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sabato 18 gennaio 2020

Historica Biografie 33: Magellano

Nuovo corpo estraneo all’interno di Historica Biografie: come mi aveva spiegato Fabio Bono, Christian Clot ha scritto Marco Polo e Darwin per una collana francese dedicata agli esploratori e per questo lo stile di scrittura era più romanzesco e fantasioso e meno concentrato sul rigore storico. Anche questo Magellano è stato realizzato con lo stesso criterio e addirittura il titolare del volume è quasi solo incidentalmente il suo protagonista, lasciando un ruolo di maggior rilievo al suo attendente Antonio Pigafetta che ne preservò la memoria.
La storia inizia con una serie di flashforward, come è uso comune nella narrativa recente, e con un’introduzione che lascia temere che i circa tre anni di viaggio di Magellano non potranno essere riassunti compiutamente nelle canoniche 46 tavole di un albo alla francese: in effetti le prime tavole di questo volume, dopo che Pigafetta ha introdotto la sua relazione presso Carlo V, sono piuttosto frammentarie e farraginose. Le sofferenze e il malcontento dell’equipaggio sono ben resi, ma non ci si raccapezza molto tra le varie forze in campo visto che non c’è stato il tempo per approfondire i personaggi del secondo in comando, del prete e di un altro ufficiale ammutinato. La parte in cui Enrique, lo schiavo di Magellano, spiega i motivi della sua fedeltà al padrone è piuttosto interessante ma occupa una sola pagina in un mare di episodi frammentari, ripetitivi e poco appassionanti. Oltretutto il ritratto che viene fatto di Magellano è ben poco lusinghiero: risulta essere un arrampicatore sociale spietato e ambizioso, mosso sicuramente da un grande sogno ma anche dal sentimento di rivalsa nei confronti di chi gli ha rubato la gloria, almeno ai suoi occhi. E poi tutti questi dettagli li apprendiamo da sequenze molto rapide, che probabilmente avrebbero meritato un intero volume ognuna.
Ma poi Clot cala l’asso: dopo che Magellano è morto viene svelato il suo piano mefistofelico per passare alla Storia e vendicarsi di quelli che congiurarono contro di lui. Pigafetta spiega in dettaglio perché Magellano abbia fatto alcune cose, giustificando quindi alcune scene in precedenza poco chiare o certi dettagli apparentemente superflui. Per poter mettere in pratica il suo piano Magellano avrebbe dovuto essere un giudice infallibile delle personalità umane, un grandissimo analista politico, un freddo calcolatore indifferente alla morte e in sostanza un genio quasi preveggente, ma forse è andata proprio così. I redazionali in appendice non trattano approfonditamente l’argomento ma lasciano intendere che potrebbe esserci un fondo di verità. Con questo meccanismo Clot crea una cornice coerente e giustifica il vertiginoso aggancio con la scena iniziale che mostra direttamene la morte di Magellano, caricandola però di una maggiore potenza drammatica. Non si tratta di nulla di innovativo o geniale, ma lo sceneggiatore ha dimostrato di padroneggiare questo meccanismo molto bene.
Le tavole sono state realizzate con uno stile che per i miei gusti è troppo cartoonesco. Per metterle insieme ci è voluto un team bello corposo: i disegni in quanreto tali sono stati realizzati da Bastien Orenge, Thomas Verguet e Isa Python mentre dei colori si sono occupati Stéphane Gantiez, Jaekyung Kim e il Digikore Studio. Come accennavo, in appendice c’è un apparato storiografico che rievoca modalità e personalità dell’odissea di Magellano e più in generale il livello della navigazione e della cartografia dell’epoca.

martedì 19 novembre 2019

Historica Biografie 31: Marco Polo (seconda parte)

