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giovedì 15 giugno 2023

Martin Mystère 400: I colori impossibili

Nella sede di Altrove si è verificato un fenomeno curioso: le persone e gli ambienti stanno perdendo il loro colore e la strana epidemia di toni di grigio si estenderà probabilmente a tutto il pianeta. Visto che nessuno ricorda chi sia Martin Mystère (e gli stessi coprotagonisti ignorano chi siano gli altri) a risolvere il caso viene chiamato lo scienziato/showman Dottor Spektor che inscenando tre racconti cercherà di far pervenire gli spettatori/indagatori alla soluzione del caso.

Infarciti di molteplici rimandi grafici e testuali (chissà quanti me ne sono sfuggiti) sfilano quindi i resoconti dell’esperienza di Martin Mystère con un aggeggio che mostra i desideri delle persone, l’origine aliena del colore magenta nel 1859 e il passaggio da un universo all’altro attraverso i colori chimerici, quelli che restano sulla retina dopo che si è fissato un oggetto. La cornice è affidata a Giancarlo Alessandrini mentre le singole storie sono disegnate rispettivamente da Fabio Grimaldi, Alfredo Orlandi e Rodolfo Torti. Ovviamente alla fine tout se tient ma la ventina scarsa di pagine in cui sono confinati i singoli racconti sono forse un po’ poche per sviscerarne al meglio il senso e i meccanismi che le animano, così come il finale sembra un po’ affrettato. Poco importa: si tratta di un numero celebrativo e come tale l’attenzione di Carlo Recagno viene posta sul divertimento e sulle strizzatine d’occhio, azzeccando alcune sequenze gustose come l’intraprendenza di Virginia Oldoini davanti ai suoi pavidi “colleghi” maschi.

Inaspettatamente i colori di Alessandro Muscillo funzionano molto bene col tratto austero e chiaroscurale (beh, non in questa occasione) del bravo Orlandi.

L’albo è come di consueto integrato dei redazionali di Castelli che approfondiscono le tematiche del numero (curioso che non abbia citato il nero di Anish Kapoor, ma forse perché il nero è la somma di tutti i colori – o è l’assenza di tutti i colori? Gli anni dell’Istituto d’Arte sono così lontani, accidenti) e addirittura introducono il soggetto e parte della sceneggiatura di un ipotetico numero 500 che un mai così funesto Castelli asserisce essere assai improbabile.

Termina inoltre il romanzo a puntate di Andrea Cappi e vengono proposte una striscia dei Bonelli Kids (di Tino Adamo e Luca Bertelè) e una tavola di Zio Boris (Castelli-Bonfatti) entrambe in tema col numero celebrativo.

mercoledì 6 novembre 2019

Bonelli Kids n° 1

Questo primo numero di Bonelli Kids non è tanto l’esordio di una testata quanto un catalogo di quello che è già uscito in merito alla proprietà intellettuale: le strisce, il giochino con la «soluzione», il fumetto portante (opportunamente modificato per togliere i riferimenti al Riminicomix 2017 e inserire Leonardo al posto di Martin Mystère) si sono già visti altrove, e questo mi fa pensare che forse anche il racconto in prosa non sia inedito.
Di per sé il progetto è piuttosto ricco e con 3,90 euro un ragazzino può gustarsi strisce umoristiche, un fumetto lungo, articoli di approfondimento, un lungo racconto illustrato, un poster, dei cartelli “do not disturb” ritagliabili e vari giochi enigmistici. Questo primo numero offre anche due carte esclusive per il gioco dei Bonelli Kids, che però essendo incellofanate con la rivista impediscono di sfogliarla. Sergio Bonelli Editore sembra credere nel progetto nonostante l’esito non entusiasmante (o così mi è parso) della linea Young, visto che appunto è stato anche progettato un gioco di carte collezionabili con i piccoli protagonisti, per il momento Zagor e Martin Mystère. Tutto sommato è lecito pensare che l’affezione ai cosplayer dei protagonisti storici della Bonelli possa fare da viatico per l’acquisto delle loro testate. La periodicità semestrale non è certo la più adatta per stare sul pezzo, ma nulla vieta di cambiarla qualora ci siano le condizioni per farlo.
Bonelli Kids va a riempire un vuoto nelle edicole, quello delle riviste a fumetti per i lettori più giovani. Un tentativo rischioso, con l’aria che tira, ma sicuramente meritevole.