero di più l’azione.
Ai disegni Marco Boselli fa il solito buon lavoro nonostante il nuovo inchiostratore Ivano Codina dimostri un approccio ambivalente: le inquadrature dalle mezze figure in su sono dettagliate, espressive e plastiche, dalle figure intere in giù i volti dei personaggi e le loro posture perdono espressività e anche un po’ di definizione. L’esito finale comunque è più che dignitoso (anzi decisamente buono), anche grazie al solito lavoro di amalgamazione stilistica operato dal team Telloli.
In appendice c’è una storiellina di H. W. Grungle scritta da Marco Mischi e disegnata da Massimo De Biaggi, piuttosto simpatica (io l’avrei fatta durare qualche pagina in più) e graficamente interessante anche se ancora un pochino acerba.

lunedì 30 gennaio 2017

Il Morto 26: Delitti di Paese

L’ultimo episodio de Il Morto ha un titolo veramente azzeccato: nel corso della lettura, soprattutto all’inizio, si avverte il torbido delle indagini che coinvolgono un paesello di provincia, mentre pian pianino la trama si disvela.
Un pescatore viene rinvenuto morto, probabilmente avvelenato, e nel corso delle indagini si scopre che l’omicidio ruota attorno alla casa della signora Cristina Bianchi: il morto non era chi diceva di essere e si trovava a pensione proprio dalla vecchia maestra, col proposito di comprarle la casa, per rinvenire il ricchissimo bottino frutto di una rapina. Uno dei rapinatori era, guarda caso, un vecchio commilitone di Peg che va dalla signora per ricostruire il suo passato e si trova così coinvolto nella vicenda. Ma probabilmente ci si sarebbe trovato coinvolto comunque, visto che in questo episodio fa coppia fissa con l’affascinante medico legale del luogo.
La storia è coinvolgente e ha un ottimo ritmo. Il Morto non si vede molto ma il fascino di Delitti di Paese sta principalmente nello sbrogliarsi della matassa e nella carrellata di personaggi ben delineati.
I disegni di questo episodio sono molto belli, e forse proprio questo costituisce il loro limite. Stavolta Boselli è stato inchiostrato da Leonardo Gagliano. Il risultato è eccellente: le sapienti pennellate di Gagliano sono nette e modulate e nell’insieme danno quasi un’impressione di ligne claire con derive pop art. Alcune vignette sembrano disegnate da Ted Benôit, e non siamo poi troppo distanti nemmeno da Roberto Baldazzini. Questo stile così elegante e ricercato, però, forse non è quello più giusto per narrare le vicende sporche e disperate de Il Morto. Ma forse basta solo farci l’abitudine.
In appendice c’è una breve storia di Blacky Mole, Ǿläff il Bruciato, ispirata ai miti norreni. Meglio di quanto visto in precedenza sempre a opera di Antonio Pannullo, ma la natura epica del racconto rende questo fumetto più simile a un racconto illustrato che a un fumetto vero e proprio.

domenica 23 ottobre 2016

Il Morto 25: Niente, dal domani

Ancora alla ricerca dei suoi ex commilitoni tramite cui ricostruire il proprio passato, Peg si trova invischiato in un caso di rapimento di minore finalizzato alla prostituzione.
La storia fila via secca, spietata e impietosa mettendo in scena personaggi squallidi molto ben caratterizzati e trovate non banali, immagino frutto di una certa documentazione da parte di Ruvo Giovacca (ad esempio, agli appartenenti delle forze speciali venivano imposti dei corsi di dizione per eliminare ogni traccia di accento e renderli così meno riconoscibili).
Gli argomenti in secondo piano che comunque emergono nella trama (la sopraffazione, il degrado industriale, le malattie militari, i padri divorziati, la crisi economica, la disoccupazione) confermano il piglio neorealista de Il Morto che come nessun altro fumetto riesce a rappresentare la realtà italiana odierna. Pur rimanendo sempre una lettura avvincente.
Purtroppo il caso ha voluto che questo bell’episodio sia funestato da qualche refuso e da una punteggiatura occasionalmente eclettica, e forse avrebbe meritato qualche pagina in più per sbrogliare la matassa meno sbrigativamente.
Anche i disegni non mi sono sembrati il top di Boselli (chinato dal fido Triscari), pur se rimangono sempre a un livello dignitoso, anzi decisamente buono.
Il titolo stupendo, la suggestiva copertina di Paolo Telloli e la migliore splash page di Ermete Librato mai vista sulla serie avrebbero fatto pensare al capolavoro e invece Niente, dal domani è “solo” un ottimo episodio.
In appendice una nuova storia breve di H. W. Grungle: idea di partenza simpatica e disegni (di Laura D’Allura) gradevoli, ma la battuta finale non rende giustizia all’originalità del soggetto.

