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domenica 21 agosto 2016

55 giorni a Pechino, ovvero Il signor Rossi nel far west 2. Caxxeggio semiserio, pseudo storico



Tempo di estate tempo di…
No, non di estaté, piuttosto di svago, caxxeggio, leggerezza. Problemi personali, drammi umanitari a parte.
Riprendo un discorso iniziato con il post intitolato "Il signor Rossi nel Far West, caxxeggio semiserio, pseudo storico" che trovate QUI. Voglio nuovamente occuparmi della presenza storica di Italiani nei posti più impensati e resi celebri dalla cinematografia americana. Presenza storica ignorata o citata sommessamente dai cineasti americani. Ovviamente la parte frivola è quella dedicata al film di cui vi parlerò, massimo rispetto invece per i veri protagonisti della vicenda che combatterono e morirono in terre lontane.
Nel 1963 esce il film " 55 giorni a Pechino" un Kolossal dai toni epici con attori del calibro di Charlton Heston, Ava Gardner, David Niven, John Ireland, e molti altri. Le musiche furono composte da Dimitri Tiomkin, compositore con all'attivo quattro premi oscar e almeno una decina di nominations.
Una piccola curiosità che segnalo per gli amanti del mondo Nippo è la presenza nel cast di un giovane attore e futuro regista: Juzo Itami, che sotto lo pseudonimo di Ichizo Itami interpreta il colonnello Goro Shiba. Per gli amanti delle arti marziali abbiamo il cinese Yuen Siu Tien maestro dei film di Kung Fu anni '70.
Il film, sicuramente sensazionale per quei tempi, di grande presa emotiva per le scene di massa e gli scontri cruenti e con l'immancabile intermezzo rosa dei protagonisti principali, riscosse molto successo.

 La storia prende il via da un fatto realmente accaduto nel 1900 nella Cina dominata dalla decadente dinastia Qing anche nota come dinastia Manciù: la rivolta dei Boxer.
L'influenza straniera, espressa dal colonialismo più becero, rischiava di ridurre la Cina come già erano ridotte l'africa e i restanti Paesi sotto il dominio delle nazioni europee. Uno scenario che vede l'imperatrice vedova Ci-Xi intimorita dalla potenza militare occidentale e resa debole dalle lotte intestine tra fazioni, totalmente succube e inizialmente connivente. La totale ingerenza negli appalti per la costruzione di infrastrutture, monopolio delle miniere, richieste sempre più pressanti di vaste zone territoriali gestite autonomamente dai Vari governi occidentali, disprezzo assoluto delle tradizioni e della cultura cinese con autentiche invasioni di missionari cristiani che addirittura pretendevano lo status attribuito ai cinesi di altissimo rango, come ad esempio la richiesta del 1899  di equiparazione dei vescovi cattolici ai Governatori Generali. La linfa vitale della Cina, il commercio interno e l'esportazione poco a poco stava passando nelle mani degli imperi e delle nazioni europee. Tutto ciò favorì il malcontento e la nascita di movimenti che cercavano di contrastare l'arroganza del "barbaro straniero".
La base sociale di questa presa di coscienza avvenne nelle scuole di Kung Fu, diffusissime e attive nella salvaguardia, tutela ed educazione del popolo. Le prime organizzazioni si dettero il nome di Yihetuan, ovvero "Gruppi della giustizia e dell'armonia". Questi gruppi di autodifesa, per altro già attivi da tempo immemore, con un'azzardata traduzione dei cronisti e dei missionari occidentali vennero assimilati a dei banali centri di addestramento pugilistico, il passo per ridurre tutto alla denominazione di Boxer fu semplice.
Il disagio sociale e le rivendicazioni del popolo sfociarono in vere e proprie rivolte armate con eccidi di europei, sabotaggi di industrie gestite da occidentali, omicidi di cinesi convertiti al cristianesimo, sino ad arrivare all'uccisione per le strade di Pechino del plenipotenziario tedesco barone Klemens Freiherr von Ketteler e  all'assalto e conseguente assedio del quartiere delle ambasciate a sud della "Città Proibita" centro nevralgico del potere Imperiale. Per la prima volta l'esercito imperiale, con il tacito consenso dell'imperatrice, si schiera con i rivoltosi capeggiati dai temibili Boxer.

