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Il complesso di Pretestato sulla via Appia. Storia topografica e monumentale di un insediamento funerario paleocristiano nel suburbio di Roma (Roma Sotterranea Cristiana XII). p. 1-375, CITTÀ DEL VATICANO:Pontificio istituto di archeologia cristiana, ISBN: 88-85991-34-3

R O M A S O T T E R R A N E A C R I S T I A N A A CURA DE L PONTIFICIO ISTITUTO DI ARCH E OLOGIA CRISTIANA XII LUCRE ZIA SPE RA IL COMPLE SSO DI PRE TE STATO SULLA VIA APPIA STORIA TOPOGRAFICA E MONUME NTALE DI UN INSE DIAME NTO FUNE RARIO PALE OCRISTIANO NE L SUBURBIO DI ROMA 2004 CITTÀ DE L VATICANO ISBN 88-85991-34-3 © Pon tificio Istitu to di Arch eologia Cristian a, 2004 I-00185 Rom a, Via Napoleon e III, 1 Tel. 064465574 - Fax 064469197 E -m ail: piac@piac.it Web: www.piac.it A Mariacarla, con am ore im m en so INDICE NOTA PRE LIMINARE . PARTE I . . . . . . . . . . . . Pag. 1 » 7 LE PRE ME SSE INSE DIATIVE . . . . . . . . . Capitolo 1 - Il sito fin o alla m edia età im periale: in sediam en ti residen ziali e organ ism i produ ttivi . . . . . . . . Il con testo topografico . . . . . . . . S tru ttu re idrau liche e im pian ti produ ttivi n ell’area della n ecropoli di Pretestato . . . . . . . . . . Capitolo 2 - Il prim itivo u so sepolcrale dell’area . . . . . » » 9 9 » » 11 21 PARTE II IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO . . . Capitolo 1 - Le prim e in stallazion i ipogee . . . . L’im pian to prim itivo G . . . . . La prim a fase evolu tiva dell’ipogeo G . . N u ovi svilu ppi del sepolcreto . . . . La fase prim itiva dell’im pian to F . . . Capitolo 2 - Il riu so degli im pian ti idrau lici n ell’area orien tale Capitolo 3 - La n ecropoli su b divo . . . . . Capitolo 4 - Svilu ppi della catacom ba in età precostan tin ian a La region e della “scala m in ore” (F) . . . La region e della “scala m aggiore” (G) . . Il cim itero n ella cistern a (“region e cen trale”) . La “region e cen trale”: i prim i svilu ppi a su d . La “region e cen trale”: i prim i svilu ppi a n ord . . . . . . . . . . . . . . . » » » » » » » » » » » » » » 31 33 33 39 47 58 65 79 101 101 106 112 132 136 PARTE III STORIA TOPOGRAFICO-MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O TRA IV E V SE COLO . . . . . . . Capitolo 1 - Le region i occiden tali . . . . . . . . La region e F . . . . . . . . . Gli ipogei del livello su periore . . . . . . Fru izion e sepolcrale n ell’area della “scala m aggiore” (G) . . In terven ti m u rari n elle region i G e F . . . . . Capitolo 2 - Storia m on u m en tale della spelu n ca m agn a n el IV secolo . . Form e e tem pi del poten ziam en to sepolcrale dell’im pian to . . I san tu ari lu n go la spelu n ca m agn a . . . . . R estitu zion e diacron ica dell’assetto stru ttu rale . . . . Capitolo 3 - L’evolu zion e topografica della region e cen trale . . . . Gli svilu ppi a su d . . . . . . . . . L’esten sion e a n ord della spelu n ca m agn a du ran te il IV secolo . L’in crem en to fu n erario n elle aree-retrosan ctos . . . . » » » » » » » » » » » » » » 147 149 149 156 165 170 173 173 189 212 223 223 247 258 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . VIII PARTE IV PARTE V INDICE GLI E DIFICI S UB DIVO NE I SE COLI IV-VI: TARIA . . . . . . . Capitolo 1 - Il qu adro arch eologico . . Capitolo 2 - Restitu zion e critica del com plesso RE STITUZIONE . . . . . . su b divo . DOCUME N. . . . . . . . . » » » 265 267 295 DALLE VISITE DE I PE LLE GRINI (VII-VIII SE C.) AL RE CUPE RO ARCH E OLOGICO (XV-XX SE C.) . . . . . . . . . . Capitolo 1 - Frequentazione del com plesso tra tarda antichità e alto m edioevo . Capitolo 2 - Il m edioevo tra spoliazion i, abban don o e persisten ze . . Capitolo 3 - L’età m odern a: cron istoria di u n a scoperta . . . . » » » » 309 311 317 323 QUADRO RIE PILOGATIVO . . . . . . . . . . . . » 341 ABBRE VIAZIONI . . . . . . . . . . . » 347 . . . . . . . . . . » 361 INDICE DE I NOMI DE LLE PE RSONE E DE I LUOGH I . . . . . . . » 369 . . INDICE DE LLE ILLUSTRAZIONI NOTA PRE LIMINARE «Qu ivi potei com in ciare qu elle osservazion i esatte e m olteplici su i m on u m en ti sotterran ei cristian i e su i loro gru ppi n ell’ordin e topografico, che dal prin cipio del m io tirocin io archeologico fu ron o il som m o dei m iei desideri. Im perocché m i sem brava, che u n m etodo tan to accu rato, positivo e scien tifico atten tam en te con tin u ato per m olti an n i e in sotterran ei diversi doveva rivelarm i qu ello appu n to che alla scien za delle cristian e an tichità fin o allora era m an cato; voglio dire la cron ologia e la storia dei sin goli m on u m en ti. I ten tativi di sì lu n go e pazien te lavoro in iziati n el cim itero di Pretestato m i dettero fru tto m aggiore d’ogn i espettazion e: e veram en te io ricordo sem pre con vivo diletto il processo di qu egli scavi e di qu elle prim e osservazion i. Chiara lu ce m i balen ò qu ivi alla m en te: e qu ivi m atu rai il disegn o della n ovella Rom a sotterran ea». (D E R OSSI 1872, pp. 63-64) Qu esto ten tativo di lettu ra in tegrale del com plesso di Pretestato, articolato attraverso il diagram m a evolu tivo del sito, m u ove prin cipalm en te da u n a revision e m on u m en tale au toptica di dettaglio, qu asi “filologica”, correlata e in tegrata con l’apparato docu m en tario e bibliografico, esito soprattu tto dei n u m erosi in terven ti di recu pero arch eologico della n ecropoli paleocristian a. L’in izio di u n a vera e propria attività di scavo n el cim itero situ ato al II m iglio della via Appia, oltre la crepidin e orien tale di qu esta, su l tracciato della m odern a Appia Pign atelli 1 (fig. 1), si colloca n egli an n i cen trali del XIX secolo e già le prim e visite di Giovan n i Battista de Rossi facevan o in tu ire le eccezion ali poten zialità di qu esto in sediam en to su bu rban o, n ell’ottica delle esem plificazion i storiografich e su lla com u n ità cristian a di Rom a in gen erale e in particolare su ll’origin e e lo svilu ppo dei cim iteri della “Rom a sotterran ea”. Un ’in in terrotta serie di lavori, rallen tata e ostacolata dai difficili rapporti con i proprietari del fon do fin o al 1920, an n o dell’acqu isizion e di u n set- 1 In fra, pp. 11, 23-25, 33, 88, 247, 296, 327 su ll’esisten za già in an tico di qu esto asse viario. 2 In fra, p. 332. tore del terren o in teressato dalla catacom ba da parte della San ta Sede 2 , h a ricom posto u n a rete ipogea com plessa e n otevolm en te estesa, su scettibile soltan to di u n a m igliore restitu zion e di alcu n i van i an cora in gom bri di terre. L’area su b divo atten de, in vece, u n au spicabile im portan te approfon dim en to con oscitivo; qu esta, si vedrà, an dò acqu istan do n ei secoli della tarda an tich ità u n profilo “u rban istico” variegato, con u n ricco assetto costru ito polifu n zion ale 3 . In rapporto al repertorio bibliografico e in form ativo si devon o lam en tare alcu n i “vu oti” docu m en tari, dovu ti a circostan ze sfavorevoli alla con servazion e del m ateriale riu n ito dagli arch eologi più direttam en te im pegn ati n elle varie ricerch e sotterran ee e di su perficie, G. B. de Rossi e E . Josi: riferim en ti ad u n ’im portan te raccolta di resocon ti e osservazion i, corredata da disegn i dettagliatissim i, an ch e su llo statu s di rin ven im en to di alcu n i am bien ti, e destin ata al volu m e della R om a sotterran ea progettato dal de Rossi, si rin traccian o in diversi scritti dello stesso stu dioso, m a an ch e di 3 In fra, pp. 267-307. 2 NOTA PRE LIMINARE au tori su ccessivi, com e J. Wilpert prim a e E . Josi dopo, i qu ali sem brerebbero aver in qu alch e m odo “ereditato” il prezioso m ateriale 4 . Un a grave perdita, poi, è costitu ita dall’irreperibilità delle carte dello Josi, respon sabile per più di u n ven ten n io delle in dagin i n el com plesso, soprattu tto in relazion e alle ricerch e su bdiali, di cu i in più occasion i egli prean n u n ciò in van o u n a trattazion e esau stiva e dettagliata, proprio per “l’im portan za d’u n razion ale coordin am en to di scavi fra il sopraterra e il sotterran eo cim itero”5 . Di prom esse n on m an ten u te è pu rtroppo – situ azion e qu asi paradossale! – costellato l’in tero itin erario illu strativo su lla n ecropoli di Pretestato, dalle prospettive, spesso rich iam ate, si diceva, di im m in en te edizion e del volu m e della R om a sotterran ea 6 alla pu bblicazion e m ai con tin u ata dal Kan zler su lle in dagin i 1907-1909 7 . Un a grave respon sabilità pesa, du n qu e, su llo stu dio ch e si presen ta. Qu esto giu n ge, però, in u n m om en to in cu i l’atten zion e rivolta n egli u ltim i decen n i alle din am ich e di trasform azion e della città an tica, con i su oi spazi in tra ed extra m u ros, im pon e u n approccio più “aperto” n ell’an alisi dei sin goli in sediam en ti, ch e n on posson o essere estrapolati dal diven ire com plesso di u n paesaggio in tegrato tra realtà di su perficie ed escavazion i sotterran ee e sem pre sollecitato dalle m odifich e del rapporto tra u om o e “territorio” u rban o, an ch e n el m om en to in cu i la presen za m on u m en tale passa ad essere, da realtà fu n zion alm en te attiva, en tità storica apparen tem en te in erte n ell’assetto topografico. Perciò è apparsa idon ea l’adozion e di u n o sch em a diacron ico com pleto 8 , esito della “m icroan alisi” topografico-m on u m en tale 9 , con alcu n e in evitabili sovrapposizion i per le parti relative al sopratterra, ch e h a talora rich iesto u n a trattazion e docu m en taria orizzon tale e ch e, per le gravi lacu n e con oscitive, h a rich iam ato u n m etodo di esam e attraverso u n a “prospettiva ribaltata” in rapporto ai sotterran ei, essi stessi “con ten itori” di u tili in form azion i per la restitu zion e su bdiale. Nel qu adro delle esigen ze descrittive degli am bien ti ipogei, in fin e, si è preferito con servare sostan zialm en te il sistem a di siglatu ra adottato dal Tolotti (fig. 2), derivato, con alcu n e variazion i topograficam en te sign ificative, dal V volu m e delle In scription es Christian ae Urbis R om ae, cu i in effetti tu tta la recen te bibliografia h a fatto riferim en to, in seren do sem plicem en te alcu n e sigle per van i n on con trassegn ati, con i m edesim i criteri aggiu n tivi u tilizzati dallo stu dioso 10 , an ch e n el caso di revision i della lettu ra topografica, al fin e di evitare scom ode du plicazion i 11 . 4 Cfr. soprattu tto D E R OSSI 1872, p. 65 (“Ciò sarà dim ostrato n ella R om a sotterran ea da disegn i accu ratissim i di qu an to vidi n ell’atto dello sterram en to, e prim a ch e i m arm i … fossero dalle loro sedi rim ossi e trasferiti ai pu bblici Mu sei”; poch e righ e prim a – pp. 64-65 – lo stu dioso faceva an ch e riferim en to a tavole a colori in preparazion e su l cu bicolo “della coron atio”). Un accen n o a tale docu m en tazion e è in W ILPE RT 1908, pp. 165-166 (vd. an ch e R E CIO VE GANZONE S 1998, part. pp. 257-258). E . Josi, poi, an n u n cia addirittu ra “u n a speciale m on ografia ch e riprodu ce l’au ten tico giorn ale di scavo del de Rossi stesso” in relazion e agli scavi con dotti tra il 1847 e il 1854 (J OSI 1927, p. 200; cfr. an ch e p. 202, dove rim an da ad u n a fu tu ra illu strazion e della cam pagn a 1857-1872). Tale m ateriale è risu ltato irreperibile sia tra i codici della Biblioteca Apostolica Vatican a, sia n egli arch ivi della Pon tificia Com m ission e di Arch eologia Sacra e del Pon tificio Istitu to di Arch eologia Cristian a ed è probabile ch e sia an dato disperso in siem e con le carte dello Josi (in fra). An ch e F E RRUA 1971, n . 8 p. 10 lam en tava la perdita di tu tto l’apparato icon ografico lasciato dal de Rossi. 5 J OSI 1927, p. 206 (cfr. an ch e p. 200). 6 Ad esem pio, D E R OSSI 1872, p. 65, K ANZLE R 1898, p. 209, M ARUCCH I 1907, W ILPE RT 1908, pp. 165-166. 7 K ANZLE R 1909, p. 215 riporta u n “Con tin u a” ch e n on avrà m ai u n segu ito (n ella relazion e dei lavori, in fatti, n on vien e per n u lla trattata la region e H , sterrata n ella stessa fase di lavori: in fra, p. 332). In rapporto a qu esta attività di recu pero, tu ttavia, alcu n e im portan ti in form azion i si son o ricavate da u n gru ppo di Taccu in i di appu n ti del Bevign an i, all’epoca ispetto re della Com m ission e di Arch eologia Sacra, rin ven u ti tra le carte n on catalogate dell’Arch ivio PCAS e n ell’occasion e n u m era ti in progression e cron ologica (B E VIGNANI , Taccu in o lavori 1-6). 8 An ch e su lla lin ea di an alogh i e illu stri “esperim en ti” di an alisi e edizion e n ello stu dio della “Rom a sotterran ea”, com e le m agistrali opere di R E E KMANS 1964 e G UYON 1987 (con le qu ali, tra le im portan ti recen ti restitu zion i al qu adro della “Rom a sotterran ea”, van n o ricordati gli approfon dim en ti m on ografici di T OLOTTI 1970, R E E KMANS 1988 e S AINT R OCH 1999, ben ch é qu esti abbian o privilegiato u n diverso im pian to illu strativo). 9 Su lle difficoltà di approccio m etodologico n egli stu di di topografia cim iteriale si con sideri il dibattito sorto, a proposito della catacom ba dei Ss. Marcellin o e Pietro, tra J. Gu yon e J. G. Deckers (in particolare cfr. D E CKE RS 1992 e G UYON 1994). 10 T OLOTTI 1978, tav. I e p. 159; rispetto alle sigle in ICUR V il Tolotti prepon e in m olti casi u n a lettera m aiu scola ch e segn ala l’apparten en za del van o alla region e; le sigle aggiu n te ex n ovo dallo stu dioso son o in vece con traddistin te dall’in serim en to di u n o zero tra la lettera e il n u m ero in pedice. 11 Si è apportata u n ’u n ica variazion e di tipo grafico, elim in an do, per u n a com odità tipografica, la ridu zion e dim en sion ale dei n u m eri dopo le lettere e la loro posizion e in pedice; per u n o sn ellim en to visivo della trascrizion e della sigla, però, si è scelto di con servare u n m odu lo m in ore per lo 0 in terposto tra le lettere in iziali e la cifra n u m erica (Aox e n on A0x). 12 Cfr., su lle qu estion i legate all’iden tificazion e della n ecropoli e su ll’an alisi delle fon ti per la risolu zion e dei problem i in terpretativi, D E R OSSI , BAV, Cod. Vat. Lat. 10515, Dissertation es a Io. Baptista de R ossi habitae in coetu Academ iae archeologicae rom an ae, part. ff. 177-188 (edito parzialm en te in J OSI 1927, pp. 195-200); D E R OSSI 1864-77, I, pp. 225-246 (e III, p. VIII; con u n rich iam o in D E R OSSI 1872, p. 47). Fin o agli stu di del de Rossi la n ecropoli di Pretestato risen tiva an cora della particolare con fu sion e in terpretativa ch e, dopo l’abban don o e l’oblio del periodo m edievale, aveva segn ato per diversi secoli la con oscen za dei cim iteri sotterran ei del su bu rbio su d-est tra le vie Latin a e Ardeatin a 12 . NOTA PRE LIMINARE 3 Un a ricca serie di docu m en ti letterari di in du bbia au torità, calen dari, passion es, fon ti topografich e, biografie papali, con vergon o n el segn alare con eviden za l’in dividu alità in sediativa di qu ello ch e l’an tico “In dice dei cim iteri” ricorda com e cym iteriu m Praetextati ad san ctu m Ian u ariu m via Appia 13 , con il riferim en to, cioè, ad u n person aggio n on m eglio n oto, il probabile evergeta 14 , e con la form u la “agiolocativa” ch e selezion a il cu lto più rappresen tativo del com plesso. Così, in Praetextati, la Depositio m artyru m ricorda il giorn o an n iversario Ian u ari VI idu s Iu l(ias) e Felicissim i et Agapiti VIII idu s Au g(u stas) 15 , com m em orazion i ricon ferm ate dal Martyrologiu m Hieron ym ian u m ch e in trodu ce an ch e il dies n atalis degli altri san ti del cim itero, Tibu rzio, Valerian o, Massim o, Zen on e, Qu irin o, il papa Urban o e u n m en o n oto con fessor Maior16 ; di qu esti, per lo più , le varie leggen de agiografich e in dican o n ella stessa n ecropoli della via Appia il lu ogo di sepoltu ra 17 . Tali origin ari riferim en ti al cim itero trovan o, tra l’altro, riscon tro in docu m en ti n on u fficiali, “privati” e “popolari”: u n piccolo gru ppo di epigrafi localizzan o sepoltu re sia in cym [iterio Ia]n u ari 18 , sia in Praetexta[ti] 19 e [in cim i]tero Praetestat[i] 20 , form a ch e per u n errore del lapicida ven n e in cisa e poi corretta an ch e su u n m arm o dal cim itero di Balbin a 21 . Alcu n e oscillazion i topon om astich e, in du bbiam en te legate alla progressiva e differen ziata valorizzazion e dei diversi poli cu ltu ali e ai variabili equ ilibri di fu n zion alità e fru izion e tra le presen ze su bdiali e qu elle sotterran ee 22 , si colgon o sia n egli itin eraria altom edievali, soprattu tto n ella N otitia ecclesiaru m , ch e, n on lim itan dosi ad u n a sem plice elen cazion e dei san ti 23 , adotta la form u la locativa ad san ctos m artires Tibu rtiu m et Valerian u m et Maxim u m 24 , sia n ella biografia di Giovan n i III (561-574), il qu ale reten u it se in cym iterio S an ctoru m Tibu rtii et Valerian i, n el più logico riferim en to all’area su b divo 25 ; solo più tardi, in epoca carolin gia, in u n a fase di già in iziale abban don o del com plesso n elle su e form e frequ en tative tradizion ali e su lla lin ea di u n a gen erale ten den za al recu pero della più an tica on om astica dei lu ogh i, ricom pare il coem eteriu m Praetextati n ella biografia di Pasqu ale I 26 e, n ell’itin erario del Codice 326 di E in siedeln , con u n preciso posizion am en to a destra della Latin a e a sin istra dell’Appia, il prim o san to epon im o Ian u ariu s 27 . 13 VZ II, p. 62 (cfr. pp. 56-59 – oltre a VE RRANDO 1988, n . 49 p. 342 – su lle qu estion i cron ologich e e com pilative con n esse al docu m en to, ch e si allin ea, sotto il profilo delle solu zion i topon om astich e, alle scelte dei più an tich i calen dari, la Depositio m artyru m e il Martyrologiu m Hieron ym ian u m ). 14 Su i problem i “gen etici” della topon om astica cim iteriale rom an a VZ II, pp. 12-28 (cfr. l’apparato critico alle Deposition es n el Cron ografo del 354); in oltre F IOCCH I N ICOLAI 1997, pp. 124, 125 e F IOCCH I N ICOLAI 1998, pp. 22-23. 15 VZ II, pp. 21, 22. 16 Vd. il profilo agiografico e le fon ti relative a qu esti person aggi in fra, pp. 189-190 e n n . 1237-1243 (e p. 303 per Maior). AA. SS., Nov. II, 2, p. 189 (XVIII kal(en das) Mai(as) via Appia in cim iterio Praetextati san ctoru m Tibu rti Valerian i Maxim i; cfr. però an ch e p. 200 – XI kal(en das) Mai(as) – per u n ’an a loga festa in cim iterio Calisti, su lla qu ale vd. in fra, p. 317 e n . 2079), pp. 219, 221 (Prid(ie) kal(en das) Mai(as) … in cim iterio Praetextati via Appia depositio Qu irin i episcopi), pp. 243, 244 (VI id(u s) Mai(as) … in cim iterio Pretextati Maioris con fessoris), pp. 271, 273 (VIII kal(en das) iu n (ias) … in coem eterio Praetextati n atale Urban i episcopi). In oltre, AA. SS., Nov. II, 2, pp. 362, 363 (VI id(u s) Iu l(ias) ... (in cim iterio) Praetextati via Appia Ian u arii) e pp. 419-421 (VIII id(u s) Au g(u stas) (in cim iterio) Praetextati Felicissim i (et) Agapiti). 17 Il com pilatore della Passio Polychron ii, datata dal Deleh aye tra la fin e del V e gli in izi del VI secolo (D E LE H AYE 1933, part. p. 71), in segu ito al m artirio di Sisto II e dei su oi diacon i, distin gu e la sepoltu ra del pon tefice in cim iterio Calixti e qu ella di Felicissim o e Agapito in cim iterio Praetextati (ibidem , p. 85); vd. an ch e S PE RA 2000-01, pp. 106-107. Il papa Urban o (in AA. SS., Maii VI, p. 13) vien e deposto cu m su is sociis in coem eterio Praetextati via Appia, com e specifica an ch e il com pilatore della biografia n el Liber pon tificalis (LP I, p. 143), il m edesim o lem m a ch e segn a la sepoltu ra del tribu n o Qu irin o n ella passio di Alessan dro, E ven zio e Teodu lo (AA. SS., Maii I, p. 378). Solo per Tibu rzio, Valerian o e Massim o la leggen da, coeva grosso m odo a qu ella di papa Urban o (V secolo?: cfr. in fra, n . 1238 p. 190), n on specifica il n om e della n ecropoli (AA. SS., Apr. II, p. 208). 18 ICUR V 14479a; vd. in fra n . 1241 p. 190. 19 ICUR V 14478. 20 ICUR V 14270; vd. in fra, n . 1242 p. 190, p. 211 n . 1383, p. 259 n . 1740. 21 ICUR IV 12494; cfr. F E RRUA 1951-54. 22 Meglio in fra, p. 306. 23 Com e il De locis e la N otitia portaru m (VZ II, p. 111 e pp. 148-149); su qu este fon ti, e su lla N otu la oleoru m (VZ II, pp. 44-45), vd. più diffu sam en te in fra, pp. 311-312. 24 VZ II, p. 86; in fra, pp. 306, 311. 25 LP I, p. 305 (in fra, pp. 306-307). Nelle biografie posteriori con rich iam i a lavori n el com plesso l’u so dei topon im i, è ch iaro, si sposta all’in dicazion e in dividu alizzata dei san tu ari: Gregorio III (731-741) restau ra le copertu re dei cym iteria beatoru m m artyru m Ian u arii, Urban i, Tibu rtii, Valerian i et Maxim i (LP I, p. 420) e Adrian o I (772-795) ripristin a in gen erale la rete dei san tu ari, l’ecclesia beati Tibu rtii et Valerian i atqu e Maxim i, la basilica S an cti Zen on i e il cym iteriu m san ctoru m Urban i pon tificis, Felicissim i et Agapiti atqu e Ian u arii seu Cyrin i (LP I, p. 509). Vd. in fra, p. 315. 26 LP II, p. 56; in fra, pp. 317-318. 27 VZ II, pp. 199, 200 (m a anche p. 169); vd. infra, pp. 311312. 28 D E R OSSI 1864-77, I, p. 246. 29 B OSIO 1632, p. 195 (com e eviden zia il D E R OSSI 186477, I, pp. 226-227); secon do il prim o “esploratore” delle cata- Proprio l’an alisi com parata delle fon ti topografich e, progressivam en te recu perate n egli an tich i m an oscritti e fin alm en te correlabili con u n pan oram a di presen ze ipogee già piu ttosto com plesso ed esteso, “con du sse per m an o” il de Rossi, per u tilizzare u n ’espression e adottata dallo stesso arch eologo n ella R om a sotterran ea, n ella risolu zion e dei problem i iden tificativi del “fam oso cem etero di Pretestato”28 . Sotto tale n om e, ch e il Bosio aveva con siderato in dicativo solo di u n gen erico settore del vastissim o cim itero di Callisto, esteso per lo stu dioso dall’Ardeatin a all’Appia 29 , n el 1668 il Su arez, vescovo di Vaison , raccoglieva addirittu ra alcu n e 4 NOTA PRE LIMINARE iscrizion i dalla catacom ba di Dom itilla 30 ; Marc’An ton io Boldetti preferì ricon oscere la n ecropoli detta propriam en te di Pretestato n elle gallerie a est dell’Ardeatin a, per lo più qu elle en tro l’odiern o com pren sorio callistian o, di cu i m olte delle setten trion ali del com plesso di Balbin a, ign ote al Bosio, eran o state rivisitate per la prim a volta proprio dai corpisan tari del XVIII secolo 31 . Il gradu ale m a decisivo am pliam en to delle con oscen ze dei sotterran ei n on im pedì n eppu re al March i di sottrarsi a tale orm ai con solidata ten den za all’accorpam en to in terpretativo, alim en tata an ch e dall’ipotesi di u n a con tin u ità fisica tra le varie parti; qu esti, an zi, lim itò il n om e di Callisto alla catacom ba di Dom itilla e defin ì in vece cim itero di Pretestato l’in tera rete ipogea estesa ai du e lati dell’Appia tra l’Ardeatin a e la Latin a 32 ; il rin ven im en to, n el 1848, dell’arcosolio di Celerin a ispirò poi allo stu dioso l’idea di con trassegn are la region e in via di esplorazion e con il n om e di S. Sisto, rappresen tato n ella pittu ra del sepolcro 33 . Solo On ofrio Pan vin io, con in aspettata precocità, m a certo su lla base di su ggestion i eru dite, n el su o elen co De coem eteriis u bicava con precision e il coem eteriu m san cti Praetextati presbyteri via Appia lapide prim o ab eu n tibu s per diverticu lu m sin istrorsu m , appu n to la fu tu ra Appia Pign atelli 34 ; alcu n i decen n i dopo il Severan o raccoglieva tale tradizion e e si riferiva ch iaram en te ad u n “cim itero del vicolo ch e On ofrio (il Pan vin io, appu n to) vu ole sia di Pretestato, da altri si ch iam a di Gian u ario”35 . Pu r essen do lo stu dioso ign aro dell’iden tità m on u m en tale espressa dai du e topon im i, n ella version e origin ale delle su e Mem orie sacre delle S ette Chiese con ten u ta in u n m an oscritto delle Biblioteca Vallicellian a (G19) u n ’u lteriore precisazion e topografica del “vicolo” “per dove si va ad Alban o” e, an cora, “a m an o sin istra per an dare ad Alban o” n e su ggeriva già in con fu tabilm en te la defin itiva localizzazion e 36 . Se le illu m in ate e in tu itive argom en tazion i del de Rossi avevan o fin alm en te sciolto le qu estion i in terpretative e focalizzato l’atten zion e su alcu n i poli im portan ti del cim itero 37 , u n a possibilità di approccio topografico com pleto alla n ecropoli sotterran ea h a su bito per m olti decen n i le in sorm on tabili lim itazion i e gli ostacoli dovu ti ad u n a troppo parziale con oscen za dell’ipogeo, an cora lam en tata da P. Styger n el su o brillan te ten tativo, il prim o n ella storia degli stu di, di an alisi evolu tiva della catacom ba 38 ; soprattu tto il lavoro di F. Tolotti, presen tato n el 1975 al IX Con gresso In tern azion ale di Arch eologia Cristian a, an ch e grazie ad u n accu rato rilievo topografico (fig. 2), pon eva fin alm en te le basi per u n a revision e an alitica in tegrale del cim itero. com be rom an e sotto la defin izion e di Callisto rien travan o, perciò, la catacom ba di Dom itilla, tu tte le escavazion i tra Appia e Ardeatin a, com preso S. Sebastian o (da cu i era partito in effetti il problem a in terpretativo: su qu esto D E R OSSI 1864-77, I, pp. 225-226) e le an cora sporadich e presen ze a sin istra dell’Appia. Un a cau sa di con fu sion e topografica derivata dalle fon ti era stata an ch e l’associazion e forzata tra il cim itero di Balbin a con n esso alla basilica di papa Marco su lla via Ardeatin a (soprattu tto LP I, p. 202) e la Balbin a figlia del tribu n o Qu irin o sepolto a Pretestato (AA. SS., Maii I, p. 378: cfr. D E R OSSI 1864-77, I, p. 226). Ai tem pi del Boldetti e del Maran gon i, ben ch é il prim o avesse proposto u n a possibilità di iden tificazion e, in effetti an cora im propria, della rete ipogea in dicata dai docu m en ti letterari con il n om e di Pretestato, persisteva an cora l’idea del Bosio; per G. Maran gon i il com plesso di Callisto “vien e ch iam ato con altri n om i, com e di Pretestato, o perch é da qu alch edu n o di qu esta an tich issim a e n obilissim a fam iglia rom an a fu am pliato, o perch é vi fu seppellito qu alch e san to m artire di qu esto n om e; di s. Cecilia …; dei ss. Marco e Marcellian o, di s. Zefirin o, di s. Sisto, di s. Balbin a, di s. Marco papa, e con m olti altri n om i, e tu tti per le addette ragion i …” (BAV, Cod. Vat. Lat. 9022, f. 185r). 30 BAV, Cod. Barb. XXXVIII, f. 100 (cfr. D E R OSSI 1864-77, I, p. 227). 31 B OLDE TTI 1720, part. p. 550 (cfr. D E R OSSI 1864-77, I, p. 228). 32 M ARCH I 1844, pp. 208-214 e D E R OSSI 1864-77, I, p. 229. 33 D E R OSSI 1872, p. 63. Cfr. in fra, p. 330. 34 BAV, Cod. Vat. Lat. 6781, f. 106v (da cu i D E R OSSI 186477, I, p. 234 e F E RRE TTO 1942, p. 94). 35 S E VE RANO 1630, p. 429. 36 Su lla valorizzazion e del m an oscritto della Vallicellian a D E R OSSI 1864-77, I, p. 234; vd. in fra, p. 327. 37 Vd. in fra, pp. 328-332 su lle in dagin i del de Rossi. 38 S TYGE R 1933, pp. 146-174; vd. part. pp. 146-147 su i problem i posti dai su ssisten ti in terri ch e im pedivan o (e talora an cora im pediscon o, soprattu tto in u n a serie di van i m argin ali) la lettu ra com pleta delle relazion i topografich e tra le parti. I vari e n u m erosi con tribu ti di E . Josi (J OSI 1927; J OSI 1935; J OSI 1936; J OSI 1936a) si profilan o soprattu tto com e aggiorn am en ti, an ch e sotto ch iave tem atica, delle n u ove scoperte e su ggeriscon o u n a division e topografica m olto grossolan a tra le region i (vd. part. J OSI 1927, pp. 214-216). Nel con clu dere qu esto stu dio rivolgo u n u n ico pen siero, sopra tu tto e tu tti, a Mariacarla, ch e h o sen tito sem pre vicin a in qu esti m esi di in ten so lavoro. NOTA PRE LIMINARE 5 Fig. 1 – Foto aerea della zon a con localizzazion e del com plesso, ripresa 1959 (ICCD, Laboratorio per la Fotoin terpretazion e e la Aerofotogram m etria, con cession e St. 165-13/4/64). LE GE NDA: 1 - Area in teressata dalla catacom ba di Pretestato; 2 - Com pren sorio callistian o; 3 - Via Appia; 4 - Valle della Caffarella; 5 - Via Appia Pign atelli; 6 - Com plesso ad catacu m bas; 7 - Mau soleo di Rom olo; 8 - Circo di Massen zio. 6 NOTA PRE LIMINARE Fig. 2 – Plan im etria della catacom ba su base del rilievo esegu ito da F. Tolotti (da T OLOTTI 1978). PARTE I LE PRE ME SSE INSE DIATIVE CAPITOLO 1 IL SITO FINO ALLA ME DIA E TÀ IMPE RIALE : INSE DIAME NTI RE SIDE NZIALI E ORGANISMI PRODUTTIVI Il con testo topografico Il più am pio qu adro topografico en tro cu i in serire le din am ich e “gen etich e” del com plesso di Pretestato deve abbracciare, in gen erale, i fen om en i di trasform azion e del territorio ad est della via Appia, tra il I e il III m iglio dalle m u ra servian e, con n otato dall’esten sion e della valle della Caffarella (fig. 1); segn ato dal corso dell’Alm on e ch e l’attraversa, da su d-est a n ord-ovest, in posizion e m edian a, in ciden do visibilm en te su lla variegata con figu razion e geom orfologica dell’area, qu esto settore del su bu rbio m eridion ale presen ta u n a serie di eviden ze in sediative ch e testim on ian o u n a prevalen te occu pazion e a scopo agricolo-residen ziale fin dalla tarda età repu bblican a 39 . Al periodo più an tico sem bra possan o essere ascritti alcu n i con ten itori idrici, localizzati per lo più n ella fascia tra il II e il III m iglio, in particolare u n a gran de cistern a circolare in calcestru zzo, con diam etro ch e su pera i 30 m , probabilm en te a cielo aperto per la raccolta delle acqu e piovan e, in prossim ità del tracciato dell’an tica via Latin a 40 , u n an alogo van o di pian ta rettan golare n elle adiacen ze 41 e u n a terza stru ttu ra, più a su d, con perim etro estern o rettan golare e profilo in tern o absidato n ei lati corti, sem pre di con glom erato in scaglie di selce costru ito con tro terra 42 . Tali organ ism i son o da con siderare in rapporto ad u n u so agricolo gen eralizzato del territorio, cu i si legan o 39 In gen erale, su lle din am ich e evolu tive del su bu rbio su dest, en tro il III m iglio, S PE RA 1999 e S PE RA 2003; in oltre, su lla valle della Caffarella si vedan o an ch e Q UILICI 1968, R ANE LLUCCI 1981 e Q UILICI 1987. Su ll’Alm on e cfr. in fin e la recen te trattazion e di P ISANI S ARTORIO 2001. 40 S PE RA 1999, p. 306 (UT 535), figg. 223-224, con bibliografia: vd. an ch e pp. 343-344. 41 S PE RA 1999, pp. 306-307 (UT 536), fig. 225; vd. p. 344. La cistern a, ch e m isu ra all’in tern o 12,50 m x 3,85 m , ven n e in globata in u n organ ism o posteriore. 42 S PE RA 1999, p. 330 (UT 637), fig. 236, e p. 344, con bibliografia specifica an teriore. 43 Ad esem pio S PE RA 1999, p. 308 (UT 537), fig. 226; vd. an ch e p. 344. In gen erale su lle stru ttu re idrau lich e n ell’assetto agricolo del territorio cfr. Q UILICI G IGLI 1987 e Q UILICI - Q UI LICI G IGLI 1995; in oltre B ODON - R IE RA - Z ANOVE LLO 1994. an ch e diverse tracce di cu n icoli di dren aggio in dividu abili n ella m edesim a area 43 e con il qu ale van n o pu re correlate sporadich e attestazion i m u rarie ascrivibili a in sediam en ti stan ziali o sem istan ziali 44 . È dalla prim a età im periale, però, ch e la vocazion e residen ziale del bacin o della Caffarella si va defin en do con caratteri più m arcati, con u n a serie di ville dall’im pian to articolato, spesso n ote in m isu ra m olto som m aria, dislocate per tu tta l’esten sion e, per lo più in posizion e dom in an te su lla som m ità delle altu re: più a n ord, ad u n organ ism o di qu esto tipo, ipotizzabile per l’alta con cen trazion e di m ateriali in su perficie, è con n essa u n a cistern a con speron i lu n go il profilo estern o per il con traffortam en to del terren o 45 ; n on troppo distan te sorgeva la residen za su bu rban a, iden tificata grazie al rin ven im en to di u n a fistu la 46 , di Q(u in tu s) Vibiu s Crispu s, cu rator aqu aru m n el 6871, tre volte con sole e am ico di Vespasian o, in dagata parzialm en te n egli an n i 1878-79 47 . Nu m erosi resti m u rari su lle collin e della fascia m eridion ale 48 perm etton o di ricu cire u n tessu to ricco di in sediam en ti sign orili sparsi n ella valle ch e, du ran te il m edio im pero, con obbe forse il più sign ificativo processo di valorizzazion e m on u m en tale di u n ’area extrau rban a così prossim a alle m u ra, n on altrove attestato in tu tto il su bu rbio di Rom a en tro il III m iglio. Du ran te la secon da m età del II secolo, in fatti, u n settore straordin ariam en - 44 Com e le stru ttu re in opera qu adrata di cappellaccio in dividu ate tra le m odern e via Appia Nu ova e via dell’Alm on e (S PE RA 1999, p. 313, UT 563, e p. 343). Si ricordi ch e an ch e la poco distan te villa radicalm en te ristru ttu rata dall’im peratore Massen zio m ostra la rein tegrazion e di opere m u rarie pertin en ti ad u n a fase di età repu bblican a, n on si pu ò esclu dere con n esse con la proprietà degli An n ii docu m en tata n ell’area (P ISANI S ARTORIO - CALZA 1976, part. pp. 113, 138 e S PE RA 1999, pp. 269-271). 45 S PE RA 1999, pp. 69-70 (UT 90), fig. 29. 46 CIL XV 7564. 47 S PE RA 1999, pp. 71-72 con bibliografia. 48 Sign ificative, soprattu tto, le tracce costitu en ti sin gole Un ità Topografich e in S PE RA 1999, pp. 312-313 (UUTT 556, 557), p. 312 (UT 554), p. 310 (UT 545). 10 PARTE I - LE PRE ME SSE INSE DIATIVE te esteso, sia pu r n on ben defin ibile n ei con torn i, di qu esto territorio, passò, si ritien e soprattu tto at traverso la fam iglia degli An n ii cu i apparten eva la m oglie An n ia Regilla, al n oto e facoltoso aten ie se E rode Attico (101-178/183), person aggio di rilie vo al tem po degli im peratori Marco Au relio e Com m odo 49 . Il “Triopio”, attestato da docu m en ti epigrafici n ell’^Hrúdou ¤grãj 50 , propon eva u n m o dello in sediativo polifu n zion ale m olto ricercato, degn o delle più celebri proprietà im periali, con u n a ben stu diata e spesso su ggestiva distribu zion e di en tità arch itetto n ich e, tem pli e recin ti, n in fei e fon tan e, stru ttu re orn am en tali e celebrative, edifici residen zia li e produ ttivi, tra am plissim i spazi verdi, elegan tem en te coltivati a giardin o e a bosco o, in settori predispo sti, destin ati allo sfru ttam en to agricolo: en tro i lim iti della ten u ta erodian a sorgevan o alcu n i m on u m en ti su perstiti di fattu ra raffin ata, la cd. “spelu n ca di E geria”, datata in età an ton in a 51 , il tem pio prostilo tetrastilo su alto podio di Cerere e Fau sti n a 52 , probabilm en te la tom ba a tem pietto n ell’area più a n ord, n ota com e il sepolcro di An n ia Regilla e riten u ta da alcu n i stu diosi il cen ota fio di qu esta 53 ; u n a delle iscrizion i triopee attesta an ch e l’esi sten za di u n ’area sacra dedicata ad Aten a e alla Nem esi di Ram n u n te 54 , n on m eglio n ota. Un elegan te propileo doveva poi costitu ire l’in gres so al Triopio dalla via Appia: ad u n a stru ttu ra di qu esto tipo van n o, in fatti, ricon dotte le du e colon n e di m arm o cipollin o, scoperte n el XVI secolo presso il m au soleo di Cecilia Metella, su lle qu ali ven n e in ci so il m on ito a n on portarle via Ák toò Triop…ou, ä Ástin Ápˆ toò tr…tou Án tÜ ád7 tÜ ^App…v Án t7 `Hrúdou ¤gr7, trattan dosi di u n don o a Cerere e a Proserpi n a 55 ; u n organ ism o porticato con u n a se rie di cariatidi, recu perate al tem po di Sisto V, do veva pu re costeggiare la crepidin e orien tale della via Appia, m a più a n ord, all’altezza, forse, del II m iglio 56 . Il grosso e logicam en te lu ssu oso polo resi- den ziale più im portan te del Triopio va, con bu on a probabilità, ricon osciu to in u n a serie apparen tem en te disarticolata di stru ttu re rin tracciabili su u n a fascia di terren o al III m iglio, allu n gata in sen so su d-est/n ord-ovest e com presa tra il corso dell’Alm on e, a est, e il com plesso m assen zian o, a ovest: diverse presen ze m u rarie associate a m ateriali “n obili” di rivestim en to, m arm i e m osaici oltre ch e in ton aci, si dispon gon o lu n go il terrazzam en to della collin a ch e gu arda ad orien te, in prossim ità di via dell’Alm on e 57 , e son o logicam en te correlabili con u n a capien te cistern a in m atton i, n elle adiacen ze, con n essa con m u ri cu rvilin ei visibili n el XIX secolo 58 . Altre presen ze m u rarie poco a n ord 59 e i resti di u n articolato im pian to term ale “in bella opera laterizia”60 in prossim ità del tem pio di Cerere e Fau stin a in du rrebbero a ricostru ire u n com plesso abitativo a corpi distaccati, m a giu stapposti, sim ile, ad esem pio, alla ricca villa m edioim periale dei Qu in tili al V m iglio dell’Appia 61 ; n on è esclu so, tra l’altro, an zi è ragion evolm en te ipotizzabile, ch e della stessa proprietà di E rode Attico facesse parte an ch e l’adiacen te im pian to residen ziale poi dell’im peratore Massen zio: a qu esto, n ell’assetto del II secolo, ven n ero an n essi u n im pian to term ale e u n n in feo e aggiu n to u n gru ppo di cam ere in opera m ista; il già esisten te criptoportico, su ddiviso in piccoli van i, ebbe, alle estrem ità, du e alti torrion i circolari ch e valorizzavan o il prospetto scen ografico della villa 62 . È m olto probabile ch e n ella estesa ten u ta erodian a rien trasse an ch e il terren o gravitan te su lla crepidin e orien tale della via Appia all’altezza del secon do m iliario, segn ato, in epoch e su ccessive, da u n fen om en o di sistem atica ricon version e fu n zion ale degli spazi, riassu m ibile n el passaggio dall’occu pazion e agricolo-residen ziale 63 all’im pian to di n ecropoli in su perficie e n el sottosu olo, in particolare con i com plessi di “vign a Ran dan in i” e di Pretestato 64 . Per il prim o cim itero, di fru izion e ebraica, il cu i svilu ppo copre u n arco cron ologi- 49 E ssen zialm en te, su lla figu ra di E rode Attico, G RAINDOR 1930, N E UGE BAUE R 1934, R UTLE DGE 1960, D ICKSON 1997 e T OBIN 1997. 50 Il n om e Triopio (CIG III 6280A = IG XIV 1389I; CIG I 26 = IG XIV 1390 = IGUR II.1 339) è stato m esso in rapporto al san tu ario di Dem etra a Cn ido, fon dato dal re di Tessaglia Triopa; si riten gon o n on degn e di troppa con siderazion e le ipotesi ch e lo legan o alla localizzazion e al III m iglio della via Appia o alla form a trian golare del possedim en to (cfr. Q UI LICI 1968, pp. 333-332). Un a sin tesi gen erale su l Triopio e su lle fon ti epigrafich e ad esso relative in Q UILICI 1968 e P ISANI S ARTORIO - CALZA 1976, pp. 131-141. 51 Fon dam en talm en te L UGLI 1924, pp. 103-105 e K AMME RE R G ROTH AUS - K OCKS 1983, pp. 61-77; S PE RA 1999, p. 300 per u lteriore bibliografia. 52 Vd. K AMME RE R G ROTH AUS 1971 e K AMME RE R G ROTH AUS 1974, pp. 154-161; in oltre S PE RA 1999, pp. 302-303 per u lterio re bibliografia. 53 Vd. su qu esto edificio sostan zialm en te L UGLI 1924, pp. 109-116 e K AMME RE R G ROTH AUS 1974, pp. 166-198; in oltre S PE RA 1999, pp. 205-207. 54 CIG III 6280A = IG XIV 1389I. S PE RA 1999, p. 285 (UT 485) con bibliografia e p. 355. 55 CIG I 26 = IG XIV 1390 = IGUR II.1 339. Vd. S PE RA 1999, p. 284 (UT 487). 56 E ssen zialm en te K AMME RE R G ROTH AUS 1974, pp. 140-149; vd. S PE RA 1999, p. 268 (UT 458) e p. 354. 57 S PE RA 1999, pp. 303-306 (UUTT 530, 532). 58 S PE RA 1999, p. 303 (UT 531). 59 S PE RA 1999, pp. 330-333 (UT 638). 60 L ANCIANI , BAV, Cod. Vat. Lat. 13045, f. 90; cfr. S PE RA 1999, p. 302 (UT 527). 61 E ssen zialm en te PARIS 2000. 62 P ISANI S ARTORIO - CALZA 1976, pp. 117-121; S PE RA 1999, p. 354 (e UUTT 463-464, 470, pp. 271, 274-275, 275-276, 277). Più in gen erale P ISANI S ARTORIO - CALZA 1976, pp. 140-141. 63 Tale con n otazion e fu n zion ale con tin u a, in vece, a caratterizzare il settore m edian o della valle della Caffarella per tu tti i secoli della tarda an tich ità e, addirittu ra, del m edioevo (S PE RA 1999, part. pp. 383-384, 418, 433). 64 Pu ò essere in dicativa, per tale associazion e proprietaria in rapporto al com plesso di Pretestato, la presen za, in qu e- CAPITOLO 1 - IL SITO FINO ALLA ME DIA E TÀ IMPE RIALE 11 scelta n ei raccon ti agiografici relativi ad alcu n i san ti del cim itero, Tibu rzio, Valerian o e Massim o e il papa Urban o 71 , di am bien tare le vicen de salien ti dell’itin erario m artiriale ad agru m pagu m … qu arto m illiario ab u rbe72 . co dalla fin e del III secolo ai prim i decen n i del IV65 , ven n ero riu tilizzate, con fu n zion e di vestibolo posizion ato su u n asse viario trasversale all’Appia, corrispon den te con approssim azion e alla m odern a Appia Pign atelli 66 , le stru ttu re di u n più an tico n in feo di pian ta rettan golare in opera m ista, con n icch ie su lle pareti, parte, verosim ilm en te, di u n a più articolata presen za abitativa; n ella fase di riu so sepolcrale m u ri in tu felli e m atton i defin iron o, lu n go il perim etro, arcon i per sarcofagi 67 . An ch e n el sottosu olo la catacom ba ebraica sem bra rein tegrare, n el settore cen trale, dalla disposizion e irrazion ale e disarticolata degli am bien ti, alcu n i van i preesisten ti di n atu ra n on fu n eraria, talu n i, per lo ston dam en to delle volte e la con figu razion e plan im etrica, di ch iara origin e aren aria, altri m eglio decodificabili com e organ ism i con fu n zion e idrau lica, veri e propri cu n icoli, in qu alch e caso rim asti privi di sepoltu re, e, n el settore occiden tale, u n a piccola cistern a a bracci trasversali in tercom u n ican ti 68 . È n ella stessa area del cim itero di “vign a Ran dan in i”, tra l’altro, m a n on in con n ession e fisica con qu esto, ch e il Bartoli attestava, in u n a perlu strazion e del 1694, la presen za di organ ism i ipogei “tu tti im bian cati”, erron eam en te collegati dallo stu dioso con il cim itero di Callisto 69 , m a associabili ad “u n a con serva d’acqu a, sim ile a qu ella degli Acili, su l Pin cio, tu tta spalm ata di sign in o bian ch eggian te”70 . Nell’ottica di u n probabilissim o legam e tra il Triopio e l’area di Pretestato pu ò essere valorizzata, in qu alità di m ero riferim en to leggen dario ad u n tradizion ale abbin am en to dei du e lu ogh i, la Ma è proprio la catacom ba di Pretestato a offrire u n repertorio sign ificativo di opere ipogee fu n zion ali con ogn i probabilità ad u n qu adro in sediativo diverso da qu ello fu n erario e, è logico, preceden te l’im pian to della n ecropoli 73 ; le form e di escavazion e di diversi am bien ti della cd. “region e cen trale” (in particolare l’asse m edian o A con i van i adiacen ti e alcu n i organ ism i dei m eridion ali gru ppi B e C: tav. I) tradiscon o in equ ivocabilm en te, in fatti, n egli svilu ppi plan im etrici e n elle risolu zion i stru ttu rali, u n ’origin e n on sepolcrale. Si deve ad u n ’accu rata an alisi di F. Tolotti, presen tata n el 1975 al IX Con gresso In tern azion ale di Arch eologia Cristian a, l’elaborazion e di u n m odello in terpretativo volto a ricon oscere n elle stru ttu re all’origin e di qu esto vasto settore del cim itero sotterran eo u n articolato sistem a per la raccolta delle acqu e 74 , con am pia cistern a a svilu ppo lon gitu din ale, in dividu ata n ell’am bu lacro cen trale A, lu n go 100 m e largo da 2 a 2,60 m , ch e proprio per le dim en sion i ven n e defin ito dall’au tore della N otitia ecclesiaru m “spelu n ca m agn a”75 , cam ere e st’area, di reperti scu ltorei di sicu ra produ zion e attica, per cu i già G IULIANO 1962, p. 20 (vd. an ch e S ALVE TTI 1989, part. pp. 61-62) propon eva u n a su ggestiva relazion e con il possedim en to di E rode Attico. Cfr., su ll’in ciden za di tali m ateriali di “n obile” com m itten za, an ch e in fra, pp. 22, 87-88. Va n otato ch e n el Mu seo classico di Pretestato, se i reperti fu n erari più an tich i n on rim an dan o ad u n periodo preceden te la m età e, più sicu ram en te, la fin e del II secolo (in fra, pp. 21-29), alcu n i m ateriali di più precoce cron ologia son o essen zialm en te ricon du cibili a solu zion i di decoro arch itetton ico, forse m eglio in qu adrabili en tro con testi residen ziali: si tratta di du e capitelli di lesen a (PCAS i. 624, con la rispettiva parasta scan alata, e i. 597), u n o con m otivo “a doppia esse” con volu te opposte e sim m etrich e, sim ile a esem plari ostien si di età adrian ea (P E NSABE NE 1973, n . 638 p. 155), l’altro, fram m en tario, con foglie di acan to, collocabile tra la fin e del I e il II secolo (P E NSABE NE 1973, n n . 579-581, pp. 144-145); di u n ’an tefissa fittile con Gorgon eion e palm etta a sette lobi, della prim a m età del I secolo d.C., e di u n a coeva lastra Cam pan a con Gorgon eion e volu te (i. 545-546: M IE LSCH 1972, n . 22 p. 19 e P E NSABE NE - S ANZI D I M INO 1983, n . 427 p. 179); in fin e di u n bu sto acefalo con fron tabile con prodotti del prim o im pero (i. 214; cfr. sch eda). Diversi preziosi m ateriali rin ven u ti n ei sotterran ei su ggestion aron o an ch e in passato su probabili con n ession i con la ten u ta triopea; E . Josi (J OSI 1927, p. 207) attribu iva alla “villa di E rode Attico” u n capitello corin zio probabilm en te riu tilizzato in u n edificio cristian o su bdiale (in fra, n . 1982 p. 303) e ad u n a proven ien za da qu esto eccezion ale con testo, secon do lo stu dioso, facevan o pen sare an ch e i “tan ti ricch issim i altri m arm i con in solita dovizia ritrovati in catacom ba”. Vale la pen a citare in tal sen so an ch e “u n a bellissim a terra cotta a soggetto pagan o” scoperta dal de Rossi a ch iu su ra di u n locu lo su lla scala F e “trasferita tosto al Mu seo pagan o” (D E R OSSI , Cod. Vat. Lat. 10515, R elazion e dei lavori. N ovem b. 1851 - Mai 1860, f. 28r). 65 Su qu esto com plesso VISMARA 1986, pp. 371-378, K O NIKOFF 1986, pp. 19-25, R UTGE RS 1990, pp. 144-149, VITALI 1994, pp. 25-29, oltre a S PE RA 1999, pp. 262-265 (CT S). 66 Su qu esto tracciato viario S PE RA 1999, pp. 454-455 (e n . 114 per alcu n i riferim en ti bibliografici) e in fra, p. 88 an ch e su lla possibilità di iden tificazion e con la via Asin aria attestata dalle fon ti (M ARI 2001). 67 S PE RA 1999, pp. 262-265 (UT 444), 352, 381. 68 Per u n ten tativo di lettu ra delle com pon en ti topografich e essen zialm en te S PE RA 1999, pp. 262 e 265 (UT 446); vd. fig. 194. 69 B ARTOLI , in F E A 1790-1836, I, CXLIII. 70 L ANCIANI 1989-2002, V, p. 310; vd. S PE RA 1999, p. 328 (UT 624). 71 Su qu esti in fra, p. 190 n n . 1238, 1240. 72 AA. SS., Apr. II, pp. 207, 208; AA. SS., Maii VI, pp. 11, 12. 73 Per le fasi di im pian to del cim itero di su perficie in fra, pp. 79-98; cfr., in vece, in fra, pp. 33-63 per le prim e in stallazion i fu n erarie sotterran ee. 74 T OLOTTI 1978, pp. 161-164 e pp. 171-181; vd. an ch e T O LOTTI 1980, pp. 32-34. Tale m odello h a perm esso u n su peram en to defin itivo delle preceden ti an alisi topografich e, in particolare qu ella di S TYGE R 1933, pp. 154-164. 75 VZ II, p. 86; vd. però m eglio in fra, pp. 190-191. Con tale espression e, in equ ivocabilm en te riferita a qu esta “gran de gal- S tru ttu re idrau liche e im pian ti produ ttivi n ell’area della n ecropoli di Pretestato 12 PARTE I - LE PRE ME SSE INSE DIATIVE cu n icoli laterali per au m en tare la capien za del serbatoio e u n dispositivo di scarico attraverso u n sistem a di tre pozzi, u n o dei qu ali approfon dito fin o alla falda freatica (figg. 3, 4, 5, 7, 8). L’an dam en to n on rettilin eo, m a a tratti spezzati, della galleria idrau lica prin cipale, ch e soprattu tto per le caratteristich e dim en sion ali si presta ad essere in terpretata com e u n a cistern a, in du ce lo stu dioso a su pporre, per qu esto organ ism o, u n ’u n ica attività escavativa, con dotta però da tre pu n ti diversi, da u n am pio pozzo cen trale (O) verso i lati est e ovest e, con tem poran eam en te, dalle estrem ità verso il settore m edian o; le discon tin u ità del tracciato risu ltan o essere, pertan to, l’esito del raccordo dei tre tron con i au ton om am en te scavati 76 . All’origin ario im pian to idrau lico e, si è detto, per am pliarn e la capien za, il Tolotti riferisce an ch e tu tti i van i laterali della spelu n ca m agn a (fig. 3), aperti a n ord e a su d, sia brevi corridoi, su ccessivam en te prolu n gati n ella fase cim iteriale 77 , sia cam ere, più o m en o am pie, destin ate n ell’u so su ccessivo ad assolvere la fu n zion e di cu bicoli; per alcu n e di qu este si adatta m olto ben e alla lettu ra idrau lica la defin izion e dell’in gresso con am piezza pari alla largh ezza in tern a dell’am bien te 78 , poi ristretto con pilastri in m u ratu ra 79 . Alcu n i van i più distan ti dalla stru ttu ra cen trale son o poi riten u ti u lteriori pu n ti di raccolta e di attin gim en to: così, ad esem pio, vien e in terpretato dallo stu dioso l’am bien te n ord ADa, collegato all’estrem ità ovest della spelu n ca m agn a m edian te il braccio A1-AD1; an ch e la cam era a su d Bog, provvista di u n gran de pozzo circolare, doveva essere “u n a cistern etta relativa al soprassu olo, più tardi sfon data per u tilizzarn e l’im plu vio com e alim en tazion e della cistern a m aggiore attraverso la galleria B9/AB10”80 . A corredo del m acroscopico apparato idrau lico il Tolotti ricostru isce u n sofisticato m eccan ism o di scolo delle acqu e, ch e trae origin e dall’am bien te m edian o Ac, davan ti all’in gresso del qu ale u n o scavo del livello pavim en tale aveva perm esso di ricon oscere la qu ota più bassa del su olo dell’in tera galleria cen trale 81 (fig. 7). L’an dam en to del van o, fortem en te obliqu o rispetto alla parete n ord della cistern a cen trale, appare con dizion ato dalla n ecessità di direzion arsi verso u n pozzo (O1), correlato con du e organ ism i an alogh i, posti, rispettivam en te, u n o (O2) 2,40 m a est, su l m edesim o asse, e il secon do (O3) 26 m a su d di O2, in corrispon den za della term in azion e di u n a lu n gh issim a scala di 60 gradin i, approfon dita fin o all’in tercettazion e della falda freatica; il progressivo abbassam en to del livello del su olo m edian te scale garan tirebbe, appu n to, l’organ izzazion e di tali am bien ti in m odo ch e l’acqu a potesse con flu ire agevolm en te n el pu n to più basso 82 . Il pozzo O3, com e visu alizzato n elle figg. 7-8, raggiu n ge u n a profon dità di 24 m e in teressa du e livelli di gallerie cim iteriali sovrapposte, alcu n i van i della su periore region e B (B14, B15, B18) e le gallerie PB23, PB22, Po1 del sottostan te sistem a P/E , l’u ltim a delle tre, priva di locu li (com e PB22), assolu tam en te irraggiu n gibile dal con testo; per il Tolotti an ch e parte di qu esti am bien ti devon o essere riten u ti di origin e idrau lica (fig. 6) e in terpretati com e “cam ere radiali, aperte n ella can n a di O3, a diversi livelli, … destin ate a con ten ere u n a parte del liqu ido, du ran te il tem po n ecessario a disperdere la n otevole m assa d’acqu a in giu oco en tro la falda freatica circolan te n ella pozzolan a rossa, 1617 m più in basso del fon do della cistern a”83 ; essi, in fatti, n ota an cora lo stu dioso, “con dizion an o le gallerie circostan ti in m odo da ren dere eviden tissim a la preesisten za del pozzo rispetto allo svilu ppo della n ecropoli n ei pressi”84 . Tra l’altro, sem pre lu n go il profilo del pozzo O3, su lla parete m eridion ale, si n otan o, l’u n a su ll’altra, du e “in tacch e” n el tu fo (Po2, Po3) ch e farebbero pen sare alla program m azion e, poi n on portata a term in e, di du e an alogh i bracci ciech i con la m edesim a fu n zion e 85 . Il van o obliqu o Ac, oltre ch e correlare il siste m a di pozzi O1-O2-O3 con la cistern a, in trodu ceva ad u n gru ppo di qu attro am bien ti rettan golari (PTa, PTb, PTc, Poa), aperti 86 su l largo braccio cen trale (PT1) e riten u ti pu re u n serbatoio accessorio del sistem a prin cipale: con siderazion e m olto valorizza ta dal Tolotti a garan zia della preesisten za di qu esto organ ism o con con figu razion e plan im etrica “a spin a di pesce” il rapporto di an teriorità tra il sistem a PT e la lu n ga galleria orien tale F11 diram ata dalla region e della “scala m in ore” (F) 87 . leria” sin dal m om en to della scoperta (D E R OSSI 1872, pp. 7374: in fra, pp. 331-332), l’am bu lacro è com u n em en te in dicato dagli stu diosi. 76 T OLOTTI 1978, part. pp. 162-163 e fig. 3 e T OLOTTI 1980, p. 32. 77 La lu n gh ezza origin aria di qu esti, secon do lo stu dio so, doveva aggirarsi in torn o ai 12-15 m : T OLOTTI 1978, pp. 171-172; per le gallerie su d Ao14, A14, A13, A12, Ao12 “u n ’origin a ria lu n gh ezza di poch i m etri è an cora testim on iata da u n salto n ella volta in tu fo, per altre la si pu ò desu m ere dal fatto ch e u n a m aggiore esten sion e sarebbe stata in com patibile con le direzion i fra loro con vergen ti di qu egli am bu lacri: in effetti, allorch é le gallerie fu ron o su ccessivam en te prolu n gate si ebbe - ro gli in con ven ien ti e si rich iesero gli artifici den u n ciati in pian ta”. 78 T OLOTTI 1978, part. p. 172. 79 Soprattu tto i van i Ah , Ak, Am . 80 T OLOTTI 1978, p. 172. 81 T OLOTTI 1978, pp. 177-178. 82 T OLOTTI 1978, p. 179; vd. pp. 174-180 per u n a descrizio n e dettagliata. 83 T OLOTTI 1978, p. 178; in gen erale pp. 176-178. 84 T OLOTTI 1978, p. 176. 85 T OLOTTI 1978, p. 177. 86 PTb e PTc affron tati. 87 Su lla cu i esten sion e a est si veda in fra, pp. 151-153. Cfr. T OLOTTI 1978, part. p. 176. CAPITOLO 1 - IL SITO FINO ALLA ME DIA E TÀ IMPE RIALE 13 Fig. 3 – Restitu zion e dell’im pian to idrau lico form u lata da F. Tolotti: son o riferiti alla cistern a tu tti i van i con profilo m arcato (da T OLOTTI 1980). Fig. 4 – Sch em a delle em ergen ze estern e con la correlazion e dei pozzi e le lin ee di escavazion e n ella restitu zion e idrau lica di F. Tolotti (da T OLOTTI 1978). Fig. 5 – Sezion e lon gitu din ale deform ata della spelu n ca m agn a (da T OLOTTI 1978). 14 PARTE I - LE PRE ME SSE INSE DIATIVE Fig. 6 – Restitu zion e dell’im pian to idrau lico form u lata da F. Tolotti: gli am bien ti PT/PE e il pozzo O3 (da T OLOTTI 1978). Fig. 7 – Sezion e degli am bien ti A-Ac-Poa di origin e idrau lica n ella restitu zion e di F. Tolotti, con visu alizzazion e del rapporto tra i pozzi O-O1 (da T OLOTTI 1978). CAPITOLO 1 - IL SITO FINO ALLA ME DIA E TÀ IMPE RIALE La sistem azion e com plessiva dell’in tera evolu zion e topografico-stru ttu rale della n ecropoli ipogea di Pretestato, riassu n ta in qu esto stu dio, in du ce, però, ad u n a revision e del m odello idrau lico proposto dallo stu dioso, ch e, in realtà, in u n prim o approccio sem bra con ten ere alcu n i elem en ti di debolezza in dividu abili in u n a sorta di “pan idrau lism o”, n ella ten den za, cioè, ad attribu ire u n a fu n zion e idrau lica an ch e ad am bien ti n on sicu ram en te con n otabili in tal sen so e forzatam en te raccordati con l’esito di u n sistem a troppo com plesso e artificioso, di difficile con fron to n el repertorio delle opere idrau lich e di età rom an a. Già n elle riflession i su “I cim iteri cristian i” edite n egli atti dello stesso Con gresso In tern azion ale di Arch eologia Cristian a i du e au tori, U. M. Fasola e P. Testin i, pu r accettan do, fon dam en talm en te, le su ggestion i in terpretative del Tolotti, avan zavan o perplessità “su ll’ipotesi dell’origin aria destin azion e di tu tta la Spelu n ca ad u n a cistern a”88 . In effetti, l’in gegn oso m eccan ism o idrico deve essere, sem bra, n otevolm en te sem plificato, poich é con trasta con alcu n i dati stru ttu rali e con u n a serie di valu tazion i su ggerite dalla sequ en za storico-topografica in cu i si articola lo svilu ppo della cd. “region e cen trale”89 (fig. 9). Si pu ò, in tan to, con sicu rezza riten ere ch e il pozzo O3 ven n e creato soltan to in fu n zion e dell’u tilizzo fu n erario del sottosu olo: le opere m u rarie in opera listata, u n itaria e coeren te, ch e n e defin iscon o la stru ttu ra per tu tta l’altezza risu ltan o, in fatti, con testu ali con organ ism i sepolcrali, in particolare la coppia di arcosoli n ord della su periore galleria B18 90 . Tra l’altro, l’im pian to del lu cern ario, delim itato n ei con torn i, su i du e livelli di am bu lacri cim iteriali, da robu sti parapetti della m edesim a m u ratu ra e legati ai pilastri an golari, rese im praticabile la su ccession e di van i B18-Bd-Be, m otivo per il qu ale ven n e creato u n passaggio (p) dall’adiacen te am bu lacro B6-B8, prolu n gato n ella adegu ata direzion e, m edian te u n taglio ch e in teressò, in m odo eviden te, i già esisten ti locu li del- 88 F ASOLA - T E STINI 1978, p. 124 n . 24; du bbi an alogh i son o rivolti an ch e all’in terpretazion e idrau lica, form u lata dallo stesso Tolotti, della galleria prin cipale dell’ipogeo di Nicom ede (T O LOTTI 1978, p. 164). Si ritien e n ecessitin o di ricon siderazion e an ch e le lettu re idrau lich e proposte dallo stu dioso in relazion e al secon do pian o della catacom ba di Priscilla (T OLOTTI 1980, pp. 28-30), all’ipogeo dei Flavi e a qu ello del Bu on Pastore in Dom itilla (T OLOTTI 1980, pp. 34-38, 41-42), al n u cleo prim itivo di Calepodio (T OLOTTI 1980, p. 36), alla catacom ba di S. Tecla (T OLOTTI 1980, pp. 37-39), allo scalon e del Maiu s (T O LOTTI 1980, p. 42). An ch e per l’organ ism o dello stesso com plesso di Pretestato posto ai m argin i su d-est della rete ipogea, ai piedi della scala detta “della Caffarella” (C), sem bra preferi bile su pporre u n ’origin e aren aria (vd. m eglio in fra, pp. 19-20), ben ch é F. Tolotti lo valorizzi com e m odello idrau lico più volte rich iam ato (T OLOTTI 1978, pp. 172-174 e T OLOTTI 1980, pp. 34, 36). 89 Per la scan sion e delle fasi evolu tive in dettaglio vd. in fra, pp. 65-77, 112-146, 173-263. 15 la parete di fon do di Be 91 (fig. 126). An ch e con le sottostan ti gallerie del gru ppo PB segn ate, si deve riten ere, da u n u so appen a più precoce delle su periori B 92 , il pozzo O3 costitu ì u n elem en to n u ovo rispetto ad u n u tilizzo sepolcrale già avan zato: la su a creazion e, in fatti, determ in ò u n probabile prolu n gam en to, se n on lo scavo com pleto, della diram azion e PB23 dalla preceden te PB25, la realizzazion e del corto braccio PB22 verso n ord, proprio per attin gere alla bocca di lu ce, in u n con testo, però, ch e doveva essere già in fase di esau rim en to fru itivo; n on si spiegh erebbero altrim en ti, in fatti, la solo sporadica occu pazion e del tratto occiden tale di PB23 e l’assen za com pleta di sepolcri su lle pareti di PB22, qu ella est rim asta del tu tto libera e qu ella ovest destin ata essen zialm en te ad accogliere le stru ttu re di rin forzo m u rario a doppio arco sovrapposto, in dispen sabili per sosten ere u n organ ism o così profon do e fu n zion ale a più livelli sovrapposti di escavazion e. Proprio per im portan ti esigen ze di ordin e statico si su ppon e debban o essere spiegati sia il van o Po1, m ai accessibile m a in teressato da an alogh e costru zion i arcu ate, destin ate alla dispersion e del peso, sia le du e cavità sottostan ti del lato su d del pozzo O3, Po2, Po3, fin alizzate proprio all’au m en to di su perficie perim etrale per u n a m igliore distribu zion e delle spin te in u n a stru ttu ra soggetta, appu n to, per l’eccezion ale profon dità, a sign ificative sollecitazion i statich e 93 . Un u lteriore e in con trovertibile elem en to ch e im pedisce di ricon du rre il pozzo O3 e lo scalon e PE 3 tra gli organ ism i idrau lici preesisten ti è forn ito dalla stessa scala, ch e presen ta, su en tram be le pareti, u n a su ccession e di locu li ch e, parten do dal gradin o su periore, si in terrom pon o in corrispon den za del 17° (fig. 8): è ben eviden te ch e tali tom be apparten gon o ad u n a situ azion e di fru ibilità di qu esto spazio an teriore all’approfon dim en to della ram pa, in rapporto al qu ale, per la n otevole altezza di ca. 4,50 m dai locu li della fila 90 Vd. m eglio in fra, p. 223. Vd. an ch e in fra, p. 234. T OLOTTI 1978, p. 183 riten n e le stru ttu re m u rarie, proprio verifican don e la con testu alità con gli arcosoli di B18 e di B14, fru tto di u n “rin n ovam en to m u rario, esteso dal 2° al 1° livello, del prim itivo pilon e in tu fo corrispon den te all’an golo su d ovest del pozzo”. L’au tore, però, n on segn ala il taglio delle tom be in Be con la creazion e del passaggio p, in dican do, in vece, ch e i locu li B6-B8 n e rispettan o gli stipiti (vd. in fra, p. 234 su l sign ificato n ella correlazion e delle fasi da attribu ire a qu este osservazion i). 92 Vd. in m isu ra più approfon dita in fra, pp. 136-146. 93 Vd., per u n ’an aloga solu zion e stru ttu rale con la creazion e di n icch ie per m otivazion i statich e, il caso della basilica ipogea di S. E rm ete: S PE RA 1997, part. pp. 199-201. Su lle sostru zion i cave G IULIANI 1990, p. 118 e fig. 14.5. Si ricordi ch e per il Tolotti le du e n icch ie son o da con siderarsi ten tativi program m ati, m a appen a esegu iti, di bracci ciech i laterali, fru tto, tra l’altro, di du e m om en ti diversi: T OLOTTI 1978, p. 177. 