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domenica 27 ottobre 2024

What If...? Donald Duck became The Mighty Thor

Se la parodia di Wolverine riprendeva la miniserie Old Man Logan, questa ricalca invece il primo episodio di Thor. O almeno credo, se l’ho letto chissà quanti anni fa è successo.

Paperino è in Norvegia per accompagnare i nipotini a cercare reperti vichinghi. Rimasto zoppo come Don Blake dopo un tentativo smargiasso di scavo, scopre un’invasione aliena in atto da parte di paperi di roccia che possono trasformare tutto in pietra. Rifugiatosi in una grotta rinviene un bastone e per puro caso lo attiva trasformandolo nel Mjolnir e quindi diventando Thor. Sconfiggere gli alieni non sarà però così semplice: deve prendere confidenza coi suoi poteri e gli invasori dispongono di mezzi molto sofisticati, tra cui un robot componibile!

In questa storia ideata da Steve Behling e sceneggiata da Riccardo Secchi c’è più azione che nel precedente comic book, ma non mancano un bel po’ di gag esilaranti. Solito ottimo lavoro di Giada Perissinotto che stavolta mi pare abbia optato per un’inchiostrazione (digitale, immagino) più morbida e corposa. Menzione speciale per il colorista Lucio Ruvidotti.

giovedì 24 ottobre 2024

What if...? Donald Duck became Wolverine

Se ho ben capito, si tratta di una versione papera dell’Old Man Logan di Millar e McNiven. Paperino/Wolverine viene richiamato in servizio da Topolino/Occhio di Falco nel suo buen retiro da Nonna Papera. Gamba di Legno/Teschio Rosso ha rubato tutte le armi degli altri supereroi e adesso spadroneggia su Paperopoli dopo essersi impossessato dei tesori di Paperone. Resi quindi inoffensivi gli altri, tocca ricorrere al collerico protagonista che con la sua idiosincrasia per il colore verde potrebbe fare la differenza e liberare la città dal cattivo e dai suoi sgherri Bassotti.

La storia si esaurisce molto rapidamente con lo scontro finale, quello che conta è che per arrivarci si accavallano situazioni e battute esilaranti. E un’infinità di citazioni: la doppia splash page coi vari costumi di Wolverine, i rimandi a Weapon X di Barry Windsor-Smith, quelli all’Hulk Grigio e chissà quanti altri che non ho colto.

Quello che non mi ha convinto molto è il casting: Paperino come Wolverine è perfetto, visto che entrambi hanno un caratteraccio. Ma un bravo ragazzo come Topolino lo avrei visto meglio come Capitan America o Ciclope; certo, così il calco semantico di Old Man Logan non sarebbe stato perfetto. Anche Pippo-Hulk mi ha lasciato perplesso e il Teschio Rosso già dal nome rimanda al concetto di morte che dovrebbe essere assente dai fumetti di paperi e topi, oltre a costituire un vago rimando al nazismo; ma ovviamente Gamba di Legno non poteva interpretare un villain “intellettuale” come Magneto o il Dottor Destino. Pluto-Colosso, poi, è del tutto fuori luogo visto che il cane di Topolino non è un animale antropomorfo: sarebbe stato meglio trasfigurarlo nel draghetto di Kitty Pryde, tanto per dirne una.

Quisquilie, comunque: l’umorismo di Luca Barbieri le fa passare in secondo piano. Per quel che ne capisco io di fumetti Disney, mi sembra che Giada Perissinotto abbia fatto un ottimo lavoro: dinamica ed espressiva ma anche dettagliata.

Mi ha un po’ stupito vedere l’universo di paperi e topi piegato a quello dei supereroi con superproblemi. Da quel che sapevo, è stato il golia Disney ad acquistare il davide Marvel ma in questa sede è stato quest’ultimo a sovrascrivere le proprietà intellettuali del primo. Boh, magari i film del Marvel Cinematic Universe, dove ci sono i soldi veri, traboccano di rimandi pubblicitari ai prodotti della Disney.

Dopo essere transitato sul Topolino settimanale, questo What If uscirà a breve anche in Italia in formato comic book singolo.


domenica 18 settembre 2022

Parodie Collection n.2: Il Principe Duckleto

Nessuna novità in fumetteria (nemmeno l’ultima Anteprima) e così mi sono dedicato a spulciare il settore del Tutto a 3 euro. Non che mancasse altro materiale vagamente interessante, ma ho pensato che una parodia Disney potesse tirarmi su di morale e farmi fare quattro risate. Obiettivo raggiunto.