Ero già pronto a scusarmi per il colpevole ritardo con cui ne avrei parlato (venerdì mi sono scordato di andarlo a prendere…) e invece l’edicolante mi ha detto che gli è arrivato solo oggi.
Adam e Convard si sono fatti prendere ancora di più dalla fantasia rispetto al primo volume di questa biografia, che già aveva le sue derive vagamente fantasy. Stavolta, complice l’assenza di documentazione sulla permanenza di Marco Polo in Cina, ci si mettono di mezzo persino dei ninja e il protagonista, agente segreto per il Khan, si produce in prodezze quali ammazzare una tigre bianca quasi a mani nude e travestirsi perfettamente da donna per indagare senza destare sospetti. Inoltre anche questo volume comincia con un flashback, come va di moda oggigiorno, senza che ce ne sia un effettivo bisogno. E forse ci sarebbe voluta qualche tavola in più rispetto alle canoniche 46 che compongono la parte a fumetti per sviluppare compiutamente certi episodi, soprattutto nel finale. Nonostante queste considerazioni, la seconda parte di Marco Polo è una lettura piacevole, oltretutto molto ben coordinata con l’appendice storiografica curata da Christian Clot che integra quanto letto nel fumetto e giustifica la necessità di inventarsi qualcosa di avventuroso ma credibile stante la reticenza di Marco Polo nel parlare della Cina e di se stesso (e il suo sguardo da mercante più che da etnografo). Interessanti le considerazioni sull’importanza strategica di Rustichello da Pisa per la diffusione e la popolarità de Il Milione.
Fabio Bono, colorato da Dimitri Fogolin, rende di più in queste ambientazioni che non in quelle di Darwin: qui ci sono paesaggi e architetture molto variegati, una discreta parata di animali esotici (ma quelli c’erano anche in Darwin, in effetti) e spettacolari scene di battaglia.

domenica 20 ottobre 2019

Historica Biografie 30: Darwin (seconda parte)

Nessuna rappresaglia da parte della Mondadori, era solo un semplice ritardo. Con questo secondo volume si conclude la biografia di Charles Darwin, “corpo estraneo” all’interno della collana per i motivi spiegati dallo stesso Fabio Bono: l’opera fa parte di una serie dedicata a esploratori e viaggiatori senza specifiche velleità storiche. L’attenzione è quindi anche in questo caso rivolta più ai risvolti umani e ai dettagli ambientali e naturalistici piuttosto che alla rievocazione di eventi storici. E non ci sono remore a usare sequenze oniriche simboliche se servono a spiegare meglio certi passaggi.
Dopo un ardito flashforward che dallo scorso volume ci porta al 1858, inizia il racconto di quello che successe alla ciurma della Beagle dopo il ritorno alla Terra del Fuoco. Coerentemente con quanto dicevo sopra, per oltre metà del volume la storia è un po’ un buddy movie che racconta il rapporto tra Darwin e il capitano Robert Fitzroy, ma ovviamente non mancano le scene topiche che ci si sarebbe aspettati, in primis l’esaltante scoperta della fauna delle Galapagos. Christian Clot è stato molto bravo a evocare il particolare clima dell’epoca, intriso a tutti i livelli da una pervasiva religiosità, e anche gli aneddoti più spicci sono bene integrati nella narrazione. Inoltre Darwin, questo secondo volume in particolare, ha sfatato diversi falsi miti sulla storia del suo protagonista, così come ha rivelato cose che francamente non sapevo: in particolare, il fatto che L’Origine della Specie fosse stato pubblicato (dopo decenni di revisioni) sulla spinta di un volume analogo a opera di Alfred Russel Wallace che rischiava di bruciarlo sul tempo, e che il discorso che Darwin tenne presso l’Associazione Britannica per l’Avanzamento della Scienza non lo tenne lui, ma il suo amico fine oratore Thomas Henry Huxley. Il volume termina con una deriva drammatica, giustificata comunque da quello che effettivamente successe come riportato dallo stesso Clot nell’appendice di approfondimento.
Un piacevole volume in cui però il lavoro di Bono (colorato da Dimitri Fogolin), che comunque mi ha convinto di più su Marco Polo, è stato penalizzato da una resa di stampa non sempre ottimale.

venerdì 12 luglio 2019

Historica Biografie 27: Marco Polo (prima parte)