91 16 PARTE I - LE PRE ME SSE INSE DIATIVE Fig. 8 – Restitu zion e sch em atica in sezion e lon gitu din ale su d-n ord dello scalon e PE 3, con il rapporto tra le qu ote degli am bien ti correlati (da T OLOTTI 1978). Fig. 9 – E viden ziazion e, n ella plan im etria com plessiva della catacom ba, degli am bien ti di probabile origin e idrau lica. CAPITOLO 1 - IL SITO FINO ALLA ME DIA E TÀ IMPE RIALE 17 in feriore, i sepolcri risu ltavan o di difficile fru izion e e, soprattu tto, di im possibile esecu zion e. Molto probabilm en te le tom be parietali ven n ero realizzate soltan to du ran te la prim a fase di scavo della scala, pen sata, forse, in posizion e sim m etrica rispetto al van o Poa a n ord, per sottopassare il già esisten te van o Ad 94 ; il prosegu im en to di qu esta, n el settore in feriore su ccessivo al tron con e di volta pian a diram ato dal lu cern ario O3 95 , rese dispon ibile am plissim e su perfici tu facee ch e, ad u lteriore con ferm a di u n in terven to in u n a situ azion e di sem iabban don o della region e P, n on fu ron o m ai u tilizzate a scopo sepolcrale 96 . Risu lta poi logico sottrarre alla restitu zion e dell’assetto idrau lico del Tolotti alcu n i dei van i correlati con la spelu n ca m agn a, sia per la regolare con figu razion e plan im etrica e volu m etrica di cu bicoli e gallerie cim iteriali, sia perch é risu ltati, dall’an alisi diacron ica, spazi di sicu ra più tarda occu pazion e rispetto alle prim e fasi di riu so sepolcrale della cistern a tra la fin e del II e i prim i an n i del III secolo 97 e qu in di in spiegabilm en te privi di sepoltu re per lu n go tem po: in tale valu tazion e rien tran o il gru ppo di am bu lacri m eridion ali Ao14, A14, A12, Ao12 98 , il braccio AB19, direzion ato verso il lu cern ario O3 99 , i cu bicoli a n ord Aa, Ab, ADa 100 e le cam ere aperte all’estrem ità orien tale della galleria cen trale ATd, Al, Ap, An 101 . In effetti, appare u n a su ggestion e forte n ella defin izion e dell’apparato idrau lico ch e lo stesso tratto est della spelu n ca m agn a, di m in ore am piezza e di u so sepolcrale appen a più tardo, per alm en o 17 m , sia il prodotto di u n in terven to escavativo posteriore, legato alla fase cim iteriale, fin alizzato alla possibilità di attivare u n accesso da u n asse viario secon dario corren te da su d verso la valle della Caf- farella 102 : in tal m odo, tra l’altro, l’ipotesi del Tolotti su lle m odalità di esecu zion e della cistern a in tre tron con i raccordati 103 , assu m e u n a coeren za plan im etrica m aggiore, con l’in dividu azion e di u n settore rettilin eo di ca. 32 m , scavato appu n to dal pozzo O, e i du e bracci laterali, en tram bi, all’origin e, con u n ’esten sion e di 25 m (fig. 9; tav. I). Si posson o, in vece, con siderare con bu on a probabilità an n essi dell’origin ario serbatoio prin cipale i van i isolati Ah , Ax, n ella version e preceden te l’elaborazion e in tern a del IV secolo 104 , Aon , a su d, Ao6, Ac, Ad 105 , Ak, Am , su l lato n ord, e, ipoteticam en te, i du e piccoli gru ppi di cu n icoli in tercom u n ican ti A1-AD1/A5-Ao5/A5'/A5''/A4 su l lato setten trion ale e AB1/Ao1/AB3/AB10/AB2 su qu ello su d, ch e per m odalità di escavazion e a m aglie m olto ravvicin ate e per l’an dam en to in spiegabilm en te sin u oso del braccio Ao5 106 , si adattan o m eglio alla con figu razion e di u n sistem a idrau lico ipogeo piu ttosto ch e ad im pian ti cim iteriali. È sign ificati vo, poi, ch e per qu asi tu tti qu esti am bien ti si possa docu m en tare u n a precoce occu pazion e fu n eraria, assicu rata soprattu tto dalla costru zion e di facciate m on u m en tali, databili n on oltre il periodo severia n o, davan ti all’im bocco delle cam ere Ah , Ax, Ac 107 e forse dalla presen za, verificabile arch eologicam en te, di sepoltu re m artiriali n ei van i Ak e AB10 108 . Un u tilizzo sepolcrale sign ificativo è in vece in qu a drabile solo dagli u ltim issim i decen n i del III secolo n elle diram azion i A1-AD1/A5-Ao5/A5'/A5''/A4 e AB1/Ao1/AB3/AB10/AB2, per le qu ali, du n qu e, o va rivista, m algrado le an om alie su ddette, l’attribu zion e idrau lica, pen san do a escavazion i fu n erarie dall’an dam en to in solito an ch e per la fragilità della roccia su periore 109 , o si deve ipotizzare u n a form a m olto sporadica di frequ en tazion e in iziale, però poco logica per van i prossim i all’accesso 110 . 94 In fra, pp. 138, 146. La stessa solu zion e n ella region e PE sem bra u tilizzata an ch e per l’accesso al cu bicolo Pob, ch e doveva posizion arsi sotto il van o Ax (in fra, p. 138). 95 Vd. già T OLOTTI 1978, pp. 178-179. 96 La sequ en za topografico-stru ttu rale ricostru ibile presen ta, in sin tesi, tale con caten azion e di even ti: la prim itiva occu pazion e sepolcrale dei van i B18-Bd-Be, probabilm en te u n a preesisten te cistern a au ton om a da qu ella con siderata e raccordata con la spelu n ca m agn a m edian te il braccio B14 con giu n to con AB10 (in fra, p. 132); lo svilu ppo della region e P con il van o sottopassan te PE 3 e le gallerie PB24, PB26 e, m en o certam en te, la PB23; la realizzazion e del lu cern ario n ei prim i decen n i del IV secolo (in fra, p. 146) con le con segu en ti variazion i stru ttu rali e plan im etrich e eviden ziate. Si lega a qu esta fase il prosegu im en to della galleria B6-B8 verso su d-est per la creazion e di u n n u ovo raccordo con B18-Be dopo la costru zion e dei parapetti; la stessa fu n zion ò da collegam en to an ch e per B15 attraverso Ro4, Ro3, B16 (in fra, p. 234). 97 Vd. m eglio in fra, pp. 112-132. 98 Su lle caratteristich e dell’im pian to e dell’occu pazion e di qu este gallerie in fra, pp. 223-225. 99 Ben ch é segn alato tra le presen ze idrau lich e da T OLOTTI 1980, fig. 17 (fig. 3), lo stesso au tore esprim e du bbi su tale in terpretazion e (T OLOTTI 1978, p. 178: “C’è ora da com pren dere com e lo scarico avven isse. Un a via possibile appare qu ella della galleria AB19 disposta com e la perpen dicolare calata in pian ta dal pozzo O3 alla Spelu n ca m agn a; m a le m an ca ogn i traccia di u n elem en to a ciò n ecessario, ossia di u n ’en tità m an ovrabile dall’alto, capace di ch iu dere e aprire lo scarico del fon do. Son o perciò in clin e ad attribu irle piu ttosto la fu n zion e di scarico di troppo pien o, oppu re, più sem plicem en te, di accesso diretto al pozzo, n el tem po del cim itero.”). Su ll’im pian to di AB19 in fra, p. 230. 100 Per i qu ali vd. in fra, pp. 117-132. 101 In fra, pp. 112-117. 102 Meglio, an ch e con osservazion i di carattere arch eologico, in fra, pp. 77, 289-290. 103 S u pra, p. 12. 104 In fra, pp. 66-70, 178-186. 105 Per qu esti u ltim i du e vd. però in fra, pp. 70-71. 106 Qu esto sicu ram en te n on ven n e con dizion ato dall’even tu ale preesisten za del cu bicolo ADa, ch e risu lta sen za du bbio più tardo (in fra, pp. 125-131). 107 In fra, pp. 66-70. 108 In fra, pp. 71-74. 109 D E ANGE LIS D ’O SSAT 1943, part. fig. 81 [8-9] = fig. 50. Si potrebbe, com e u lteriore ipotesi, an ch e pen sare ch e il solo tron con e Ao5 rappresen ti u n organ ism o idrau lico au ton om o dal sistem a della spelu n ca m agn a, più tardi raccordato. 110 In effetti la dispon ibilità di am plissim i spazi preesisten - 18 PARTE I - LE PRE ME SSE INSE DIATIVE Un an alogo problem a su lla possibilità di u n in serim en to n ella defin izion e dell’im pian to idrau lico preesisten te si pon e an ch e per l’organ ism o a corti bracci affron tati PT, ch e, si è detto, il Tolotti con sidera u n a piccola cistern a di su pporto, in serita, però, n ell’articolato m eccan ism o di scolo, la cu i effettiva esisten za è già stata m essa in discu ssion e 111 . L’an tich ità di qu esta stru ttu ra, resa sin golare dalla presen za dei du e pozzi ravvicin atissim i (O1, O2), poco fu n zion ali sia com e lu cern ari, sia com e bocch e di escavazion e 112 , sarebbe garan tita dall’an om ala direzion e del braccio Ac, in du bbiam en te preesisten te, ch e sem bra raccordarsi proprio con il pozzo O1 e con giu n gersi ortogon alm en te con PT1 113 . Tu ttavia l’an alisi stru ttu rale della facciata m on u m en tale in trodu ttiva ad Ac, n el settore all’in tern o del van o, rivela ch iaram en te ch e le m u ratu re, databili tra la fin e del II e gli in izi del III secolo, an daron o a rein tegrare, soprattu tto a est, su perfici tu facee com prom esse da u n crollo 114 ; l’assetto origin ario del van o idrau lico Ac, du n qu e, n on è ben defin ibile e, probabilm en te, l’an dam en to divergen te rispetto all’asse della spelu n ca m agn a è im posto dalla n ecessità di rettificare geom etricam en te l’am bien te in segu ito alla rovin a parziale delle pareti 115 . La possibilità ch e solo in u n m om en to su ccessivo rispetto al prim itivo u so sepolcrale di Ac ven n e program m ato, m edian te u n abbassam en to progressivo di livello con u n a serie di tre ram pe in Ac e in PT1/PE , l’im pian to di u n ’in tera region e (P/E ) coeren te e razion ale n ell’elaborazion e plan im etrica “a spin a di pesce” e n ell’occu pazion e, trova fon dam en to soprattu tto n el qu adro arch eologico ch e em erge dall’an alisi del con testo, ben defin ibile tra gli u ltim i an n i del III secolo, e n on prim a di qu esti, e i decen n i in iziali del IV116 . Malgrado il drastico ridim en sion am en to del m odello idrau lico elaborato da F. Tolotti, l’im pian to alla base dello svilu ppo della “region e cen trale” si con figu ra com e u n am pio serbatoio cu n icolare, lu n go alm en o 82 m , con an n essi laterali e pozzi di attin gim en to rivestiti in tu felli, ascrivibile ad u n tipo ben attestato in età rom an a n el territorio laziale, soprattu tto in con n ession e con gran di ville n on servite da acqu edotti 117 ; tali sistem i, in gen erale, eran o fin alizzati all’u tilizzo delle acqu e piovan e, ben ch é, an n otava già R. Lan cian i, sia “difficile distin gu ere, tra i m olti esem pi ch e n e (sc. di cistern e) rim an gon o, qu elle destin ate esclu sivam en te alla raccolta delle acqu e piovan e, dalle altre alim en tate da u n sottile volu m e di acqu a peren n e”118 . Nei dettagli l’assetto della cistern a n on è m eglio defin ibile in segu ito alla radicale rifu n zion alizzazion e dei van i a scopo sepolcrale, sia per le in du bbie variazion i plan im etrich e e volu m etrich e di alcu n i am bien ti, sia per la perdita di qu alsiasi traccia di u n even tu ale rivestim en to idrau lico, sia per l’obliterazion e com pleta delle su perfici origin arie della spelu n ca m agn a, dietro i poderosi m u ri di foderatu ra posteriore 119 . Non aiu ta per u n a più precisa restitu zion e dell’im pian to il con fron to tipologico con il repertorio delle cistern e rom an e, ch e, ben ch é raggru ppabili in classi distin te per m eccan ism i fu n zion ali 120 , si riassu m e in u n pan oram a m olto variegato per solu zion i esecu tive, an ch e n el solo gru ppo di stru ttu re cu n icolari 121 . Tra gli esem pi n oti, qu elli ch e si avvicin an o per caratteristich e dell’im pian to all’organ ism o in globato n ella catacom ba di Pretestato son o costitu iti da alcu n e cistern e cu n icolari con u n ico asse cen trale a svilu ppo lon gitu din ale e van i laterali, in particolare du e con serve ipogee di più m odeste pro- ti dovette ren dere in gen erale piu ttosto dispersa e rarefatta la prim issim a occu pazion e sepolcrale della region e cen trale: in fra, pp. 65-77 per u n in qu adram en to e per le m odalità di tale in sediam en to. 111 S u pra, p. 12. 112 T OLOTTI 1978, p. 179; in effetti, però, la “afu n zion alità” dei du e pozzi persiste an ch e n ell’ipotesi di u n organ ism o idrau lico. 113 T OLOTTI 1978, pp. 174-176. 114 In fra, p. 71. 115 In fra, pp. 70-71. In tal sen so i passaggi ricostru ttivi si pon gon o in m odo in verso rispetto a qu elli su ggeriti dal Tolotti (T OLOTTI 1978, pp. 174-176): proprio il n u ovo an dam en to di Ac n ella rielaborazion e fu n eraria, du ran te la prim a occu pazion e della spelu n ca m agn a, determ in a la direzion alità dell’im pian to PE , realizzato qu in di com pletam en te a scopo sepolcrale. 116 In fra, pp. 136-146 per u n qu adro com pleto delle argom en tazion i cron ologico-evolu tive. È difficile pen sare ch e u n organ ism o, la cu i im portan za era stata sottolin eata con la costru zion e della facciata m on u m en tale di Ac, rim an esse per diversi decen n i privo di sepoltu re. Della stru ttu ra PT T OLOTTI 1978, part. p. 180 eviden ziava solo la difficoltà di u n a lettu ra tem porale: “L’età a cu i ci sospin gon o, per la region e P, i ra- gion am en ti sin ora fatti dovrebbero essere con validati dall’esam e del m ateriale epigrafico; m a la qu estion e è difficile, specialm en te a ragion e della parte più im portan te, ossia della galleria trasversale PT1/PE con i su oi tron ch i di galleria aderen ti, per l’eterogen eità del m ateriale stesso, an ch e di qu ello in sito, e per la probabilità ch e in qu el lu ogo frequ en tato e di form a in u su ale n on poch e tom be si sian o aggiu n te alle prim itive. Mi lim ito perciò a segn alare alcu n i gran di locu li, collocati in qu ei tron ch i di galleria, in posizion i con ven ien ti per le prim e deposizion i. Qu alcu n o è an epigrafe, qu alch e altro reca in vece iscrizion i sem plicissim e ch e potrebbero con ven ire con la stim a verso cu i declin o.” 117 Per tali stru ttu re, essen zialm en te, L ANCIANI 1880-81, pp. 23-83 e B ODON - R IE RA - Z ANOVE LLO 1994, pp. 311-373 per le cistern e di età rom an a; vd. an ch e il già citato T OLOTTI 1980. 118 L ANCIANI 1880-81, p. 241. 119 In fra, pp. 212-222. 120 B ODON - R IE RA - Z ANOVE LLO 1994, p. 311 ss. distin gu on o cistern e a cu n icoli, a cam era sin gola o a cam ere parallele n on com u n ican ti, a cam ere parallele com u n ican ti, a cam ere su ccessive com u n ican ti, a pilastri. 121 Si veda, essen zialm en te, la raccolta recen te di B ODON R IE RA - Z ANOVE LLO 1994, pp. 311-378, m olto ricca di esem pi; in oltre, D E L P E LO PARDI 1943 e D E VOTI 1978. CAPITOLO 1 - IL SITO FINO ALLA ME DIA E TÀ IMPE RIALE porzion i n ell’area dell’an tica Tibu r, rispettivam en te su lle pen dici del Col Virgin ia e in località Grottelle 122 , associate con i resti di gran di ville di età im periale. An ch e per l’im pon en te serbatoio al secon do m iglio della via Appia va su pposto, appare logico, il legam e fu n zion ale con u n m acroscopico in sediam en to, con più verosim iglian za di carattere residen ziale, localizzato n ell’area m a n on altrim en ti docu m en tabile, sia pu r ovviam en te correlato con le altre, an alogh e presen ze rin tracciate n el territorio in qu estion e, in particolare qu elle prossim e n ell’area della catacom ba di vign a Ran dan in i 123 . Non sem bran o in tegrabili n el sistem a idrico afferen te alla spelu n ca m agn a altri m odesti organ ism i in globati n ella rete cim iteriale a su d di qu esta, per i qu ali si ritien e pu re verosim ile su pporre u n ’origin e idrau lica, grazie ai caratteri m orfologici di eviden te au ton om ia rispetto al con testo, ch e rich iesero, in du bbiam en te, solu zion i di cercato raccordo plan im etrico. Si con figu ra com e u n a vera e propria “cistern etta relativa al soprassu olo”, si è visto, già n ella lettu ra an alitica del Tolotti, il cu bicolo rettan golare Bog, di 5 x 1,93 m , m u n ito all’estrem ità n ord-est di u n pu teu s con ico di attin gim en to e, su l lato opposto, di u n breve cu n icolo 124 ; il su o u tilizzo sepolcrale, si vedrà, n on fu precoce rispetto all’evolu zion e della region e B e otten u to m edian te il prolu n gam en to verso su d dell’asse AB10 125 . Un a sim ile con n otazion e prim itiva potrebbe ipotizzarsi an ch e per l’am pia cam era Bf, raggiu n ta n ell’evolu zion e del cim itero solo con lo scavo del braccio AB19 dalla spelu n ca m agn a; colpiscon o, in fatti, di qu esto van o le straordin arie proporzion i (6 x 3,60 m ), ch e rich iesero ben presto, n ell’occu pazion e sepolcrale, u n con sisten te rifacim en to stru ttu rale in tern o, e la posizion e an om ala di u n ’apertu ra qu adran golare, u n pozzo di attin gim en to con dizion ato dal sopratterra piu ttosto ch e u n lu cern ario, ch e in siste, con posizion e disassiale, su ll’an golo n ord-ovest della stan za, m ostran do, tra l’altro, u n rivestim en to m u rario in tu felli in du b- 122 M ARI 1983, pp. 264-267, n . 302 e pp. 406-407, n . 451; vd. B ODON - R IE RA - Z ANOVE LLO 1994, pp. 319-321 e fig. p. 327. L’u ltim a con serva idrica presen ta an ch e du e pozzi di attin gim en to con le pareti foderate in m atton i. 123 S u pra, pp. 10-11. In effetti, si vedrà, n essu n o dei resti arch eologici rin tracciati n ell’area di su perficie (in fra, pp. 267293) sem brerebbe rim an dare alle stru ttu re di u n a villa, ch e si pu ò com u n qu e su pporre esisten te n ell’am bito dell’en tità proprietaria, forse in u n pu n to più elevato, m a n on n ecessariam en te in corrispon den za, è logico, del serbatoio idrau lico. 124 T OLOTTI 1978, p. 172; si ricordi ch e lo stu dioso n e su ppon e la con n ession e, già n ella fase idrau lica, con la cistern a prin cipale. 125 In fra, p. 134. 126 In fra, pp. 234-235. Non si pu ò esclu dere ch e costitu i- 19 biam en te an teriore alle costru zion i fu n erarie 126 . Un pu teu s qu adran golare ch e taglia la volta del van o Bd, form an do u n an golo più o m en o retto a su d 127 , su ggerisce di ricon oscere u n a preesisten za idrau lica, u n a cistern a a cam era con cu n icolo, an ch e n el gru ppo di van i B18-Bd-Be, la cu i presen za sem bra in effetti con d izion a r e for tem en te l’articolazion e della region e B, determ in an don e alcu n e irregolarità plan im etrich e 128 ; il lu n go organ ism o ipogeo, in fatti, occu pato precocem en te da sepoltu re, sarebbe stato reso raggiu n gibile m edian te lo scavo di u n braccio trasversale (B14) diram ato verso est dalla origin aria galleria AB10; dopo l’apertu ra del lu cern ario O3, si è detto, l’accesso a qu esti am bien ti fu an cora possibile attraverso il direzion am en to program m ato verso est dell’asse B6-B8 e l’adattam en to del passaggio p 129 . L’u bicazion e di tale gru ppo di organ ism i n ell’area a su d della spelu n ca m agn a, dove, si vedrà, u n a serie di “segn i” m ateriali in dirizzan o la localizzazion e di u n ’estesa n ecropoli su bdiale dai decen n i fin ali del II secolo 130 , su ggestion a fortem en te la possibilità di u n a correlazion e tra qu este cistern e ipogee di m odesta capien za e en tità sepolcrali ipotizzabili in su perficie; appare u n fen om en o attestato, in fatti, sia dalla docu m en tazion e epigr a fica ch e dal r ep er tor io a r ch eologico, l’associazion e di più o m en o ridotti serbatoi idrici con edifici fu n erari 131 . Tra gli im pian ti produ ttivi del sottosu olo ch e con n otan o il com plesso di Pretestato va an n overata an ch e u n ’am pia articolazion e di am bien ti di origin e aren aria, dislocati lu n go il m argin e su d-est della rete ipogea (C; fig. 10); qu esti sem brerebbero n on essere m ai stati oggetto di in teresse per i fru itori del cim itero 132 , pu r essen don e, si ritien e, con u n a certa sicu rezza accertabile l’an teriorità rispetto alla catacom ba o, alm en o, rispetto ad alcu n i van i della region e B. Proceden do, in fatti, n ello scavo della galleria B17 verso est ven n e in tercettato l’am bien te aren ario C''o, m a, appu n to sen za alcu n a prospettiva di riu so dei van i già dispon ibili, si isolò il tratto del n u ovo corridoio colle- sca u n ’altra presen za di n atu ra idrau lica il van o pen tagon ale X7, forn ito di pozzo e an om alo proprio n ell’assetto volu m etrico, raggiu n gibile m edian te u n a scala dal cu bicolo Ie, m a di difficile an alisi per lo stato di con servazion e. 127 Tale dettaglio esclu de ch e qu esta apertu ra possa essere riten u ta u n a bocca di lu ce della fase cim iteriale, proprio per la m an can za di u n taglio obliqu o ch e agevoli la dispersion e lu m in osa in particolare verso Be. 128 Vd. m eglio in fra, pp. 132-136. 129 In fra, pp. 132, 230-234, m a an ch e su pra, p. 15. 130 In fra, pp. 21-29. 131 Per l’approfon dim en to di qu esto spu n to tem atico in fra, p. 25. 132 An ch e, n on si pu ò esclu dere, per m otivi di proprietà. 20 PARTE I - LE PRE ME SSE INSE DIATIVE gan te con la cava, rim asto privo di sepoltu re, m edian te la costru zion e di u n m u ro in tu felli, e ven n e direzion ata l’escavazion e divergen do verso n ord, fin o al con tatto con Ao14 133 . An ch e più ad est l’attacco della galleria Ao12 con il van o CIVo sem bra provare, m algrado la pessim a con servazion e delle su perfici tu facee, la posteriorità della prim a rispetto all’am bien te di cava, valu tazion e ch e pon e du bbi su lla restitu zion e plan im etrica di F. Tolotti in tale settore, in base alla qu ale alcu n e term in azion i di am bu lacri della region e A son o con siderati distru tti dall’attività estrattiva della pozzolan a 134 . An ch e i van i ai piedi della scala “della Caffarella” (C) C3-Co2-C2 si profilan o com e am bien ti della m edesim a cava rielaborati in u n m om en to im precisabile, n on si pu ò esclu dere in età 133 Vd. an ch e in fra, p. 237. T OLOTTI 1978, p. 172 e tav. I. 135 Non è em erso, dall’an alisi au toptica, il rapporto in ver so proposto da T OLOTTI 1978, p. 172, ch e segn alava la volta del van o Co2 distru tta dall’aren ario. Per l’organ ism o si parla di u n a “can tin a per le botti di vign aiu oli m odern i”, esclu den don e però tale origin e, in T OLOTTI 1978, pp. 174-176 e T OLOTTI 1980, p. 20; an ch e M ARUCCH I 1933, p. 282 defin isce m odern o l’in gresso della Caffarella. Vd. an ch e in fra, n . 2150 p. 328. 134 m edievale o m odern a, per u n a fu n zion e difficile da defin ire, probabilm en te u n m agazzin o per botti 135 ; si ritien e m en o probabile l’ipotesi del Tolotti ch e preferiva ricon oscere in tali cavità le form e di u n altro organ ism o per la raccolta delle acqu e, poi riu tilizzato a scopo sepolcrale, in base a tracce di locu li n ella parte in feriore della scala 136 . Tale presen za produ ttiva assu m e sign ificato n ell’ottica di u n più capillare sfru ttam en to del sottosu olo per le attività estrattive della pozzolan a, se si con sidera, si è visto, ch e an ch e su l lato opposto dell’Appia Pign atelli, proprio in corrispon den za dell’aren ario C, u n ’altra catacom ba, l’ebraica di “vign a Ran dan in i”, n ella secon da m età del III secolo rifu n zion alizzava van i di an aloga origin e 137 . 136 T OLOTTI 1978, pp. 172-174 e T OLOTTI 1980, pp. 20-21. Il fatto ch e la praticabilità della scala sia stata preclu sa per m otivi di sicu rezza du ran te lavori del 1960-70 m edian te la costru zion e di u n m u ro di sbarram en to (Giorn ale di scavo IX (1969-70), pp. 37-38) im pedisce di verificare tale in dicazion e forn ita dallo stu dioso. 137 S u pra, p. 11. Fig. 10 – Am bien ti di cava al lim ite su d-est della catacom ba. CAPITOLO 2 IL PRIMITIVO USO SE POLCRALE DE LL’ARE A Già du ran te i decen n i fin ali del II secolo pu ò essere ricostru ito l’in izio del processo di con version e dell’area a scopo sepolcrale, ch e progressivam en te an drà a ricom porre la n u ova facies in sediativa con n otan te tale territorio n el periodo tardoim periale. La con figu razion e della n ecropoli origin aria, ch e ebbe, si vedrà, u n eccezion ale svilu ppo n el III secolo 138 , è però defin ibile con estrem a difficoltà n elle din am ich e di im pian to e di esten sion e e n elle m odalità fru itive, per la gran de caren za docu m en taria dell’assetto arch eologico, m ai oggetto, com e si è detto, di ricerch e m irate e del tu tto lacu n oso dal pu n to di vista delle stru ttu re 139 . Va, con ogn i probabilità, riferito alle prim e in stallazion i fu n erarie u n gru ppo di sarcofagi con - 138 In fra, pp. 79-99. In fra, pp. 267-293 per la restitu zion e del qu adro arch eologico su bdiale ricom pon ibile grazie ad alcu n e in dagin i piu ttosto localizzate, in particolare al lim ite occiden tale dell’area occu pata dalla catacom ba in corrispon den za delle scale G e F e all’estrem ità est della spelu n ca m agn a; le stru ttu re em erse da tali lavori con n otan o, si vedrà, essen zialm en te la n ecropoli paleocristian a. 140 La m an cata defin izion e del lu ogo preciso di rin ven im en to caratterizza, appu n to, il m aggior n u m ero dei reperti con servati n egli spazi del Mu seo classico e cristian o e solo in poch issim i casi si recu peran o n otizie per u n a m igliore con testu alizzazion e delle scoperte (più gen eralm en te i resocon ti di scavo an n otan o il recu pero di con sisten ti gru ppi di reperti scu ltorei n on iden tificabili, in fran e o sotto lu cern ari o an ch e u tilizzati per la com posizion e di “m acerie” di ch iu su ra e con ten im en to di fran e o lu cern ari: cfr., oltre alle n ote di G ÜTSCH OW 1938, part. pp. 29-34, an ch e J OSI 1952, c. 1983). La sistem azion e dell’in gen te repertorio di m arm i, fin o ad allora depositati in m odo disordin ato n egli am bien ti sotterran ei e in particolare n ella spelu n ca m agn a, fu sen tita com e prim aria preoccu pazion e in segu ito all’acqu isizion e del terren o soprastan te la catacom ba n el 1920 e la costru zion e del qu adriportico n acqu e proprio dall’esigen za di u n ’organ ica m u sealizzazion e “dell’im m en so cu m u lo di fram m en ti m arm orei” (R E SPIGH I 1934, p. 115; in fra, p. 332); il lavoro di classificazion e e ricom posizion e ven n e esegu ito in izialm en te da O. Th u lin , alu n n o del Pon tificio Istitu to di Arch eologia Cristian a, e dai tedesch i H . von Sch on e beck e M. Gü tsch ow, e con tin u ato da qu est’u ltim a, allieva del prof. G. Roden wald, con risu ltati eccezion ali, eviden ti, soprattu tto, n ella rein tegrazion e di veri e propri “capolavori di arte classica … ricom posti da m igliaia di m in u tissim i fram m en ti” (R E SPIGH I 1934, p. 115 e G ÜTSCH OW 1938, pp. 29-34). Va in tu ito ch e l’eccezion ale repertorio di n obili sarcofagi, logicam en te assegn abili in gran parte al sopratterra (alcu n i di 139 servati n el Mu seo classico, di cu i è in du bbia, m a n on m eglio precisabile, com e per la m aggior parte dei m ateriali allestiti, la proven ien za dal sito 140 : l’esem plare più an tico, ricostru ito qu asi in tegralm en te, per il qu ale si ritien e debba essere appen a posticipata la cron ologia proposta da M. Gü tsch ow alla pien a età an ton in a, è rappresen tato dal sarco fago decorato su lla cassa con scen e del m ito degli Argon au ti e dextraru m iu n ctio alla presen za di divi n ità e, su l coperch io, da n in fe e pu tti volan ti, m asch eron i an golari e fiaccole fu n erarie 141 (fig. 11). Un a serie di reperti fram m en tari, sia pu r ridottissim a, si in qu adra adegu atam en te n elle produ zion i, rom an e e attich e, della fin e del II secolo e riassu m e u n repertorio tem atico ricercato: m e- essi poteron o essere u tilizzati o riu tilizzati n ei sotterran ei, dove, tra l’altro, diversi reperti ven n ero recu perati an ch e in situ – in fra, pp. 123, 126-129, 140, 206, 226 –; tu ttavia solo u n n u m ero lim itato di am bien ti della catacom ba, in adegu ato per gen eralizzare e sistem atizzare l’ipotesi del reim piego, si prestan o ad accogliere m an u fatti di tale valen za m on u m en tale), era stato oggetto per diversi secoli di m an om ission i e distru zion i e, qu in di, probabili m in im i spostam en ti n ell’area (qu esto spiega il recu pero di m an u fatti fram m en tati, m a talora qu asi com ple tam en te rein tegrabili); la stessa M. Gü tsch ow ricon osceva per m olti pezzi frattu re determ in ate da u n a fran tu m azion e volon taria, otten u te con l’au silio di stru m en ti appu n titi (G ÜTSCH OW 1938, pp. 30, 240), u n fen om en o ch e n on esclu de la presen za n el sito, tra il m edioevo e l’età m odern a, di calcare, costan tem en te attestate n el su bu rbio rom an o in aree ad alta con cen trazion e di m an u fatti, ch e operavan o in situ la cottu ra per la polverizzazion e dei m arm i (per alcu n i spu n ti S PE RA 1999, pp. 430, 463; m a m eglio in fra, p. 320). 141 G ÜTSCH OW 1938, pp. 44-57, tavv. 1-3; K OCH - S ICH TE RMANN 1982, pp. 98-99, 153-154, 262, 606, fig. 173 (150-170/180); K RANZ 1984, n . 367, p. 253, tav. 104, 1, 2, 5; T URCAN 1999, pp. 3435. Le proporzion i della cassa (alt. 0,59; largh . 2,155; prof. 0,65 m ) si adattan o ad u n periodo preceden te i sarcofagi colossali della prim a m età del III secolo, di cu i lo stesso sito ripropon e diversi e m irabili esem plari (in fra, pp. 82-87). Lo sch em a paratattico su lla fron te presen ta, da sin istra, Giason e ch e aggioga i tori dagli zoccoli di bron zo, alla presen za di diversi person aggi, tra cu i, probabilm en te, il re E ete (sedu to a destra), Medea con Giason e n ell’atto di strappare il vello d’oro dalla qu ercia, qu in di, all’estrem ità destra, il gru ppo della dextraru m iu n ctio, con la don n a am m an tata e l’u om o vestito con palu dam en tu m m ilitare. Son o decorati a rilievo piu ttosto basso an ch e i fian ch i della cassa, qu ello sin istro con u n u lteriore rich iam o al m ito degli Argon au ti (Pelia con du e figlie), qu ello destro con u n a figu ra di gu erriero in eroica n u dità. Per u n a 22 PARTE I - LE PRE ME SSE INSE DIATIVE glio ascrivibili a tale periodo risu ltan o essere tre resti pertin en ti ad u n u n ico m an u fatto con Am azzon i 142 , u n fram m en to di cassa con an alogo tem a m itologico 143 e du e pezzi con m otivi a feston i abbin ati a m asch ere o pu tti 144 ; reperti di in du bbio valore artistico, il m arm o ch e con serva parte di u n o scu do m agn ificam en te decorato con u n a testa di Medu sa cen trale e scen e della lotta tra Cen tau ri e Iapiti e il bordo di sarcofago con giovan e clam idato 145 , son o stati ragion evolm en te riferiti alla person alità del “Maestro di Agrigen to”, operan te n egli an n i tra il 160 e il 205 146 , al qu ale si è an ch e proposto di attribu ire u n coperch io, reim piegato n el cim itero sotterran eo, del tipo a klin e, con figu ra fem m in ile distesa su u n letto im preziosito dal m in u zioso disegn o di u n a stoffa con scen e di caccia, m an u fatto ch e sem bra con dividere con le du e opere già rich iam ate l’abile capacità di ren dere i dettagli con u n a sapien za propria dell’arte toreu tica 147 (fig. 12). È ovvio ch e l’attestazion e precoce di tali m an u fatti n ell’area da u n a parte in du ce a ipotizzare l’esisten za di in stallazion i di u n certo rilievo arch itetton ico, adegu ati con testi en tro cu i in qu adrare la collocazion e di opere scu ltoree di tal pregio e m on u m en talità, isolan do, ad u n tem po, u n a com - pon en te con n otativa di u n certo rilievo sociale n ell’am bito della n ecropoli origin aria; soprattu tto i prodotti di im portazion e attica, ch e si ritien e giu n gessero a Rom a n on an cora u ltim ati e ricevessero qu i, grazie alla presen za di m aestran ze grech e, le rifin itu re fin ali 148 , rispecch ian o, è ovvio, le esigen ze di u n a sfera di com m itten ti eccezion alm en te facoltosi e trovan o proprio in qu esto settore su bu rban o u n n u m ero im portan te di rin ven im en ti, su ggestivam en te raccordati, an ch e n ell’ottica della presen za probabile di u n ’officin a operan te tra la m età del II secolo e la m età del su ccessivo proprio su ll’Appia, all’estesa proprietà dell’aten iese E ro de Attico 149 . descrizion e più pu n tu ale del m an u fatto G ÜTSCH OW 1938, pp. 44-50 (il pezzo è catalogato n ella sch edatu ra PCAS con in ven tario n . 361). 142 G RASSINGE R 1999, n . 11 p. 198, tav. 8,5 (PCAS i. 349, 350, 351): 180ca. 143 PCAS i. 112. Su qu esto gru ppo di m an u fatti R E DLICH 1942 e G RASSINGE R 1999, passim . 144 PCAS i. 536 e 532. 145 Si tratta dei m arm i PCAS i. 1021/1034 e 103/533, per il prim o dei qu ali si veda diffu sam en te D E L ACH E NAL 1982; per l’altro S ALVE TTI 1982, pp. 243-246 (con datazion e, però, “al prim o decen n io del III secolo”). 146 D E L ACH E NAL 1982 su lla proposta di attribu zion e al “Maestro di Agrigen to”, person alità artistica ricostru ita da G IULIANO - PALMA 1978, pp. 30-33 e tavv. XXIV-XXIX. 147 Un o stu dio com pleto del m an u fatto (su l cu i rin ven im en to n el cu bicolo Ao vd. in fra, p. 226) è di S ALVE TTI 1989, stu diosa alla qu ale si deve an ch e (part. pp. 66-67) la proposta di attribu zion e al “Maestro di Agrigen to”, n on ch é “la su ggestiva ipotesi”, n on trascu rabile, ch e qu esto coperch io possa essere apparten u to alla cassa rappresen tata dai du e fram m en ti descritti. Per u n reperto attico m olto sim ile al m an u fatto in qu estion e G OE TTE 1991, pp. 317-321, cu i si rim an da an ch e per u n approccio in teressan te a qu este produ zion i. Poch issim i altri m an u fatti con servati n el Mu seo classico si allin ean o con le opere scu ltoree di II secolo; tra qu esti u n sarcofago, estrem am en te fram m en tario, con cavalieri (PCAS i. 341) e u n a tabu la an epigrafe riqu adrata da u n a corn ice con m otivo a doppie spirali e rosette a tre petali all’estern o e kym ation in tern o (PCAS i. 375; la datazion e è su ggerita su lla base di con fron ti con tali m otivi orn am en tali: L E ON 1971, p. 115, tav. 40, 2 e p. 276, tav. 53). È stata rivista, in vece, e ritardata al terzo qu arto del III secolo (R UMPF 1939, pp. 34-35) rispetto alla datazion e alla fin e del II secolo proposta da G ÜTSCH OW 1938, pp. 57-58, la cron ologia del sarcofago cd. “delle Nereidi”. Per altri reperti risu lta più appropriata u n a cron ologia oscillan te tra la fin e del II e gli in izi del III secolo (si tratta soprattu tto dei m an u fatti PCAS i. 350, 102, 219, 248). Cfr. in fra, pp. 79-82 su l sign ificato assu n to in gen erale da qu esti m ate riali n ella ricostru zion e della parabola in sediativa della n ecropoli. 148 Cfr., su qu esti tem i, G IULIANO 1962; P E NSABE NE 1972; S ALVE TTI 1989, part. p. 61; u n qu adro gen erale in D OLCI 1990, part. pp. 19-20. I sarcofagi realizzati con m arm i di im portazion e ven ivan o trasportati eviden tem en te già sbozzati, com e rivela, ad esem pio, la scoperta del relitto di San Pietro in Bevagn a (WARD P E RKINS - T H ROCKMORTON 1965); n elle cave di Saliari alcu n e casse del tipo a len ós ven n ero rin ven u te an cora in situ (K OŽE LS - L AMBRAKI -M ULLE R -S ODINI 1985). 149 G IULIANO 1962, p. 20; G IULIANO - PALMA 1978, part. pp. 48-49 e S ALVE TTI 1989, p. 61. 150 Si segu on o, in gen erale, le proposte di attribu zion e cron ologica avan zate, per m olti di qu esti docu m en ti epigrafici, da F E RRUA 1973, spesso però sem plicem en te su lla base di valu tazion i paleografich e. 151 In particolare si con tan o 117 m an u fatti, cu i van n o aggiu n ti n u m erosi altri reperti estrem am en te fram m en tari, m ai editi e di difficile valorizzazion e; qu elli rin ven u ti du ran te i prim i scavi del de Rossi (in fra, pp. 328-331), spesso reim piegati com e ch iu su re di locu li, si trovan o in CIL VI (1076, 13225, 13358, 18397, 20196, 24058, 24256), alcu n e altre epigrafi ven n ero sem plicem en te trascritte dai resocon ti dei lavori degli an n i Tren ta ad opera di E . Josi (J OSI 1935, pp. 19-21; J OSI 1936, pp. 208-212. Cfr. an ch e F ORNARI 1932, p. 12), m en tre il reperto rio pressoch é com pleto (cu i si aggiu n gan o an ch e CIL VI 40762 e L. M ORE TTI , E pigraph ica 1958, n . 10, p. 37) fu oggetto di u n ’illu strazion e esau stiva da parte di A. Ferru a (F E RRUA 1973). 152 Si tratta delle iscrizion i CIL VI 3750 = 31277 = 40342, 10623, 19693, 29288, 40762; J OSI 1935, p. 19 (con le date del 96 e del 122); F E RRUA 1973, n . 6 p. 66 (= CIL VI 40658, dell’an n o 198/210-211), n . 7 pp. 66-67 (= CIL VI 40624, con dedica a Settim io Severo), n . 9 p. 68 (= CIL VI 41315), n . 14 p. 71, n . 15 pp. 71-72, n . 17 p. 72, n . 18 pp. 72-73, n . 20 p. 74, n . 23 p. 77, n . 24 pp. 77-78, n . 25 p. 78, n . 30 p. 80, n . 31 pp. 80-81, n . 32 p. 81, n . 33, p. 81, n . 36 p. 82, n . 38 p. 83, n . 39 p. 83, n . 40 p. 83, n . 43 p. 84, n . 44 p. 84, n . 48 p. 85, n . 51 p. 86, n . 52 p. 86, n . 55 p. 87, n . 56 p. 87, n . 57 pp. 87- Ulteriori su ggerim en ti u tili per ricom porre alcu n e lin ee pecu liari dell’in sediam en to sepolcrale più an tico si derivan o dal repertorio abbastan za con sisten te di epigrafi classich e proven ien ti dall’area e in qu adrabili, per bu on a parte, n el II secolo, m a an ch e n el III 150 . Si tratta di u n gru ppo di oltre 100 iscrizion i, per lo più latin e 151 , da con siderare prelim in arm en te n ell’ottica della proven ien za, distin gu en do, cioè, i m an u fatti di cu i n on è n oto il lu ogo di rin ven im en to e qu in di solo gen ericam en te assegn abili al sito 152 , qu elli certam en te CAPITOLO 2 - IL PRIMITIVO USO SE POLCRALE DE LL’ARE A 23 reim piegati in in terven ti su ccessivi, più spesso com e ch iu su re di sepolcri, di attribu zion e alqu an to in certa 153 (figg. 13-14), qu elli, in fin e, di cu i, in base ad an n otazion i di scavo, si stabilisce precisam en te la scoperta in am bien ti sotterran ei, soprattu tto in prossim ità di lu cern ari o in relazion e a su perfici fran ate e perciò più direttam en te ascrivibili all’area su bdiale, con bu on a probabilità sede della collocazion e origin aria 154 . Coordin an do la localizzazion e di tali rin ven im en ti, se n e pu ò verificare u n a in teressan te e, si direbbe, n on casu ale con cen trazion e n el settore occiden tale del cim itero sotterran eo e in particolare n ella fascia su d-ovest (fig. 15): la m aggior parte delle epigrafi risu ltan o, in fatti, rin ven u te n ei van i della region e I/IM 155 , H 156 , n el tratto ovest della spelu n ca m agn a, an ch e n ell’area estern a in prossim ità dell’in gresso 157 , n elle adiacen ze della scala F 158 e sotto il lu cern ario O3 della region e B/PE 159 , da u n in terro ch e h a restitu ito an ch e, ridotto in pezzi, m a qu asi com pleto, il m on u m en tale sarcofago dell’arch itetto 160 ; solo la scoperta di u n n u m ero ridotto di esse in teressa le gallerie più a n ord, LD8 161 , A1 162 e D 163 . In rapporto alla possibilità ch e la prim a occu pazion e sepolcrale dell’area, reiterata e poten ziata, si vedrà, n ell’arco del III secolo 164 , vada più adegu atam en te ricostru ita soprattu tto n el settore occiden tale del sito poi in teressato dalla catacom ba, tra l’altro prospicien te il probabile asse viario 88, n . 59 p. 88, n . 62 p. 89, n . 64 p. 90, n . 65 p. 90, n . 66 p. 90, n . 68 p. 90, n . 75 p. 93, n . 76 p. 93, n . 79 p. 93, n . 81 p. 93, n . 82 pp. 93-94, n . 87 p. 95, n . 88 p. 95, n . 90 p. 96, n . 92 pp. 96-97, n . 93 p. 97, n . 94 p. 97, n . 96 (?) pp. 97-98, n . 97 p. 98 (di alcu n e iscrizion i pertin en ti a qu esto gru ppo si in dica la proven ien za dall’area della proprietà Sch n eider o dal Casale dei Pu pazzi appen a più a n ord). 153 Con probabilità proven ien ti an ch e da altri siti son o da riten ere, an zi, le iscrizion i on orarie, talora im periali, di cron ologia e caratteristich e alqu an to variabili: F E RRUA 1973, n . 3 pp. 65-66 del 63 a.C.; n . 5 p. 66 (= CIL VI 40305, più probabilm en te au gu stea, forse riu tilizzata per lo stipite di u n a porta), n . 4 p. 66 (= CIL VI 40532. E tà di An ton in o Pio; riu tilizzata per l’iscrizion e ICUR V 13978), n . 8 pp. 66-67 (= CIL VI 40623, con dedica a Settim io Severo, Geta e Caracalla - 198/208), CIL VI 1076 del 210, F E RRUA 1973, n . 1 p. 65 (= CIL VI 41264, del 230), n . 11 pp. 68-69 (= CIL VI 41295; su l retro è l’iscrizion e ICUR V 14678), n . 10 p. 68 (della statio S ign in oru m ) – si vedrà (in fra, p. 83) ch e le iscrizion i con dedich e ai Severi potrebbero avere u n a certa attin en za con il sepolcreto im periale probabilm en te localizzato in qu est’area –. Di origin e pu re im precisabile risu ltan o an ch e le tabu lae lu soriae reim piegate (B USIA 2001, n . 75 pp. 102-103, n . 131 p. 163, n . 152 p. 186, n . 156 p. 189, n . 161 p. 194, n . 171 p. 204, n . 198 p. 231) – la presen za di m ateriali di qu esto tipo n el com plesso di Pretestato m a, più gen eralm en te, n ei con testi delle n ecropoli tardoan tich e del su bu rbio rom an o, rich iam a l’atten zion e su lle din am ich e, an cora troppo oscu re, ch e regolavan o la circolazion e dei m arm i di reim piego n ella Rom a im periale –. Notizie su lle con dizion i di reperim en to assicu ran o il riu tilizzo per u n n u m ero con sisten te di lastre sepolcrali (CIL VI 13225, 13358, 18397, 20196, 24058, 24256; F E RRUA 1973, n . 13 pp. 70-71, n . 16 p. 72, n . 19 p. 73, n . 21 pp. 74-75, n . 22 (?) p. 75, n . 27 p. 79, n . 29 pp. 79-80, n . 34 p. 81, n . 41 p. 83, n . 42 pp. 8384, n . 45 p. 84, n . 46 p. 85, n . 47 p. 86, n . 63 p. 89, n . 69 pp. 90-91 (del 127), n . 72 p. 91, n . 73 pp. 91-92, n . 77 p. 93, n . 80 (?) p. 93, n . 86 p. 95; in oltre F ORNARI 1932, p. 12, di Iu lia Callista, J OSI 1936a, p. 212, di Cassiu s Iccessiu s (fig. 14), e F E RRUA 1951-54, p. 250, fig. 4. Per altri du e docu m en ti in editi vd. in fra, n . 610 p. 103); le tabu lae di grosse dim en sion i risu ltan o adegu atam en te tagliate per u n adattam en to alle dim en sion i locu lari (le iscrizion i F E RRUA 1973, n . 21 pp. 74-75 e n . 41 p. 83 ven n ero segate in du e per essere riu tilizzate), m en tre piccole stele o lastrin e di colom bario fu ron o collocate in tegre per ch iu su re com pletate con elem en ti fittili – così, ad esem pio, il cippo ICUR V 14982, an cora a posto su ll’apertu ra di u n locu lo della parete n ord di F15/F16, o il titoletto di L(u ciu s) Gelliu s G(aiae) l(ibertu s) Fau stu s (F E RRUA 1973, n . 72 p. 91) scoperto in situ in IL9 –; talora n e vien e docu m en tata l’affission e con le lettere dell’iscrizion e origin aria rivolte all’in tern o (ad esem pio per CIL VI 13358, 20196, 24256) e solo raram en te gli an tich i m arm i diven n ero su pporto per n u ove epi- grafi (ICUR V 14478 su l retro di F E RRUA 1951-54, p. 250; ICUR V 14329 su qu ello di CIL VI 21058; ICUR V 14418 per F E RRUA 1973, n . 89 p. 95. An ch e F E RRUA 1973, n . 80 p. 93 ven n e riu tilizzata per u n a n u ova iscrizion e). È più probabile ch e qu este lastre sepolcrali reim piegate proven issero com u n qu e dai più an tich i sepolcreti della zon a. Pu ò essere in teressan te, in tal sen so, rich iam are l’iden tità, su pposta dal Ferru a, tra il person aggio dell’epigrafe F E RRUA 1973, n . 13 pp. 70-71 trovata a Pretestato e qu ello di CIL VI 7682 dalla con tigu a n ecropoli ch e si esten deva su lla catacom ba di vign a Ran dan in i (su qu esto cim itero vd. la bibliografia su pra, n . 65 p. 11). 154 Tale situ azion e distin gu e i reperti F E RRUA 1973, n . 12 pp. 69-70, n . 26 p. 78, n . 35 p. 82, n . 37 pp. 82-83, n . 49 pp. 85-86, n . 50 p. 86, n . 53 p. 86, n . 54 p. 87, n . 58 p. 88, n . 60 p. 88, n . 67 p. 90, n . 71 p. 91, n . 78 p. 93, n . 83 p. 94, n . 84 p. 94, n . 85 pp. 94-95, n . 91 p. 96, n . 99 p. 98, L. M ORE TTI , E pigraph ica 1958, n . 10 p. 37. 155 In Ig la lastrin a di colom bario, attribu ita al II secolo, F E RRUA 1973, n . 37 pp. 82-83, forse di u n discen den te della fam iglia degli Aem ilii Pau li (in fra, p. 26); in Ih il titu lu s (II secolo) di u n m au soleo, in 5 fram m en ti con tigu i, F E RRUA 1973, n . 26 pp. 78-79; in IL1, en tro u n a fran a, il cippo di Otacilia Fortu n ata (F E RRUA 1973, n . 85 pp. 94-95), più probabilm en te della prim a m età del III secolo (vd. an ch e in fra, pp. 89-92); in IL3 l’iscrizion e en tro la tabu la secu riclata di Betu len u s Hercu liu s, forse pu re di III secolo (F E RRUA 1973, n . 50 p. 86), in ILb e in ILc rispettivam en te le tabelle F E RRUA 1973, n . 78 p. 83 (II secolo) e n . 71 p. 91 (III secolo), in fin e in IM1 il titolo in tegro di M(arcu s) Au reliu s Tim ocrates e Au relia Photen is, databile alla fin e del II secolo (F E RRUA 1973, n . 49 pp. 85-86) e in IM2 il cippo in greco di Glicero, probabilm en te di II secolo (L. M ORE TTI , E pigraph ica 1958, n . 10 p. 37). 156 Il cippo F E RRUA 1973, n . 91 p. 96 (III secolo?) ven n e scoperto proprio n ell’asse cen trale I. 157 Du e di qu este ven n ero rin ven u te du ran te le in dagin i del 1931 n ell’area an tistan te l’in gresso ovest alla spelu n ca (le tabu lae F E RRUA 1973, n . 58 p. 88 e n . 83 p. 94 (II secolo), u n a, riferita alla fin e del II secolo, n ella stessa spelu n ca m agn a (F E R RUA 1973, n . 60 p. 88). 158 F E RRUA 1973, n . 12 pp. 69-70 (III secolo). 159 F E RRUA 1973, n . 67 p. 90. 160 In fra, p. 82; la n otizia della scoperta di qu esto sotto il lu cern ario è con ten u ta n el Giorn ale di scavo 3, p. 57. 161 F E RRUA 1973, n . 53 p. 86. 162 Il cippetto m arm oreo della m età del II secolo F E RRUA 1973, n . 84 p. 94. 163 F E RRUA 1973, n . 99 p. 98: si tratta del titu lu s di u n m au soleo ch e il Ferru a in qu adra tra la fin e del II e gli in izi del III secolo. Un ’altra epigrafe (F E RRUA 1973, n . 54 p. 87) ven n e recu perata en tro u n a fran a prossim a al cu bicolo Dc. 164 In fra, pp. 79-99. 24 PARTE I - LE PRE ME SSE INSE DIATIVE Fig. 11 – Sarcofago con il m ito degli Argon au ti (Arch ivio PCAS). Fig. 12 – Klin e attica con servata n el cu bicolo Am . Fig. 13 – Iscrizion e pagan a tagliata per il reim piego (F E RRUA 1973, n . 21). Fig. 14 – Stele di C(aiu s) Cassiu s Iccessiu s dalla n ecropoli su b divo (Arch ivio PCAS). CAPITOLO 2 - IL PRIMITIVO USO SE POLCRALE DE LL’ARE A n ord-ovest/su d-est ricalcato dall’Appia Pign atelli 165 , via lu n go la qu ale alla m età del XIX secolo G. B. de Rossi docu m en tava i resti di sepolcri allin eati 166 , acqu istan o u n certo valore an ch e alcu n i reperti coeren ti dal pu n to di vista cron ologico, sia m an u fatti m arm orei, di cu i son o state docu m en tate sign ificative con cen trazion i in particolare sotto du e lu cern ari, qu ello tra i cu bicoli Ih , Ig, Ii e il pozzo del van o Bog 167 , sia in ton aci e m osaici fram m en tari; gru ppi om ogen ei di qu esti si con servan o n ell’am bu lacro L6, probabile lu ogo di rin ven im en to, ch iaram en te precipitati dall’area su bdiale 168 : i resti dipin ti son o caratterizzati da in ton aco di ottim o im pasto e rifin itu ra ch e com pon e fasce rosso cin abro, blu e ocra, con sovradipin tu re bian ch e per ripartizion i arch itetton ich e con colon n in e, m eglio con fron tabile, pu r n ello stato fram m en tario, con testim on ian ze decorative di età tardo an ton in a 169 (fig. 16). Si deve ricordare ch e i lavori con dotti n el 1909 per liberare da u n a fran a il cu bicolo Ioe eviden ziaron o la presen za, n ei possen ti in terri ch e in gom bravan o il van o, “di tu felli e tavolozza in gran qu an tità”170 , m ateriali ch iaram en te in dicativi del disfacim en to di m u ri soprastan ti 171 . Non va trascu rata, in fin e, sem pre n ell’ottica dei problem i di localizzazion e dell’an tica n ecropoli 165 S u pra, p. 11; vd. an ch e in fra, pp. 33, 88, 247, 296, 327. D E R OSSI 1863a, p. 1: lo stu dioso ricorda, appu n to, la “serie di sepolcri pagan i sterrati dai sign ori Ran dan in i tu tti in lin ea con la predetta via ch e è an tica” (cfr. an ch e D E R OSSI 1864-77, I, p. 246). 167 Giorn ale di scavo 2, pp. 18-22 (ottobre 1928) per i prim i e Giorn ale di scavo XV (1975-76), 15-3-’76 per Bog (“Nelle terre di riem pim en to svariati pezzi di sarcofago fra i qu ali 3 testin e qu asi a tu tto ton do, 1 vittoria ad altorilievo, 30 pezzi di sarcofagi fra i qu ali parecch i a strigile, 1 an tefissa in m arm o di u n coperch io di sarcofago”. È in teressan te, tra l’altro, ricordare ch e qu an do il cu bicolo Bog (per il qu ale vd. in fra, n . 856 p. 134) ven n e sterrato si verificò ch e “la terra ch e riem piva il cu bicolo n on era stata sm ossa dagli scavatori” dell’Ottocen to). Con ogn i probabilità dal sopratterra provien e an ch e u n a m en sola m arm orea con servata davan ti all’arcosolio della galleria IL4 e trovata presu m ibilm en te proprio in u n o degli am bien ti dell’area, in cu i però n on è facilm en te con testu alizzabile in u n a qu alch e sistem azion e: il m an u fatto, com posto da u n blocco di in casso a form a parallelepipeda e facciata con profilo ad S, è orn ato n el settore an teriore da foglie di acan to con sottili n ervatu re e presen ta u n rocch etto liscio con elem en ti di separazion e a cordolo, secon do m odalità decorative diffu sam en te attestate in età im periale (L E ON 1971, pp. 74-75, 120-121, 188-189, 230-231). 168 An ch e in u n van o scavato n el tu fo in prossim ità dell’ac cesso ovest alla spelu n ca m agn a (in fra, pp. 287-288 e fig. 280, v) ven n ero scoperti n el 1931 “parecch i pezzi di in ton aco dipin to di carattere pagan o” (Giorn ale di scavo 3, p. 71) n on più rin tracciabili; è difficile pen sare ch e si tratti dei fram m en ti in L6, di cu i in vece n on si h an n o n otizie relative al rin ven im en to, poi ch é da u n a parte è logico ch e tale m ateriale fragile n on fos se trasportato, dall’altra la galleria n on si con figu ra, an ch e per u n a difficile raggiu n gibilità, com e u n lu ogo particolarm en te idon eo alla con servazion e di m ateriale. Resti di m osaico pavim en tale si ritrovan o, in oltre, in diversi locu li dell’am bu lacro H . 166 25 su b divo, la più ch e probabile con n ession e con le in stallazion i fu n erarie prim itive di alcu n i organ ism i di origin e idrau lica in tegrati n ella serie di am bu lacri a su d della spelu n ca m agn a (B), di cu i si è verificata l’au ton om ia fu n zion ale rispetto all’im portan te e articolato sistem a cen trale (fig. 9): si tratta di alm en o tre piccoli im pian ti per la raccolta e la con serva idrica 172 , u n a cistern a a cam era con cu n icolo, ricon osciu ta n egli am bien ti B18/Bd/Be, e i du e van i rettan golari Bf e Bog, n ell’u ltim o dei qu ali già F. Tolotti iden tificava u n a “cistern etta relativa al soprassu olo”173 . Il repertorio delle iscrizion i perm ette an ch e di in tegrare i dati su lle ten den ze di u tilizzo em ersi dall’an alisi del m ateriale scu ltoreo ch e, si è detto, sem bra con n otare l’area con presen ze piu ttosto elitarie 174 . La varietà tipologica dei m an u fatti defin isce, in tan to, u n qu adro variegato di solu zion i fu n erarie: n el più ridotto repertorio di lastre riferibili con m aggiore probabilità all’in sediam en to su bdiale si distin gu on o gran di tabu lae ch e con trassegn avan o all’estern o l’iden tità proprietaria del sepolcro (fig. 17) 175 o piccoli titu li per tom be sin gole, di solito posizion ati su lle pareti dei colom bari, in prossim ità delle u rn e 176 , m a an ch e cippi diversam en te sagom ati, ch e docu m en tan o l’esisten - 169 Nel repertorio com plessivo le m aggiori affin ità con i fram m en ti in qu estion e van n o rin tracciate n ella decorazion e dell’in su la ostien se di Giove e Gan im ede, u n a “m odesta abitazio n e di età tardo an ton in a” (B ALDASSARRE - P ONTRANDOLFO - R OUVE RE T - S ALVADORI 2002, p. 292). Pecu liarità gen erali della pittu ra di qu esto periodo son o proprio costitu ite dall’u so di fon di scu ri e da rem in iscen ze tradizion aliste ch e recu peran o soprattu tto il II stile pom peian o, crean do arch itettu re sn elle e leggere e prospettive rovesciate (cfr., in particolare, B ORDA 1958, pp. 104-110 e, più recen tem en te, M IE LSCH 2001, part. pp. 107-112). 170 B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 5, s.p. 171 È logico ch e qu esta sia sem plicem en te u n a presen za segn alabile, priva di valen ze cron ologich e. 172 Del tu tto ipotetica la n atu ra idrau lica di u n sin golare van o pen tagon ale (X7), forn ito di pozzo e scavato a qu ota piu ttosto alta, posizion ato sem pre a su d-ovest del com plesso sotterran eo; vd. già su pra, n . 126 p. 19. 173 T OLOTTI 1978, p. 172. Si veda su pra, pp. 11-19 per la restitu zion e della fase idrau lica. Un caso esem plificativo di associazion e ad u n ’area sepolcrale u n iproprietaria di u n a cistern a sotterran ea di con ten u te proporzion i fru ibile da u n pu teu s è rappresen tato dal recin to cd. “degli Acili” n ella n ecropoli di Priscilla, attribu ito gen ericam en te al II secolo (T OLOTTI 1970, pp. 114-170 an ch e per u n qu adro com parativo). Altre attestazion i su cu i riflettere si derivan o dal ricco repertorio di iscrizion i fu n erarie di età classica, ch e docu m en tan o ben e l’u so di corredare m on u m en ti sepolcrali con organ ism i per la raccolta d’acqu a, in particolare CIL VI 9404, 10235 (del 149 d.C.), 26942, 29519, 29907, 30442. 174 S u pra. 175 In particolare le epigrafi F E RRUA 1973, n . 26 pp. 78-79, n . 28 p. 79, n . 49 pp. 85-86, n . 58 p. 88 (?), n . 83 p. 94, n . 99 p. 98. 176 F E RRUA 1973, n . 37 pp. 82-83, n . 67 p. 90, n . 71 p. 91, n . 78 p. 93. 26 PARTE I - LE PRE ME SSE INSE DIATIVE za di spazi all’aperto con sepoltu re in dividu ali provviste di segn acolo, con figu ran do u n m odello ben n oto di sepolcreto con la giu stapposizion e di stru ttu re “ch iu se”, ad u so esclu sivo, e deposizion i au ton om e in settori preposti a tale form a “m in ore” di occu pazion e 177 . La facies sociologica ricostru ibile da qu esto stesso gru ppo di iscrizion i tradisce esplicitam en te la com presen za, tra l’altro, di person aggi di estrazion e differen ziata, an ch e liberti 178 e servi 179 ; del defu n to com m em orato in u n a lacu n osa lastrin a di colom bario il Ferru a sospetta in vece “ch e sia u n di scen den te della fam iglia dei gran di Aem ilii Pau li”180 . Degn a di u n a più approfon dita con siderazion e pu ò riten ersi la scoperta, in lu ogh i distin ti della cd. “region e cen trale” della catacom ba, di du e m on u m en tali titu li pertin en ti a edifici fu n erari di archim agiri della casa im periale: u n a gran de lastra ch e E . Josi rin ven n e n ella fran a della galleria AB2 181 stabilisce la destin azion e del sepolcro, realizzato in vita da M(arcu s) Au reliu s Herm es, Au g(u sti) lib(ertu s) e archim agiru s, per i fratelli Au reliu s Ian u ariu s e Cn (eu s) Octaviu s Martialis, i liberti, le liberte e i loro discen den ti, n on ch é per i figli avu ti in sch iavitù e qu in di an cora di proprietà dell’im peratore, per la m oglie del com m itten te Valeria Herm ion e e per il collib(ertu s) Edu lu s, decu rio cocoru m , capo, cioè, di u n a delle decu rie in cu i il collegiu m ch e riu n iva con ogn i probabilità i cu och i im periali era diviso 182 (fig. 18); u n docu m en - to affin e, m eglio in qu adrabile in torn o alla m età del III secolo, ven n e riportato alla lu ce n el 1962 du ran te i lavori di scavo del settore est della spelu n ca m agn a 183 : n ell’epigrafe du e person aggi, il capocu oco Eu stathes e Au relia S abin a, stabilivan o l’u so del m on u m en to fu n erario per l’alu m n u s Glycon iu s, per i figli an cora sch iavi e per i liberti con la loro discen den za, secon do la con su eta form u la testam en taria 184 . Ma altre tre iscrizion i relative a costru zion i fu n erarie realizzate n ell’am bito di u n possedim en to del collegiu m cocoru m eran o state rin ven u te n ell’Ottocen to su l versan te opposto della via Appia, u n a, trovata a ch iu su ra di u n locu lo del cim itero di Callisto, com m em oran te u n terzo capocu oco di cu i si legge il solo cogn om en S ym ph[oru s] 185 , du e pertin en ti al sepolcro di T(itu s) Aeliu s Prim itivu s Au g(u sti) lib(ertu s) e archim agiru s 186 , recu perate n ella vign a Am m en dola/De Rosa 187 ; qu este u ltim e in dican o ch iaram en te, in caso di m an cata discen den za, l’attribu zion e del sepolcro, ch e n on poteva essere ven du to n é don ato, ad collegiu m cocoru m Au g(u sti) n (ostri) qu od con sistit in Palatio, pen a il pagam en to di 50.000 sesterzi corpori qu i su n t in hac station e<m > 188 . Malgrado la dispersion e di tali attestazion i n el territorio in torn o al II m iglio della via Appia, le du e tabu lae di Pretestato h an n o su ggerito la possibilità di rivedere l’ipotesi del de Rossi ch e u bicava tra le vie Appia e Ardeatin a, in prossim ità del com plesso callistian o, u n possedim en to, con 177 F E RRUA 1973, n . 84 p. 94, n . 85 pp. 94-95, n . 91 p. 96, L. M ORE TTI , E pigraph ica 1958, n . 10 p. 37. Il caso in du bbiam en te m eglio docu m en tato dal pu n to di vista arch eologico è costitu ito dalla n ecropoli dell’Isola Sacra, il cu i m aggiore svilu ppo si in qu adra dall’età traian ea al III secolo: cfr. essen zialm en te C. M ORSE LLI , in AA.VV. 1990, pp. 52-61. Du e delle stele da Pretestato segn alan o an ch e l’esten sion e dello spazio destin ato alla tom ba: 6 x 3 piedi n el cippo di Otacilia Fortu n ata (F E RRUA 1973, n . 85 pp. 94-95) e 5 x 7 piedi in qu ello di Glicero (L. M ORE TTI , E pigraph ica 1958, n . 10 p. 37). 178 Com e il C(aiu s) Flaviu s Floru s dell’epigrafe F E RRUA 1973, n . 67 p. 90. 179 F E RRUA 1973, n . 71 p. 91 e n . 84 p. 94. 180 F E RRUA 1973, n . 37 pp. 82-83. Non aiu tan o, per u lteriori valu tazion i, n é il pan oram a on om astico, estrem am en te am pio (n ell’in tero repertorio delle iscrizion i fu n erarie son o attestati 34 gen tilizi diversi, con u n a prevalen za solo del gru ppo degli Au relii), n é le scelte form u lari, ch e segu on o la più com u n e prassi epigrafica, talora adottan do le stereotipate form u le testam en tarie con clu sive. 181 J OSI 1936, p. 208. 182 M(arcu s) Au reliu s Au g(u sti) lib(ertu s) / Herm es archi m a giru s / se vivo fecit sibi et Au relio / Ian u ario et Cn (eo) Octavio / Martiali fratribu s su is, / libertis libertabu squ e / posterisqu e eoru m et / his qu os ego dom in o n (ostro) dedi / et Valeriae Herm io n e con iu gi / et Edu lo collib(erto) su o decu r(ion i) cocoru m . Si n ota ben e su lla lastra l’aggiu n ta di qu este u ltim e du e dedich e. L’iscrizion e è ripresa an ch e da F E RRUA 1973, p. 75. 183 F E RRUA 1973, n . 22 p. 75; an ch e di qu esta lastra, pratica m en te in tegra (0,50 x 0,84 m ), il Ferru a n on esclu deva il reim piego. 184 D(is) M(an ibu s) / Eu stathes Au g(u sti) lib(ertu s) arc[hi] m ag(i)ru s et Au relia / S ab[in a] se vivis feceru n t sib[i et] Glygon i alu m n o / su o [et] eis qu os Caesari n (ostro) dedi / e[t lib(ertis)] libertabu squ e posterisqu e eoru m . 185 CIL VI 8751 (la lastra era stata tagliata); n otizie su l rin ven im en to in D E R OSSI 1864-77, II, p. 110. 186 Tra le du e epigrafi (CIL VI 7458, n ella Galleria Lapidaria dei Mu sei Vatican i, e CIL VI 8750, n el Lapidario ex-Lateran en se degli stessi) si n otan o m in im e variazion i n el testo. CIL VI 7458: T(itu s) Aeliu s Au g(u sti) lib(ertu s) Prim itivu s / archim agiru s et / Aelia Au g(u sti) lib(erta) Tyche con iu n x / feceru n t sibi et su is lib(ertis) libertabu sq(u e) / posterisqu e eoru m / Cu sto dia m on im en ti in habitan di n e qu is in ter- / dicere vellit qu od si n em o de hac m em oria n ostra / extiterit pertin ere debebit ad collegiu m cocoru m / Au g(u sti) n (ostri) qu od con sistit in Palatio qu od n equ e don ari / n equ e ven iri perm ittim u s qu od si qu is con tra / legem s(u pra) s(cripta) fecerit dare debebit corpori qu i su n t / in – hac station em s(estertiu m ) L m (ilia) n (u m m u m ). Nella secon da iscrizion e (CIL VI 8750) com pare an ch e il n om e della secon da m oglie del com m itten te, Aelia Tyran n is, essen do defu n ta la prim a, e varia m in im am en te la form u la fin a le relativa alla pen a pecu n iaria: (…) si ad- / versu s ea qu is fe– cerit, poen e n om in e feret / arcae cocoru m s(estertiu m ) L m (ilia) n (u m m u m ) ate ex u su ris eoru m / celebretu r su o qu oq(u e) an n o. Per il Mom m sen la du plicazion e delle lastre si spiega con il fatto ch e esse potevan o essere affisse ai lati del sepolcro. 187 Su qu esta proprietà, corrispon den te ad u n settore dell’o diern o com pren sorio su l lato occiden tale dell’Appia deten u to dalla San ta Sede (v. fig. 1), cfr., essen zialm en te, S PE RA 1999, pp. 25-28. 188 In CIL VI 8750 si fa riferim en to ad u n ’arca cocoru m , cioè alla “sede sociale” su l Palatin o (F E RRUA 1973, p. 76). CAPITOLO 2 - IL PRIMITIVO USO SE POLCRALE DE LL’ARE A Fig. 15 – Dislocazion e dei rin ven im en ti di m ateriali riferibili alla n ecropoli su b divo. 27 28 PARTE I - LE PRE ME SSE INSE DIATIVE Fig. 16 – Fram m en to di in ton aco dipin to dall’area su b divo. Fig. 17 – Titu lu s di u n m au soleo dalla n ecropoli su b divo m edioim periale (Arch ivio PCAS). Fig. 18 – Iscrizion e dei cu och i im periali (Arch ivio PCAS). CAPITOLO 2 - IL PRIMITIVO USO SE POLCRALE DE LL’ARE A probabilità piu ttosto esteso, gestito a scopo fu n erario dai liberti im periali, e in particolare dal collegiu m cocoru m , m edian te la ripartizion e del terren o “in m olte aree assegn ate ai m on u m en ti e rispettive cu stodie delle sin gole fam iglie di qu ei liberti”189 . Un even tu ale reiterato legam e del gru ppo dei cu och i con il cim itero di Pretestato, in fatti, è in dividu abile in du e iscrizion i, cocoru m XI e cocoru m G 190 , tracciate n ell’in ton aco an cora fresco su lla volta di u n a delle gallerie del gru ppo E (scavate e u tilizzate, si vedrà, tra gli u ltim i an n i del III secolo e i prim i decen n i del IV191 ), per in dicare, probabilm en te, u n a destin azion e cu m u lativa già “pren otata” di alcu n i sepolcri del van o 192 ; dalla stessa region e della catacom ba, poi, provien e pu re l’iscrizion e di u n Qu in tu s lacteariu s, qu i fu it de dom u m Lateran i, ch e potrebbe rin n ovare, perciò, an cora n el IV secolo i rapporti con il person ale addetto alle cu cin e della casa im periale 193 (fig. 135). Le fon ti epigrafich e a disposizion e, se defin iscon o l’am bito cron ologico en tro cu i in qu adrare l’attività del sepolcreto su bdiale del collegiu m , tra il II e il III secolo, con corron o an ch e a tracciare la con figu razion e di tale in sediam en to appu n to com e u n terren o piu ttosto esteso, frazion ato in pro- 189 D E R OSSI 1864-77, III, p. 636. ICUR V 14815 a-b; vd. in fra, p. 143. Cfr. F E RRUA 1973, pp. 75-77 e S PE RA 1999, p. 187. 191 In fra, pp. 143-146. 192 In fra, p. 143 per tale idea in terpretativa di qu este iscrizion i. 193 ICUR V 14583; vd. in fra, p. 143 an ch e per u n a diversa ipotesi. 194 Non va trascu rato, in fatti, il rin ven im en to delle du e lastre CIL VI 7458 e 8750 n el m edesim o lu ogo, dove, con ogn i probabilità, sorgeva il sepolcro di T(itu s) Aeliu s Prim itivu s (su pra, n . 186 p. 26). 195 Pu ò forse rivestire u n qu alch e sign ificato in sen so cron ologico la form u la di acqu isto adottata n el titu lu s F E RRUA 1973, n . 26 pp. 78-79, ch e riporta l’espression e ab ascia, u n 190 29 prietà u n ifam igliari forse n on n ecessariam en te con tigu e – e, qu in di, n on si pu ò esclu dere estese ai du e lati dell’Appia 194 –; n on è facile stabilire se effettivam en te e in qu ale form a e m isu ra tale presen za fru itiva più tardi sia en trata n ell’assetto del cim itero collettivo cristian o. L’in izio dell’occu pazion e sepolcrale del sito sicu ram en te dopo la m età del II secolo e, m eglio, alla fin e di qu esto 195 , docu m en tabile attraverso i dati riesam in ati e ricom posti, da u n a parte propon e u n fen om en o in sediativo in lin ea con le gen erali ten den ze di trasform azion e del territorio su bu rban o du ran te la m edia età im periale, ch e m ostra, per gli im pian ti sepolcrali, u n progressivo allon tan am en to dalla viabilità prin cipale 196 , dall’altra pu ò valere n ei term in i di u n a sign ificativa con cordan za con la storia del Triopio di E rode Attico, in cu i, si è visto, forse con flu iva l’area di Pretestato, passato, con bu on a probabilità alm en o in parte, alla m orte del proprietario, tra il 178 e il 183, al dem an io im periale 197 ; pu ò apparire, qu in di, logica e in evitabile la con n ession e tra qu esta tran sazion e gestion ale, con u n ’ovvia scom posizion e proprietaria dell’en orm e possedim en to 198 , e la con version e fu n zion ale del sito. riferim en to giu stam en te letto in relazion e ad u n edificio appen a u ltim ato (vd., in fatti, D E R UGGIE RO , Dizion ario epigrafico, I, Rom a 1895, pp. 712-714; rispetto alla frequ en za della form u la su b ascia, pecu liare soprattu tto dell’epigrafia gallica, l’espression e ab ascia trova alcu n i con fron ti soltan to in area rom an a – CIL VI 8931, 10921, con la sign ificativa espression e a solo et ab ascia, 36287 –). 196 S PE RA 1999, part. pp. 355-360, 366-367. 197 S u pra, pp. 9-11. 