Per l’etimologia del toponimo carnico Englaro1
FRANCO FINCO
Englàro è il nome di una località e frazione del comune carnico di Paluzza
(provincia di Udine), ubicata nella Val Pontaiba al confine con il comune di Treppo
Carnico. Essa è costituita da due piccoli nuclei abitati, denominati Englaro di Sopra
(650m s.l.m.), ad est, ed Englaro di Sotto (625m s.l.m), ad ovest, che sorgono ai margini
di un pianoro di discreta ampiezza che porta lo stesso nome, situato nel punto in cui
il torrente Orteglàs, che scende dal monte Tersàdia, si getta nel torrente Pontàiba,
affluente del fiume But.
Secondo Giulio Del Bon [2002: 20] questo abitato nacque come espansione delle
prime case rurali di quello che era un antico maso (masseria). Gli anziani del luogo
raccontano che, a causa di una grande alluvione (probabilmente quella del 1692), una
grossa frana si sia staccata dal monte sovrastante e abbia sepolto le primitive
abitazioni di quel piccolo borgo; in memoria di ciò nel 1738 sarebbe stata edificata
la locale màine ‘tabernacolo’ [Del Bon 2002: 20].
La pronuncia del nostro toponimo nella varietà carnica locale è Denglâr [deŋˈɡlaːr],
distinguendo i due nuclei in Denglâr disore [deŋˈɡlaːr diˈzoːre] e Denglâr disot [deŋˈɡlaːr
diˈzɔt]2; il Nuovo Pirona riporta invece la forma Englâr [NP: 1751].
Per spiegare l’origine di questo toponimo sono state avanzate diverse proposte
etimologiche. Il primo tentativo si deve a Dante Olivieri [1903: 100]: lo studioso
veneto pensò che il nostro Englaro, assieme ad Angiàri (VR) e ad altri toponimi veneti,
potesse derivare dal personale germanico ANGILHARI-HERI. In scritti posteriori
l’Olivieri [1914: 266-267, n. 2; 1940: 1066; 1961b: 75-76] ripensò l’etimologia del
nome del comune veronese di Angiàri (v. infra), ma non si occupò ulteriormente di
Englaro.
All’origine del nostro toponimo dedicò attenzione anche Giovan Battista Corgnali
[1943: 87]3, il quale notò la presenza di toponimi simili in altri comuni della Carnia e
Un sentito ringraziamento va al dott. Gilberto Dell’Oste e al sig. Giulio Del Bon per le loro
preziose indicazioni.
2
Per gentile informazione del sig. Giulio Del Bon di Englaro e delle dott.sse Cristina De
Franceschi e Laura Lazzara di Paluzza.
3
Tale proposta etimologica era già stata implicitamente avanzata in Corgnali 1938: 95.
1
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pensò quindi a una connessione con il lat. *NUCULARIUS (da NUCŬLA ‘piccola noce’,
REW 5984), da cui il friul. noglâr ‘nocciòlo (Corylus Avellana L.)’. Tuttavia non si
conoscono derivati di *NUC(Ŭ)LARIUS con metatesi della nasale né nel lessico friulano,
né nella toponomastica di Carnia e Friuli [Gentilli 1938-39: 152-153; Pellegrini Zamboni 1982: II, 642-643; Desinan 1982: 204].
Nel suo Saggio e poi nel Dizionario toponomastico Giovanni Frau [1965: 30; 1978: 5859] conferma l’etimologia germanica dell’Olivieri4, ma non esclude la proposta del
Corgnali. L’autore afferma che nel caso di una derivazione dall’etimo *NUCŬLARIU si
sarebbe verificata una deglutinazione della prima parte del nome, scambiata per la
preposizione in; ma in realtà la trafila fonetica corretta vedrebbe dapprima la sincope
di Ŭ (originando il nesso occlusiva velare + laterale) e successivamente la metatesi
della nasale, non una deglutinazione.
