Storia Medioevale E Moderna

Some documents from the Friuli area, dating back to 1336, attesting the use of firearms in Venzone and the preparation of black powder, were quickly forgotten immediately after their publication, not finding feedback, even today, even in local publications.
Their rediscovery and contextualization, considered also the recent discoveries on the subject occurred for the neighboring Veneto area, confirms their importance for the history of the hoplology offering a more secure and documented datum of the famous quotation referring to the year 1331 reported in the Chronicle of Cividale («ballistabant cum sclopo versus terram») whose oldest specimens, as known, do not go beyond the XV century.

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Alcuni documenti di ambito friulano attestanti l’uso di armi da fuoco a Venzone e la preparazione della polvere nera risalenti al 1336, furono rapidamente dimenticati subito dopo la loro pubblicazione, non trovando, a tutt’oggi, riscontro neppure nelle pubblicazioni di argomento locale.
La loro riscoperta e contestualizzazione, alla luce anche dei risultati avuti dalle recenti indagini sull’argomento avvenute per la confinante area veneta, conferma la loro importanza per la storia dell’oplologia offrendo un dato più sicuro e documentato della famosa citazione riferita all’anno 1331 riportata nella Cronaca di Cividale («ballistabant cum sclopo versus terram») che, come noto da tempo, è giunta solamente in copie del secolo XV.

Dei vari aspetti che caratterizzavano la vita sociale e religiosa delle confraternite sono rimaste numerosissime testimonianze in tutta Italia e non solo. Brescia e il suo territorio conservano, nei più disparati istituti di conservazione, una ricchissima documentazione
relativa alla regolamentazione dei confratelli, alla loro spiritualità, alla loro vita economica e sociale, così come al loro interesse per l’arte e la poetica. Di ciò si è voluto quindi dar conto, attraverso una serie di preziosi e talora sconosciuti manoscritti e libri antichi che forniscono un vivace riflesso della vita confraternale a Brescia tra il Medioevo e le soglie dell’età contemporanea.

The death of Rizzardo VI da Camino (+1335), marks a significant turning point, not only for the history of Cenedese or Veneto.
Without a male descent, a long litigation followed between the Rizzardo VII brothers and Gherardo V da Camino, distant cousins of the deceased and lawful heirs, the Dalla Scala, the Patriarch of Aquieleia and, above all, Venice and the bishop of Ceneda. The two Da Camino instructed a trial among Roman Court, suing Francesco Ramponi, bishop of Ceneda, who, through false deeds, tried to get the properties of the late Rizzardo VI to be recognized.
The details of the intricate affair, after the meticulous and still very wise essay by Gerolamo Biscaro, were considered by now all to be known. In truth, a document of fundamental importance for the trial held at the Roman Court was found: the sentence of the papal delegate Nordio da Grava, abbot of Follina, who, as the subsequent documentation shows, was totally ignored.
The motivations that led to this, and ultimately to the "victory" of the Bishop and the Republic, are the object of the investigation of this article.

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La morte di Rizzardo VI da Camino (+1335) segna un punto di svolta notevole, di interesse non solo per la storia del Cenedese o del Veneto.
Privo di discendenza maschile, alla sua dipartita seguì un lungo contenzioso tra i fratelli Rizzardo VII e Gherardo V da Camino, lontani cugini del defunto e legittimi eredi, gli Scaligeri, il Patriarca di Aquieleia e, soprattutto, Venezia ed il Vescovo di Ceneda. I due fratelli Caminesi istruirono un processo presso il Papa, citando in giudizio Francesco Ramponi, vescovo di Ceneda il quale, con atti falsi, cercò di farsi riconoscere la proprietà dei beni del defunto Rizzardo VI.
I particolari dell'intricata vicenda, dopo il minuzioso ed ancor validissimo saggio di Gerolamo Biscaro, si ritenevano ormai tutti noti. In realtà è stato ritrovato un documento di fondamentale importanza nello svolgimento del processo tenutosi presso la Corte Romana: la sentenza del delegato papale Nordio da Grava, abate della Follina la quale, come dimostra la documentazione successiva, fu inverità totalmente ignorata.
Le motivazioni che portarono a questo, ed in ultima analisi alla “vittoria” del Vescovo e della Repubblica, sono oggetto dell’indagine del presente articolo.

