L’ultimo episodio de Il Morto ha un titolo veramente
azzeccato: nel corso della lettura, soprattutto all’inizio, si avverte il
torbido delle indagini che coinvolgono un paesello di provincia, mentre pian
pianino la trama si disvela.
Un pescatore viene rinvenuto
morto, probabilmente avvelenato, e nel corso delle indagini si scopre che
l’omicidio ruota attorno alla casa della signora Cristina Bianchi: il morto non
era chi diceva di essere e si trovava a pensione proprio dalla vecchia maestra,
col proposito di comprarle la casa, per rinvenire il ricchissimo bottino frutto
di una rapina. Uno dei rapinatori era, guarda caso, un vecchio commilitone di
Peg che va dalla signora per ricostruire il suo passato e si trova così
coinvolto nella vicenda. Ma probabilmente ci si sarebbe trovato coinvolto
comunque, visto che in questo episodio fa coppia fissa con l’affascinante
medico legale del luogo.
La storia è coinvolgente e ha un
ottimo ritmo. Il Morto non si vede molto ma il fascino di Delitti di Paese sta principalmente nello sbrogliarsi della
matassa e nella carrellata di personaggi ben delineati.
I disegni di questo episodio sono
molto belli, e forse proprio questo costituisce il loro limite. Stavolta
Boselli è stato inchiostrato da Leonardo Gagliano. Il risultato è eccellente:
le sapienti pennellate di Gagliano sono nette e modulate e nell’insieme danno
quasi un’impressione di ligne claire
con derive pop art. Alcune vignette
sembrano disegnate da Ted Benôit, e non siamo poi troppo distanti nemmeno da
Roberto Baldazzini. Questo stile così elegante e ricercato, però, forse non è
quello più giusto per narrare le vicende sporche e disperate de Il Morto. Ma forse basta solo farci
l’abitudine.
In appendice c’è una breve storia
di Blacky Mole, Ǿläff il Bruciato, ispirata ai miti norreni. Meglio di quanto visto in precedenza sempre a opera di Antonio Pannullo,
ma la natura epica del racconto rende questo fumetto più simile a un racconto
illustrato che a un fumetto vero e proprio.