Anche il recente Dizionario toponomastico di Barbara Cinausero ed Ermanno
Dentesano [2011: 339] cita – sulla scorta di Frau – le due suddette ipotesi, avvertendo
però che Englaro è anche un cognome, frequente proprio a Paluzza e Treppo Carnico,
inferendo così una possibile origine del toponimo dall’antroponimo. Come si vedrà
più avanti, le attestazioni documentarie smentiscono tale circostanza, poiché il
toponimo è documentato già nel XIV secolo, mentre il cognome fu tratto dal nome
della località al principio del Cinquecento.
Un ulteriore tentativo di spiegazione del nostro toponimo è stato proposto da
Elwys De Stefani, che ha suggerito un accostamento di Englaro al tipo toponimico
Englat, frequente in Tirolo e Stiria, che secondo Karl Finsterwalder risalirebbe
all’antico tedesco enginôti ‘luogo stretto’ [De Stefani 2003: 201]. Un tale significato,
però, non si adatta alle condizioni morfologiche e ambientali del pianoro di Englaro.
Prima di formulare una nuova ipotesi riguardo l’origine del nome Englaro,
passiamo in rassegna le attestazioni documentarie di questo toponimo. Secondo
quanto reperito, esse iniziano a comparire nella seconda metà del XIV secolo: 1360
super una petia prati in loco qui dicitur Pechol de Englar [Pergamene della Parrocchia di S.
Maria di Paluzza, n. 1]5; 1420 ca. cum uno campo in loco dicto Englar, qui appellatur Campus
de Traviers […] cum uno campo in dicto loco de Englar, qui dicitur Campus Avan […] cum uno
campo in dicto loco in Englar, in loco qui dicitur Campus Avan […] cum uno campo sito in dicto
Tuttavia, nel suo contributo sui toponimi longobardi del Friuli, Frau [1970] non cita il nostro
toponimo.
5
Testamento di Mattia q. Giovanni Rateri da Paluzza, 9 settembre 1360. Il termine friulano
e carnico pecòl «nell’uso più frequente vale ‘sommità di un colle’. Talora (Forni di Sotto) indica un
colle boschivo o prativo, o a schiena d’asino, sul cui dorso corre un sentiero. In altri casi s’adopera
nel senso di valico» [NP: 722]; esso risale al lat. *PĔD(I)CŬLLUS [REW 6351]. Il sig. Giulio Del
Bon riferisce che localmente è ancora in uso il toponimo Pecòl Denglâr a indicare il sentiero in
salita che inizia al margine della taviele di Englaro e conduce nei boschi.
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PER L’ETIMOLOGIA DEL TOPONIMO CARNICO ENGLARO
93
loco de Englar qui appellatur Chiavezes […] cum uno campo sito in dicto loco de Englar, qui
appellatur Campus Taront […] unum pratum in dicto loco de Englar [Candussio 2002: 391392]6; 1425 unum eius campum positum impertinenciis de Englar [Pergamene della
Parrocchia di S. Maria di Paluzza, n. 7]7; 1426 super uno manso per ipsum Nicolaum possesso,
sito in pertinentiis de Englar de Palucia [Biblioteca del Museo “Michele Gortani” di
Tolmezzo, Archivio Morassi, fasc. Pergamene, n. 10]8; 1509 de Henglaro [Del Bon
2014: 202]; 1564 Englar [Corgnali 1956: 25]; 1608 villa Anglara [STC]; 1608 nella villa
d’Englaro [Ferigo - Flora 2003: 252]; 1619 (de) villa denglar [De Stefani 2003: 200]; 1635
Englar [Marchettano 1635: 9]; 1644 mollino d’una molla di Gronda, over coperto di paglia
posto nelle pertinenze d’Englaro [Del Bon 2003: 113]. Dalle attestazioni documentarie si
ricava che il nome Englar(o) denominava originariamente il pianoro compreso tra i
torrenti Orteglàs e Pontaiba, su cui sorsero i primi casali del maso (masseria) che
assunsero lo stesso nome [Del Bon 2002: 20].
