Strano periodo questo, per me lo
è sicuramente, più in generale sembra quasi che tutti siano necessariamente
obbligati a vivere su piani sfalsati. Forse un tempo era tutto più semplice:
necessità contingente; sopravvivenza; nemici riconoscibili; sentimenti di
appartenenza forti e saldi.
Oggi appare tutto caotico, appare.
Piani sfalsati. A livello
emozionale reagiamo al circostante con le poche armi che la nostra cultura ci
fornisce, ma è tutto confuso e poco definito. Scampoli di tradizione, brandelli
di valori formanti, sfilacciati riferimenti su ciò che è giusto. Già, il bene e
il male, il giusto è l'ingiusto. Tutto opinabile, contestualizzato, adattato,
ampiamente modificato in virtù di quello che ci interessa ORA, che ci serve
ADESSO, che ci riguarda da vicino.
Difficile,
è tutto molto difficile.
Alle volte capita di osservare
gli avvenimenti come si racconta vengano osservati da coloro che descrivono le esperienze di pre-morte,
fluttui in alto e guardi i corpi sottostanti che si affannano. Senza emozione,
senza vera partecipazione, così, da semplice spettatore, e parti per la tangente.
I grandi avvenimenti, la lotta
politica, le tragedie umanitarie, la guerra, tutto ci coinvolge nel tempo
necessario che passa tra uno spot pubblicitario e l'altro. Nessuno neghi e
nessuno si senta offeso, s'il vous plaît. Non basta il chiacchiericcio tra
amici, la condivisione sui social di immagini, massime, motti, frasi memorabili
a caratteri di scatola. I nostri vecchi per molto meno scendevano nelle piazze,
imbracciavano un fucile, urlavano la loro rabbia nelle strade, dalle pagine dei
giornali clandestini. Ora, pare che tutti noi occidentali si sia liberi, belli,
alti e con gli occhi azzurri, si dice che viviamo tutti in Paesi democratici,
assolutamente in grado di autodeterminarci. Pare … bah!
Alla mia generazione hanno
insegnato che parlare di Patria vuol dire essere fascisti, che chiedere più
uguaglianza significa essere comunisti, che a parlare in funzione del buon
senso comune si rischia di essere qualunquisti. Ci hanno bombardato talmente
con categorizzazioni e schematismi che alla fine i concetti originari si sono
persi, sono rimaste solo le parole. Lo vediamo tutti i giorni. Grandi
accadimenti e rivoluzioni socio economiche ci passano sotto gli occhi, ma siamo
prigionieri della routine fatta di scadenze, mutui, tasse, ricerca di benessere
economico. Che possiamo farci, non è colpa di nessuno. Non è colpa mia se se mi
commuovo di fronte all'ennesimo barcone che si rovescia mentre guardo il
telegiornale con la bocca piena di pastasciutta. Eccheccazzo però, mettere il
telegiornale all'ora dei pasti. Non è nemmeno colpa mia se i governi tutelano
interessi sovra nazionali che nemmeno capisco.
Ti allontani un attimo, ti fai
attrarre per un secondo da un altro piano ancestrale e tutto ti appare come un
immenso formicaio, dove un gruppo di facoltosi gentlemen si divertono, di volta
in volta, a cambiare i percorsi, a mettere ostacoli, a spianare la via, a
creare percorsi obbligati. Miliardi di singole individualità che non contano
più una mazza. Però libere, libere di farsi esplodere per un qualche Dio,
libere di comprare, di consumare, di crepare. Senza troppo disturbare però, la
vita va avanti e io oggi ho da fare mille cose.
Qualcuno potrebbe affermare che la
nostra Storia, dall'età dei Titani si sia ridimensionata all'età dei nani e
degli orchetti. Chi crede più nella via della tradizione, che è consapevolezza
di chi siamo, non un dogma ma un punto di partenza per intraprendere nuove
strade; chi segue la via dell'onore, che comprende il rispetto della parola
data, il rispetto dell'altro anche se diverso da me, la via che ci impedisce di
schiacciare il prossimo e di non vendere il culo per mille lire.
Forse bisognerebbe tornare alle radici,
stiamo perdendo l'Europa. Il rinascimento, l'illuminismo, solo capitoli sui
libri di storia per ragazzi.
Siamo in piena decadenza politica
e culturale. Facciamo solo ciò che ci piace, mai più vedremo uomini che fanno
ciò che conta e che costa per sete di giustizia e perché ciò renderà più forte
e pura la VOLONTA' e più energico il possesso di sé.
La vita non è conservarsi, è
lottare, non è essere privi di passioni ma possederle al massimo grado, senza
esserne dominati ma dominandole, passare indenni attraverso a tutto ciò che è
becero materialismo. La via del guerriero: l'amicizia, che è cosa sacra; l'onore,
che è sopra ogni cosa; l'amore per la famiglia; l'amore per la tua Patria, che è
semplicemente comunità, convivenza, casa, bene comune, senza accezioni
scioviniste o di contrapposizione.
Elevazione dalle miserie umane.
Un poeta giapponese scrisse :
" nella mia capanna non c'è nulla....eppure c'è tutto! "
Uffa, delirante, me ne rendo conto. Oggi mi ha preso così. Però, cazzo … però vorrei guardare mio figlio e dirgli che mi piacerebbe riuscire a stare in piedi in un mondo di rovine, che non voglio chinarmi ne mettermi seduto.
Uffa, delirante, me ne rendo conto. Oggi mi ha preso così. Però, cazzo … però vorrei guardare mio figlio e dirgli che mi piacerebbe riuscire a stare in piedi in un mondo di rovine, che non voglio chinarmi ne mettermi seduto.
Tanto
per parlare, nulla di che. Avevo avvisato già con il titolo che ero in vena di
arzigogolare. Nessuna lezione da impartire, niente, solo banali osservazioni da
crisi post-prandiale in attesa che la manovra di Valsalva aiuti a eliminare gli
umori mefitici. La vita va avanti.
© 2016 di Massimiliano Riccardi.