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domenica 3 settembre 2017

I Grandi della Scienza a Fumetti 9: Cacciatori di Ossa - L'Età dell'Oro della Paleontologia

Il nuovo numero della collana I Grandi della Scienza a Fumetti è in assoluto il più smilzo (solo 78 tavole di fumetto), ma è anche uno dei più interessanti e senz’altro quello realizzato col piglio più accattivante.
A occupare la scena sono principalmente due paleontologi rivali, Cope e Marsh, che scavano negli Stati Uniti occidentali a fine ’800 più che altro per arricchire le proprie collezioni (e il conto in banca) o per il prestigio che ne consegue piuttosto che per amor di conoscenza. Ottaviani (ancora lui!) descrive infatti l’ambiente di questi scienziati come un covo di opportunisti, approfittatori, narcisisti, invidiosi e megalomani. Qualcuno si salva, come O’Reilly, ma è un personaggio quantomeno bizzarro. Alla fine l’unica figura positiva è l’illustratore Charles Knight, e comunque anche lui viene mostrato con i suoi tic e le sue stranezze.
Forse a causa di questa materia di partenza così interessante e articolata Cacciatori di Ossa è il volume della collana che più si ricorda di essere un fumetto, privilegiando l’azione allo snocciolamento di dati e formule. Citando il capo indiano Nuvola Rossa «Non è una storia che parla di scienza. È una storia che parla di uomini.»
La rivalità tra Cope e Walsh è resa coinvolgente da una narrazione serrata che si basa più sulle immagini che sul testo, testo che offre comunque dei dialoghi non banalmente descrittivi. Le didascalie sono quasi del tutto inesistenti. Alcune piccole perle di narrazione per immagini si possono trovare ad esempio alle pagine 17 (Cope sorpreso da Knight nasconde gli imbarazzanti documenti della “Marshiana”, senza che i testi segnalino la cosa), 42 (la camera fissa per 5 vignette ci fa intuire lo scorrere del tempo e l’escalation dello scontro a sassate) e 59 (il testo dei balloon tagliato proprio ai margini delle vignette per non farci “sentire” cosa si dicono i personaggi). Una generosa appendice fornisce un elenco delle informazioni inventate e di quelle vere, inframmezzate a illustrazioni che sviluppano ulteriori dettagli della vicenda.
I disegni sono opera dello studio Big Time Attic, ovvero i due Cannon di T-Minus coadiuvati da Shadi Petosky. Il risultato è spesso caricaturale ma, a parte certi fastidiosi (e rari) eccessi in alcune prospettive, si fa comunque apprezzare per la sua espressività. Purtroppo le tavole sono organizzate su quattro strisce, più raramente addirittura su cinque, e il formato della collana non è il più adatto per apprezzarle compiutamente.
In definitiva Cacciatori di Ossa è un buon fumetto, ma per la cronaca le 78 tavole che ho citato sopra sono in realtà solo nominali perché i singoli capitoli sono introdotti da una splash page, quattro dei cinque capitoli non si concludono con una tavola intera (ma solo mezza) e le prime quattro pagine contengono i credits, probabilmente organizzati in origine su una doppia o tripla tavola che qui è stata spezzettata. E la parte testuale in appendice occupa poco più di una dozzina di pagine. Forse 9,90 euro non sono pochi per un allegato da edicola con queste caratteristiche.

domenica 20 agosto 2017

I Grandi della Scienza a Fumetti 7: T-minus - La Conquista della Luna

A una prima occhiata non si presenta bene questo nuovo volume della collana I Grandi della Scienza a Fumetti: è decisamente smilzo, non ci sono redazionali e i disegni dei fratelli Cannon (tra cui Zander, quello che ha collaborato con Alan Moore e che viene erroneamente chiamato «Zender» nella bandella) sembrano drammaticamente caricaturali.
Per fortuna l’impressione cambia con la lettura e T-minus si rivela un fumetto coinvolgente e ben congegnato, cosa che non sempre è riuscita all’onnipresente Jim Ottaviani. Vengono passati in rassegna i vari lanci sperimentali che vennero realizzati in America e in Russia a partire dal 1957, con alcuni flashback che spiegano le origini del desiderio di raggiungere la luna, e hanno per protagonisti anche autori di fantascienza. La contrapposizione tra i due blocchi è in effetti il motore principale della storia e ciò che mantiene vivo l’interesse del lettore, anche se circa a metà volume la vicenda tende un po’ a sfilacciarsi per il tempo di qualche sequenza.
Le tavole sono organizzate con delle sidebar in cui vengono riportati i dati tecnici dei singoli lanci (o più spesso tentativi di lancio) e la trama è tutta tesa verso il successo del luglio 1969, con il costante countdown che viene ricordato nelle tavole. In ultima analisi i disegni sono molto efficaci: puliti ed espressivi. Le semplificazioni del tratto ci sono, ma virano più verso uno stile elaborato come quello di Charles Burns piuttosto che nel caricaturale tout-court.
In definitiva T-minus merita senz’altro l’acquisto, per quanto con le sue 124 pagine di fumetto in bianco e nero sia il volume meno conveniente della collana!