Voglio parlarvi di uno scrittore molto particolare, è un artista
che a quanto pare vive calato nel mondo delle muse assorbendone tutte le
vibrazioni possibili. Ovviamente è un gioco di parole, Roberto Bonfanti è un
fonico e il suo ambito è il mondo dello spettacolo, ecco svelato il motivo del
titolo del post.
Scrive romanzi, ottimi romanzi, non ha alle spalle una casa
editrice ma questo non lo ferma, anzi, riscuote successi a ogni pubblicazione.
Dice di sé:
"Sono nato nel
secolo scorso.
Anzi, nel millennio scorso.
Sarà per questo che non mi sento più tanto giovane?
Di mestiere faccio il tecnico audio nel settore dello
spettacolo.
Ho da molti anni il “vizio” di scrivere, un po’ di
tutto, racconti, poesie, riflessioni, ma solo negli ultimi tempi ho
concretizzato in una forma più razionale le mie creazioni.
Ora sono anche editore di me stesso."
In previsione delle feste, vi invito a fare una scorpacciata dei
suoi libri, personalmente ho letto "La vita è dura nei dettagli".
Bonfanti è uno scrittore che non si perde in fronzoli, il tratto è deciso e non
si lascia andare a inutili descrizioni, i suoi personaggi sono sempre ben delineati.
Realtà e fantasia si sovrappongono. Mi è piaciuto.
Vi propongo ora una carrellata dei suoi libri, cliccando sul titolo li potrete acquistare, e se avete piacere andatelo a trovare sul suo BLOG Chiacchiere e distintivo, buona lettura.
Sinossi:
Il
mio lavoro si svolge nel settore dello spettacolo, faccio il tecnico audio nei
concerti, sono un fonico, insomma.
Nel
mio campo si verificano spesso situazioni al limite del grottesco nei rapporti
con i musicisti e gli altri addetti ai lavori. Quelle che ho ritenuto più
interessanti, divertenti e particolari sono finite in questo libro. Si va dalle
bizze del musicista che si crede una rockstar alla disarmante ingenuità
dell’amatore alle prime armi, dall’amico del chitarrista che viene a darmi
consigli perché lui “segue sempre il gruppo” all’imprevisto tecnico che genera
contrattempi imbarazzanti. Ci sono capitoli dedicati alle dinamiche che si
instaurano fra chi fa musica e chi rende possibile la sua fruizione, figure che
dovrebbero collaborare fra di loro, ma che invece spesso di trovano in
contrasto. Il tutto condito da considerazioni personali sulla musica e lo show
business.
Il
titolo è un omaggio al famoso libro di Bukowski. È un’antologia di racconti
ispirati alla vera vita del fonico, una dura lotta contro tutti, musicisti,
pubblico e organizzatori, fra episodi surreali e piccole-grandi soddisfazioni
personali. Non è un libro solo per gli addetti ai lavori, ho cercato di usare
un linguaggio poco tecnico e, quando necessario, ho inserito delle note a piè
di pagina. Chiunque lo può leggere, si parla principalmente di rapporti fra
persone.
Estratto:
Il
grande trombettista se ne sta in disparte, passeggia a fondo palco, lontano dal
microfono, tiene il tempo schioccando le dita, ogni tanto porta la tromba alle
labbra ed emette qualche nota.
Tutto
ciò fa molto Miles Davis, ma il suo contributo alla performance è più
scenografico che musicale. Comunque è una leggenda del jazz, quindi si becca un
sacco di applausi.
Sinossi:
La
vita spesso ci appare colma di difficoltà, non solo nei drammi e negli eventi
traumatici che ci cambiano l’esistenza, ma anche nei piccoli gesti quotidiani,
nello scorrere apparentemente invariabile dei giorni comuni.
La
vicenda ruota intorno a uno studio grafico, alle persone che ci lavorano e ad
altre figure secondarie, si concentra in uno spazio di tempo di circa due
settimane. La narrazione è in prima persona e principalmente al presente, si
articola in sette capitoli, ognuno affidato a un personaggio diverso.
Di
cosa parla in realtà il romanzo? Non certamente di delitto e castigo. Non può
neanche essere considerato un “noir”. Questa è solo la cornice. Parla di
cambiamento.
Nella
vita di tutti i protagonisti del romanzo ci sono degli avvenimenti e delle
situazioni che ne condizionano o ne hanno condizionato l’esistenza.
Alcuni
affrontano i loro dèmoni e ne escono tutto sommato vincitori, altri non ci
riescono
C’è
una sorta di “happy ending” solo per Stefania e Claudio, a premiare la loro
evoluzione.
È
un lieto fine sicuramente relativo, rimangono fra loro molti punti oscuri,
molto “non detto”, ma in fondo questo è più verosimile di una perfetta
quadrature del cerchio, cosa assai rara nella realtà.
Le
vicende narrate in questo romanzo proseguono nel sequel: Cose che si rompono.
Estratto:
Sono
in una strada in mezzo alla campagna. Una fantastica strada da motociclisti.
Tutta curvoni e saliscendi. La luna piena rende quasi inutile il pur valido
faro marchiato Lucas.
Mi
fermo. Sistemo Bonnie sulla stampella. Mi tolgo il casco e lo appoggio per
terra. Faccio qualche passo nel campo che costeggia l’asfalto. Mi inginocchio,
poi mi distendo a faccia in giù nell’erba folta e soffice, appena umida della
prima rugiada.
Dammi
oblio.
Sinossi:
Un
anno dopo le vicende de "La vita è dura nei dettagli" ritroviamo gli
stessi personaggi, prima fra tutti Bonnie, la moto amata da Claudio, il
protagonista. Le azioni compiute nel passato tornano a influenzare la vita
quotidiana delle persone che gravitano intorno allo studio grafico. Alcuni segreti
vengono svelati, c'è chi prende decisioni importanti e chi non vuole compiere
di nuovo gli stessi errori.
Estratto:
Mentre
parlo cerco di ricomporre i pezzi del frollino, di farlo tornare intero. Ma
certe cose non si possono aggiustare. Lei si alza, prende la giacca e la borsa,
fa un paio di passi poi si volta. Posso quasi sentire la sua irritazione vibrare
nella stanza, come un ronzio.
Sinossi:
Il
Professor Leonard Knowall è un personaggio difficile. È scontroso, arrogante e
suscettibile. Non se la prendano troppo con lui i sociologhi di professione,
gli stimati e riconosciuti maestri dell’analisi comportamentale, se ha osato
invadere il loro campo d’azione. In fondo le sue riflessioni e i suoi pensieri
sono superficiali e qualunquistici. Lui non è altro che un parvenue della
cultura, un uomo che sfrutta la sua notorietà per esprimere delle opinioni
davanti a una platea, con modi poco ortodossi e informali, esattamente come farebbe
con gli amici al bar. Ama pavoneggiarsi sotto i riflettori e gode del consenso
del suo pubblico. Un simpatico cialtrone, insomma. Ma lasciamolo divertire,
come direbbe il Poeta.
Estratto:
L’arte
deve trascinarvi in sentieri sconosciuti, magari impervi e pericolosi, ma mai
consunti come i marciapiedi del vostro quartiere, vi deve aprire porte su nuovi
universi, mettere in discussione il quotidiano per mostrarlo sotto
un’angolazione diversa. Insomma, deve essere un altro sguardo sul mondo. Più
alto. L’arte è simile all’artificio, nel senso che deriva dall’opera dell’uomo,
non esiste in natura, nasce prima nella mente di chi la crea, poi va plasmata,
modellata dall’abilità e resa disponibile agli occhi degli altri, il processo
con cui il vago prende forma, la materia diviene significato, il caos ordine.
Sinossi:
Racconti del periodo
1990-2002.
Estratto:
Era bello stare sulla
spiaggia a non fare niente, a tenerci per mano e a raccontarci la nostra
infanzia e tutto quello che ci passava per la mente.
Era bello, e quella felicità
mi appagava, senza che dovessi fare progetti, pensare al futuro, mi sentivo
come un granello di quella sabbia addormentata, vivevo il presente, e mi
sembrava che non ci fosse gioia più grande.
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Fine della carellata, ringrazio Roberto per avermi permesso di parlare di lui, per me è stato un piacere.
Nel più puro spirito della rete si continua imperterriti a promuovere, ho ricevuto tanto dai colleghi blogger e scrittori, per quel che posso, e tutte le volte che mi capita l'occasione, raccolgo il testimone.
© 2015 di Massimiliano Riccardi