198 Qu esto doveva avven ire sia m edian te cession i ch e attraverso ven dite di terren i. Su lle form e giu ridich e della gestion e dell’ager pu blicu s vd. W. K UBITSCH E K , s.v. Ager, RE I, 1, Stu ttgart 1893, part. cc. 791-793; in oltre CAPOGROSSI COLOGNE SI 1991, part. pp. 238-240. PARTE II IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO CAPITOLO 1 LE PRIME INSTALLAZIONI IPOGE E In corrispon den za del settore occiden tale dell’area occu pata con ogn i probabilità, si è visto, fin dai decen n i fin ali del II secolo, da u n piu ttosto esteso in sediam en to fu n erario di su perficie 199 , va in qu adrato l’im pian to dei prim i organ ism i sotterran ei fru tto di u n ’escavazion e con fin alità cim iteriali, cu i si deve ricon du rre, con testu alm en te al riu so della gran de cistern a ad est 200 , l’origin e dello svilu ppo della vasta rete ipogea. Du e scale parallele (G, F), distan ti tra loro 23 m , n ell’arco di poch issim i decen n i ven n ero aperte, e direzion ate su d-n ord, presu m ibilm en te su l m edesim o asse di allin eam en to ovest-est, a circa 40 m dal m eridion ale tracciato viario ricalcato grosso m odo dall’odiern a Appia Pign atelli 201 , n on si pu ò esclu dere con il posizion am en to lu n go u n iter stradale secon dario parallelo a qu esto e fu n zion ale alla stessa n ecropoli su b divo (figg. 19, 48; tav. I). La con figu razion e delle prim itive in stallazion i va ricercata e ricom posta attraverso la lettu ra dell’assetto stru ttu rale defin itivo, esito delle varie fasi di trasform azion e delle du e region i, gen eralm en te in dicate com e “della scala m aggiore” (G) e “della scala m in ore” (F) 202 . L’im pian to prim itivo G (fig. 19) Dalla prim a delle du e scale, l’occiden tale (G), ven n e in iziata l’escavazion e di u n am bu lacro in asse con la stessa ram pa di origin e (G1-G2), dal 199 S u pra, pp. 21-29. In fra, pp. 65-77. 201 S u pra, pp. 11, 23-25; in fra, pp. 88, 247, 296, 327. 202 Cfr. già S TYGE R 1933, p. 146. Su ll’evolu zion e dei du e im pian ti su ccessiva alla fase prim itiva vd. in fra, pp. 39-58, 101112, 149-171. 203 Della scala n ella prim a fase, in fatti, si pu ò calcolare ch e avesse grosso m odo qu attordici gradin i in m en o rispetto al descen so dell’u ltim o approfon dim en to e circa sei o sette rispetto alla scala della secon da fase (in fra, p. 50): figg. 21-22. 204 In fra, p. 45. 205 Qu ello della parete ovest (m 2) presen ta an ch e l’aggiu n ta di u n locu lo su l fon do, ch e rom pe lo strato di in ton aco. 206 Qu esta fase prim itiva, stran am en te trascu rata dalla restitu zion e topografica più recen te di F. Tolotti (T OLOTTI 1978), 200 qu ale si fecero partire du e bracci laterali verso est (G7, Go8), distan ti tra loro 8,20 m e aperti, rispettivam en te, a 15 e a 24 m dall’in izio della galleria direttrice, u n a (G7), qu in di, in posizion e pressoch é m edian a, l’altra (Go8) proprio all’estrem ità n ord 203 ; u n a terza diram azion e parallela alle prim e du e (G5) va m en o sicu ram en te riferita già a qu esto im pian to 204 . La presen za di du e sepolcri del tipo a m en sa con doppia cassa parallela al prospetto (m 1, m 2) 205 , rivestiti all’in tern o di in ton aco bian co, qu asi affron tati su lle du e pareti n el tratto G1 della galleria cen trale e posizion abili, per logica fu n zion ale, con il proprio parapetto a circa 50/60 cm dalla qu ota del su olo origin ario, segn alan o ben e il livello più an tico del pian o pavim en tale n el prim o im pian to, più alto di circa 3,10-3,20 m rispetto alla qu ota fin ale di calpestio e relativo ad u n am bu lacro scavato con u n ’altezza oscillan te in torn o ai 2,50 m 206 (figg. 21-22). Su lla galleria G1-G2 apparten gon o a qu esta prim a in stallazion e an ch e gru ppi di locu li, lu n gh i in m edia 1,60-1,80 m e alti 0,35-0,40 m , aperti su lle pareti in pilae di tre o du e sepolcri, qu este u ltim e con am pio risparm io di tu fo n ella parte bassa della parete 207 . Le m edesim e caratteristich e tipologich e e dim en sion ali caratterizzan o le tre file su periori dei locu li delle pareti n ord e su d degli am bu lacri G7 e Go8, lu n gh i 21 m , ch e della galle ria cen trale ripropon gon o l’altezza com plessiva di 5,30-5,40 m ; proprio tale svilu ppo in elevato e le era stata già in dividu ata da P. Styger, il qu ale ipotizzava, appu n to, u n prim itivo “m an n sh oh en Gan g”: cfr. S TYGE R 1933, part. p. 148. 207 Su lla parete est (fig. 22) si posson o più sicu ram en te attribu ire alla fase prim itiva, dopo la tom ba a m en sa (m 1) aperta in u n am pio spazio libero, qu attro pilae di locu li, ogn u n a di tre elem en ti; ad ovest (fig. 21), alla m en sa (m 2), in u n a posizion e an aloga, sem bra segu issero tre pilae di du e locu li gran di e u n a, tra la secon da e la qu arta, di tre. Si avrà m odo di osservare ch e l’occu pazion e apparen tem en te m en o in ten siva e disorgan ica n ell’am bu lacro cen trale rispetto alle diram azion i trasversali deve essere ricon dotta al ru olo fon dam en tale svolto da qu esta galleria com e direttrice di n u ovi svilu ppi già in siti n ella program m azion e in iziale (in fra, pp. 39-46). 34 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 19 – Stralcio plan im etrico. Region e della “scala m aggiore” (G) con eviden ziazion e delle gallerie riferibili all’im pian to n ella prim a fase. CAPITOLO 1 - LE PRIME INSTALLAZIONI IPOGE E percepibili differen ze tra le pilae dei sepolcri più alti e qu elli eviden tem en te ascrivibili alle su ccessi ve fasi di approfon dim en to posson o assicu rare ch e qu esti du e van i rien traron o appu n to n ell’in i ziale program m a di escavazion e 208 . Non presen ta le m edesim e caratteristich e di om ogen eità e coeren za la diram azion e verso est più m eridion ale della regio n e G (G5), la qu ale ven n e scavata con u n a volta più bassa di 50 cm rispetto a qu ella dell’am bu lacro cen trale, tale da n on raggiu n gere, in effetti, n ella fase più an tica, u n ’altezza particolarm en te adegu ata ad u n a com oda percorribilità; tra l’altro, la disposizion e dei locu li su lla parete su d della galleria, con am pio tratto su periore n on in teressa to, per 2,90 m 209 , da tom be, e del cu bicolo term in a le Ga, dove pu re l’occu pazion e sepolcrale risparm ia il settore degli elevati a con tatto con la volta, im pon e alcu n e cau tele su ll’attribu zion e alla prim is sim a fase di im pian to an ch e di qu esto braccio trasversale, com e, in ve ce, proposto n ella lettu ra topo grafica di P. Styger 210 . L’in dividu azion e del livello pavim en tale prim itivo pu ò essere in dicativa an ch e, logicam en te, per la restitu zion e dell’assetto origin ario dello scalon e, com prom esso in m odo eviden te, però, da u n a progression e con caten ata di in terven ti stru ttu rali alterativi e da rin forzi m odern i 211 ch e in più pu n ti n ascon don o le su perfici. Gli in terven ti m u rari an tich i si localizzan o in particolare n el settore su periore della scala, di cu i l’u ltim a e in tegrale risistem azion e con tem poran ea alla costru zion e della casa e dell’atrio 212 ripropon e u n a term in azion e a gom ito, con u n a corta ram pa trasversale verso est. Tale solu zion e doveva però caratterizzare lo scalon e già in an tico; in fatti, il rivestim en to in opera listata piu ttosto irregolare m r1 (con altern an za di 1 o 2 laterizi ad u n tu fello: fig. 20), parzialm en te con servato, sia pu r con an dam en to discon tin u o, per u n a con siderevole 208 Non è esclu so ch e n el prim o im pian to lo svilu ppo plan im etrico di qu este du e gallerie fosse più con ten u to dei qu asi 22 m m isu rabili: si ritien e possa risu ltare sign ificativo, in tal sen so, l’osservazion e ch e n ella galleria G7 le pilae di tre locu li assim ilabili alla prim a fase si in terrom pon o dopo 19 m (precisam en te dopo la settim a pila e dove la galleria ten de a restrin gersi e ad assu m ere u n profilo plan im etrico appen a cu rvo), lascian do posto a serie di locu li piccoli, in fan tili, an cora tu tti con la ch iu su ra laterizia a posto, ch e sem bran o piu ttosto coeren ti con le sepoltu re in feriori della prim a fase di abbassam en to (in fra, p. 45) e con le qu attro piccole tom be im pilate su l fon do della galleria (si potrebbe però an ch e pen sare ch e tale situ azion e sia il fru tto di u n a occu pazion e n on in tegrale della galleria n ella prim a fase). A con forto di tali valu ta zion i n on è però verificabile la parte term in ale dell’am bu lacro Go8, occlu so da u n a grossa stru ttu ra in opera cem en tizia a grossi blocch i, ch e lo in vade per oltre 5 m (in fra, p. 96). 209 Si ritien e ch e tale am pio risparm io sia da con siderare n ell’ottica della predisposizion e precoce di u n o svilu ppo verso su d, realm en te effettu ato con la region e H solo dopo l’u ltim o abbassam en to del su olo (in fra, pp. 109-112), secon do u n a strategia com u n em en te docu m en tata n ell’ipogeo fin dal m om en to dell’in stallazion e. 35 altezza su en tram bi i lati della ram pa più alta su d-n ord fin o al pian erottolo in term edio, in corrispon den za del gradin o su periore di qu esta e del più basso della corta ram pa a gom ito, si è detto com pletam en te m odern a, com pon e u n an golo ben eviden te a testim on ian za, appu n to, di u n a fision om ia del settore su periore dello scalon e piu ttosto sim ile alla rein tegrazion e m odern a alm en o n ella fase di tale in terven to m u rario (fig. 22). Qu esto, tu ttavia, an dò a sovrapporsi con u n a sottile cortin a ad u n a preceden te opera di rivestim en to delle su perfici tu facee, pu re in opera listata (m r2), dalla fattu ra decisam en te più regolare, ch e si in travede in u n piccolo tratto in cu i la posteriore cortin a ven n e asportata, a livello del qu in to gradin o 213 , su lla parete est; in qu esto segm en to, tra l’altro, è pu re eviden te la giu stapposizion e di du e differen ti m u ratu re (m r2 - m r2'), ascrivibili, sem brerebbe, a du e fasi diverse piu ttosto ch e a du e m om en ti operativi discon tin u i di u n a m edesim a costru zion e. Un a sequ en za di alm en o qu attro fasi m u rarie si distin gu e an ch e in rapporto all’arco trasversale (ar1) ch e rin forza la scala in corrispon den za del pian erottolo: lo stesso arcon e, sorm on tato da u n a stru ttu ra in soli laterizi, per u n eviden te addossam en to stru ttu rale, risu lta costru ito prim a della fodera m u raria m r1, m a posteriorm en te ad u n a m u ratu ra con altern an za di du e tu felli ad u n laterizio, assim ilabile al lacerto m r2, visibile in du e settori rettan golari risparm iati dal su ccessivo rivestim en to, in alto, all’an golo con l’arco, su lle du e pareti 214 (figg. 21-22). Alla stru ttu ra ar1, piu ttosto poderosa (sp. 1,23 m ), il cu i in tradosso reca tracce di cen tin a ben eviden ti, ven n e addossato u n secon do arco di più m odesto spessore (0,50 m ), ad u lteriore sostegn o di u n settore di volta a botte su gen eratrici orizzon tali orm ai com pletam en te sostitu ita da u n a costru zion e m odern a (v1). Dell’an tica copertu ra si in izia a segu ire il profilo solo a circa 2 m dalla stru ttu ra arcu ata, in corrispon den za del n on o gradin o scen den do dal pian erottolo: il tratto su periore obliqu o (v2) risu lta in opera cem en tizia a tu fi di m edie dim en sion i, ch e em erge n egli spazi privi dello strato origin ario di in ton aco, dipin to con elem en ti m an dorlati a spesse lin ee rosse su fon do bian co 215 (fig. 23); la volta si accom pagn a ad u n rivestim en to m u - 210 S TYGE R 1933, p. 148. Pu ò risu ltare u n a su ggestion e, però, l’osservazion e ch e l’apertu ra del cu bicolo Ga, com u n qu e ascrivibile ad u n a fase su ccessiva, si posizion i a 18,80 m da G1, qu asi in corrispon den za dell’in terru zion e dei locu li più sicu ram en te riferibili alla prim a fase n ella galleria G7. 211 Relativi, in particolare, alla risistem azion e segu ita al recu pero n el 1907: in fra, p. 332. Lo scalon e era però già stato scoperto da G. B. de Rossi, ch e n e descrive lo stato di con ser vazion e n ella relazion e con ten u ta n el Cod. Vat. Lat. 10555, R elazion e dei lavori. N ovem b. 1851 - Mai 1860, f. 28r (vd. an ch e D E R OSSI 1872, p. 67 e in fra, p. 331). 212 In fra, p. 332. Ulteriori lavori n el 1982 in teressaron o la porta di in gresso e la soletta di cem en to su lla prim a ram pa. 213 Della ram pa su periore, parten do dall’alto. 214 Qu este m u ratu re con ten gon o an ch e u n a sin golare traccia ob liqu a ch e sa le d a ll’a r co ver so l’u scita , ch e cr ea l’im pression e di u n qu alch e elem en to legato ad u n a volta, n on si pu ò esclu dere in con n ession e con u n in terven to m odern o. 215 Repertorio 1993 2 , n . 2 p. 91. Vd. an ch e S TYGE R 1933, p. 148; u n riferim en to a qu esta decorazion e in B ISCONTI 1997, p. 21. 36 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO rario in opera listata a prevalen za di tu felli (4-5 tu f/ 1 lat), an ch ’esso valorizzato da u n ’in ton acatu ra bian ca con am pie riqu adratu re verm iglie (i1) 216 : il m u ro est (m r3) si con serva solo n ella parte su periore, a ridosso della volta 217 , con la cortin a appen a eviden te dallo spesso in ton aco, e segn ato da tre fori da pon te su du e altezze; qu ello ovest (m r3') si segu e, con u n a con figu razion e disarticolata, per oltre 3,20 m , dalla som m ità, dove si distin gu on o an cora i resti della decorazion e, fin o ai gradin i, su i qu ali la stessa stru ttu ra, caratterizzata da tracce sparse di pittu ra 218 , defin isce l’in gresso ad u n van o (Go0) ora tam pon ato 219 e ricom pon e alcu n i locu li. È eviden te ch e tali in terven ti m u rari costitu iron o u n ’opera di rein tegrazion e con sisten te di u n più an tico assetto tu faceo 220 : proprio n el pu n to di in terru zion e della stru ttu ra occiden tale verso i gradin i in feriori si distin gu e m olto ben e, in fatti, l’addossam en to di qu esta al profilo frastagliato, presu m ibilm en te in segu ito ad u n even to trau m atico, della parete origin aria con locu li rivestita di in ton aco bian co (i2). An alogam en te, su l lato est la m u ratu ra m r3 sem bra segu ire le discon tin u ità del tu fo im m ediatam en te sottostan te, dalla su perficie poco livellata e priva di locu li. La copertu ra più an tica rispetto a qu esta risistem azion e, ch e n e rich iese con v2 u n rialzam en to di ca. 0,30 m , si con serva in corrispon den za dei gradin i in feriori per u n tratto di 4 m 221 ed è scavata n el tu fo e ricoperta di in ton aco bian co ch e si esten deva an ch e su i lati, per tu tta l’altezza. Lo scalon e docu m en ta, du n qu e, n el su o assetto attu ale (fig. 24) alm en o tre fon dam en tali periodi evolu tivi ben distin ti: u n organ ism o a botte obliqu a n el tu fo (v3), u n a sistem azion e del settore su periore, presu m ibilm en te in segu ito ad u n crollo, con volta (v2) e pareti (m r3 - m r3') in opera m u raria, u n ’u lteriore sequ en za, poi, di m om en ti stru ttu rali (il rivestim en to m u rario m r2 222 , l’arcon e ar1, il m u ro m r1, il più piccolo arco ar2) m irati al rin forzo della parte term in ale coperta a botte su im poste in pian o. m itiva in stallazion e ipogea, cu i n on appartien e in du bbiam en te il tron con e su perstite v3 ch e in siste su lla serie di gradin i in feriori ed è pertan to ascrivibile soltan to alla fase del defin itivo abbassam en to 223 . È difficile in oltre pen sare ch e, con testu alm en te all’im pian to del prim o organ ism o, la scala fosse coperta con u n a volta ricostru ibile su l prolu n gam en to su periore di v3, poich é, da u n a parte, qu esta risu lterebbe altissim a, di qu asi 6 m , in rapporto ai gradin i e sproporzion ata per il “m an n sh oh en Gan g” G1-G2 224 della fase origin aria 225 , dall’altra la con tin u azion e obliqu a di u n a volta così alta n on coprirebbe tu tti i gradin i sen za risu ltare in com pa tibile con la qu ota estern a del su olo, ch e si deve ricostru ire di poco variabile rispetto a qu ella dell’odiern o qu adriportico 226 . Per il descen so più an tico, com posto, si pu ò calcolare in base al rapporto con la qu ota prim iti va, da circa 20/25 gradin i, si ritien e sia da im m a gin are lo svilu ppo di u n a copertu ra più bassa della posteriore volta v3, pari, grosso m odo, all’altez za dell’am bu lacro cen trale valu tabile, si è detto, in torn o a 2,50 m 227 , il cu i pu n to di in izio va posto in corrispon den za del prim o gradin o, ca. 4,60 m a su d dell’apertu ra di G5. La radicalità di tali trasform azion i h a però can cellato l’assetto della scala con n essa alla pri- L’im pian to fin qu i ricostru ito, con scala, galleria in asse e diram azion i laterali G7, Go8, G5(?), in u n a valu tazion e gen erale, propon e u n o sch em a plan im etrico del tipo a pettin e 228 , predisposto per sepoltu re sem plici e om ogen ee, ad eccezion e delle du e tom be a m en sa piu ttosto prossim e alla scala, ch e si svolge con ogn i probabilità in corrispon den za di u n ’area su bdiale ben defin ita di circa 35 x 19-25 m 229 , di cu i n ell’escavazion e fin o a qu esto m om en to sem bra si rispettin o rigidam en te i lim iti 230 . 216 Nell’an alisi stru ttu rale, tu ttavia, resa difficile dalla con siderevole altezza del van o e dalle form azion i su perficiali della pittu ra, in alcu n i pu n ti sem bra di scorgere u n a situ azion e di addossam en to dei m u ri parietali alla volta, forse però sem plicem en te per passaggi costru ttivi. 217 La parte in feriore della parete è, in fatti, ripristin ata da u n con sisten te in terven to m odern o. 218 Un a bordatu ra rossa defin isce, ad esem pio, il m argin e su periore del locu lo della parete ovest a sin istra di Go0. 219 S TYGE R 1933, fig. 50 p. 147. 220 Specificam en te, su qu esta fase, in fra, pp. 165-170. 221 An ch e il gradin o tra v2 e v3 reca tracce dell’in ton aco i1, ch e ricopriva il tratto posteriore di copertu ra, prova u lteriore, si ritien e, appu n to del fatto ch e v3 doveva origin ariam en te prosegu ire verso l’alto con u n profilo om ogen eo. 222 Non sem brerebbe, in fatti, dalla con figu razion e dei m ateriali in cortin a ch e tale m u ratu ra, priva, tra l’altro, di ogn i traccia di in ton aco, sia assim ilabile a m r3, solu zion e, tu ttavia, da n on esclu dersi con troppa sicu rezza a cau sa del m in im o settore esam in abile della prim a e della particolare con tigu ità delle du e m u ratu re, ch e dovrebbero in qu alch e m odo trovare u n con tatto fisico, di sovrapposizion e ovvero di con tin u ità, sotto lo spessore degli arch i ar1-ar2. 223 In fra, p. 50. 224 Per segu ire la defin izion e di S TYGE R 1933, p. 148 (su pra, p. 33 n . 206). 225 Il raccordo tra la volta e la galleria, tra l’altro, sarebbe possibile con u n den te di oltre 2 m . 226 S TYGE R 1933, p. 148 ricorda, in particolare, ch e i gradin i m odern i della ram pa term in ale poggian o su form ae viste n ella fase di risistem azion e, tra m u ri grezzi di basalto: in part. in fra, p. 286 su l valore da dare a qu esta in form azion e in rapporto ad u n ’alterazion e della qu ota estern a). Si vedrà (in fra, p. 50) com e l’altezza della volta v3 presu ppon ga n ecessariam en te u n tratto term in ale in pian o per ricon du rsi alla qu ota del su olo. 227 È qu an to m ai sin golare e in spiegabile ch e, se si ricostru isce su lla base del rilievo tale volta ipotetica, n e con segu e u n allin eam en to perfetto con le tracce obliqu e n otate, a est e a ovest, n elle m u ratu re su periori m r2 (su pra, n . 214), qu asi ch e qu este possan o aver con servato, in m odo però in giu stificabile, il segn o di u n a situ azion e più an tica. 228 Su ll’adozion e di tale sch em a n ell’escavazion e ipogea vd. in fra, p. 46. 229 Pari a circa 665-875 m q (variabile in con siderazion e della diversa possibilità di esten sion e verso est degli am bu lacri laterali); n on si com pren de perch é S TYGE R 1933, p. 148, n e su ppon ga u n a corrispon den za con u n ’area di 160 m q. 230 È u n dato in teressan te ch e in effetti l’asse di delim itazion e est blocch erà an cora in evitabilm en te lo svilu ppo delle gallerie n elle fasi su ccessive della region e G, an ch e n ella su a espan sion e verso su d con la region e H : in fra, pp. 109-112. CAPITOLO 1 - LE PRIME INSTALLAZIONI IPOGE E 37 Fig. 20 – Mu ratu re in opera listata di rivestim en to del settore su periore della scala G. Fig. 21 – Im pian to G: sezion e sch em atica della parete ovest della scala e della galleria in asse G1/G3 con i du e approfon dim en ti (rielaborazion e da S TYGE R 1933). Fig. 22 – Im pian to G: sezion e della parete est della scala e della galleria in asse G1/G3 con i du e approfon dim en ti (rielaborazion e da S TYGE R 1933). 38 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 23 – Scala G: decorazion e della volta. Fig. 24 – Scala G (Arch ivio PCAS). CAPITOLO 1 - LE PRIME INSTALLAZIONI IPOGE E La prim a fase evolu tiva dell’ipogeo G (fig. 25) 39 Già in tem pi ravvicin atissim i, tu ttavia, va su pposta u n a im portan te trasform azion e dell’ipogeo, fin alizzata ad u n prim o sign ificativo am pliam en to delle su perfici destin ate all’occu pazion e sepolcrale. L’in stallazion e sotterran ea, tra l’altro, era già stata con cepita n el m om en to di im pian to com e u n organ ism o din am ico, su scettibile di im m ediati e im portan ti svilu ppi: è in dicativo, in tal sen so, ch e n ella gen erale disposizion e delle tom be n ell’am bu lacro cen trale, fin dalla prim a fase, si n oti ch iara m en te la ten den za a risparm iare, n ell’escavazion e dei locu li, alcu n i settori parietali, solo su ccessivam en te, da qu ote approfon dite, in teressati dall’apertu ra di n u ove diram azion i 231 . Ad u n approfon dim en to del livello pavim en tale di circa 1-1,10 m dalla qu ota prim itiva 232 (figg. 21-22), ch e portò le gallerie ad u n ’altezza totale di 3,50-3,60 m , si lega u n a serie di sepolcri allin eati su l m edesim o asse orizzon tale, lu n go la parete ovest dell’am bu lacro prin cipale, u n arcosolio (a1) con parapetto in m u ratu ra all’in izio del tratto G2 e du e tom be a m en sa (m 3, m 4) alle qu ali l’arcosolio è in terposto 233 ; la galleria fu , ad u n tem po, soprattu tto arricch ita di du e file di locu li, alcu n i predisposti per sepoltu re bisom e o m u ltiple 234 . Su l m edesim o lato di G1 e alla m edesim a qu ota ven n e aperto, in u n settore parietale an cora libero da locu li, l’accesso, m edian te u n breve braccio in trodu ttivo lu n go 3,18 m con soglia m arm orea, ad u n cu bicolo di pian ta qu adran golare dal profilo vagam en te trapezoidale (Gb; 3,36 m x 3,45 m - lato su d - / 3,83 m - lato n ord), coperto con u n a volta ribassata ch e, n ella fase di im pian to, raggiu n geva al vertice u n ’altezza di 3,90 m 235 . Il van o era stato program m ato per u n n u m ero piu ttosto ri- dotto di tom be, u n ’u n ica, più privilegiata, su l fon do dell’am bien te del tipo ad arcosolio (a2), costitu ito da u n ’arca parallela alla fron te e n icch ia soprastan te ad arco ribassato e con parapetto in m u ratu ra 236 (fig. 26), e qu attro sepolcri su ogn u n a delle pareti laterali, organ izzati per pilae di du e, di cu i le qu attro tom be in feriori con con figu razion e a m en sa provvista di ch iu su ra verticale (m 5, m 6, m 7, m 8) 237 e le su periori, sopra u n am pio risparm io di tu fo, rappresen tate da sem plici e gran di locu li dalla fattu ra regolare, predisposti con cu rati in cassi per l’affission e delle ch iu su re; la galleriola di accesso arricch iva qu esto gru ppo di n ove organ ism i sepolcrali con l’apertu ra di u n o o du e locu li su lla parete sin istra e di du e su qu ella destra. La realizzazion e dei sepolcri parietali era stata con cepita in siem e con l’esecu zion e di u n program m a decorativo ad affresco di am pio respiro, ch e in teressò in tegralm en te le su perfici dell’am bien te, com presa la n icch ia dell’arcosolio, e del van o di accesso 238 : in u n arm on iosa e ben stu diata com posizion e a gran di scom parti con con torn i rosso-verde su fon do bian co, al di sopra di u n a bassa zoccolatu ra arricch ita da m otivi vegetali stilizzati, resi con largh e pen n ellate, si altern an o cam pi an icon ici a più rari spazi occu pati, in posizion e cen trale, da qu adru pedi ram pan ti o da fiori esplosi, parte di u n tessu to tem atico volto a ricreare u n ’atm osfera cosm ica, ch e si in fittisce n ell’organ izzazion e delle im m agin i su lla volta; qu i, en tro u n con torn o qu adrilobato racch iu den te u n cerch io, è la raffigu razion e di u n pastore crioforo in torn o alla qu ale ru otan o elem en ti fitom orfi e zoom orfi (u ccelli, an atre e pavon i), qu esti u ltim i in particolare direttam en te allu sivi alle varie com pon en ti cosm ich e 239 (fig. 27). 231 Ciò è eviden te, su lla parete ovest, in rapporto agli accessi a Gb e a G8, su qu ella est per l’apertu ra G5; si ricordi, tra l’altro, ch e an ch e su l lato su d di qu esta u n risparm io n otevole di tu fo (su pra) presu ppon e già la prevision e di u n a diram azion e m eridion ale, creata solo dopo il secon do approfon dim en to. Tale fen om en o costitu isce proprio u n a pecu liarità dei prim i cim iteri sotterran ei per la collettività cristian a e perm ette appu n to di con figu rare com e tale l’im pian to della region e G (P E RGOLA 1997, pp. 60-62; F IOCCH I N ICOLAI 2001, part. p. 21; più diffu sam en te in fra, p. 53). 232 Styger calcola tale approfon dim en to in torn o a 1,50 m (S TYGE R 1933, p. 149). 233 Di qu esti du e organ ism i la ricostru zion e volu m etrica, m olto com prom essa dal precario stato di con servazion e, n e perm ette l’iden tificazion e com e sepolcri a m en sa, ben ch é, in effetti, qu ello posizion ato a n ord, pesan tem en te restau rato, potrebbe profilarsi an ch e com e u n locu lo con pian o ribassato. 234 An ch e K ANZLE R 1909, pp. 210-211 ricorda ch e m olti locu li di qu esta galleria, sterrata du ran te la cam pagn a di lavori 1907-1908 (in fra, p. 332), eran o “assai profon di”, m a probabilm en te si riferisce soprattu tto a qu elli in feriori, della fase su ccessiva, alcu n i dei qu ali, tra l’altro, sem bran o allargati in u n m om en to posteriore alla destin azion e origin aria (in fra, p. 166). 235 La parete di in gresso all’in tern o del van o era stata pre- ceden tem en te rettificata con u n a fodera in m atton i, visibile dalla frattu ra del van o di accesso a n ord. 236 Per tale tipologia di arcosolio, cu i appartien e an ch e la tom ba a1 dell’am bu lacro cen trale già ricordata, N UZZO 2000a, p. 125 e, in gen erale, p. 183. 237 Tali tom be a m en sa presen tan o la n icch ia su periore con apertu ra rettan golare ben squ adrata e form a parallelepipeda – cfr. N UZZO 2000a, pp. 125-126 e p. 187 (tipo in dicato con la sigla Ma1-Ma2; vd. an ch e tabella p. 126) –. 238 La decorazion e, oggetto di restau ri n el 1996 (in fra, n . 2200 p. 336), è piu ttosto ben con servata su gran parte delle su perfici, in particolare su lla volta, su lla parete di in gresso e su lle delim itazion i della corta galleria di accesso; più lacu n oso appare, in vece, il rivestim en to su lle tre pareti del cu bicolo in teressato da tom be, dove la discon tin u ità dell’in ton aco ch e si in terrom peva, appu n to, in corrispon den za dei sepolcri, h a favorito il distacco irreversibile di in teri settori. 239 Su lle pittu re del cu bicolo, riten u to degn o di particolare in teresse da parte degli stu diosi dal m om en to della scoperta n el 1850 (in fra, pp. 330-331), soprattu tto W ILPE RT 1903, tav. 17 = Repertorio 1993 2 , n . 3 p. 91. Da u ltim o, esau rien tem en te, B ISCONTI 1997 riaffron ta an ch e u n a lettu ra com plessiva della decorazion e, in segu ito agli u ltim i restau ri; su l sen so cosm ico sotteso al program m a pittorico part. pp. 24-26. 40 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 25 – Stralcio plan im etrico. Region e della “scala m aggiore” (G) con eviden ziazion e dei van i riferibili all’im pian to n ella secon da fase. CAPITOLO 1 - LE PRIME INSTALLAZIONI IPOGE E Fig. 26 – Cu bicolo Gb: lato di fon do (Arch ivio PCAS). Fig. 27 – Cu bicolo Gb (“della coron atio”): decorazion e della volta (Arch ivio PCAS). 41 42 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Spu n ti tem atici dal sign ificato più specifico si adottaron o su lle pareti laterali del cu bicolo, per l’im preziosim en to degli am pi spazi fra le tom be, organ izzati in elegan ti pan n elli, otten u ti con il m edesim o sistem a di riqu adratu ra lin eare rosso-verde, cu i si accom pagn a però l’u so di più ricercati segm en ti azzu rri 240 , adatti ad accogliere u n a sequ en za di scen e ispirate al repertorio n eo-testam en tario: n ell’u n ica raffigu razion e su perstite su lla parete destra, setten trion ale, è stata ricon osciu ta più con cordem en te la tradu zion e icon ografica del raccon to dell’em orroissa, con Cristo affian cato da du e apostoli e la don n a prostrata e n on ben caratterizzata n el disegn o su l pian o an teriore 241 ; a su d si dispon gon o tre riqu adri, du e sovrapposti in posizion e cen trale, il più alto con la parte in feriore di u n a scen a n ella qu ale si legge facilm en te la resu rrezion e di Lazzaro, presen tata secon do u n o sch em a ben attestato 242 (fig. 28), il sottostan te con Cristo ch e in dossa abiti m ilitari, u n sagu m pu rpu reo su u n a can dida tu n ica corta, e u n a figu ra fem m in ile in terpretata u n ivocam en te com e la Sam aritan a al pozzo 243 (fig. 29). Nello spazio a sin istra di qu esti du e scom parti, form ato dall’alto diafram m a tra il locu lo orien tale della parete e il sottostan te sepolcro a m en sa, cam peggia, pu re m u tila in alcu n i settori, u n a scen a dalla storia esegetica com plessa e in tricata, rivisitata in u n o stu dio recen te, segu ito agli u ltim i restau ri del 1996 244 , di F. Biscon ti 245 , ch e n e h a defin itivam en te recu perato la prim a ipotesi in terpretativa proposta, su bito dopo la scoperta del cu bicolo il 5 aprile 1850 246 , dal p. March i e dal 240 Dato valorizzato (an ch e in term in i cron ologici) da B I 1997, p. 28 e p. 34. 241 Su l tem a più recen tem en te M. P E RRE YMOND , s.v. Em orroissa, in Tem i 2000, pp. 171-173. Tu ttavia, l’im pian to in solito di qu esta scen a aveva in dotto C. Cecch elli (CE CCH E LLI 1954, pp. 264-267) a su ggerire u n a solu zion e in terpretativa diversa, qu ella dell’episodio di E m m au s, lettu ra in qu alch e m odo ricon siderata an ch e n egli u ltim i stu di (B ISCONTI 1990-91 e B ISCONTI 1997, p. 28 e fig. 17; cfr. an ch e G IORDANI 1995, part. pp. 389390, ch e però preferisce l’iden tificazion e con l’em orroissa). 242 Cfr. essen zialm en te M. G UY, s. v. Lazzaro, in Tem i 2000, pp. 201-203, part. p. 202 (in oltre B ISCONTI 1997, pp. 29-31 e fig. 18). 243 D. G OFFRE DO , s.v. S am aritan a al pozzo, in Tem i 2000, pp. 275-276, part. p. 275 (e B ISCONTI 1997, p. 31, fig. 19): l’abbigliam en to di Cristo con n ota in du bbiam en te la scen a com e u n u n icu m . 244 In fra, n . 2200 p. 336. Il restau ro h a an ch e perm esso di restitu ire alla scen a alcu n i fram m en ti di in ton aco recu perati n ell’am bien te con u n pazien te lavoro di ricon oscim en to e ricom posizion e (B ISCONTI 1997, part. figg. 24-29). 245 B ISCONTI 1997, part. pp. 34-49. 246 In fra, pp. 50, 330-331. 247 Sem plicem en te G. B. de Rossi aveva, sen za grosse argo m en tazion i, riassu n to u n a lettu ra pu n tu ale delle scen e: “ben ch é la serie dei qu adretti, ch e eran o disposti lu n go le pareti n egli spazi n on occu pati dai locu li, fosse tu tta in terrotta per i dan n i dell’in ton aco lacero e in gran parte cadu to, pu re facile fu il ricon oscere ch e qu ivi eran o state dipin te scen e di storia evan SCONTI de Rossi, i qu ali avevan o ricon osciu to n ell’im m agin e il Cristo in coron ato di spin e percosso dai soldati 247 : si n ota, in fatti, in u n con testo all’aperto, sottolin eato dalla presen za di alberi, u n a com posizion e di tre figu re, qu ella ch e rappresen ta il Cristo, in tu n ica e pallio, con il capo in corn iciato con u n a coron a vegetale, verso cu i du e soldati in tu n i ca exigu a e clam ide rivolgon o u n a can n a (fig. 30). Tra l’altro, u n fram m en to di in ton aco ascrivibile al m edesim o am bien te, m a scoperto staccato dalla su perficie origin aria, su cu i lo stesso Biscon ti h a rich iam ato l’atten zion e 248 , sem brerebbe essere parte di u n ’altra scen a dello stesso ciclo del m artirio di Cristo, qu ella dell’arresto 249 , con du e im m agin i decodificabili, grazie al vestiario (tu n ica corta e clam ide) e agli attribu ti, com e rappresen tan ti del m on do m ilitare. È ch iaram en te fu n zion ale al cu bicolo Gb – e certo u lteriore elem en to sign ificativo per sottolin earn e la stu diata valorizzazion e e differen ziazion e in u n am bito sepolcrale sostan zialm en te piu ttosto om ogen eo ed egu alitario – u n lu cern ario, realizzato m edian te l’escavazion e di u n braccio obliqu o su lla parete opposta, orien tale, dell’am bu lacro G1, la cu i in clin azion e, assecon data an ch e da u n a leggera obliqu ità della volta del van o in trodu ttivo all’am bien te, n e garan tiva u n ’illu m in azion e diretta (fig. 31). La ben eviden te coeren za n ell’articolazion e dei pian i di copertu ra otten u ta in fase di scavo assicu ra la program m azion e del lu cern ario, valorizzato, in an alogia con il van o Gb, da u n a decorazion e praticam en te illeggibile su in ton aco bian co 250 (fig. 32), già n el m om en to di realizzazio - gelica. Delle qu ali eran o su perstiti e ricon oscibili l’E m orroissa ai piedi del Salvatore, la Sam aritan a, i m iliti percu oten ti con can n a il capo coron ato del Salvatore; altre tracce d’altre scen e eran o in certe” (D E R OSSI 1872, p. 74). Dopo la prim itiva perlu strazion e, pu r essen do il cu bicolo rim asto praticam en te in accessibile (in fra, p. 332 n . 2180), la scen a in qu estion e, docu m en tata da disegn i editi prim a dal Perret (P E RRE T 1851-55, I, tav. 80), qu in di dal Garru cci (G ARRUCCI 1873-81, II, tav. 39a), com in ciò ad essere oggetto di u n acceso dibattito, ch e divise sostan zialm en te gli stu diosi tra coloro ch e preferivan o l’in di vidu azion e di u n tem a battesim ale, lettu ra in au gu rata n ello stu dio del Garru cci (G ARRUCCI 1873-81, II, pp. 45-46; in oltre M ARUCCH I 1908; M ARUCCH I 1909; G. B ONAVE NIA, in S CAGLIA 1910, pp. 373-379; da u ltim o G IORDANI 1992), e coloro ch e, su lla scia del March i e del de Rossi, adottaron o la lettu ra “m artirologica” (in particolare W ILPE RT 1908 e W ILPE RT 1938, pp. 49-52: l’au tore aveva potu to, dopo la riscoperta del 1907, rian alizzare la pittu ra direttam en te; in oltre, B ACCI 1908). In rapporto a qu esta in terpretazion e il van o Gb è n oto n ella storia degli stu di com e “cu bicolo della passion e”. Cfr., per u n qu adro gen erale della storia erm en eu tica, G IORDANI 1992, pp. 232-240 e B I SCONTI 1997, part. pp. 34-37, an ch e su lle posizion i m argin ali e in accettabili di alcu n e teorie (in particolare D E WAAL 1911). 248 B ISCONTI 1997, pp. 45-47. 249 An ch e J. Wilpert, tra l’altro, aveva ipotizzato ch e “in faccia alla coron azion e di spin e fosse dipin to Sim on e Ciren eo ch e porta la croce, con u n o o du e soldati e Cristo” (W ILPE RT 1903, p. 210; cfr. pp. 208-211 su ll’in tera decorazion e). 250 Repertorio 1993 2 , n . 4 p. 91. CAPITOLO 1 - LE PRIME INSTALLAZIONI IPOGE E Fig. 28 – Cu bicolo Gb (“della coron atio”): resto pittorico della scen a della resu rrezion e di Lazzaro (Arch ivio PCAS). 43 Fig. 29 – Cu bicolo Gb (“della coron atio”): la scen a della Sam aritan a al pozzo (Arch ivio PCAS). Fig. 30 – Cu bicolo Gb: la “coron atio” (Arch ivio PCAS). 44 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 31 – Lu cern ario su lla galleria G1/G2 fu n zion ale al cu bicolo Gb (Arch ivio PCAS). Fig. 32 – Lu cern ario su lla galleria G1/G2: lacerto pittorico (Arch ivio PCAS). CAPITOLO 1 - LE PRIME INSTALLAZIONI IPOGE E 45 locu li 256 . An alogam en te, n el van o qu adran gola re aperto all’estrem ità della galleria (Ga; 1,95 x 2,40 m ) tre sequ en ze verticali di qu attro locu li ogn u n a in teressaron o, in posizion e pressoch é cen trale, le pareti di fon do e laterali. Pu re di in certa, m a qu an to m ai probabile assegn azion e a qu esto periodo, risu lta l’am bu lacro verso ovest G8, di cu i in an tico ven n e occlu so l’accesso con u n m u ro in tu felli (m r4) 257 e ora com pletam en te in volto da fran e dopo il tratto in iziale e pertan to n on ispezion abile; l’altezza dell’im boc co, già fru ibile con qu esto prim o abbassam en to del su olo, n on n e esclu de, appu n to, il riferim en to a tale fase di escavazion e. n e del cu bicolo; l’an om alia dell’organ ism o di illu m in azion e, in verità m en o efficien te rispetto alle apertu re posizion ate n elle volte degli stessi am bien ti da risch iarare 251 , potrebbe essere giu stificata con la presen za di u n qu alch e in gom bro su bdiale in corrispon den za di Gb o an ch e con la n ecessità di far fu oriu scire lo sbocco dell’organ ism o en tro u n a proprietà defin ita 252 ovvero, più sem plicem en te, ricon dotta al ten tativo di con ciliare l’esigen za di u n a decorazion e in tegrale dell’am bien te, qu in di an ch e dell’in tera volta, con la m essa in fu n zion e di u n organ ism o volto ad u n a illu m in azion e direzion ata. L’approfon dim en to, è logico, n on in teressò soltan to l’am bu lacro cen trale G1-G2, m a an ch e le du e diram azion i orien tali G7 e Go8, sicu ram en te già esisten ti, si è visto, con il prim itivo im pian to: le n u ove su perfici dispon ibili n ella parte in feriore di qu este gallerie poteron o ospitare, per lo più , su ogn i parete, du e o tre file orizzon tali di locu li spesso ben im pilati, distin gu ibili dai su periori, più an tich i, per le gen eralm en te m aggiori proporzion i (lu n gh . m edia 1,75-1,90 m ; alt. 0,40-0,50 m ), dato ch e caratterizza an ch e la m aggior parte delle tom be della m edesim a tipologia ascrivibili a tale fase n ella galleria prin cipale 253 . Forse, si è detto, proprio da qu esta n u ova qu ota ven n e fatto partire, an cora verso est, l’am bu lacro G5 254 , ch e, libero da locu li n el prim o tratto su d per 2,90 255 , con la su a altez za oscillan te in torn o ai 3 m , poté ospitare su ogn u n a delle du e pareti sette pilae ordin ate di qu attro È ovvio ch e tale prim a, im portan te, alterazio n e dell’assetto origin ario 258 sia la con segu en za di u n program m a m irato ad u n in crem en to sign i fi cativo delle sepoltu re, ch e, attraverso l’approfon di m en to dei van i già esisten ti e il progresso delle escavazion i, addirittu ra riu scì a triplicare l’origin a ria poten zialità di u tilizzo fu n erario dell’im pian to 259 ; m a risu lta pu re degn o di valu tazio n e ch e, in qu esta secon da fase, em erga ch iaram en te la ten den za a ren dere esclu sive e ben in dividu alizzate alcu n e form e sepolcrali rispetto alla sostan ziale om ogen eità del con testo, sia m edian te la creazion e di spa zi riservati ad u n gru ppo u n itario, fam igliare o di altra n atu ra 260 , sia con l’attu a zion e di in terven ti decorativi in relazion e ad am bien ti 261 o a sin go le tom be 262 , sia con la scelta di tipologie sepolcra li più ricercate (tom be a m en sa e arcosoli) 263 . 251 Son o qu este, per lo più , le bocch e di lu ce decisam en te più frequ en ti n elle catacom be rom an e; i caratteri di realizzazion e del lu cern ario su lla galleria G1 avevan o fatto riten ere a P. Styger ch e esso avesse essen zialm en te sign ificato sim bolico, essen do orien tato ad est (S TYGE R 1933, p. 149). 252 Il cu bicolo, in effetti, su pera verso ovest u n probabile lim ite di proprietà rispettato, n el prim itivo im pian to, dalla galleria G1-G2, m a n on più con siderato an ch e con la galleria G8 e, soprattu tto, n el su ccessivo svilu ppo, con gli am bu lacri G4G13-G14-G16-G17 (in fra, pp. 50, 107-109). 253 Si è visto (su pra, p. 35 n . 208) ch e, probabilm en te, le stesse gallerie ven n ero prolu n gate fin o alla lu n gh ezza defin itiva proprio in segu ito all’approfon dim en to; in qu esto caso le qu attro pilae term in ali di piccoli locu li su lle pareti della galleria G7 e la serie di 4 locu li su l fon do della stessa, decisam en te om ogen ei, sarebbero appu n to relative ad u n ’u n ica fase. 254 S u pra, pp. 33-35. 255 Si è detto ch e a tale situ azion e si deve ricon du rre il program m a di far partire u n a direttrice per l’esten sion e verso su d, progetto attu ato però solo dopo u n u lteriore e u ltim o approfon dim en to – in fra, pp. 109-112 –. 256 I du e su periori delle prim e tre pilae son o n ascosti dalla stru ttu ra m odern a di rein tegrazion e della volta. 257 In fra, p. 167. 258 In tale fase si deve presu m ere rim an esse pressoch é in variato l’assetto dell’origin aria scala (per il qu ale vd. su pra, pp. 35-36) con u n a sem plice aggiu n ta di ca. 5 gradin i. 259 Per avere u n ’idea dei param etri qu an titativi si deve calcolare ch e la galleria G7, n el caso se n e su ppon ga, com e pare probabile, an ch e il prolu n gam en to o il solo u so della parte term in ale già scavata, n ella secon da fase, rispetto ai 42 locu li om ogen ei del prim o im pian to am pliò la su a capien za di 83 sepolcri; dal tratto esam in abile della galleria Go8 – occlu sa, si è detto, per gli u ltim i 5,40 m – si dedu ce ch e qu esto am - bu lacro alm en o raddoppiò il n u m ero dei locu li (se n e con tan o 42 della prim a fase, e altrettan ti in rapporto all’approfon dim en to). A qu este cifre van n o affian cate le sepoltu re della galleria G5 (56) e del cu bicolo Ga (12), qu elle del cu bicolo Gb (12) e gli alm en o 22 sepolcri (19 locu li, le du e tom be a m en sa e l’arcosolio) ch e si aggiu n sero ai probabili 34 della galleria cen trale, m en tre è decisam en te difficile, per i profon di in terven ti alterativi an tich i e m odern i (su pra, pp. 35-36), operare u n com pu to com pleto e differen ziato per fasi dei locu li su lle pareti dello scalon e. Con sideran do ch e si tratta sem pre di risu ltati approssim ativi in difetto (an ch e n ell’ottica di u n a n on im possibile presen za di sepoltu re pavim en tali asportate dagli in terven ti su ccessivi e ch e la galleria G8, probabilm en te pertin en te a qu esta fase, n on è più percorribile) e ch e, in ogn i caso, i calcoli effettu ati son o relativi alle stru ttu re sepolcrali e n on al n u m ero delle effettive in u m azion i (è logico, e tra l’altro ben docu m en tato proprio n elle gallerie in qu estion e, ch e ogn i sin golo organ ism o poteva an ch e ospitare u n n u m ero elevato di deposizion i: ad es. in fra, pp. 47, 111), è oltrem odo in teressan te ch e con le descritte m odifich e apportate all’ipogeo prim itivo le poten zialità di u tilizzo sepolcrale ven n ero praticam en te triplicate con l’aggiu n ta alle alm en o 118 tom be della prim a fase di oltre 227 sepolcri. 260 Gb e Ga, qu est’u ltim o dall’assetto e dalla posizion e sicu ram en te più m odesti del prim o. 261 Il cu bicolo Gb con il su o lu cern ario. 262 L’arcosolio a1 su lla galleria G1-G2 reca n ella n icch ia resti di in ton aco bian co con ban de rosse e ebbe il parapetto rivestito di lastre di m arm o (vd. an ch e B E VIGNANI , Taccu in o lavori 4, s.p.). 263 In particolare, si ricordin o le qu attro tom be a m en sa (m 5, m 6, m 7, m 8) e l’arcosolio (a2) in Gb e le du e tom be a m en sa (m 3, m 4) e l’arcosolio (a1) del corridoio G1-G2 (su pra). Un ru olo poco sign ificativo riveste, in qu esto discorso, il 46 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Per u n in qu adram en to cron ologico dell’in stallazion e ipogea origin aria e della fase di approfon dim en to e di am pliam en to, da con siderare, si è detto, a distan za m olto ravvicin ata alla prim a 264 , va im pian tata, in m an can za di dati precisi affidati all’epigrafia, a m ateriali vari o a presen ze n u m ism atich e in situ , u n a m aglia di valu tazion i con vergen ti ch e in dirizzin o l’ipotesi di con testu alizzazion e storica dell’im pian to. In dicazion i gen erich e posson o ven ire già dalle scelte tipologich e sottese alla defin izion e plan im etrica dell’ipogeo, alla realizzazion e volu m etrica dei van i, all’adozion e delle form e sepolcrali, tu tti elem en ti ch e sem bran o orien tare n ell’am bito dei prim issim i decen n i del III secolo 265 . Appartien e, in fatti, ad u n m odello di escavazion e piu ttosto precoce n el repertorio degli im pian ti ipogei program m ati com e sepolcreti a larga fru izion e lo sch em a plan im etrico con asse ortogon ale alla scala e diram azion i trasversali u n ilaterali, defin ito com u n em en te “a pettin e”, adottato, ad esem pio, lu n go du e arterie parallele n el n u cleo più an tico del cim itero di Calepodio, su lla via Au relia, in cu i era stato sepolto, n el 222, papa Callisto 266 . Così, con caratteri di particolare an tich ità si profila l’elabo razion e arch itetton ica “in n egativo” dei cu bicoli Gb-Ga, sem plici van i qu adran golari dal con ten u to svilu ppo volu m etrico, con pareti occu pate essen zialm en te da locu li o tom be a m en sa e con volta m olto ribassata, sim ili a n u m erosi esem pi ch e con n otan o le aree fu n erarie rom an e en tro la m età del III secolo 267 . Alla m edesim a forbice cron ologica rim an dan o an ch e la fattu ra regolare dei locu li 268 , le caratteristich e dei du e arcosoli a1 e a2, rispettivam en te in G1-G2 e in Gb 269 , e delle tom be a m en sa, il cu i u so, piu ttosto lim itato n el tem po, sem bra in qu adrarsi proprio n ei su ddetti decen n i 270 . Non si discosta da tale in qu adram en to an ch e l’elegan te in terven to in stile lin eare n el cu bicolo Gb, ch e, pu r in seren dosi “in u n giro di esperien ze figu rative, ch e si con su m an o n elle catacom be dalla m atu ra età severian a al m om en to gallien ico”271 , rich iam a, proprio attraverso l’au silio della com parazion e con u n a serie di opere con im m ediate affi n ità, com e gli affresch i delle dom u s lateran en si 272 , delle cripte di Lu cin a 273 , dei cu bicoli dei sacram en ti a Callisto 274 , del criptoportico di Priscilla 275 , m odi decorativi m eglio collocabili n ei decen n i in iziali del III secolo, in particolare tra i prim i an n i e qu elli cen trali del periodo severian o, cu i rim an da an ch e l’an alisi delle capigliatu re dei person aggi n elle scen e del cu bicolo della “coron atio”276 . repertorio epigrafico, ch e rivela poch issim e attestazion i riferibili sicu ram en te alla fase del prim o approfon dim en to (e n essu n a, forse, all’im pian to prim itivo); l’iscrizion e ICUR V 14871b su lla scala ch iu de u n locu lo ricostru ito da m u ratu re posteriori, solo per posizion e riferibile ipoteticam en te alla secon da fase; più sicu ram en te van n o ascritte a qu esta le lastre ICUR V 14196, 15227a, 15262b e 15265e in G7 e 15123 e 14436 in Gb (cfr. m eglio in fra, pp. 54-56). Il problem a della valorizzazion e di qu este presen ze è legato, in effetti, alle m odalità di riaffission e segu ite da E . Josi n el 1933, qu an do tali m arm i, scoperti du ran te i lavori del XIX secolo e portati per esigen ze con servative n ell’allora Mu seo Lateran en se (e com e tali editi da M ARUCCH I 1910), ven n ero ricon dotti n ella catacom ba (vd. an ch e F E RRUA 1979, p. 171; lo stu dioso ricorda ch e la con testu ale esecu zion e dei calch i, i qu ali an daron o a sostitu ire n ella collezion e m u seale i m arm i origin ali, ven n ero esegu iti a spese della Pon tificia Com m ission e di Arch eologia Sacra); si ritien e ch e per tale lavoro lo Josi potè u tilizzare disegn i precisi fatti esegu ire dal de Rossi com e per il cu bicolo della coron atio (D E R OSSI 1872, p. 65 afferm a, appu n to, di aver fatto preparare, per il van o Gb, “disegn i accu ratissim i” di qu an to aveva visto “n ell’atto dello sterram en to, e prim a ch e i m arm i (com e allora im provvidam en te si costu m ava) fossero dalle loro sedi rim ossi e trasferiti ai pu bblici m u sei”). È m olto probabile ch e tale docu m en tazion e, raccolta soprattu tto in prospettiva della redazion e della R om a sotterran ea, passata prim a al Wilpert, ven n e acqu isita dallo Josi e sia an data dispersa con le carte di qu esti (vd. su pra, pp. 1-2). 264 S u pra, p. 39. 265 Con u n a cron ologia oscillan te tra la prim a m età e la m età del III secolo h an n o sostan zialm en te con cordato, fin ora, tu tti gli stu diosi, ben ch é si sian o sistem aticam en te con siderati u n ’u n ica fase i du e m om en ti in iziali, ad eccezion e, si diceva (su pra) di S TYGE R 1933, pp. 148-150; cfr., in fatti, F ASOLA T E STINI 1978, pp. 120, 121 e T OLOTTI 1978, part. p. 165, ch e con sideran o giu stam en te determ in an ti ai fin i cron ologici la con figu razion e plan im etrica del prim o im pian to, associabile agli organ ism i fu n erari collettivi più an tich i, la tipologia delle tom - be (in base alla qu ale con corda con la datazion e alla prim a m età del III secolo an ch e N UZZO 2000a, p. 125) e le in dicazio n i forn ite dalla pittu ra del cu bicolo Gb (per cu i si veda B I SCONTI 1997, part. p. 47). 266 E ssen zialm en te N E STORI 1971 (vd. an ch e F IOCCH I N ICOLAI 2001, p. 22 e fig. 12). Non si tratta propriam en te di u n o sch em a a griglia o a graticola (Rostsystem ), com e defin ito da S TYGE R 1933, part. p. 148, ben ch é si possa riten ere ch e in effet ti l’im pian to “a pettin e” costitu isca la version e sem plificata dell’altro, altrettan to an tico, ben docu m en tato, ad esem pio, n ell’“Area I” di Callisto (essen zialm en te S PE RA 1999, pp. 124-127). 267 Tra gli esem pi più sign ificativi si ricordin o le cam ere delle cd. cripte di Lu cin a (R E E KMANS 1964, pp. 53-54, 56, 70), dell’“Area I” callistian a (S TYGE R 1925-26, pp. 124, 129-145), del cim itero ad du as lau ros (G UYON 1987, pp. 64-65, 136). Per con siderazion i di ordin e gen erale vd. an ch e F IOCCH I N ICOLAI 1998, p. 31. 268 Vd. soprattu tto N UZZO 2000a, p. 126. 269 Per u n a defin izion e cron ologica del tipo N UZZO 2000a, pp. 125-126, per i casi specifici di Pretestato, e p. 183, su l tipo in gen erale. 270 F ASOLA - T E STINI 1978, p. 120; da u ltim a N UZZO 2000a, pp. 126-127 e p. 187. 271 B ISCONTI 1997, p. 33. 272 D E B RUYNE 1968. 273 Repertorio 1993 2 , n n . 1-2 p. 103. Cfr. R E E KMANS 1964, pp. 192-196. 274 Repertorio 1993 2 , n n . 21-25 p. 102. 275 Repertorio 1993 2 , n . 21 p. 25. Cfr. T OLOTTI 1970, p. 163 (per u n a carrellata di spu n ti com parativi vd. B ISCONTI 1997, part. p. 24). 276 B ISCONTI 1997, p. 34 rich iam a giu stam en te “l’in con fon dibile N estfrisu r della Sam aritan a ch e ci ricorda da vicin o le accon ciatu re alla m oda presso le don n e dei Severi”. Poco in ciden te an ch e per la defin izion e cron ologica lo scarso repertorio di iscrizion i a posto riferibili alle du e fasi (vd. già su pra, n . 263): la lastra ICUR V 14357 di In ven ta et Pa tern u s, affissa su lla scala (e con tem poran ea, per l’eviden te af- CAPITOLO 1 - LE PRIME INSTALLAZIONI IPOGE E N u ovi svilu ppi del sepolcreto (fig. 33) 47 Deve, logicam en te, costitu ire u n im prescin dibile su ggerim en to tem porale qu ale term in u s an te qu em per le trasform azion i descritte del prim itivo ipogeo la su ccessiva evolu zion e della region e G, soggetta ad u n u lteriore e defin itivo abbassam en to del livello pavim en tale dei van i esisten ti, calcolabile in torn o ai 2 m , con la creazion e di am pie su perfici per l’apertu ra di n u ove e n u m erose tom be (figg. 21-22): ai lati dell’am bu lacro cen trale G1G2 la fascia in feriore di tu fo è in teressata da serie di locu li, spesso di piccole dim en sion i, ch e van n o ad in crem en tare di circa 55 u n ità l’apparato degli organ ism i fu n erari ascrivibili con più probabilità alle fasi preceden ti 277 ; n elle gallerie G7, Go8, G5 file orizzon tali di sepolcri variabili da du e a tre elem en ti 278 com pren don o an ch e alcu n e tom be del tipo a m en sa, du e (m 9, m 10), a doppia arca, affron tate su ogn u n a delle pareti di G7, in corrispon den za della terza pila 279 , alm en o altrettan te (m 11, m 12) su l lato m eridion ale di Go8, rispettivam en te n ella terza e n ella qu arta fila verticale 280 , qu ella m eglio con servata con raddoppiam en to della cassa e piccolo locu lo in fan tile scavato su l fon do 281 (fig. 34). An ch e i van i riservati Ga e Gb fu ron o soggetti ad u n an alogo approfon dim en to del su olo. Su lle tre pareti di Ga preceden tem en te in teressate da sepoltu re, prosegu on o le pilae per gru ppi di tre 282 o qu attro locu li su lle su perfici di u ltim a escavazion e, con u n ten tativo di allin eam en to dei n u o- vi organ ism i, appen a più gran di, alle tom be su periori. Nel cu bicolo Gb la prim a fase pavim en tale è ch iaram en te segn ata dall’in terru zion e dell’in ton aco origin ario, ch e, n el settore in feriore ven n e grossolan am en te ripreso m edian te la stesu ra di u n in ton aco bian co dall’im pasto m en o fin e, con servato su l lato su d del corridoio in trodu ttivo, con i m edesim i riqu adri an icon ici 283 (fig. 35); an ch e qu i l’occu pazion e sepolcrale ripropon e grosso m odo le m edesim e strategie della fase preceden te, con l’apertu ra di du e serie di cin qu e tom be, per lo più locu li, raggru ppate in file di tre e du e su ogn u n a delle pareti laterali, in verità m olto rim an eggiate da in terven ti m odern i; l’u n ico sepolcro a m en sa, ad arca u n ica, ben ricon oscibile, su l lato destro (n ord), presen ta il rifacim en to del parapetto in m u ratu ra laterizia e la lastra an epigrafe ch e n e ch iu de verticalm en te l’im boccatu ra (fig. 36). Un piccolissim o locu lo in fan tile o con fu n zion e di ossario, tagliato n el settore su d della parete di in gresso, fin ora priva di tom be, alla qu ale in qu esta fase an dò pu re ad addossarsi u n a sorta di sedile in opera listata, si aggiu n ge al repertorio in crem en tato delle tom be del van o, tra le qu ali van n o an ch e con siderati i sette locu li, tre a sin istra (su d) e qu attro a destra, della galleriola di accesso. An ch e il fon do accoglie, secon do i criteri di distribu zion e spaziale già applicati, con servan do, qu in di, il ru olo di settore privilegiato n ell’am bito del cu bicolo, u n sepolcro tipologicam en te affin e a qu ello della fase preceden te, u n arcosolio, cioè, ad fin ità di esecu zion e, al m arm o ICUR V 14425, di Liberalis et Basiliu s, trovato tra le terre di G1-G2), è, tra l’altro, poco sign ificativa, perch é risistem ata su u n sepolcro in m u ratu ra, al qu ale n on appartien e sicu ram en te, aven dola il de Rossi scoperta fra le terre (sch ede de Rossi; F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 246). Van n o in vece ascritti con m olta probabilità alla secon da fase l’iscrizion e fram m en taria ICUR V 14871b ai piedi della scala, su lla parete est, con la form u la in pace, le du e lastre della galleria G7 di Don ata, sem plicem en te con al cen tro il n om e della defu n ta accom pagn ato da u n pesce e dall’án cora (14196), e con il segn o isolato del pesce (15227a) – alla m edesim a fase n ella galleria sem bran o da ascriversi an ch e i locu li con le ch iu su re m arm oree recan ti i segn i della ru ota a sei raggi (ICUR V 15265e) e della stella (ICUR V 15262b) – e, in fin e, l’epitaffio di Macedon iu s (ICUR V 14436), con la form u la in pace, e qu ello di T…grij (ICUR V 15123), con il solo n om e greco, ricollocato su u n locu lo della parete su periore su d del cu bicolo Gb, m a in realtà trovato tra le terre dal de Rossi e riposizion ato da E . Josi n el 1933 (su ll’in terven to di ricollocazion e dei m arm i preceden tem en te portati al Mu seo Lateran en se vd. su pra, n . 263). In gen erale, qu esti scarsissim i riferim en ti epigrafici sicu ri ripropon gon o le pecu liarità di u n repertorio straordin ariam en te an tico e risu ltan o coeren ti con il più con sisten te gru ppo di iscrizion i della fase su ccessiva, e perciò con qu este più gen eralm en te rivisitate e con siderate (in fra, pp. 54-56). 277 S u pra, n . 259 p. 45. Un o di qu esti, ai piedi della scala, su l lato ovest, si profila com e u n bisom o, con pian o abbassato di alcu n i cm rispetto all’im boccatu ra, ch iu su ra an epigrafe e bordo in feriore dell’apertu ra pu re rivestito da lastrin e. 278 Con l’aggiu n ta di 50 tom be in G7, di 48 in G5 e di alm en o 30, calcolabili n el tratto visibile, in Go8. 279 In fase di recu pero la tom ba a m en sa del lato su d (m 9) presen tava la “cassa rivestita di m arm i” (B E VIGNANI , Taccu in o lavori 4, s.p.), di cu i resta u n a lastra n ell’an golo an teriore sin istro; la tom ba a m en sa del lato n ord (m 10) presen ta an ch e u n locu lo di bam bin o realizzato su l lato di fon do (vd. an ch e N UZZO 2000a, p. 127 e fig. 176 = fig. 40). 280 Con sideran do ch e la prim a pila di locu li è costitu ita dall’in serzion e di du e piccole tom be in prossim ità dell’an golo con la galleria G1. 281 L’u so di realizzare su l fon do delle stru ttu re prim arie piccoli in cavi per sepoltu re di bam bin o è docu m en tato n on solo n elle tipologie a m en sa (oltre a qu ella appen a descritta alla n ota 279 in G7, si ricordi il sepolcro pertin en te alla prim a fase dell’ipogeo: su pra, p. 45), m a an ch e n ei locu li, ad esem pio in u n bisom o su lla parete n ord della stessa galleria Go8, in qu adrabile pu re dopo l’u ltim o approfon dim en to, n el qu ale, tra l’altro, son o an cora con servate le tre deposizion i. Strategie an alogh e di approfon dim en to e occu pazion e si devon o im m agin are an ch e per il braccio ovest G8, n on esam in abile. 282 Su lla parete di fon do e m eridion ale. 283 S TYGE R 1933, p. 149; B ISCONTI 1997, pp. 19-20. Le du e fasi del cu bicolo fu ron o perciò ben eviden ti sin dal m om en to della scoperta (D E R OSSI 1872, pp. 65-66). In qu esta fase forse il cu bicolo ebbe u n a zoccolatu ra m on ocrom atica: lo farebbe pen sare l’alto n u m ero di fram m en ti di in ton aco rosso an alogo a qu ello dei riqu adri della secon da fase, recu perato n ei locu li dell’am bien te du ran te i lavori recen ti. 48 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 33 – Stralcio plan im etrico. Region e della “scala m aggiore” (G) con eviden ziazion e dei van i riferibili all’im pian to n ella terza fase. CAPITOLO 1 - LE PRIME INSTALLAZIONI IPOGE E Fig. 34 – Sezion i sch em atich e con locu li delle gallerie G5, G7, Go8, G9. 49 50 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO arco ribassato rivestito com pletam en te in m atton i, per favorire la sovrapposizion e, n ella m edesim a parete tu facea, di du e stru ttu re di im portan te volu m etria 284 (fig. 26); qu esto organ ism o, tra l’altro, fu rin ven u to in tegro dal de Rossi du ran te le prim e in dagin i n el van o, preservato dalle spoliazion i poich é “stu diosam en te n ascosto e reso in visibile” da stru ttu re m u rarie logicam en te posteriori 285 ; in fatti, “dem olita la parete ch e lo n ascon deva, apparve u n arcosolio bisom o rivestito di lastre m arm oree; la m en sa era forn ita di du e an elli di bron zo per farla scorrere in n an zi o sollevare; en tro l’arca giacevan o du e corpi, l’u n o vestito di tela d’oro, l’altro di porpora; u n vasello era collocato presso il capo del secon do; n on u n a lettera design ava i n om i dei sepolti con tan to on ore”286 . Con tale fase di n u ovo abbassam en to del su olo n ella region e va direttam en te correlato il tratto di volta origin aria v3 su llo scalon e di accesso, ch e, si è visto, costitu isce l’esito di u n im portan te in terven to di sopraelevazion e della copertu ra origin aria 287 , la cu i altezza n otevole, adegu ata a qu ella di 5,60 m della galleria approfon dita G1-G2, per u n raccordo con la qu ota estern a del su olo doveva già, in evitabilm en te, prevedere u n prosegu im en to, in u n am pio tratto m edian o, con u n organ ism o a botte su im poste orizzon tali, forse in qu esto periodo an cora n el tu fo 288 . Ad u n tem po ven n e effettu ato an ch e il logico prolu n gam en to della scala fin o al livello defin itivo, con l’aggiu n ta di alm en o dieci gradin i (figg. 21-22). L’elevazion e sign ificativa raggiu n ta dallo scalon e e dall’am bu lacro G1-G2 rese an ch e n ecessaria la program m azion e di alcu n e stru ttu re di rin forzo statico, u n a serie di doppi arch i trasversali distan ziati dai piedi del descen so lu n go l’in tero svilu ppo della galleria cen trale, du e, più prossim i ai gradin i (ar3, ar4), rispettivam en te a su d e a n ord dell’apertu ra di G5 289 , im pian tati direttam en te su lle su perfici laterali tu facee, du e (ar5, ar6), n el settore setten trio n ale dell’am bu lacro, costru iti in vece con du e coppie di poderosi pilastri in opera listata regolare (1-2 tu f/1 lat: pi1, pi2), più alti degli stessi arch i; qu ello dei du e organ ism i adiacen te l’apertu ra di G7 irrobu stisce an ch e tale in gresso, con u n ’an aloga stru ttu ra arcu ata ch e n e ridu ce l’esten sion e verticale 290 (fig. 37). In rapporto a qu esta fase di trasform azion e della scala si con servan o am pi settori parietali, ricoperti, com e lo stesso tron con e di volta v3, con u n o strato con sisten te di in ton aco bian co (i2), ch e in teressa an ch e il doppio arco ar3, garan ten don e, appu n to, la con testu alità di realizzazion e 291 . In tal sen so è pu re sign ificativo ch e i qu attro pilastron i relativi agli organ ism i ar5, ar6, m en tre si addossan o ch iaram en te alle tom be dei settori parietali su periori, relativi alla preceden te attività sepolcrale, n on in taccan o le serie dei locu li più bassi, eviden tem en te scavati dopo la costru zion e di tali rin forzi. 284 Proprio per qu esto, con testu alm en te, ven n e rin forzato in laterizio an ch e il parapetto dell’arcosolio su periore. 285 In fra, pp. 330-331. 286 D E R OSSI 1872, p. 66; vd. an ch e D E R OSSI 1864-77, I, p. 169. Un ’an aloga ch iu su ra m arm orea, con du e in cassi predi sposti per l’alloggio degli elem en ti m etallici, ven n e scoperta an ch e a Dom itilla n ella region e dei Flavi Au reli (D E R OSSI 1875, p. 64): la lastra era in cisa con l’iscrizion e ICUR III 7262, di cu i il de Rossi eviden ziò in teressan ti associazion i tecn ich e con l’iscrizion e pavim en tale di Oêran…a (ICUR V 15097; fig. 96), pu re apparten en te alla fase di approfon dim en to del cu bicolo Gb. 287 S u pra, pp. 35-36. 288 Per le su ccessive trasform azion i di qu esto assetto su pra, p. 36. 289 Un arco sim ile (ar7) sostien e an ch e le pareti tu facee all’im bocco di qu esto stesso am bu lacro. 290 Tale lavoro di rin forzo appare m olto ben rifin ito; è degn o di in teresse, ad esem pio, ch e il pilastron e vicin o all’in gres so di G7 per n on ridu rre troppo la largh ezza dell’apertu ra, ven n e in fase costru ttiva tagliato n ell’an golo della parte bassa, acqu isen do u n profilo pen tagon ale; il raccordo tra i du e settori, il su periore sporgen te a spigolo vivo e l’in feriore, rien tran te, è otten u to con laterizi m essi di taglio, com e u n a m en sola. 291 Tale in ton acatu ra, ben ch é n on visibile n ella parte in feriore delle pareti, è sicu ram en te con segu en te al secon do approfon dim en to, in qu an to n on risu lta tagliata dalle du e apertu re delle gallerie più prossim e alla scala raggiu n te dal rivestim en to, G5, su l lato est, m a an ch e G4, scavata, com e si vedrà, proprio dalla qu ota approfon dita di G1-G2. 