History and onomastics of the small community of Isola (in the Middle Ages also Otoch / Atoch), i... more History and onomastics of the small community of Isola (in the Middle Ages also Otoch / Atoch), in the Territory of Monfalcone (Friuli, north-east Italy)
In questo contributo si avanza l'ipotesi che il coronimo latino (vallis) Iulia, noto finora solo ... more In questo contributo si avanza l'ipotesi che il coronimo latino (vallis) Iulia, noto finora solo da scritti a partire dall'inizio del xvii secolo, sia stato il nome del Gailtal (valle del Gail) in età romana. Il corrispondente nome sloveno Zilja (> friul. Zelie / Zeje) e quello tedesco Gail risulterebbero dall'evoluzione di una denominazione romanza altomedievale *Zulia, attraverso complesse interferenze diacroniche fra le tre lingue.
The waters of a river (the Isonzo), without banks until the nineteenth century, have swept away a... more The waters of a river (the Isonzo), without banks until the nineteenth century, have swept away and made to disappear ancient parishes and small villages.
Quando agli inizi degli anni '90 chi scrive cominciò ad interessarsi della storia linguistica e d... more Quando agli inizi degli anni '90 chi scrive cominciò ad interessarsi della storia linguistica e della toponomastica del Territorio di Monfalcone, era abbastanza dif-fusa fra gli studiosi (fatta eccezione per Giovanni Frau) 1 la convinzione che il bisiaco, il gradese ed il maranese fossero dialetti autoctoni della regione. Fossero cioè il ri-sultato di un' evoluzione separata delle zone lagunari (o prossime alla costa) rispetto al friulano, considerato ormai concordemente la diretta derivazione del latino parlato nella Venetia orientale. Si era arrivati al punto di avanzare l'ipotesi indimostrabile che il friulano della Bassa fosse il risultato di una " calata " medievale dalla parte alta della regione su una riviera caratterizzata da dialetti veneti autoctoni. In diverse pub-blicazioni si riportarono brevi esempi di scritture colte su base veneziana o veneta con qualche coloritura rustica (dei secc. XV-XVII), spacciandole per " prove " della presenza di parlate venete nel Cervignanese e nel Monfalconese. 2 A dire il vero qualcuno aveva già notato la stranezza di un confine linguistico nettissimo a Carlino, a Belvedere e sull'Isonzo, a differenza di quello del Friuli oc-cidentale fra friulano e veneto, con amfizone di grande complessità diacronica e col progressivo regresso del friulano, poco prestigioso e marginale. Una storia lin-guistica già ben studiata quella dell'area concordiese. Molto meno quella delle tre zone venetofone della costa. In quegli anni uscirono alcuni dizionari di cui era notevole e di grande spessore quello di quattro studiosi bisiachi (Domini, Fulizio, Miniussi e Vittori). Già nel dizionario e più diffusamente in articoli e interventi vari il più conosciuto dei quattro, Silvio Domini, si era espresso sulla sicura autoctonia del dialetto veneto bisiaco, dando solo qualche 1 E per Franco Crevatin per quanto riguarda l'Istria settentrionale. 2 Si pubblicarono scritti di notabili e possidenti delle zone in questione, sostenendo che il linguaggio che ne emergeva era la parlata popolare del Monfalconese e del Cervignanese. Quando si sa bene che ecclesiastici, possidenti e amministratori del Friuli, dopo la fine del medioevo, si sforzavano di scrivere (e parlare) una lingua che oscillava con diverse gradazioni fra i due estremi rappresentati dalla lingua letteraria da una parte e dai due registri veneziani (illustre e coloniale) dall'altra. Chi conosce la storia e l'ambiente umano del basso Friuli sa che, per quanto riguarda la lingua della prassi, la borghesia cer-cava di parlare soprattutto il veneto mentre nella nobiltà si davano diversi casi di triglossia: veneto e friulano nella parte sotto Venezia, friulano, veneto e tedesco nella parte goriziana. La lingua letteraria italiana era conosciuta più o meno bene da tutti in queste due classi e fra i possidenti del Goriziano si praticava anche lo sloveno.
Si analizzano i relitti toponimici latini (ivi compresi quelli del sostrato preromano) che resist... more Si analizzano i relitti toponimici latini (ivi compresi quelli del sostrato preromano) che resistono nella nomenclatura della Carinzia: Federaun, Kornat, Serai, Tilliach, ecc. Si aggiungono alcune annotazioni sul Tirolo orientale.