Si può ora proporre una nuova interpretazione etimologica del toponimo carnico
Englaro / Denglâr, facendolo derivare dal lat. ANGŬLĀRE ‘spigolo, angolo’, ‘pietra
angolare’ [REW 464; REW-FS: 23], o meglio ancora dall’aggettivo lat. ANGŬLĀRIS
‘che ha àngoli’ [LEI: II, 1238-1239], derivati dal sostantivo latino ANGŬLUS ‘angolo’
[REW 465; REW-FS: 23]. Poi anche nella forma ANGŬLĀRĬUS -A -UM, con uno
scambio dei suffissi -ĀRIS / -ĀRĬUS abbastanza comune nel latino volgare [Adams
2013: 538-545] e poi frequente nelle lingue romanze9. La trafila fonetica vede la
sincope di -Ŭ- pretonico (ANGLUS, *ANGLARE/-RĬU), fase testimoniata già
nell’Appendix Probi 10 (angulus non anglus) [LEI: II, 1239, 1251; Väänänen 19823: 93,
325] e poi nelle attestazioni mediolatine: 1336 a Roma anglarius ‘pietra angolare’ [Sella
1944: 21]; 1357 in Francia Anglarium […] usque Anglare, et a dicto Anglari […] ‘angulus
sive exterior, sive interior’ [Du Cange: I, 251]. Gli esiti della sequenza consonantica
[ŋɡl] sono differenti nelle diverse aree dialettali italiane: nella maggior parte della
Toscana l’esito è [ŋɡj] e marginalmente [ɲː] (più frequente nell’Italia meridionale);
nell’Italia settentrionale è [ɲɟ] > [nʤ], mentre nelle parlate ladine – comprese le
varietà friulane e carniche – si ha la conservazione del nesso [ŋɡl]10, ad eccezione
6
Atto d’acquisto del maso di Englaro da parte di Giacomo q. Odorico Fabbro da Cercivento
[Candussio 2002: 393].
7
Testamento di Nicolò q. Pranduccio da Paluzza, 27 aprile 1425; citato anche in Del Bon
2002: 130.
8
Testamento di Giacomo q. Odorico Fabbro da Cercivento, 10 giugno 1426.
9
La forma ANGULARIUS è attestata in CIL I, 577, col. 2, 22. Per il nostro toponimo è
indifferente partire dalla forma in -ĀRIS o in -ĀRĬU poiché entrambe evolvono localmente in -âr
[De Leidi 1984: 46-52].
10
Ad esempio le voci friulane e carniche CĬNG(Ŭ)LA > céngle ‘cinghia’, INGLŬTTĪRE > inglotî
‘inghiottire’, ecc.
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delle varietà della Val Gardena e Val Badia dove l’esito è [ndl] [Rohlfs 1966: § 250;
Repetti - Tuttle 1987: 107; Salvi 1977: 289].
Nella forma orale locale Denglâr si sono verificate la chiusura della vocale
protonica e l’agglutinazione della preposizione d’Englar > Denglar, come mostrano
anche le attestazioni documentarie; quest’ultimo è un fenomeno piuttosto frequente
nella toponomastica friulana e carnica: cfr. Amaro / Damâr (1270 in Amaro, 1278 de
Amaro), Ampezzo / Dimpèç (762 in vico Ampicio, 1060 in villa que vocatur Ampez, 1260 de
Ampetio), Avàglio / Davài fraz. di Lauco (1236 de Avalio), Enemonzo / Denemònç (1255
de Anemoncio), Entesano / Dentessàn fraz. di Colloredo di Monte Albano (1241 de
Entessano), Entrampo / Dentràmp fraz. di Ovaro (1299 de Intrambo), ecc. [Frau 1978: 26,
30, 58-59].
I continuatori di ANG(Ŭ)LĀRE/-RĬU con il significato di ‘terreno angolato’ oppure
di ‘angolo di terra erosa da correnti fluviali’ sono ben testimoniati nella
toponomastica italiana [Olivieri 1961b: 75-76; Pellegrini 1990: 167]. Tale significato
sembra corrispondere assai bene alle caratteristiche geo-morfologiche della nostra
località, incuneata tra i torrenti Orteglàs e Pontaiba, spesso soggetta a inondazioni,
erosioni e frane [Del Bon 2002: 20]. Come faceva notare già il Corgnali [1943: 87],
questo tipo toponimico trova vari riscontri in Carnia:
- Englaro / loc. Dinglâr [diŋˈɡlaːr] e Val Englaro / loc. Val di Dinglâr nome di una
valle, bosco e rio nel comune di Verzegnis (UD), anche qui con agglutinazione della
preposizione de: 1331 pos(i)tu(m) i(n) englar p(ro)pe Riu(m) de englar [De Stefani 2003:
201]; 1505 in Anglar; 1505 mont de Anglar; 1512 monte de Anglar; 1515 in monte de Anglar;
1521 sul mont de Anglar [STC]; 1564 in loco de Englaro […] rivu de Englaro [Del Bon
2002: 20]; Englâr [NP: 1751].