292 Su lla possibilità, però, ch e qu esto prolu n gam en to possa in effetti essere stato effettu ato già dalla qu ota più alta, m a in u n m om en to im m ediatam en te preceden te il defin itivo approfon dim en to, vd. in fra, pp. 53-54. 293 Com e già eviden ziato su pra, p. 36, è sign ificativo ch e qu esto “lim ite” sia già stato e ven ga poi rispettato praticam en te in tu tte le fasi di svilu ppo della region e – vd. soprattu tto in fra, pp. 109-112 a proposito delle gallerie del gru ppo H –, fin o alla fase di con giu n zion e dei du e sistem i di gallerie G e F (in fra, pp. 56-57, 153, 167). Sicu ram en te a con dizion are l’an dam en to di G9 n on son o le adiacen ti gallerie F, com e potrebbe apparire da u n a som m aria vision e della plan im etria del com plesso: si vedrà, in fatti, ch e qu este fu ron o scavate in u n m om en to posteriore e ch e son o, in vece, esse stesse con dizion ate n ell’escavazion e da G9 (in fra, p. 101). Dalla n u ova qu ota del su olo l’ipogeo G con obbe an ch e u n im portan te svilu ppo plan im etrico. La stessa galleria in asse con la scala G1-G2 ven n e prolu n gata, con u n a volta più bassa di 1,40 m , per 3,30 m (G3) 292 ; la disposizion e dei locu li su lla parete est, in particolare, n e garan tisce u n ’occu pazion e solo dall’u ltim o approfon dim en to e, ad u n tem po, la con testu alità, alm en o n ell’ottica program m ativa, con u n a n u ova diram azion e est (G9), di cu i la sin golare divergen za rispetto all’ortogon alità degli altri assi del sistem a sotterran eo pu ò essere su ggestivam en te spiegata con la volon tà di svilu ppare en tro u n a con siderevole lu n gh ezza (oltre 30 m ) u n a galleria ch e doveva però rispettare u n più rigido lim ite orien tale 293 . Pu r se con side- CAPITOLO 1 - LE PRIME INSTALLAZIONI IPOGE E 51 revolm en te alta n el tratto in iziale, dove l’am bu lacro con serva lo svilu ppo di qu asi 4 m della direttrice G3, appare piu ttosto eviden te ch e l’escavazion e di G9 avven n e proprio dal su olo dell’u ltim o approfon dim en to: la qu ota della volta, in fatti, dal pu n to di origin e, ten de gradu alm en te ad abbassarsi e qu ella del su olo a rialzarsi, fin o alla form azion e di u n gradin o n el tratto term in ale, determ in an do u n a drastica ridu zion e del n u m ero dei locu li organ izzati per pilae piu ttosto regolari, dalle più costan ti sette apertu re della parte in iziale alle corte file verticali di tre o du e locu li all’estrem ità orien tale, dove l’am bu lacro raggiu n ge u n ’altezza di appen a 1,62 m 294 . L’organ izzazion e dei locu li su lla parete n ord è fru tto, in equ ivocabilm en te, an ch e n el tratto in iziale, di u n ’occu pazion e com plessiva dell’in tera altezza; qu i, a ca. 3 m dall’an golo con G3, in terrom pen do la serie di tom be dopo la secon da pila, ven n e creato, con l’im boc catu ra alta solo 1,95 m , u n corto braccio trasversale (Go9), servito, proprio in corrispon den za dell’apertu ra, di u n lu cern ario qu adran golare posizion ato obliqu am en te rispetto all’asse rettilin eo della delim itazion e parietale. La galleria G9 e il piccolo van o Go9, ch e sem bra profilarsi qu asi com e u n o spazio riservato, presen tan o essen zialm en te sepoltu re in locu li di bu on a fattu ra, m a di dim en sion i estrem am en te variabili, alcu n i sicu ram en te bisom i e, per u n discreto n u m ero, in fan tili 295 ; con dizion ò la disposizion e dei sepolcri an ch e la fragilità del tu fo in su perficie, ch e in più pu n ti rese n ecessari piccoli in terven ti in tegrativi in m u ratu ra ch iaram en te con n essi al- l’attività di sistem azion e dei sepolcri 296 . In gen erale, l’occu pazion e dell’am bu lacro rivela caratteri piu ttosto m odesti: i locu li an cora in tatti di G9 presen tan o esclu sivam en te ch iu su re in laterizio 297 e così le otto sepoltu re, qu attro per parete, sei di adu lti e du e di bam bin i, del corto am bu lacro Go9, recu perato praticam en te in tatto n el 1907 “dietro u n a grossa qu an tità di terra così am m assata da sem brare tu fo”298 , altern an o a ch iu su re laterizie altrettan to sem plici lastre m arm oree an epigrafi (fig. 38). Tali sepolcri ven n ero però con n otati m edian te l’affission e di oggetti su lla calce fresca di fissaggio delle ch iu su re 299 , alcu n i cerch i di avorio su i du e locu li in fan tili 300 e, su du e delle tom be più gran di, affron tate su lle pareti della galleriola, rispettivam en te u n piattello di vetro azzu rro m olto fram m en tato a est e u n m edaglion e bron zeo con ia to dall’im peratore Massim in o il Trace (235-238) 301 a ovest (fig. 39). Pu re dalla qu ota approfon dita dell’asse cen trale G1-G2 si scavò su l lato occiden tale, praticam en te ai piedi dello scalon e, u n lu n go am bu lacro est-ovest, alto 2,35 m e prolu n gato per oltre 18 m (G4) 302 , con u n a trasversale bilaterale (G14) all’estrem ità ovest, forse appen a più tarda 303 , e u n breve braccio su lla parete m eridion ale (G15) collegan te con u n cu bicolo (Gc). L’assetto del van o, u n sem plice spazio qu adran golare com pletam en te rivestito con in ton acatu ra bian ca e segn ato dalla presen za, su ogn i parete, di tre gran di locu li dalla fattu ra accu ratissim a, divisi da am plissim i risparm i di tu fo, si presen ta profon dam en te alterato da u n in terven to su ccessivo 304 , ch e determ in ò 294 La parete n ord di G9, con sideran do an ch e il fon do di G3, presen ta u n a su ccession e di 15 pilae ch e in alcu n i casi, in alto, si dividon o in du e gru ppi di locu li piccoli; qu ella su d m ostra u n an alogo n u m ero di serie verticali di tom be, ten den zialm en te m eglio im pilate. 295 Alcu n i di qu esti organ ism i sepolcrali su biron o, in u n a fase posteriore, in terven ti di sbarram en to e allargam en to per la creazion e di grossi van i u tilizzati com e ossari; la stessa galleria G9, tra l’altro, ven n e occlu sa con u n m u ro in tu felli (m r5), an cora parzialm en te con servato n el settore in feriore, dopo essere stata adibita a grosso ossario (in fra, pp. 166-167). 296 Un in tero tratto di m u ratu ra in opera listata fu in dispen sabile, su lla parete setten trion ale di G9, su bito ad est dell’accesso a Go9, per u n eviden te crollo del tu fo in fase di scavo dei tre locu li più bassi; per tale situ azion e il locu lo su periore, ch e era stato con cepito e delin eato più gran de e ben squ adrato, ven n e ridotto n ell’estrem ità est du ran te lo scavo in profon dità An ch e su l lato su d, in prossim ità dell’in crocio con G3, si era in terven u ti su u n distacco su perficiale di tu fo in corrispon den za dei tre locu li in feriori delle prim e du e pilae: qu esto aveva im posto il rispetto di più am pi diafram m i per i du e più corti sepolcri in feriori della prim a pila e l’in tegrazion e in m u ratu ra a tu felli dell’estrem ità ovest del secon do locu lo della secon da pila; forse pu re per m otivi an alogh i u n a gran de tom ba bisom a della terza fila verticale ebbe u n basso rin forzo del bordo in feriore in m atton i. 297 In effetti du ran te l’attività di perlu strazion e della galleria, prim a n el m arzo 1907, qu in di “n ella stagion e 1907-1908” (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p. e K ANZLE R 1909, pp. 209- 210) fu rin ven u ta u n ’u n ica iscrizion e (ICUR V 15107b) tra le terre e, probabilm en te, u n a lastra con án cora ivi con servata (ICUR V 15245i). 298 B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p.; qu asi le m edesim e parole in K ANZLE R 1909, p. 209 (“la galleria fu scoperta n el rim u overe u n a gran de qu an tità di terra, ch e era così costipata e com patta da sem brare tu fo”). 299 Su ll’u so di apporre piccoli oggetti di corredo-arredo su i locu li si vedan o essen zialm en te D E S ANTIS 1994; F E LLE - D E L M ORO - N UZZO 1994 e, più recen tem en te, D E S ANTIS 2000 e N UZZO 2000. 300 L’affission e su i locu li di cerch i di avorio o osso appare u n u so piu ttosto attestato n elle catacom be rom an e; cfr. in tal sen so D. N UZZO , in F E LLE - D E L M ORO - N UZZO 1994, p. 114 e n . 42 per u n a serie di esem pi. An ch e all’estrem ità della parete n ord della galleria Go8 u n locu lo pertin en te alla fila orizzon tale in feriore ven n e sin golarm en te valorizzato m edian te la collocazion e, n el bordo su periore, di u n a tabella di stu cco (9 x 13 cm ) con u n leon e in corsa affissa con u n ch iodo bron zeo dalla grossa testa ovoidale. 301 D/ IMP MAXIMINVS PIVS IMP, bu sto lau reato a d., R/ PROVIDE NTIA AVG S C, la Provviden za a s., con u n ’asta e u n a corn u copia, ai piedi u n globo: COH E N n . 80, p. 513. 302 La prosecu zion e occiden tale è però bloccata da u n m u ro in tu felli (vd. in fra, p. 167). 303 Tale galleria è con cepita, in fase di im pian to, con l’esten sion e raggiu n ta: all’estrem ità n ord e su d, in fatti, la volta si abbassa con siderevolm en te. 304 Per il qu ale vd. in fra, p. 109. 52 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 35 – Sezion e del cu bicolo “della coron atio” dopo l’approfon dim en to (da M ARUCCH I 1933). Fig. 36 – Cu bicolo Gb: prospetti sepolcrali delle pareti su d e n ord (da N UZZO 2000a). Fig. 37 – Galleria G1/G3: pilastri di rin forzo statico dopo l’u ltim o approfon dim en to all’in crocio con l’am bu lacro G7. Fig. 38 – La galleriola in tatta Go9. CAPITOLO 1 - LE PRIME INSTALLAZIONI IPOGE E il rialzam en to della volta 305 e l’abbattim en to parziale della parete ovest per du e u lteriori diram azion i (G13 e G17). In gen erale la con figu razion e di qu esto piccolo gru ppo di am bien ti, pu r m olto com prom essi da u n a fran a ch e n e aveva reso difficile il recu pero n egli an n i 1948 e 1951 306 , m a in effetti irrobu stiti già in an tico da m u ratu re di rivestim en to in G4 e in G14 307 , m ostra caratteri di fon dam en tale om ogen eità in tern a e in rapporto ai m odi di fru izion e fu n eraria ch e segn an o i settori approfon diti dell’im pian to G, sia n ell’escavazion e dei locu li, particolarm en te gran di (lu n gh ezza m edia 2,00; altezza m edia 0,43 m ) e di fattu ra regolare, sia n ell’adozion e di lastre in scritte di ch iu su ra, spesso dall’esecu zion e elegan te 308 . Le osservazion i e i dati u tili per la defin izion e tem porale di tali in terven ti di am pliam en to sepolcrale dell’ipogeo su ggeriscon o an cora u n a volta di ipotizzare u n a sequ en za diacron ica m olto stretta. Il pan oram a delle form e fru itive offerto dall’occu pazion e delle su perfici otten u te con il n u ovo approfon dim en to del su olo e dei van i di n u ova escavazion e si profila con caratteri di eccezion ale u n iform ità rispetto a qu ello em erso dall’an alisi delle fasi preceden ti, facen do su pporre talora qu asi il ricorso alle m edesim e m aestran ze: si è n otato, n ei vari am bien ti, l’u so sistem atico di locu li an cora dalla fattu ra rifin ita e volu m etricam en te perfetta, in fram m ezzati da spessori tu facei piu ttosto alti, ch e gen eralm en te caratterizzan o i cim iteri sotterran ei n egli assetti più an tich i 309 , l’adozion e, sia pu r sem pre sporadica, di organ ism i a m en sa 310 , ch e ripropon gon o, in u n a version e assolu tam en te in variata, per lo più con doppia arca e locu lo su fon do, il m odello sperim en tato proprio in fase di im pian to con le tom be m 1, m 2 dell’am bu lacro G1 311 (fig. 40). An ch e l’arcosolio aperto su lla parete di fon do dell’am bien te Gb costitu isce u n a sorta di du plicazion e form ale del soprastan te e più an tico ad arco ribassato e cassa profon da, con siderato tipologicam en te affin e agli esem plari 305 Il profilo di qu ella an tica si ricostru isce per l’in terru zion e dell’in ton aco bian co. 306 Note in F E RRUA 1949, p. 19, m a an ch e in Giorn ale di scavo Ferru a, p. 133 (1951), ch e ricorda la fran a in G4, cau sata dalle piogge, “davan ti alla casa di Meco”, il rin ven im en to di “poveri locu li a su d e a est” e la costru zion e di “tu tto u n m u ro a su d”. Tali lavori, per i qu ali vd. in fra, p. 336, in teressaron o an ch e il cu bicolo Gc e portaron o alla scoperta delle tre iscrizion i rivolte all’in tern o delle tom be (in fra, p. 54). 307 Su tali in terven ti vd. an ch e in fra, p. 109 e n . 675. 308 In fra, pp. 54-56 per u n a con siderazion e com plessiva del repertorio epigrafico riferibile alla fase di approfon dim en to. 309 E ssen zialm en te F ASOLA - T E STINI 1978, p. 107 e F IOCCH I N ICOLAI 1998, p. 19. 310 Un a n el cu bicolo Gb, du e in G7 e du e in Go8 (su pra, p. 47). 311 S u pra, p. 33. 53 docu m en tati n elle catacom be rom an e n ella prim a m età del III secolo 312 . In qu esto cu bicolo, tra l’altro, com e n ell’altro van o coevo per sepoltu re esclu sive Ga, n on va om esso di con siderare, proprio n ell’ottica di u n a particolare vicin an za cron ologica delle du e fasi, ch e i m odi di u tilizzo delle su per fici in feriori, pon en dosi perfettam en te in lin ea con le strategie di occu pazion e del periodo preceden te 313 , n on rivelan o n essu n a su ppon ibile discon tin u ità di fru izion e e, verosim ilm en te, di gestion e proprietaria di qu esti spazi. Le du e fasi di approfon dim en to sem bran o, qu in di, il fru tto di u n a sim u ltan eità di in terven ti con sequ en ziali ch e si sovrappon gon o in u n iter di veloce program m azion e; colpisce soprattu tto, in tal sen so, ch e l’apertu ra delle n u ove diram azion i esegu ite effettivam en te ad approfon dim en to attu ato risu ltin o abbastan za sistem aticam en te già previste alla qu ota più alta, com e eviden zia la presen za di am pi settori parietali lasciati liberi da sepoltu re. Tale situ azion e è eviden te, in particolare, lu n go il lato occiden tale dell’am bu lacro cen trale G1-G2, in corrispon den za degli accessi ai van i Gb e alla galle ria G8, realizzati in fase con il prim o approfon dim en to 314 , m a en tro spazi, appu n to, n on an cora in teressati da locu li; così, su lla pareste est dello stesso asse cen trale si im pian ta, n el m edesim o periodo, l’apertu ra al corridoio G5 315 , n el qu ale, an alogam en te, lo scavo della galleria H , effettu ato sicu ram en te in u n m om en to posteriore 316 , appare in qu alch e m odo già predisposto m edian te il rispetto di u n o spazio laterale libero a su d. Nello stesso m odo, n on si pu ò esclu dere ch e effettivam en te il prolu n gam en to di oltre 3 m verso n ord dell’am bu lacro cen trale (tratto G3) fosse stato realizzato dopo il prim o abbassam en to 317 , con la program m azion e di u n a possibilità di espan sion e a est 318 , attu ata però soltan to più tardi con la galleria G9. Risu lta m olto ben in lin ea con l’ipotesi di u n a particolare precocità dell’u ltim o approfon dim en to, in qu adrabile, si ritien e, n on dopo gli an n i cen trali del III secolo 319 , l’an alisi del repertorio epigra- 312 S u pra, p. 46 n . 269. S u pra, pp. 47-50. Sign ificativa, per qu esto discorso, an ch e la ripresa dell’in ton acatu ra in Gb. 314 S u pra, p. 39. 315 Vd. an ch e su pra, part. p. 45. 316 Per l’im pian to di qu esta region e, da con siderare com e l’espan sion e a su d dell’ipogeo G n egli u ltim i decen n i del III secolo, vd. in fra, pp. 109-112. 317 In effetti l’altezza di 2 m della galleria in qu esta fase si presterebbe già ad u n a bu on a percorribilità. 318 Il tratto G3 avrebbe, cioè, ricevu to locu li soltan to su lla parete ovest, su lla qu ale, effettivam en te, si distin gu on o dalle sottostan ti le du e coppie di locu li su periori. 319 Per u n in qu adram en to dell’u ltim o approfon dim en to en tro l’età precostan tin ian a vd. già F ASOLA - T E STINI 1978, p. 121 e, in oltre, B ISCONTI 1997, pp. 19-20 (vd. T OLOTTI 1978, pp. 164165). 313 54 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO fico in situ , sia n ei settori bassi delle gallerie preesisten ti 320 , sia n egli am bien ti an n essi G4-G14-Gc 321 ; a qu esto cu bicolo n ell’assetto in iziale si ritien e possa essere riferito con bu on a probabilità u n gru ppo coeren te di tre lastre, rin ven u te dal Ferru a con l’iscrizion e ribaltata verso l’in tern o a ch iu su ra dei locu li dello stesso van o, con i qu ali eran o perfettam en te coin ciden ti dal pu n to di vista dim en sion ale 322 : i tre epitaffi, su su pporti di m arm o bian co, si riassu m on o sem plicem en te n ei n om in a sin gu la dei defu n ti, ^Ioulianãj (fig. 41a), DomnŒnoj (fig. 41b) e Súzousa (fig. 41c), sicu ram en te in cisi dal m edesim o lapicida, con particolare cu ra esecu tiva. Qu este testim on ian ze con vergon o, più gen eralm en te, n ell’in tero repertorio epigrafico relativo alla region e G, ch e riassu m e, in u n a valu tazion e di in siem e delle lastre an cora in situ pertin en ti alle varie fasi 323 , di qu elle riu tilizzate 324 e dei rin ven im en ti m obili, m odalità form u lari, corredi figu rativi e pecu liarità paleografico-esecu tive straordin ariam en te com u n i n el qu adro della prim itiva docu m en tazion e epigrafica cristian a 325 : n el gru ppo di tren tacin qu e iscrizion i con form u lario ricostru ibile con sicu rezza 326 , di cu i il 60% in lin gu a greca ed il 40% in latin o 327 , son o sen za du bbio predom in an ti qu elle con il solo n om e del defu n to o dei defu n ti (60%), in alcu n i casi (25%) accom pagn ato da figu razion e in cisa 328 ; in m isu ra m in ore (14,3%) gli epitaffi associan o al n om e la form u la in pace / Án e„rËnV 329 o la data di deposizio n e (8,6%) 330 o l’età vissu ta (2,8%) 331 ; poch e, e tu tte latin e, risu ltan o le qu attro epigrafi, in situ m a posteriori all’u ltim o approfon dim en to, con form u lario più com plesso 332 . Nel repertorio figu rativo, piu ttosto ricco, m a an ch ’esso in pien a coeren za tem atica con le in cision i ch e corredan o l’epigrafia cristian a prim itiva 333 , son o ricorren ti le rappresen tazion i dell’án cora (32%; fig. 44) 334 , dell’u ccello (22,8%) 335 , del pesce (8,8%; fig. 45) 336 , talora an ch e abbin ati, isolati o a com pletam en to di u n testo; più rari, alm en o n el qu adro offerto da qu esta region e 337 , gli ovin i (2,9%) 338 , gli alberi (2,9%) 339 320 Si devon o sicu ram en te riferire all’occu pazion e con segu en te l’u ltim o abbassam en to gli epitaffi ICUR V 13994, su lla scala, del fan ciu llo Agatem ero, dal form u lario piu ttosto articolato; ICUR V 15148l, con m on ogram m a on om astico, posto a ch iu su ra di u n a form a e logicam en te posteriore all’u so dei locu li (vd. an ch e in fra, p. 106), dalla galleria cen trale G1-G2; ICUR V 15114a in G7 con il sem plice n om e greco del defu n to ( Sekãndij; fig. 42); ICUR V 15107a in G5, con form u lario an alogo (dalla stessa galleria ICUR V 14161 ch iu deva u n a form a: in fra, pp. 106-107). In oltre la lastra ICUR V 15207 con elegan te raffigu razion e cen trale di u n volatile ricollocata a ch iu su ra del locu lo più basso della parete di fon do in Ga e qu elle del settore approfon dito di Gb, ICUR V 14972 (su l locu lo in feriore della parete su d) di ^Ag¥qh É kaˆ Seir…ka (fig. 43), accom pagn ata dalla precocissim a form u la ben eau gu ran te Án e„rËnV e dalle in cision i ai lati di u n ’án cora e di u n u ccello; ICUR V 14607, su lla parete n ord, più articolata; ICUR V 14119 della galleriola in trodu ttiva, paleograficam en te elegan te e ru bricata, con data di deposizion e e di n u ovo il sim bolo dell’án cora (per la ch iu su ra di form a ICUR V 15097 cfr. in fra, p. 107). 321 In G9, si è visto, n on vi son o iscrizion i (su pra). In G4, oltre alla lastra di SebËra, però riu tilizzata per la dedica alla defu n ta Cassia Felicitas dal m arito Bolu m n iu s Marcian u s (ICUR V 14112; n el Giorn ale di scavo Ferru a, p. 33 e p. 41 si legge ch e il m arm o ven n e trovato fram m en tario e “ricom posto com pletam en te” il 16 m arzo 1951 per essere affisso “al locu lo crollato dove stava”, a su d prim a dell’in crocio con G15), ven n e ro trovate a posto su locu li m olto gran di la lastra di `Onwr¬ta (ICUR V 15096) e di ^Armen…a Fhlik…taj (ICUR V 14977), n on ch é la lastra con án cora cen trale ICUR V 15245g, ora riposizion ata a ch iu su ra di u n locu lo. A posto in G14 son o ICUR V 14095, solo con du e lettere in terpretate dal Ferru a com e le in iziali del defu n to, ai lati di u n ariete in ciso elegan tem en te (in fra e n . 338) e l’epitaffio di Dion isio (ICUR V 14187), con albero, án cora e stru m en ti del m estiere di calzolaio, di cu i F E RRUA 1949, p. 19 propon e an alogie form u lari con l’epigra fia ebraica, su ggeren don e an ch e u n a con n ession e con la lastra della galleria F16 ICUR V 14100 (in fra, n . 634 p. 105, n . 989 p. 153). 322 ICUR V 15053a, 15440 e 15118. È logico pen sare perciò ch e, in fase con la risistem azion e del van o – in fra, p. 109 –, i locu li ven n ero riaperti per rioccu pazion i e l’epitaffio origin ario sem plicem en te rivolto all’in tern o. 323 S u pra, n . 263 pp. 45-46 e n . 276 pp. 46-47. 324 Oltre alle tre del van o Gc e a qu ella rein cisa da G4 (ICUR V 14112), si con sideri an ch e la ICUR V 15016 ch e ch iu de, con le lettere verso l’alto, u n locu lo del settore estrem o di G5 (parete n ord). 325 Su lle con n otazion i dell’epigrafia cristian a delle origin i si vedan o gli stu di sistem atici di C. Carletti (part. CARLE TTI 1988 e CARLE TTI 1997, m a an ch e il recen te e stim olan te CARLE TTI 2001). Il repertorio epigrafico della region e della “scala m aggiore” è già con siderato dall’au tore (CARLE TTI 1997, part. p. 146) tra qu elli più in dicativi di u n a prassi epigrafica con n otabile e con n otata com e cristian a. 326 Non son o state con siderate in qu este valu tazion i, in fatti, le lastre troppo fram m en tarie. Il n u m ero di iscrizion i è sorpren den tem en te sign ificativo se correlato con il n u m ero di stru ttu re sepolcrali m in im e calcolate n ella region e G n ella terza fase – cfr. qu an to approfon dito in fra, p. 112 e n . 713 –, ch e raggiu n ge, prim a dello svilu ppo a su d, le 900 u n ità. La qu an tità delle epigrafi, du n qu e, soprattu tto per le fasi prim itive, n on pu ò essere in n essu n caso em blem atica per u n calcolo delle in u m azion i. Nella presen tazion e delle serie di epigrafi da qu i a segu ire si è scelto di segn alare in apice la lin gu a (G = greco; L = latin o; T = traslitterata), la con servazion e in situ (*) e il riu tilizzo del pezzo (®). 327 Su ll’alta in ciden za delle iscrizion i grech e n el repertorio dell’epigrafia prim itiva cfr. soprattu tto CARLE TTI 1997, pp. 147148. 328 ICUR V 14674 L , 14357*L , 15038*G , 14357 G , 14425 L , 15063a G , 14638b L , 14972*G , 15123*G , 14196*L , 14114*G , 15107b G , 15107a *G , 15106 ®G , 14005 L , 14112 ®G , 15096*G , 14977*G , 15118 ®G , 15053 ®G , 15440 ®G . 329 ICUR V 14871*L , 15063b G , 14436*L , 14187*L , 14975*G . 330 ICUR V 14119*L , ?15057 G , 15146*G . 331 ICUR V 15043*G . 332 ICUR V 13994*L , 14607*L , 14161*L , 14112*L . Degn a di n ota è an ch e l’iscrizion e ICUR V 15097*G , con form u la di salu to in greco (su qu esta vd. an ch e in fra, p. 107). 333 In gen erale CARLE TTI 1997, p. 147. 334 ICUR V 14245e, 14248i, 15245f, 14119*L , 14972*G , 14196*L, 15245i, 15225, 15245h , 15245g, 15248l. 335 ICUR V 13994 L , 15209l, 14972*G , 15057 G , 15114*G , 15205a, 15205e, 15207*. 336 ICUR V 14196*L , 15227*, 15225. 337 Vd. però in fra, p. 105. 338 ICUR V 14095*L . 339 ICUR V 14187*L . CAPITOLO 1 - LE PRIME INSTALLAZIONI IPOGE E 55 Fig. 40 – Restitu zion e asson om etrica di u n sepolcro a m en sa dalla galleria G7 (da N UZZO 2000a). (a) Fig. 39 – Medaglion e di Massim in o il Trace da u n locu lo della galleria Go9. (b) (c) Fig. 41 – Cu bicolo Gc: le iscrizion i di an aloga fattu ra ICUR V 15053a (a), ICUR V 15440 (b) e ICUR V 15118 (c). 56 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO In torn o alla storia di qu esto am bu lacro ru otan o, in effetti, u n a serie di problem i in terpretativi, soprattu tto con im portan ti risvolti n ella sistem azion e diacron ica dei dati relativi alle region i G e F. La galleria, in fatti, u n ico asse di raccordo tra le du e region i, presen ta u n an dam en to eviden tem en te cu rveggian te verso n ord e u n a differen za n otevole delle volte tra il tratto prossim o a G1-G2, ch e n on su pera u n ’altezza di 2 m , con du e pilae in iziali di tre locu li gran di o qu attro piccoli, e qu ello adiacen te i piedi della scala F, di cu i l’altezza totale, praticam en te triplicata, ospita file altissim e di locu li, fin o a su ccession i di dodici o tredici elem en ti 343 . Lo scavo dell’am bu lacro n ella su a parte cen trale an dò ad in tercettare, taglian dolo, il pian o pavim en tale di u n braccio (L14) di u n preesisten te ipogeo a qu ota su periore, il qu ale, per u n a serie di elem en ti associati a valu tazion i topografich e, pu ò essere riferito ad u n in oltrato IV secolo 344 . Qu esto in con fu tabile dato stru ttu rale, già segn alato dall’atten ta lettu ra di P. Styger 345 , h a avu to com e in evitabile con segu en za l’assegn azion e di u n a cron ologia particolarm en te m atu ra sia all’in tera region e della “scala m in ore” (F) proprio per lo Styger, ch e riten eva la galleria FG6 diram ata da F1 fin dalla prim a fase 346 e solo tardi collegata con G, sia alla fase di approfon dim en to di en tram be le region i, com e su ggerito dalla ricostru zion e di F. Tolotti 347 , il qu ale con siderò il corridoio pu re origin ato dal sistem a F verso G 348 . Tale solu zion e, tu ttavia, se da u n a parte con trasta in m odo eviden tissim o con i caratteri di particolare an tich ità dei du e im pian ti an ch e n ella fase dell’u ltim o approfon dim en to 349 , trova dall’altra u n a serie di difficoltà stru ttu rali: in tan to, lo stesso Tolotti n ota ch e “la trasversale FG6 … precedette n el tem po la galleria Lo1”, cioè la direttrice dell’ipogeo su periore da cu i, attraverso L13, trae origin e L14, “la qu ale, proven en do da u n a piccola region e del prim o livello (L) … si alza fin o a sorpassare FG6 sopra u n sottile strato di tu fo litoide”350 . Risu lta, però, u n a in du bbia in con gru en za ch e il m edesim o am bu lacro FG6 sia, ad u n tem po, an teriore a Lo1 e posteriore a L14, origin ato dalla prim a galleria. Si deve, in effetti, con cordare an cora con il Tolotti su ll’osservazion e ch e “la trasversale FG6, qu an do stava al secon do livello, n on raggiu n se la galleria G1 della scala m aggiore, perch é il passaggio esisten te all’estrem ità FG6 sta tu tto al 3° livello”351 e ch e qu in di la diram azion e da F1 n on sarebbe fin alizzata ad in con trare G1, m a an ch e ch e “l’im bocco della com u n icazion e su lla pareti di G1 si m ostra regolarm en te accostato dai locu li vicin i”, cioè n on taglia sepoltu re già esisten ti. Qu esta con caten azion e di even ti (galleria FG6 a qu ota alta diram ata da F1, ch e taglia, ed è qu in di posteriore, u n am bu lacro di IV secolo > approfon dim en to della stessa e prolu n gam en to fin o a G1, en tro u n a parete ch e n on h a locu li ed h a qu in di su bito da brevissim o tem po l’u ltim o abbassam en to del su olo 352 ), oltre alle su ddette difficoltà di lettu ra stru ttu rale, in con tra degli ostacoli in sorm on tabili n el sicu ro in qu adram en to cron ologico delle du e region i n ell’assetto dell’u ltim o approfon dim en to n ei decen n i a cavallo o im m ediatam en te posteriori alla m età del III secolo 353 . Un riesam e pu n tu ale e com plessivo dei dati e, in particolare, la con figu razion e plan im etrica della galleria accan to al distin to rapporto tem pora le di FG6 con le presen ze soprastan ti, di an teriori tà rispetto a Lo1 e di posteriorità rispetto a L14, in du con o a su pporre con ottim e probabilità u n a differen ziazion e di fasi di escavazion e n ello svilu p po dell’am bu lacro FG6, origin ato da du e tron con i au ton om am en te diram ati da G1, in segu ito all’u ltim o approfon dim en to ([F]G6, lu n ga circa 6 m , e con la volta n el prim o tratto bassa per il soprastan te lu cern ario: fig. 46), e da F1, dalla qu ota in izia le (F[G]6, lu n ga ca. 10-12 m ), con u n con giu n gim en to posteriore, ben segn alato dall’an dam en to cu rvo del tratto m edian o, esegu ito solo dopo l’abbassam en to defin itivo del su olo in F1 e con la con servazion e dell’altezza origin aria della galleria F[G]6 capace di in tercettare L14. L’occu pazion e 340 ICUR V 14112*L , 14187*L , 15261a. Le in cision i con stru m en ti di m estiere saran n o, in vece, u n a pecu liarità della region e F (in fra, p. 105). Nell’ipogeo G son o attestate an ch e in cision i di altro tipo e m en o sign ificative n el pan oram a gen erale: 15204b* (protom e m asch ile), 15262b* (stella a cin qu e pu n te), 15265e* (ru ota a sei raggi), 15146*G (pettin e), 14271* (vaso), 15251b* (vaso), 15249b (doliolu m ). 341 S u pra, p. 51. 342 Su ll’atten zion e n ell’u tilizzo dei dati cron ologici dedotti dalle m on ete su i locu li F IOCCH I N ICOLAI 1991, part. p. 20 n . 134. 343 Nella parte alta sem bran o con cen trarsi, in particolare, locu li più piccoli. 344 In fra, pp. 158-159. 345 S TYGE R 1933, p. 169. 346 S TYGE R 1933, pp. 168-169 e 152. Su lla cron ologia di qu esto im pian to vd. però in fra, pp. 58-63. 347 T OLOTTI 1978, pp. 166-167. 348 Per qu esto lo stu dioso an tepon e alla sigla adottata n elle ICUR la lettera F di attribu zion e region ale (su l sistem a di siglatu ra degli am bien ti u tilizzato da F. Tolotti cfr. su pra, p. 2). 349 Particolarm en te su pra, pp. 53-56 e in fra, pp. 61-63. 350 T OLOTTI 1978, p. 166. 351 T OLOTTI 1978, p. 167. 352 T OLOTTI 1978, p. 167 con clu de ch e “l’approfon dim en to della region e G n on precedette a n otevole distan za di tem po l’approfon dim en to di F accan to alla scala, se addirittu ra n on lo segu ì”. 353 S u pra, pp. 53-56 per G e in fra, pp. 61-63 per F, assegn abile n ei decen n i dell’età gallien ica. e le raffigu razion i di m estieri, attestate su tre lastre (pari all’8,8%), tu tte, e forse n on casu alm en te, dalle gallerie del gru ppo G4-G14 340 . A con ferm a della cron ologia proposta per la fase dell’u ltim o abbassam en to della region e G deve an ch e essere rich iam ata l’affission e del m edaglion e bron zeo recan te l’effigie dell’im peratore Massim in o il Trace (235-238) su u n locu lo della galleriola Go9 341 (fig. 39); se da u n a parte qu esto in dirizza la cron ologia in qu alità di gen erico term in u s post qu em 342 , la logica con siderazion e di poch issim i decen n i di tesau rizzazion e della m on eta si presta adegu atam en te ad u n su o u so com e segn acolo fu n erario proprio in torn o alla m età del III secolo. Un ’u lteriore escavazion e dalla direttrice G1G2 dopo il secon do approfon dim en to del su olo va ricon osciu to n el tratto in iziale della galleria FG6. CAPITOLO 1 - LE PRIME INSTALLAZIONI IPOGE E 57 Fig. 42 – Galleria G7: ICUR V 15114a. Fig. 43 – Cu bicolo Gb: ICUR V 14972. Fig. 44 – Galleria G7: ICUR V 14196, particolare dell’apparato figu rativo con án cora. Fig. 45 – Galleria G7: ICUR V 14196, particolare dell’apparato figu rativo con pesce. 58 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO in tegrale delle su perfici parietali con locu li pu ò trovare u n a logica giu stificazion e in u n approfon di m en to progressivo del settore cen trale, con passag gi in ter m edi di livelli raccordati con scale provvisorie 354 . Un altro ipogeo dalle caratteristich e di im pian to affin i a qu elle eviden ziate per la region e G n ella su a fase prim itiva ven n e in stallato, alla distan za di 23 m dallo scalon e, n ell’area a est del prim o sepolcreto sotterran eo e a poco più di 2 m rispetto alle estrem ità orien tali degli am bu lacri trasversali di qu esto G5, G7, Go8 (tav. I). An ch e in tal caso da u n a galleria (F1-F2) in asse con u n a lu n ga scala su d-n ord (F), si diram aron o corridoi trasversali, du e (F11, F13) perfettam en te ortogon ali all’am bu lacro cen trale, verso est, e du e con im bocco affron tato qu asi ai piedi del descen so e direzion ati rispettivam en te a ovest (F[G]6) e a est (F10), con u n coeren te an dam en to rettilin eo appen a divergen te rispetto ai du e van i più a n ord 356 . L’organ ism o origin ario ebbe già u n con siderevole svilu ppo verticale dei van i, ricostru ibile in - torn o ai 4,60 m , con u n a qu ota su olo, cioè, più alta di circa 1,40-1,50 m del livello attu ale, esito di u n a fase di approfon dim en to 357 (fig. 49): tale assetto, con n esso m olto probabilm en te alla possibilità di u tilizzare, du ran te l’escavazion e, lo spesso ban co di tu fo terroso sem ilitoide, toccan don e qu asi il letto 358 (fig. 50), si pu ò defin ire soprattu tto in base alla dislocazion e dei locu li su lle pareti dell’am bu lacro prin cipale F1-F2 ch e, soprattu tto su l lato occiden tale, n on in teressaron o am pie su perfici del settore su periore, effettivam en te di difficile fru izion e in u n am bien te dalla n otevole altezza 359 . La con figu razion e, poi, di tali sepolcri, raggru ppati in pilae di qu attro o cin qu e elem en ti piu ttosto om ogen ei 360 , su ggerisce, appu n to, di segn are il lim ite del pian o pavim en tale a oltre 4,5 m dalla volta tu facea e di ricostru ire, di con segu en za, u n a scala di accesso più corta di alm en o dieci gradin i rispetto alla ram pa posteriore 361 , radicalm en te segn ata, n ella su ccession e delle alzate, n elle delim itazion i laterali e n ella volta, dai restau ri m odern i del 1908, ch e im pediscon o u n ’esatta restitu zion e del m on u m en to n elle su e fasi 362 (fig. 51). Alla som m ità l’in gresso an tico doveva raggiu n gere u n livello più o m en o coin ciden te con qu ello del pavim en to del Mu seo Cristian o, in rapporto al qu ale si pu ò ricostru ire u n a gradin ata di circa 35 elem en ti: in qu esto settore, in fatti, la qu ota del terre n o origin ario, abbassato m edian te u n taglio n ell’a rea im m ediatam en te a su d con la costru zion e m o- 354 Su tali m odalità di svilu ppo vd. soprattu tto in fra, pp. 149-153. Si ritien e ch e la con servazion e della volta alta an ch e n el settore cen trale della galleria costitu isca u n a solu zion e prati cam en te obbligata an ch e per m otivazion i statich e n ell’ottica del raccordo, in u n tratto di poch i m etri, di du e volte segn ate da u n dislivello di ca. 4 m . Un taglio obliqu o sarebbe risu ltato, in fatti, ben più precario per la con servazion e delle su perfici. 355 Si tratta delle lastre, appu n to in caratteri greci e caratterizzate da paleografia elegan te, ICUR V 15038, di cu i è data u n ’attribu zion e im propria dal Ferru a, con i soli elem en ti n om in ali, 15043, ch e associa alla dedica alla defu n ta l’età vissu ta, e, da u n a form a, 14975, con la form u la (e)„rËne soi; ad u n locu lo del m edesim o tratto è affissa la lastra con raffigu razion e di vaso bian sato ICUR V 15251b. Tali docu m en ti son o stati con siderati n el qu adro gen erale em erso dall’epigrafia tracciato su pra, pp. 54-56. 356 Non è esclu so ch e tali diram azion i, proprio per la m an cata om ogen eità rispetto ai du e assi trasversali più a n ord F11 e F13, possan o essere riten u te il fru tto di u n ’attività di escavazion e im m ediatam en te posteriore al prim issim o im pian to. 357 In fra, pp. 101-106. 358 D E ANGE LIS D ’O SSAT 1943, part. fig. 81 [7] = fig. 50; vd. p. 173 su lla stratigrafia geologica in rapporto alla scala F (den om in ata com e G dallo stu dioso). 359 In gen erale in qu esti im pian ti (n ell’origin ario F, com e in qu ello G già descritto) è in teressan te n otare ch e n elle gallerie prin cipali in asse con la scala si ten de, rispetto alle trasversali di coeva fru izion e, a sacrificare le m odalità di u n ’occu pazion e in ten siva a favore, piu ttosto, della fu n zion e di asse di svilu ppo di n u ovi van i. 360 Appaion o coeren ti, a est, le du e pilae di tre e qu attro locu li del tratto F1, appu n to con am pio risparm io su periore – su lla secon da serie verticale è in teressan te n otare ch e u n locu lo ven n e defin ito n el con torn o dell’apertu ra, m a n on scavato – e l’u n ica pila, com posta da qu attro gran di locu li in F2; così, ad ovest, dovevan o su ssegu irsi du e gru ppi di soli tre locu li in F1 e di du e, con gran parte della parete libera, in F2. 361 In fra, p. 101. 362 L’accesso alla region e F era stato già scoperto dal de Rossi n el 1852 (vd. soprattu tto le n ote relative al rin ven im en to in Cod. Vat. Lat. 10515, R elazion e dei lavori. N ovem b. 1851 - Mai 1860, f. 28 e D E R OSSI 1872, part. p. 69, m a an ch e in fra, n . 2173 p. 331), il qu ale descrive la scala “parallela” a qu ella della “coron atio” (G) “fian ch eggiata da sepolcri ricch i d’iscrizion i assai an tich e”; m a “lo stato rovin oso delle pareti di qu el descen so … con sigliò a riem pirlo di terra, dopo verificato, ch e a piè di qu ello n on v’era alcu n a storica cripta, m a u n am bu lacro spazioso, an tich issim o, illu m in ato da lu cern ari…” (D E R OSSI 1872, p. 69; qu est’u ltim a an n otazion e è in effetti im precisa: n on si n otan o tracce di lu cern ari n ell’am bu lacro cen trale F1-F8). Il recu pero dell’accesso avven n e soltan to dal 17 n ovem bre 1908, con la n ecessità di “sostru ire prim a di an dare avan ti con lo scavo essen dovi u n a fran a pericolosa” (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 5, s.p.; cfr. an ch e in fra, p. 332). Le tracce di tali lavori son o con sisten ti, si è detto, sia n ei 45 gradin i (con servan o la stru ttu ra an tica con alzata in tu felli e pedata in laterizio i dieci in feriori e qu in di, talora solo parzialm en te, qu elli su ccessivi a salire, fin o agli u ltim i 11 elem en ti del tu tto rifatti), sia n elle pareti, per lo più in m atton i m odern i (solo dal qu in dicesim o gradin o dall’alto il lato est m ostra in basso resti del tu fo origin ario, ch e si alza fin o alla volta su en tram bi i fian ch i n ella parte in feriore), sia n ella copertu ra, com pletam en te rein tegrata a qu ota più bassa di alm en o 0,80 m rispetto alla volta an tica. I caratteri del settore di galleria diram ato da G1, in teressato, si ritien e, da qu attro pilae di locu li, si adegu an o perfettam en te, per le pecu liarità dei sepolcri e per le iscrizion i sicu ram en te riferibili a qu esti 355 , grech e e dal form u lario essen ziale (fig. 47), al qu adro em erso dall’in tera region e. La fase prim itiva dell’im pian to F (fig. 48) CAPITOLO 1 - LE PRIME INSTALLAZIONI IPOGE E Fig. 46 – Tratto [F]G6 della galleria FG6: rilevam en to fotografico da F[G]6 (Arch ivio PCAS). Fig. 47 – Galleria [F]G6: ICUR V 15038. 59 60 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 48 – Stralcio plan im etrico. Region e della “scala m in ore” (F) con eviden ziazion e delle gallerie riferibili all’im pian to n ella prim a fase. CAPITOLO 1 - LE PRIME INSTALLAZIONI IPOGE E dern a 363 , è segn alata dal m u ro su bdiale con corti n a a faccia vista, con servato per u n tratto proprio in prossim ità della scala F, a su d-est di qu esta 364 . Nella con figu razion e plan im etrica in iziale dell’im pian to F la galleria in asse con la scala F1-F2 si spin geva verso n ord per 13,40 m , qu asi in corrispon den za dell’in crocio con F11: se n e con serva, in fatti, ben eviden te il fon do n ella su perficie tu facea ch e sorm on ta l’apertu ra di F3, la prosecu zion e del m edesim o asse cen trale scavata, però, dalla qu ota approfon dita del su olo 365 ; an ch e della diram azion e ovest F[G]6 è possibile defin ire l’esten sion e origin aria, calcolabile in torn o ai 10-12 m , per il ch iaro e già valu tato rapporto di an teriorità rispetto alla soprastan te Lo1 e di posteriorità del tratto in term edio, più tardo, con giu n zion e con la region e G, rispetto alla su periore L14 366 . Più difficile è stabilire il prim itivo assetto plan im etrico degli am bu lacri orien tali F10, F11, F13, sicu ram en te m en o estesi delle diram azion i risu ltan ti dalle su ccessive escavazion i 367 : per F10 si pu ò ipotizzare u n a lu n gh ezza di circa 12-14 m , fin o all’eviden te prolu n gam en to fin alizzato alla creazion e di u n raccordo con il sistem a di gallerie FT2-FT4, diram ate dalla region e PT della spelu n ca m agn a 368 ; u n ’esten sion e approssim ativam en te an aloga, o an ch e m aggiore di alcu n i m etri 369 , potevan o coprire i du e corridoi più a n ord F13 e F11; di qu est’u ltim o il prosegu im en to a livello su periore FT5 presen ta caratteri di u n ’occu pazion e effettivam en te più tarda 370 . Non costitu iscon o, però, u n bu on au silio per tale ricostru zion e sia la con figu razion e delle tom be, per la particolare om ogen eità ch e le carat - 363 In fra, pp. 287-288. Su tale costru zion e si veda particolarm en te in fra, part. pp. 272-287. 365 In fra, p. 101. 366 Più in dettaglio su pra, pp. 56-58. 367 Si ritien e, in fatti, ch e qu este gallerie sian o state gradu alm en te prolu n gate verso est (in totale la lu n gh ezza fin ale di F10 è di 20 m , sen za il raccordo FT3, qu ella di F11-FT5 è di oltre 70 m e qu ella di F13 è di circa 59 m ), per u n a sorta di attrazion e esercitata dalla region e cen trale, prim a con servan do la qu ota più alta e poi con progressive escavazion i alla qu ota approfon dita (vd., però, in dettaglio in fra, pp. 149-153). Problem i di lettu ra stru ttu rale in F10 son o legati an ch e a diverse opere m u rarie m odern e resesi n ecessarie in più fasi (Giorn ale di scavo 3, p. 27 – aprile 1930 –: la galleria “era già stata preceden tem en te rin forzata fin o ad u n certo pu n to: ora bisogn a prosegu ire i lavori”); an ch e F11, in tercettata n el 1907 (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p., g. Q; K ANZLE R 1909, p. 207), ven n e sterrata e rin forzata solo n el febbraio 1933 (Giorn ale di scavo 3, p. 132 e p. 142). 368 In fra, pp. 146, 152. 369 Fin o a circa 20-21 m , com e il tratto in iziale della posteriore F15: in fra, p. 101. 370 In fra, p. 151. 371 In fra, pp. 103-107. 372 N UZZO 2000a, p. 128 riferisce, in fatti, all’in tera region e locu li del tipo L5 (Tabella 6.1, p. 225) “cu rati e om ogen ei con am pie dim en sion i e disposti per pile regolari”. All’in tern o di qu esto tipo van n o com u n qu e ricon osciu te delle differen ze tecn ico-esecu tive tra i locu li delle fasi più an tich e, spesso cu rati 364 61 terizza, sia la dislocazion e dei m arm i in scritti, n u m ericam en te esigu i e apparten en ti, per lo più , ai locu li in feriori delle fasi di approfon dim en to 371 . In gen erale, al sepolcreto ricostru ibile alle origin i della region e F si posson o ascrivere dalle 230 alle 300 tom be a locu lo, caratterizzate da u n a fattu ra veloce, sin tom o di u n ’occu pazion e sepolcrale rapida e in ten siva, m a cu rata 372 . Malgrado gli aspetti apparen tem en te affin i con l’adiacen te ipogeo G, qu esto im pian to se n e differen zia in m odo eviden te n ei caratteri in sediativi, segn ati, appu n to, da u n ’eccezion ale om ogen eità delle sepoltu re n u m ericam en te rilevan ti, en tro spazi ch e n on crean o possibilità di u tilizzo più privilegiato, attestato, in vece, in G dalla presen za delle tom be a m en sa fin dalla prim a fase e, n ella secon da, an ch e di cu bicoli e di arcosoli 373 ; pu re la distan za m in ore tra i pu n ti di diram azion e degli am bu lacri trasversali origin ari, circa 3 m in F e qu asi 9 m in G, restitu isce u n sistem a a “m aglie più strette”, per u tilizzo, qu in di, più in ten sivo dell’area dispon ibile n el sottosu olo 374 . Tali diversità posson o an ch e acqu isire u n sign i ficato ai fin i della cron ologia di qu esta fase dell’im pian to F, per la qu ale m an can o in dicatori precisi; i du e ipogei, con ogn i probabilità, n on fu ron o im pian tati con testu alm en te, m a l’organ ism o G dovet te precedere di alm en o u n tren ten n io o u n qu aran ten n io l’in stallazion e F, ch e forse già n ell’im po stazion e plan im etrica o n egli im m ediati su oi svilu p pi 375 e n ella resa tecn ica dei locu li sem bra tradire appu n to u n a cron ologia appen a più avan za ta 376 . n ell’im boccatu ra con in casso per le lastre di ch iu su ra, e in particolare qu elli delle gallerie ascrivibili al IV secolo, in cu i alla velocità di realizzazion e si abbin a an ch e u n a certa trascu ratezza della resa volu m etrica fin ale. 373 S u pra, pp. 45, 53. 374 Già S TYGE R 1933, p. 168 eviden ziava, in effetti, l’assolu ta au ton om ia dei du e sistem i, garan tita in m odo eccezion ale soprattu tto dalla ricostru zion e delle fasi storico-topografich e, m a an ch e dalle differen ze n ell’u so degli spazi sepolcrali ch e em ergon o dal repertorio epigrafico: qu esto tradisce, in fatti, eviden ti diversità “sociologich e” n ella fru izion e, ch e si con ferm an o, dato in teressan te, in tu tte le fasi di svilu ppo delle region i. Tu tti qu esti elem en ti con n otan o, du n qu e, com e du e distin te en tità in sediative le in stallazion i G e F, valu tazion e u tile an ch e per la restitu zion e dell’assetto su bdiale più an tico ch e, si ritien e, n on dovette avere, com e su pposto in tu tti gli stu di recen ti, l’im pian to di u n recin to com pren den te le du e scale. La situ azion e sotterran ea, si con sideri già adesso, appare ben diversa da qu ella ch e segn a lo svilu ppo dell’“Area I” callistian a (vd. diffu sam en te in fra, pp. 92-98 e part. 95). 375 Qu esto se si con sidera ch e le gallerie F[G]6 a ovest e F10 a est posson o essere im m ediatam en te su ccessive. L’adozion e delle du e gallerie affron tate prean n u n cia il sistem a “a spin a di pesce” tipico, sem brerebbe, della secon da m età del III secolo – già in F dopo l’approfon dim en to –, m a soprattu tto la fin e di qu esto – vd. le region i H (in fra, pp. 109-112) e PT/E (in fra, pp. 136-146) –. 376 An ch e T OLOTTI 1978, p. 168 pen sa per le du e in stallazio n i ad u n a “datazion e in tem pi diversi m a n on m olto lon tan i”. 62 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 49 – Im pian to F: sezion e sch em atica della parete est della galleria in asse con la scala (da S TYGE R 1933). Fig. 50 – Sezion e geologica della catacom ba (da D E ANGE LIS Fig. 51 – Scala F (Arch ivio PCAS). D ’O SSAT 1943). CAPITOLO 1 - LE PRIME INSTALLAZIONI IPOGE E Le in dicazion i più specifich e u tili per la datazion e della su ccessiva fase di svilu ppo del sepolcreto sotterran eo, segu ito all’abbassam en to del su olo, in qu adrabile tra l’età gallien ica e la fin e del III secolo 377 in du rrebbero a collocare il prim itivo ipogeo in torn o alla m età del III secolo, in u n m om en to più o m en o coin ciden te con il secon do approfon dim en to di G 378 . Pu r con le differen ze appen a profilate i du e cim iteri sotterran ei G e F con dividon o, però, sostan zialm en te strategie di im pian to e di in sediam en to ch e perm etton o di con n otarli com e aree ad u so ch iaram en te collettivo ed egu alitario. In dicativi, in tal sen so, appaion o in con fu tabilm en te la scelta plan im etrica di u n o sch em a adottato n elle più an tich e n ecropoli ipogee com u n itarie cristian e 379 , con galleria assiale e diram azion i laterali, in cu i, già in fase di in stallazion e, è ben in sita u n a grossa poten zialità espan siva; è in teressan te la con siderazion e ch e n egli am bu lacri prin cipali, n ella region e G com e n ella F, si sacrifich i in m odo eviden te l’occu pazion e in ten siva delle su perfici 377 Meglio in fra, pp. 101-106. S u pra, pp. 47-56. Si ricordi ch e an ch e il D E R OSSI 1872, p. 69 n e in tu iva l’an tich ità per i “sepolcri ricch i d’iscrizion i assai an tich e” ch e fian ch eggiavan o la scala. Non è accettabile la cron ologia proposta da Styger al pien o IV secolo (S TYGE R 1933, p. 169), fon data prin cipalm en te su l rapporto di posteriorità del tratto in term edio di FG6 con la soprastan te L14 (vd., però, su pra, pp. 56-58), pu r essen do com pletam en te adegu ata la sequ en za delle fasi plan im etrich e proposta dallo stu dioso, il qu ale, tra l’altro, eviden zia pu re l’assolu ta caren za di dati per u n in qu adram en to di qu esta region e. 379 Sostan zialm en te, per u n in qu adram en to del fen om en o della n ascita dei cim iteri propriam en te cristian i, P E RGOLA 1979, pp. 332-335; B RANDE NBURG 1984; P E RGOLA 1986; F IOCCH I N ICOLAI 378 63 alla program m azion e di m odu li di svilu ppo destin ati a rispon dere ad esigen ze di in crem en to con tin u o di spazi fu n erari 380 . E n tro con testi sepolcrali di eccezion ale om ogen eità, riflesso, è orm ai u n a radicata acqu isizion e, di u n m on do volto al ten ta tivo di an n u llam en to delle m an ifestazion i di u n a socialità differen ziata 381 , si son o eviden ziate, e solo n ell’organ ism o G, sporadich e, m a sem pre con ten u te form e di privilegio, ricon oscibili n ell’adozion e della tom ba a m en sa, più rara rispetto al locu lo, m a soprattu tto n egli arcosoli in G2 e n el cu bicolo Gb, u n o dei du e spazi riservati ch e pu re costitu iscon o u n even to eccezion ale n ella storia evolu tiva dell’im pian to origin ario. An ch e in qu este scelte i du e ipogei si u n iform an o m irabilm en te al pan oram a gen erale dei cim iteri cristian i 382 , con cu i, tra l’altro, con dividon o più esplicitam en te la ten den za di u n a prassi sepolcrale “au togestita” dalla com u n ità, con m odi tipici di defin izion e delle sepoltu re m edian te iscrizion i dai form u lari più o m en o reiterativi 383 o con la scelta, docu m en tata en tro il cu bicolo Gb, di u n repertorio figu rativo pregn an te di u n m essaggio salvifico vigoroso 384 . 1997, pp. 122-124; P E RGOLA 1997, pp. 60-62; F IOCCH I N ICOLAI 2000, pp. 341-349; F IOCCH I N ICOLAI 2001, pp. 15-32. 380 Vd. i riferim en ti dettagliati su pra, pp. 39, 50-51, 53. 381 B ROWN 1974, pp. 51-52; CARLE TTI 1988, pp. 134-135; M E E KS 1992, pp. 294-295, 301; CARLE TTI 1997, pp. 145-148; CAR LE TTI 2001; F IOCCH I N ICOLAI 2001, pp. 25-27. 382 Per u n a valu tazion e gen erale del fen om en o F IOCCH I N ICO LAI 1997, pp. 123, 124 e F IOCCH I N ICOLAI 1998, pp. 19-20; in oltre N UZZO 2000a, pp. 179-180. 383 CARLETTI 1988, pp. 134-135 e CARLETTI 1997, pp. 145-148. 384 Su ll’ideologia sottesa alle m an ifestazion i dell’arte cristian a delle origin i vd. soprattu tto B ISCONTI 1996 e la sin tesi storiografica di CANTINO WATAGH IN 2001, con u n am pio pan oram a bibliografico. CAPITOLO 2 IL RIUSO DE GLI IMPIANTI IDRAULICI NE LL’ARE A ORIE NTALE Qu asi con testu alm en te alle prim issim e escavazion i ipogee a scopo sepolcrale 385 va docu m en tato il program m ato riu tilizzo del m acroscopico serbatoio idrau lico esisten te n ell’area orien tale 386 , già in abban don o – è u n ’ipotesi ovvia – in segu ito alla ricon version e fu n zion ale del sito dalla più an tica occu pazion e agricolo-residen ziale all’im pian to della n ecropoli di su perficie 387 . L’assetto defin itivo dell’am pia cistern a cen trale, la cd. spelu n ca m agn a, e dei van i laterali, esito di u n a in tricata con caten azion e di in terven ti stru ttu rali e plan im etrico-volu m etrici, accan to alla m an cata in dagin e sistem atica del su olo 388 , ren de difficile restitu ire le m odalità del prim o in sediam en to sepolcrale; si pu ò però presu m ere, secon do u n m odello fru itivo logico, ch e, essen do dispo n ibile u n o spazio m olto gran de, con cam ere an n esse pu re di rilevan ti proporzion i già con figu rate com e sorta di cu bicoli o corridoi trasversali, l’occu pazion e in iziale, per diversi decen n i, fu libera e sparsa n ell’in tero con testo, sen za il ricorso a sign ificative, n u ove escavazion i e forse con l’u so privato di alcu n i van i. In rarissim i casi dietro le fodere m u rarie ch e, in tem pi diversi, h an n o rivestito com pletam en te le su perfici parietali della spelu n ca m agn a 389 (tav. IIIab) si in travedon o tracce dei locu li origin ari 390 , verosim ilm en te ricavati con raggru ppam en ti siste- 385 S u pra, pp. 33-63. Su tale organ ism o su pra, pp. 11-19. 387 S u pra, pp. 21-29. 388 Le ricerch e arch eologich e sotto i livelli pavim en tali della spelu n ca m agn a e dei su oi an n essi si con figu ran o essen zialm en te com e in terven ti sporadici e circoscritti (vd., ad esem pio, in fra, p. 199 per lo scavo n el settore Ag). Dei son daggi effettu ati dal Tolotti, desu m ibili da diversi riferim en ti con ten u ti n ei su oi stu di (vd. soprattu tto T OLOTTI 1978, pp. 177-178), n on si dispon e di alcu n a docu m en tazion e illu strativa, an ch e m an oscritta, oltre a qu ella edita per i sin goli am bien ti. Si deve però ricordare ch e i vari crolli dei diafram m i tu facei di separazion e tra la spelu n ca m agn a e le sottostan ti gallerie (in particolare qu elle della region e E : in fra, pp. 136-146) h an n o in du bbiam en te com prom esso in talu n i settori la con servazion e dell’an tico profilo del su olo. 389 Per u n a illu strazion e an alitica di qu este fasi m u rarie in fra, pp. 212-222. 386 m atici e razion ali lu n go i lati dell’esteso e largo am bu lacro, illu m in ato da alm en o tre bocch e di lu ce ch e rein terpretavan o an tich i pu tei di escavazion e o attin gim en to (O, O4, O5) 391 ; u n ’u n ica pila di qu attro sepolcri sovrapposti è visibile dietro u n a posteriore stru ttu ra arcu ata, fin alizzata alla m on u m en talizzazion e di u n o dei locu li 392 , forse il secon do dal basso, n el qu ale con ogn i probabilità va ricon osciu ta u n a tom ba di m artire, si ritien e qu ella di Gen n aro 393 (fig. 52). La stru ttu ra, di u n tipo più ricercato, con pian o ribassato di 20 cm e in cassata n ella parete m edian te la defin izion e di u n in cavo rettan golare il cu i con torn o, in torn o all’apertu ra del locu lo, ven n e precocem en te rivestito con lastrin e m arm oree 394 , n on su bì, in fatti, alcu n in terven to distru ttivo con la costru zion e del m u ro laterizio posteriore 395 , per il qu ale, in vece, ven n ero in parte tagliate le su perfici origin arie dei du e locu li su periori, di fattu ra com u n e 396 , e si obliterò com pletam en te l’an alogo sepolcro più basso. An ch e le altre an tich e tom be distribu ite lu n go le pareti della spelu n ca m agn a n el su o assetto origin ario su biron o, si deve ipotizzare, sim ili m an om ission i du ran te la costru zion e dei poderosi m u ri ch e an daron o a risolvere progressivam en te problem i di rin forzo statico e, ad u n tem po, esigen ze di valorizzazion e m on u m en tale per sepolcri ven erati e di defin izion e di percorsi devozion ali 397 . 390 Ad esem pio in prossim ità degli accessi A5 e Ah , n ella parte su periore (sotto le pareti son o com pletam en te rein tegrate con m u ratu re m odern e). 391 S u pra, p. 12. 392 Im propriam en te, dopo la scoperta (D E R OSSI 1864-77, III, p. 492 e D E R OSSI 1870a, p. 44), si parlò della tom ba su lla parete Ag' com e di u n arcosolio, a cau sa del crollo del diafram m a di separazion e con il retrostan te arcosolio di fon do, an cora provvisto di m en sa, del cu bicolo Doa (in fra, p. 261). 393 T OLOTTI 1977, pp. 58-71, m a in fra, pp. 192-199 per u n a trattazion e esau stiva. 394 Vd. in fra, pp. 192-193 e n . 1273. Cfr. T OLOTTI 1977, pp. 58-60 e N UZZO 2000a, p. 121. 395 In fra, p. 193. 396 T OLOTTI 1977, pp. 60-61 e figg. 26-27. 397 In fra, pp. 212-222. 66 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Un ’occu pazion e sepolcrale precoce, con testu a le a qu ella della galleria cen trale, si pu ò proporre an ch e per talu n e preesisten ze laterali, in gen ere fu n zion ali, si è visto, ad u n in crem en to delle poten zialità idrich e del serbatoio 398 . Tre di qu esti am bien ti (Ac, Ah , Ax) ven n ero con probabilità destin ati ad u n a fru izion e elitaria, poich é valorizzati all’estern o da pregiate facciate m on u m en tali in m u ratu ra, in cassate en tro il profilo del tu fo origin ario e già con cepite, si deve logicam en te in tu ire, an ch e per assicu rare l’equ ilibrio statico del van o di accesso. Appen a visibile dietro u n a coppia di poderosi pilastri posteriori 399 è la stru ttu ra di en fatizzazion e dell’am bien te Ac (figg. 53-54), costitu ita da u n arco in bipedali rossi ch e spicca, a m ezza altezza, da du e pilastri in m atton i color sabbia, poggiati su alti plin ti di travertin o 400 ; tra qu esti e l’attacco dei piedritti, elem en ti fittili m essi in opera orizzon talm en te e lavorati n ella su perficie dello spessore a vista, defin iscon o u n a m odan atu ra ch e presen ta la su ccession e di u n listello, u n toro e u n cavetto; u n a corn ice, sem pre laterizia, con altern an za di listelli e gole diritte sopra u n m otivo a den telli, è posta a coron am en to delle lesen e, su lle qu ali corre, toccan do an ch e la som m ità dell’arco, u n a lu n ga piattaban da, pu re rossa, appen a arcu ata, realizzata con sesqu ipedali; defin isce l’in casso n ella parete tu facea, alle estrem ità laterali, u n a serie di m atton i m essi a coltello 401 . La resa estetico-esecu tiva di tale costru zion e è veram en te esem plare e giu stifica m olto ch iaram en te la defin izion e di “Arco bello” attribu ita all’organ ism o 402 : l’apparato m u rario, realizzato con laterizi di prim a m an o, qu elli gialli ricavati da bessali e qu elli rossi da tegole 403 , si presen ta com e u n tessu to accu ratissim o con giu n ti perfettam en te allin eati e m in im i e costan ti spessori di m alta, su i 2 m m , in su perficie (fig. 55); la presa tra i sin goli elem en ti laterizi ven n e facilitata verso l’in tern o del param en to, poich é i m atton i risu ltan o, attraverso u n a frattu ra, del tipo “a coda di ron din e”, caratterizzati, cioè, da u n a progressiva ridu zion e dello spessore 404 (fig. 56). Segn ale u lteriore di u n a fattu ra ricercata è costitu ito dall’adozion e di u n a com posizion e bicrom atica, rin forzata dall’u so di colori su lle su perfici appen a costru ite 405 , u n in ton ach in o rosso su lle gh iere e u n a sottile dealbatu ra su lle restan ti su perfici. An ch e al braccio più occiden tale tra le diram azion i aperte su l lato su d della spelu n ca m agn a (Ah ) fu giu stapposto, all’in gresso, u n prospetto m on u m en tale, pu re in serito m edian te u n taglio n el tu fo, dal qu ale è separato da u n a fila di m atton i a coltello 406 (fig. 58). La stru ttu ra h a su bito im por tan ti opere di restau ro, sia in an tico, con l’in tegra zion e della parte su periore dei du e stipiti con blocch i m odan ati di recu pero da u n m an u fatto esisten te all’in tern o 407 , sia du ran te i prim i in terven ti di scavo n ella spelu n ca m agn a coordin ati dal de Rossi 408 ; si pu ò, però, restitu ire la con figu razion e origin aria del m on u m en to com e u n a porta in laterizi, affian cata da du e lesen e con alto plin to e capitelli sagom ati e sorm on tata da u n a piattaban da e da u n ricco tim pan o, le cu i m odan atu re fittili altern an o u n m otivo a den telli, kym atia lesbii con tin u i e listelli con astragali e perlin e 409 (figg. 59-60). La facciata in trodu ttiva al van o Ax, aperto, in posizion e qu asi cen trale rispetto allo svilu ppo della lu n ga galleria, an cora a su d, rich iam a elem en ti costru ttivi di en tram bi i prospetti descritti, in u n a risolu zion e an ch e più raffin ata e m on u m en tale 410 (fig. 61). L’in gresso è defin ito da u n am pio arco a tu tto sesto in m atton i rossi, la cu i lu ce su pera i 3,60 m , ristretto, però, da du e prosecu zion i m u rarie coeren ti con gli stessi piedritti 411 ; con tor- 398 S u pra, p. 17. Si son o già avan zate alcu n e perplessità su lla even tu ale n atu ra idrau lica dei du e gru ppi di corti am bu lacri A1-AD1/A5-Ao5/A5'/A5'', raccordati dalla trasversale A4, su l lato n ord, e AB1/Ao1/AB3 con l’ortogon ale AB2, a su d; per qu esti, in fatti, in gen erale, si deve restitu ire u n qu adro cron ologico in du bbiam en te più “m atu ro” rispetto alle prim e form e di in sediam en to sepolcrale n ella region e cen trale (vd., in dettaglio, in fra, pp. 122-132, 136), spiegabile o, sem plicem en te, con u n in izialm en te rallen tato e solo più tardi sistem atico e m assiccio u so fu n erario o con l’ipotesi di escavazion i propriam en te cim iteriali sia pu re an om ale per caratteristich e plan im etrich e. 399 In fra, p. 215. 400 Con u n son daggio F. Tolotti aveva verificato ch e i plin ti poggiavan o “su u n a fon dazion e di calcestru zzo gettato a sacco en tro u n o scavo n el su olo di tu fo origin ario della Spelu n ca, 30 cm sotto l’odiern o pian o di calpestio” (T OLOTTI 1977, p. 35). L’aggiu n ta di in serzion i di travertin o en tro le stru ttu re laterizie appare abbastan za attestata: ad esem pio n ei m ercati traian ei le lesen e presen tan o sistem aticam en te basette e capitelli in travertin o (L UGLI 1957, p. 576). 401 Per u n a descrizion e dettagliata della stru ttu ra T OLOTTI 1977, pp. 34-40. T OLOTTI 1977, p. 34. Così an ch e per la facciata di Ax (in fra). 404 Un ’an n otazion e gen erale in L UGLI 1957, p. 611. Non son o in solite, n elle costru zion i rom an e, espedien ti per facilitare la presa dei m atton i: ADAM 1984, p. 362 ricorda, n elle term e parigin e di Clu n y, l’u so di laterizi con sporgen ze per u n a m igliore adesion e della m alta. 405 La lettu ra di tali sottilissim i rivestim en ti a con tatto con il laterizio in sezion e sottile n on eviden zia, in fatti, alcu n a form azion e correlabile a u n sign ificativo in tervallo tra i du e elem en ti (fig. 57). 406 Un ’an alisi m in u ziosa dell’organ ism o m u rario in T OLOT TI 1977, pp. 15-16. 407 S TYGE R 1933, p. 154; T OLOTTI 1977, pp. 15-16. 408 In fra, p. 331. 409 T OLOTTI 1977, p. 27 fig. 6 per u n a ricostru zion e dell’assetto origin ario. 410 Su l m on u m en to, am piam en te T OLOTTI 1977, pp. 41-46. 411 Si con corda con T OLOTTI 1977, pp. 41-42 su l fatto ch e le discon tin u ità costitu ite dalle du e lin ee den tate n ella cortin a tra qu esti m u ri ch e restrin gon o l’am piezza del van o di in gresso e i piedritti dell’arco sian o eviden tem en te l’esito di u n raccor- 402 403 CAPITOLO 2 - Fig. 52 – Parete Ag: sezion e con profilo rico stru ito dei locu li origin ari (da T OLOTTI 1977). IL RIUSO DE GLI IMPIANTI IDRAULICI NE LL’ARE A ORIE NTALE Fig. 53 – Facciata m on u m en tale del van o Ac: prospetto estern o (da T OLOTTI 1977). Fig. 54 – Facciata m on u m en tale del van o Ac: prospetto in tern o (da T OLOTTI 1977). Fig. 55 – Particolare dell’opera laterizia del prospetto Ac. 67 68 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 57 – Opera laterizia del prospetto Ac: sezion e sottile di u n fram m en to di m atton e con in ton aco aderen te. Fig. 56 – Particolare dell’opera laterizia del prospetto Ac: m atton i “a coda di ron din e”. Fig. 58 – Cu bicolo Ah : facciata m on u m en tale. CAPITOLO 2 - IL RIUSO DE GLI IMPIANTI IDRAULICI NE LL’ARE A ORIE NTALE Fig. 59 – Ricostru zion e della facciata m on u m en tale del cu bicolo Ah (da T OLOTTI 1977). 