Estudio de las grandes obras de la Valencia del siglo XIV desde la perspectiva de la historia económica, analizando las formas de gestión, los costes, la mano de obra y el abastecimiento de materiales en una época en la que se construyeron edificios como el Miguelete o las Torres de Serranos.

This paper focuses on the territory of the Diocese of Cefalù during the Norman and Swabian reigns, with the presence of numerous ecclesiastical institutions set up following the immigration of latin colonists from Italy and Europe. The diocese was founded during the reign of Leo III the Isaurian in conjunction with the allocation of a military contingent in a pattern known in Calabria and Asia Minor. In 1132 Roger II created the Diocese of Cefalù separating the territory from Messina. The goal of the following research is to present the Norman’s bound of diocese, showing the existence of several extra-territorial property. At the end of this paper we will consider some religious buildings located along the eastern border, unfortunately poorly preserved, but also tangible sign of the prestigious past of the Diocese of Cefalù in the Middle Ages.

Gli scritti di Antonio Thiery, a cura di Giancarlo Mauri - Arte Medievale. Periodico internazionale di critica dell’arte medievale. II Serie, Anno II, n. 2, 1988, pp. 29-62 - Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, Roma

The first Italian translation of the Book of Common Prayer was made in 1608 by William Bedell (the chaplain to James I’s ambassador in Venice) with the help of Fulgenzio Micanzio and Paolo Sarpi. This translation was part of an English propaganda plan to instigate a schism in the Church of Venice, at a time of conflict between the court of Rome and the Venetian Republic. This essay reconstructs the relationships between Sarpi and Micanzio and the English embassy in Venice. As far as we know, Bedell’s translation remained a manuscript with no known copies extant. At the British Library is preserved an Italian manuscript version dated 1661, whose authorship a certain Alessandro Amidei ascribed to himself. It is not impossible that this is a copy of the translation made in Venice a few decades before.

This article revisits the legends about Friar Anselm Turmeda / ʿAbdullāh al-Tarjumān (d.ca. 1427), drawing upon the historical method and the argument of John Tolan’s Saint Francis and the Sultan. First, the essay recalls Tolan’s work, including the crucial notion of lieux de mémoire. Second follows a sketch of Turmeda’s life and the internal contradiction in his writings. The third and longest section examines the development of the Turmeda legend, noting stages in the evolution of that legend that parallel Tolan’s observations about the memory of Francis of Assisi. Fourth and finally, the essay revisits the matter of historical method and suggests some ways in which the life and work of Turmeda provides helpful guidance for Muslim-Christian dialogue today, both in Muslim-majority lands and in the West.

The fortuitous discovery, below the backfill, of an old still perfectly intact stone bridge, called us for a search on the age and construction techniques employed. Through the analysis of ancient sources, the historical current mapping, chronicles of the time, it has outlined the history of the river Oreto crossing system, the expansion of the city to the area of the bridge, finding those social practices that have made that peculiar name. The study also traced the building phases of the different structures that have taken place on the site, by the end of the sixteenth century, up to a few years ago. We have found new information and unpublished images, useful for interpreting the purely technical issues, along with those related to the viability and development of the city.

Questo volume di Paolo Prodi è l’ultimo di una trilogia, articolata nello studio del potere e con esso del patto politico, nella storia dell’amministrazione, della giustizia ed infine, con questo libro Settimo non rubare, nella storia del mercato dal basso Medioevo ad oggi. Elemento in comune di queste tre opere di Paolo Prodi è «la piazza dell’urbe», ovvero il forum, considerato come luogo in cui si compie il giuramento politico, sede di governo della provincia e dove quindi si esercita il potere. Ma il forum è anche il luogo nel quale viene amministrata la giustizia, ed è altresì il luogo dove avvengono i negoziati, in cui «si determina il valore delle cose», appunto del luogo come mercato.