Battaglie cruente e massacri fecero della capitale del "celeste impero" un luogo di sangue e di morte. Questo è in buona sostanza l'antefatto di questo kolossal.
Il film è comunque godibile, seppur narrato dal punto di vista occidentale, dove i "bianchi", come al solito sono i buoni.
Cosa c'entrano gli Italiani? Perché sostengo che la cinematografia americana ci ha sempre snobbato, per lo meno nei film prima degli anni '70? Perché cavoli, oserei dire stracavoli, in quelle vicende storiche così lontane c'era anche il signor Rossi, anzi, moltissimi signor Rossi. Nel film vediamo solo aitanti Marines, gentiluomini inglesi, baronesse russe, granitici tedeschi, ecc.. E noi? Qualche fugace apparizione, una fanfara dei bersaglieri alla fine sullo sfondo, come se niente fosse … e sticazzi, direbbe un fine dicitore, non fummo solamente comparse, oibò, perdinci e pure per Giove. Dati alla mano:
- un battaglione di fanteria
-un battaglione di Bersaglieri
-una batteria di mitragliatrici
- un ospedale da campo
-un distaccamento del Genio Militare
-un drappello di Carabinieri
- Forze di marina sbarcate dalla Torpediniera "Calabria" e dall'incrociatore "Elba"
Si stima che i combattenti dei battaglioni a ranghi ridotti e delle altre forze ammontassero a 83 ufficiali e a 1882 tra sottufficiali e truppa, queste le cifre del corpo di spedizione inviato dal governo Italiano in soccorso alle Ambasciate.
Gli scontri iniziali e l'immediato contatto con il nemico videro come protagonisti  i marinai delle navi all'ancora e dirottati velocemente a protezione degli europei.
Gli Italiani si distinsero, oltre che nella tutela delle Legazioni straniere anche nella difesa della cattedrale di Pe-Tang dove si erano rifugiati circa 3500 civili. Rimasta isolata, lontana dal resto delle truppe europee e accerchiata da soverchianti forze nemiche, 41 marinai resistettero, insieme a centinaia di civili abili alle armi. Combatterono ferocemente, respingendo a più riprese gli attaccanti sino all'arrivo dei soccorsi.
I caduti furono: Vincenzo Rossi, sottocapo; Filippo Basso, cannoniere scelto; Cesare Sandroni, cannoniere; Alberto Autuori, cannoniere; Ovidio Painelli, trombettiere; Ermanno Carlotto, sottotenente di vascello; Leonardo Mazza, marinaio; Francesco Zola, cannoniere; Giuseppe Boscarini, marinaio; Francesco Melluso, cannoniere scelto; Antonio Milani, sottocapo cannoniere; Francesco Manfron, cannoniere; Pietro Marielli, sottocapo cannoniere; Damiano Piacenza, cannoniere scelto; Adeodato Roselli, cannoniere scelto; Luigi Fanciulli, cannoniere; (?) Danese, marinaio; Giovanni Colombo, marinaio.




















Bene, spero che questo intermezzo storico cinematografico vi sia piaciuto. 
Ovviamente ho dovuto necessariamente condensare e riassumere. Confido di essere riuscito a rendere interessante questo post coniugando un film finito quasi nel dimenticatoio e un fatto storico oramai lontano nel tempo e riposto in un cantuccio remoto della memoria collettiva del nostro Paese.

Buon proseguimento e buona estate a tutti.




© 2016 di Massimiliano Riccardi

venerdì 22 aprile 2016

Meme cinefilo, 25 domande cinematografiche... indiscrete




Dopo il post de "la nostra Libreria", quello di Ivano Landi, di Miki Moz, continuo il meme, doveroso, immancabile appuntamento trattandosi di cinema. Domande secche e risposte secche, non esaustive sui miei gusti ma meglio che niente.