69 Fig. 60 – Facciata m on u m en tale del van o Ah : particolare del tim pan o (Arch ivio PCAS). Fig. 61 – Facciata m on u m en tale del van o Ax: prospetto estern o (da T OLOTTI 1977). 70 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO n avan o u lteriorm en te l’accesso blocch i lisci in m arm o lu n en se, u n o con fu n zion e di soglia e u n secon do posizion ato com e arch itrave, an cora a posto 412 , e, probabilm en te, du e stipiti la cu i presen za è ipotizzata n ella restitu zion e del Tolotti 413 . Ai lati dell’arco du e paraste, pu re in laterizi rossi, appen a sporgen ti dal profilo, con basi fittili costitu ite da u n plin to e u n a scozia tra du e tori, eran o sorm on tate da sem icapitelli m arm orei in tegrati n ella m u ratu ra – m a ora asportati –, su cu i correva u n a corn ice riccam en te orn ata di elem en ti fittili decorati, dal basso, con m otivo a ovoli e fu sarole, u n listello con perle, u n a su ccession e di den telli e, più in alto, u n kym ation lesbio con tin u o (figg. 62-63). Per n essu n a delle tre cam ere en fatizzate dalle facciate m on u m en tali è però possibile u n a defin izion e esatta dell’assetto in tern o n ella fase prim itiva, a cau sa delle profon de m an om ission i ch e talora n e alteran o radicalm en te le an tich e volu m etrie. Dell’origin ario van o Ax si pu ò stabilire essen zialm en te la qu ota pavim en tale, coin ciden te con qu ella della spelu n ca m agn a 414 ; l’articolazion e del cu bicolo in u n organ ism o a pian ta cru ciform e con m on u m en tali n icch ion i per sarcofagi su i lati, m irabile copertu ra a spicch i veloidici e approfon dim en to del su olo di ca. 0,60 m , è, in fatti, il fru tto di u n ’opera posteriore, in qu adrabile solo n ei decen n i della prim a m età del IV secolo, volta a riplasm are lo spazio per n u ove esigen ze sepolcrali 415 , e del van o an tico si pu ò solo su pporre ch e esso fosse “di am pia lu ce in tagliato n el tu fo”416 . In Ah le su ccessive ristru ttu razion i 417 n ascon don o le lin ee essen ziali del van o prim itivo, ricostru ibile, attraverso l’an alisi dettagliata delle sin - gole fasi, in u n braccio lu n go circa 9 m , coin ciden te con lo svilu ppo defin itivo oltre il posteriore rivestim en to m u rario del fon do, e largo 2,35 m , am piezza dedu cibile dal tratto di volta tu facea, in du bbiam en te origin aria, con servata n el settore setten trion ale del cu bicolo; qu esto ven n e occu pato, forse già in rapporto al prim o in sediam en to sepolcrale, da u n ban cale corren te su i tre lati della parte term in ale del van o 418 e poteva essere qu in di destin ato, com e n el periodo più tardo, a riu n ion i legate all’adem pim en to dei refrigeria in on ore dei defu n ti 419 . An ch e lo spazio Ac si con figu ra con u n a fision om ia alterata rispetto al prim o assetto m on u m en tale; l’elaborazion e defin itiva in u n corto corridoio fian ch eggiato da du e coppie di arcosoli in m u ratu ra 420 , in trodu ttivo, m edian te u n a ram pa di sei gradin i, alla region e P/E , apparve già al de Rossi l’esito della trasform azion e di u n più an tico n icch ion e per sarcofago, aperto su lla spelu n ca m agn a 421 , m irata, secon do P. Styger 422 , proprio alla volon tà di im pian tare il n u ovo sistem a di gallerie. Un dettaglio ch e em erge con sicu rezza dall’an alisi stru ttu rale im pon e, in tan to, di ricostru ire per la fase più an tica di Ac u n am bien te con il m edesim o orien tam en to del braccio posteriore, fortem en te divergen te cioè, verso est, dall’asse ortogon ale alla spelu n ca m agn a; la stru ttu ra in tern a, ch iaram en te coeren te con la facciata m on u m en tale, sia pu re di fattu ra m en o cu rata n ell’effetto estetico con l’au m en to sign ificativo degli strati di m alta tra i laterizi 423 , rivela, in fatti, an cora in tegro l’an golo su d-est ch e, appu n to, su pera in m odo eviden te i 90°, allin ean dosi precisam en te con la parete orien tale posteriore, fru tto in effetti di u n re- do stru ttu rale in costru zion e, “on de perm ettere l’am m orsam en to delle porzion i di m u ro ch e in qu el m om en to n on si potevan o alzare per lasciar posto all’arm atu ra dell’arco”. Son o, in vece, sicu ram en te fru tto di in terven ti su ccessivi le in tegrazion i m u rarie in laterizi (an ch e u n blocco di m u ratu ra riu tilizzato) e in opera listata n egli stessi m u ri sotto l’arco, ch e il Tolotti ipotizza con segu en ti lo scasso per il passaggio di u n “grosso oggetto”, presu m ibilm en te u n sarcofago (T OLOTTI 1977, p. 43 diversam en te da S TYGE R 1933, pp. 157-158; su tali in terven ti più tardi vd. in fra, p. 180). 412 La soglia è in tegra; del m arm o su periore, m esso in opera in posizion e asim m etrica, si con serva in globata n ella m u ratu ra l’estrem ità destra. 413 T OLOTTI 1977, p. 41 e fig. 17 p. 45. 414 Vd. an ch e T OLOTTI 1977, p. 52 e fig. 21 (fig. 64) per la verifica, attraverso u n son daggio in prossim ità dell’in gresso: il tu fo al qu ale aderiva l’an tica soglia m arm orea, an cora esisten te, si presen tava, in fatti, asportato in rapporto all’approfon dim en to del su olo. 415 In fra, p. 178, m a già T OLOTTI 1977, pp. 41-58. Alla cripta ven n ero variam en te attribu ite sepoltu re m artiriali, qu ella di Gen n aro (vd., in particolare, D E R OSSI 1872, p. 79) o di papa Urban o (D E R OSSI 1863a, pp. 4-5 fin dalla scoperta, e da u ltim o T OLOTTI 1977, pp. 56-58; vd. però già S PE RA 1998a, part. p. 827 e n . 50). Per il problem a delle difficili localizzazion i delle tom be ven erate n ella spelu n ca m agn a cfr. la più organ ica trattazion e in fra, pp. 189-212. T OLOTTI 1977, p. 53. Per le qu ali vd. in dettaglio in fra, pp. 183-186, m a an ch e T OLOTTI 1977, part. pp. 18-34. 418 Su qu esta ipotesi, di difficile verifica m on u m en tale, vd. T OLOTTI 1977, p. 32. Coeren te con il ban cale era u n a pavim en tazion e m arm orea asportata con la creazion e di form ae (T OLOTTI 1977, p. 27 e in fra, p. 183). 419 In fra, p. 186. 420 L’assetto del van o è com u n qu e radicalm en te m an om esso da sign ificativi restau ri m odern i, esegu iti du ran te i lavori di recu pero ottocen tesch i. 421 D E R OSSI 1872, pp. 78-79; lo stu dioso propon eva l’iden tificazion e di qu esto organ ism o con il sepolcro del m artire Qu irin o (vd. in fra, p. 191). 422 S TYGE R 1933, p. 157. 423 La differen ziazion e delle stru ttu re m u rarie tra le più cu rate facciate m on u m en tali e gli in tern i, tra l’altro spessissim o in ton acati, è piu ttosto com u n e n elle n ecropoli rom an e con sepolcri a cam era; u n a serie di esem pi son o ben docu m en tati n ella n ecropoli sotto San Pietro, dove ai m atton i, sistem aticam en te adottati per gli estern i, si associan o l’opera reticolata o m ista (D: M IE LSCH - VON H E SBE RG 1986, pp. 62-64), l’opera listata (C: M IE LSCH - VON H E SBE RG 1986, pp. 39-45; E : M IE LSCH VON H E SBE RG 1995, pp. 71-72; F: pp. 93-107; G: pp. 123-30), m a an ch e il laterizio con lavorazion e appen a più grossolan a (vd. soprattu tto il m au soleo H , dei Valerii: M IE LSCH - VON H E SBE RG 1995, pp. 143-161), com e n el caso in qu estion e. 416 417 CAPITOLO 2 - IL RIUSO DE GLI IMPIANTI IDRAULICI NE LL’ARE A ORIE NTALE 71 stau ro m odern o ch e però ripristin a il profilo an tico (fig. 65). La verifica di tale m arcata obliqu ità plan im etrica n ell’in iziale assetto fu n erario della cam era ispirava al Tolotti, si è visto, l’ipotesi della correlazion e con i pozzi O1-O2 dell’am bien te PT1, con siderato, con i su oi van i adiacen ti, u n deposito accessorio della prin cipale cistern a com u n ican te con qu esta attraverso u n cu n icolo corrispon den te proprio al van o Ac 424 . Tu ttavia, il prospetto in tern o dell’“Arco bello” tradisce an ch e alcu n e an om alie degn e di valu tazion e: sia la gh iera differen ziata in du e settori, la parte destra in sesqu ipedali, la sin istra in bipedali, sia la soprastan te m u ratu ra in laterizi, si adattan o ch iaram en te a su perfici tu facee discon tin u e, in teressate da u n crollo ch e aveva coin volto soprattu tto il settore est dell’am bien te; di u n van o preceden te, qu ello con ogn i probabilità assegn abile all’im pian to idrau lico, si con serva u n resto della volta, n otevolm en te più bassa della su ccessiva, con dizion ata, si deve riten ere, dalla possibilità di in terven ire en tro u n organ ism o parzialm en te rovin ato 425 (fig. 54). Non è esclu so, pertan to, m a appare an zi u n a solu zion e adegu ata an ch e alla sistem azion e dei dati n ella sequ en za diacron ica dell’am bien te Ac e della region e P/E , solo su ccessivam en te origin ata da qu esto 426 , ch e l’an om ala con figu razion e del van o sia im posta dalla n ecessità di rettificare spazi resi geom etricam en te in coeren ti da u n im portan te distacco della roccia origin aria. Qu esto, va pu re ipotizzato, potrebbe aver an ch e coin volto l’in tern o del vicin o cu bicolo Ad, u n a probabile sacca idrau lica, im m ediatam en te con tigu a ad est, di cu i si su ppon e la preesisten za rispetto al sottostan te scalon e PE , im pian tato con tali m odalità obliqu e n el prim o tratto con locu li proprio per sottopassare l’am bien te su periore 427 ; del van o Ad, tu ttavia, qu asi com pletam en te rein tegrato n el 1928, resti della su perficie origin aria si con servan o soltan to su l lato orien tale, ch e presen ta l’estrem ità di u n a n icch ia in ton acata all’in tern o con pian o m arm oreo, forse parte di u n locu lo o di u n a tom ba a m en sa, n on sicu ram en te riferibile alla fase in iziale dell’in sediam en to fu n erario. Pu re u n ’occu pazion e abbastan za precoce caratterizzò, è logico, qu egli spazi n ei qu ali in terven ti su ccessivi di particolare sign ificato in du con o a localizzare sepoltu re m artiriali 428 . Nel van o Ak u n a serie con caten ata di opere m u rarie, fortem en te alterative della parete lu n ga occiden tale 429 , ad est son o m osse da u n eccezion ale in teresse rivolto, n elle età posteriori all’u so prim itivo, in particolare ad alm en o u n o dei qu attro locu li aperti su l fon do di u n a n icch ia arcu ata e in ton acata di bian co (figg. 66-68); le m odifich e m irate all’en fatizzazion e m on u m en tale del m odesto assetto fu n erario an tico, in particolare, ipotizza il Tolotti, di u n am pio locu lo bisom o, il secon do dal basso (u 4), attribu ito ai m artiri Felicissim o e Agapito, la cu i deposizion e a Pretestato è garan tita dalle fon ti 430 , ren don o problem atica la defin izion e della tipologia sepolcrale, gen eralm en te ricostru ita com e u n arcosolio con bassa arca n el tu fo, com pletam en te obliterata però dalla su ccessiva creazion e di du e più am pie e profon de casse in m u ratu ra 431 . La creazion e di qu esto organ ism o, ricavato su lla parete probabilm en te rettilin ea dell’origin ario braccio idrau lico largo 2,40 m e lu n go in torn o ai 7,2 m , tradisce com u n qu e la precoce esigen za di u n a sia pu r con ten u ta valorizzazion e di u n n orm ale con testo sepolcrale destin ato a u n o o più ospiti “speciali” rispetto ai com u n i fedeli 432 , il qu ale ven n e an ch e arricch ito con l’apertu ra n el tu fo, al fian co su d della stru ttu ra arcu ata, di u n a n icch ia sem icircolare alta 0,65 m e con diam etro di 0,60 m , m u n ita di u n piatto e rivestita con il m edesim o in ton aco bian co 433 (fig. 69). Un an alogo m an u fatto in cassato n ella parete corredava, probabilm en te, segu en do criteri di om ogen eità in sediativa, già in fase di in stallazion e, an ch e u n ’altra tom ba m artiriale localizzabile in u n van o, si pu ò su pporre pu re preesisten te, su l lato 424 S u pra, p. 12. Vd. direttam en te T OLOTTI 1977, pp. 38-39 e T OLOTTI 1978, pp. 174-176. 425 Vd., su tale dettaglio, an ch e T OLOTTI 1977, p. 36 e fig. 14 di p. 39 (v3) (= fig. 54). 426 In fra, pp. 136-146. 427 In fra, p. 138. 428 Vd. in fra, pp. 199-212. 429 Qu i, in fatti, n on si ricon oscon o segn i delle su perfici origin arie per i rivestim en ti su ccessivi del tratto n ord e per la creazion e, a su d, del m on u m en tale arcosolio del presbitero Lu cen zio (in fra, pp. 205-206). Un a descrizion e an alitica delle stru ttu re del cu bicolo in tan to in T OLOTTI 1977, pp. 71-87, il qu ale precisa appu n to (p. 72) ch e si tratta di “u n braccio di galleria, il cu i stato origin ario n on sappiam o del resto più ricon oscere, a cau sa delle n u m erose m odifich e in terven u tevi”. 430 Vd., per u n a trattazion e am pia, in fra, pp. 199-206; si ritien e, però, più probabilm en te oggetto di in teresse cu ltu ale il su periore locu lo u 5, perfettam en te in qu adrato n ella risistem azion e m on u m en tale con colon n in e e arch itrave. Per le ipo- tesi del Tolotti cfr. T OLOTTI 1977, pp. 80-87; più sfu m ato T O 1986, pp. 57-58. 431 T OLOTTI 1977, p. 74 (“si pu ò su pporre ch e in origin e si trattasse di u n arcosolio ordin ario con fron te a profilo sem icircolare”); vd. an ch e N UZZO 2000a, p. 120. In qu esto caso, però, du e locu li son o da posizion arsi in pratica su l lato lu n go opposto al parapetto. 432 Modalità m olto sim ili di u n a appen a form u lata volon tà di distin zion e di u n a tom ba m artiriale si son o an n otate an ch e per il locu lo su lla parete setten trion ale della spelu n ca m agn a (Ag'), attribu ito a Gen n aro: su pra, p. 65, m a an ch e in fra, pp. 192-193. 433 Qu esta ven n e poi tam pon ata con m u ratu ra in tu felli “sen za du bbio per ovviare all’eccessiva perforazion e della parete” (T OLOTTI 1977, p. 74). Va in dicato ch e su lla su perficie dealbata, proprio in prossim ità della n icch ia, si in travedon o resti di pittu ra di color rosso ch e potrebbe far pen sare ad u n a più specifica valorizzazion e del sepolcro rispetto al sem plice in ton aco bian co docu m en tabile. LOTTI 72 PARTE II Fig. 62 – Facciata m on u m en tale del van o Ax, particolare. - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 63 – Facciata m on u m en tale del van o Ax: particolare (da D E R OSSI 1863). Fig. 64 – Facciata m on u m en tale del van o Ax: parti colare delle stru ttu re in relazion e alla soglia, sezion e (da T OLOTTI 1977). Fig. 65 – An golo in tern o su d-est del van o Ac. CAPITOLO 2 - IL RIUSO DE GLI IMPIANTI IDRAULICI NE LL’ARE A ORIE NTALE 73 Fig. 66 – Cu bicolo Ak: locu li prim itivi. Fig. 67 – Cu bicolo Ak: prospetto parziale della parete est (da T OLOTTI 1977). Fig. 69 – Cu bicolo Ak: plan im etria del sepolcro ven erato (da T OLOTTI 1977). Fig. 68 – Cu bicolo Ak: sezion e dell’organ ism o sepolcrale est oggetto di cu lto (da T OLOTTI 1977). 74 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO m eridion ale della spelu n ca m agn a (AB10): in tale galleria, la cu i largh ezza origin aria è ricostru ibile in torn o ai 2 m 434 , prolu n gata solo in u n m om en to posteriore 435 , l’assetto an tico è appen a ricostru i bile per le pesan ti fodere m u rarie coeve in gran parte all’u ltim a fase di rivestim en to stru ttu rale della galleria cen trale 436 , m a an ch e per sign ificativi restau ri m odern i, ch e com pon gon o alcu n i locu li su lla parete orien tale. Verso u n o di qu esti, con bu on a probabilità, si è detto, in teressato da u n a deposizion e m artiriale 437 , l’am pia n icch ia sem icilin drica, alta 0,78 m e con diam etro di 0,76, su lla cu i base è an cora con servato il bordo di u n am pio piatto m arm oreo, fissato n ella m u ratu ra, esercitava la su a fu n zion e di im preziosim en to cu ltu ale 438 (fig. 70). Proprio la presen za di sepoltu re ven erate n ell’area della spelu n ca m agn a, e soprattu tto qu elle di Felicissim o e Agapito, diacon i del papa Sisto II (257-258) e con lo stesso pon tefice m artirizzati, in base alla corren te in terpretazion e dell’au torevole testim on ian za del vescovo di Cartagin e Ciprian o, probabilm en te n el sito del cim itero di Callisto 439 , e qu ella, pu re m olto probabile, ben ch é discu ssa, di papa Urban o, m orto n el 230 440 , perm etton o di stabilire adegu atam en te i term in i tem porali del pien o e sistem atico u tilizzo fu n erario dell’im pon en te serbatoio idrico, m eglio defin ibili soprattu tto attraverso il preciso in qu adram en to, ch e em erge dall’an alisi com parativa delle stru ttu re m on u m en tali di abbellim en to estern o dei van i Ac, Ah , Ax441 . L’u so di giu stapporre facciate laterizie, dedotte, è ovvio, da più com pleti repertori del costru ito, trova n el qu adro delle presen ze sepolcrali ipogee di am bito rom an o testim on ian ze m olto lim itate. Un a stru ttu ra an aloga ai prospetti della spelu n ca m agn a in trodu ce, n el fam igliare ipogeo degli Au reli su ll’an tica via Labican a, dalla cam era in feriore alle gallerie ch e da qu esta traggon o origin e in u n m om en to posteriore all’im pian to origin ario e vien e con cordem en te datata al prim o qu arto del III secolo 442 . È eviden te ch e all’in tern o di edifici sim ili valorizzazion i m on u m en tali assu m essero u n ru olo di particolare im preziosim en to dei van i dipen den ti: n ell’Excu bitoriu m della VII coorte dei vigili, situ ato n ell’area trasteverin a, u n a n obile riqu adratu ra m u raria con paraste e tim pan o im m etteva n ella cappella del gen iu s excu bitorii 443 , il fu lcro più pregn an te del com plesso. Spu n ti an alogici u tili per u n in dirizzo tem porale van n o perciò ricercati soprattu tto n elle arch itettu re di su perficie, ch e offron o diversi e sign ificativi esem pi di organ ism i, spesso fu n erari, caratterizzati da u n ’eccezion ale cu ra esecu tiva del- 434 L’am bu lacro è, in fatti, com pletam en te rivestito su i lati da spessi m u ri in opera listata, ch e n e dim ezzan o appu n to la largh ezza: per u n ’an alisi dettagliata e su lle valu tazion i ch e in du con o a ricon oscervi u n o dei san tu ari della spelu n ca m agn a in fra, pp. 206-212, m a an ch e S PE RA 1998a; per la fase idrau lica su pposta per la stessa galleria AB10 vd. su pra, p. 17. 435 In fra, pp. 132, 134. 436 In fra, pp. 206, 207. 437 Vd. in fra, pp. 208-212 per i problem i in terpretativi, oltre a S PE RA 1998a, part. p. 828. 438 Su qu esto reperto CH ALKIA 1991, Cat. It. 19 p. 208. Oltre al piatto in qu estion e, il repertorio di qu este m en se roton de a Rom a è costitu ito da altri dodici esem plari, alm en o con sideran do il m ateriale edito, tu tti da catacom be (CH ALKIA 1991, pp. 73-75 per le “m en se roton de”, classificate com e tipo E ): si tratta di sette piatti dalla catacom ba dei Giordan i (Cat. It. 7-13), u n o n ella cripta di Corn elio a Callisto (Cat. It. 14), u n o dal cim itero Maggiore (Cat. It. 15), u n o da Dom itilla (Cat. It. 16), u n o dalla basilich etta di Felice e Adau tto (Cat. It. 17), l’u ltim o da Marco e Marcellian o (Cat. It. 18). Proprio la proven ien za da tali con testi di qu esti m an u fatti, rin ven u ti talora in rapporto a stru ttu re circolari o qu adran golari in m u ratu ra su lle qu ali in m olti casi ven ivan o sistem ati (per alcu n i esem pi dal cim itero dei Giordan i vd. CH ALKIA 1986, pp. 170-178, 185-187), n e h a ch iarito l’u so, già eviden te in con n ession e con la litu rgia, an ch e n el cu lto fu n erario (CH ALKIA 1991, pp. 113-122): in particolare i piatti, m arm orei o fittili, dovevan o essere u tilizzati per ricevere le offerte alim en tari portate n ei cim iteri du ran te la com m em orazion e dei defu n ti o dei m artiri, soprattu tto in am bien ti fu n erari di particolare rigu ardo (CH ALKIA 1991, pp. 73-75, 123 ss. per u n qu adro delle problem atich e in terpretative e u n pan oram a bibliografico e delle fon ti letterarie ed epigrafich e; cfr. an ch e CH ALKIA 1986, pp. 189-194; F IOCCH I N ICOLAI 1998, pp. 45 e 47. In oltre T OLOTTI 1986, pp. 51-64 per il sign ificato delle m en se in rapporto alle sistem azion i m on u m en tali delle tom be dei m artiri). Cfr. an ch e D RE SKE N W E ILAND 1991, passim . 439 CYPR . epist. 80, 1, in CSE L III, 1.2, pp. 839-840. Su i lu ogh i del m artirio sistin o vd., da u ltim a, S PE RA 2000-01 (con bibliografia preceden te), an ch e per u n a rassegn a delle testim on ian ze letterarie. La sepoltu ra dei du e diacon i è in dicata in Praetextati già n ella depositio m artyru m (VZ II, p. 22; cfr. an ch e n . 1243 p. 191); si vedrà an ch e (in fra, n n . 1239, 1241, p. 190), ch e l’au tore del Liber pon tificalis (LP I, p. 155) attribu isce al cim itero di Pretestato la sepoltu ra dell’in tero gru ppo dei sei diacon i m artirizzati con il papa: Qu i vero [Xystu s] sepu ltu s est in cym iterio Calisti, via Appia; n am VI diacon es su pradicti (Felicissim u s, Agapitu s, Ian u ariu s, secon do alcu n i l’om on im o m artire di Pretestato, Magn u s, Vin cen tiu s et S tephan u s) sepu lti su n t in cym iterio Praetextati via Appia. 440 Qu ella della deposizion e di Urban o a Pretestato era già tradizion e accettata all’epoca della redazion e del Liber pon ti ficalis (LP I, p. 143) e dell’elaborazion e della passio (AA. SS., Maii VI, p. 13), prim a ch e n elle com pilazion i altom edievali per i pellegrin i (VZ II, p. 86; vd. m eglio in fra, n . 1240 p. 190); m en o sign ificativo il più gen erico riferim en to del Martyrolo giu m Hieron ym ian u m ad u n Urban u s episcopu s com m em orato il 25 m aggio (in ) coem eterio Praetextati (AA. SS., Nov. II, 2, pp. 271, 273). Il de Rossi, tu ttavia, preferì ipotizzare il lu ogo di de posizion e n el cim itero di Callisto (D E R OSSI 1864-77, II, pp. 52-54); su tali problem atich e vd., com u n qu e, an ch e in fra, n . 1240 p. 190 e, in oltre, P ICARD 1969, p. 730 e B ORGOLTE 1989, p. 30. Più difficile da defin ire è il periodo del m artirio di Gen n aro, ben ch é fu talora riten u to an ch ’esso diacon o del papa Sisto II (su pra, n . 439, m a soprattu tto in fra, n . 1241 p. 190) e di Qu irin o (in fra, n . 1242 p. 190), sepolti pu re n ell’area della spelu n ca m agn a. 441 S u pra, pp. 66-70. 442 E ssen zialm en te B E NDINE LLI 1922, pp. 318-319 e fig. 14 (cfr. an ch e L UGLI 1957, p. 614, tav. CXXV, 4). 443 L UGLI 1957, p. 614, tav. CXXV, 1. CAPITOLO 2 - IL RIUSO DE GLI IMPIANTI IDRAULICI NE LL’ARE A ORIE NTALE 75 l’opera laterizia, con bassissim i strati di m alta e giu n ti altern ati con gran de cu ra, e in particolare dall’adattam en to di qu esta in m irabili arch itettu re, im preziosite da ricch i orn ati, esito della facile lavorazion e del m ateriale fittile. È ben n oto ch e la sperim en tazion e di tali virtu osism i costru ttivi risale già all’epoca di Traian o, trovan do la prim a esem plare sperim en tazion e proprio n ei m ercati fatti erigere dall’im peratore, per poi diven ire u n a vera e propria m oda per circa u n secolo soprattu tto tra l’età an ton in a e la severian a 444 . Altra particolarità, con n essa al gu sto della m odellazion e stru ttu rale delle su perfici, è rappresen tata dal bicrom atism o dei m atton i, rossi, per sottolin eare elem en ti arch itetton ici, e gialli, eviden ziato per le facciate di Ac e di Ax; la prim a attestazion e di tale scelta orn am en tale sem bra rin tracciarsi proprio n ell’area della Caffarella, n el sepolcro a tem pietto cd. di An n ia Regilla, realizzato n ei decen n i dopo la m età del II secolo 445 , con con fron ti in dirizzati soprattu tto ad organ ism i sepolcrali delle vie Appia e Latin a 446 databili n ell’arco di poch i decen n i, u n a situ azion e ch e su ggestion ò il Lu gli, il qu ale n on con siderò l’am pliam en to del qu adro con gli esem pi della spelu n ca m agn a, su lla possibilità ch e “lo stile del laterizio policrom o (giallo, rosso vivo e m arron e) sia stato in trodotto proprio da E rode Attico e sia stato im itato dai costru ttori vicin i per u n breve periodo”447 . An alogie più pu n tu ali a proposito delle solu zion i sch em ich e adottate si rin traccian o, per la facciata di Ax, proprio n ella stru ttu ra dell’Excu bitoriu m dei vigili, con arco, paraste laterali, arch itrave e, in aggiu n ta, u n elem en to som m itale a tim - pan o 448 e, per Ah , in u n a serie di porte ostien si com e qu ella su lla via dei m isu ratori di gran o 449 e n ell’organ ism o dell’ipogeo degli Au reli, pu re fron ton ato, ch e sostitu isce alle lesen e laterali colon n in e, sem pre in m u ratu ra 450 , paralleli ch e, accan to ai con fron ti più gen erali di tipo tecn ico-costru ttivo e orn am en tale, in dirizzan o in discu tibilm en te la cron ologia delle tre facciate laterizie verso u n arco tem porale precisabile già dagli u ltim i an n i del II secolo, m a soprattu tto en tro i prim i du e o tre decen n i del su ccessivo. An ch e le poch issim e iscrizion i ch e si posson o riten ere pertin en ti a locu li della prim a fase, in dividu ate aderen ti alle tom be poi coperte dai m u ri di fodera della spelu n ca m agn a – gli epitaffi di Kall…morfoj e di BÒroj 451 e qu ello del presbitero Afrodisiu s, sepolto n el su periore dei locu li della parete Ag, in prossim ità della tom ba m artiriale 452 (fig. 71) –, n on si discostan o dai caratteri dell’epigrafia cristian a delle origin i, con ferm an do, du n qu e, ch e fin dai prim issim i an n i del III secolo, se n on già dagli u ltim i del II, l’attività di riu so sepolcrale dell’an tica cistern a era stata in trapresa 453 . Per la com u n ità cristian a di Rom a qu esto cim itero doveva costitu ire u n polo di im portan za attrattiva, an ch e n ell’ottica di u n a frequ en tazion e piu ttosto elitaria 454 , e in tal sen so n e fu fortem en te in dirizzato lo svilu ppo se, n el 258, per u n risvolto in spiegabile, a m en o ch e n on si su ppon gan o im probabili legam i con proprietà fam igliari 455 , la sepoltu ra dei du e diacon i di Sisto II Felicissim o e Agapito fu “deviata” verso il com plesso su l lato orien tale dell’Appia, piu ttosto ch e n el coem eteriu m della Ch iesa per eccellen za, qu ello di Callisto 456 . 444 An cora esem plare, in tal sen so, la sin tesi di L UGLI 1957, pp. 576-577, cu i si affian ch i ADAM 1984, pp. 160-161 (in oltre, T OYNBE E 1971, pp. 132-143, K AMME RE R G ROTH AUS 1974, p. 199 e VON H E SBE RG 1994, pp. 209-230). Con l’opera laterizia tipica del periodo tra la tarda età an ton in a e la prim a età severian a le stru ttu re in qu estion e si con fron tan o adegu atam en te (u n repertorio am pio di esem pi in L UGLI 1957, pp. 610-611 e 612614). Rispetto ai vari casi, tu ttavia, qu este appaion o di accu ratissim a esecu zion e: così, la fattu ra del prospetto di Ac, con gli strati di m alta qu asi im percepibili, pu ò essere avvicin ata soltan to alle m u ratu re della Porta Palatin a di Torin o, realizzata con ottim i m atton i arrotati (L UGLI 1957, tavv. CLXX CLXXI). Per in teressan ti raffron ti sign ificativi in term in i cron ologici con sepolcri a cam era di area rom an a, sia per le caratteristich e specificam en te m u rarie, sia per l’elaborazion e di sch em i arch itetton ici cu rati, vd. essen zialm en te M IE LSCH - VON H E SBE RG 1986 e M IE LSCH - VON H E SBE RG 1995 per la n ecropoli sotto San Pietro e CALZA 1940 per qu ella dell’Isola Sacra (per la qu ale si con sideri an ch e il qu adro cron ologico riassu n to e rettificato da B ALDASSARRE 1987, con tav. 2). Un con fron to sign ificativo in u n coeren te am bito cim iteriale è in fin e forn ito dall’in gresso all’ipogeo dei Flavi della catacom ba di Dom itilla, riferito, an ch e su lla base della tecn ica m u raria, all’u ltim o ven ten n io del II secolo (PANI E RMINI 1969, pp. 126-130 e 170-171). 445 Sul m onum ento soprattutto L UGLI 1924, pp. 109-116, K AM MERER G ROTHAUS 1974, pp. 166-198 e S PERA 1999, pp. 205-207. 446 Cfr., in particolare, L UGLI 1957, tav. CLXXXIII, 3 (per u n sepolcro a edicola al III m iglio dell’Appia) e 4 (per il se- polcro cd. della Fortu n a Mu liebre su lla via Latin a, su l qu ale cfr. an ch e Q UILICI G IGLI 1981). 447 L UGLI 1957, p. 608. Va detto ch e proprio con le m u ratu re ch e segn an o qu esto sepolcro i tre prospetti della spelu n ca m agn a presen tan o eccezion ali affin ità esecu tive e n on si pu ò esclu dere ch e fossero state realizzate dalle m edesim e m aestran ze operan ti n ell’area. 448 S u pra, n . 443. 449 L UGLI 1957, tav. CLXXV, 2. 450 S u pra, n . 442. 451 ICUR V 15055 e 15005a. 452 ICUR V 14021 e J OSI 1927, p. 242. Logicam en te in qu adrabile n ell’am bito dell’occu pazion e delle pareti della spelu n ca m agn a prim a delle fodere m u rarie è an ch e l’epitaffio del m artire con [- - -]u s m artys (ICUR V 14809), per il qu ale vd. in fra, n . 1272 p. 193. Aderiva al su o sepolcro, poi, l’iscrizion e di Cyrill[- - -] (ICUR V 14168b), riportata dall’Arm ellin i n el carteggio de Rossi. 453 Vd. T OLOTTI 1978, part. p. 174 su lla base dei prospetti laterizi. 454 Vd. su pra, p. 22 su lle ten den ze fru itive già em erse dall’an alisi ricostru ttiva della n ecropoli su bdiale, m a an ch e in fra, pp. 81-88. 455 Com e si ipotizzava, ad esem pio, per la tom ba di papa Corn elio n elle cripte di Lu cin a: P ICARD 1969, p. 733 e B OR GOLTE 1989, p. 26. Vd. an ch e R E E KMANS 1964, pp. 210-211. 456 Su lla sepoltu ra di Felicissim o e Agapito vd. an ch e su pra, n . 439 p. 74, m a soprattu tto in fra, n . 1243 pp. 190-191. Se- 76 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 70 – Galleria AB10: n icch ia con decorazion e della su perficie e resti del piatto m arm oreo. Fig. 71 – S pelu n ca m agn a, Ag: iscrizion e del presbyter Afrodisiu s ICUR V 14021 (Arch ivio PCAS). CAPITOLO 2 - IL RIUSO DE GLI IMPIANTI IDRAULICI NE LL’ARE A ORIE NTALE 77 In qu esta prim a fase dell’in sediam en to fu n erario si ritien e di n on poter su pporre con certezza l’articolazion e della galleria cen trale in tu tto il su o svilu ppo di 100 m ; si è già con siderata 457 , in fatti, in base all’am piezza e ai caratteri degli organ ism i aggiu n ti e, in gen erale, della fru izion e sepolcrale, la possibilità ch e il tratto term in ale est della spelu n ca m agn a, per ca. 17 m , n on sia con sicu rezza assegn abile alla fase idrau lica, m a appaia piu ttosto l’esito di u n prolu n gam en to su ccessivo, program m ato solo in u n a fase di orm ai avviata occu pazion e sepolcrale della gran de cistern a, in in tu ibi- le relazion e con la volon tà di creare ad est u n accesso, sim m etrico al già esisten te occiden tale in sediato n ell’area della n ecropoli di su perficie e a poca distan za dalle scale F e G, posizion an dolo su u n a strada secon daria, direzion ata verso la valle della Caffarella, ch e correva lu n go il m argin e della collin a 458 . Le caratteristich e di im pian to del gru ppo di am bien ti aperti su lle pareti di qu esto tron con e di galleria parrebbero in fatti in dicare, per tale m odifica plan im etrico-fu n zion ale, u n a cron ologia di poco posteriore al prim o u tilizzo fu n erario, i decen n i della secon da m età del III secolo 459 . con do F RANCH I DE ’ CAVALIE RI 1920, pp. 173-174 la loro deposizion e a Pretestato è fru tto di u n a casu alità di even ti e pu ò giu stificarsi con l’ipotesi ch e i diacon i stavan o fu ggen do dal cim itero di Callisto e ven n ero sorpresi e m artirizzati a poca distan za da qu esto, appu n to in prossim ità della n ecropoli di Pretestato, dove avrebbero trovato sepoltu ra (vd. an ch e VZ II, p. 226 n . 4 e AMORE 1975, p. 180). Per la sepoltu ra a Pretestato dell’altro espon en en te della gerarch ia ecclesiastica, il papa Urban o, pu re sign ificativa in tal sen so, vd. già su pra, n . 440 p. 74 e in fra, n . 1240 p. 190. 457 S u pra, p. 17. 458 Il tratto estrem o orien tale della spelu n ca m agn a, in fatti, era caratterizzato da u n o spessore di tu fo m olto m in ore rispetto alla restan te galleria, situ azion e ch e creò problem i statici già in an tico; da est si giu n geva in su perficie m edian te u n a scala di soli sette gradin i, ben più corta dell’occiden tale ch e n e possiede 11, m a era in effetti più alta, essen do stata tagliata, n el settore del Mu seo Cristian o, la som m ità della roccia e, qu in di, parte del descen so – vd., però, m eglio in fra, n . 1405 p. 217 e p. 288 –. Su tale asse viario, docu m en tato arch eologicam en te (F E R RUA 1964, p. 147), si veda S PE RA 1999, pp. 197 e 456-457. 459 In fra, pp. 115-122. Le differen ze n ell’occu pazion e di qu esto settore sem bran o em ergere an ch e dalle testim on ian ze epigrafich e in situ : le iscrizion i ICUR V 15122 e 14728 scoperte in prossim ità del cu bicolo Al, m ostran o la prim a la data di deposizion e e l’altra, della c(larissim a) p(u ella) Volu m n ia Vi trasia Fau stin a, caratteri ben diversi da qu elli eviden ziati n el settore ovest della spelu n ca m agn a. CAPITOLO 3 LA NE CROPOLI S UB DIVO Lo svilu ppo della n ecropoli di su perficie n ell’am bito del III secolo, parallelo all’evolu zion e degli in sediam en ti sotterran ei, va delin eato en tro la m aglia ricostru ttiva elaborata per il cim itero su bdiale delle origin i, con sideran do, cioè, i dati forn iti dai n u m erosi m ateriali, soprattu tto scu ltorei, proven ien ti dall’area, il cu i legam e con le in stallazion i su b divo, qu asi del tu tto scon osciu te n elle valen ze topografico-stru ttu rali, è, tu ttavia, in m oltissim i casi più ch e probabile 460 . Per la valorizzazion e, in rapporto alla storia frequ en tativa del sito, dell’eccezion ale m ole di reperti m arm orei, soprattu tto casse e coperch i di sarcofagi e lastre, si è ten tata u n a qu an tificazion e diacron ica com plessiva delle presen ze, riassu n te n ei grafici della fig. 72 461 . Il diagram m a della fig. 72a con i raggru ppam en ti per secolo eviden zia u n a con cen trazion e n u m erica straordin aria n ell’am bito del III secolo 462 , situ azion e ch e pu ò essere valu tata con m aggiore precision e n ei grafici b-d, ch e offron o la visu alizzazion e più dettagliata dei segm en ti tem porali di distribu zion e dei m ateriali: alle scarsissim e attestazion i afferen ti al II secolo e, in particolare, agli u ltim i decen n i di qu esto, periodo più probabile di in izio dell’attività sepolcrale n ell’area 463 , segu e u n au m en to progressivo e costan te delle presen ze fin o agli u ltim i an n i del III secolo 464 , con u n picco eviden tissim o n ella secon da m età di qu esto, qu in di u n decrescere dei valori tra III e IV e du ran te il prim o cin qu an ten n io di qu est’u ltim o e, m aggiorm en te, n ei decen n i su ccessivi 465 . 460 Vd. su pra, pp. 21-29 su lle ten den ze in sediative ricostru ibili per la più an tica n ecropoli su bdiale; in oltre p. 21 e n . 140 su lle caren ze docu m en tarie del qu adro arch eologico e su i problem i con n essi alla con testu alizzazion e origin aria del m ateriale scu ltoreo con servato n el Mu seo di Pretestato. 461 Tale qu an tificazion e è stata elaborata, an alizzan do, in u n qu adro di in siem e, i reperti scu ltorei con servati n el Mu seo classico e cristian o (rispettivam en te 1033 e 288 m an u fatti, solo in poch issim i casi, logicam en te estrapolati dal gru ppo in esam e, di diversa proven ien za) e in vari am bien ti sotterran ei (1486 pezzi), in particolare qu elli della region e I, u tilizzati, n ella fase di allestim en to cu rata da M. Gü tsch ow, per la m u sealizzazion e dei pezzi più fram m en tari, disposti su lle pareti per accorpam en ti tem atici (G IORDANI 1972-73; F ASOLA 1982, p. 225); qu esti m ateriali fu ron o oggetto di u n program m a di in ven tario e sch edatu ra dal 1974 da parte della Pon tificia Com m ission e di Arch eologia Sacra (F ASOLA 1982; F IOCCH I N ICOLAI 1982; R AMIE RI 1982; S ALVE TTI 1982). Solo u n n u m ero lim itato di m an u fatti rispetto all’in tero repertorio (242 n el Mu seo classico, 96 n el Mu seo cristian o e 75 n ella catacom ba) si è rivelato u tile alla restitu zion e del diagram m a storico poich é m eglio in qu adrabile dal pu n to di vista cron ologico (la sproporzion e tra l’alto n u m ero di scu ltu re con servate n ella catacom ba e i pezzi valu tabili in sen so tem porale si spiega proprio con il particolare stato di fram m en tazion e di qu esti); tale gru ppo si presta, pertan to, ad essere con siderato u n settore-cam pion e dell’in siem e, probabilm en te in dicativo an ch e in sen so assolu to. Le percen tu ali son o state calcolate sia per segm en ti cron ologici all’in tern o dei secoli (e qu in di con sideran do solo i reperti databili con m aggiore precision e), sia in globan do m an u fatti gen ericam en te attribu ibili al secolo, con i diversi esiti di visu alizzazion e n egli istogram m i della fig. 72. Per le datazion i si son o segu ite le attribu zion i con ten u te n elle sch ede PCAS per i diversi pezzi an cora in editi e, per il m ateriale m eglio approfon dito, le revision i più recen ti, in particolare qu elle proposte dagli au tori dei repertori tem atici della serie Die an tiken S arkophagreliefs (M ATZ 1968-75, K O CH 1975, ANDRE AE 1980, K RANZ 1984, AME DICK 1991, S ICH TE R MANN 1992, R OGGE 1995, S CH AUE NBURG 1995, S TROSZE CK 1998, G RASSINGE R 1999, K RANZ 1999), ch e talora h an n o rettificato alcu n e in iziali cron ologie di G ÜTSCH OW 1938. Per visu alizzare più in dettaglio la sequ en za tem porale dei m an u fatti, si è scelto, n ella fig. 72b, di riportare “letteralm en te” le datazion i su ggerite, m an ten en do distin to il gru ppo con in dicazion e gen erica dell’in izio e della fin e di ogn i secolo; tale solu zion e, se eviden zia m eglio la distribu zion e tem porale del m ateriale, lim ita la percezion e im m ediata dei m u tam en ti di valore; perciò n elle figg. 72c-d si propon e il risu ltato addizion ale dei sin goli gru ppi cron ologici. 462 260 reperti su i 413 databili, pari al 62,95%. 463 Prim a m età II secolo 2 (0,61%); m età II secolo 1 (0,30%); fin e II secolo 6 (1,85%) [9 + 3 (pezzi gen eralm en te assegn abili al secolo) = 12 (2,9%)]; II-III secolo 9 (2,77%). Va segn alato ch e i du e m an u fatti ascrivibili alla prim a m età del secolo son o rappresen tati da du e capitelli di parasta ch e potrebbero apparten ere, n ella collocazion e origin aria, an ch e ad u n a delle presen ze residen ziali ipotizzate n ell’area (su pra, n . 64 pp. 10-11). Su lla fase in iziale della n ecropoli, alla qu ale van n o con ogn i probabilità ricon dotti qu esti reperti (passati in rassegn a su pra, pp. 21-22), vd. diffu sam en te su pra, pp. 21-29. 464 In izio III secolo 2 (0,61%); prim a m età III secolo 30 (9,26%); m età III secolo 51 (15,74%); secon da m età III secolo 78 (24,07%); fin e III secolo 33 (10,18%) [194 + 66 (pezzi gen eralm en te assegn abili al secolo) = 260 (62,95%)]. 465 III-IV secolo 55 (16,98%); in izio IV secolo 11 (3,39%); prim a m età IV secolo 37 (11,42%); m età IV secolo 1 (0,30%); secon da m età IV secolo 8 (2,47%) [57 + 20 (pezzi gen eralm en te assegn abili al IV secolo) = 77 (18,6%)]. 80 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO (a) (b) (c) (d) Fig. 72 – Qu an tificazion i diacron ich e del m ateriale scu ltoreo: Grafico I (a); Grafico II (b); Grafico III (c); Grafico IV (d). CAPITOLO 3 - LA NE CROPOLI S UB DIVO L’an dam en to di qu este lin ee cron ologich e ch e ricostru iscon o in qu alch e m odo la parabola di occu pazion e va, però, valu tato an ch e n ei term in i di con n otazion e fru itiva: du ran te il III secolo, e in particolare n ei decen n i della secon da m età (e fin o all’età costan tin ian a), deve essere docu m en tata n on solo l’“esplosion e” della n ecropoli su bdiale, del tu tto sin cron ica allo svilu ppo del cim itero collettivo ipogeo 466 , m a an ch e u n ch iarissim o poten ziam en to delle ten den ze di frequ en tazion e elitaria, eviden ziabili già n ell’im pian to in iziale del sepolcreto 467 e in qu alch e m odo pu re parallelo all’in crem en to di solu zion i sepolcrali di rilievo e alla m oltiplicazion e di van i ad u so esclu sivo rin tracciabili n ella “region e cen trale” della catacom ba proprio n ei decen n i fin ali del III secolo 468 . Nello stesso tem po, è più ch e logico ch e il “calo” gradu ale eviden ziato dal diagram m a du ran te il IV secolo sia da riten ersi solo apparen te in term in i qu an ti466 S u pra, pp. 33-77 e in fra, pp. 101-146. S u pra, p. 22. 468 In fra, pp. 112-132. Va detto, però, sem pre con sideran do le lacu n e n ella con testu alizzazion e dei reperti m arm orei (di cu i, tu ttavia, la proven ien za dal cim itero su bdiale appare più ch e logica), ch e risu lta im propon ibile l’idea ch e tale eccezion ale qu an tità di m an u fatti trovasse posto in qu esti am bien ti, in adegu ati per n u m ero, n on ch é per caratteristich e spaziali e tipologich e. 469 Il cim itero sotterran eo, in fatti, vede proprio in tu tti i decen n i del IV secolo la su a m assim a espan sion e: in fra, pp. 149263. Per le fasi più tarde della n ecropoli su b divo vd., in vece, la restitu zion e del tessu to docu m en tario in fra, pp. 267-307. 470 Si ritien e in du bbia – e tale scelta è alla base della m editata scelta m etodologica sottesa alla gestion e e lettu ra dei dati qu i esposti – la n ecessità di u n a ricon siderazion e u n itaria del m ateriale m arm oreo rin ven u to n el com plesso, sen za u n a scission e, cioè, di qu ello “n eu tro” da qu ello cristian o; tale division e faceva riten ere a G ÜTSCH OW 1938, p. 240 i sarcofagi pagan i in dicativi dell’attività “di u n sepolcreto du ran te il corso di circa otto decen n i del III secolo, dal 215 al 295 d.Cr. all’in circa”, con u n a ch iara lacerazion e n ella storia evolu tiva del com plesso. La progressiva e defin itiva “cristian izzazion e” del repertorio, in fatti, pu ò tradire solo parzialm en te la “cristian izzazion e” della n ecropoli, m en tre è segn o più diretto di rich ieste sem pre più precise da parte dei com m itten ti di prodotti esplicitam en te con n otati, orm ai diffu si n elle officin e di m arm orari (per u n a serie in teressan te di osservazion i su i problem i con n essi alla com m itten za dei sarcofagi cristian i K OCH 1996); al con trario, proprio dall’in siem e dell’an alisi è risu ltato in du bbio (vd. m eglio in fra, p. 89) ch e in m isu ra piu ttosto gen eralizzata m an u fatti con tem atich e “pagan e” o, preferibilm en te, “n eu tre” o “n on cristian e”, eran o con disin voltu ra u tilizzati dai fedeli della n ecropoli collettiva. 471 Com e già segn alato per il II secolo: su pra, pp. 21-22. 472 Il qu adro tem atico rapidam en te delin eato di segu ito va in tegrato con i m an u fatti, sem pre databili en tro il III secolo, su i qu ali si veda in fra, pp. 82-87. 473 S TROSZE CK 1998, n . 67 p. 113, tav. 86, 7 (PCAS i. 1; G ÜTSCH OW 1938, p. 116, tav. 20, 3; età post-gallien ica); n . 68 p. 113, tav. 93, 1 (PCAS i. 625; 260/280); n . 179 p. 129, tav. 21, 5 (PCAS i. 429; 270/280); n . 272 p. 142, tav. 72, 1-2 (PCAS i. 426; 280/300); n . 273 p. 142 (290/300); n . 274 p. 142, tav. 107, 1-5 (PCAS i. 430; W ILPE RT 1929-36, III, p. 39, tav. 296, 1; 260/280); n . 275 p. 142, tav. 72, 5 (PCAS i. 433; 290/310); n . 276 p. 142, tav. 106, 12 (PCAS i. 446; 260/270); n . 277 p. 142, tavv. 62, 2; 63, 3 (PCAS i. 569; G ÜTSCH OW 1938, pp. 34, 115, 118, tav. 20, 1; 260/270. Sarcofago in fan tile con i du e leon i raffigu rati n ell’atto di azzan n are u n cervo); n . 278 p. 142, tav. 467 81 tativi an ch e per l’area su bdiale, la cu i storia con ogn i probabilità affian ca costan tem en te l’u tilizzo del sottosu olo 469 , e vada letto piu ttosto n ei term in i di u n a progressiva ridu zion e n ell’u so di m an u fatti m arm orei di prestigio n ei con testi fu n erari 470 . Il repertorio tem atico dei sarcofagi di III secolo, in gran n u m ero ascrivibili a bottegh e locali, m a an ch e di produ zion e attica 471 , è particolarm en te vario e rappresen ta in m odo piu ttosto com pleto il qu adro gen erale delle produ zion i coeve 472 : si iden tifican o gru ppi, più o m en o con sisten ti, di casse spesso strigilate, sia con leon i 473 , per lo più a vasca (fig. 73), sia con pu tti reggen ti fiaccole fu n e rarie n ei pan n elli laterali 474 e/o con im m agin i clipeate cen trali di defu n ti 475 , rappresen tati an ch e su llo sfon do del parapetasm a retto da pu tti 476 ; ricorron o su lle su perfici di n u m erosi m an u fatti tem i stagion ali e bu colico-agresti 477 , scen e di caccia 103, 1-4 (PCAS i. 427, 428, 571; G ÜTSCH OW 1938, pp. 115-116, 118-119, tav. 20, 2; S CE RRATO 1952, pp. 263, 268-269; 290/300. Sarcofago in fan tile); n . 279 p. 142, tav. 106, 1-2 (PCAS i. 629; 250/260); n . 280 p. 142 (PCAS i. 1022; 270/290). Apparten gon o al m edesim o gru ppo di sarcofagi an ch e i reperti estrem am en te fram m en tari S TROSZE CK 1998, n n . A10-A36, pp. 165-166 (PCAS i. 0204, 0207, 0209, 0212, 0213, 0216, 0392/0393/0394, 0647, 01158, 01291, 01431, 01462, 94, 227, 432, 435, 437, 440, 441, 442, 445, 446, 980). 474 PCAS i. 74, 121, 122 (G ÜTSCH OW 1938, tav. 35, 3), 150 (G ÜTSCH OW 1938, p. 178, tav. 35, 4), 176, 183, 216, 239, 241, 243, 336 (B OVINI 1949, pp. 280-281, n . 46, fig. 119), 589. Alcu n i reperti (com e PCAS i. 156, 169, 172) presen tan o il m otivo degli eroti svolazzan ti e in m ovim en to, ch e G ÜTSCH OW 1938, p. 242 ritien e pecu liari del periodo tra il 260 e il 285. 475 PCAS i. 7, 12 (G ÜTSCH OW 1938, pp. 163-164, tav. 32, 4; G E RKE 1940, p. 347), 336 (B OVINI 1949, pp. 280-281, n . 46, fig. 119), 352, 356 per alcu n i esem pi. Sotto il clipeo ricorron o m asch ere (PCAS i. 18), corn u copie (PCAS i. 13, 19, 175, 231), u ccelli ch e beccan o (PCAS i. 265), im m agin i m itologich e (PCAS i. 564). Si ricordan o, poi, alcu n i clipei retti da gen i alati o vittorie (ch e a volte sosten gon o la tabu la in scription is: PCAS i. 221): PCAS i. 34, 43, 44 (G ÜTSCH OW 1938, pp. 125-126, tav. 19, 2; K RANZ 1984, n . 100 p. 211, tav. 63, 4), 218, 220. Particolare il pezzo PCAS i. 224 (G ÜTSCH OW 1938, pp. 113-115, tav. 29, 1; R UMPF 1939, p. 22, n . 63). A qu esti esem pi si aggiu n ga il m an u fatto, tardo o post-gallien ico, ch e ven n e trasportato all’allora Mu seo Lateran en se, ora al Vatican o (G ÜTSCH OW 1938, pp. 153155, fig. 31; K RANZ 1984, n . 62, p. 202, tavv. 34, 3; 35, 1; 36, 1). In u n n u m ero in feriore di esem pi, com e il m an u fatto PCAS i. 134, il defu n to è raffigu rato en tro u n a m an dorla cen trale. 476 B OVINI 1949, pp. 57-58 sottolin ea giu stam en te la diffu sion e di qu esto m odello icon ografico n el III secolo, m a an ch e n el su ccessivo. Com e esem pi PCAS i. 3, 6, 9, 260. 477 K RANZ 1984, n . 100 p. 211, tav. 63, 4 (PCAS i. 43; G ÜTSCH OW 1938, pp. 125-126, tav. 19, 2: 280 ca.); n . 200 p. 232, tav. 76, 8 (età postgallien ica); n . 241 p. 236, tav. 30, 2 (G ÜTSCH OW 1938, p. 174, tav. 35, 3; 220/230); n . 242 p. 236, tav. 27, 5 (G ÜTSCH OW 1938, p. 178, tav. 35, 2; 260/265); n . 243 pp. 236-237, tav. 30, 4 (G ÜTSCH OW 1938, p. 173, tav. 34, 1-2; età protogallien ica); n . 244 p. 237 (tra l’età severian a e l’età gallien ica); n . 245 p. 237, tav. 78, 8 (G IORDANI 1972-73, pp. 145150, fig. 5; forse più an tico del prim o qu arto del IV secolo, com e vorrebbe lo stu dioso); n . 257 p. 266, tav. 109, 5-6 (W ILPE RT 1929-36, III, p. 16, tav. 280, 1; G E RKE 1940, p. 361, n . III, 4; età tetrarch ica o protocostan tin ian a); n . 458 p. 266, tav. 107, 2 (età post-gallien ica); n . 459 p. 266, tav. 110, 5 (età tetrarch ica o protocostan tin ian a); n . 460 p. 267, tav. 106, 3 (età postgallien ica); n . 461 p. 267 (W ILPE RT 1929-36, III, p. 16, tav. 281, 82 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO e di com battim en to 478 , im m agin i tratte dalla vita privata 479 , figu re di m u se, talora con filosofi 480 ; in diversi casi la decorazion e dei fian ch i delle casse privilegia pan oplie o grifi 481 , m en tre su i coperch i con alzata 482 è frequ en te an ch e la teoria di an im ali m arin i 483 e l’adozion e di m asch ere an golari 484 . Associabili in serie più lim itate di pezzi risu ltan o i sarcofagi con tem i m itologici 485 , ch e preferiscon o la rappresen tazion e della caccia calidon ia 486 , di E n dim ion e 487 o attin gon o al ciclo di Ach ille 488 , e qu elli arch itetton ici, rappresen tati, in effetti, essen zialm en te dal m on u m en tale esem plare detto “dell’arch itetto”. Il pregiato m an u fatto 489 (fig. 74), in m arm o m icroasiatico, com pon e l’idea di u n edificio con la fron te e i fian ch i segn ati da u n a scom partitu ra in cisa in opera isodom a, dalla qu ale si staccan o du e coppie di colon n e, du e, scan alate, con capitelli com positi, alle estrem ità della fron te, du e, n el settore cen trale di qu esta, m olto lacu n oso, a fian co di u n a porta sem iaperta; il coperch io, del tipo a doppio spioven te, disegn a, appu n to, il tetto con fron ton e riqu adrato da u n a pesan te corn ice m odan ata e decorato al cen tro con u n a serie di stru m en ti da costru zion e (u n livello a squ adra, u n com passo, la m isu ra di u n piede, u n m artello e u n o scalpello), probabile rich iam o alla profession e del defu n to 490 . Oltre a qu esto sarcofago, datato al tardo III secolo 491 , altri m an u fatti di particolare pregio, variam en te in qu adrabili n ei decen n i del III secolo e ben valorizzabili grazie ad u n a ricom posizion e qu asi in tegrale, rich iam an o u n a più atten ta osservazion e an ch e per le solu zion i m on u m en tali, ch e fan n o a ragion e presu m ere l’esisten za, n ella n ecropoli di su perficie, di edifici di eccezion ale svilu ppo arch itetton ico, adegu ati alla collocazion e di tali pezzi 492 . Sen za du bbio en tro organ ism i di im pareg- 5; G E RKE 1940, p. 337, n . III, 7, p. 261, n . III, 5; Repertoriu m , n . 587 p. 239, tav. 89; età post-gallien ica); n . 462 p. 267 (età tardo o post-gallien ica); n . 463 p. 267 (età gallien ica); n . 464 p. 267 (età post-severian a). A qu esti m an u fatti van n o affian cati tre reperti apparten en ti al m edesim o gru ppo tem atico, m a con servati ai Mu sei Vatican i (u n o dei qu ali – K RANZ 1984, n . 184, p. 230 – trasportato du ran te le in dagin i del de Rossi del 1850: in fra, p. 330): K RANZ 1984, n . 62 p. 202, tavv. 34, 3; 35, 1; 36, 1 (W ILPE RT 1929-36, III, pp. 11, 13, 41, tav. 276, 2; G ÜTSCH OW 1938, pp. 153-155, fig. 31; G E RKE 1940, p. 361, n . III, 1: età tardo o post gallien ica); n . 93 p. 210, tav. 48, 5 (M ARUCCH I 1910, pp. 10-11, tav. 44; W ILPE RT 1929-36, III, pp. 1213, tav. 276, 3; G ÜTS CH OW 1938, pp. 155-157, fig. 32: 270/280); n . 184 p. 230, tav. 75, 1 (M ARUCCH I 1910, p. 12, tav. 12, 1; W ILPE RT 1929-36, III, pp. 4, 12, tav. 271, 1-3; G E RKE 1940, pp. 167, 241: età tetrarch ica o protocostan tin ian a). 478 ANDRE AE 1980, n . 87 p. 160, tav. 43, 12 (età post-gallie n ica); n . 88 p. 160, tavv. 75, 1; 76, 1-2 (B OZZINI 1975-76, pp. 325-345; 290. Non è esclu so ch e qu esto pezzo potesse essere u tilizzato in u n o dei cu bicoli della spelu n ca m agn a presso i qu ali fu rin ven u to in 17 fram m en ti n el 1964: in fra, p. 120); n . 90 p. 161, tav. 83, 14 (300 ca.); n . 91 p. 161, tav. 83, 15 (265300); n . 92 p. 161, tav. 84, 12 (fin e III); n . 94 p. 161, tav. 91, 2-3 (275-300); n . 96 p. 161, tav. 88, 4 (età tardogallien ica o prototetrarch ica); n . 97 p. 161 (G ÜTSCH OW 1938, p. 215, tav. 9, 3; fin e III). 479 AME DICK 1991, n . 136 p. 144, tav. 61, 8 (fin e III); n . 137 p. 144, tav. 12, 5 (fin e III); n . 138 p. 144, tavv. 11, 2; 12, 1-2 (B OZZINI 1975-76, pp. 325-345; 290 ca.); n . 139 p. 145, tav. 18, 4 (fin e III); n . 140, p. 145, tav. 61, 1 (fin e III); n . 141 p. 145, tav. 61, 4 (u ltim i decen n i del III); n . 142 p. 145, tav. 61, 8 (fin e III); n . 146 pp. 145-146, tav. 31, 6 (W ILPE RT 1929-36, II, p. 208, tav. 161, 3; J OSI 1936a, p. 214, fig. 6; Repertoriu m , n . 590 p. 241 tav. 90; dallo sm an tellam en to di u n m u ro tardo in AB10: in fra, p. 315); n . 148 p. 146, tav. 42, 1 (fin e III); n . 149 p. 146, tav. 44, 1 (fin e III); n . 150 p. 146, tav. 64, 4 (fin e III); n . 147 p. 146, tav. 44, 8 (fin e III). 480 W E GNE R 1966, n . 103a p. 44, tav. 122 (PCAS i. 309; tra III e IV secolo); n . 104 p. 44, tav. 51, g (PCAS i. 306); n . 106 p. 44, tav. 51, c (PCAS i. 157; 225/250); n . 107 p. 44, tav. 51, b (PCAS i. 158; 225/250); n . 109 pp. 44-45, tav. 144, b (PCAS i. 262; PANE LLA 1967, p. 23; 200/225); PCAS i. 358 (fin e III/in izi IV), 811. La presen za di m an u fatti ch e adottan o tale tem a si ricon ferm a an ch e n el IV secolo: PCAS i. 250 (W E GNE R 1966, p. 44 n . 102, tav. 112, d; PANE LLA 1967, p. 21), 297 (W E GNE R 1966, p. 44 n . 108b, tav. 122). Un ’im m agin e di filosofo su u n reperto fram m en tario attribu ito al 250-255 è il pezzo PCAS i. 301 (G ÜTSCH OW 1938, p. 174, tav. 36, 3). 481 PCAS i. 366(?), 418, 420, 422, 955, 1007 per i prim i; PCAS i. 449, 572 per gli altri. 482 Solo u n m in or n u m ero di m an u fatti appartien e alla tipologia a tetto displu viato: PCAS i. 611, 620, 622. Poch i esem plari, an ch e per fan ciu lli, son o a klin e: PCAS i. 201, 202, 244 (G ÜTSCH OW 1938, pp. 160-161, tav. 30, 1), 296, 603, 605, 607, 609, 1015. 483 PCAS i. 40, 42, 70, 79, 282 (G ÜTSCH OW 1938, p. 176, tav. 38, 2-3), 298. 484 PCAS i. 38, 41 (G ÜTSCH OW 1938, pp. 176-177, tav. 36, 4; F E LLE TTI M AJ 1976, p. 236), 83, 91, 386, 387, 388, 391, 392, 523, 726. In oltre G ÜTSCH OW 1938, pp. 159-160. 485 Già G ÜTSCH OW 1938, p. 240 n otava per qu esti tem i u n in debolim en to attrattivo. 486 K OCH 1975 n . 46 p. 99, tav. 42b (PCAS i. 344; decen n i cen trali del III secolo); n . 47 p. 99, tav. 33b (PCAS i. 209); n . 58 p. 101, tav. 33d (PCAS i. 200); n . 59 p. 101. 487 S ICH TE RMANN 1992, n . 133 p. 162, tav. 112, 9-10 (è la fron te di AME DICK 1991, n . 136 p. 144, tav. 104, 4); secon da m età del III secolo. 488 R OGGE 1995, n . 23 p. 136, tavv. 16, 4; 57, 5-7; 70, 1-3; 72, 1-2 (PCAS i. 107, 116, 117, 316, 364, 374); il m an u fatto è gen ericam en te attribu ito al secon do qu arto del III secolo (cfr. in fra, p. 87); vd. an ch e G IULIANO 1962, n . 358 p. 59; G IULIANO PALMA 1978, pp. 48-49, n . 3, tav. 54, 133; K OCH - S ICH TE RMANN 1982, p. 386). In oltre R OGGE 1995, n . 23A p. 136, tav. 67, 3 (m età III ca.). 489 Alt. 1,70; largh . 2,13; prof. 1,00 m . 490 Su l m an u fatto (PCAS i. 376) G ÜTSCH OW 1938, pp. 129140, tavv. 21-22; K OCH - S ICH TE RMANN 1982, pp. 71, 82, 122, 246; W H ITE H E AD 1984, pp. 58, 145-146, 226, 273-280; AME DICK 1991, n . 135 p. 144, tav. 118; recen tem en te, dopo u n restau ro ch e h a restitu ito u n altro fram m en to alla fron te, D E M ARIA c.s. Potrebbe apparten ere ad u n m an u fatto sim ile, m olto fram m en tario, il pezzo PCAS i. 423, caratterizzato, in su perficie, da in cision i ch e disegn an o u n a m u ratu ra a blocch i (G ÜTSCH OW 1938, p. 134, tav. 23, 3). Cfr. su pra, p. 23 e n . 160 su lla proven ien za del m an u fatto e su l probabile sign ificato di qu esta in rapporto ai problem i topografici della n ecropoli su bdiale tra II e III secolo. Un rich iam o agli stru m en ti tecn ici in F RIGE RIO 1933, p. 59. 491 G ÜTSCH OW 1938, p. 140; AME DICK 1991, p. 144. 492 Men o probabilm en te si pu ò pen sare ad u n a sistem azion e isolata e all’aperto di qu esti, an ch e in rapporto al prevalere della ten den za ad u n a “au torappresen tazion e in teriorizzata” ch e predom in a n elle n ecropoli rom an e soprattu tto dal II secolo ( VON H E SBE RG 1994, pp. 50-55). CAPITOLO 3 - LA NE CROPOLI S UB DIVO 83 giabile rilievo van n o in qu adrati i du e colossali e ben n oti sarcofagi di Balbin o e della caccia al leon e 493 , gen ericam en te proven ien ti dall’area (figg. 7576). Per il prim o la defin izion e dell’im portan za del com m itten te è affidata in m odo in equ ivocabile alle scelte tem atich e: il person aggio, n el qu ale M. Gü tsch ow propon eva su solide basi di ricon oscere l’im peratore m orto n el 238 494 , è protagon ista con la m oglie delle du e scen e svolte su lla fron te, con lo sfon do n obilitan te di u n parapetasm a, la dextraru m iu n ctio, a destra, alla presen za di Giu n on e Pron u ba e u n piccolo erote, forse il pu er m atrin u s et patrin u s, e la più articolata rappresen tazion e del sacrificio di rin graziam en to per u n a vittoria, presu m ibilm en te appu n to qu ella di Balbin o su Massim in o il Trace, ch e occu pa gran parte dello spazio fron tale: qu i la Vittoria sta pon en do u n a coron a di alloro su l capo dell’im peratore, m en tre qu esti sacrifica su u n alto tripode alla presen za della au stera con iu ge e del dio Marte 495 . La m edesim a coppia, segn ata an cora da forti caratterizzazion i som atich e del volto, è riproposta a tu tto ton do, in posizion e sem irecu m ben te, su l coperch io a klin e, a posto su lla cassa 496 . Pu ò essere u n a su ggestion e forte, in relazion e alla possibile esisten za di u n m on u m en to im - periale n ell’area 497 , il legam e, forse n on privo di sign ificato iden tificativo, con u n a n otizia tram an data dallo storico Sparzian o, secon do la qu ale Geta, assassin ato n el 212, “in latu s est m aioru m sepu lchro, hoc est S everi, qu od est in Appia via eu n tibu s ad portam dextra, specie S eptizodii extru ctu m , qu od sibi ille vivu s orn averat”498 , specifican do, qu in di, an ch e la con figu razion e m on u m en tale dell’edificio, ispirata al S eptizodiu m , il palazzo dei Severi su l Palatin o 499 . In tale ottica sem bra assu m ere u n valore più specifico an ch e il rin ven im en to, n ella catacom ba di Pretestato, di alm en o qu attro iscrizion i con dedica a im peratori della din astia dei Severi, di cu i talora è stato verificato il reim piego per la ch iu su ra di locu li 500 (figg. 77-78); u n a forte tradizion e, poi, reiterata n ei secoli, riech eggiava la presen za n ella zon a del sepolcro din astico: n el 1617 il du ca Giovan n an gelo Altem ps aveva collocato il corpo di S. An iceto prelevato dal cim itero di Callisto in u n a vasca di giallo an tico proven ien te dall’area del pago triopio e riten u ta il labru m qu od Alexan dri S everi im p. sepu lcru m fu it 501 . La decorazion e del sarcofago con caccia al leon e (fig. 75), attribu ibile forse alla stessa officin a del m an u fatto im periale, m a forse di qu alch e tem po posteriore 502 , risolve, in vece, in spu n ti te- 493 Sarcofago di Balbin o - Cassa: alt. 1,17; largh . 2,32; prof. 1,31 m . Klin e: alt. 0,83; largh . 2,32; prof. 1,17 m . Sarcofago della caccia - Cassa: alt. 1,24; largh . 2,61; prof. 1,12 m . Coperch io: alt. 0,57; largh . 2,67; prof. 1,12 m . 494 L’iden tificazion e con u n person aggio im periale m u o ve dalla presen za dello scettro con l’aqu ila, n ella m an o sin i stra della figu ra m asch ile n ella scen a di sacrificio su lla fron te del sarcofago (G ÜTSCH OW 1938, part. p. 80), m en tre in dirizza verso Balbin o il con fron to con u n a serie di tipi m on etali estrem am en te som iglian ti e con alcu n e opere scu ltoree (G ÜTSCH OW 1938, pp. 80-90, m a an ch e F E LLE TTI M AJ 1958, pp. 142-143 e J UCKE R 1966). La bibliografia su l sarcofago (PCAS i. 242) è m olto am pia; cfr., in particolare, G ÜTSCH OW 1938, pp. 77-105, tavv. 10-15; F E LLE TTI M AJ 1958, n . 36 pp. 142-143; P E LIKÁN 1965, pp. 83-84 (con u lteriori in dicazion i in ANDRE AE 1980, p. 24); K OCH - S ICH TE RMANN 1982, pp. 101-102, 256-257, fig. 100; R E INS BE RG 1985. 495 All’estrem ità sin istra della fron te è u n a figu ra fem m in ile con corn u copia traboccan te di fru tti in terpretata com e l’Abbon dan za; qu esta sem bra raccordare il filo tem atico con le rappresen tazion i dei fian ch i, a rilievo più basso e m en o cu rato, tre accom pagn atrici della sposa con offerte e su ppellettili, a sin istra, e u n su on atore di flau to con u n a dan zatrice, a destra. Per u n a descrizion e più pu n tu ale del m an u fatto cfr. soprattu tto l’an alisi m in u ziosa di G ÜTSCH OW 1938, pp. 77-105. 496 L’eccezion ale im pegn o ritrattistico si esprim e an ch e n ella differen ziazion e dei volti, più giovan i e qu asi “eroizzati” n elle scen e della fron te e appesan titi da an n i in più n elle figu razion i del coperch io: l’u om o è caratterizzato da capigliatu ra a calotta, barba colta e folte sopracciglia; la don n a, ch e la Gü tsch ow ritien e caratterizzata da tratti orien tali (vd. però F E LLE TTI M AJ 1958, p. 143), presen ta u n a capigliatu ra tipica dell’età severian a, con gran de crocch ia roton da e sch iacciata e lu n ga ciocca ch e scen de ai lati del collo, tipica delle raffigu razion i di Giu lia Mesa (F E LLE TTI M AJ 1958, pp. 142-143; la stu diosa pen sa a du e diversi esecu tori dei ritratti im periali, qu ello della klin e, affin e alla cd. testa Torlon ia – n . 134 p. 141 –, opera di u n artista più abile). 497 Cu i si è più volte gen ericam en te accen n ato: COARE LLI 1981, pp. 43-46; F IOCCH I N ICOLAI - P E RGOLA 1986, p. 349. 498 H IST. AUG . Geta, 7, 1 (pp. 532-533). Qu esto passo è apparso in con trasto con le n otizie relative alla sepoltu ra degli im peratori preceden ti n el m au soleo di Adrian o (H IST. AUG . Sev. 19, 3 e 24, 2; Carac. 9, 2; Op. Macr. 5, 2, oltre a Cassio Dion e LXXVI, 15, 4; LXXVIII, 9, 1; LXXVIII, 24, 3) e per lo più riten u to fru tto di u n a con fu sion e con il palazzo su l Palatin o. Tu ttavia, si ritien e ch e proprio la presen za del sarcofago di Balbin o a Pretestato im pon ga di ricon siderare atten tam en te il problem a. 499 In relazion e al sepolcro il term in e è stato in terpretato com e esplicativo di u n m odello arch itetton ico com posto da sette dadi sovrapposti e perciò im propriam en te con il n om e di “sepolcro di Geta” vien e in dicato u n piccolo m au soleo posizion ato su l fian co orien tale della via Appia, del tipo a corpi volu m etrici sovrapposti: CANINA 1853, p. 64; R IPOSTE LLI - M ARUCCH I 1908, pp. 60-62; COARE LLI 1981, p. 15; S PE RA 1999, p. 162 e p. 337. 500 Si tratta delle epigrafi F E RRUA 1973, n . 8 p. 67 = CIL VI 40623 con dedica a Settim io Severo, Geta e Caracalla (fig. 77), F E RRUA 1973, n . 7 pp. 66-67 = CIL VI 40624 (a Settim io Severo), F E RRUA 1973, n . 6 p. 66 = CIL VI 40658 e CIL VI 1076 con dedica del 210 a Geta (su qu este vd. an ch e su pra, n . 153 p. 23). 501 L ANCIANI 1989-2002, I, p. 15; su l m an u fatto, tu ttora con servato n ella ch iesa di S. An iceto a Palazzo Altem ps, AMBRO GI 1995, n . AII18 p. 100 e D E ANGE LIS D ’O SSAT 2002, pp. 228229. Cfr., in vece, su pra, pp. 3-4 su lla valen za topografica della defin izion e “cim itero di Callisto” n el XVII secolo. 502 Se G ÜTSCH OW 1938, pp. 74-75 preferiva u n a cron ologia agli an n i 220-230, le su ccessive revision i ten don o ad in qu adrarn e la produ zion e tra il 260 e il 270 (cfr. soprattu tto AN DRE AE 1980, n . 86 p. 160, tavv. 23, 1; 28, 1-7; 29, 1-6; 30, 12; 31, 3-4; 115, 5; 122, 1 e K OCH - S ICH TE RMANN 1982, p. 94). Si ritien e, tu ttavia, ch e potrebbe essere più appropriata u n a datazion e ch e n on su peri la m età del III secolo. 84 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 73 – Len ós m on u m en tale con leon i (Arch ivio PCAS). Fig. 74 – Sarcofago “dell’arch itetto” (Arch ivio PCAS). CAPITOLO 3 - LA NE CROPOLI S UB DIVO Fig. 75 – Sarcofago di Balbin o (Arch ivio PCAS). Fig. 76 – Sarcofago “della caccia” (Arch ivio PCAS). 