A Monforte San Giorgio esiste un borgo di matrice islamica chiamato la Vetera, costruito tre il 965 e il 1061 periodo durante il quale la zona  fu sottomessa ai musulmani. Il termine latino Vetera indica che si tratta della parte più antica del paese. Il borgo è rimasto miracolosamente intatto nella sua struttura fondamentale grazie al fatto che era abitato dalle famiglie più potenti del paese. La sua struttura è molto rara ma abbiamo riscontrato che un borgo con le stesse caratteristiche, costruito tra il IX e l’XI secolo si trovava a Procida. Il borgo di Monforte conserva ancora la struttura caratteristica islamica delle antiche medine e quattro delle cinque porte di accesso. Proprio esso fu il protagonista degli avvenimenti che ci vengono narrati dalla Katabba, il concerto di campane e tamburo che viene suonato tutti gli anni dal 17 gennaio al 5 febbraio e che racconta l’ingresso trionfale a Monforte nel maggio 1061 dei liberatori normanni .

The town of Leonessa was born in 1278 in the northern frontier region of the Kingdom of Sicily, and it is one of the most documented cases among the new towns promoted by the Angevin dynasty. By studying its birth and development, we can obtain precious data regarding these new towns, all built between the second half of 13th and the first half of 14
th century and marked by many common factors: they were all synoecisms, they all involved both the lower population and the nobility, their urban structure was carefully planned, they were all erected to control relevant routes accessing the Kingdom and to guarantee the kings against rebellions. The comparison between Leonessa and the other new towns, however, allows us to ascertain the reasons behind its peculiar development: Leonessa indeed stands out for its geographical position, extremely close to the border, and for its slow but steady growth, which progressed despite the many problems the new town had to face.

The article has been published in the journal “Eurostudium”, July-September 2018, pp. 59-80: see link http://www.eurostudium.eu/Eurostudium48/casalboni%20(2).pdf

Correzione
Correggo il precedente abstract: Più che della bozza del primo capitolo, giunto ora alla fine del triennio, credo sia meglio definire questo testo come spunti, brogliacci, appunti e/o riflessioni attorno alla tematica “stato moderno”, utilizzate in parte nella stesura della tesi e NON PIU’ come primo capitolo.

Si tratta della PRIMA BOZZA del primo capitolo della mia tesi di dottorato che ha come argomento lo stato e il rapporto centro-periferia all'interno del Regno di Napoli in età Aragonese (Ferrante I). Lo carico, anche se ripeto è ancora una PRIMA BOZZA, per ricevere pareri, consigli, opinioni da parte di tutti quelli che vorranno leggerlo, speranzoso che il confronto resti una della armi migliori da utilizzare se si vuole conseguire un certo tipo di traguardo.
Grazie a tutti

Gli scritti di Antonio Thiery, a cura di Giancarlo Mauri - La cultura e l’arte precarolingia
e protomozarabica. Comunicazione e immagine nell’VIII secolo: nuovi problemi di metodo - Settimane di studio del Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo. PROBLEMI DELL’OCCIDENTE NEL SECOLO VIII - Spoleto, 6-12 aprile 1972

Il secondo tomo di Almum Studium Papiense rappresenta una nuova tappa del viaggio nella storia dell’Università di Pavia, tra personalità, luoghi e vicende che hanno caratterizzato l’epoca della dominazione spagnola (1535-1706). Come rilevato dalla storiografia recente, questo fu un periodo di modernizzazione, e non di stasi, per lo Studium pavese, in cui operarono figure di grande rilievo come Gerolamo Cardano. Giovan Battista Giraldi Cinzio, Giacomo Menochio e Gaspare Aselli. Questo tomo completa il primo volume, e ne contiene gli indici complessivi dei nomi e dei manoscritti.

Gli scavi archeologici presso la Stazione Centrale di Palermo (realizzati nel 2016) hanno restituito un quadro che risulta importante per la ricostruzione della città medievale.
Infatti, ad Est dell'attuale Stazione nell'area del Terminal bus (lato Corso dei Mille) è stata
messa in luce una strada, larga tre metri con andamento N/S, databile ad età islamica, che attesta per la prima volta una significativa sistemazione “urbanistica” all’esterno della cinta urbica della successiva fase normanna.