Ovviamente Duckleto è la parodia dell’Amleto shakespeariano, e l’adattamento al mondo Disney della tragedia (che trabocca di gente ammattita e morti ammazzati) è stato fatto con eleganza pur rimanendo fedele all’opera originale. Giorgio Salati (o chi per lui) ha avuto la brillante idea di tramutare il veleno che in origine uccide Amleto padre in una pozione magica che rende chi ne viene asperso trasparente e incorporeo come un fantasma, e che come tale può essere visto e udito solo dai parenti prossimi. Se qualcuno volesse sottolineare alcune incoerenze come il fatto che lo “spettro” può muovere gli oggetti e non viene inghiottito dal terreno (non sarà incorporeo solo in orizzontale, no?) è lo stesso Paperone/Amleto padre a dare una perentoria spiegazione a pagina 17.

A fare da doppia cornice alla vicenda portante ci sono un viaggio d’affari in Danimarca di Paperone e nipoti e la conseguente opportunità per Qui, Quo e Qua di studiare la tragedia proprio nei luoghi dove si svolse, con un colpo di scena finale. Al di là della fedeltà all’opera originale Il Principe Duckleto si segnala per le non poche sequenze esilaranti che lo punteggiano.

Non mi intendo molto di disegnatori Disney ma mi pare che Paolo De Lorenzi abbia fatto un buon lavoro. Di matrice cavazzaniana, è molto dinamico ed espressivo e fa recitare molto bene i personaggi con le mani. Pur non abbondando di tratteggi, le sue tavole sono dettagliate e la colorazione contribuisce a evocare le atmosfere della plumbea Danimarca.

Non che in origine costasse poi molto (6,90 euro per 68 pagine patinate in formato 19x26 con effetti in rilievo in copertina) ma a 3 euro lo si apprezza ancora di più.

domenica 22 agosto 2021

Il cugino Bambo! Chi era costui?

Sfogliando il numero 1 di Topolino del 1949 (non l’originale, la ristampa dello Scrigno dei Numeri Uno) mi sono imbattuto in questo curioso proto-Gastone di cui ignoravo l’esistenza:


O era proprio Gastone a cui all’epoca venne dato un altro nome?

domenica 1 dicembre 2019

Free Comic Book Day 2019

Particolarmente generosa l’offerta del Free Comic Book Day di quest’anno, con ben 14 spillatini di cui uno double-face. Tanto che ho preferito lasciarne alcuni in fumetteria, principalmente i manga. È interessante notare come case editrici diverse abbiano affrontato questa strategia da pusher (il primo assaggio è gratis, se ne vuoi ancora sai dove trovarmi): la Bao ha optato per un albetto di gran classe mentre la Star Comics ha preferito usare una carta più economica anche per la copertina. Molti hanno offerto dei fumetti completi mentre Sergio Bonelli Editore ha proposto un mix tra parti di una storia già edita e vignette selezionate della miniserie in uscita. Tra l’altro credevo che Daryl Zed fosse nato nel romanzo Non è successo niente, non nella serie di Dylan Dog.
Un bel po’ di roba, insomma, spesso molto gradevole anche al di là del fatto che fosse gratis.

venerdì 26 aprile 2019

È solo una mia impressione?





Dall’ultimo volume di Don Camillo a fumetti, il numero 17: Sul campanile. Disegni di Mirko Treccani.

venerdì 23 febbraio 2018

Il buon J_D_La_Rue_67...

…mi ha segnalato già illo tempore questa sequenza disneyana dal piglio metanarrativo, in cui i protagonisti si dedicano al gioco che la rivista offre ai lettori, il tutto integrato nella trama.

La storia è Paperino e il doppio Capodanno, a opera di Martina e Carpi, e risale a 60 anni fa.

mercoledì 31 luglio 2013

Persino "Il Piccolo" ne parla.

(da Il Piccolo - quotidiano locale del Friuli-Venezia Giulia - del 31 luglio 2013)

mercoledì 2 gennaio 2013

I Classici della Letteratura Disney



Alle altre proposte a fumetti allegate a giornali e riviste si è aggiunta anche questa con i personaggi Disney, e visto il periodo hanno cominciato con una parodia a tema natalizio. A 1 euro figuriamoci se ho resistito.
La collana sembra monumentale, il piano dell’opera prevede al momento 40 titoli tutti abbondantemente farciti. E al di là di questo la parte redazionale è veramente ricchissima, forse addirittura troppo. In questo primo numero trova spazio, forse una tantum, un’introduzione esauriente e approfondita sulle multiformi parodie Disney mentre le due storie portanti vengono introdotte da lunghe ed esaurienti analisi delle opere di riferimento (formato che immagino verrà riproposto anche nei prossimi volumi), in cui una grafica ben congegnata fa convivere armoniosamente il corpo del testo principale con i vari eserghi che lo costellano. Forse solo io ho questo problema, ma a volte quando da un testo lungo vengono espunte delle citazioni o il testo viene accompagnato da didascalie è facile per me perdere il segno e la lettura può diventare un po’ complicata.
In questo caso non succede: le varie citazioni dai testi originali e i paralleli disneyani sono collocati sapientemente nel layout di pagina senza spezzare la lettura. Purtroppo l’eccessivo piglio documentaristico delle introduzioni porta inevitabilmente a delle antipatiche anticipazioni su quello che accadrà nelle versioni a fumetti, rovinando alcune sorprese e quindi un po' anche la lettura.
In appendice, le bio-bibliografie degli autori letterari omaggiati e quella degli autori, in questo primo numero solo Barks.
Le storie di questo primo numero:

Canto di Natale di Guido Martina e José Colomer Fonts: la storia è quella risaputissima di Dickens già adattata in una miriade di altre versioni, quindi non ci sono sorprese. Il disegno di Fonts, pur dignitoso, non mi sembra eccezionale. Questa lunghissima storia si segnala comunque per la grande fedeltà al testo e la conseguente profusione di dettagli che Martina ci ha messo. Qualità di stampa abbastanza dignitosa.

Paperino e il canto di Natale di Carl Barks: lapidatemi pure, ma non credo che Barks sia diventato il mito che è grazie a questi disegni approssimativi (che secondo me denunciano occasionalmente l’ispirazione ad altre fonti). E ci si mette pure una qualità di stampa penalizzante. Ciò detto, la storia è fenomenale: una raffica di gag slapstick cattivissime che hanno per protagonista (e vittima) un terribile Paperino rompicoglioni che tormenta il suo prossimo e in particolar modo il vicino Jones («Sono decisissimo a imporre al mondo la buona disposizione d’animo!»).

Paperino e la fiaba natalizia di Carl Barks: altra stupenda interpretazione di Paperino e altro stile di disegno che mi lascia perplesso. Ma qui almeno la stampa è misteriosamente impeccabile. A differenza della storia precedente qui non mancano i buoni sentimenti e una “morale” ma le gag sono comunque divertentissime e le situazioni molto variegate.

Il ritratto di Zio Paperone di Caterina Mognato e Valerio Held: storia lunga (e sicuramente divisa in due parti in origine, ma non viene specificato) ispirata al Ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde. Purtroppo l’introduzione che segue passo dopo passo l’evoluzione della trama originale e la confronta con la versione della Mognato mi ha rovinato parecchio la lettura, ma la storia si fa leggere comunque con molto gusto. La struttura della storia è un po’ spiazzante visto che raggiunge il suo culmine proprio a metà quando invece secondo me avrebbe creato più suspence una rivelazione a scoppio ritardato dei presunti poteri del quadro. Poco male, comunque, visto che così vengono a costituirsi due parti speculari in cui all’escalation di cattiveria di Paperone corrisponde la sua spasmodica ricerca per ovviare a tutti i torti che ha perpetrato. Assolutamente geniale (e per fortuna non anticipata dall’introduzione!) la trovata finale sul perchè il quadro assumesse fattezze sempre più inquietanti, tanto più che è stata intelligentemente architettata a partire da un mcguffin iniziale cui il lettore non avrà prestato la dovuta attenzione (e che invece come nel caso dei migliori mcguffin sarà fondamentale per la trama).
Secondo me quest’ultima è la storia migliore, molte delle battute e delle situazioni sono divertentissime. Il Paperone palazzinaro che finanzia “Paperopoli 33” poteva ben figurare anche su Il Male... Se non pecco d’ipercodifica mi pare inoltre che la Mognato sia molto consapevole di certi meccanismi che animano il mondo dell’arte contemporanea e di alcuni figuri che ne traggono beneficio.
Invece i disegni di Held non mi hanno entusiasmato, e purtroppo sono stati pure riprodotti malamente e “impreziositi” da una colorazione squillante e confusionaria.

Se ho fatto bene i conti col depliant allegato, le prossime uscite si assesteranno su circa 7€ l’una. Un po’ troppo in questi tempi di crisi per un’adesione costante a scatola chiusa, anche se l’apparato redazionale è più che meritevole. Magari vedrò di selezionare le proposte a mano a mano che escono. No, dico, nel quarto volume ci sarà pure un Pippo Frankenstein!!!

sabato 25 agosto 2012

Non per fare lo stronzo...

...ma quanto riportato da Leonardo Gori sul numero 4 (ottobre 1995) di IF non è corretto.
Hugo Pratt aveva infatti già avuto modo di omaggiare Paperino e le produzioni Walt Disney in generale nel celebre Asso di Picche, nel secondo episodio della saga del "Club dei 5" (l'immagine qui sotto è tratta dal numero 30 di Sgt. Kirk datato dicembre 1969), forse riprendendo una copertina reale dell'epoca: