Ci sono momenti che richiedono quiete, delicatezza. Non è
possibile pretendere che siano altri a farsi carico dei tuoi stati d’animo,
allora è necessario lavorare sul proprio piccolo spazio di cuore incontaminato.
Già, perché quando tutto diventa difficile e complicato, quando la vita ti
presenta il conto nel modo più duro e pesante, non rimane che trovare la forza
in se stessi.
Credo sia impossibile
guardare oltre se prima non ci si è guardati dentro.
Operazione difficile, mi
rendo conto. Spesso l’introspezione è pura illusione, mediata da fatti
contingenti che distraggono da una reale analisi, disturbata dagli istinti
primari di conservazione che impongono una reazione a condizioni esterne avverse.
A fatica, lentamente, è però possibile cogliere ciò che spesso il giudizio,
o il pregiudizio, rende soltanto apparentemente chiaro, e cioè che “non c'è
nulla di buono o cattivo al mondo se il pensiero non lo fa tale”.
Il nostro
amico Guglielmo il bardo perdonerà la citazione😉
Alla fine, i triboli della
vita sono una delle ennesime sfide da affrontare. Soltanto questo.
Non voglio dilungarmi troppo, mi rendo conto di aver annoiato
abbastanza l’improvvido lettore di queste poche righe (eeh, bisogna
interrompere la lettura subito, dalle primissime parole che anticipano
pistolotti dai toni ieratici, mi spiace😉 ).
Non ho utilizzato questo preambolo “orchioclastico”😂😂 per
giustificare la mia assenza dal blogging, so bene che tutti voi potete
comprendere la necessità di dedicare tempo alla vita reale quando è necessario.
Il mondo virtuale rientra nella categoria del superfluo.
Tant’è, e qui casca l'asino, la voglia di
scrivere sul mio blogghetto mi stuzzica da qualche giorno. Non trovando
argomenti abbastanza illuminanti, ho rubato l’idea a un amico blogger, un tal
Anfuso chiamato Salvatore (nomen omen), ho preso un vecchio raccontino scritto
qualche anno fa qui su queste pagine e l’ho pubblicato sul sito de “il mio libro”. Credo che possa
piacere al lettore occasionale. Premetto che non c’è nessun intento
competitivo, soltanto il desiderio di tornare a essere letto e di ampliare i confini del blog.
Se avrete piacere e voglia, cliccate sul link che vi indirizzerà al raccontino, breve brevissimo, intitolato "Racconto inutile: facezie sull'incomunicabilità e l'amore", e lasciate una
vostra impressione.
Io prometto di tornare presto in sella con nuovi post inutili
e scandalosamente boriosi, da scribacchino presuntuoso quale sono.
A rileggerci presto. Vogliatemi bene, se potete.
© 2018 di Massimiliano Riccardi