- Anglar/Englar toponimo, oggi scomparso, a Piano d’Arta, frazione del comune
di Arta Terme (UD): 1492 unum campum in l. d. in Anglar [Banelli 2001: 18]; 1583
campum in p(er)tinentijs (de) plano in loco vocato in Englar [De Stefani 2003: 201].
- Nenglâr toponimo a Tarlessa, tra Avaglio e Trava, in comune di Lauco (UD), qui
con agglutinazione della preposizione in: 1554 un prato in Englaro [STC]; Nenglar [Wolf:
10]; Nenglâr [NP: 1773].
- Englâr in comune di Raveo (UD): 1792 un pezzo di campo in loco detto Englaro [STC];
Angliaro, Englar [Wolf: 8, 9]; Englâr [NP: 1751].
- Nenglâr toponimo a Fusea, frazione di Tolmezzo (UD), anche qui con
agglutinazione della preposizione in: Nenglar [Wolf: 8]; Nenglâr [NP: 1773].
Estendendo la nostra ricerca alle altre aree ladine e ladino-venete, troviamo nel
vicino Cadore il toponimo Angià (ant. Anghià) in comune di Lorenzago di Cadore
(BL), nome di un’area incuneata in un’ansa formata dal torrente Rin de Angià: 1304
angla, 1412 angla, 1492 anglar, 1523 angià, 1540 angià, 1768 Col detto degl’Anghià […] al
Spigo della Costa d’un Angià [De Donà - De Donà Fabbro 2011: 54; Vigolo - Barbierato
2012: 126]; il toponimo mostra palatalizzazione del nesso [ɡl] e caduta di -r finale. Per
PER L’ETIMOLOGIA DEL TOPONIMO CARNICO ENGLARO
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l’area agordina si registrano gli antichi appellativi anǧàr e anǧà (con evoluzione fonetica
analoga al precedente) che indicano ‘angolo di terreno compreso tra corsi d’acqua’,
nonché i toponimi Angiàr (1486 anglar, 1536 angiar) a Frassené Agordino (BL) e Angià
a Canale d’Agordo (BL) [Pellegrini G.B. 1955: 377; Pellegrini S. 1977: 58; Rossi 1992:
67]. Nell’alta Val Badia (BZ) si trovano due laghi vicini i cui nomi in ladino badiotto
sono Lêch Dlà Lè e Lêch Dlà Lunch (italianizzati in Lago Lè e Lago Lalunch), dove
l’elemento Dlà proverrebbe, secondo Lois Craffonara [2005: 47-49], dal lat. volg.
* ANG(Ŭ)LĀRĬUS (per ANGŬLĀRE), con regolare evoluzione [ɡl] > [dl] in badiotto,
caduta di -r finale e aferesi della sillaba iniziale.
Allargando ulteriormente la ricerca all’intera penisola italiana, troviamo altri
continuatori di ANG(Ŭ)LĀRE/-RIU con il significato di ‘terreno angolato’ o di ‘angolo
di terra erosa da correnti fluviali’.
Anghiàri, comune in provincia di Arezzo (1048 Castrum angulare, 1082 castello de
Anglare et curte, 1220 ca. castrum de Anglare, 1288 in Castro Anglarii), originariamente
nome di un piccolo castello situato su uno sperone tra il torrente Sovara e la valle
Tiberina, dov’è il nucleo più antico del paese [DTI: 29]; secondo G.B. Pellegrini
[1990: 167] il nome continuerebbe una forma analogica del locativo plurale
ANG(U)LĀRIS, al posto della terminazione classica -ĬBUS. In Toscana si trovano altri
toponimi minori con lo stesso etimo: Anghiari in comune di Pontassieve (FI) [Pieri
1919: 301], Anghiari a Cune (Borgo a Mozzano, LU), Anghiari a Mammiano (San
Marcello Pistoiese, PT), Agnari presso Benabbio (Bagni di Lucca, LU), Agnari presso
Fosciàndora (LU) [Pieri 1936: 137], gli ultimi due con esito palatale [ɲː] tipico della
fascia toscana settentrionale [Rohlfs 1966: 354].
Il già citato Angiàri, piccolo comune della provincia di Verona, situato sulla riva
dell’Adige, fiume dal quale ha sempre dovuto difendersi costruendo argini e canali
di sfogo: 932 Anglare, 935 Castrum Anglarii, 973 Inglare, 995 Anglare, 1055 Englare,
1059 in vico Hanglar, 1145 castrum Englarii [Olivieri 1940: 1066; id. 1961b: 75; Pellegrini
1987: 224; DTI: 29]11.
Angèra (ant. Anghiera), comune in provincia di Varese (XIII sec. Anglera), situato
sulla riva sinistra del Lago Maggiore, ai piedi di tre colli formanti un semicerchio di
cui il primo ad ovest è coronato dall’antica Rocca Borromea [DTI: 29]. Questo
toponimo è stato spiegato da Giandomenico Serra [1937: 526-527] con il lat.
L’etimologia popolare interpreta invece questo toponimo con l’espressione latina in glareis
‘nelle ghiaie’ (nel dialetto locale la ghiaia è detta giàra) [DTI: 29]. Tale spiegazione fu adottata da
Carlo Avogaro [1902: 163], che derivò il nome Angiàri dal lat. GLĀRĔA ‘ghiaia’, e fu poi ripresa
anche dall’Olivieri [1914: 266-267, n. 2], che in precedenza aveva pensato invece all’antroponimo
germanico ANGILHARI -HERI [Olivieri 1903: 100].
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*ANG(Ŭ)LARIA avente il significato di ‘angolo di terra erosa da correnti fluviali’12,
mentre Olivieri [1961a: 56] lo faceva derivare dall’espressione lat. IN GLAREA ‘sulla
ghiaia’13. Il Serra [1937: 527] cita anche un altro toponimo presso Marengo
(Alessandria) – oggi ignoto – che compare nelle carte antiche: 905 terram arabilem
quae nominatur Anglare, pertinentem de ipsa curte nostra Marinco […] usque in finem insulae
quae dicitur Anglare14; 1210 de quadam alia pecia terre, eius beneficium ex parte infrascripti
monasterii ubi lacus anglarii dicitur15.
Da segnalare, inoltre, la villa romana Angularia citata dal giurista Proculo (I sec.
d.C.) [Proculus, Digest., XVIII, 1] e appartenente a Rutilia Pollia, posta su un
promontorio a forma di angolo retto sul lago di Bracciano (ant. Lacus Sabatinus o
Sabatius), in provincia di Roma, il cui nome – secondo Giuseppe Tomassetti [1910:
51] – sarebbe continuato in quello dell’attuale cittadina di Anguillara (dal 1872
Anguillara Sabazia) che è sorta su quel promontorio16.
Anche nella Romània submersa dell’arco alpino, cioè nei territori un tempo di lingua
romanza poi germanizzati, troviamo altri toponimi che potrebbero avere la stessa
origine. Il castello di Englar (a. 1381 Englar) in comune di Appiano / Eppan (BZ), per
Christian Schneller [1893: 62], deriverebbe il suo nome dal lat. ANGULĀRIS o
*ANGULĀRIUS17, così come un ager Engelari (XIV sec.) documentato a Elvas, frazione
di Bressanone / Brixen (BZ). Lois Craffonara [2005: 48-49] ritiene che possano risalire
al lat. ANG(Ŭ)LĀRE/-RIU anche altri nomi locali alto-atesini: la prima parte del
toponimo Angler-Hof a Soprabolzano / Oberbozen in comune di Renon / Ritten
Tale spiegazione era condivisa anche da Giovan Battista Pellegrini [1990: 167].
L’origine di questo toponimo dal nome dell’antica dea latina Angerona è stata indicata da vari
eruditi e autori fin dal Cinquecento (es. Gasparo Bugati, Historia universale di M. Gasparo Bugati
milanese […], In Venetia appresso Gabriel Giolito di Ferrarii, 1571, pp. 51-52; Paolo Morigia,
Historia della nobiltà, et degne qualità del Lago Maggiore […], in Milano, Per Hieronimo Bordone, &
Pietro Martiri Locarni compagni, 1603, p. 177) e da ultimo riproposta da Giovanni Capovilla
[1957: 91], ma è stata giustamente scartata come «pura favola» dall’Olivieri [1961a: 56, n. 3].
14
Schiaparelli, L. (a cura di) [1910], I diplomi italiani di Lodovico III e di Rodolfo II, Roma, Forzani
e C., pp. 84-85.
15
Gasparolo, F. (a cura di) [1928], Cartario Alessandrino fino al 1300, Volume I, Biblioteca della
Società Storica Subalpina, Torino, Tip. Di Miglietta, p. 148.
16
Il Tomassetti considerava paretimologica la derivazione di Anguillara da anguilla, sebbene
tale spiegazione popolare del nome sia testimoniata già in una glossa marginale di un codice del
Digesto conservato a Roma [Tomassetti 1910: 51]. Il DTI [p. 30] cita entrambe le ipotesi senza
propendere per l’una o per l’altra.
17
Per Ludwig Steub [1879: 36], ripreso poi da Arthur Achleitner [1901: 19], il nome risalirebbe
a (CASA) ANGOLARE. Per Karl von Ettmayer [1902: 376] e Carlo Battisti [1951: 79] questo
toponimo deriverebbe invece dal lat. LENTICULARIUM, da LENTICULA ‘lenticchia’.
12
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(BZ); il toponimo Glars (a. 1420) a Laion / Lajen (BZ), che proverrebbe da (CAMPOS)
ANG(U)LARES18. Assieme a questi andrebbe aggiunta anche la prima parte del
toponimo Glarerwirt a Barbiano / Barbian (BZ), tradotto significativamente con
Winklwirt (dal ted. Winkel ‘angolo’): 1420 Leonhard von der Clarn, 1750 Glarerwirtshaus
[Tarneller 19847: 330; Craffonara 2005: 49].
Un caso particolarmente interessante è il toponimo Glor ubicato nel comune di
Kals am Großglockner nel Tirolo orientale (Osttirol), in un territorio caratterizzato
dalla convivenza – nell’alto Medioevo – di comunità di lingua romanza (di tipo
ladino), germanica (südbairisch) e slava (alpenslawisch, precursore dello sloveno attuale).
Il toponimo Glor denomina l’area di forma angolare compresa tra i corsi d’acqua
Kalsbach e il suo affluente Ködnitzbach. Il nome è attestato nei documenti antichi
come 1326 Anglar, 1428 Angular, 1653 Glar, e risale anch’esso al lat. ANGULĀRE ‘im
Winkel gelegen’ [Pohl 2007: 309]. Adiacente all’area Glor si trova il nucleo abitato di
Ködnitz, situato anch’esso alla confluenza di questi due corsi d’acqua. Questo
toponimo è di origine slava (alpenslawisch) e risale a *kǫtьnica ‘Gegend im Winkel’ (area
situata in un angolo), derivato da *kǫtъ ‘Winkel’ (angolo) [Pohl 2007: 309]. Come si
vede i due toponimi adiacenti condividono la stessa motivazione semantica pur
muovendo da due ceppi linguistici diversi.