Come confermato dal disegnatore Fabio Bono in occasione dell’uscita del precedente Darwin, la collana Historica Biografie ha dovuto attingere da altre proposte esterne alla serie francese Ils ont fait l’Histoire per rimpolpare il proprio catalogo e mantenere la cadenza mensile.
Anche questo Marco Polo rientra nella collana francese Explora dedicata a esploratori celebri e ne condivide l’impostazione più didattica e immaginifica (si comincia sin da subito con un bel mostro marino nella prima tavola!) che precipuamente storica.
La vicenda segue il giovane ma già maturo e quasi erudito Marco mentre accompagna il ritrovato padre e lo zio verso il regno del Gran Khan, a cui Niccolò Polo aveva promesso di far ritorno con 100 predicatori cattolici per insegnargli il Cristianesimo. Il resoconto del viaggio è molto didascalico e privo di azione, almeno sino a due terzi del volume. Siccome tra gli sceneggiatori c’è nientemeno che Didier Convard (l’altro è Éric Adam), inizialmente avevo pensato che i riferimenti alla salamandra da cui è ossessionato Marco Polo fossero dei rimandi a una qualche simbologia massonica: in realtà sono il preludio all’incontro con una popolazione che conosce la lavorazione della lana di roccia, e alla sua successiva liberazione da un gruppo di predoni malvagi in una sequenza degna di Indiana Jones.
I disegni di Bono sono dettagliatissimi, e credo che il formato non renda loro giustizia al 100%. Anche stavolta (ma Marco Polo risale al 2013) ci sono delle derive un po’ caricaturali, anche se ho colto più somiglianze con Denis Medri che con Tamiazzo. Molto buoni i colori di Dimitri Fogolin.
In appendice Christian Clot parte dall’interrogativo «Marco Polo compì davvero il suo viaggio?» per raccontare il contesto storico dell’odissea del protagonista e altri dettagli (mettendo indirettamente in discussione la parte del fumetto relativa alla peste), riservando alla questione del titolo solo una pagina su otto. Molto interessante il suo approccio secondo cui la vera rilevanza di un esploratore si nota dalla sua capacità di raccontare i viaggi piuttosto che farli materialmente; dati alla mano, fornisce esempi di uomini che unirono Oriente e Occidente sin dal II secolo dopo Cristo, ma che non ebbero l’accortezza di riportare per iscritto le loro esperienze. Nonostante alcune fisiologiche ripetizioni di quanto già visto nel fumetto, non mancano interessanti approfondimenti – ammetto di essermi un po’ perso nella genealogia dei Khan con quei Munke e Menke.

venerdì 12 aprile 2019

Historica Biografie 24: Darwin (prima parte)


Il protagonista di questo nuovo volume di Historica Biografie non è come di consueto un condottiero o un regnante, ma il naturalista Charles Darwin. Lo sceneggiatore Christian Clot prova a scrivere in maniera brillante anche se un po’ frammentaria, tentando di fare emergere la personalità dei vari personaggi senza limitarsi a elencare gli eventi che li videro coinvolti. Il volume prende le mosse agli inizi del 1831, quando Darwin, studente sin troppo gaudente, è messo nuovamente di fronte sia all’inettitudine che al disinteresse nel seguire le orme della famiglia paterna, stirpe di medici. Più che felice di “rassegnarsi” a diventare ministro della Chiesa, riceve un invito inaspettato a far parte di una spedizione in Sudamerica con cui potrà dar seguito alle sue passioni: ammirare la natura e catalogare insetti e altri animali. Il divieto di partire del padre viene superato grazie all’intervento dello zio, e così ha inizio il celebre viaggio che durerà ben più dei due anni previsti. Questo primo volume arriva sino alla fine del 1832, quando ormai Darwin ha raccolto un vastissimo campionario delle meraviglie (animali e vegetali) che si trovano in Patagonia, così come ha potuto studiare l’animo umano, scoprire dei fossili ed elaborare alcune riflessioni che scuotono per la prima volta la sua solidissima fede religiosa.
I disegni di Fabio Bono, colorati da Dimitri Fogolin, non mi sono sembrati molto adatti alla storia. Pastoso e arrotondato, il suo tratto tende a volte al caricaturale e ogni tanto i personaggi cambiano fisionomia e corporatura di vignetta in vignetta. Nei campi lunghi i volti si distinguono difficilmente. Mi ha ricordato un po’ Tamiazzo, e non a caso le sequenze più efficaci sono la doppia splash page a metà del volume e l’incubo con l’armadillo, ascrivibili quasi a un contesto fantasy.
Il volume si conclude con dei redazionali d’approfondimento scritti dallo stesso Clot (il fumetto in sé dura le canoniche 46 tavole), in cui si ricostruisce la giovinezza del protagonista, vengono approfonditi molti dei personaggi e soprattutto si sottolinea quanto la vicenda di Darwin sia stata determinata da una serie di circostanze fortuite. Visto che in questa parte manca la sezione del “making of” immagino che in origine Darwin non facesse parte della collana Ils ont fait l’Histoire.