Uscito a metà del 2022, l’ho notato solo l’altro giorno in fumetteria. Non ho letto il romanzo di Orwell quindi non posso fare paragoni, ma se l’obiettivo era quello di trasmettere un forte senso di inquietudine e di mettere in allarme sui regimi totalitari (identificati univocamente da Orwell con la Russia comunista) mi pare che gli autori ci siano riusciti alla perfezione.
In questo distopico fatidico anno da cui prese il nome la prima rivista di fumetti d’Autore degli anni ’80, l’impiegato Winston Smith del Ministero della Verità è sempre più titubante sulle reali intenzioni del Grande Fratello che accudisce e ammansisce i suoi sudditi/cittadini e ormai è anche diventato refrattario ai metodi di condizionamento del dittatore forse inesistente, visibile solo attraverso i molti schermi che punteggiano la città e i luoghi di lavoro. Due persone lo distraggono dalla sua routine deprimente: un collega che potrebbe essere uno dei rivoltosi che si sussurra si oppongono al regime e una ragazza che invece potrebbe essere una spia della psicopolizia che non aspetta altro che Winston faccia un passo falso. Pur con la costante di una paranoia endemica, Smith prenderà finalmente contatto prima con Julia e poi con O’Brien. Le conseguenze saranno terribili, peggiori di quelle annunciate sin dall’inizio.
Sfilano quelle trovate geniali di cui tutti hanno sentito parlare o hanno visto reinterpretate in molte altre opere: la “neolingua” con cui impedire ai cittadini di pensare, le finte guerre con cui distrarre la popolazione, la riscrittura del passato a fini propagandistici, le masse proletarie tenute in stato di costante ignoranza e oppressione, ecc.
Non c’è molta azione in questa vicenda, ma la tensione viene mantenuta costante dal senso dell’impellente fine che farà Winston, e alcuni colpi di scena (per quanto intuibili al lettore del 2024) accompagnano la storia fino al suo desolante finale. Mi pare insomma che Jean-Christophe Derrien abbia fatto un buon lavoro.
Anche il comparto grafico è tutt’altro che disprezzabile anche se Rémi Torregrossa è un disegnatore che privilegia l’organizzazione della tavola alla cura dei dettagli. Piuttosto scarno, ricorre a un’anatomia semplificata, né i tratteggi abbondano o il suo segno è modulato. Però si è sobbarcato l’onere di disegnare delle scene affollatissime senza apparentemente ricorrere al computer (se non in una scena dove è palese il copia-incolla dei soldati), quindi tanto di cappello.
Questa edizione Star Comics lascia ogni tanto in francese le scritte sullo sfondo, ma 128 pagine in formato albo d’oro per 13,90 euro non sono comunque un cattivo affare.