Passiamo ora all’origine del cognome Englaro, tipico del comune di Paluzza, dove
ha avuto il suo epicentro, che si è diffuso poi anche nel confinante comune di Treppo
Carnico, a Pontebba, Udine, Trieste e in altri comuni della regione19. La connessione
di questo cognome con i vari toponimi Englaro della Carnia (Paluzza, Lauco,
Verzegnis ecc.) era già stata proposta da Costantini [2002: 260], De Stefani [2003:
200-201] (accanto ad altre ipotesi), Caffarelli - Marcato [2008: I, 715] e Costantini Fantini [2011: 322]. Recentemente Giulio Del Bon [2014: 24, 202-203], consultando
le carte conservate in vari archivi, ha potuto ricostruire l’origine della casata e del
cognome Englaro, stabilendone l’origine dal toponimo Englaro di Paluzza. La famiglia
ha avuto origine da un certo Lorenzo abitante in Zenodis (oggi frazione di Treppo
Carnico), che nei documenti è citato per la prima volta nel 1450; questi ebbe due
figli: Candussio e Nicolò. I figli del primogenito Candussio di Zenodis furono
chiamati Leonardo e Vincenzo. In un anno imprecisato della seconda metà del ’400
Vincenzo andò ad abitare nella località di Englaro in Val Pontaiba (Paluzza) e in tal
modo ne assunse la denominazione (1509 Vincentius de Henglaro q. Candusii de Zanodis),
Christian Schneller [1893: 36] faceva derivare questo toponimo dal lat. GLAREA ‘ghiaia’, ma
trattandosi di Äcker ‘campi coltivati’ Craffonara esclude questa etimologia.
19
De Stefani 2003: 200; Costantini - Fantini 2011: 322; Archivio di Stato di Udine, Friuli in
prin anagrafe storica delle famiglie friulane, <www.friulinprin.beniculturali.it> (consultazione
14.12.2015).
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che fu portata anche dai suoi figli Candussio, Biagio e Nicolò. Essa fu trasmessa ai
loro discendenti, che la mantennero anche quando si trasferirono a vivere in altre
località: così si ebbe la cognomizzazione del toponimo. Candussio sposò la figlia di
Filippo Bizau di Casteons e fece testamento nel 1536: un suo figlio di nome Giovanni
nel 1551 risulta abitante proprio a Casteons (oggi frazione di Paluzza); un altro figlio
di nome Leonardo si trasferì invece a Paluzza. Biagio ebbe tre figli: Giovanni,
Giuliano e Francesco, anche quest’ultimo andò a dimorare a Paluzza [Del Bon 2014:
203]. Tra le attestazioni reperite: 1505 Leonardo e Vincenzo de Henglar di Treppo
[Costantini - Fantini 2011: 322]; 1509 Vincentius de Henglaro q. Candusii de Zanodis [Del
Bon 2014: 202]; 1523 Biasio del Anglar [Costantini - Fantini 2011: 322]; 1534 Candusius
d’englar; 1556 Matthio de Englaro de Palutia [De Stefani 2003: 200-201]; 1561 Enrico del
fu Nicolò Englaro [Del Bon 2002: 137]; 1566 Giovanni de Englaro [Costantini - Fantini
2011: 322]; 1608 Paulo Denglar da paluzia; Pietro da Inglare; Giovanni d’Inglare da Castiglion,
habitante in Castiglion [Casteòns]; Olivo Englaro di Englaro [Ferigo - Flora 2003: 248,
249, 251, 259]; 1619 Antonius Denglar (de) villa denglar [De Stefani 2003: 200]; 1620
Antonio d’Englaro [Del Bon 2003: 117]; 1627 Pietro d’Englar; 1647 Francesco d’Englar
[Ferigo - Flora 2003: 263, 264]; 1651 D(ominus) Batt(ist)a q(uondam) Pietro englaro [De
Stefani 2003: 200].
Come si vede, il cognome Englaro rappresenta uno dei moltissimi casi in cui la
località di residenza si fissa dapprima come soprannome individuale, per poi
trasmettersi ai discendenti (come soprannome di casato) e infine stabilizzarsi e
ufficializzarsi come cognome20.
Si conclude qui questo contributo dedicato alla memoria di Giulia Petracco
Sicardi, il quale – attraverso una ricerca svolta su più livelli – ha potuto far chiarezza
sull’origine di un toponimo della Carnia, proponendo una nuova interpretazione
etimologica. A tale scopo si è dimostrata particolarmente fruttuosa la combinazione
tra la ricerca storico-documentaria, l’analisi linguistica, il confronto con altre aree, le
indicazioni degli informatori locali e la verifica in loco delle condizioni geomorfologiche e ambientali.
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FRANCO FINCO
Figura: Particolare della mappa catastale del comune di Paluzza del 1843.