85 86 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 77 – Iscrizion e con dedica a Settim io Severo, Geta e Caracalla CIL VI 40623 (Arch ivio PCAS). Fig. 78 – Iscrizion e con dedica ai Severi del 188 J OSI 1935, n . 2 (Arch ivio PCAS). CAPITOLO 3 - LA NE CROPOLI S UB DIVO m atici “n eu tri, m a com u n qu e rivolti all’eroizzazion e del defu n to, n on si pu ò esclu dere u n altro im peratore o u n m em bro della fam iglia im periale 503 , l’in ten to au torappresen tativo: la scen a della caccia è resa en tro u n fregio con tin u o con articolazion e ritm ata e vibran te, ch e sovrappon e pian i di figu re in accen tu ato m ovim en to, cacciatori talora a cavallo, servi in tu n ich e corte, can i e fiere; lo svolgim en to del tem a è n obilitato dalla presen za della person ificazion e della Virtu s e dei du e Dioscu ri, vestiti solo con il polos e reggen ti il cavallo, posti sim m etricam en te alle estrem ità della fron te 504 . Il pertin en te coperch io ad alzata 505 propon e, tra m asch ere an golari e tabu la secu riclata an epigrafe cen trale, più pacate appen dici tem atich e, u n corteo di person aggi arm ati con u n arco alle spalle, a sin istra, e gli stessi, su llo sfon do di alberi accan to ad u n tem pietto, in u n a probabile scen a di sacrificio, a destra 506 . Man u fatti preziosi, u lteriorm en te in dicativi di con testi di prestigio 507 , son o an ch e la len ós ad altorilievo con cen tau ri m arin i e n ereidi 508 e la cassa decorata su qu attro lati con thiasos di fan ciu lli cu i partecipa an ch e il defu n to-bam bin o, provvista 503 Pu r essen do solo u n can ale in terpretativo degn o di u lteriori approfon dim en ti, va rilevato ch e l’abbin am en to del tem a della caccia, rappresen tato m egalograficam en te, con qu ello della Virtu s si presterebbe particolarm en te ad u n a sepoltu ra im periale. Su l sign ificato ideologico-cu ltu rale della Virtu s vd. CALDE RINI 1936; E ISE NH UT 1973; W. E ISE NH UT, s.v. Virtu s, RE Su ppl. XIV, Mü n ch en 1974, cc. 896-910. Su l sim bolism o della caccia n el m on do fu n erario, qu ale espression e poten ziata delle virtù del defu n to, an cora su ggestive le n ote di CUMONT 1942, pp. 436-456. 504 G ÜTSCH OW 1938, pp. 66-77, tavv. 6-9 e M E LUCCO VACCARO 1966, pp. 15-16, n . 4, tav. IV per u n approfon dim en to descrittivo del pezzo (PCAS i. 184). Su l m an u fatto si veda an ch e P E LIKÁN 1965, pp. 80-81, M E LUCCO VACCARO 1966, pp. 1516, n . 4, tav. 4 e T URCAN 1966, pp. 279, 360. 505 La coeren za dei pezzi è garan tita dal perfetto adattam en to alla cassa, dall’iden tità del m ateriale (m arm o pen telico) e dall’asson an za tem atica, ben ch é sian o state eviden ziate differ en ze stilistich e p iù p r ob a b ilm en te giu stifica b ili con l’in terven to di m an i diverse della m edesim a officin a. 506 Cfr. in particolare G ÜTSCH OW 1938, pp. 75-77 e M E LUCCO VACCARO 1966, p. 16 (oltre ad ANDRE AE 1980, n . 86 p. 160). 507 Non si pu ò esclu dere, n atu ralm en te, ch e alcu n i di qu esti sarcofagi fossero collocati n ei m edesim i m au solei. 508 G ÜTSCH OW 1938, pp. 57-65, tav. 45 (PCAS i. 286). La cron ologia del pezzo è stata piu ttosto dibattu ta: la Gü tsch ow propon eva, in base a valu tazion i di ordin e stilistico, u n a datazion e alla fin e del II secolo, spostata da R UMPF 1939, p. 34 al terzo qu arto del III secolo. 509 Un o stu dio recen te del m an u fatto (PCAS i. 145; G ÜTSCH OW 1938, pp. 142-148, tavv. 24-28; K OCH - S ICH TE RMANN 1982, pp. 426, 428, 430, 459), segu ito ad u n in terven to di restau ro, si deve a C. Salvetti (in S ALVE TTI - M AZZE I 2000, pp. 219-232), cu i si rim an da per l’an alisi e la lettu ra icon ografica dell’opera e per i problem i di in qu adram en to e di cron ologia. Cfr. an ch e S CH AUE NBURG 1995, n . 158 p. 101, tav. 61, 3; K RANZ 1999, pp. 91 e 103. 510 Ben ch é scoperto gen ericam en te “in u n a galleria del II pian o” è più ch e logica l’osservazion e di C. Salvetti ch e n e preferisce l’attribu zion e al sopratterra (in S ALVE TTI - M AZZE I 2000, p. 221 e n . 12). 87 di coperch io a letto triclin are fin em en te orn ato 509 . Qu esto sarcofago, più degli altri costitu en ti il qu adro dei reperti assegn abili alla ricca n ecropoli su bdiale del III secolo 510 , ricon ferm a il legam e, già ipotizzato per il secolo preceden te 511 , con u n probabile cen tro di lavorazion e di prodotti attici operan te n ella zon a; l’opera, in più , rich iam a direttam en te l’abilità tecn ica, capace di u n forte colorism o, con n otan te la person alità artistica del cd. “Maestro di Pretestato”, alla qu ale An ton io Giu lian o riferisce an ch e i resti della cassa con le scen e del ciclo di Ach ille, ch e con divide, qu in di, con il sarcofago “degli am orin i” la datazion e n el secon do qu arto del III secolo 512 . Per u n a ricorren za, su alcu n i resti di casse strigilate 513 , del m otivo a colon n in e addossate ad u n a parete sem icircolare decorata a riqu adri, an ch e M. Gü tsch ow in tu iva la possibilità ch e n el III secolo u n ’officin a di m arm orari su lla via Appia fosse particolarm en te attiva e avesse tratto tale m otivo pecu liare da u n edificio sepolcrale a tem pietto realm en te esisten te n ella valle della Caffarella 514 . Non solo l’eccezion ale presen za di sarcofagi e la loro m on u m en talità delin ean o il carattere estre- 511 S u pra, p. 22. Su qu esto sarcofago vd. già su pra, n . 509. Cfr. an ch e S ALVE TTI , in S ALVE TTI - M AZZE I 2000, p. 232 e n . 40 per il qu adro bibliografico con le varie proposte di in qu adram en to del sarcofago “degli am orin i”. 513 Ad esem pio i pezzi PCAS i. 417 e 421. 514 G ÜTSCH OW 1938, p. 134. I fram m en ti del Mu seo di Pretestato sem bran o in qu adrabili in torn o alla m età del III secolo, an ch e in base a con fron ti (K ASCH NITZ W E INBE RG 1936, p. 225, n . 511, tav. 86; cfr. CAGIANO DE AZE VE DO 1951, p. 102 e n . 242). Apparten evan o con ogn i probabilità ai con testi su bdiali di III secolo an ch e du e sarcofagi al m u seo di Palazzo Corsin i, u n o con pu tti su carri e u n o strigilato con m an dorla cen trale e bu on pastore e pan n elli laterali con defu n ti in atteggiam en to in tellettu ale (per il prim o D E L UCA 1976, pp. 114-115, tav. 95 e S CH AUE NBURG 1995, n . 107 p. 86, tav. 40, 4; D E L UCA 1976, pp. 111-113, B OVINI 1949 n . 58, pp. 287-288 e Repertoriu m , n . 945 pp. 393-394, tav. 151; qu esti ven n ero scoperti n el 1732 “presso S. Urban o”: in fra, p. 328. Cfr. L UPI 1734, pp. 57-58), la pregiata len ós portata al Mu seo Lateran en se (G ÜTSCH OW 1938, pp. 149-152, con datazion e in torn o al 250) con defu n to-filosofo e altri du e m an u fatti degn i di n ota, riu tilizzati per sepolcri posteriori, la celebre qu an to discu ssa lastra di Elia Afan acia (PCAS i. 273) con la probabile scen a pagan a di u n a fu stigatio in occasion e dei lu percalia (vd., per u n a sin tesi delle problem atich e in terpretative, dalle prim e lettu re forzatam en te cristian e alle u ltim e più coeren ti proposte, soprattu tto S OLIN B RANDE NBURG 1980, K OCH - S ICH TE RMANN 1982, pp. 72, 76, 115, 126, 613 e R. G IULIANI , in Au rea Rom a 2000, pp. 594-595, cu i si rim an da an ch e per il qu adro bibliografico com pleto; l’alzata di coperch io, già ritagliata n el m arm o di u n arch itrave, sem brerebbe essere stata solo su ccessivam en te in teressata dall’iscrizion e ICUR V 13974, forse in rapporto al reim piego per la ch iu su ra di u n locu lo) ed il sarcofago di tardo III secolo con eroti a caccia e coperch io a klin e con figu ra acefala distesa, riu tilizzato – e an cora in globato n ell’opera cem en tizia – n ell’arcosolio del presbitero Lu cen zio in u n cu bicolo della catacom ba (Ak; in fra, p. 206. Su l m an u fatto G ÜTSCH OW 1938, p. 129, tav. 37, 3-4 e ANDRE AE 1980, n . 89 pp. 160-161, tav. 75, 7-8. La pertin en za dei du e elem en ti pu ò essere sign ificativa per u n a proven ien za del pezzo dal m edesim o com plesso). 512 88 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO m am en te elitario del cim itero di su perficie du ran te il III secolo. Nell’am bito di qu esta stessa categoria di m an u fatti, u n elem en to in dicativo, da valorizzare in tale ottica, si ritien e vada ricon osciu to n ell’alta percen tu ale di rappresen tazion i ritrattistich e tra le figu razion i di defu n ti, per lo più , si è detto, in serite en tro u n clipeo cen trale o su llo sfon do di u n parapetasm a 515 : n el qu adro com pleto dei sarcofagi ch e recan o l’im m agin e del defu n to, qu asi il 60%, qu in di in con troten den za con le attestazion i dalle n ecropoli paleocristian e in cu i prevalgon o le rappresen tazion i con volti solam en te sbozzati 516 , presen tan o u n a con n otazion e realistica e particolareggiata dei visi, segn o, è logico, di opere appositam en te com m ission ate ed elaborate n ei dettagli da abili m aestran ze 517 . La docu m en tazion e dispon ibile in du ce, però, a con siderare più ch e logica, per lo stesso periodo, an ch e la con tin u ità d’u so di aree a più m odesto u tilizzo; in fatti, tra le iscrizion i riferite con m aggiore atten dibilità al cim itero all’aperto 518 , alcu n e, sia tabu lae e tabelle ch e stele 519 , si adattan o m eglio ad u n in qu adram en to cron ologico n el III secolo 520 , garan ten do, qu in di, u n a reiterazion e sostan zialm en te in variata delle form e di occu pazion e sepolcrale, segn ata da costru zion i private per gru ppi di fru itori e tom be sin gole all’aperto 521 , ch iaram en te con u n in tu ibile adattam en to alle ten den ze gen erali di trasform azion e del m on do fu - 515 S u pra, p. 81 e n n . 475-476. Son o più rari i casi di au torappresen tazion i a figu ra in tera, con pose e attribu ti filosofici. 516 Su lle problem atich e con n esse ai ritratti sbozzati T UR CAN 1966 pp. 99-101; G ÜTSCH OW 1938, p. 141; E NGE MANN 1973, pp. 76-77; ANDRE AE 1984. 517 Con sideran do il repertorio gen erale dei sarcofagi con sicu re rappresen tazion i di defu n ti, ch e com pren de, qu in di, an ch e alcu n e opere di IV secolo, si n otan o 13 sarcofagi con volti sbozzati (PCAS i. 3, 4, 6, 9, 10, 13, 802, 807, 808, 820, 833), du e però (PCAS i. 698, 724) forse n on fin iti, e 18 con veri ritratti, di cu i 14 attribu iti all’arco del III secolo (PCAS i. 7, 12, 44, 96, 244, 244a, 276, 352, 356, 803, 811, 821, 905, 970). Non è stato possibile trovare con ferm a all’in form azion e di K RANZ 1984, secon do cu i il n . 160 del catalogo, corrispon den te al pezzo i. 905, sarebbe proven ien te dall’area della catacom ba della San ta Croce; R AMIE RI 1982, p. 231 lo ritien e in fatti di in certa proven ien za. Tra qu esti an drebbe in effetti con siderato an ch e il sarcofago di Balbin o (su pra, p. 83) e qu attro riferiti al IV secolo (PCAS i. 233, 810, 813, 823). Per l’an alisi di alcu n i ritratti vd. R AMIE RI 1982 e S ALVE TTI 1982. Su lle problem atich e con n esse alle form e di au torappresen tazion e n ell’an tich ità si con fron tin o i diversi con tribu ti con ten u ti in M OLIN 2001 e, in particolare, G ALINIÉ R 2001. 518 Su qu esto gru ppo di epigrafi vd. su pra, p. 23 n . 154. 519 F E RRUA 1973, n . 12 pp. 69-70, n . 50 p. 86 (tabu la secu riclata), n . 54 p. 87, n . 71 p. 91, n . 85 pp. 94-95 (cippo), n . 91 p. 96 (cippo) – su lla possibilità ch e alcu n e di qu este iscrizion i con ten gan o dei tim idi in dizi di cristian esim o cfr. in fra –. 520 Vd. su pra, n . 150 p. 22 su i criteri di in qu adram en to cron ologico, basati per lo più su valu tazion i di tipo paleografico. 521 S u pra, pp. 25-26. 522 Su l tem a esiste u n ’abbon dan te bibliografia. Si vedan o, n erario, ch e tra II e III secolo vive il progressivo passaggio dall’in cin erazion e all’in u m azion e 522 . Le prospettive di restitu zion e pu n tu ale dei caratteri esten sivi e con figu rativi dell’in sediam en to su b divo restan o, tu ttavia, m olto lim itate; la distribu zion e dei rin ven im en ti ben docu m en tabili 523 sem bra riproporre, si è visto, an ch e per il III secolo, l’idea di u n a più eviden te con cen trazion e di presen ze n el settore occiden tale, e particolarm en te n ella fascia su d-ovest, del sito in teressato dalla rete cim iteriale ipogea 524 (fig. 15); va rich iam ata, in particolare, u n ’in form azion e derivata dalle relazion i di scavo, secon do la qu ale proprio attraverso il lu cern ario O3 delle region i B/PE era precipitato il sarcofago “dell’arch itetto”, attribu ito all’u ltim o terzo del III secolo 525 . Si è pu re con siderato ch e n ell’im pian to di tale cim itero svolse certo u n ru olo attrattivo e direzion ale il tracciato viario trasversale all’Appia, orien tato verso su d-est e da talu n i iden tificato con la via Asin aria 526 , ch e, si ritien e, n el tratto prossim o alla via prin cipale poteva segu ire u n an dam en to grosso m odo coin ciden te con l’odiern a Appia Pign atelli, devian te appen a verso n ord n ell’area sopra la catacom ba di Pretestato 527 . Proprio lu n go tale strada, sotto il m u ro di cin ta della proprietà con fin an te a est con il terren o della San ta Sede e a 40 m dall’in crocio con l’Appia, si con servan o resti di u n a costru zion e di in particolare, gli an cora u tili stu di di N OCK 1932 e T URCAN 1958; in oltre, AUDIN 1960, T OYNBE E 1971, pp. 33-42 e i vari con tribu ti raccolti n el volu m e In cin ération s et in h u m ation s 1992 (soprattu tto, per Rom a, TAGLIE TTI 1992), cu i si aggiu n gan o le riflession i più recen ti di S TE INBY 2001 e TAGLIE TTI 2001. 523 Qu an titativam en te scarsi, si è visto, rispetto alla m ole di m ateriali ricollegabili all’area su b divo (n on solo m arm i, m a an ch e in ton aci e m osaici fram m en tari, elem en ti fittili), scoperti n egli am bien ti sotterran ei: su pra, pp. 22-23. 524 Cfr. già su pra, pp. 23-25 per u n esam e gen erale dei m ateriali pertin en ti ai con testi su bdiali di II-III secolo n ell’ottica di u n ’ipotesi di localizzazion e della n ecropoli. 525 Vd. su pra, p. 23 n . 160 su i dati pertin en ti alla scoperta e su pra, p. 82 su l m an u fatto. 526 La via è attestata soprattu tto da u n passo di Festo (356L), ch e ricorda gli orti in fra viam Ardeatin am et Asin ariam u squ e ad Latin am , dall’elen co delle vie n el posteriore dei du e breviaria an n essi in appen dice ai catalogh i region ari (VZ I, pp. 160, 187, 190) e da alcu n i riferim en ti di Procopio (bell. Goth. 5, 14, 14; 7, 20, 4; 7, 20, 14-15); n el tratto più prossim o alle Mu ra Au relian e si pu ò riten ere ch e il tracciato, dopo l’in tersezion e con la via Latin a, attraversasse la valle della Caffarella per in crociare l’Appia grosso m odo proprio in corrispon den za dell’odiern o bivio costitu ito da qu esta strada e dall’Appia Pign atelli (per u n a restitu zion e com plessiva del qu adro docu m en tario e delle difficoltà in terpretative si veda M ARI 2001). 527 S u pra, pp. 11, 23-25 e in fra, pp. 247, 296, 327; si ricordi ch e l’an tich ità dell’Appia Pign atelli è su pposta an ch e dal de Rossi proprio su lla base dei resti di u n sepolcreto lu n go le crepidin i (D E R OSSI 1863a, p. 1; in oltre D E R OSSI 1864-77, I, p. 246). La leggera deviazion e va su pposta proprio su lla base dell’edificio ch e vien e esam in ato. CAPITOLO 3 - LA NE CROPOLI S UB DIVO pian ta qu adran golare, m eglio an alizzati du ran te u n son daggio con dotto n el 1996 528 (figg. 79-82). Le stru ttu re, in opera laterizia m olto cu rata, em ergen ti an cora per ca. 0,80 m dal pian o di spiccato 529 , profilan o l’an golo su d-ovest, valorizzato da u n a parasta in m atton i rossi, di u n m on u m en to orien tato in sen so su d-ovest / n ord-est, con u n prolu n gam en to per ca. 5 m del fian co (fig. 79, B). In fase con la creazion e dei m u ri perim etrali ven n ero previste form ae solo in parte docu m en tate (T1T3), di cu i qu ella m eglio con servata (T1) m ostra risegh e laterizie per l’appoggio di ch iu su re della cassa a più pian i sovrapposti; lo stesso sepolcro era stato rivestito da u n o spesso strato di in ton aco bian co con bordatu re rosse (fig. 82). È m olto probabile ch e tali organ ism i si elevassero, al di sopra dei pian i pavim en tali, con u n o svilu ppo ad arcosolio, secon do le più diffu se ten den ze tipologich e delle cam ere sepolcrali con tom be a in u m azion e. An ch e l’in tern o del van o, di cu i è du bbia l’articolazion e com pleta 530 , doveva essere in teressato da fosse terragn e; di u n a sola form a (T4), si ricava la sagom a parallela alle T2-T3, delim itata da m u retti in opera listata addossati ai m u ri in m atton i e qu in di su ccessivi all’im pian to origin ario dell’edificio. Il m au soleo pu ò con ogn i probabilità arricch ire il qu adro della n ecropoli di su perficie du ran te il III secolo; ai prim issim i decen n i di qu esto, in fatti, le caratteristich e tecn ich e della stru ttu ra laterizia e l’adozion e di m ateriale bicrom atico per la valorizzazion e arch itetton ica delle su perfici estern e in du con o a riferire con m aggiore precision e il m on u m en to 531 , in teressato, tu ttavia, da u n ’attività di distru zion e e spoliazion e radicale al pu n to da can cellare segn i u lteriorm en te in dicativi di u n qu alsiasi u tilizzo. Se l’im pian to e i prim i svilu ppi del cim itero sotterran eo forn iscon o ben e la m isu ra di u n a pre- 528 S PE RA 1999, p. 197 (UT 328). Un a relazion e su tali lavori con rilievo topografico-m on u m en tale e descrizion e delle stru ttu re è depositata presso l’Arch ivio della PCAS, s.c. 529 La cortin a è estrem am en te cu rata, com posta da m atton i n u ovi e om ogen ei (alt. 2,5 cm ; lu n gh . 15/23 cm ), con giu n ti di m alta alti 1,2 cm (Mod. 5 x 5 = 19 cm ). 530 Vd. in fra, p. 296 su lla possibilità di ricon oscere tali stru ttu re, traen do qu in di alcu n i poten ziali “su ggerim en ti ricostru ttivi”, n ella problem atica pian ta di fra’ Giocon do. 531 Cfr., su tale filon e edilizio, L UGLI 1957, pp. 576-577 e 608-615, T OYNBE E 1971, pp. 132-143, ADAM 1984, pp. 160-163 e VON H E SBE RG 1994, pp. 209-230 (K AMME RE R G ROTH AUS 1974, p. 199); cfr., però, an ch e su pra, p. 75 n . 444. Va an ch e an n otato ch e all’estern o il m u ro B presen tava u n a rien tran za, con probabile effetto di m odan atu ra, a 33 cm dal pian o di elevato (u n esem pio an alogo di profilatu ra estern a con u n a progression e rien tran te di pian i va ricon osciu to in u n edificio sostan zialm en te coevo, la cam era ch e em ergeva in su perficie del cd. ipogeo degli Au reli a viale Man zon i: B E NDINE LLI 1922, pp. 293294 e fig. 2). 89 sen za cristian a im portan te n el sito forse già alla fin e del II secolo, m a certam en te dai prim i decen n i del su ccessivo 532 , per la n ecropoli su b divo è ch iaram en te più difficile ricostru ire le din am ich e da u n a parte di u n a in tu ibile, progressiva im m ission e di elem en ti cristian i n el tessu to fu n erario già in form azion e, dall’altra della defin izion e di u n sepolcreto propriam en te collettivo, con lim iti e u n a con figu razion e ben ricon oscibili. In tan to, n on si pu ò esclu dere ch e m an u fatti di pregio n on con n otati o con rich iam i espliciti alla cu ltu ra pagan a fossero u tilizzati da person aggi con vertiti al cristian esim o, soprattu tto in assen za di u n repertorio n on troppo m atu ro di produ zion i “specifich e” dal qu ale attin gere; la stessa catacom ba di Pretestato, tra l’altro, offre alcu n i esem pi sign ificativi, verificabili in situ n ella collocazion e origin aria, dell’adozion e priva di rem ore, e forse espression e di u n a com m itten za di u n certo rilievo, di m an u fatti ispirati al m odo cu ltu rale “n on cristian o”: n el braccio A5/Ao5 su lla spelu n ca m agn a si con serva il sarcofago con rappresen tazion i dion isiach e di Dem eter, datato in torn o alla m età del III secolo 533 ; n el van o PT1, alla fin e dello stesso, era stata posta la cassa con scen e del m ito di E ros e Psych e, ch iu sa con u n coperch io ad alzata su l qu ale si su ssegu on o qu adretti bu colici 534 ; an cora, n ei prim issim i an n i del IV secolo, n el cu bicolo ADa ven n ero adottati, per la sepoltu ra di du e fan ciu lli aristocratici, m an u fatti privi di alcu n riferim en to “ideologico” al cristian esim o, u n thiasos m arin o, im m agin i di ban ch etto e di lotta per il sarcofago di Cu rtia Catian a 535 , raffigu razion e del defu n to-filosofo, eroti con fiaccole e teoria di an im ali m arin i per qu ello di Flaviu s In steiu s 536 . In poch i docu m en ti epigrafici con alqu an ta probabilità dal cim itero su bdiale si posson o recu perare precocem en te alcu n i di qu ei tim idi e in certi segn ali con n otan ti la “preistoria” di u n ’epigrafia esplicitam en te cristian a 537 . Soprattu tto il cip- 532 S u pra, pp. 65-77 per l’u tilizzo sepolcrale della cistern a, la cd. “spelu n ca m agn a”, n ella region e cen trale e su pra, pp. 3346 e 58-63 per l’in stallazion e degli ipogei del gru ppo G e F. 533 In fra, p. 123 (G ÜTSCH OW 1938, pp. 110-113, tav. 17 e M ATZ 1968-75, n . 299 p. 478, tavv. 316, 1-3; 317 su l m an u fatto e ICUR V 14178 per l’iscrizion e. Si vedrà ch e, proprio per la carica espressiva della decorazion e, si è pen sato alla possibilità di u n riu tilizzo, m a il pezzo è in perfetta sin cron ia con il con testo). 534 In fra, p. 140 (G ÜTSCH OW 1938, pp. 128-129, p. 142, tav. 18). 535 In fra, pp. 126, 128 (G ÜTSCH OW 1938, p. 206, fig. 4; Repertoriu m , n . 557 p. 230, tav. 85; per l’iscrizion e ICUR V 14155). 536 In fra, pp. 126, 128-129 (Repertoriu m , n . 564 p. 234, tav. 87; per l’iscrizion e ICUR V 14274). Tra l’altro dal corridoio A1/AD1 di accesso allo stesso cu bicolo ADa proven gon o du e sarcofagi in fan tili del tipo “n eu tro” con colon n in e an golari: in fra, p. 125 (figg. 118-119). 537 E ssen zialm en te CARLE TTI 1997, pp. 144-145. 90 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 79 – Mau soleo lu n go l’Appia Pign atelli: plan im etria (Arch ivio PCAS). CAPITOLO 3 Fig. 80 – Mau soleo lu n go l’Appia Pignatelli: resti del settore angolare sud-est. Fig. 81 – Mau soleo lu n go l’Appia Pign atelli: particolare della m u ratu ra dall’estern o. Fig. 82 – Mau soleo lu n go l’Appia Pign atelli: parete in tern a di u n sepolcro con resti di in ton aco. - LA NE CROPOLI S UB DIVO 91 92 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO po di Otacilia Fortu n ata, scoperto in u n a fran a della galleria IL1 538 e attribu ito da A. Ferru a alla prim a m età del III secolo, con dedica alla defu n ta da parte del m arito Valeriu s Fortu n atu s, sen za l’in dicazion e dell’età vissu ta, m a con qu ella relativa alla du rata del m atrim on io (cu m qu a vixit an n (os) XX), “h a in sin u ato l’idea ch e si tratti di u n o di qu egli arcaici epitaffi cristian i su cippo, di cu i abbiam o alcu n i esem pi soprattu tto su i cim iteri di S. E rm ete e Vatican o”539 ; l’epigrafe è, in fatti, corredata in basso dall’elem en to figu rativo dell’án cora, pecu liare, è n oto, delle prim issim e attestazion i epigrafich e riten u te pertin en ti a m em bri della com u n ità 540 , m a con serva u n form u lario “com u n e”, n on con n otato, an ch e con la tipica in dicazion e delle dim en sion i dello spazio sepolcrale, in fr(on te) p(edes) VI, in ag(ro) p(edes) III, m isu re adatte ad u n a sem plice fossa terragn a (fig. 83). Al m edesim o settore del sepolcreto, con tom be sin gole all’aperto in dicate da stele o altri segn acoli, poteva con bu on a probabilità apparten ere u n piccolo cippo, riu tilizzato com e ch iu su ra di u n locu lo n ell’am bu lacro F15/F16, ch e riporta in lin gu a greca u n a dedica alla m oglie defu n ta ^Amar¥nth ( E„rhnaŒoj tÜ kur…v … sumb…J ^Amar¥ntV), ch iu den dosi con la con su eta form u la pagan a mnËmhj c¥rin, ed è valorizzato, in alto, da u n piccolo riqu adro, con su perficie appen a ribassata, con ten en te tre im m agin i-sim bolo in sign ificativa associazion e, l’án cora, il pesce e u n volatile con ram oscello n el becco 541 (fig. 84). Form e più aperte di au todefin izion e cristian a an drebbero, ovviam en te, ricon osciu te in qu el gru ppo di m an u fatti di III secolo, allestiti n el Mu seo cristian o, con tem i pecu liari, ben ch é per n essu n o 538 F E RRUA 1973, n . 85 pp. 94-95. Su l rin ven im en to vd. già su pra, n . 155 p. 23. 539 F E RRUA 1973, p. 95. 540 In particolare n el sepolcreto della “piazzola” sotto San Sebastian o il bin om io pesce-án cora, in cu i si riassu m e l’apparato figu rativo di iscrizion i dai form u lari “n eu tri”, è stato riten u to il segn o distin tivo di alcu n i fru itori cristian i: S OLIN 1977, pp. 90-91; CARLE TTI 1997, pp. 144-145. Cfr. an ch e F IOCCH I N ICOLAI 2001, p. 8. 541 ICUR V 14982; su l reim piego della piccola lastra (0,48 x 0,26 m ) n ella galleria F15/F16 vd. in fra, p. 153. Il m an u fatto è valorizzato in tal sen so an ch e da F É VRIE R 1960, pp. 6061 e da F IOCCH I N ICOLAI 2001, p. 8, fig. 2. Su l valore con n otativo delle im m agin i del pesce e dell’án cora vd. già su pra, p. 54; la presen za di colom be con ram i di u livo è pu re attestata n elle più an tich e iscrizion i cristian e (CARLE TTI 1997, p. 147). Va detto ch e la valorizzazion e di qu esti m an u fatti in sen so cristian o, pu r con sideran do le cau tele ch e derivan o da u n u so ben docu m en tato del pesce e dell’án cora n ella gen erale epigrafia di II-III secolo (CARLE TTI 1997, p. 147), vien e su pportata dalla n atu ra del con testo, ch e in evitabilm en te dovette avere, già tra la fin e del II e gli in izi del III secolo, u n a forte presen za cristian a an ch e in su perficie. 542 Repertoriu m , n . 594 p. 242, tav. 90 (PCAS i. 890), F E R RUA 1962, pp. 24-26 (PCAS i. 886) e p. 47, fig. 28 (PCAS i. 889), W ILPE RT 1929-36, II, p. 219, tav. 193, 5 e tav. 174, 4 di qu esti sia docu m en tabile con certezza u n a collocazion e n ell’area su b divo; le im m agin i più “specifich e” in qu esta serie di reperti, ch e si in qu adran o per lo più n ella secon da m età – e spesso più precisam en te n egli u ltim i decen n i – del III secolo, son o costitu ite da scen e del ciclo di Gion a, di frequ en te su alzate di coperch i 542 , e da alcu n e figu re isolate di pastori criofori, gen eralm en te valorizzate com e allu sion i cristologich e 543 . Ma u n a presen za cristian a ben organ izzata n ell’area di su perficie em erge in m isu ra in equ ivocabile dalla con siderazion e ch e, ovviam en te prim a della pace costan tin ian a, qu attro dei n ove m artiri sepolti a Pretestato, Tibu rzio, Valerian o e Massim o e Zen on e, eran o stati deposti in qu esta n ecropoli, dove i san tu ari svilu ppatisi su i sepolcri origin ari son o ch iaram en te in dicati dalle fon ti altom edievali 544 . Alm en o per il settore soprastan te i prim i im pian ti ipogei G e F si è riten u to di poter defin ire ben e la con figu razion e dell’origin ario in sediam en to collettivo su bdiale. Un o scavo del 1931, in iziato du ran te i lavori per la costru zion e del Mu seo cristian o 545 , aveva, in fatti, portato alla lu ce u n a stru ttu ra di pian ta qu adran golare, su bito in terrata e docu m en tata da essen ziali resocon ti m an oscritti, da u n a serie di fotografie (figg. 282-297) e da u n rilievo sch em atico (figg. 85, 280; tav. I) 546 ; m u ri in opera listata com pon evan o il profilo rettan golare di u n edificio di 39 x 31 m , orien tato in sen so su d/n ord, eviden ziato per gran parte del su o perim etro e con u n u n ico settore n on esam in ato m a facilm en te ricostru ibile a su d-ovest, dove l’in gom bro costitu ito dall’atrio del Mu seo classico con (PCAS i. 888, 887). L’alzata con tabu la cen trale, Gion a disteso sotto la pergola a sin istra e u n a scen a di ban ch etto a destra (Repertoriu m , n . 591 p. 241, tav. 90; K OCH 2000, pp. 24, 75, 243) ven n e recu perata dallo sm an tellam en to di u n m u ro ch e bloccava la galleria AB10 (J OSI 1936, p. 214; su tale stru ttu ra vd. in fra, p. 315 e fig. 327). 543 Repertoriu m , n . 592 p. 241, tav. 90 (PCAS i. 737), n . 572 p. 236, tav. 88 (PCAS i. 761) e n . 561 p. 233, tav. 86 (PCAS i. 723). Tali raffigu razion i risu ltan o di u n a valen za alqu an to forte rispetto alle n u m erose scen e bu colich e di gen ere ricorren ti su n u m erosi sarcofagi fram m en tari del Mu seo cristian o, distribu iti per l’in tero arco del III secolo (ad esem pio, PCAS i. 732-734, 753-755 (W ILPE RT 1929-36, II, p. 4, tav. 277, 2), 757, 765, 777 (W ILPE RT 1929-36, I, tav. 55, 1), 726, 771 (W ILPE RT 1929-36, II, tav. 67, 1), 766, 763, 794. Da rivedere, m olto probabilm en te, an ch e per la cron ologia, du e resti m arm orei con im m agin i di viaggio (PCAS i. 946, 947), in terpretate com e la scen a della catech esi di Filippo (W ILPE RT 1929-36, I, p. 29 e 31, tav. 23, 1-2 e p. 25). 544 Vd. l’approfon dim en to dei tem i agiografici in fra, p. 190 n n . 1238-1239 e i problem i con n essi ad u n a possibilità di iden tificazion e di qu esti san tu ari in fra, pp. 301-306. 545 In fra, p. 332. 546 Per u n a illu strazion e dettagliata delle stru ttu re em erse da tali in dagin i si veda in fra, pp. 272-287. CAPITOLO 3 - LA NE CROPOLI S UB DIVO Fig. 83 – Cippo di Otacilia Fortu n ata (Arch ivio PCAS). Fig. 84 – Stele ICUR V 14982. 93 94 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 85 – Stralcio rielaborato della plan im etria di F. Forn ari con sovrapposizion e delle em ergen ze su bdiali agli am bien ti ipogei e visu alizzazion e delle stru ttu re cem en tizie n ei sotterran ei. CAPITOLO 3 - LA NE CROPOLI S UB DIVO 95 l’adiacen te casa del cu stode aveva im pedito il recu pero delle stru ttu re. In fase con i m u ri era stata prevista la creazion e di u n a fila pressoch é in in terrotta di form ae a più pian i, disposte con alqu an ta regolarità lu n go il settore riportato alla lu ce del lato occiden tale, per tu tto il fian co n ord e, con alcu n e discon tin u ità n el tratto più a su d, lu n go il m u ro est; l’an golo su d-est dell’organ ism o sem brerebbe in effetti l’esito di u n rifacim en to stru ttu rale, ipotesi dedu cibile n on solo dalla stessa rarefazion e dei sepolcri coeren ti con il m u ro, an n otata an ch e n el Giorn ale di scavo 547 , m a an ch e dal n otevole au m en to di spessore n ei 15 m m eridion ali del lato est (da 0,60 m ca. a 1,05 m ), ch e, tra l’altro, fu visto sovrapporsi alla can aletta di scolo corren te lu n go il fian co orien tale dell’edificio 548 , n on ch é dalla particolare con figu razion e tecn ica della cortin a in opera listata irregolare, verificabile sia n elle foto (figg. 290-292), sia n ell’u n ico tratto con servato, ch e rivela u n a eviden tissim a rifin itu ra con cava dei letti di m alta 549 (figg. 300-301). La pian ta elaborata da F. Forn ari in scala 1:200 su in dicazion i dello Josi e ripresa, con alcu n e variazion i, da F. Tolotti (fig. 2) restitu isce an ch e la sovrapposizion e di tali stru ttu re agli am bien ti sotterran ei (fig. 85; tav. I) 550 : l’edificio descritto in clu de le du e scale G e F e parte delle gallerie a qu este assiali, le qu ali presen tan o u n an dam en to pressoch é parallelo e ravvicin ato ai m u ri laterali (qu ello ovest per la G e l’orien tale per la F) 551 , il m u ro di fon do corre appen a più a n ord di ca. 2 m rispetto all’am bu lacro Go8, stan do al rilievo del Forn ari 552 , m en tre qu ello m eridion ale, scoperto solo in u n breve tratto a est, va ricostru ito, scavalcan do le traversali IM2 e IL4, grosso m odo affian cato al sottostan te asse H 5. Dopo le m olte cau tele in terpretative in attesa di u n ’edizion e esau stiva su l sopratterra, an n u n ciata m a m ai com piu ta, di E . Josi 553 , su tale edificio h a rich iam ato l’atten zion e F. Tolotti, il qu ale lo presen ta com e “u n recin to, in m u ratu ra di tu felli e m atton i, … circon dato all’in tern o da tom be terragn e m esse in fila”, da con siderare all’origin e del cim itero sotterran eo, in qu an to delim itazion e di u n ’area ad u so sepolcrale collettivo ed in ten sivo, en tro cu i eran o state program m ate le in stallazion i ipogee 554 . Tu tti gli stu di su ccessivi si allin ean o con tale lettu ra, su ggestivam en te su pportata dalle forti an alogie sch em ich e con l’“Area I” callistian a, ch e h a fatto di Pretestato u n ’altra esem plificazion e coeren te e com pleta del m odello in sediativo em ergen te n el qu adro dei cim iteri cristian i delle origin i 555 . Tu ttavia, n ella revision e gen erale del com plesso ch e si propon e in qu esta sede, la solu zion e in terpretativa delin eata rich iede u lteriori osservazion i e riflession i ed u n a ricon siderazion e dei rapporti stru ttu rali e cron ologici con la catacom ba. Nei sotterran ei u n a serie di opere m u rarie logicam en te con n esse alla costru zion e su b divo in - 547 Giorn ale di scavo 3, p. 77 (8 ottobre): “Men tre la prim a parte così scoperta n on h a ch e poch issim e form ae, la secon da parte n e con tien e u n a serie regolarm en te disposte e tu tte u gu ali.” Vd. in fra, p. 280. 548 Giorn ale di scavo 3, p. 79 (14 ottobre): “… il fogn olo … n el prim o tratto vero il Mu seo è stato in parte occu pato dalla parete irregolare estern a del m u ro A-B ch e ivi raggiu n ge u n o spessore di circa 1,00 m en tre n el resto lo spessore è di 56 cm ”. In fra, pp. 279-280. 549 Il m u ro m odern o di delim itazion e est del Mu seo cristian o, in fatti, in siste n el tratto n ord su parte della delim itazion e est dell’edificio; in fra, p. 280, an ch e su l sign ificato ch e tale ipotesi di ristru ttu razion e riveste n ella trasform azion e dell’edificio, basata su u lteriori dati. 550 Il rilievo delle stru ttu re su bdiali ven n e sovrapposto ad u n a pian ta dei sotterran ei in parte già elaborata n el 1905; il disegn o, con servato in varie copie e version i n ell’arch ivio della PCAS (in v. I Pign atelli 1, 2), ven n e edito in form a sch em atica, con le gallerie del livello su periore, da J OSI 1935, fig. 2, p. 9 (= fig. 334); cfr. poi T OLOTTI 1978, p. 160 e tav. I. Qu esta plan im etria più recen te presen ta talu n e variazion i rispetto al rilievo origin ario, ad esem pio la sem plificazion e del profilo perim etrale, sen za la serie di form ae docu m en tate dal Forn ari. 551 La galleria assiale alla scala G (G1/G3) risu lta appen a divergen te e sottopassa obliqu am en te il m u ro in corrispon den za dell’an golo n ord-ovest. 552 Si n ota proprio in rapporto a tale lato dell’edificio la più sign ificativa differen za tra il rilievo del Forn ari, logicam en te più atten dibile, e la plan im etria di T OLOTTI 1978, esegu ita qu an do le stru ttu re eran o orm ai in terrate: in qu est’u ltim a il m u ro in qu estion e in siste per qu asi tu tto il su o svilu ppo su lla stessa galleria Go8. 553 Già prim a degli scavi del 1931 E . Josi, an ch e su lla ba- se di u n a prim a in tercettazion e della stru ttu ra n el 1909 (in fra, p. 280), sottolin eava la n ecessità di u n approfon dim en to della n ecropoli su bdiale (J OSI 1927, p. 206: “Allo stu dio del sopraterra di Pretestato dedich erò u n in tero capitolo di qu esti m iei con tribu ti, data l’im portan za d’u n razion ale coordin am en to di scavi fra il sopraterra e il sotterran eo cim itero”; vd. an ch e p. 200). Delle scoperte con testu ali ai lavori di realizzazion e del Mu seo cristian o, tu ttavia, lo stu dioso presen tò u n qu adro alle Adu n an ze accadem ich e di Arch eologia cristian a, di cu i è forn ita soltan to u n a sin tesi troppo gen erica in RACr 9 (1932), p. 321. L’in teresse di E . Josi per la n ecropoli di su perficie e la diretta esecu zion e delle in dagin i arch eologich e ren don o an cora più grave la perdita della docu m en tazion e con m olta probabilità raccolta dallo stu dioso. 554 T OLOTTI 1978, pp. 160-161, 164. Nell’ottica di u n rapporto organ ico tra il recin to e l’im pian to sotterran eo il Tolotti (p. 160) valorizzava “il gom ito con cu i si in izia la scala G: esso cade esattam en te en tro l’an golo su d ovest della recin zion e”. Vd. an ch e B ISCONTI 1997, p. 18 e fig. 6. 555 Già F ASOLA - T E STINI 1978, p. 119, F ASOLA - F IOCCH I N ICO LAI 1989, p. 1170, B ARBINI , in P E RGOLA 1997, p. 188, B ISCONTI 1997, p. 18, F IOCCH I N ICOLAI 1997, p. 123 (e F IOCCH I N ICOLAI 2001, p. 24), F IOCCH I N ICOLAI 1998, p. 18, S PE RA 1999, part. p. 192 (UT 324) e p. 375, F IOCCH I N ICOLAI 2000, pp. 344-345, N UZZO 2000a, pp. 125, 127. Su l prim o in sediam en to sepolcrale collettivo del com plesso callistian o, la cd. “Area I”, ch e ripropon e l’associazion e di u n recin to rettan golare su b divo, all’in tern o del qu ale si realizzan o diram azion i assiali con giu n te da gallerie trasversali, D E R OSSI 1864-77, III, pp. 498-499, F ASOLA 1986, pp. 176-182, F ASOLA 1989, pp. 2152-2153, S PE RA 1999, pp. 109-113 (UT 173), 373-375; vd. an ch e F IOCCH I N ICOLAI 1997, p. 123 (e F IOCCH I N ICOLAI 2001, p. 21), F IOCCH I N ICOLAI 1998, pp. 15-17 e F IOCCH I N ICOLAI 2000, pp. 342-344. 96 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO terferiron o in m odo ch iaro con gli am bien ti scavati, in u n m om en to in cu i l’assetto sepolcrale era già defin ito e l’u tilizzo già com pletato 556 (fig. 85; tav. I): il tratto term in ale della galleria Go8, per ca. 5,40 m , risu lta in vaso da u n a stru ttu ra cem en tizia a grossi blocch i di peperin o, ch iaram en te gettata dall’alto e ferm ata n el vu oto con l’au silio di sbadacciatu re lign ee di cu i si leggon o le im pron te su lla su perficie visibile n ello stesso am bu lacro; tale opera si addossa ai locu li ch e recan o an cora a posto le lastre di ch iu su ra 557 . Con an alogh e m oda li tà costru ttive, u n a gettata dall’alto e l’u so di casse form e lign ee parziali, fu sbarrata an ch e F10, a soli 1,40 m dall’im bocco su F1, m edian te u n a poderosa m u ratu ra in peperin i spessa 1,50 m 558 (fig. 153), assim ilabile, per affin ità di esecu zion e, ad u n ’ope ra a grossi tu fi ch e blocca il prosegu im en to verso n ord del van o L6 559 . In IM si docu m en ta u n in terven to sim ile, m a con caratteri di m aggiore distru ttività: la galleria, in posizion e m edian a, all’altezza del pian erottolo dopo l’in crocio con I7, ven n e tagliata n ella volta e n elle pareti con locu li da u n a profon da trin cea riem pita dalla stru ttu ra passan te della già descritta m u ratu ra a sacco con scaglion i di peperin o, ch e, spin gen dosi fin o alla qu ota dei gradin i, im pediva la percorribilità dei van i e il con tatto diretto tra AD1 e IM1 560 (fig. 86). Il posizion am en to topografico di tali organ ism i n egli am bien ti della catacom ba e la sovrapposizion e plan im etrica delle stru ttu re docu m en tate n el sopratterra eviden zian o in term in i in equ ivocabili la correlazion e tra i prim i e il perim etro dell’edificio rettan golare in terpretato com e u n recin to; la stru ttu ra in Go8 è praticam en te allin eata al lato n ord, qu asi al cen tro, qu elle in F10 e in IM segn an o du e pu n ti di passaggio del fian co orien tale, qu ella descritta in L6 si posizion a proprio in corrispon den za del m u ro m eridion ale, in rapporto al qu ale, va segn alato, an ch e in IM2 si n otan o tracce di u n an alogo sbarram en to aderen ti alle su perfici della volta (fig. 303), m en tre è sin - golare ch e, n ella stessa galleria, con la “solita” m u ratu ra in peperin i, risu ltin o riem pite, per ovvie m otivazion i statich e, le lu n ette dei du e arcosoli localizzati en tro l’an golo su d-est della costru zion e su bdiale 561 . Nell’am bito di qu esti in terven ti correla ti con la defin izion e perim etrale dell’edificio, sem bra acqu istare valore an ch e lo sbarram en to, m edian te m u ri in soli tu felli costru iti dall’in tern o della catacom ba, degli am bu lacri G8 a ovest e F13 a est (figg. 152, 154), passan ti sotto le stru ttu re su bdiali 562 , ch iaram en te, più ch e a scopo di rin forzo, per cau tele n ella fru ibilità di alcu n i am bien ti delle region i G e F, an cora frequ en tate 563 ; in oltre, n ello spazio in tern o alcu n e opere di an alogo sign ificato, m a più difficilm en te giu stificabili in rapporto ad em ergen ze di su perficie se n on con u n a gen erica idea di con solidam en to stru ttu rale, resero in accessibili u n gru ppo di ipogei scavati au ton om am en te a qu ota su periore tra le scale G e F 564 (figg. 141-142), in particolare l’organ ism o I, con u n a serie di pilastron i cem en tizi ch e in terrom pon o la percorribilità di LD8-Lo1 e ch iu don o l’in gresso al cu bicolo Loa, e gli ipogei IIa-IIb, ch e presen tan o an alogh e stru ttu re all’estrem ità ovest di L12, davan ti al van o Lob e su l collegam en to Lo3 (figg. 85 e 87; tav. I) 565 . La posteriorità di tali stru ttu re rispetto all’occu pazion e della catacom ba è, n atu ralm en te, in du bbia; costitu iscon o term in i post qu em n on solo l’in qu adram en to cron ologico gen erale delle varie region i in teressate, dedotto dall’an alisi topografica com plessiva ch e pon e en tro il III secolo l’im pian to e lo svilu ppo dei sistem i G e F 566 e in u n avan zato IV secolo la creazion e degli ipogei su periori (L) e l’escavazion e delle gallerie del gru ppo IM 567 , m a an ch e dati tem porali più precisi, derivati, in particolare, dalla ch iu su ra di u n a form a su i gradin i della scala IM, con la coppia con solare del 383 568 , e da tre iscrizion i estem poran ee con la data del 384, tracciate su locu li degli am bu lacri L7 e L8 dell’ipogeo IV569 . 556 Va ricordato ch e tali “in terferen ze” m u rarie n ei van i ipogei son o gen ericam en te valorizzate dallo Josi, ch e ricorda “più e più volte” n el cim itero la presen za di “m u ri di fon dazion e costru iti a sacco con fram m en ti m arm orei e con blocch i di pietra alban a, m u ri ch e ostru iron o le preesisten ti e orm ai n on più frequ en tate gallerie sepolcrali”, ch e lo stu dioso riten eva da porre in relazion e con “qu ei sacri edifici sopra terra, segn alati dalle fon ti” (J OSI 1927, p. 208 e in fra, p. 302). 557 S u pra, p. 35 n . 208 (in fra, pp. 170, 287). 558 In fra, pp. 170, 287. La stru ttu ra ven n e tagliata n ella parte bassa dopo il recu pero m odern o per riattivare il passaggio; presen ta su lla faccia verso F1 u n a ch iara im pron ta di du e travi verticali ch e reggevan o assi trasversali ed in vade ch iaram en te, rom pen don e an ch e le ch iu su re, i locu li occu pati. 559 In fra, p. 165. 560 In fra, pp. 257-258, 287. Per precision e, tale stru ttu ra si “appoggia” su l pian o pavim en tale costitu ito dal pian erottolo e resta sospesa su i qu attro gradin i in feriori; appen a rialzata rispetto al pavim en to risu lta an ch e la m u ratu ra descritta in F10. Qu esto dato porterebbe a pen sare ch e, qu an do ven n ero realizzate le opere m u rarie in qu estion e, n egli am bien ti cim iteriali si eran o già costitu iti in terri. 561 In fra, pp. 257, 287. 562 In fra, p. 170. 563 In fra, pp. 149-170 su lle fasi di frequ en tazion e tarda delle region i. 564 In fra, pp. 156-165. 565 In fra, pp. 158-161. 566 S u pra, pp. 33-63. 567 In fra, pp. 156-165 e part. pp. 165, 256-258. 568 ICUR V 13928; vd. in fra, p. 257. In effetti qu esta lastra copre u n a tom ba terragn a sistem ata n el tratto orien tale dell’am bien te, rim asto praticabile dopo la realizzazion e della stru ttu ra m u raria, m a va riten u ta preferibilm en te an teriore sia per la più logica con testu alità con l’u tilizzo gen erale dell’am bien te, sia per il perfetto raccordo tem porale con le tre iscrizion i a sgraffio dell’ipogeo IV, di certo preceden ti. 569 ICUR V 13929, 13930 e 13931; in fra, p. 162. CAPITOLO 3 - LA NE CROPOLI S UB DIVO Tale ch iarezza di in dicazion i, però, si ritien e n on possa valere con in du bitabile sicu rezza per l’in stallazion e su bdiale fin dal su o prim o im pian to: in effetti, tra le stru ttu re ch e in tercettan o gli am bien ti sotterran ei solo qu ella descritta in IM, si è visto, taglia le pareti dell’am bu lacro, con figu ran dosi proprio com e u n a fon dazion e passan te. È sign ificativo ch e qu esto pu n to, rapportato al sopratterra, corrispon da proprio a qu el tratto del m u ro orien tale dell’edificio su bdiale ch e si deve con siderare l’esito di u n a ricostru zion e 570 ; appare, pertan to, logica e in evitabile la su pposizion e ch e il program m a di rielaborazion e arch itetton ica dell’organ ism o su b divo, assegn abile sen za du bbio ad u n a fase posteriore alla fin e del IV secolo 571 , ven n e organ izzato in u n a serie di in terven ti su lle em ergen ze di su perficie, tra le qu ali va appu n to in qu adrato il rifacim en to parziale del lato est 572 e, in parallelo, in u n a sistem atica creazion e di stru ttu re di con solidam en to e di isolam en to dei vu oti sotterran ei sia lu n go il profilo perim etrale ch e n ello spazio in tern o. Potrebbe n on essere u n a coin ciden za il fatto ch e la gettata dall’alto in F10 coin cida, n el rilievo del Forn ari, ad u n a in terru zion e della serie di form ae, ch e in qu esto tratto eran o state distru tte, presu m ibilm en te proprio per u n cedim en to del terren o dovu to al vu oto sotterran eo. Se qu este osservazion i, du n qu e, n on esclu don o per l’edificio in qu estion e n é l’an tich ità, n é la fru izion e di sepolcreto recin tato ad u so in ten sivo ed egu alitario en tro cu i in qu adrare la n ascita e lo svilu ppo del cim itero cristian o, tali lin ee in terpretative potrebbero essere però com prom esse da alcu n i du bbi m atu rati n ell’an alisi del “com portam en to” evolu tivo delle region i G e F 573 . Soprattu tto, è risu ltata eviden te la differen za cron ologica, sosten u ta an ch e n egli stu di preceden ti, dei du e im pian ti, G, da collocare n ei prim issim i decen n i del III secolo, e F, realizzato, n ella su a fase in iziale, solo dopo tren ta o qu aran ta an n i dalla creazion e di G 574 ; appaion o, poi, in du bbie le variazion i n ell’assetto fru itivo, più elitario in G e ben più m odesto in F, tradite soprattu tto dall’adozion e diversificata di alcu n e tipologie sepolcrali (tom be a m en sa e arcosoli, presen ti in G, m an can o del tu t- 570 In fra, pp. 280. In fra, pp. 283-287. 572 In fra, p. 283 per le altre opere ascrivibili alla ristru ttu razion e dell’edificio. 573 Per la cu i ricostru zion e dettagliata cfr. su pra, pp. 3377; 101-112. 574 Vd. an ch e S TYGE R 1933, p. 168 (l’au tore eviden zia già ben e l’au ton om ia delle du e aree, erron eam en te sosten u ta dopo il recu pero del 1907/1908 ed im propriam en te raffron tata con l’“Area I” di Callisto); F ASOLA - T E STINI 1978, pp. 120-121 e T O LOTTI 1978, p. 168. Tale discrepan za tem porale in tan to ren de in u tile la posizio n e m argin ale, n ell’an golo su d-ovest dell’edificio, della scala G. 571 97 to in F 575 ) e dai caratteri dell’epigrafia, an ch e dal pu n to di vista delle esplicitazion i sociologich e 576 . Nelle prim e fasi di svilu ppo ven gon o docu m en tate, n elle du e region i, ten den ze “an om ale” e in giu stificabili n ell’ottica di aree con cepite in m odo u n itario in su perficie e tra i du e sistem i di gallerie n on risu lta alcu n a ten den za alla coesion e fisica, m a piu ttosto l’atten zion e a evitare raccordi tra gli am bien ti: così le gallerie G5 e F14 si con clu don o in cu bicoli, n on più su scettibili di prosecu zion e (figg. 25, 33, 89; tav. I); in gen erale gli assi trasversali del gru ppo G e del posteriore am pliam en to verso su d (H ) si ferm an o lu n go u n a lin ea orien tale con tin u a, ch e n on coin cide con il lim ite del recin to e ch e n on vien e oltrepassata sia a n ord, dove gli am bu lacri G9, Go8, G7, G5/Ga si in terrom pon o a poch issim a distan za dai van i del gru ppo F, sia a su d dalle gallerie H , pu r n on essen doci, fin o all’in stallazion e della posteriore region e I dopo la m età del IV secolo 577 , alcu n im pedim en to costitu ito dalla presen za di escavazion i preceden ti (fig. 97). Dall’altra parte l’im pian to ipogeo F, se verso ovest n on m an ifesta alcu n in teresse ad u n a con n ession e con G, privilegiò precocem en te u n o svilu ppo eccezion ale verso est, ben oltre i con fin i dell’edificio su bdiale, ch iaram en te attratto dal cim itero della spelu n ca m agn a e dei su oi an n essi, con cu i, forse già alla fin e del III secolo, ven n e program m ato il collegam en to attraverso il van o PTc 578 (fig. 136; tav. I). La volon taria con giu n zion e tra le region i F e G attraverso il prolu n gam en to dei du e assi [F]G6 verso est e F[G]6 verso ovest avven n e soltan to, com e si è visto, in u n m om en to avan zato della storia del cim itero sotterran eo, posteriore, com e già riten n e P. Styger, all’u tilizzo dell’ipogeo I n ei prim i decen n i del IV secolo e in particolare della galleria L14, di cu i l’escavazion e della volta di FG6 in tercettò il pian o pavim en tale 579 . Un ’u lteriore osservazion e plan im etrica porta a eviden ziare ch e, se u n prim itivo recin to segn ava i con fin i di u n a proprietà su bdiale, costitu isce u n a “violazion e” precocissim a di tali lim iti lo scavo del cu bicolo Gb prim a e, qu in di, dopo l’u ltim o approfon dim en to dell’im pian to G, della galleria G4 con le su e diram azion i 580 , ch e si spin gon o eviden - 575 S u pra, pp. 53-56, 61-63. Si ricordin o, soprattu tto, la particolare in ciden za delle iscrizion i grech e, talora di produ zion e officin ale, in G (dove va rich iam ata an ch e la presen za del cu bicolo Gb con le n ote pittu re) e il con sisten te gru ppo di epigrafi con riferim en ti ai m estieri in F: su pra, p. 58 e in fra, p. 105. 577 In fra, p. 246. 578 In fra, pp. 101-106 e p. 146. 579 S TYGE R 1933, p. 152; vd. su pra, pp. 56-58. 580 Su qu esti am bien ti su pra, pp. 33-45, 51-53. 576 98 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO tem en te oltre il lato occiden tale della costru zion e su b divo. Non aiu ta, in fin e, n ell’ottica di u n a correlazion e an tica tra i du e organ ism i sovrapposti an ch e il “gom ito” della scala G, valorizzato da F. Tolotti n ella proposta in terpretativa 581 , poich é, si è visto, la rilettu ra stru ttu rale della scala su ggeri sce di ascrivere ad u n m om en to su ccessivo, logica m en te collegabile qu in di alla costru zion e di su perficie, l’aggiu n ta della ram pa più alta e trasversale 582 . Sostan zialm en te, perciò, le aree prim itive ipogee G e F di Pretestato propon gon o u n m odello com pletam en te diverso da qu ello n el qu ale si esem plifica l’im pian to ed il prim o svilu ppo della cd. “Area I” callistian a: qu i, en tro i lim iti di u n a proprietà su bdiale segn ata da u n recin to fu n erario ad in ten sa occu pazion e, n el m edesim o tem po ven go n o in stallate du e scale parallele ai lim iti dell’area con gallerie in asse, raccordate precocem en te da u n a serie di am bu lacri ortogon ali, in m odo da ricom porre u n o sch em a plan im etrico “a gratico la” di cu i si restitu isce u n ’evolu zion e assolu tam en te u n itaria e om ogen ea e ch e si ten n e per diversi decen n i en tro i con fin i segn ati dai m u ri in su per ficie 583 . Pu ò risu ltare, pertan to, u n a solu zion e più logica ch e la creazion e dell’edificio rettan golare, con ogn i probabilità u n recin to fu n erario 584 , sia l’esito di u n a fase di program m ata coesion e dei du e sepolcreti ipogei, forse an ch e dopo u n accorpam en to giu ridico delle du e aree, si è detto, n ate e fru ite in form a au ton om a e differen ziata forse alm en o fin o all’età costan tin ian a, m a an ch e alla m età del IV secolo; ed è proprio, si pen sa, all’in tern o di tale spazio “ch iu so” ch e va in serita, si vedrà, la rioccu pazion e sistem atica delle tom be origin arie docu m en tata soprattu tto n elle gallerie della re- 581 T OLOTTI 1978, p. 160 e su pra, n . 554. S u pra, pp. 35-36. 583 Su lla bibliografia relativa a qu esto im pian to su pra, n . 555 p. 95. 584 Ben ch é n on si possa esclu dere ch e si trattasse di u n a stru ttu ra provvista di u n tetto, si ritien e an cora accettabile tale ipotesi in base alla con figu razion e m on u m en tale dell’organ ism o, ch e, alm en o con sideran do il repertorio n oto delle costru zion i n elle n ecropoli paleocristian e, n on sem bra trovare con fron ti con edifici coperti. Cfr. m eglio in fra, pp. 283-286 per u n a serie di paralleli, n on ch é per la su ccessiva ipotizzata trasform azion e dell’edificio (part. pp. 286-287). 585 In fra, pp. 166-167; 156-165. 586 Oltre a qu elli già valorizzati su pra, pp. 79-88. 582 gion e G, n on ch é l’escavazion e di alcu n i piccoli e più tardi ipogei a qu ota su periore (II, III, IV), le cu i scale devon o essere ricercate proprio in qu esto settore di su perficie 585 . Tale revision e cron ologica n on priva, ch iaram en te, il com plesso di u n a n ecropoli collettiva di su perficie svilu ppatasi du ran te il III secolo, dalla qu ale sen za du bbio ven n ero avviate le escavazion i cim iteriali e program m ato il riu tilizzo della gran de cistern a, m a n e ren de solo di più in certa defin izion e la facies in sediativa. Le ricerch e n el sito, si è visto, restitu iscon o dati in con trovertibili su l su o straordin ario poten ziam en to n ell’arco del III secolo e a tale tessu to sepolcrale posson o essere an ch e restitu iti alcu n i m ateriali sign ificativi 586 , u n a m on eta d’argen to, dell’età di Gordian o III (224244), eviden tem en te residu a n egli in terri dell’area di su perficie 587 , u n coperch io di sarcofago con la data del 273 em erso dalle rovin e della scala F 588 e u n ’iscrizion e con dedica di u n m an u fatto, presu m ibilm en te fu n erario, avven u ta du ran te il con solato di Probo e Patern o (Probo Au g(u sto) III et Patern o II co(n )s(u libu s)), cioè il 279 589 (fig. 88). Non è poi esclu so ch e alcu n e delle stru ttu re con gru ppi in tern i di form ae regolarm en te allin ea te, scoperte n el 1931 a su d del recin to, n ell’area del Mu seo cristian o, e distru tte per la costru zion e di qu esto, potessero apparten ere già alla n ecropoli di III secolo; alcu n e di qu este risu ltaron o, in fatti, agli scopritori “tagliate dalla fon dazion e del corrispon den te m u ro della scala” di accesso ovest alla spelu n ca m agn a, ch e, si vedrà, ven n e realiz za to in u n m om en to appen a posteriore alla m età del IV secolo 590 . 587 Il rin ven im en to di “u n argen to an ton in ian o con ten en te n el retto IMPGORDIANVS PIVS FE LAVG Bu sto di Gordian o Pio verso FORT RE DVX Fortu n a seden te con tim on e e corn u copia” è segn alato dal Giorn ale di scavo 3, p. 77 (8 ottobre); vd. an ch e S PE RA 1999, p. 192. 588 ICUR V 13885; M ARUCCH I 1910, tav. XLVII, 3. 589 J OSI 1935, pp. 20-21; l’au tore n e specifica il ritrovam en to du ran te “lo sterro per la costru zion e del Mu seo” classico il 13 m arzo 1925. 590 Giorn ale di scavo 3, p. 68 (2 lu glio); vd., per la descri zio n e di tali stru ttu re su bdiali, in fra, pp. 287-288 e pp. 215217, 221 su l rivestim en to dell’accesso ovest alla spelu n ca m agn a. CAPITOLO 3 Fig. 86 – Mu ro in peperin i ch e taglia la galleria IM. - LA NE CROPOLI S UB DIVO Fig. 87 – Mu ro in peperin i n ell’am bu lacro LD8. Fig. 88 – Iscrizion e del 279 dalla n ecropoli su bdiale (Arch ivio PCAS). 99 CAPITOLO 4 SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA La region e della “scala m in ore” (F; fig. 89) Un a prim a sign ificativa evolu zion e dell’im pian to prim itivo F fu program m ata m edian te l’approfon dim en to di ca. 1,50-1,60 m del livello pavim en tale origin ario n ei van i già esisten ti (F1-F2, F[G]6 e i settori ovest di F10, F11, F13) 591 , otten u to con la prosecu zion e della scala di accesso alla qu ale ven n e aggiu n to u n gru ppo di alm en o dieci gradin i 592 , attraverso cu i il su olo delle gallerie F raggiu n se u n a qu ota grosso m odo coin ciden te, m a appen a più alta, di qu ella dell’ipogeo G dopo l’u ltim o a b b a ssa m en to. Di ta le ta glio p er l’in crem en to delle su perfici verticali perm an gon o tracce ben eviden ti su lle pareti laterali dell’asse cen trale F1-F2, ch e, n el settore in feriore di n u ova defin izion e, si prestò ad accogliere serie di tre 593 o di du e 594 locu li, più o m en o allin eati con i sepolcri soprastan ti (fig. 49). Dalla n u ova qu ota il cim itero ipogeo con obbe u n o svilu ppo plan im etrico assolu tam en te eccezion ale: su u n lu n gh issim o am bu lacro di 43,40 m , esito della prosecu zion e assiale verso n ord della direttrice cen trale F1-F2 595 , rispetto alla qu ale, però, la volta ven n e con siderevolm en te abbassata di oltre 3 m 596 , si affron taron o, qu asi sistem aticam en te, du e serie di corridoi ortogon ali di esten sion e dissim ile, qu elli occiden tali ch iaram en te con dizion ati n ell’an dam en to e n ella lu n gh ezza dalla pre591 S u pra, pp. 58-63. Dai circa 35 gradin i origin ari, cioè, si giu n se ad u n a ram pa pressappoco coin ciden te con l’attu ale di 45 elem en ti, in gran parte ricostru ita con m ateriale m odern o (su pra, n . 362). 593 Nelle pilae su ogn i parete di F1. 594 Nella doppia pila a ovest e a est di F2. 595 È verosim ile ch e tale escavazion e sia stata con dotta in du e m om en ti distin ti m a ravvicin atissim i, com e risu lta dall’an dam en to plan im etrico dell’am bu lacro: il prim o tratto, in fatti, di 15 m (F3-F4-F5), è perfettam en te rettilin eo e assiale rispetto a F1-F2; la su a prosecu zion e, di 28,40 m (F6-F7-F8), piega in vece verso ovest e sem bra, appu n to, l’esito di u n ’attività di scavo u lteriore e u n itaria. 596 L’am piezza verticale del van o, di 2,70 m , si abbassa u lte rior m en te per u n rialzam en to del su olo com pen sato da 3 gradi n i n el tu fo tra F5 e F6, raggiu n gen do u n ’altezza fin ale di 2,10 m . 597 Di lu n gh ezze in term edie F23 di 9 m , F27 di 7,60 m e F26 di 7 m . 598 Su tale rapporto di su ccession e tra i du e am bien ti si veda an ch e K ANZLE R 1909, pp. 123-124. 592 sen za delle più an tich e gallerie del sistem a G. E ssi ebbero, in fatti, svilu ppo plan im etrico piu ttosto lim itato, com preso tra u n valore m assim o di 11,40 m della trasversale F20 e u n m in im o di soli 2,10 m d ell’u n ica ga ller ia p iù setten tr ion a le Fo27 597 . L’esisten za del lu n go asse obliqu o G9 im pedì la realizzazion e di u n ram o ovest in posizion e fron tale rispetto all’orien tale F24; ad u n tem po, il braccio F23, costretto ad u n a breve deviazion e verso n ord per n on in taccare la già scavata F20, in tercettò il fon do di u n locu lo della m edesim a galleria del gru ppo G e in terru ppe, per qu esto m otivo, tale ten tativo di diram azion e u lteriore 598 . Più a su d l’in gom bro costitu ito dalla parte term in ale di Go8 fece risolvere la n u ova escavazion e in u n cortissim o am bu lacro F14, di appen a 3,30 m , in trodu ttivo ad u n cu bicolo qu adran golare di m odeste proporzion i (2,40 x 2,40 m ; Fa), con volta pian a e su per fici com pletam en te dealbate, caratterizzato dalla presen za di du e arcosoli su lle pareti laterali e di sem plici locu li su l fon do 599 . Dal lato orien tale dell’asse m edian o F3-F8 ven n ero diram ate, in u n a su ccession e a in tervalli più o m en o fissi in torn o ai 4 m , sette gallerie di lu n gh ezza variabile, dalla più corta Fo25, di soli 2,95 m , agli am bu lacri di eccezion ale svilu ppo plan im etrico, F22, esteso 55,25 m , e F15-F16, di oltre 90 m , prolu n gati, però, verosim ilm en te in tem pi diversi 600 ; esse fu ron o per lo più affron tate a qu elle del lato ovest 601 , com e 599 I du e arcosoli, con locu li n ella lu n etta, presen tan o tracce di risistem azion e: qu ello su d ven n e occu pato an ch e n ella n icch ia su periore m edian te u n m u retto di ch iu su ra in tu felli; u n a stru ttu ra an aloga segn a il rifacim en to del parapetto del sepolcro a n ord, tagliato da u n bu sso fatto realizzare dal Wilpert, du ran te i lavori del prim o Novecen to, “per raggiu n gere la cava” (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p.). Su ll’assetto dei du e arcosoli, N UZZO 2000a, p. 128, m a an ch e in fra, n . 647 p. 106. 600 Vd. m eglio in fra. Forse l’origin aria lu n gh ezza della galleria F22, corrispon den te a soli 5,15 m , va ricostru ita grazie ad u n restrin gim en to dell’am piezza segn ato dal risparm io di u n a sporgen za tu facea su l lato su d. Di esten sion e più lim itata gli assi F25 (15,85 m ), F24 (20,19 m ), F21 (25,60 m ), Fo21 (9 m ; qu est’u ltim a presen ta u n ten tativo di diram azion e verso n ord priva di locu li e in terrotta su bito). 601 Non ebbero il corrispettivo am bu lacro a ovest le gallerie F24, si è detto per la m olto probabile preesisten za di G9, e Fo21. 102 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 89 – Stralcio plan im etrico. Region e della “scala m in ore” (F) con eviden ziazion e dei van i riferibili all’im pian to n ella secon da fase. CAPITOLO 4 - SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA 103 u n a n u ova diram azion e ovest (F12), all’estrem ità della galleria prim itiva cen trale F2, si con trappose, m an ten en do però la volta bassa, alla m edesim a altezza di qu ella del prosegu im en to F3-F8, ad F15, la qu ale, in vece, pu r origin ata dal tratto della direttrice prin cipale (F3) alto soltan to 2,70 m , ebbe per 21 m , corrispon den te probabilm en te alla prim a escavazion e, u n raddoppiam en to delle su perfici parietali m edian te il taglio della volta a 6 m ca. dal pian o pavim en tale 602 . L’esito plan im etrico di qu esto im portan te program m a di svilu ppo esten sivo dell’origin ario organ ism o F si riassu m e in u n o sch em a a m odu li regolari del tipo defin ito com u n em en te “a spin a di pesce” o, in u n a term in ologia im pian tata da P. Styger, “Zweigsystem ” (sch em a “a ram i”); per lo stu dioso tedesco, tra l’altro, l’in n ovazion e n ei m odelli escavativi rappresen tata dalla ten den za a sostitu ire il più precoce sistem a “a griglia”603 con l’im pian to assiale a diram azion i bilaterali segn a m olto ben e l’approdo defin itivo al cim itero collettivo sotterran eo con il passaggio dalla proprietà privata a qu ella pu bblica, com u n itaria 604 , di cu i, in m isu ra eccezion ale, il sepolcreto della region e F costitu isce u n esem pio ben defin ito. L’am pliam en to degli spazi in qu esta fase di svilu ppo del cim itero, valu tabile in torn o a oltre 300 m aggiu n ti ai 61-88 m dell’origin aria plan im etria, determ in a, è logico, u n in crem en to estrem am en te sign ificativo delle stru ttu re sepolcrali ch e, in u n calcolo gen erale en tro i van i ricon dotti, n ella sequ en za topografica ricostru ita in qu esto stu dio, ad u n arco cron ologico da stabilire en tro la fin e del III secolo, su peran o le 1000 u n ità 605 . In u n qu adro di in siem e, poi, tali tom be forn iscon o u n pan oram a estrem am en te om ogen eo per caratteri tipologici ed esecu tivi 606 , trattan dosi, in u n ’altissim a percen tu ale di casi, di locu li dalle dim en sion i stan dardizzate e dalle pecu liarità tecn ich e proprie di organ ism i scavati in serie in tem pi rapidi, m a an cora cu rati 607 e organ izzati, n ell’am bito di u n a program m azion e coeren te, in pilae regolari per lo più di qu attro o tre elem en ti n el settore aggiu n to a n ord 608 . An ch e i sistem i di ch iu su ra si u n iform an o radicalm en te 609 n ell’u so frequ en tissim o di elem en ti fittili ferm ati con calce, talora giu stapposti a lastre m arm oree an ch e di riu tilizzo 610 . Le form e di in dividu alizzazion e dei sepolcri son o decisam en te lim itate rispetto al gen erale repertorio qu an titativo di locu li n on con n ota ti, m olto raram en te con l’affission e di oggetti estern i su lla calce 611 o con in cision e di segn i su ll’im - 602 Pu r essen do qu esta u n a situ azion e an om ala n ella prassi fossoria, n on esiston o altre possibilità di in terpretazion e dell’assetto della galleria, diram ata sicu ram en te dall’asse cen trale n el tratto F3 e n on da altro van o di altezza corrispon den te. È ovvio ch e tale solu zion e rispose all’esigen za di creare u n a m aggiore dispon ibilità di su perfici da u tilizzare per locu li, i qu ali, m algrado l’im praticabilità dell’altezza con siderevole, occu paron o le in tere pareti. Dopo 21 m l’escavazion e di F15 ven n e prosegu ita con la volta a qu ota più bassa, probabilm en te in tem pi diversi, fin o a raggiu n gere gli oltre 90 m com plessivi: si ritien e ch e qu esto prolu n gam en to verso est possa essere stato più precoce di qu ello degli am bu lacri più a su d F11 e F13 ch e, com e si vedrà, solo a partire dalla fin e del III secolo, m a soprattu tto n ei prim i decen n i del IV secolo su biran n o u n a decisa attrazion e da parte della region e cen trale, prolu n gan dosi con u n o svilu ppo n otevole verso qu esta. 603 Vd. an ch e su pra, n . 