mercoledì 3 agosto 2016

Il Morto 24: Alter Ego

Commedia (?) degli equivoci nell’ultimo numero de Il Morto. In un paesino innominato il locale boss mafioso della famiglia Butera ha dei problemi nel settore della droga visto che un nuovo fornitore si sta rivelando un osso troppo duro e al tentativo di truffa di un attendente di don Vito ha risposto facendo strage dei suoi uomini. Il misterioso nuovo arrivato agisce insieme alla sua complice donna, infallibile cecchino, e si intuisce dai loro dialoghi che hanno una lunga e interessante storia alle spalle che li spinge a raggranellare ingenti quantità di denaro in tempi rapidi e senza preoccuparsi della liceità dei metodi usati.
Il caso vuole che questo Dario Fazeni somigli abbastanza a Peg da indurre uno scambio di persona in più di un personaggio coinvolto, dall’ispettore Gambisi che finalmente torna a un ruolo più attivo a un tossicodipendente che è un po’ la chiave di volta di tutto l’episodio fino alle altre comparse della storia.
Il livello di serendipità è altissimo e la trama si sviluppa in un’orgia di coincidenze più che shakespeariane: il Morto verrà ospitato casualmente proprio dalla figlia della titolare della lavanderia dove avverrà il tentativo di rapina del drogato, Vito Butera si scoprirà essere proprio l’ex marito della signora, ecc.
Si chiude comunque volentieri un occhio sulla credibilità della vicenda, visto che la trama di Alter Ego è molto articolata e frizzante. In realtà accanto a molte situazioni umoristiche (addirittura un omaggio a Nonna Abelarda!) c’è anche una vena drammatica nella delineazione della strana coppia. Marco Boselli fa il consueto buon lavoro coadiuvato alle chine da Francesco Triscari.
In appendice una bellissima storia breve scritta e disegnata da Roberto Lari: il soggetto è abbastanza originale e soprattutto toccante, i disegni iperrealisti sono un vero spettacolo.

domenica 5 giugno 2016

Il Morto 23: Nikita

Alla morte del ricco Melleni rimangono tre avidi nipoti a pregustarsene l’eredità, che però come da testamento andrà alla misteriosa Nikita del titolo. Peg/il Morto si trova coinvolto visto che era legato al ricco maggiorente che gli aveva affidato una sua villa nel numero scorso (così almeno ci ricorda una nota che sopperisce alla mia memoria).
La vicenda ha le sue radici in eventi drammatici successi qualche anno prima e il colpo di scena che ne viene fuori è molto buono. La narrazione procede spedita, con un riuscito virtuosismo nella rappresentazione del passaparola alle pagine 20 e 21.
Purtroppo questo numero è stato penalizzato da più refusi del solito e anche da un bel po’ di disattenzioni, a cominciare dalla splash page iniziale di Librato che differisce per un dettaglio importante dalla sequenza che raffigura; i conti non tornano mai: se sono passati quindici anni dalla morte di Piero adesso dovremmo essere nel 2017 – e questo passi perché colloquialmente si tende ad arrotondare, ma le date di nascita e di morte sono tali da rivelare senza possibilità di equivoco che il personaggio è morto al massimo a 14 anni, non a 16 come viene detto (e poi non credo che Lady Gaga fosse già sulla cresta dell’onda nel 2002).
Buona la parte grafica affidata a Marco Boselli e Francesco Triscari.
In appendice una storia metanarrativa di H. W. Grungle di Roberto Anghinoni e Chiara Manenti. Sospendo ogni giudizio critico perché la riciclerò sui Fumettisti d’Invenzione e quindi per me è un capolavoro a prescindere.