1. Il personaggio cinematografico che vorrei essere
Da ragazzino sognavo di vivere le avventure di Tarzan, ma anche il Corsaro Nero non mi dispiaceva, da pre-adolescente un qualunque personaggio interpretato da John Holmes (hehehe), poi più nulla … anche se Vito Corleone mi stuzzica parecchio.

2. Genere che amo e genere che odio
Dipende dagli stati d'animo, se voglio rilassarmi e non pensare a niente un bel film di guerra stile 38° parallelo, La grande fuga, o un western di John Ford o Sam Peckinpah. Di solito guardo di tutto, con una predilezione per il noir anni '50, le riduzioni cinematografiche delle opere di Tennessee Williams (tutte), film con Steve Mcqueen, Al pacino, Orson Welles, adoro Sordi, Totò, ma la lista sarebbe lunga, ripeto, il cinema mi piace quasi tutto. Non c'è un genere che odio, forse i film di natale o similari.
3. Film in lingua originale o doppiati
Lingua originale a piccole dosi, normalmente doppiati.
4. L'ultimo film che ho comprato
Un dvd fatto arrivare dalla Grecia: "La collina del disonore" con Sean Connery, lo avevo in cassetta ma in dvd all'epoca (forse anche ora) introvabile in Italia.
5. Sono mai andato al cinema da solo
No
6. Cosa ne penso dei Blu-Ray
Nulla, non penso nulla, ho solo dvd
7. Che rapporto ho con il 3D
Non mi piace, mi urta il sistema nervoso
8. Cosa rende un film uno dei miei preferiti
Sceneggiatura, musica, dialoghi, fotografia.
9. Preferisco vedere i film da solo o in compagnia
Da solo, mi viene voglia di picchiare chi commenta il film, 

oppure con mia moglie guardando i film che piacciono a lei, adoro vederla divertita o commossa  secondo i casi.
10. Ultimo film che ho visto
Macbeth con Fassbender
11. Un film che mi ha fatto riflettere
Teorema di Pier Paolo Pasolini
12. Un film che mi ha fatto ridere
Zoolander
13. Un film che mi ha fatto piangere
La gatta sul tetto che scotta, il monologo di Burl Ives sul padre
14. Un film orribile
Cinepanettoni vari
15. Un film che non ho visto perché mi sono addormentato
Scene da un matrimonio di Ingmar Bergman

16. Un film che non ho visto perché stavo facendo le cosacce
Mi vien da ridere …  primi anni novanta, portavo a casa una fidanzata mettevo su Glory, tutte le volte, e tutte le volte non andavamo oltre i titoli di testa. Rivisto dopo anni e mia moglie che mi guardava come fossi un mentecatto mentre ridevo anche durante le scene più drammatiche. Hahahahah è un mondo difficile.

17. Il film più lungo che ho visto
La meglio gioventù, credo, ma ne ho visti di film da piaga da decubito.
18. Il film che mi ha deluso
Il gladiatore
19. Un film che so a memoria
Il Padrino
20. Un film che ho visto al cinema perché mi ci hanno trascinato
Rambo 3, non sono più amici miei
21. Il film più bello tratto da un libro
Il buio oltre la siepe, anche se non proprio in linea con il romanzo

22. Il film più datato che ho visto
Credo Cabiria, una versione restaurata.
23. Miglior colonna sonora
Qualunque Morricone, ma anche Dimitri Tiomkin non scherzava, non cito i film che usano le canzoni, anche se bellissime come ne "Il grande freddo",  troppo facile così. Compositori, voglio compositori.
24. Migliore saga cinematografica
Il Padrino, assolutamente
25. Miglior remake
Assolutamente Gli ammutinati del Bounty, quello con Marlon Brando, surclassa alla grande quello con Clark Gable del 1935.

Ora vediamo chi si butta nella mischia, forza blogger!!!


(NOI GENOVESI AL CINEMA)