266 p. 46. 604 S TYGE R 1933, part. p. 156. 605 Il valore n on è m eglio precisabile, com e per la region e G (vd. su pra, n . 326 p. 54 e in fra, n . 713 e p. 112) a cau sa della difficoltà di stabilire in dettaglio le fasi di svilu ppo delle lu n gh e gallerie orien tali F11-FT5, F13, F15-F16, am pi con ten itori di cen tin aia e cen tin aia di sepoltu re, assegn abili, però, ad u n periodo ch e arriva fin o al IV secolo in oltrato – in fra –; è qu in di defin ibile in m isu ra più com pleta solo il n u m ero delle tom be alla fin e dello svilu ppo globale della region e en tro il IV secolo, ch e si aggira su lle 4570 u n ità, otten u to con l’aggiu n ta plan im etrica di u lteriori 350 m ca. di gallerie. Per la fase in qu estion e il prolu n gam en to dell’am bu lacro assiale con le diram azion i trasversali poté ospitare 587 locu li. 606 Costitu iscon o eccezion i, in u n con testo estrem am en te “m assificato”, le sepoltu re n el van o esclu sivo Fa, in particolare i du e arcosoli, e u n locu lo bisom o aperto su lla parete su d di F[G]6, ch e presen ta le su perfici in tern e decorate con elem en ti lin eari color ocra su fon do bian co. 607 Spesso il bordo è ben defin ito per l’in casso delle lastre. 608 Alcu n i di qu esti organ ism i, per la loro profon dità (fin o a 1,50-1,60 m , ad es. n el tratto F7, m a an ch e in F23 e in F27, dato segn alato an ch e da B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p., g. A2 e da K ANZLE R 1909, pp. 127, 128-129), son o sicu ram en te bisom i; en tro u n locu lo per du e in u m ati su lla parete n ord della galleria F14, il fon do ven n e u lteriorm en te scavato per u n a sepoltu ra in fan tile (com e in altri casi eviden ziati n ello stesso com plesso sotterran eo: in fra, p. 158 n . 1028. Tale sepolcro era ch iu so con la lastra in scritta ICUR V 14432, ch e ven n e però scoperta con l’epigrafe rivolta verso l’in tern o: K ANZLE R 1909, p. 207). 609 La m aggior parte delle sepoltu re, tu ttavia, si presen tan o violate. 610 In F24 la lastra con u n a tabu la lu soria (B USIA 2001, n . 21, p. 41 = F E RRUA 1948, p. 36, tav. IV, 6) era stata reim piega ta per u n epitaffio (ICUR V 14297); in Fo27 Bevign an i (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p., g. D) riprodu ce con apografi du e iscrizion i pagan e riadoperate com e ch iu su re di locu li (accan to alla cristian a ICUR V 14424): 1) [- - -]ragn tu / [- - -S ]m aragdu s[- -] / [- - -co]iu gi fecit / [libertis li]bertabu s[qu e] / [posteris]qu e eoru m ; 2) [- - -]bibi[- - -] / [- - -]ru ll[- - -] / [- - -]sibi et[- - -] / [- - ]lib(ertis) et[- - -]. A qu este iscrizion i sem bra far riferim en to an ch e K ANZLE R 1909, p. 128, n ella cu i trattazion e ripren de pedissequ am en te le n ote del Bevign an i, m a n e om ette, si ritien e per u n errore, la trascrizion e. 611 In F25, n el m om en to della scoperta, u n locu lo aveva “u n oggetto roton do d’avorio” (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p., g. H ; cfr. K ANZLE R 1909, p. 129); “im pron te di disch i” si n otan o an ch e in Fo25 (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p., g. D; K ANZLE R 1909, p. 129) e in F27, dove u n locu lo basso della parete n ord recava su l bordo su periore u n a coppia di m on ete d’argen to iden tich e, an cora a posto n el m om en to della scoperta, n el gen n aio 1908 (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p., g. E ; K ANZLE R 1909, pp. 128-129 stran am en te n on n e fa accen n o); ora si con serva u n o solo dei du e reperti e dell’altra piccola m on eta perm an e l’im pron ta (su ll’iden tificazion e di qu esti m ateriali cfr. in fra, p. 106). Su l lato opposto della stessa galleria la m alta di u n locu lo con serva l’im pression e del retro di u n m edaglion e im periale di du bbia iden tificazion e. Forse affisso su calce era an ch e u n “avorio rappresen tan te u n gen ietto” scoperto tra le terre in Fo21 (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p., g. L; K ANZLE R 1909, p. 208). 104 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO pasto an cora fresco 612 , più spesso con l’adozion e di lastre in scritte, talora rin ven u te an cora a posto 613 , piu ttosto om ogen ee n elle scelte form u lari, n elle qu ali si posson o an ch e n otare in teressan ti ten den ze em u lative, m a m olto variabili n egli aspetti esecu tivi, ch e rim an dan o sistem aticam en te a produ zion i extraofficin ali 614 . È , in fatti, predom in an te dal pu n to di vista qu an titativo, n el repertorio epigrafico gen erale della region e F ascrivibile alla fase di espan sion e plan im etrica segu ita all’appro fon dim en to del su olo 615 , l’u so dei n om in a sin gu la o an ch e dei du o n om in a, ch e rappresen tan o il 46,3% delle attestazion i, pari a 26 epitaffi in latin o, 23 in greco e u n o traslitterato 616 ; gli altri raggru ppam en ti per tipologie form u lari, dove l’u so del greco decresce sen sibilm en te 617 , presen tan o, in tre ca- si, la sem plice giu stapposizion e di sin tetici elogia com e ben em eren s o an im a du lcis 618 , in sette casi l’abbin am en to dell’espression e au gu rale in pace / Án e„rËnV al n om e del defu n to 619 , in poch i altri esem pi l’aggiu n ta della data di deposizion e 620 , talora pu re accom pagn ata dalla form u la in pace o dall’età vissu ta 621 . Alcu n e iscrizion i ten don o, in vece, ad articolazion i più am pie del testo, ch e raccorda, accan to agli elem en ti essen ziali in riferim en to al defu n to (n om e, elogiu m , età vissu ta, espression e au gu rale in pace), la defin izion e del dedican te della lastra 622 ; in cin qu e epigrafi (4,62%) il n om e del defu n to, segu ito dalle altre con n otazion i, è reso da u n gen itivo retto da u n a locu zion e allu siva alla deposizion e o alla m orte o al sepolcro 623 . In u n gru ppo piu ttosto con sisten te di 612 In F25 K ANZLE R 1909, pp. 130-131 ricorda ch e “n ella calce di u n locu lo vedesi graffito u n X”; così in Fo21 Bevign an i an n ota l’esisten za di u n a croce m on ogram m atica (B E VI GNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p., g. L). 613 Son o pertin en ti alla fase di approfon dim en to della galleria cen trale le iscrizion i, rin ven u te in situ , ICUR V 14358 e 15078 (ch e riu tilizza l’epitaffio di Biktwre…a 15007) su lla parete est di F1-F2 e 14380, 14653 (?), 15244 e 15223 su qu ella ovest (le u ltim e du e solo con in cision i ch e occu pan o l’in tera lastra; su qu esta m edesim a parete potrebbe in vece apparten ere alla fase più an tica, perch é posizion ata su l qu arto locu lo da terra della pila cen trale la lastra con stru m en ti di u n m edico ICUR V 15255, su lla qu ale vd. an ch e CARLE TTI 1986, p. 68, fig. 57 e B ISCONTI 2000, XVa2.2, pp. 234-235). Son o in vece relative agli am bu lacri ch e rappresen tan o lo svilu ppo plan im etrico a n ord le lastra in scritte o in cise ICUR V 15077a, con sem plice n om e del defu n to, 14314b (con lettere dipin te in n ero su m arm o) e 15080 n el tratto F8, 14432, di Au reliu s Polycarpu s alla figlia Lu cilla, scoperta in F14 con le lettere all’in tern o del sepolcro (su pra, n . 608), 14508, traslitterata in greco dalla lin gu a latin a, a ch iu su ra di u n a form a n el cu bicolo Fa, 15060 e 13976 in F23, 14491, 15085 e 15265f in F25, 15254c e 15254d-d' in F26, 14590 (m a con lettere rivolte all’in tern o) e 14066 in F21. È più difficile stabilire con sicu rezza l’apparten en za alla fase di im pian to o a qu ella di approfon dim en to e del prim o poten ziam en to topografico per alcu n e delle iscrizion i a posto su locu li delle lu n gh e gallerie verso est F10, F11, F13, F15, per le qu ali si su ppon e u n a progressiva attività di escavazion e fin o al IV secolo (già su pra, m a soprattu tto in fra): in F10 son o a posto le lastre 15247, con u n a libra, su lla parete n ord, su u n locu lo basso del tratto m edian o, 14340b di `Ilariouj, su l lato su d, e 14994, a copertu ra di u n a form a; le du e iscrizion i poste all’estrem ità (14369, trovata con lettere all’in tern o, e 15025, sopra la preceden te) potrebbero essere relative alla fase di m in im o prolu n gam en to per la creazion e di u n con tatto con FT2-FT4 (in fra, pp. 146, 152). In F11 si ritien e possa ben rife rirsi alle fasi più an tich e l’epitaffio ICUR V 14247, con sem pli ci n om in a sin gu la dei du e defu n ti. Le iscrizion i del tratto orien tale su periore FT5 m ostran o u n form u lario ben più m atu ro e si adegu an o ben e alla restitu zion e storico-topografica proposta per qu esta escavazion e: part. in fra, pp. 149-151). In F13 la lastra ICUR V 14595 è collocata in posizion e tale da far riten e re più logica u n ’attribu zion e alla fase del prim o approfon dim en to, m en tre la 14086 si presta piu ttosto ad essere con siderata pertin en te ad u n ’occu pazion e su ccessiva. In fin e, n ell’am bu lacro F15-F16 son o a posto le ch iu su re di locu lo da con siderare più an tich e ICUR V 14636, 15196a, 15232, 15256, 15265c, tu tte n el tratto in iziale; in F16, scavato certo in epoca su ccessiva, diversi m arm i risu ltan o riu tilizzati (in fra, p. 153). Son o state rin ven u te in situ su lla scala F, m a per lo più ricollocate du ran te i lavori m odern i e difficilm en te differen ziabili per fasi (ad eccezion e di ICUR V 13971, localizzata in corrispon den za dei gradin i in feriori su lla parete est, relativa ad u n m om en to posteriore all’approfon dim en to), le iscrizion i 14426, 15253a, 14997, 15088 e 15071 su l lato orien tale e 14621, 15119, 15105, 14679 ad ovest, dove si n ota, in basso, u n a sequ en za di tre locu li con lastre an epigrafi. 614 In tal sen so, in gen erale, il repertorio epigrafico della region e F sem bra differen ziarsi da qu ello dell’im pian to G, in cu i talu n e lastre in scritte posson o essere ricon dotte ad attività di bottegh e (vd. soprattu tto in fra, p. 107), ad u lteriore con fer m a di caratteri fru itivi più elevati; in F potrebbe rim an dare a produ zion i officin ali u n a serie di m arm i figu rati con ovin i (ICUR V 14351, 15066, 15211c, 15211g, 15211h , 15211i, 15230, 15231b, 15231f, 15232), in alcu n i dei qu ali si n ota u n a certa stan dardizzazion e n ella resa dell’im m agin e (fig. 90). 615 Per ricostru ire u n qu adro gen erale si son o con siderate oltre, logicam en te, a tu tte le lastre a posto, an ch e i m arm i m obili con form u lario in tegrabile com pletam en te, tran n e le iscrizion i rin ven u te n elle rovin e della scala, di sospetta proven ien za su bdiale, con u n totale raggru ppam en to di 108 iscrizion i. Non son o state ovviam en te com prese in tale repertorio le epigrafi delle gallerie del gru ppo F sicu ram en te ricon du cibili al IV secolo (FD11-FD14, F17-F19, FT6-FT14) per le qu ali si veda in fra, pp. 149-153. 616 ICUR V 13971*L , 14426*L , 14997*G , 15071 G (scala); 14974 G (con m on ogram m a del n om e), 14261 L, 15101*G , 14281?*L (F1); 15007 ®G = 15078*G , 14380*L, 14698 L, 14423 L, 14653 L (F2); 15094 G , 15012 G (F7); 14355 L (F7); 15077a*G , 14314b*L, 15002 G ( qug¥thr); 15021 G , 14221 L (birgo; F14); 14047 L, 15066 G ( kËra; F23); 14042 L, 14059 L, 14297 L, 14620 T, 15032a G (F24); 15137 G (F26); 14381 L, 15136a G , 14437 L, 15132b G , 14987a G (F22); 14284*L, 14265*L (F[G]6); 14369 ®L, 14340b*G , 15025b*G (F10); 15136b*G , 14247*L (F11); 14595*L, 14033 L (pater); 14636*L (F15), 15140*G , 14269*L, 14046 L, 15143 G , 14522d*L (F16). 617 In gen erale, delle 108 iscrizion i con siderate, 71, pari al 67,7% son o latin e e solo il 34,3% son o in greco. 618 ICUR V 14724 L (F7), 14503 L (F24), 14437 L (F22). 619 ICUR V 14621*L (scala), 14424 L (F8), 13968 L (F24), 14366 L (F25), 13976*L (F23), 14626 L (F21), 14998 G (F13). 620 ICUR V 14358*L (F2), 14142 L (F26), 14248*L (F16). 621 ICUR V 14102 L , 14106 L (F6), 13991*L (F16). 622 ICUR V 15088*G , 14001*L , 14073*L , 15105*T , 14679*L (scala); 14282 L (F1-3); 14712 L (F6); 14713 L (F27); 14432 ®L (F14); 14508*T (Fa, form a); 14082 L (F20); 14464 L (F27); 14590 ®L (F21); 14516 L, 14502 L (F11), 14086*L (F13); 14659 ?®L (F16). Rari, n el con testo esam in ato, e verosim ilm en te associabili ad occu pazion i più tarde, gli epitaffi con la form a hic e verbo di deposizion e/riposo (ICUR V 14239 L da F11) o con espression i relative all’acqu isto del sepolcro (ICUR V 14456*L a posto su u n a form a di F1). 623 ICUR V 14486 L (F1), 14691 L (F3), 15085*G (F25), 14078 L (F10), 14129 L (F13). CAPITOLO 4 - SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA 105 docu m en ti, poi, l’epitaffio poten zia e ren de più eviden te lo specifico cristian o, soprattu tto con le form u le acclam atorie di ch iara valen za escatologica ch e caratterizzan o sei iscrizion i in greco (figg. 9195) rin ven u te, talora a posto, n ella galleria in asse con la scala e n elle diram azion i del settore n ord 624 , di cu i la reiterazion e del form u lario poco com u n e, accan to ad u n a striden te diversità paleografica, su ggestion a su lla possibilità di cogliere u n in teressan te fen om en o di stan dardizzazion e, forse an ch e di origin e em u lativa, n on estran eo ai cim iteri sotterran ei com u n itari, n on solo n ell’am bito del repertorio epigrafico. L’apparato delle figu razion i in cise ch e spesso corredan o il testo in scritto o, n on in poch i casi, risolvon o l’iden tità della lastra, risen te pu re di scelte “tradizion ali”625 , con u n a spiccata preferen za per im m agin i di volatili (27,5%), talora n ell’atto di beccare da u n ram o 626 , per l’án cora (14,9%) 627 e per le raffigu razion i di alberi (7,9%) 628 , sem pre associate però ad altri elem en ti, m a an ch e per il m on do bu colico, con pastori (1,6%) 629 e ovin i (7,9%) 630 ; più rare risu ltan o figu re au torappresen tative degli stessi defu n ti, frequ en tem en te oran ti 631 o an ch e im pegn ati in qu alch e attività 632 . Ma tale repertorio è particolarm en te in dicativo per ricom porre alcu n e pecu liarità legate alla con n otazion e sociologica del con testo, ch e, si è già eviden ziato, rivela caratteri piu ttosto m odesti: esso presen ta u n ’altissim a con cen trazion e, rispetto all’in tera rete cim iteriale, di attestazion i di m estieri 633 , relative alla lavorazion e della pietra 634 e dei m etalli 635 , alle attività com m erciali 636 e al m on do della m edicin a 637 ; son o poi docu m en tati u n m acellaio 638 , u n calzolaio 639 , u n falegn am e 640 , u n o scriba 641 , u n artigian o tessile 642 e, probabilm en te, u n a pettin atrice 643 . Non em ergon o, dal pan oram a epigrafico com plessivo, in dicazion i per defin ire in dettaglio la cron ologia del sepolcreto in qu esto assetto, se n on gen erich e con n otazion i proprie di u n con testo legato a m odelli di au toreferen ziazion e an cora piu ttosto elem en tari ed arcaici 644 . In tale qu adro, in cu i, tra l’altro, acqu ista sign ificato an ch e l’assen za di tecn ich e epigrafich e estem poran ee ben diffu se n elle region i cim iteriali del IV secolo 645 e verso il qu ale orien tan o coeren tem en te le scelte plan im etrich e 646 , le form e di occu pazion e sepolcrale, le tipologie dei locu li, an cora piu ttosto cu rati, e 624 ICUR V 15119* (scala), 15133 (F1-F3), 15080* (F8), 15060* (F22), 15006 (F27), 15022 ® (F16); è in latin o l’iscrizio n e ICUR V 14140 L (F26) con la form a in deo in ven iaris. Van n o affian cati a qu este attestazion i an ch e alcu n i docu m en ti pertin en ti ad u n repertorio appen a più m atu ro, e qu in di espression e di u n u so protratto, com e gli epitaffi ch e u tilizzan o il verbo refrigerare ICUR V 14029 L (F23) e 14805 L (F13; vd. F E R RUA 1991, pp. 71-73 e CARLE TTI 1997, p. 146) o n essi di vario tipo allu sivi all’an im a, ICUR V 14336 L (F21), 14124*L (F[G]6), 14994*G (F10, form a). La lastra 14808 L (F23) riporta l’espressio n e accepisti dei gratia e la 14100*L (F16) sem bra ricalcare u n form u lario più con su eto n ell’epigrafia ebraica (vd. an ch e in fra, n . 634 e n . 989 p. 153). 625 Tu ttavia, rispetto al repertorio figu rativo gen erale delle origin i va n otata la com pleta assen za, n ella region e F, di rappresen tazion i di pesci, in effetti pu re m olto lim itate già n elle gallerie del gru ppo G (su pra, p. 54 e in fra, p. 111). 626 ICUR V 14426i, 14075, 13971, 14621, 15105, 15223, 15133, 14134, 15209h , 14698, 15212a, 15209i, 15094, 15060, 14808, 14503, 14140, 15137, 15205d, 14626, 15034, 14516, 14086, 14595, 15230, 14636, 15216, 15212b, 15022, 15214b, 14046, 15215b, 15206c, 15213b, 15208h . 627 ICUR V 13971, 15244, 15223, 14653, 15212, 15248g, 15006, 15247, 14369, 15248f, 15245a, 15245c, 15245d, 15248h , 15077b, 15212b, 14248, 15246a, 14284. 628 ICUR V 15105, 15223, 14653, 14808, 15137, 14351, 15230, 15232. 629 ICUR V 15201a, 15201b. 630 ICUR V 15211g, 15211h , 15211c, 15066, 14351, 15231f, 15230, 15231b, 15232, 15211i. 631 ICUR V 15119, 14059, 15137, 14351, 15196d, 15196a. 632 ICUR V 15199, 15200 (n ella più tarda FT5 14480, con u n fan ciu llo in attività lu dica). Van n o an ch e ricordate le figu razion i con tem i biblici (ICUR V 14284) e i segn i grafici m en o con su eti, tra i qu ali ricorre la ru ota a qu attro raggi (15265a, 15265b) e qu ella a sei raggi (15265c, 15265d, 15265f). 633 Dei 49 docu m en ti epigrafici della catacom ba, ben 23, pari al 46%, di cu i 9 a posto, son o localizzati n ella region e F; tra qu esti van n o an ch e con siderate le du e lastre delle più tarde gallerie FT (ICUR V 14565 da FT2, relativa alla lavorazion e della terra – m a n on sicu ram en te riferita ad u n m estiere, visto ch e il defu n to è u n bam bin o –, e 14193 da FT4, di u n m acellaio), ch e in du con o a riflettere su lla con tin u ità delle ten den ze in sediative an ch e n el periodo su ccessivo. Le altre attestazion i proven gon o dalla region e G-H (ICUR V 14187, 15261a, 14112, 14596; in fra, pp. 109-112) e dagli ipogei su periori L (ICUR V 15049), dall’area della spelu n ca m agn a (15258p, 15258g, 14174p, 14985, 15259, 14704, 15258r) e dalle region i a n ord di qu esta PT/E (14815a-b, 14583, 14237, 15258q, 14120, 15253b) e D (15258i) e a su d (15258m ). L’in tera docu m en tazion e è raccolta e valu tata da B ISCONTI 2000 (vd. Pian te XI e XII per la distribu zion e dei m an u fatti). 634 F13: ICUR V 14998 (B ISCONTI 2000, Id4.10, p. 168); F15F16: ICUR V 15258o (B ISCONTI 2000, Id5.16, p. 170), 14920b (B ISCONTI 2000, Id9.24, p. 177), 14100* (B ISCONTI 2000, Id4.8, pp. 167-168). 635 F10: ICUR V 15258l (B ISCONTI 2000, VIIIb3.7, p. 213); F26: ICUR V 15254c* (B ISCONTI 2000, VIIIb3.6, p. 213), 15254dd’* (B ISCONTI 2000, VIIIb2.9, p. 211); F[G]6: ICUR V 14124* (B ISCONTI 2000, VIIIb2.6, p. 211). 636 F7: ICUR V 15236 (B ISCONTI 2000, XIIIb1., p. 231); F10: ICUR V 15247* (B ISCONTI 2000, XXIIIa2.7, p. 254); F11: ICUR V 14516 (B ISCONTI 2000, Vb3b.16, p. 204); F15: ICUR V 15256* (B ISCONTI 2000, IVb2.39, p. 196); F22: ICUR V 15257 (B ISCON TI 2000, XXIIIa2.8, p. 254); F23: ICUR V 13976*. 637 F1: ICUR V 15255* (B ISCONTI 2000, XVa2.2, pp. 234235); F15: ICUR V 15261b (B ISCONTI 2000, XVa3.1, p. 235). 638 ICUR V 15258n in F11 (B ISCONTI 2000, VIa6., p. 206). 639 ICUR V 14620 in F24 (B ISCONTI 2000, XIa1.6, p. 219). 640 ICUR V 14260 in F[G]6 (B ISCONTI 2000, Xa1.2, p. 217). 641 ICUR V 14691 in F3 (B ISCONTI 2000, XXb7, p. 248). 642 ICUR V 14749 in F[G]6 (B ISCONTI 2000, IXa1.2, p. 215). 643 ICUR V 15025* in F10 (B ISCONTI 2000, XIVa2.4, p. 233). 644 Si ricordi, poi, l’im pression e di an tich ità m atu rata dal de Rossi du ran te le prim e perlu strazion i della scala F (D E R OS SI 1872, p. 69, m a già su pra, p. 58 n . 362). 645 Non si son o docu m en tate, n elle gallerie in qu estion e, iscrizion i a n astro su calce – tran n e du e sporadici segn i letti dagli scavatori in F25 e Fo21 (su pra, p. 104 n . 612) –, n é, soprattu tto, cristogram m i e palm ette. 646 Vd. già su pra, p. 103. 106 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO la risolu zion e volu m etrica del cu bicolo Fa 647 , posson o essere a ragion e valorizzati gli u n ici in dicatori più pu n tu ali caratterizzan ti il con testo, u n a coppia di m on ete d’argen to iden tich e poste su l bordo su periore di u n locu lo basso della parete n ord di F27, di cu i, qu ella con servata, reca su l dritto la legen da GALLIE NVS PIVS AVG(u stu s) e il bu sto radiato verso destra dell’im peratore del 260-268 648 , e u n a lastra baccellata qu asi in tegra, recu perata n el m aggio 1907 du ran te lo scavo della galleria F20 649 . Qu esta presen ta, n el cam po cen trale liscio, l’im m agin e, a rilievo piu ttosto basso, di u n pastore crioforo, rivolto a sin istra, in tu n ica esom ide e gam bali, e, per caratteristich e dell’in taglio e delle trapan atu re, si avvicin a ad u n a serie di prodotti ascrivibili a officin e operan ti n el terzo qu arto del III secolo. In oltre, n el tratto F8 dell’am bu lacro assiale, u n locu lo risu lta ch iu so m edian te l’adozion e di u n laterizio con il bollo circolare a lettere cave OFF(icin a) S(u m m ae) R(ei) F(isci) TE MP(esin a), tipo CIL XV 1634, relativo ad u n a figlin a ch e si ritien e operan te in m odo m assiccio in età dioclezian ea 650 . E proprio n ei decen n i com presi tra la prim issim a età gallien ica e gli an n i a cavallo tra la fin e del III e gli in izi del IV secolo si ritien e possa essere adegu atam en te collocata la m assim a espan sion e a n ord dell’im pian to F e la pressoch é com pleta fru izion e di qu esti van i 651 . La region e della “scala m aggiore” (G) La storia del cim itero sotterran eo in stallato, si è visto, en tro i prim i decen n i del III secolo 652 e costitu ito dal gru ppo di gallerie della region e G (o della “scala m aggiore”) du ran te la secon da m età dello stesso si riassu m e sostan zialm en te in u n rei- 647 Poco in dicativa appare, stan do allo stato delle ricerch e, la con figu razion e dei du e arcosoli del van o ch e n ell’an alisi di N UZZO 2000a, p. 128, tipo Aa1, son o risu ltati apparten ere ad u n tipo ad arco a tu tto sesto diffu so soprattu tto n el IV secolo. 648 Il reperto pu ò essere assim ilato a vari esem plari in S E ABY 1952-87, 4, pp. 60-110. Su lle du e m on ete e su l loro rin ven im en to vd. an ch e su pra, p. 103 n . 611; n on è leggibile in m odo sign ificativo per u n ’iden tificazion e pu n tale, si è detto, l’im m agin e di u n m edaglion e im periale im pressa n ella m alta di u n locu lo della m edesim a galleria. Poco in dicativo ai fin i cron ologici il bollo rettan golare a lettere rilevate su tre righ e CIL XV 297a, degli an n i 123-138, letto (m ale!) n el 1907 n el tratto F6 della galleria cen trale (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p., g. A) e tu ttora a posto. 649 B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p., g. K1. Si ritien e ch e tale m an u fatto (Repertoriu m , n . 570 p. 235, tav. 88; il pezzo è in ven tariato con la sigla PRE 01476), con servato all’im bocco dell’am bu lacro F20, possa essere stato m esso in opera su l parapetto di u n o dei du e arcosoli del cu bicolo Fa. 650 S TE INBY 1986, pp. 118-119, Serie 4a-b. 651 Forse n on priva di sign ificato, in tal sen so, la presen za di u n fru stu lo di iscrizion e (ICUR V 13963b) scoperto in F10, in cu i il Ferru a ricostru isce i n om i dei du e con soli del 262 o del 298. terato u so sepolcrale degli am bien ti già dispon ibili, con m in im e aggiu n te plan im etrich e estem poran ee dipen den ti da qu esti, e, soprattu tto, n ell’im portan te svilu ppo a su d con il sistem a di am bu lacri H , poten zialità evolu tiva già con siderata e prevista n el prim itivo ipogeo 653 (fig. 97). È u n a su pposizion e ovvia, ben ch é docu m en tata solo da tracce sporadich e e n on di im m ediata corrispon den za cron ologica, ch e la fru izion e dell’organ ism o, dopo l’u ltim o sign ificativo in crem en to degli spazi sepolcrali orien tabile in torn o agli an n i cen trali del III secolo 654 , si rivolse, per alcu n i decen n i, ad u n ’occu pazion e in ten siva dei settori dispon ibili, parietali e, ad u n tem po, pavim en tali, qu esti u ltim i, si pu ò riten ere, soggetti ad u n u tilizzo m en o sistem atico e logicam en te posteriore alle tom be aperte n egli elevati. Risu lta degn o di osservazion e, in fatti, ch e lo scarso n u m ero di form ae segn alate attraverso il rin ven im en to di lastre in scritte di ch iu su ra 655 sem brin o tradire, proprio m edian te le risolu zion i epigrafich e, la con n ession e con m om en ti ten den zialm en te più m atu ri rispetto al con testo gen erale: tra le tom be a fossa docu m en tate du ran te i lavori del 1907-1908 n ella galleria in asse con la scala G1-G2 656 , du e recavan o u n a copertu ra m arm orea con iscrizion e, rispettivam en te con il n om e della defu n ta S evera 657 e con u n n esso m on ogram m atico on om astico 658 ; l’iscrizion e apposta su u n a form a “in prin cipio” dell’am bu lacro [F]G6 659 , n el tratto, appu n to, origin ato da G1 660 , an cora in greco com e qu elle su i locu li dello stesso van o 661 , accom pagn ava al n om en sin gu lu m la form u la au gu rale (e)„rËn<h> soi662 ; in G5, an cora a ch iu su ra di u n o dei sepolcri terragn i, di cu i si docu m en ta la presen za an ch e sem plicem en te per la percezion e dei vu oti sotto il su olo, l’epitaffio della m adre ben em eren s Ciriaca, de- 652 S u pra, part. pp. 33-46. Si è n otato (su pra, p. 39 n . 231 e p. 53) ch e la garan zia di u n a program m azion e verso su d già prevista con lo scavo dell’am bu lacro G5, da cu i H vien e diram ata, è offerta dalla m an can za di locu li su lla parete su d di G5, per u n bu on tratto di ca. 3,00 m , proprio dove sarebbe stata creata l’apertu ra. 654 S u pra, pp. 53-56. 655 Man ca, in fatti, per i sepolcri pavim en tali u n a docu m en tazion e esau stiva con n essa ad u n ’in dagin e sistem atica dei livelli pavim en tali. Sem bra di potersi in tu ire, tu ttavia, ch e, salvo eccezion i, le form ae in teressaron o gen eralm en te soprattu tto le gallerie prossim e alla scala e i cu bicoli. 656 B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p. an n ota gen ericam en te l’esisten za di form ae su l pavim en to. 657 ICUR V 14638b; l’associazion e con u n sepolcro terragn o si dedu ce solo dalle an n otazion i del B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p. 658 ICUR V 15148l; u n ’altra form a, su l m edesim o am bu lacro, prossim a all’apertu ra G7, è ch iu sa con m arm o an epigrafe. 659 ICUR V 14975. 660 S u pra, p. 56. 661 S u pra, pp. 53-54. 662 ICUR V 14975. Vd. già su pra, n . 329 p. 54. 653 CAPITOLO 4 - SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA dicato dai figli, è arricch ito dalla defin izion e dell’età vissu ta e si risolve con la più evolu ta form u la allu siva alla m orte recessit in pace663 . Ad u n a tom ba su l su olo del van o in trodu ttivo al cu bicolo Gb, in fin e, scoperta e valorizzata già du ran te i lavori del de Rossi 664 , era stato destin a to u n m arm o con epitaffio in greco lim itato al n om e della defu n ta (Oêran…a qug¥thr) a qu ello, logica m en te, del gen itore ( `Hrúdhj) e con aggiu n ta della form a di salu to propriam en te greco eêmer…tw (= eêmoire…tw), ch e aveva fatto sospettare al Bau m stark u n ’origin e orien tale della fan ciu lla 665 (fig. 96). La particolarità del docu m en to, tu ttavia, oltre ch e n elle scelte form u lari in edite rispetto al repertorio “di m assa”, le qu ali, con sideran do an ch e l’attribu zion e al van o riservato Gb 666 , n e segn alan o u n a com m itten za più privilegiata, risiedon o an ch e n ell’a spet to grafico ch e associa, ad u n ’eccezion ale cu ra n ell’in cision e e n ella resa geom etrica delle lettere, l’adozion e di segn i di in terpu n zion e a freccette sin u ose, riten u te, prim a dal de Rossi, qu in di dal Wilpert, tipich e di u n ’officin a operan te n el su bu rbio su d-est n egli u ltim i an n i del III secolo, alla qu ale vien e riferito an ch e il celebre epitaffio callistian o del papa Gaio, m orto n el 296 667 , oltre ch e u n ’iscri zion e del 289 dal com plesso di Dom itilla 668 . Dalla catacom ba di Pretestato alm en o altre du e epigrafi si ritien e possan o essere ricon dotte al m edesim o gru ppo di prodotti officin ali, la ch iu su ra di form a dall’am bu lacro [F]G6 con iscrizion e greca di ^AgrippŒna 669 e u n a lastra con datazion e con so - 663 ICUR V 14161. CARLE TTI 1997, part. p. 150; è sign ifica tivo ch e alcu n i degli esem pi epigrafici segn alati dall’au tore in relazion e alle form e verbali allu sive alla m orte, segn ali di u n “form u lario di tran sizion e” dal III al IV secolo, sian o accom pagn ati da date u tili per u n in qu adram en to del fen om en o alla fin e del III secolo (in particolare ICUR VII 19947 con l’espres sion e recessit è relativa all’an n o 298). Così, altri epitaffi dal form u lario più articolato e “evolu to” si eran o segn alati n el settore approfon dito del cu bicolo Gb (ICUR V 14119, con data di deposizion e, e 14607 – su pra, p. 54 e n . 332, m a vedi an ch e in fra, n . 672 –), dalla scala (ICUR V 13994, con form u la origin ale dalle im plicazion i escatologich e, in parte soggetta a traslitterazion e dal greco al latin o) e dalla galleria G4 (14112; vd. su pra, p. 54 n n . 321, 324; p. 56) e potrebbero in effetti apparten ere ad altret tan ti m om en ti più “tardi” rispetto alla defin izion e del con testo. 664 In fra, pp. 330-331. 665 B AUMSTARK 1911, p. 113. L’iscrizion e (ICUR V 15097) era stata valorizzata dal de Rossi – D E R OSSI 1872, p. 65 e D E R OSSI 1875, p. 64 – per u n a im probabile iden tificazion e con la figlia di E rode Attico, proprietario di u n ’estesa proprietà n ell’area (su pra, pp. 9-11); vd. an ch e ARME LLINI 1893, p. 400 e M ARUCCH I 1933, p. 295. 666 Non vi son o ragion i per credere con lo Styger (S TYGE R 1933, pp. 149 e 153) ch e la lastra fosse stata riu tilizzata e ch e proven isse dal cu bicolo Go0 (vd. an ch e F E RRUA, ICUR 15097, ad com m ., p. 353). 667 ICUR IV 10584. Cfr. D E R OSSI 1864-77, I, pp. 295, 309 e II, p. 366 (in oltre D E R OSSI 1875, part. p. 64 per l’associazion e in teressan te con l’iscrizion e greca da Dom itilla ICUR III 7262, an ch ’essa di ch iara produ zion e officin ale); ICh I, p. 24; W ILPERT 1910, p. 52, fig. 19. Vd. anche J OSI 1935, p. 14 e p. 23. 107 lare del 291, tram an data dal Marin i, m a vista dal Boldetti n el 1719 ed estratta n el 1730 670 . Nello stesso cu bicolo Gb, e sem pre dalle testim on ian ze epigrafich e relative alla fase dell’approfon dim en to, pu ò apparire ch e in effetti l’occu pazion e delle n u ove su perfici assu m a, rispetto alle gallerie, u n ritm o più “rallen tato”: pu re caratteri di u n a prassi epigrafica alqu an to più m atu ra son o in siti n elle ch iu su re dei du e locu li della parete n ord, u n a costitu ita dall’epitaffio di S abin a, con u n ’articolazion e form u lare com plessa, l’abban don o di u n a cu ra particolare n ella procedu ra esecu tiva e la con flu en za di im precision i trascrittive 671 , l’altra segn ata da u n ’iscrizion e estem poran ea su lla calce di affission e parzialm en te leggibile lu n go il bordo su periore 672 . Va con siderato, poi, ch e u n a prolu n gata con tin u ità d’u so del prestigioso cu bicolo per m olti decen n i sem brerebbe docu m en tata an ch e da u n gru ppo di tre sarcofagi, du e dei qu ali in fan tili, ora ai Mu sei Vatican i, la cu i scoperta, alla m età del XIX secolo, è riferita appu n to alla “cripta della passio n e”; di qu esti du e risu tan o sicu ram en te in qu adrabili n ell’am bito del III secolo, il terzo è m eglio riferibile al prim o ven ticin qu en n io del su ccessivo 673 . An ch e n el gru ppo di am bien ti a ovest dello scalon e (G4, G14, Gc) la con tin u ità di u tilizzo n egli an n i su ccessivi alla prim a occu pazion e risu lta m olto ch iaram en te sia dalla costru zion e, in G4 e in G14, di robu ste fodere m u rarie, con fen estellae per tragu ardare alcu n i locu li retrostan ti, ch e potevan o garan tire la frequ en tazion e con travven en do 668 ICUR III 7376; vd. J OSI 1935, p. 23. ICUR V 14975; vd. su pra, n . 355 p. 58, p. 106. 670 ICUR V 13886; l’iscrizion e latin a deve apparten ere a u n a delle gallerie perlu strabili all’epoca del Boldetti (in fra, part. pp. 327-328), presu m ibilm en te della region e B o del gru ppo PE /PB, en tram be idon ee a tale in dicazion e cron ologica (in fra, pp. 132136; 136-146). Per il riferim en to alla su ddetta offici n a lapidaria di qu esto m arm o vd. già J OSI 1935, p. 14 e pp. 23-24. Va rilevato, tu ttavia, ch e l’in ciden za di epigrafi di più sicu ra produ zion e officin ale rispetto ad u n più am pio repertorio di m an u fatti “extraofficin ali” (per u tilizzare u n ’espression e adottata da CARLE TTI 1997, p. 160 e CARLE TTI 1998, p. 63) n el com plesso di Pretestato appare poco rilevan te. 671 ICUR V 14607: Dom in e coiu gi ben e m eren ti Egn atiu s a(n i)m (ae) du l(cis) / S abin e q(u ae) m e(cu m ) ben (e) vix(it) an (n os) XXXGII d(ies) XVI q(u )i[evit an ]n (os) XLGIII m [- - -] / i<n > p(ace). 672 ICUR V 14869a: [- - -]ra in pace. An ch e tale bordo era stato staccato du ran te i lavori del de Rossi e riposizion ato da E . Josi. Su ll’u so delle iscrizion i a n astro com e sin tom o di u n o svilu ppo eccezion ale di u n artigian ato epigrafico CARLE TTI 1997, part. pp. 159-160. 673 Si tratta della piccola cassa strigilata con cam pi figu rati alle estrem ità, n ei qu ali è u n a fan ciu lla sedu ta con u ccello in grem bo, a destra, e u n gen io alato a sin istra (W ILPE RT 1929-36, III, tav. CCLXXVI, 1; G ÜTSCH OW 1938, pp. 157-158 n . 4; G E NNACCARI 1997, n . 15, p. 852. Datazion e: III secolo); del sarcofago in fan tile con coperch io a tetto e, su lla fron te della cassa, defu n ta su parapetasm a tra gen i alati (H USKINSON 1996, n . 8.14, p. 57; G E NNACCARI 1997, n . 12 pp. 848-850. Datazion e: 250-300); del m an u fatto Repertoriu m , n . 74 p. 66, con oran te e pastore crioforo (datazion e: 320-325). 669 108 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 90 – Lastra con ovin o dalla region e F (Arch ivio PCAS). Fig. 91 – Scala F: ICUR V 15119. Fig. 92 – Galleria F8: ICUR V 15080. Fig. 93 – Galleria F23: ICUR V 15060. Fig. 94 – ICUR V 15006. Fig. 95 – Galleria F15/F16: ICUR V 15022 (apografo da J OSI , Taccu in o n . 1). Fig. 96 – Cu bicolo Gb: ICUR V 15097 (Arch ivio PCAS). CAPITOLO 4 - SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA ai problem i statici, sia per le eviden ti alterazion i dell’assetto volu m etrico del cu bicolo Gc: il van o, in fatti, da spazio ch iu so e riservato ven n e trasform ato, m edian te il rialzam en to della volta di ca. 0,94 m e lo sfon dam en to del lato occiden tale, in u n pu n to di sn odo di du e corte gallerie, u n a diram ata verso ovest (G13) e u n a secon da, ad an golo, prolu n gata a su d per 3 m (G17) e qu in di piegata a gom ito in direzion e della scala G, con an dam en to appen a cu rvilin eo (G16) 674 . Le sepoltu re predisposte in qu esti am bien ti son o ten den zialm en te costitu ite da locu li piu ttosto gran di, ch iu si con lastre fittili o m arm oree in scritte, figu rate o sem plicem en te an epigrafi 675 ; degli otto epitaffi an cora a posto, qu attro n el braccio G13 676 e qu attro in G17-G16 677 , ben cin qu e si riassu m on o n el sem plice n om e del defu n to, n om en sin gu lu m 678 o, in m aggior n u m ero, du o n om in a 679 , e solo du e son o m en o in distin tam en te caratterizzati con la data di depositio 680 e con la form a pis(tË)681 . E lem en to caratterizzan te u n sepolcro risu lta essere u n vasetto vitreo m in iatu ristico con corpo globu lare e orlo m olto estroflesso, affisso su u n locu lo di G13 682 . La sin golare con figu razion e plan im etrica di qu este corte gallerie aggiu n te n asce dalla n ecessità di organ izzare piccoli van i en tro u n settore già segn ato da diverse escavazion i: se il braccio G13, è ovvio, trova u n lim ite per u n ’u lteriore prosecu zion e a ovest dalla presen za di G14, la diram azion e m eridion ale G17 piega e cu rva con G16 per evitare u n con tatto rovin oso con u n corridoio del gru ppo H (H o5), eviden tem en te già scavato 683 . Tu ttavia u n con tatto tra i du e am bien ti è eviden te n ell’an golo tra G17 e G16, dove u n o sfon dam en to tra u n locu lo di H o5, di cu i si con serva la ch iu su ra, e u n sepolcro scavato da G16 determ in ò la defin izion e di u n van o sepolcrale di in u sitate dim en sion i, u n vero e proprio polian dro ch iu so da 674 G18, per errore, n ella pian ta T OLOTTI 1978, tav. I. Non è esclu so ch e si possa ascrivere già a qu esta fase il riu so delle lastre con la parte in scritta rivolta all’in tern o del sepolcro, in dividu ate n el van o Gc: su pra, pp. 53, 54. 676 ICUR V 15098, 14094, 15146, 15208i. 677 ICUR V 15112, 14271, 14273, 14448. 678 ICUR V 14094 (Bu rden tiu s) e 15112 (SatornŒna). 679 ICUR V 14271 di Flaviu s Eu frosyn u s (con vaso), 14273 di Flaviu s Gregoriu s, 14448 di Marcia Tyran is dalla galleria G16; an ch e in ICUR V 15098 e 15146 il defu n to è caratterizzato dal doppio cogn om en . 680 ICUR V 15146: su lla lastra, però, l’epitaffio con data di deposizion e è aggiu n to – F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 359 – a qu ello più an tico di LoukŒna Kal¥polij. 681 ICUR V 15098. Il corredo disegn ativo di qu esto gru ppo epigrafico ripropon e du e volte l’án cora (ICUR V 15098 e 15146), altrettan te l’u ccello (ICUR V 15208i e 14273). 682 Un con fron to pu n tu ale per qu esto oggetto è offerto da u n vetro dalla catacom ba di Felicita edito da S ALVE TTI 1978, p. 126, qu in di da R. G IULIANI , in Ch ristian a loca 2001, p. 90. 675 109 u n m u ro in opera listata. Tra le sepoltu re all’in tern o, du ran te i lavori del 1951, ven n e in dividu ato u n cadavere vestito di porpora 684 . L’u ltim o, im portan te capitolo dell’esten sion e plan im etrica dell’ipogeo G è però rappresen tato dallo svilu ppo della region e m eridion ale H (fig. 97), origin ata da u n lu n gh issim o asse n ord-su d (H ), ch e ven n e scavato dall’am bu lacro G5, a 2,90 m dall’apertu ra di qu esto su G1; su lla diram azion e H , estesa fin o a qu asi 48 m , si affron tan o du e serie di gallerie ortogon ali, dieci verso est e otto verso ovest 685 , in tervallate da tratti più brevi (3,60 m ) a n ord e più am pi (4,40 m ) tra le cin qu e gallerie del settore su d. Di qu elle del gru ppo occiden tale n on è possibile segu ire l’in tero svilu ppo plan im etrico per i con sisten ti in terri ch e n e bloccan o sistem aticam en te, dopo soli poch i m etri (H o7, H o5, H 4, H o3, H o2', H o2) o in corrispon den za dello stesso im bocco (H o0', H o0''), il prosegu im en to 686 ; m eglio defin ibile appare l’assetto del settore orien tale dell’im pian to, con sei diram azion i di u gu ale lu n gh ezza (18,10 m ), le prim e cin qu e in sequ en za (H 8, H 7, H 6, H 5, H 3), la sesta (H 1) aperta dopo du e diram azion i più brevi (H o2'', H 2), rispettivam en te di 1,65 e di 6,25 m , e segu ita, a su d, da du e altri am bu lacri in vasi da terre. È in teressan te ch e l’esten sion e di qu este gallerie rispetti coeren tem en te u n a sorta di lin ea di con fin e est, u n asse virtu ale n ord-su d in corrispon den za del qu ale, tra l’altro, già i van i dell’im pian to G bloccavan o la propria evolu zion e plan im etrica 687 . La lu n ga galleria H ven n e scavata in du bbiam en te dalla qu ota già approfon dita n ella fase defin itiva di G5, ben ch é, si è detto, la possibilità di svilu ppo a su d proprio con tali m odalità fosse già stata con siderata e prevista 688 : il prim o tratto dell’am bu lacro, in fatti, pu r ripren den do n ell’escavazion e in iziale l’altezza della volta di G5, m ostra 683 In fra. Giorn ale di scavo Ferru a, p. 41 (1951). 685 Non presen tan o la diram azion e affron tata ovest rispettivam en te la più setten trion ale e la più m eridion ale galleria del gru ppo est, n el prim o caso per l’eviden te in tralcio costitu ito dalla presen za della scala G. 686 Il dato degn o di atten zion e, tu ttavia, è ch e u n ’ispezion e, sia pu r m olto parziale, dei settori di qu esti am bu lacri visibili al di là degli in terri – in particolare di H o3 e di H o2 – rivela u n im provviso rialzam en to delle volte verso occiden te, si ritien e fru tto del con tatto con u n altro sistem a di gallerie (X1, X2), di cu i il com plesso ipogeo n oto sem bra in tercettare sporadicam en te lu n go il m argin e ovest alcu n i van i (X3, X4, X5, X6). Su lla possibilità di altre presen ze n el settore occiden tale, correlabili ad u n ’area di su perficie den sam en te in sediata n ella tarda an tich ità, vd. in fra, p. 247. 687 S u pra, p. 36. 688 S u pra, p. 39 n . 231 e p. 53. 684 110 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 97 – Stralcio plan im etrico. Region e della “scala m aggiore” (G) con eviden ziazion e delle gallerie riferibili all’espan sion e a su d (H ). CAPITOLO 4 - SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA 111 u n ’im m ediata e progressiva ridu zion e dell’am piezza verticale del van o da 4 m a ca. 2,20 m , m an ten u ta fin o all’estrem ità m eridion ale della stessa diram azion e e, ad u n tem po, grosso m odo n egli assi trasversali, con il passaggio dalla prim a pila di otto piccoli locu li con sottili diafram m i ad u n a dispo sizion e ordin ata di file di cin qu e o qu attro tom be ch e si su ssegu on o sistem aticam en te su lle pareti. Tale im pian to è caratterizzato, in gen erale, da u n ’occu pazion e sepolcrale particolarm en te om ogen ea, con l’adozion e sistem atica di locu li di esecu zion e veloce ed esiti di m in ore accu ratezza rispetto a qu elli della region e di origin e 689 , ch iu si con laterizi o, più raram en te, lastre m arm oree iscritte 690 ; u n u n ico sepolcro di tipologia più ricercata è rappresen tato da u n a tom ba del tipo a fin estra, aperta su lla parete su d della galleria H 1 e predisposta per otto in u m azion i an cora a posto 691 ; in oltre, n ella galleria H 5 è ricon oscibile, m a m olto m an om es so da in terven ti m odern i, u n sepolcro a m en sa. Per u n a defin izion e tem porale della region e, pu r in u n qu adro estrem am en te povero di riferim en ti tem porali precisi, van n o con siderati con testu alm en te lo stretto legam e evolu tivo con l’in stalla zion e prin cipale G, rispetto alla qu ale, è du n qu e ch iaro, le gallerie del gru ppo H costitu iscon o u n ’aggiu n ta organ ica e program m ata, ben ch é segn ata da u n im poverim en to decisivo dei caratteri fru itivi, e la scelta dello sch em a plan im etrico ad assi bilaterali affron tati, cd. “a spin a di pesce”, ch e sem brerebbe con n otare l’escavazion e di im pian ti cim iteriali collettivi “du ran te la secon da m età del III secolo e i prim i an n i del IV”692 . Segn ali sign ifi cativi per u n in qu adram en to di tale svilu ppo esten sivo a su d proprio n egli u ltim i decen n i del III secolo, con ogn i probabilità n on oltre la fin e di qu esto, proven gon o n on solo dalle pecu liarità esecu - tive delle tom be a locu lo – scelta praticam en te u n ivoca, si è detto, n ell’in tera region e –, ch e con traddistin gu on o form e di occu pazion e più rapide e in ten sive delle su perfici rispetto alle prim e fasi 693 , m a an ch e dal repertorio gen erale dei m ateriali, soprattu tto dal corredo grafico delle tom be, sostan zialm en te an corato a m odu li tecn ico-form u lari piu ttosto arcaici, pu r con alcu n i sin tom i di u n ’in iziale m atu razion e, e, soprattu tto, privo di elem en ti qu alificativi com e palm ette su calce e cristogram m i, ricorren ti in vece in aree dalla cron ologia più avan zata 694 ; tra le 15 iscrizion i con form u lario com pleto dalla region e, di cu i soltan to qu attro, pari al 26,7%, in lin gu a greca 695 , prevalgon o an cora qu elle con n om en sin gu lu m (46,6%) 696 , talora accom pagn ato dalla form u la in pace (20%) 697 o dalla data di deposizion e (6,6%; fig. 98) 698 , m en tre dal pu n to di vista dell’apparato figu rativo si trovan o reiterate im m agin i di án core 699 , u ccelli 700 e pesci 701 , m a an ch e di alberi 702 . È poi in du bbio, per ch iare in terferen ze stru ttu rali, ch e lo svilu ppo e l’u so prim ario delle gallerie del gru ppo H si con clu sero in u n periodo ben più an tico dell’im pian to della soprastan te region e I, creata, si vedrà, n ei decen n i cen trali del IV secolo 703 : in particolare, il taglio dell’am bu lacro IL3 sfon dò la volta dell’asse cen trale H 704 e così per la realizzazion e dei du e arcosoli della parete m eri dio n ale di IL2 e dei du e stipiti di ILb si dovette ricorrere all’irrobu stim en to della sottostan te galleria H 1, con poderosi pilastron i realizzati dopo ch e il diafram m a tu faceo tra i du e am bien ti era crollato 705 . 689 N UZZO 2000a, p. 130 in dividu a n ella region e H essen zialm en te locu li del tipo L5 (scavati n el tu fo, con apertu ra trapezoidale e pian ta trapezoidale). 690 Si con servan o a posto le lastre ICUR V 14246 in H , 14384, m a con le lettere verso l’alto, in H 8, 14167, 14706b, 15061, 15068 e 15108 in H 7 e 15221 in H 4. Son o verosim ilm en te tracce legate ad u n ’occu pazion e più tarda, al riu so cioè, di alcu n i organ ism i, sia alcu n i locu li in gran diti per sepoltu re m u ltiple in H 5, sia, probabilm en te, le ch iu su re con m u retti in tu felli di alcu n i sepolcri (in fra, p. 170). 691 N UZZO 2000a, p. 130 ritien e ch e le varie deposizion i fossero separate da “elem en ti fittili asportati con la violazion e”. 692 F IOCCHI N ICOLAI 1998, pp. 29-30 e F IOCCHI N ICOLAI 2001, pp. 40-42 con diversi esem pi. Cfr., per una valutazione generale di tali scelte e per i rapporti analogici con la regione PE/E dipendente dalla regione centrale, infra, pp. 136-138, 142, 145-146. 693 N UZZO 2000a, part. p. 181. 694 È pu re sin tom atico ch e m an ch in o del tu tto, n ella region e, iscrizion i estem poran ee su calce fresca. Non posson o rivestire u n ru olo sign ificativo alcu n i rin ven im en ti epigrafici della galleria H , in particolare l’iscrizion e datata al 341 o al 395 (ICUR V 13896), presu m ibilm en te ascrivibile ad u n o dei van i soprastan ti delle region i I o L o an ch e all’area su b divo, da cu i tra l’altro si presu m e proven gan o an ch e diversi fram m en ti di m osaico con servati n ell’am bu lacro (su pra, n . 168 p. 25). 695 ICUR V 15015 G , 15061*G (fig. 98), 15068*G , 15108*G . Su ll’in ciden za delle iscrizion i in lin gu a greca n ella region e G vd. su pra, p. 54. 696 ICUR V 14246*L , 15015 G , 14615*L , 14560 L , 14402 L , 15068*G , 14706b L. 697 ICUR V 14230 L , 14414 L . In ICUR V 14167*L è an ch e l’età vissu ta (fig. 99). 698 ICUR V 15061*G . Presen ze m en o sign ificative per im patto qu an titativo in rapporto alle tipologie dei form u lari son o costitu ite dagli epitaffi ICUR V 14384*L, 14569 L, 14420 L e 15108*G . 699 ICUR V 14246*L , 14560?, 15221*. 700 ICUR V 15219 ® , 14167*L , 15221*. 701 ICUR V 15219. 702 ICUR V 15221*. 703 In fra, pp. 240-246. 704 Tra l’altro, è pu re eviden te ch e il prolu n gam en to a gom ito verso su d della stessa galleria sia obbligato dalla n ecessità di n on in tercettare il settore più alto di H o2 – su pra, n . 686 p. 109 –. 705 Nello stesso m odo il più tardo arcosolio del cu bicolo Loc dell’ipogeo soprastan te – in fra, p. 161 – avrebbe sfon dato la volta della galleria H 6. 706 I m om en ti di vitalità docu m en tati su ccessivam en te (in fra, pp. 165-170) saran n o, per lo più , espression e di u n siste m a ripiegato su se stesso, con form e di u tilizzo m irate a siste - E n tro la fin e del III secolo, du n qu e, l’im pian to sotterran eo costitu ito dalle gallerie in iziali del gru p po G e dallo svilu ppo a su d H con osce la su a de fin itiva evolu zion e topografica 706 , raggiu n gen do, 112 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO con l’an n ession e dei circa 200 m etri lin eari dei van i H , u n ’esten sion e plan im etrica m isu rabile in torn o ai 400 m 707 , n ei lim iti di u n a su perficie corrispon den te a ca. 3820 m q. In sin tesi, la storia dell’origin aria in stallazion e sotterran ea G n el corso dei decen n i del III secolo propon e u n m odello evolu tivo ch e riassu m e, attraverso u n a verifica dettagliata degli aspetti fru itivi proprio in term in i n u m erici, le problem atich e di svilu ppo delle più an tich e aree cim iteriali com u n itarie, segn ate, m olto sem plicem en te, da u n progressivo e n atu rale poten ziam en to qu an titativo degli organ ism i sepolcrali, da u n a vera e propria “scalata” del sen so collettivo n ello spazio fu n erario, en tro param etri in qu alch e m odo im pliciti n elle prim issim e fasi di im pian to, in siti, cioè, essen zialm en te n elle scelte delle tipologie plan im etrich e, n ei con dizion am en ti degli assetti proprietari, n el carattere dei fru itori 708 : il gen erale svilu ppo plan im etrico dell’ipogeo ch e, n elle diverse fasi ricostr u ib ili 709 , a n d ò p r ogr essiva m en te a m p lia n d o l’origin aria rete corrispon den te a soli 67 m lin eari con aggiu n te di alm en o 37 m dopo il prim o appro fon dim en to e di oltre 298,4 m dopo il secon do 710 , va letto in stretta correlazion e con i dati n u m erici em ersi da u n sem plice com pu to delle tom be visibili 711 , letteralm en te m oltiplicate attraverso i sin goli passaggi evolu tivi. Se con il prim o progetto di am pliam en to delle su perfici si pu ò docu m en tare l’aggiu n ta di alm en o 217 sepolcri ai 118 già esisten ti 712 , il pu n to di arrivo di qu este trasform azion i avven u te in poch i decen n i h a com e con segu en za la creazion e di oltre 1300 u n ità sepolcrali n ell’ipogeo 713 , dato n u m erico su scettibile di u n n otevole in crem en to se si con sideran o la presen za di van i an cora in terrati 714 e la scarsa docu m en tazion e relativa a stru ttu re terragn e, n on ch é solo m in im am en te ch iarifican te del qu adro qu an titativo reale delle deposizion i, poten ziato en orm em en te m atici fen om en i di rioccu pazion e degli organ ism i sepolcrali già esisten ti, soprattu tto, si vedrà, in correlazion e con u n a serie di even ti assolu tam en te in n ovativi docu m en tabili n ell’area di su perficie. 707 Dato m in im o su scettibile di au m en to se si con sidera il n u m ero di gallerie in terrate della region e H , sen za le qu ali le gallerie del gru ppo raggiu n gon o più precisam en te 199,8 m , da som m are al totale di 202,6 m della region e G. 708 An ch e la con figu razion e geologica del su olo doveva esercitare la su a in flu en za su lle form e di im pian to e su lle m odalità di svilu ppo. 709 S u pra, pp. 33-58. 710 98,4 m m isu rabili in G e 199,8 m isu rabili in H . 711 Si è detto ch e i dati ricostru ibili son o logicam en te in dicativi solo in difetto per defin ire in term in i qu an titativi l’attività sepolcrale. 712 Cfr. su pra, p. 45 e n . 259. 713 In particolare 543 n ella region e G e 767 in H . 714 Ad esem pio la galleria G8, il tratto ovest di G4 e diversi am bu lacri del gru ppo H . 715 Si pu ò riten ere, in base a tu tte qu este valu tazion i, ch e le 1645 tom be ascrivibili all’im pian to G-H sian o ricon du cibili dalle sepoltu re bisom e o m u ltiple e dai fen om en i di riu so 715 . Il cim itero n ella cistern a (“region e cen trale”; fig. 100) Nella secon da m età del III secolo, in particolare n egli u ltim i decen n i di qu esto, va docu m en tato u n im portan te svilu ppo plan im etrico-m on u m en tale dell’area della spelu n ca m agn a, sollecitato an ch e, si pu ò ragion evolm en te in tu ire, dalla scelta di qu esto lu ogo per im portan ti sepoltu re, soprattu tto qu elle dei diacon i Felicissim o e Agapito n el 258 e qu ella, piu ttosto probabile, di papa Urban o n el 230 716 . Si è già con siderata la possibili tà ch e l’estrem o tratto orien tale della gran de galle ria, per alm en o 17 m , n on solo n on vada ricon dot to al preesisten te organ ism o idrau lico, di lu n gh ez za più lim itata 717 , m a sia probabilm en te di qu alch e tem po posteriore alla stessa prim issim a occu pa zion e sepolcrale della cistern a 718 ; i locu li aperti su lle pareti in pilae di qu attro o cin qu e elem en ti son o in parte visibili su l fon do delle stru ttu re arcu a te di rin forzo ch e, in prossim ità della scala est, diversam en te dalle in tegrali opere m u rarie di rive sti m en to n el resto della spelu n ca m agn a, risparm ia ron o la visibilità dei sepolcri, forse proprio perch é di più recen te realizzazion e e u so 719 . A qu esti apparten evan o du e m arm i in scritti trova ti an cora a posto du ran te i lavori di sgom bro e rin forzo di tale settore della spelu n ca m agn a n el 1962 720 , u n o, m u tilo a destra, in lin gu a greca con data di deposizion e e form u la Án e [„rËnV ]721 e l’epi taffio della n obile fan ciu lla Volu m n ia Vitrasia Fau stin a 722 . Su qu esto tron con e della spelu n ca m agn a, ad est di Ak, il più estrem o van o idrau lico accessorio, u n a serie di cin qu e am pie cam ere su lla parete n ord (Aom , Am , ATd, Al, Ap) e di du e an alogh i organ i sm i su qu ella su d (Aon , An ) 723 si con figu ran o con ad u n ’occu pazion e legata alm en o ad u n a cifra doppia di in u m ati. 716 S u pra, p. 71, m a an ch e in fra, p. 190. 717 S u pra, p. 17. 718 S u pra, p. 77. 719 Meglio, su tali stru ttu re m u rarie e su lla loro posizion e n ella sequ en za cron ologica, in fra, pp. 215-217, 221. 720 In fra, p. 336. Du ran te tale attività di recu pero si in terven n e pesan tem en te, con in tegrazion i m u rarie in m atton i, su lle su perfici an tich e e in particolare su lla volta, crollata in bu on a parte per l’esigu o spessore tu faceo ch e la divideva dal terren o soprastan te (F E RRUA 1964, p. 146; vd. figg. 356-357). 721 ICUR V 15122. 722 ICUR V 14728: [Vol]u m n ia Vitrasia Fau –/[s]tin a c(larissim a) p(u ella) q(u ae) vixit an n (os) n (u m ero) II m en se(s) V. Vd., per en tram be, già su pra, n . 459 p. 77. 723 Tra qu esti u ltim i du e si con servan o i resti di u n ’apertu ra rettan golare bloccata con m ateriale m odern o, ch e poteva in trodu rre ad u n terzo organ ism o dello stesso tipo, irrim ediabilm en te com prom esso dai crolli ch e segn aron o pesan tem en te qu esto settore della spelu n ca m agn a. CAPITOLO 4 - SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA Fig. 98 – Galleria H 7: ICUR V 15061. Fig. 99 – Galleria H 7: ICUR V 14167. 113 114 PARTE II IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 100 – Stralcio plan im etrico. Region e della spelu n ca m agn a con am bien ti laterali. CAPITOLO 4 - SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA 115 si cu rezza com e spazi appositam en te scavati con fin alità fu n erarie 724 , veri e propri cu bicoli, con gli in gressi n on affron tati m a appen a sfalsati su lla galleria di origin e, si pu ò pen sare per u n a scelta m otivata da u n a m aggiore sicu rezza statica. Caratteristich e di eccezion ale om ogen eità e m er gon o dall’an alisi dei cin qu e am bien ti m eglio con servati e esam in abili (Am , ATd, Al, Ap, An ) 725 , tu tti segn ati da u n a storia m on u m en tale com plessa, esito di u n u so sepolcrale prolu n gato e della ten den za all’in crem en to sistem atico delle sepoltu re m edian te l’aggiu n ta di tom be in m u ratu ra e di organ ism i a fossa 726 ; la ricom posizion e dell’assetto prim itivo propon e u n tipo di stan za di am pie proporzion i, per lo più di pian ta qu adran golare, com pletam en te rivestita di in ton aco bian co su lle su perfici parietali e n ella volta a botte, con locu li ai lati e il sepolcro prin cipale su l fon do, in gen ere u n n icch ion e destin ato ad accogliere u n sarcofago. Nel cu bicolo Am , l’u n ico dall’an om ala form a trapezoidale, per il qu ale n on è da esclu dere com pletam en te u n a più an tica fase idrau lica 727 , l’origin ario n icch ion e 728 aperto su lla term in azion e di u n am bien te straordin ariam en te lu n go (7,45 m , con u n a largh ezza di 2,40 m all’in gresso e 3,60 m su l fon do) ven n e su ccessivam en te sfon dato per la creazion e di u n u lteriore cu bicolo a n ord (Am '; fig. 101) 729 ; esso era defin ito da u n a stru ttu ra arcu ata in laterizi di fattu ra an aloga ai du e stipiti e all’arch itrave 730 ch e restrin gon o l’in gresso, pu re in teressati dall’in ton aco bian co ch e ricopriva le su perfici dell’in tero am bien te. A qu esto e ai locu li aperti su lle pareti laterali si addossan o ch iaram en te du e pilastron i in term edi in opera listata con al- tern an za di u n tu fello e u n laterizio, con tro i qu ali ven n ero ricavate alcu n e tom be a cassa em ergen ti dal pavim en to, u n a a ovest e u n a serie di tre 731 con tro il lato orien tale (fig. 102). Ad u n locu lo prim itivo di qu esta parete apparten eva la lastra fram m en taria, ricom posta a ch iu su ra del sepolcro dopo il rin ven im en to del 1962, ch e ricordava, in greco, la kat¥qe(sij) del fanciullo Merkoërioj, di cui si specifica l’età vissu ta 732 . An ch e l’arcon e su l fon do del cu bicolo ATd, an alogo cam eron e in ton acato di 3,90 x 2,90 m , con locu li su lle su perfici late rali, h a su bito u n a radicale risistem azion e in fase con l’in serim en to di u n a galleria (FT15) n ell’an go lo n ord-est, ch e determ in ò u n a decisa ridu zion e della lu ce dell’arco e la creazion e di u n più m odesto arcosolio 733 (fig. 103). Men o alterato da in terven ti su ccessivi si presen ta il lu n go cu bicolo An (6,15 x 2,60 m ) 734 , su l fian co m eridion ale della spelu n ca m agn a, con sporadici locu li n elle pareti dealbate laterali, qu elli est n ascosti dietro u n a più tarda fodera in opera listata ch e risparm ia du e fen estellae per tragu ardare le tom be, e u n am pio n icch ion e, profon do più di 2 m e defin ito in m atton i, su l fon do 735 . Tale sepolcro, il più privilegiato dell’am bien te, preservava l’in u m azion e in u n m on u m en tale sarcofago poggiato su l pian o 736 , di cu i si con serva bu on a parte di u n a cassa in m arm o lu n en se priva di decorazion e e fram m en tata e, qu asi in tegro, u n coperch io del tipo a doppio spioven te, con otto file di coppi, ch e si diparton o dal colu m en cen trale, e gran di acroteri an golari lisci, perfettam en te levigato solo su lla su perficie estern a fron tale 737 (fig. 104). Più sem plice appare la con figu razion e dei cu bicoli Al e Ap (figg. 105-106), il prim o u n ’am pia 724 Si ricordi ch e F. Tolotti n on esclu deva an ch e per qu este cam ere u n ’origin e idrau lica: su pra, pp. 11-12 e T OLOTTI 1980, pp. 33-34 e fig. 17 (= fig. 3). 725 Di qu esti van i, in fatti, il setten trion ale Aom si presen ta com pletam en te in terrato; se n e in travede la volta in ton acata del tipo a botte piu ttosto ribassata. A su d, di Aon , in dividu ato in fase di scavo e perciò riportato n ella pian ta di F. Tolotti (T OLOTTI 1978, tav. I = fig. 2), è bloccato l’accesso con m a teriali m odern i. 726 Su lle fasi di in crem en to sepolcrale en tro qu esti van i vd. in fra, pp. 186-189. 727 Qu esta idea potrebbe, in effetti, essere an ch e su pportata dalle caratteristich e dell’in gresso, ch e presen ta, com e per altri am bien ti già segn alati (ad esem pio Ah , Ac), l’apertu ra larga qu an to l’in tern o, poi ristretta con pilastri. Tu ttavia, n on si pu ò esclu dere ch e le an om alie del van o, soprattu tto la forte obliqu ità della parete orien tale ch e con ferisce alla pian ta il risu ltato trapezoidale, sia il fru tto di adattam en ti a u n crollo delle fragili su perfici tu facee in fase di escavazion e. 728 Qu esto è del tipo N4, con sarcofago poggiato su l pian o, n ella catalogazion e N UZZO 2000a, p. 191 e p. 122 per qu esta tom ba in particolare. 729 In fra, p. 189. 730 La soglia è in vece costitu ita da u n blocco m arm oreo. 731 Du e gran di con il pilastro in terposto e u n a piccola in fan tile n ell’an golo n ord-est: su qu este stru ttu re aggiu n te e su lla presen za di form ae, u n a sicu ram en te docu m en tata dall’iscri - zion e su l bordo m altaceo ICUR V 14944c, vd. m eglio in fra, p. 186, oltre a N UZZO 2000a, p. 120 e p. 121, n . 238. 732 ICUR V 15076; di an alogo form u lario e di affin e fattu ra si deve riten ere an ch e l’iscrizion e ICUR V 15168b, estrem am en te lacu n osa, di cu i si con serva in situ il settore sin istro. Pu re ch iu su ra di u n locu lo origin ario va con siderata, per le dim en sion i (0,24 x 0,77 m ), la lastra con l’epigrafe latin a ICUR V 14500, scoperta n el 1962 en tro il cu bicolo in cin qu e fram m en ti, pu re con data di deposizion e e caratterizzata da diverse im precision i trascrittive. 733 In fra, p. 189 su lle trasform azion i più tarde del cu bicolo ch e presen ta, soprattu tto ad ovest, radicali rifacim en ti m odern i. 734 Qu esto h a però la volta com pletam en te ricom posta con m ateriale m odern o. 735 Prim a della costru zion e del m u ro orien tale, ch e decen tra l’in gresso, il n icch ion e m ostrava u n a fattu ra asim m etrica con la sporgen za della fron te del piedritto dell’arco, spesso 0,47 m , solo su l lato sin istro (est); tale den te, n on presen te a ovest, scom parve, appu n to, con la fodera su ccessiva, ch e, si vedrà, presen ta an ch e u n ’apertu ra sem brerebbe per attin gere lu ce da u n lu cern ario su A16: in fra, p. 189 e n . 