martedì 1 dicembre 2015

Il Morto 20: L'Ospite Inatteso

Puntata interlocutoria per il Morto. L’autostoppista Peg viene raccolto da uno strano tizio che guida evidentemente in stato di alterazione. Costui sta per andare alla villa di famiglia per prendere parte al matrimonio della ricca cugina, in procinto di sposarsi con un poco di buono. L’uomo, Curzio Canesi Sforza, ha con sé le prove delle attività disdicevoli del futuro sposo e quindi del fatto che sia solo un cacciatore di dote.
La situazione precipita: l’auto su cui viaggiano i due finisce fuori strada e due camionisti incazzati si avventano su Peg e Curzio. Salvata la situazione ma con il nuovo amico messo assai male, Peg si ritrova incaricato del compito di andare al matrimonio spacciandosi per Curzio (l’unica persona che può riconoscerlo è la madre della sposa, zia di Curzio, che verrà prontamente messa a conoscenza dell’intreccio telefonicamente) in modo da presentare le prove del vero obiettivo del futuro sposo e dei suoi complici e impedire così la dilapidazione del patrimonio di famiglia.
Non serve sottolineare come Peg/Il Morto si trovi sempre invischiato in situazioni assurde, perché è lui stesso a farlo! In effetti L’Ospite Inatteso è un episodio in cui accanto alla solita visione disillusa dell’umanità c’è una certa dose di ironia piuttosto rara in precedenza, né mancano dei dialoghi divertenti.
Una volta alla villa tutti i nodi vengono al pettine e scopriamo che eventi apparentemente casuali visti in precedenza facevano parte di un piano premeditato. Ma il bello di questo episodio è anche il gioco delle parti e le sorprese relative alle vere motivazioni di personaggi che apparentemente sembravano giocare nella squadra avversaria. Mi è anche piaciuto come Ruvo Giovacca ha gestito la suspense nello scoprire la sorte della zia. Il finale è assai positivo e ottimista, cosa non certo comune nella serie.
Marco Boselli (chinato da Francesco Triscari) svolge come sempre un buon lavoro, purtroppo la mia copia presenta occasionalmente delle abrasioni bianche al centro delle pagine, ma nulla che pregiudichi la lettura.

La durata di questo episodio è inferiore a quella consueta e al titolare vengono dedicate una decina di pagine in meno rispetto al solito: il resto dell’albetto è riempito da pubblicità e da due storie brevi. La prima, una storia di H. W. Grungle di Giovacca e Gualandris, è molto simpatica e ben disegnata mentre la seconda, Blacky Mole di Antonio Pannullo, è un riempitivo trascurabile.

domenica 21 giugno 2015

Il Morto 18: L'Occasione



Neanche delle cattive notizie ci si può fidare... E io furbo (=coglione) che ho declinato l’invito di un amico a prendermi il numero 17 de Il Morto in fiera a Reggio Emilia, tanto gli altri non si sarebbero comunque più visti in edicola.
E invece eccolo qua il numero 18, con la storia precedente ovviamente monca visto che come annunciato il 17 nelle edicole non è arrivato.
Comunque: il dottor Orbi, novello Pietro Chiocca (evidentemente in quarant’anni le cose sono cambiate poco o nulla), ha una florida attività di mercante d’armi. Una transazione non va a finire come desiderato e il pover’uomo si trova braccato da un’affascinante mercenaria. Creduto morto a causa del crollo dell’aereo che avrebbe dovuto prendere, si ritrova a ricominciare da capo la sua vita anche perché scopre delle spiacevoli verità sul suo ménage familiare. Il guaio è che in mancanza di fondi i suoi clienti lo hanno pagato in diamanti grezzi che fanno molto gola a un malintenzionato e alla sua compagna.
Con quella casualità di cui vivono i fumetti, incontra inaspettatamente Peg che ovviamente prenderà parte alla vicenda anche nei panni del Morto. Il fortuito incontro con Orbi sembra costituire un importante punto di svolta per la serie visto che in precedenza i due si erano già conosciuti e il mercante di morte può fornire degli indizi sul passato dello smemorato vendicatore.
La narrazione procede spedita e coinvolgente; come spesso accade in questo fumetto non mancano squarci iperrealisti sull’Italia contemporanea (i negozi Compro Oro...) e una certa carica di critica sociale. Molto bella la scena del treno. Purtroppo sul finale la storia accelera improvvisamente e si concede qualche digressione un po’ farsesca, comunque accettabile visto che alla fine il cattivo sembra redimersi e questo mi pare un tocco di originalità.
Ai disegni Marco Boselli (con chine di Leonardo Gagliano) compie un buon lavoro ma nelle ultime pagine pure lui sembra avere qualche cedimento forse dovuto alla fretta di consegnare in tempo l’episodio. Niente male le sue donnine.
A integrare questo numero 18 c’è la seconda parte de La Cassapanca, un “libero” iniziato nel numero scorso (ma proprio quel fottuto 17 dovevano saltare?!), in cui mi sembra che né lo sceneggiatore Roberto Anghinoni né tanto meno il disegnatore Ermete Librato siano molto ispirati. E l’impressione non è solo dovuta all’incazzatura di essermi perso il numero 17.