Toponomastica antica del territorio comunale di Aquileia, con special riguardo per il nome princi... more Toponomastica antica del territorio comunale di Aquileia, con special riguardo per il nome principale, per il quale viene qui avanzata una nuova proposta etimologica
History and onomastics of the small community of Isola (in the Middle Ages also Otoch / Atoch), i... more History and onomastics of the small community of Isola (in the Middle Ages also Otoch / Atoch), in the Territory of Monfalcone (Friuli, north-east Italy)
In questo contributo si avanza l'ipotesi che il coronimo latino (vallis) Iulia, noto finora solo ... more In questo contributo si avanza l'ipotesi che il coronimo latino (vallis) Iulia, noto finora solo da scritti a partire dall'inizio del xvii secolo, sia stato il nome del Gailtal (valle del Gail) in età romana. Il corrispondente nome sloveno Zilja (> friul. Zelie / Zeje) e quello tedesco Gail risulterebbero dall'evoluzione di una denominazione romanza altomedievale *Zulia, attraverso complesse interferenze diacroniche fra le tre lingue.
The waters of a river (the Isonzo), without banks until the nineteenth century, have swept away a... more The waters of a river (the Isonzo), without banks until the nineteenth century, have swept away and made to disappear ancient parishes and small villages.
Quando agli inizi degli anni '90 chi scrive cominciò ad interessarsi della storia linguistica e d... more Quando agli inizi degli anni '90 chi scrive cominciò ad interessarsi della storia linguistica e della toponomastica del Territorio di Monfalcone, era abbastanza dif-fusa fra gli studiosi (fatta eccezione per Giovanni Frau) 1 la convinzione che il bisiaco, il gradese ed il maranese fossero dialetti autoctoni della regione. Fossero cioè il ri-sultato di un' evoluzione separata delle zone lagunari (o prossime alla costa) rispetto al friulano, considerato ormai concordemente la diretta derivazione del latino parlato nella Venetia orientale. Si era arrivati al punto di avanzare l'ipotesi indimostrabile che il friulano della Bassa fosse il risultato di una " calata " medievale dalla parte alta della regione su una riviera caratterizzata da dialetti veneti autoctoni. In diverse pub-blicazioni si riportarono brevi esempi di scritture colte su base veneziana o veneta con qualche coloritura rustica (dei secc. XV-XVII), spacciandole per " prove " della presenza di parlate venete nel Cervignanese e nel Monfalconese. 2 A dire il vero qualcuno aveva già notato la stranezza di un confine linguistico nettissimo a Carlino, a Belvedere e sull'Isonzo, a differenza di quello del Friuli oc-cidentale fra friulano e veneto, con amfizone di grande complessità diacronica e col progressivo regresso del friulano, poco prestigioso e marginale. Una storia lin-guistica già ben studiata quella dell'area concordiese. Molto meno quella delle tre zone venetofone della costa. In quegli anni uscirono alcuni dizionari di cui era notevole e di grande spessore quello di quattro studiosi bisiachi (Domini, Fulizio, Miniussi e Vittori). Già nel dizionario e più diffusamente in articoli e interventi vari il più conosciuto dei quattro, Silvio Domini, si era espresso sulla sicura autoctonia del dialetto veneto bisiaco, dando solo qualche 1 E per Franco Crevatin per quanto riguarda l'Istria settentrionale. 2 Si pubblicarono scritti di notabili e possidenti delle zone in questione, sostenendo che il linguaggio che ne emergeva era la parlata popolare del Monfalconese e del Cervignanese. Quando si sa bene che ecclesiastici, possidenti e amministratori del Friuli, dopo la fine del medioevo, si sforzavano di scrivere (e parlare) una lingua che oscillava con diverse gradazioni fra i due estremi rappresentati dalla lingua letteraria da una parte e dai due registri veneziani (illustre e coloniale) dall'altra. Chi conosce la storia e l'ambiente umano del basso Friuli sa che, per quanto riguarda la lingua della prassi, la borghesia cer-cava di parlare soprattutto il veneto mentre nella nobiltà si davano diversi casi di triglossia: veneto e friulano nella parte sotto Venezia, friulano, veneto e tedesco nella parte goriziana. La lingua letteraria italiana era conosciuta più o meno bene da tutti in queste due classi e fra i possidenti del Goriziano si praticava anche lo sloveno.
Si analizzano i relitti toponimici latini (ivi compresi quelli del sostrato preromano) che resist... more Si analizzano i relitti toponimici latini (ivi compresi quelli del sostrato preromano) che resistono nella nomenclatura della Carinzia: Federaun, Kornat, Serai, Tilliach, ecc. Si aggiungono alcune annotazioni sul Tirolo orientale.
Toponomastica antica del territorio comunale di Aquileia, con special riguardo per il nome princi... more Toponomastica antica del territorio comunale di Aquileia, con special riguardo per il nome principale, per il quale viene qui avanzata una nuova proposta etimologica
Uploads
Papers by Rhaet Cadurlin