sabato 9 agosto 2014

Il Morto 15: Il Morso del Mamba


Veramente molto riuscito l’ultimo numero de Il Morto. I drammi degli immigrati delle carrette del mare e dello sfruttamento delle extracomunitarie vengono resi in maniera realistica, documentata e senza alcuna retorica.
Abbandonato in mare, Nagee giunge in Italia per trovare la sorella Anele, che in un messaggio gli aveva chiesto di andare a portarla via dallo squallore in cui era finita, visto che il lavoro per cui era arrivata in Italia non era quello che pensava. Infatti viene fatta prostituire con abbondanti dosi di droga e alcol in un locale specializzato in donne di colore situato fortuitamente proprio accanto al ristorante dove lavora Peg/Il Morto.
Un po’ per il suo spirito di giutiziere e un po’ per recuperare parte dei ricordi della sua vita precedente, Il Morto aiuterà Nagee e così noi ci possiamo godere una bella storia avvincente, appassionante, cinica e disperata. C’è più Lo Sconosciuto di Magnus in questo fumetto che Diabolik. Ottimo lavoro di Marco Boselli ai disegni. Al momento, mi sembra che questo sia il migliore numero de Il Morto che ho letto.
Unico appunto, ma giusto per scrivere qualcosa: Nagee sembra avere il dono delle lingue visto che parla perfettamente italiano senza essere mai stato apparentemente in Italia prima. Cosa ancora più evidente visto che molti personaggi si esprimono in dialetto.
In appendice una storiella molto simpatica, ma che sembra disegnata in fretta e furia riguardando Il Garage Ermetico di Moebius, di H. W. Grunge a opera di Anghinoni e Telloli.
Resta il mistero sul perché questo albetto datato giugno 2014 sia arrivato nell’edicola in cui mi rifornisco de Il Morto solo pochi giorni fa.

martedì 6 maggio 2014

Il Morto 14: Confessione



A dispetto del nome, Il Morto è più vivo che mai: siamo già arrivati alla quattordicesima uscita e, mi sembra, nel rispetto di una cadenza regolare. La validità della nuova impostazione (sottotrama generale ma singolo volumetto leggibile come “one shot”) si conferma con Confessione, in cui il protagonista visita un paesello senza nome per trovare tracce del proprio passato rimanendo come da copione invischiato in una situazione pericolosa.
È proprio la confessione del titolo, data a un ignaro Peg che si trovava per caso nel confessionale, a innescare la serie di eventi che porteranno Giuseppe Olone a scoprire che non è Giuseppe Olone, stroncando nel mentre la carriera criminale di due balordi.
Anche in questo episodio ci sono azione, ritmo, personaggi molto ben delineati, buoni dialoghi (fantastica la sequenza d’apertura!), idee non banali e un’ottima rappresentazione di un’Italia sospesa tra provincia profonda e metropoli viziosa, senza mai scadere però nella parodia o nello Strapaese. Il cinismo abbonda forse più che nelle precedenti uscite, stemperato però da un inaspettato e forse un po’ affrettato lieto fine.
Sul fronte grafico mi sembra che ci sia stata una lieve flessione ma nonostante alcune incertezze Marco Boselli confeziona comunque delle tavole dignitose – in particolare, mi sembra che sia bravo a disegnare i primi piani. Peccato per l’effetto un po’ ridicolo con cui (forse da parte della redazione) si è cercato di rappresentare la nebbia.
In appendice c’è una simpatica storiella di H. W. Grungle, gradevole anche se il disegnatore Paolo Telloli non si è espresso al suo top.