1230. 736 Il n icch ion e è, in fatti, del tipo N4 n ella classificazion e di N UZZO 2000a, p. 191 (e p. 121, n . 242 per la stru ttu ra in qu estion e). 737 Il pezzo è in ven tariato con n ro. 01448 n ella sch edatu ra del m ateriale m obile della PCAS; vd., per u n approfon di- 116 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 101 – Cu bicolo Am : parete di fon do tagliata per il van o aggiu n to Am '. Fig. 102 – Cu bicolo Am : tom be a cassa lu n go la parete orien tale. Fig. 103 – Cu bicolo ATd, lato di fon do. CAPITOLO 4 - SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA 117 cam era (3,85 x 3,20) con locu li su lle su perfici laterali 738 e il fon do tu faceo sem plicem en te in ton acato, forse per la precoce creazion e di u n a larga diram azion e verso n ord 739 , ch e poté, però, pu re essere occu pato da u n sarcofago (fig. 105); le in dagin i all’in tern o del van o con dotte dal Ferru a n el 1954 portaron o, in fatti, al recu pero di u n “en orm e sarcofago” sepolto n elle tre form ae pavim en tali posizion ate n ell’an golo n ord-ovest, con il coperch io in tegro “sottosopra” e “pezzi della cassa sotto di esso”740 (fig. 107). Nel cu bicolo Ap (3,30 x 2,90), in trodotto da cin qu e gradin i per su perare il dislivello con la spelu n ca m agn a 741 , i restau ri m odern i, ch e in teressan o radicalm en te i lati e la volta, risparm iaron o su l fon do la sovrapposizion e di du e tom be, u n locu lo su periore e, sotto, u n a stru ttu ra ad am pia arca in cassata e n icch ia su periore qu adran golare, più sim ile, n ella risolu zion e volu m etrica, ad u n sepolcro a m en sa m on u m en tale ch e ad u n arcosolio 742 (figg. 106-108); en tro qu esta tom ba, du ran te le operazion i di scavo n el van o, ven n e scoperto l’an golo sin istro di u n sarcofago in fan tile in m arm o lu n en se, decorato su lla fron te con u n a corsa di am orin i su bigh e, n on sicu ram en te riferibile all’attività sepolcrale n ell’am bien te 743 , ch e però dovette essere piu ttosto prolu n gata n el tem po 744 (fig. 109). An alogh e m odalità di im pian to e di occu pazion e rispetto a qu esto gru ppo di cam ere con cen - trate n el tratto orien tale della spelu n ca m agn a presen ta an ch e, n el settore ovest, il van o Ab, aperto su u n a diram azion e trasversale, forse preesisten te, direzion ata verso n ord (Ao6) 745 , pu re in ton acato n elle pareti e n ella volta; il profilo della stan za, appen a trapezoidale (3,40 x 2,20/2,40 m ) e coperta a botte, è sem plicem en te scan dito dalla presen za di am pi locu li su lle su perfici bian ch e; u n ’u n ica e esigu a em ergen za m u raria, in prossim ità del lato di fon do, potrebbe essere ricon dotta ad u n a stru ttu ra a cassa em ergen te, posteriore all’u so prim itivo dell’am bien te. Di esecu zion e più prestigiosa e ricercata, m a pu re ben in qu adrabile in qu esta fase di coeren te in crem en to di spazi privati lu n go la galleria prin cipale, appare eviden tem en te il cu bicolo Aa, pu re prossim o all’in gresso occiden tale della spelu n ca m agn a, su lla cu i parete setten trion ale, n ella fase di im pian to, aveva accesso diretto m edian te u n corto braccio in trodu ttivo di 2,40 m 746 (fig. 110). L’am bien te rettan golare, di m odeste proporzion i (3 x 2,50 m ), era en fatizzato da u n m on u m en tale arcosolio su l fon do, del tipo con arco a sesto pien o e cassa n el tu fo rivestita in tern am en te di m arm o, com e il parapetto estern o 747 , destin ato ad u n a sepoltu ra eccellen te rispetto a qu elle n ei sem plici locu li delle pareti laterali 748 (fig. 111). Per le su per fici si preferì, al sem plice in ton aco bian co, u n a scan sion e, su lla dealbatu ra di base, in cam pi cu r- m en to del tipo, in fra, p. 120 e n . 757. Al cu bicolo, destin ato qu in di ad u n n u m ero ridotto di sepoltu re, van n o an ch e riferiti con probabilità du e docu m en ti epigrafici rin ven u ti tra le terre du ran te lo sgom bro del 1963, l’iscrizion e ICUR V 14453 e il fram m en to ICUR V 14923a. 738 Qu elli della parete est n ascosti da u n posteriore m u ro in tu felli e m atton i (2 tu f / 1 lat) ch e form a al cen tro in alto u n a fen estella; il m u ro ven n e probabilm en te rotto per l’apertu ra del braccio fu n zion ale alla creazion e del cu bicolo Aol. Per qu esti in terven ti tardi n el van o vd. però in fra, p. 189. 739 La galleria, provvista di locu li, n on è perlu strabile in teram en te perch é in vasa da fran e; il crollo delle su perfici n el pu n to di con tatto con il cu bicolo n on perm ette di verificare se per qu esta escavazion e ven n e tagliato il preesisten te in ton aco del van o o se si deve su pporre la con testu alità tra i du e in terven ti. 740 Giorn ale di scavo Ferru a, p. 81 (1954): n ello sch izzo plan im etrico l’au tore defin isce il m an u fatto com e “il sarcofago dei du e con iu gi”. Malgrado qu esta in dicazion e n on è stato possibile risalire ad u n ’in dividu azion e del pezzo, probabilm en te sistem ato in u n lu ogo diverso dal Mu seo di Pretestato, dove m an can o sarcofagi con la raffigu razion e di u n a coppia di defu n ti. Delle tre form ae segn ate n el disegn o qu ella trasversale alle du e parallele n ord-su d, poste ortogon alm en te al m u ro di fon do, sem bra esten dersi per gran parte oltre la delim itazion e ovest dell’am bien te. Tra i m ateriali sign ificativi legati con probabilità all’attività fu n eraria in Al du e iscrizion i sporadich e (ICUR V 14533 e 15000) si prestan o ad essere in terpretate rispettivam en te com e ch iu su ra di locu lo e di form a –. Qu est’u ltim a apparten eva allo straniero BalÂrioj <Q>es(s)al<o>nikaŒoj. Dallo stesso scavo proven gon o, poi, sem plicem en te i fram m en ti ICUR V 14259b, 14967p, 14915s, 14967q, 14538a. 741 Qu esto sem bra essere stato il risu ltato di u n m in im o approfon dim en to del tratto orien tale di qu esta, di appen a poch i cm davan ti a Aom fin o a 0,70 m in corrispon den za dei van i Ap e An , en tro i qu ali, appu n to, si ricavaron o gradin i; in Ap i prim i du e son o in m u ratu ra, i tre su periori sem plicem en te scavati n el tu fo. Vd. in fra. 742 Nel Giorn ale di scavo I/VI (1961/1966-67), p. 10 (il rin ven im en to è del 3 m arzo 1964) qu esta tom ba vien e descritta com e u n locu lo. 743 Le con dizion i con servative del cu bicolo, in fatti, n on esclu derebbero la proven ien za del pezzo dall’area di su perficie. Il m an u fatto (S CH AUE NBURG 1995, n . 43 p. 71, tav. 30, 4-5) è ora sistem ato n el Mu seo classico, con in ven tario PCAS 951. 744 Per gli organ ism i fu n erari aggiu n ti, du e form ae scoperte n el 1964 già violate (Giorn ale di scavo I/VI (1961/1966-67), p. 10; vd. fig. 108) e u n a stru ttu ra a cassa n ell’an golo n ordovest, cfr. in fra, p. 186. 745 S u pra, p. 17. 746 In u n m om en to su ccessivo all’u so del cu bicolo, in fatti, l’in gresso ven n e reso im praticabile m edian te u n a solida stru ttu ra di con glom erato con peperin i, gettata dall’alto, presu m ibilm en te da u n lu cern ario, poi foderata con u n m u ro con tin u o dall’in tern o della spelu n ca m agn a: vd. in fra, p. 220. 747 Cfr. an ch e N UZZO 2000a, p. 120; il tipo, classificato con la sigla Aa1 della tabella 6.1 p. 225, sem bra diffon dersi dal IV secolo. 748 Rispetto al con torn o del van o, in teram en te in tu fo, la parete laterale ovest si presen ta già costru ita in m u ratu ra, prim a dei su ccessivi rivestim en ti stru ttu rali ch e, restrin gen do l’am piezza dell’am bien te, crearon o n u ove pilae di locu li (su lla fase più tarda del cu bicolo vd. però m eglio in fra, p. 186). La spiegazion e di tale precoce in terven to costru ttivo si deve con ogn i probabilità al crollo del diafram m a tu faceo tra Aa e l’adiacen te A5'''. 118 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 104 – Cu bicolo An , lato di fon do con resti del sarcofago origin ario. Fig. 105 – Cu bicolo Al, lato di fon do. Fig. 106 – Cu bicolo Ap, lato di fon do. CAPITOLO 4 - SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA 119 Fig. 107 – Sch izzo plan im etrico del cu bicolo Al (da Giorn ale di scavo Ferru a). Fig. 108 – Sch izzo plan im etrico del cu bicolo Ap (da Giorn ale di scavo). Fig. 109 – Sarcofago in fan tile dal cu bicolo Ap. Fig. 110 – Cu bicolo Aa: plan im etria. 120 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Per tali in stallazion i, si è detto, sostan zialm en te coeren ti n ell’am bito di u n a strategia m ira- ta alla creazion e di spazi esclu sivi lu n go la spelu n ca m agn a, si pu ò proporre u n a cron ologia circoscrivibile n ell’am bito dei decen n i fin ali del III secolo, periodo verso il qu ale in dirizzan o, gen eralm en te, le m odalità di im pian to e di organ izzazion e di qu esti van i, segn ati da u n a m on u m en talità an cora con ten u ta, con la presen za qu asi esclu siva di locu li 753 , le form e di u tilizzo sepolcrale 754 e, più precisam en te, alcu n i m an u fatti di “corredo” degli spazi, soprattu tto u n coperch io ad alzata in 17 fram m en ti rin ven u to n el 1964 dallo scavo del settore est della galleria cen trale, datato in torn o al 290 755 , e il sarcofago in fan tile dal van o Ap, m eglio in qu adrabile n egli u ltim i decen n i del III secolo 756 ; an ch e il coperch io del tipo a tetto displu viato descritto su lla cassa liscia n el n icch ion e di An si in serisce adegu atam en te n ell’am bito di u n a serie di prodotti officin ali ben attestati a Rom a dagli u ltim i decen n i del III secolo 757 . In oltre, la decorazion e del cu bicolo Aa, per il qu ale si pu ò forse posticipare appen a la datazion e rispetto agli altri van i, m an ten en dola sem pre in u n m om en to preceden te la fin e del III secolo, propon e u n o sch em a ripartitivo delle su perfici, scelte dei dettagli decorativi, selezion e e resa degli elem en ti orn am en tali, zoom orfi e vegetali, an cora in pien a aderen za alla tradizion e del più an tico stile lin eare, ch e però rein terpreta con u n gu sto assolu tam en te libero dall’arioso sch em atism o delle più an tich e raffigu razion i in qu adrabili en tro la prim a m età del 749 Su lla decorazion e del cu bicolo W ILPE RT 1903, tavv. 4951 e Repertorio 1993 2 , n . 7 p. 92. 750 Su lla scen a (W ILPE RT 1903, tav. 51, 1) essen zialm en te B ISCONTI 1989, p. 378 (secon do lo stu dioso tale tem a “testim o n ia il travaglio della Ch iesa prim itiva ch e deve difen dersi dai prim i m ovim en ti eretici”) e F. B ISCONTI , s.v. Bu on Pastore, in Tem i 2000, p. 139. 751 La decorazion e della lu n etta si con serva in u n esigu o resto n ell’an golo sin istro, con u n cespo di elem en ti vegetali. 752 Cfr. N E STORI , in Repertorio 1993 2 , p. 92. 753 Si è lon tan i, cioè, dalle form e di sapien te ed esplosiva elaborazion e arch itetton ica ch e caratterizzan o i cu bicoli di pien o IV secolo, segn ati dalla presen za sistem atica di arcosoli e n icch ion i su lle tre pareti, m a an ch e dai prim i e con ten u ti ten tativi di “esclu sivizzazion e” degli spazi sotterran ei ch e con n otan o le aree collettive più an tich e (vd. soprattu tto P E RGOLA 1997, p. 67 e F IOCCH I N ICOLAI 1998, p. 19 per il periodo più an tico). Alcu n i esem pi di qu esta fase evolu tiva “in term edia” degli spazi sotterran ei riservati si rin traccian o n el prim o im pian to della region e di Gaio e E u sebio del cim itero di Callisto, in qu adrabile du ran te i decen n i fin ali del III secolo (S PE RA 1999, part. p. 131 per u n qu adro topografico). Appare pu re sign ificativo in term in i cron ologici ch e in qu esti con testi m an ch in o le tom be a m en sa descritte n ell’ipogeo G, solu zion e in dice di u n a m aggiore ricercatezza rispetto ai sem plici locu li, ad eccezion e del sin golare caso in Ap (su pra, p. 117). 754 Le poch e iscrizion i associabili con sicu rezza all’im pian to origin ario di qu esti cu bicoli portan o, in gen erale, i segn i di u n a prassi epigrafica orm ai in fase di m atu razion e, m a an cora “acerba” rispetto alle produ zion i di IV secolo (cfr. in particolare CARLE TTI 1997, pp. 149-153). 755 B OZZINI 1975-76, pp. 325-345 (part. p. 326 su ll’ipotesi di proven ien za del pezzo) e AME DICK 1991, n . 138 p. 144, tavv. 11, 2; 12, 1-2. 756 S CH AUE NBURG 1995, p. 71 (si è già detto – su pra, p. 117 e n . 743 – ch e tu ttavia n on si pu ò esclu dere ch e il reperto possa essere cadu to dall’area su b divo). 757 Tale tipologia di coperch i, prodotti già dalla fin e del II secolo, si diffon de particolarm en te dai decen n i cen trali dello stesso e, per in flu sso delle produ zion i greco-orien tali e, soprat tu tto, procon n esie, si im pon e com e m odello com u n issim o n el III secolo avan zato fin o alla prim a m età del IV, differen zian dosi in esem plari più o m en o con n otati n ei dettagli della resa del tetto e n egli arricch im en ti decorativi (K OCH - S ICH TE RMANN 1982, pp. 67-68, fig. 1.1; in oltre, T URCAN 1966, pp. 86-87 e G ÜTSCH OW 1938, pp. 129-130). Per alcu n i esem pi MNR I/3, n n . II, 13 pp. 45-46 e III, 9 pp. 74-75; I/8,1, n n . I,1 p. 5 e I,2, 2 pp. 5-10. In oltre Villa Doria Pam ph ilij 1977, n . 416 p. 327. Diversi altri m an u fatti rin ven u ti du ran te lo sterro del tratto est della spelu n ca m agn a n egli an n i Sessan ta pon gon o il m edesim o problem a di con testu alizzazion e, pu r essen do talora su ggestivam en te riferibili alla m on u m en talità dei van i appen a esam in ati della stessa spelu n ca m agn a: così, ad esem pio, il sarcofago con defu n ta su parapetasm a e m u se (PCAS, i. 811), u n fram m en to di cassa strigilata con bu sto di defu n to en tro clipeo su corn u copie e u n o con gen io stagion ale (PCAS i. 742), u n coperch io con tem i pastorali tra protom i acroteriali (PCAS i. 726), in fin e u n resto di rilievo con scen a m itologica o di com battim en to (PCAS i. 343), tu tti in qu adrabili n ei decen n i della secon da m età del III secolo. Si ricordi ch e qu esto stesso scavo restitu ì an ch e du e fram m en ti di u n sarcofago con m u se edito dal Wegn er (W E GNE R 1966, n . 107 p. 44, tav. 51b = PCAS i. 157, 158). vilin ei o qu adran golari, defin iti da corn ici lin eari den tellate o a m otivi on du lati, m eglio leggibili su lla volta e n ell’arcosolio, liberi dalle posteriori opere m u rarie ch e segn aron o radicalm en te il cu bicolo 749 . Su lla su perficie cu rvilin ea della copertu ra a botte ribassata, l’organ izzazion e tetton ica trae spu n to da u n im pian to sch em ico cru ciform e: in torn o al gran de ton do cen trale, ch e ospita la raffigu razion e più im portan te – Cristo pastore in tu n ica esom ide e fasce cru rales e bacu lu m , ch e divide gli agn elli alla su a destra, da u n porco e u n asin o a sin istra 750 –, son o disposti qu attro riqu adri an icon ici tra altrettan ti elem en ti circolari, u n o dei qu ali cam pito con u n rich iam o zoom orfo; elegan ti coron e vegetali arricch iscon o il con torn o del ton do cen trale (fig. 112). Il m edesim o sistem a di ripartizion e delle su perfici scan disce fin em en te lo spazio dell’in tradosso dell’arcosolio 751 , arricch ito con elem en ti n atu ralistici vegetali (fiori e feston i) e an im ali, qu adru pedi e, in solu zion i sim m etrich e n ella parte bassa, du e volatili affron tati ad u n vaso. La raffigu razion e n el ton do in corrispon den za della som m ità sem brerebbe riproporre u n tem a cristologico, forse u n ’im m agin e di Cristo giu dice, m a u n ’am pia lacu n a risparm ia solo poch i tratti disegn ativi della scen a relativi alla parte in feriore di u n a figu ra sedu ta 752 (fig. 113). CAPITOLO 4 - SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA 121 Fig. 111 – Cu bicolo Aa: arcosolio di fon do. Fig. 112 – Cu bicolo Aa: grafico della decorazion e della volta. Fig. 113 – Cu bicolo Aa: grafico della decorazion e dell’in tradosso dell’arcosolio di fon do. 122 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO III secolo e con risu ltati di u n ’elegan za u n po’ barocca 758 . Va pu re con siderato ch e l’im pian to di qu esti cu bicoli e la ricercatezza ch e n e caratterizza l’u so, eviden te n on solo n elle form e arch itetton ich e e n ell’adozion e di m an u fatti m arm orei di pregio m a an ch e, ad esem pio, n elle tipicità tem atich e della decorazion e di Aa, espression e di u n a com m itten za cu ltu ralm en te elevata 759 , ripropon e la vocazion e ad u n a fru izion e elitaria dell’area della spelu n ca m agn a, già eviden ziata per il prim issim o im pian to 760 ; pu ò essere u lteriorm en te in dicativo, tra l’altro, ch e proprio dalla galleria cen trale proven gan o, rin ven u to a posto n el settore est, l’epitaffio della c(larissim a) p(u ella) Volu m n ia Vitrasia Fau sti n a 761 e, sporadico, il sarcofago fram m en tario del v(ir) c(larissim u s) Postu m iu s Qu ietu s, person aggio n el qu ale è stato ricon osciu to il con sole del 272 762 . Qu esta ten den za riem erge an ch e n elle form e di occu pazion e ch e segn aron o, in m isu ra radicale, il gru ppo di van i (soprattu tto le diram azion i A5/Ao5 e A1/AD1/ADa) aperti su l fian co n ord della stessa galleria cen trale, in prossim ità dell’in gresso ovest, per alcu n i dei qu ali si è valu tata la probabilità di u n ’origin e idrau lica 763 . Sen za du bbio con u n in terven to om ogen eo e coordin ato i du e assi più lu n gh i di qu esto sistem a di am bien ti in tercom u n ican ti – A1/AD1 di 12 m e A5/Ao5 di 15 m , con il tratto term in ale di 9 m decisam en te piegato verso n ord-est 764 – ven n ero adegu ati all’u tilizzo sepolcrale m edian te la creazion e di sepolcri parietali, l’adozion e correttiva di opere m u rarie in pu n ti sign ificativi e la fin ale, com pleta, rein ton acatu ra bian ca di tu tte le su perfici; an ch e le du e apertu re arcu ate su lla spelu n ca m agn a, con piedritti in opera listata (1 tu f / 1 lat) 765 e gh iera in m atton i, presen tan o tale rivestim en to, rin tracciabile, tra l’altro, in diversi pu n ti su lle pareti origin arie della stessa galleria cen trale e su tre arch i trasversali adiacen ti alla scala ovest (a1, a2, a3), della m edesim a fattu ra degli in gressi A1 e A5, e perciò coevi, da in terpretare com e precoci rin forzi del gran de am bu lacro 766 (tav. IIIa-b). Il braccio A5/Ao5, m olto rim an eggiato n egli alzati du ran te i lavori del 1932 767 , presen ta su lle pareti u n a sequ en za di tom be, più regolare n el settore a n ord della trasversale A4, dove si dispon evan o n ella parte bassa sette arcosoli, tre per lato e u n o, più approfon dito, su l fon do, scavati n el tu fo e con parapetti in m u ratu ra e, in alto, u n a serie di n icch ie allin eate con le sottostan ti stru ttu re, di cu i ripropon evan o il profilo ad arco ribassato (fig. 114). La parte term in ale del van o, per 5,30 m di lu n gh ezza, fu pen sata com e u n o spazio ch iu so, esclu sivo: tra la prim a e la secon da coppia di arcosoli affron tati a n ord della galleria A4 si con servan o, in fatti, i resti della delim itazion e di u n ’apertu ra con soglia, stipiti e arch itrave in travertin o, sistem ati sicu ram en te prim a della spessa in ton acatu ra bian ca ch e rivestì com pletam en te le su perfici del van o 768 . Le an n otazion i con testu ali ai lavori degli an n i Tren ta dello scorso secolo riferiscon o, in oltre, della scoperta di “n u m erose form e n el pavim en to”769 , ch e poten ziavan o l’occu pazion e sepolcrale n ell’am bien te, di cu i i crolli preceden ti 758 An ch e la pecu liarità del tem a cristologico su lla volta, ch e costitu isce u n u n icu m n el qu adro com plessivo delle pittu re paleocristian e (B ISCONTI 1989, p. 378 lo affian ca ad u n sarcofago al Metropolitan Mu seu m con u n Cristo filosofo ch e accarezza le pecore a destra e allon tan a i capron i con la m an o sin istra), si adatta ben e ad u n repertorio “di tran sizion e”. 759 In lin ea con qu an to già eviden ziato n ella n ecropoli su bdiale (su pra, pp. 21-29; 79-99). 760 S u pra, pp. 65-77. 761 ICUR V 14728; vd. an ch e su pra, pp. 77 n . 459 e 112 n . 722. 762 ICUR V 14558 = Repertoriu m , n . 588 p. 240 (in oltre D E R OSSI , BAC 1866, p. 36 e J OSI 1936, p. 18). Per il person ag gio PLRE , p. 758, 2. 763 S u pra, p. 17. 764 Su l probabile valore di tale an om alia per ipotizzare u n ’origin e, alm en o di qu esto tron con e di galleria, diversa da qu ella fu n eraria, si veda su pra, p. 17. 765 Son o con servati solo qu elli dell’accesso ad A1; gli stipi ti m u rari dell’in gresso ad A5 ven n ero rifatti du ran te i restau ri del 1868, che risparm iarono il soprastante arco: vd. tav. IIIa-b. 766 Le an om ale e rilevan ti caratteristich e dim en sion ali dell’am pia galleria idrau lica cen trale, scavata n el più friabile e su periore com plesso di pozzolan elle e tu fo litoide (D E ANGE LIS D ’O SSAT 1943, p. 172; fig. 81 p. 171, n n . 9-8 = fig. 50), dovettero porre precocem en te, n ella fase di ricon version e fu n zion ale degli spazi a scopo fu n erario, problem i di equ ilibrio statico, di cu i, in qu alch e m odo, si è detto, già la creazion e delle tre facciate m on u m en tali pu ò essere il sin tom o. L’arco in ter- m edio poggia a su d su u n pilastro di fattu ra an aloga ai piedritti di in gresso ad A1, eretto presso lo stipite orien tale dell’am bien te Ah . L’an tich ità di qu este stru ttu re em erge n on solo dal rapporto “fisico” e dalle differen ze tipologich e con i m u ri di rin forzo più tardi (in particolare, al pilastro poggiato su l bordo della facciata di Ak ven n e addossata la posteriore m en sa qu adran golare: in fra, p. 217), m a an ch e dall’osservazion e ch e esse ven n ero ricoperte con lo strato di in ton aco bian co, steso precocem en te su lle su perfici del m on u m en tale am bu lacro, m a n ascosto, se n on in brevissim i tratti del settore alto del tron con e ovest, dai posteriori e in tegrali in terven ti m u rari. Per u n ’an alisi diacron ica com pleta delle fasi m u rarie n ella spelu n ca m agn a vd. in fra, pp. 212-222. 767 Il van o, lasciato in esplorato dal de Rossi, era stato già perlu strato n el 1898 e n el 1909 (B E VIGNANI , Taccu in o lavori 5bis, s.p.), m a fu poi devastato da u n a fran a n el 1932 (Giorn ale di scavo 3, pp. 119-120 (m aggio 1932); l’in terven to ch e n e segu ì portò alla ricostru zion e qu asi com pleta del tratto A5 e, soprattu tto, del lato orien tale della term in azion e n ord Ao5 – su tale attività si veda in fra, p. 336 –; le stru ttu re relative all’in gresso su lla spelu n ca m agn a eran o, in vece, già state restau rate dal de Rossi n el 1868 (in fra, pp. 331-332). 768 Si n ota ch iaram en te, in particolare, l’addossam en to dello strato bian co di rivestim en to agli elem en ti in travertin o. Risu ltan o ricoperti del m edesim o in ton aco an ch e i du e pilastri in opera listata con altern an za di du e corsi di tu felli ad u n o di m atton i, costru iti su lla parete ovest di A5 all’im bocco della galleria A4. 769 Giorn ale di scavo 3, pp. 119-120. CAPITOLO 4 - SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA tali in terven ti e le n ecessarie opere di ricostru zion e h an n o n otevolm en te im poverito le attestazion i 770 . Perm an e, n ell’arcosolio della parete occiden tale, tra la trasversale A4 e l’accesso allo spazio ch iu so, la cassa in m arm o pen telico di u n sarcofago del tipo a cam pi strigilati in terposti a tre pan n elli figu rati, ch e svilu ppan o tem i bacch ici 771 (fig. 115), m en adi ch e su on an o, ai lati, e, in posizion e cen trale, accan to ad u n fau n o, u n atletico Dion iso sem in u do, dal volto caratterizzato com e u n ritratto, in cu i già P. Styger preferiva ricon oscere la figu ra del defu n to Dem eter, ricordato dall’essen ziale iscrizion e in cisa su l bordo su periore 772 . Per l’in serim en to della cassa m on olitica, le cu i dim en sion i (2,13 x 0,80 x 0,88 m ) su peravan o appen a la capien za della n icch ia dell’arcosolio, ven n e asportato il parapetto origin ario e allargato, in taccan do le su perfici già in ton acate, lo spazio in tern o. 123 L’adiacen te diram azion e A1, collegata al braccio A5 m edian te la breve galleria A4 773 , propon e, n el tratto su d m eglio con servato 774 , u n im pian to e u n ’organ izzazion e delle sepoltu re parietali m olto sim ile a qu ella del van o A5/Ao5, m a in u n a risolu zion e “m in iatu rizzata” (fig. 116): su l lato occiden tale, pu r m olto rim an eggiato, si apron o, im pilate in serie di tre elem en ti, n ove n icch ie, alte in m edia 0,60 e largh e in m edia 0,50 m , qu elle m eglio con servate provviste di piccoli e bassi parapetti ch e forn iscon o a tali stru ttu re la con figu razion e di arcosoli di ridottissim e proporzion i (fig. 117); u n an alogo organ ism o, su lla m edesim a parete, sorm on ta l’apertu ra di u n van o con stipiti in travertin o e accesso tam pon ato (A1'). Su l lato est i restau ri m odern i e il probabile in serim en to su ccessivo di tom be con feriscon o all’organ izzazion e delle sepoltu re u n a facies m en o ordin ata, con la sequ en za, n ella parte bassa, di du e piccoli arcosoli e di u n a sorta di locu lo, pu re di m odeste dim en sion i, con arco su periore m olto ribassato e in ton acato all’in tern o, n ella fascia m edian a di tre n icch ie, qu ella a n ord di proporzion i appen a m aggiori 775 , e di du e locu li sottostan ti, u n o, piccolissim o, tra i du e “arcosolietti” im pilati più prossim i all’in gresso e u n o, più gran de, tam pon ato con m ateriale m odern o, sotto la n icch ia m aggiore. Molto com prom esso risu lta il settore alto di qu esta parete in cu i son o rein tegrati in m atton i u n a serie di locu li su du e file, disorgan ici per dim en sion i e proporzion i. Il tipo di sepoltu ra prevalen te adottato in qu esto am bien te è sen za du bbio sin golare e di in solita applicazion e sia n ei cim iteri collettivi ch e n egli ipogei di diritto privato; le dim en sion i con ten u te di tali organ ism i h an n o in dotto an ch e a ipotizzare u n a più an tica occu pazion e fu n eraria con sepoltu re a in cin erazion e 776 , ben ch é, in effetti, le pecu liarità di realizzazion e delle poch e stru ttu re m eglio preservate dai pesan ti restau ri ripropon gan o, in proporzion i drasticam en te ridotte e qu in di destin ate logicam en te a bam bin i, i caratteri del tu tto con su eti dell’arcosolio, n orm alm en te collegato alla deposizion e di adu lti. In particolare u n o di 770 La galleria n on con serva alcu n a lastra in scritta a posto, a ch iu su ra di u n sepolcro; proven gon o gen ericam en te dallo scavo del van o le iscrizion i ICUR V 14829, 14658, 14964c, 14999b, m en tre della ICUR V 15020, ivi con servata, n on si h an n o precise n otizie su l lu ogo di rin ven im en to. 771 Su l m an u fatto G ÜTSCH OW 1938, pp. 110-113, tav. 17; B O VINI 1949, pp. 125-126, fig. 103; M ATZ 1968-75, n . 299 p. 478, tavv. 316, 1-3; 317. In oltre T URCAN 1999, p. 107 e fig. 126. 772 S TYGE R 1933, p. 160; u n riferim en to in teressan te al m an u fatto in tal sen so an ch e in K OORTBOJAN 1995, p. 8 fig. 3. Per l’iscrizion e ICUR V 14178; F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 223 riten eva, però, ch e il sarcofago fosse stato piu ttosto riu tilizzato e ch e l’epitaffio, qu in di, fosse stato aggiu n to. Per il m odo di trattare il ritratto G ÜTSCH OW 1938, p. 112 (segu ita da B OVINI 1949, pp. 125-126) propon e u n in teressan te parallelo, segn o m olto probabilm en te di u n ’origin e da u n ’u n ica officin a, con u n sarcofago strigilato con defu n to en tro il clipeo dal cim itero di Dom itilla. 773 Qu esto corto van o di collegam en to, com pletam en te restau rato con m ateriali m odern i e perciò difficilm en te defin ibile n el su o assetto origin ario, era attivo già con la prim a sistem azion e gen erale delle du e gallerie A1 e A5: su qu esta, si è visto, segn avan o l’in gresso ad A4 du e pilastri poi in ton acati (su pra), l’altra con serva su lla parete est u n m on u m en tale passaggio arcu ato, pu re ricoperto dall’in ton aco an tico, fu n zion ale in u n prim o m om en to forse soltan to a qu esto passaggio e solo più tardi u tilizzato per l’in serim en to della scaletta dell’am bu lacro FA2. 774 Qu ello, cioè, di circa 6 m dall’in gresso su lla spelu n ca m agn a alla galleria orien tale A4, di fron te alla qu ale è u n im - bocco ad u n altro van o n on accessibile per il rovin oso stato con servativo. La prosecu zion e verso n ord della galleria (in dicata dal Tolotti con la sigla AD1) è pesan tem en te restau rata con m atton i m odern i ch e disegn an o profili locu lari: le gravi con dizion i statich e del van o avevan o, in fatti, costretto n el 1909 a in terrom pere le in dagin i e a bloccare la fran a con la costru zion e di u n m u ro (B E VIGNANI , Taccu in o lavori 5bis, s.p. e Giorn ale di scavo 1, pp. 142-143); i lavori sarebbero stati ripresi soltan to n el 1928 “per raggiu n gere la galleria ch e porta a Su san n a” e avevan o visto com e operazion e prelim in are proprio lo sfon dam en to della “provvisoria ch iu su ra di m u ro” (Giorn ale di scavo 1, pp. 142-143). Solo n ella parte bassa delle pareti si in travedon o resti delle an tich e su perfici in ton acate, u n tratto m u rario su l fian co orien tale, di fron te all’im bocco della scala IM (per la cu i apertu ra vd. in fra, pp. 256-258) e lacerti del tu fo origin ario a ovest, dove an ch e l’u n ico arcosolio, pu re rivestito di in ton aco bian co, è in gran parte ricostru ito. 775 0,48 (altezza) x 1,15 (largh ezza) x 0,51 m (profon dità); delle du e più piccole, qu ella m eglio con servata presen ta u n ’altezza di 0,54, u n a largh ezza di 0,86 m e u n a profon dità di 0,48 m , dim en sion i più o m en o coin ciden ti con qu elle delle du e sottostan ti. La più vicin a all’in gresso delle tre n icch ie della fascia m edian a è com pletam en te tam pon ata con m u ratu ra m odern a; in qu ella su ccessiva, com e dell’an aloga stru ttu ra sottostan te, è eviden te ch e il parapetto fu aggiu n to in u n secon do m om en to, forse per m odalità costru ttive, m a u gu alm en te in ton acato. 776 L’ipotesi in N UZZO 2000a, p. 123 n . 247 soprattu tto, appu n to, su ll’“aspetto del tu tto in con su eto per l’am bien te catacom bale”. 124 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 114 – Van o A5/Ao5: sepolcri parietali. Fig. 115 – Vano A5/Ao5: sarcofago di Dem eter incassato nella nicchia. Fig. 116 – Am bu lacro A1/AD1: assetto du ran te il recu pero del 1929 (Arch ivio PCAS). Fig. 117 – Arcosolio in fan tile su lla parete orien tale del van o A1/AD1. CAPITOLO 4 - SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA 125 qu esti sepolcri su lla parete occiden tale ch e si presta ad u n ’an alisi più accu rata presen ta, oltre allo spazio per la sepoltu ra en tro la piccola arca defin ita da tre laterizi, an ch e u n locu letto in fan tile su l fon do, secon do u n a prassi docu m en tata n ella diffu sion e dell’arcosolio 777 . Sia pu r in scarsissim e attestazion i n on m an can o, per qu este tom be “in m in iatu ra”, possibilità di con fron to n ell’am bito dei con testi fu n erari del su bu rbio rom an o: ad esem pio, il cu bicolo cd. di Am ore e Psych e n ell’area an tistan te l’accesso all’ipogeo dei Flavi, n el com plesso di Dom itilla, assegn abile “ai prim i an n i dopo la m età del III secolo”778 , presen tava, n ell’assetto in iziale, essen zialm en te sepolcri di ridottissim e proporzion i, n icch ie per sarcofagi in fan tili e arcosoli, oltre a piccoli locu li, e si profilava, pertan to, com e u n van o destin ato ad accogliere esclu sivam en te tom be di bam bin i, in rapporto ai qu ali era stata ch iaram en te scelta la tem atica decorativa dell’am bien te 779 ; qu esto spazio offre, tra l’altro, an ch e u n u lteriore in teressan te spu n to an alogico n el posizion am en to in prossim ità dell’in gresso all’ipogeo, proprio com e il braccio A1 di Pretestato si apre n elle im m ediate adiacen ze della scala occiden tale della spelu n ca m agn a. Alla particolare scelta delle stru ttu re fu n erarie parietali, arcosolietti e diversi piccoli locu li, fa riscon tro an ch e il con vergen te e qu asi esclu sivo ritrovam en to, n el van o A1, di m an u fatti sepolcrali e di epigrafi con n esse a sepoltu re di bam bin i, verosim ilm en te associabili all’u tilizzo del lu ogo: du e sarcofagi in fan tili lacu n osi a destra, del tipo a cas- sa strigilata con elem en ti arch itetton ici, pilastri e colon n in e, alle estrem ità, en tram bi con iscrizion e in greco lu n go il bordo su periore, ven n ero restitu iti dalle terre rispettivam en te n el 1908 780 e n el 1928 781 : il prim o, con u n a parasta liscia su alta base sorm on tata da u n capitello com posito, reca l’epitaffio kat(¥qesij) ^Inno [kent…ou]782 (fig. 118); l’altro, con le strigilatu re defin ite, n el settore sin istro con servato, da u n a colon n in a tortile con capitello corin zio, reca il n om e del defu n to PÂtroj, defin ito doòloj qeoò783 (fig. 119). An ch e u n bu on gru ppo di iscrizion i su lastre m arm oree scoperte n ell’am bien te rim an dan o, sia per esplicita specificazion e n ell’elaborazion e form u lare 784 , sia per le dim en sion i dei su pporti, m eglio adattabili a piccole tom be 785 , a sepoltu re pu erili. In u n m om en to probabilm en te appen a posteriore alla prim a sistem azion e fu n eraria la galleria A1/AD1 su bì u n prolu n gam en to di circa 2 m verso n ord; pu ò essere letta com e u n a traccia per la distin zion e delle fasi escavative la m aggiore largh ezza dell’am bu lacro in iziale rispetto al tratto più a n ord, ch e, restrin gen dosi, determ in a la form azion e di u n den te su en tram be le pareti laterali. Il n u ovo van o si profila com e u n corto spazio in trodu ttivo ad u n cu bicolo qu adran golare (ADa; 4,20 x 2,90 m ), solo su ccessivam en te polo di diram azion i u lteriori 786 , con figu rabile com e u n am bien te riservato an ch e per la presen za di u n a soglia m arm orea e di parte dello stipite orien tale proprio in corrispon den za del pu n to di prosecu zion e verso n ord dell’am bu lacro in iziale 787 (fig. 100; tav. I). 777 Vd. N UZZO 2000a, p. 123 figg. 168-169 per la tom ba di A1; n ell’an alisi delle tipologie sepolcrali dell’area Appio-Ostien se l’au trice segn ala diversi esem pi di arcosoli con aggiu n ta di locu li en tro l’arca (N UZZO 2000a, passim ), ch e ritien e, tu ttavia, solo u n a “varian te occasion ale dovu ta alla n ecessità di aprire u lteriori spazi sepolcrali n ell’am bito di u n a m edesim a proprietà” (p. 164). 778 PANI E RMINI 1972, pp. 260-264 (pp. 253-266 per l’an alisi della cam era sepolcrale). 779 E ssen zialm en te PANI E RMINI 1972, p. 254; la stu diosa segn ala qu esto caso com e “il prim o ed u n ico … dei cim iteri di Rom a”, m a probabilm en te u n ’osservazion e sistem atica dei con testi potrebbe rivelare altri in teressan ti raggru ppam en ti di sepoltu re in fan tili in aree appositam en te predisposte: u n altro caso n oto, ad esem pio, è costitu ito da u n cortissim o am bu lacro aperto su ll’asse prin cipale della region e “delle cattedre” n el cim itero Maggiore, im pian tata n ella prim a m età del IV secolo (F ASOLA 1961, pp. 254-256; p. 262 per la precisazion e cron ologica), am bu lacro n el qu ale u n a serie di piccole tom be a locu lo son o con trassegn ate dalla presen za sistem atica di oggetti, vitrei (su qu esti D E S ANTIS 2000, pp. 239-240), m a an ch e lu cern e, lastrin e di avorio, cam pan elli bron zei (N UZZO 2000, part. p. 252). Nello stesso com plesso della Nom en tan a, tra l’altro, in u n a delle gallerie ai piedi della scala del n u cleo origin ario (2 della pian ta di F ASOLA 1954-55), n ella fase dell’u ltim o approfon dim en to, è u n piccolo arcosolio in fan tile an alogo a qu elli del corridoio A1. 780 B E VIGNANI , Taccu in o lavori 5bis, s.p. 781 Giorn ale di scavo 1, pp. 142-143. 782 Per il sarcofago (PCAS i. 836) W ILPE RT 1929-36, III, p. 9, tav. 279, 3 e Repertoriu m , n . 568 p. 235 e tav. 88; l’iscri zion e è la ICUR V 15051. Tale u so di in cidere l’iscrizion e su l bordo su periore della cassa – attestato, tra l’altro, an ch e su du e lastre n el Mu seo Cristian o di ign ota proven ien za (Repertoriu m , n . 563 p. 233, tav. 87 e ICUR V 14184) – pu ò essere u n ’u lteriore traccia della sostan ziale coeren za di occu pazion e verificabile n ei van i A1/AD1 e A5/Ao5; in qu esti u ltim i, in fatti, si è già segn alata la presen za del sarcofago di Dem eter (su pra, p. 89). 783 Il pezzo corrispon de al n u m ero 835 dell’in ven tario PCAS; vd. W ILPE RT 1929-36, III, p. 9, tav. 279, 5 e Repertoriu m , n . 569 p. 235, tav. 88 (K OCH 2000, p. 101). Per l’iscrizion e ICUR V 15102. 784 In particolare le iscrizion i di Iovin u s, m orto a du e an n i (ICUR V 14360), e di Leo, ch e visse soli tre an n i (ICUR V 14407). 785 Così la lastra di Abu n dan tia ICUR V 13967, alta soli 0,15 m e larga 0,45 m , qu ella fram m en taria ICUR V 14887, alta soli 0,22 m e, in fin e, qu ella con colom be affron tate ad u n can taro con cristogram m a (ICUR V 15224) di 0,24 x 0,42 m . Appartien e verosim ilm en te al con testo an ch e la lastra, con servata in A1, con pastore e u n a fan ciu lla con volatile (ICUR V 15202), associabile ad alcu n i m arm i in cisi con giovan i defu n ti dal cu bicolo ADa (in fra). 786 In fra, p. 247 ss. su ll’escavazion e degli am bu lacri D2, verso est, e D4, verso n ord. 787 Le con dizion i con servative della galleriola in trodu ttiva n on son o dissim ili da qu elle del tratto im m ediatam en te a su d già descritto; le pareti, in fatti, ven n ero qu asi del tu tto rifatte n el 1928 con la restitu zion e di profili locu lari allin eati. Delle su perfici tu facee origin arie si distin gu on o resti in prossim ità dell’in gresso su l lato est e per tu tto lo svilu ppo della galleria, in basso, a ovest. 126 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO L’assetto stru ttu rale com plessivo del van o ADa perm ette di in dividu are ch iaram en te le lin ee dell’im pian to n el m om en to di realizzazion e e u n a serie di in terven ti m u rari riferibili per lo più ad u n ’u n ica im portan te fase di ristru ttu razion e. Le diverse m u ratu re su ccessive sostan zialm en te restrin gon o il profilo tu faceo di u n am bien te di pian ta rettan golare, largo grosso m odo 3,30 m , in teram en te rivestito di in ton aco bian co, con soli locu li su lle pareti laterali 788 e u n m on u m en tale n icch ion e, am pio qu an to la largh ezza della stan za, su l fon do, con pian o ribassato rispetto al pavim en to origin ario del cu bicolo 789 , secon do solu zion i organ izzative dello spazio fu n erario già docu m en tate in alcu n e cam ere aperte su l settore orien tale della spelu n ca m agn a 790 . An ch e la n icch ia, profon da 1,41 m e larga 2,90 m , fu u tilizzata per accogliere tom be: i restau ri m odern i restitu iscon o u n a pila di qu attro locu li, di cu i per i du e in feriori si con servan o le estrem ità del profilo tu faceo. Il lato est dell’arcon e era in vece defin ito da u n a su ccession e verticale di sepolcri, sistem ati l’u n o su ll’altro: su u n ’alta base parallelepipeda in m u ratu ra rivestita di lastre m arm oree n on lavorate poggiava u n piccolo sarcofago provvisto di coperch io con alzata, sistem a to n el p r osp etto p a r ieta le m ed ia n te l’in tegrazion e con u n u lteriore elem en to m arm oreo ch e n e com pletava, a sin istra, la largh ez za; su qu esto sepolcro era ricom posta con m arm i lisci u n a piccola cassa con apertu ra fron tale, u n a sorta di locu lo ch iu so da u n a lastra in scritta. Qu este tom be ven n ero rin ven u te in tatte du ran te le in dagin i, segu ite ad u n a fran a, n el settem bre 1928, sotto u n a spessa m u ratu ra an tica ch e aveva ristretto il n icch ion e origin ario e ch e, per garan tire la visibilità dei sepolcri più an tich i, ven n e distru tta e sostitu ita da u n arco m odern o trasversale di sostegn o per le stru ttu re su periori 791 (figg. 120-121). L’assetto attu ale della parete est del n icch ion e è fru tto però di u n ’u lteriore opera di risistem azion e, dopo ch e il sarcofago di Cu rtia Catian a, trafu gato n el 1965 e portato via attraverso le gallerie della cava sottostan te, era stato ritrovato in Svizzera n el 1972 792 . All’occu pazion e fu n eraria del cu bicolo n ell’assetto origin ario van n o ricon dotte an ch e le prim e sepoltu re sotto il livello pavim en tale, sicu ram en te qu ella en tro il sarcofa go di Flaviu s In steiu s, ricordato n ell’iscrizion e su l coperch io, scoperto, sem pre n el 1928, sotto stru ttu re posteriori 793 . Nell’an golo su d-est, sem pre du ran te la fase in i ziale, il van o fu corredato di u n a stru ttu ra a pilastro, pu re in ton acata, con fu n zion e di m en sa, sorm on tata da u n a lastra m arm orea spessa 2 cm con corn ice lu n go il bordo defin ita da in cision i (fig. 121). L’organ ism o em erge per 0,58 m da u n a pedan a qu adran golare in m u ratu ra (di 0,78 x 0,90 m ), ch iaram en te addossata alla m en sa, alta 0,30 m , con in ton aco bian co su lla faccia ovest e distru tta a n ord, verso il cen tro del cu bicolo; qu i si n ota l’attacco di u n m u retto più alto, leggibile 788 La parete orien tale, com pletam en te ricostru ita con m ateriale m odern o, aveva profilo con tin u o, n on preveden do, cioè, l’apertu ra della galleria D2, creata in u n m om en to posteriore; su l lato ovest u n arcon e an tico spesso 0,46 m , n ascon de u n a fila di alm en o tre locu li n el tu fo di cu i si con servan o le im pron te n ella m u ratu ra. 789 Tipologia in effetti n on docu m en tata n el repertorio di N UZZO 2000a (per il cu bicolo ADa vd. p. 123); il pian o del n icch ion e fu an ch e in teressato da du e tom be a fossa, u n a con l’iscrizion e di Au relia Maru lia ICUR V 14057, l’altra di Ursu la Eu stathia ICUR V 14735, per le qu ali vd. an ch e in fra, p. 129. 790 Soprattu tto i van i Am , ATd, An . 791 In Giorn ale di scavo 2, pp. 12-18 (settem bre-ottobre 1928) si legge u n a dettagliata descrizion e dei lavori, corredata da u n o sch izzo (fig. 120): “(22 settem bre) A Pretestato … si procede ai rin forzi del cu bicolo soprastan te (= ADa) e di cu i a pag. 148 Tom o I: si è così riu sciti a ch iu dere la fran a, ricostru en do la volta di copertu ra. Ripren den do la m u ratu ra a (il lato n ord di D2) ch e com e la b (lato est dell’arcon e di fon do) son o state esegu ite ab an tiqu o a scopo di rin forzo, si è trovata u n a “form a” a lastre di m arm o an epigrafi (1) e u n sarcofago a posto (qu ello appu n to di Cu rtia Catian a) ch e era rim asto n ascosto dalla m u ratu ra: la fron te verso a è a bassorilievo graffito e rappresen tan te u n capraio ch e m u n ge u n a capra: per poter liberare la fron te prin cipale verso b si sta costru en do u n arco ch e sosten ga la soprastan te m u ratu ra (…). … term in ato l’arco …, si è potu to liberare il sarcofago del capraio, dem olen do l’an tistan te m u ratu ra. Il sarcofago poggia su u n o zoccolo in m u ratu ra rivestito di lastre di m arm o bian co: è lu n go m . 1,45 di cu i però la parte sin istra, per u n a lu n gh ezza di 0,30, è costitu ita per tu tta l’altezza del sarcofago (ch e è di m 0,45) da u n a lastra di m arm o bian co solidam en te in castrata n ella parete, m en tre per il resto è istoriata. La fron te del coperch io è alta m 0,13 e con tien e al cen tro il titoletto rettan golare, e poi a sin istra la solita m asch era an golare … (alle pp. 15-17 si forn isce u n a dettagliata descrizion e del coperch io e della cassa del sarcofago). Il fian co di destra è largo m 0,32 e con tien e la già descritta scen a del pastore e della capra: il sin istro, com e si è detto, è solidam en te in castrato alla parete: su l fron ton e del coperch io u n a lastra di m arm o larga m 0,17 e dello spessore di cm 2 fa da corn ice e sostien e in parte u n locu lo di m arm o tu ttora in sito, con ten en te la segu en te iscrizion e a belle lettere (= ICUR V 15058)…”. 792 Notizie con ten u te in u n a relazion e su “Ch iu su ra defin i tiva delle cave della Caffarella” in serita tra le Carte PCAS, ch e con servan o an ch e u n ritaglio del qu otidian o “Il Tem po”, con data 23 gen n aio 1972, relativo al ritrovam en to. Nel passaggio della relazion e, tu ttavia, sem brerebbe ch e il sarcofago n on fosse orm ai più in tegro, in qu an to l’an on im o au tore della n ota (probabilm en te l’allora segretario della PCAS A. Ferru a) parla del recu pero in rapporto a “qu asi tu tto il sarcofago di Cu rtia Catian a”. 793 Vd. m eglio in fra. Il rin ven im en to del sarcofago è descritto in Giorn ale di scavo 2, pp. 1-2: “(29 m aggio) A Pretestato sotto la scaletta di cu i a pag. 150 Tom o I n el cu bicolo per accedere alla galleria di Su san n a è stato rin ven u to u n sarcofago an cora a posto con la parte sin istra rotta forse qu an do si è fatta la scaletta, ven u ta certam en te dopo. Il fron tale del coperch io con tien e al cen tro u n a targa m odin ata (sic!) con titolo e a destra la figu razion e di du e delfin i ch e si in segu on o fra le on de: a sin istra il coperch io è rotto, m a doveva ripetersi la scen a dei delfin i, com e pu ò vedersi dai fram m en ti. Il fron ton e del sarcofago h a al cen tro la figu ra del defu n to, u n giovan e con tu n ica e pallio… a destra e a sin istra u n a serie di strigili: all’an golo destro la figu ra del gen io della m orte: a sin istra l’an golo è rotto…”. CAPITOLO 4 - SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA Fig. 118 – Sarcofago in fan tile da A1/AD1. Fig. 119 – Sarcofago in fan tile da A1/AD1. Fig. 120 – Cu bicolo ADa: sch izzo plan im etrico (da Giorn ale di scavo). Fig. 121 – Cu bicolo ADa: lato est (Arch ivio PCAS). 127 128 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO con ch iarezza com e parte di u n tu m u lo di ch iu su ra di u n a tom ba a fossa, coperta a cappu ccin a, posta a qu ota più alta rispetto al sottostan te già ricordato sarcofago di Flavio In steio. In u n m om en to su ccessivo alle prim e in stallazion i fu n erarie, qu in di, il n u m ero delle sepoltu re pavim en tali ven n e in crem en tato m edian te la creazion e di u n livello su periore di tom be in m u ratu ra ch e rese n otevolm en te alto il su olo del cu bicolo; qu esto dato rico stru ttivo ch iarisce u n ’in form azion e con ten u ta n ella relazion e con testu ale ai lavori del 1928, ch e ricor da l’esisten za, en tro lo spazio di ADa, tra qu esto e la galleria D2, scavata, è logico, con pavim en to a qu ota adegu atam en te più bassa, di u n a “scaletta” di du e gradin i ch e ven n e sm an tellata n el corso delle operazion i e sotto la qu ale si rin ven n e “u n sarcofago an cora a posto (proprio qu ello di Flavio In steio), con la parte sin istra rotta forse qu an do si è fatta la scaletta, ven u ta certam en te dopo”794 . Dall’an alisi dell’assetto dell’an golo su d-est del cu bicolo em erge an ch e ch e, in u n m om en to an cora su ccessivo, ad en tram be le stru ttu re, la m en sa qu adran golare in ton acata e l’opera m u raria con n essa alle form ae in m u ratu ra, ven n e addossato u n m u ro in opera listata, con qu asi sistem atica altern an za di du e corsi di laterizi a tre o qu attro filari di tu felli, ch e rivestiva il settore orien tale del lato di accesso ed en tro il cu i spessore di 0,46 m si crearon o tre locu letti an cora in tatti. Un ’an aloga m u ratu ra doveva foderare an ch e la parte ovest dell’in gresso, ora tu tta in m ateriali m odern i, per reggere u n arco sorm on tan te l’apertu ra all’in tern o del van o, di cu i si con serva a sin istra parte della gh iera in bessali con strati di m alta tra i vari elem en ti lavorata a tettu ccio. Qu este stru ttu re son o afferibili ad u n ’opera di risistem azion e dell’am bien te, si potrebbe ipotizzare, per le valen ze stesse dei rifacim en ti, fin alizzata al ripristin o dell’origin aria volta a botte tu facea, eviden tem en te crollata o in precarie con dizion i 795 ; oltre alla parete di in gresso ven n e rin forzato il lato occiden tale 796 m edian te u n organ ism o arcu ato, spesso pu re 0,46 m , e l’arcon e di fon do rivestito con u n a spessa fodera m u raria, sem pre a prevalen za di tu felli e du e corsi di m atton i, ch e 794 Giornale di scavo 1, p. 150 e Giornale di scavo 2, p. 1. In effetti an ch e qu esta n u ova copertu ra n on è con servata; n el cu bicolo ADa, in fatti, n el m om en to del recu pero m odern o si rese n ecessario il com pleto rifacim en to della volta (Giorn ale di scavo 2, p. 13). Non si pu ò esclu dere ch e la risistem azion e descritta potesse an ch e essere stata con n essa all’apertu ra delle gallerie D2D4 su l lato est del cu bicolo ADa (cfr. in fra, p. 247 ss.), ben ch é i lavori m odern i im pediscan o di verificare i rapporti stru ttu rali tra l’attacco degli am bu lacri e il cu bicolo. 796 Non si pu ò dire in ch e m odo qu esta fase di rielaborazion e stru ttu rale avesse coin volto la parete est, si è detto, tu tta ricostru ita con m ateriale m odern o. 795 si assottiglia alla som m ità dell’in tradosso; qu esto reca tracce eviden ti della cen tin a, m en tre l’estra dosso si risolve in u n a gh iera di sesqu ipedali con strati di m alta a tettu ccio di fattu ra iden tica all’arco di in gresso. La lettu ra della sequ en za stru ttu rale delle fasi perm ette di ricon oscere con alqu an ta sicu rezza gli organ ism i sepolcrali ascrivibili alla prim a occu pazion e del van o, alcu n i dei qu ali rin ven u ti in tatti. Così, soprattu tto, le du e sepoltu re in sarcofago sistem ate, rispettivam en te, en tro il piedritto orien tale dell’arcon e di fon do e, in posizion e cen trale, sotto il pavim en to, in sen so su d-n ord. La prim a cassa (0,31 alt. x 1,16 m largh .) è com pletam en te decorata su lla fron te da u n thiasos m arin o com posto da du e coppie di Nereidi cavalcan ti Triton i barbati, du e dei qu ali sorreggon o il clipeo cen trale con bu sto del defu n to, u n fan ciu llo dal volto ton deggian te vestito in tu n ica e pallio; sotto il ton do si svolge u n a scen a di pesca (fig. 122). Il sarcofago era decorato an ch e su i fian ch i: su l lato destro, l’u n ico visibile, u n a raffigu razion e in cisa accu ratam en te si risolve n ell’im m agin e di u n pastore sedu to n ell’atto della m u n gitu ra 797 (fig. 123). Il coperch io, del tipo con alzata (0,15 alt. x 1,07 m lu n gh .), presen ta, tra i m asch eron i acroteriali an golari, du e scen e tratte dalla vita qu otidian a, a sin istra u n a raffigu razion e di ban ch etto con u n u om o e u n a don n a n ell’atto di bere e du e servitori, u n o ch e avan za con u n vassoio e u n altro sedu to presso u n a forn ace, a destra l’im m agin e di u n pu gilista ch e riceve u n a coppa dall’arbitro, m en tre du e giovan i n u di lottan o davan ti ad u n giu dice di gara. Le du e scen e son o organ izzate sim m etricam en te ai lati della cen trale tabu la con l’i scrizion e, su tre righ e, Cu rtiae / Catian ae / c(la rissim a) p(u ella) in pace798 . La cassa del sarcofago sotto il pavim en to (0,435 x 1,485 x 0,495 m ), rotta, si è detto, n ell’an golo destro per m an om ission i an tich e 799 , è del tipo a cam pi strigilati tra pan n elli figu rati, i laterali con eroti fu n erari n u di e alati rivolti verso il cen tro e poggiati su lle fiaccole; al cen tro è l’im m agin e fron tale di u n a figu ra stan te in tu n ica e toga con tabu lata, eviden tem en te il defu n to, con ro- 797 Per u n a descrizion e più dettagliata del m an u fatto W IL1929-36, II, p. 341, tav. 254, 9; J OSI 1936, p. 22, n . 21, fig. 20; G ÜTSCH OW 1938, p. 206, fig. 4; B OVINI 1949, n . 94 p. 303; Repertoriu m , n . 557 p. 230, tav. 85; E NGE MANN 1973, pp. 67-69; H IMME LMANN 1973, n . 30 p. 72; AME DICK 1991, n . 145 p. 145, tav. 88, 5; H USKINSON 1996, n . 4.9 p. 37; K OCH 2000, pp. 7, 92. 798 ICUR V 14155; su l coperch io vd. la bibliografia su lla cassa alla n ota preceden te. 799 S u pra, n . 793. PE RT CAPITOLO 4 - SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA 129 tolo n ella m an o sin istra 800 (fig. 124). Su ll’alzata del coperch io (0,275 alt. x 1,38 m lu n gh .) du e coppie di delfin i flu ttu an ti su lle on de con vergon o sim m etricam en te su lla cen trale tabu la in scription is con corn ice m odan ata, ch e riporta il n om e e la filiazio n e del defu n to, Fla(viu s) In steiu s Cilo c(larissim u s) p(u er) filiu s Flavi Iu lian i c(larissim i) v(iri) et In steiae Cilon idis c(larissim ae) f(em in ae), e la depo sitio (hic depositu s est XII kal(en das) Ian u arias) 801 . Tra le tom be ascrivibili alla prim a fase va ricordato il locu lo m arm oreo com posto su l sarcofa go di Cu rtia Catian a, ch iu so con la lastra in scritta di KlaudianË corredata dalle in cision i figu rate di u n a fan ciu lla con in m an o u n volu m en , a sin istra, e di u n u om o in cattedra a destra 802 , e, an cora, la form a recan te l’epitaffio di Vir(iu s) Iu lian u s, appellato v(ir) c(larissim u s), m a in effetti bam bin o di soli sei an n i 803 . Di più du bbia attri bu zion e risu ltan o, in vece, le du e tom be a fossa parallele realizzate su l pian o del n icch ion e, ch e, in tu tta l’evolu zion e del cu bicolo, n on sem bra aver su bito alcu n a alterazion e di livello; la presen za di resti m arm orei sotto i m u ri di rivestim en to dell’arcon e potrebbe però far pen sare ch e u n più an tico rivestim en to del pian o, su l qu ale era logicam en te poggiato u n altro sarcofago, ven n e rotto per la creazion e delle du e form ae, du n qu e posteriori al prim o im pian to: n ell’epitaffio fatto in cidere da Au r(elia) Maru lia la defu n ta ch iede ai sepelien tes di costru ire u n a stru ttu ra solida da essere calpestata sen za dan n o 804 ; n ell’altra form a era deposta Ursu la Eu stathia, du lcissim a et in com parabilis 805 . Ch iaram en te riferibili alla fase di risistem azio n e m u raria del cu bicolo son o i tre locu li n ella fodera a est dell’in gresso ch e, si è detto, recan o an cora in tegre le lastre di ch iu su ra, la su periore an epigrafe e le du e più in basso com m em oran ti, ri- spettivam en te, la dep(ositio) Dom estici VIIII kal(en das) Octobr(es) 806 e la dep(ositio) Me<p>thon iae VII kal(en das) N ovem b(res) 807 ; qu esta iscrizion e è accom pagn ata dall’im m agin e in cisa di u n fan ciu llo sedu to in cattedra ch e h a in m an o u n u ccello. A sepoltu re all’in tern o del cu bicolo si è riten u to di poter con bu on a probabilità ascrivere an ch e du e epigrafi recu perate sem pre n el 1928 tra le terre fran ate n ella sottostan te galleria FA3, qu ella dedicata da Germ an illa al m arito Zoticu s, m eglio con figu rabile com e ch iu su ra di form a 808 , e qu ella della c(larissim a) p(u ella) An n ia Tertu lla, fil(ia) An n i Grati c(larissim i) v(iri) et Postu m iae [M]eton iae c(larissim ae) f(em in ae), la qu ale decessit VI kal(en das) m art(ias) e dep(osita est) kal(en dis) Ma<r>(tiis) 809 , oltre alla piccola tavola di cipollin o con epitaffio di Clodiu s In steiu s Flaviu [s] pu er clarissim u s, già vista da E . Josi prim a dello sgom bro com pleto del cu bicolo e in qu esto con servata 810 . Dall’an alisi com plessiva della fru izion e sepolcrale del van o ADa em erge u n ’in dicazion e oltrem odo in teressan te: an ch e gli in u m ati in qu esto spazio esclu sivo, tradizion alm en te attribu ito, grazie al ricco repertorio epigrafico, a fam iglie prestigiose della Rom a tardoan tica, in particolare le gen tes In steia, Postu m ia, An n ia 811 , son o, in effetti, prevalen tem en te bam bin i: la Cu rtia Catian a del sarcofago in cassato n ell’arcon e è u n a clarissim a pu ella 812 , com e l’An n ia Tertu lla della lastra per locu lo 813 , m en tre Flaviu s In steiu s Cilo, deposto n ella cassa sotto il pavim en to 814 , e Clodiu s In steiu s Flaviu s 815 son o pu eri clarissim i; an ch e il Viriu s Iu lian u s dell’iscrizion e ICUR V 14718 816 , pu r essen do appellato vir clarissim u s, è u n bam bin o m orto a soli sei an n i; son o, an cora, fan ciu lli la KlaudianË sistem ata su l sarcofago di Cu rtia Catian a, raffigu - 800 Su l m an u fatto J OSI 1936, p. 21 fig. 19; B OVINI 1949, n . 96 p. 304; Repertoriu m , n . 564 p. 234, tav. 87 (vd. an ch e M ARUCCH I 1933, p. 288 e G ÜTSCH OW 1938, pp. 208, 235, n . 5b, fig. 42); H USKINSON 1996, n . 9.39 p. 66; K OCH 2000, pp. 23, 92. 801 ICUR V 14274 per l’iscrizion e; per il coperch io vd. la bibliografia relativa alla cassa n ella n ota preceden te. Per qu esto person aggio PLRE , p. 205 (= PIR 2 F292a); per il padre PLRE , p. 478, 33 (= PIR 2 F295a); per la m adre In steia Cilon is PLRE , p. 205. 802 ICUR V 15058. Vd. an ch e W ILPE RT 1929-36, I, p. 193, fig. 115. 803 ICUR V 14718. 804 ICUR V 14057: Au r(elia) Maru lia rogat sepelien tes se u t m assa calcetu r facien tes m an datu ; operetu (r) Dom in u s su per oration es vostras; dep(osita) X kal(en das) Mart(ias). Un riferim en to a qu esto docu m en to epigrafico in J OSI 1927, p. 211 (l’au tore era en trato appen a n el cu bicolo, prim a dello sterro, pen etran do da F9), S TYGE R 1933, p. 160 e CARLE TTI 1997, p. 156. 805 ICUR V 14735. 806 ICUR V 14190; vd. an ch e S TYGE R 1933, p. 154. 807 ICUR V 14485; S TYGE R 1933, p. 154. 808 ICUR V 14750; n otizie su l rin ven im en to in Giorn ale di scavo 2, pp. 9-10 (giu gn o 1928). 809 ICUR V 14016; J OSI 1936, p. 19, n . 16 (e fig. 17) cor- regge giu stam en te all’u ltim a riga la form a Mai(as) in Mar(tias) per l’in con gru en za del lu n go lasso di tem po tra m orte e deposizion e (vd. an ch e F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 200). 810 ICUR V 14132. Vd. an ch e J OSI 1927, p. 212, fig. 3 e J OSI 1936, p. 121, n . 19, fig. 19. Su l person aggio, riten u to probabile fratello di Flaviu s In steiu s Cilo, e qu in di figlio di Flaviu s Iu lian u s e In steia Cilon is (su pra), PLRE , p. 349, 3 (= PIR 2 F193). 811 Sono riferibili a m em bri dell’aristocrazia senatoria le iscrizioni, già ricordate, ICUR V 14155 di Cu rtia Catiana, 14274 di Flaviu s Insteiu s Cilo, 14718 di Viriu s Iu lianu s, 14132 di Clodiu s Insteiu s Flaviu s, 14016 di Annia Tertu lla e forse anche la ICUR V 14445 di Q. Mam ilia Titiana c(larissim ae) m (em oriae) f(em ina). Vd, sulla presenza di aristocratici nel cubicolo, prim o fra tutti J OSI 1927, part. pp. 211-213 e nota a p. 217 (l’autore, prim a dello scavo com pleto dell’am biente, proponeva la connessione di questo vano con un ipogeo fam igliare autonom o dal cim itero collettivo); F IOCCHI N ICOLAI 1998, p. 37 (da cui, di recente, CAN TINO WATAGHIN 2001, p. 264, n. 35); S PERA 1999, p. 199. 812 ICUR V 14155; su pra. 813 ICUR V 14016; su pra. 814 ICUR V 14274; su pra. 815 ICUR V 14132; su pra. 816 S u pra. 130 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 122 – Cu bicolo ADa: sarcofago di Cu rtia Catian a, fron te (Arch ivio PCAS). Fig. 123 – Cu bicolo ADa: sarcofago di Cu rtia Catian a, lato destro (Arch ivio PCAS). Fig. 124 – Cu bicolo ADa: sarcofago di Flaviu s In steiu s (Arch ivio PCAS). CAPITOLO 4 - SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA 131 rata su lla lastra appu n to com e u n a bam bin a con in m an o u n rotolo 817 , e i tre defu n ti n ei locu letti della parete al fian co est dell’in gresso, di cu i, pu r n on essen do specificata l’età an ch e in relazion e ai du e sepolcri corredati di epigrafe 818 , son o eviden tem en te sign ificative le proporzion i ridotte delle tom be. Le du e sicu re sepoltu re per adu lti, le form ae parallele su l pian o della n icch ia di fon do con le iscrizion i di Au relia Maru lia e di Ursu la Eu sta thia 819 , oltre ad occu pare u n a posizion e particolare, si è visto ch e apparten gon o ad u n m om en to im precisabile, m a m olto probabilm en te tardo, della storia frequ en tativa del cu bicolo. Du n qu e, la galleria A1/AD1 con la su a term in azion e n ord n el cu bicolo ADa si con figu ra, soprattu tto n elle fasi in iziali, com e u n o spazio destin ato in pratica qu asi essen zialm en te a sepoltu re in fan tili e articolato in u n settore più aperto, “collettivo” (A1/AD1) e in u n ’area a fru izion e più esclu siva, dove per i giovan i espon en ti di diverse n obili gen tes sen atorie si su bordin a il rich iam o alla ricostitu zion e della fam iglia in u n am bito sepolcrale a qu esta riservato a van taggio di u n a version e “in fan tile” del raggru ppam en to com u n itario 820 . La serie di reperti presi in con siderazion e n el corso dell’an alisi aiu tan o an ch e a fissare i param etri cron ologici per l’u tilizzo di qu esto im pian to ch e, si ricordi, n ella prim a occu pazion e dell’am bu lacro A1/AD1 ven n e organ izzato e con cepito con l’adiacen te van o A5/Ao5, u tilizzato per lo più per sepoltu re di adu lti 821 . Tu tti i dati dispon ibili orien tan o per u n ’occu pazion e con cen trata n ella secon da m età del III secolo, forse m eglio i decen n i fin ali di qu esto, e protratta fin o al prim o qu arto del IV secolo, soprattu tto con il cu bicolo ADa n ella su a fase di im pian to 822 . A qu est’u ltim o segm en to tem porale van n o con bu on a probabilità riferiti i du e sarcofagi di Cu rtia Catian a e di Flaviu s In steiu s Cilo ch e, per il rilievo piu ttosto basso, la resa pesan te dei corpi e delle vesti, il disegn o som m ario, oltre ad alcu n i dettagli esecu tivi ricon oscibili, ad esem pio, n ella m arcata in cision e dei globi ocu lari, son o stati con cordem en te assim ilati ad u n a serie di prodotti in qu adrabili n el prim o ven ticin qu en n io del IV secolo 823 . Ad u n a cron ologia appen a più alta posson o in vece rim an dare i du e sarcofagi in fan tili da A1/AD1 824 , m en tre già ai prim i an n i dopo la m età del III secolo M. Gü tsch ow assegn ava la cassa con tem i dion isiaci in Ao5 825 , per la qu ale in effetti n on si pu ò drasticam en te esclu dere l’ipotesi del riu tilizzo sosten u ta dal Ferru a 826 . Forse in qu esto qu adro potrebbe an ch e acqu isire u n certo valore u n fram m en to in scritto, scoperto n el 1908 in A1, con la parte fin ale di u n a datazion e con solare in tegrabile con la coppia di m agistrati del 258 ([Tu sco et] Basso) o del 259 ([Aem ilian o et] Basso), m a an ch e con qu ella, più probabile, del 289 ([Qu in tian o et] Basso) o qu ella del 317 ([Gallican o et] Basso) 827 . Non discorda, an zi si allin ea ben e con tale proposta di in qu adram en to, il repertorio epigrafico, sia le iscrizion i a posto, si è visto localizzate essen zialm en te n el cu bicolo ADa, sia le epigrafi fu ori con testo in alcu n e delle qu ali, scoperte in A1/AD1, va an n otata la com parsa del m on ogram m a cristologico 828 . È difficile defin ire se e in qu ale form a l’occu pazion e sepolcrale n el periodo in qu estion e toccasse i van i A5'-A5''-A5''', disorgan icam en te paralleli a est di A5/Ao5; qu esti, in fatti, risu ltan o m ol- 817 ICUR V 15058; su pra, p. 126 n . 791, p. 129. An ch e le dim en sion i del sepolcro (0,32 x 1,48 m ) si adattan o m eglio ad u n a defu n ta di giovan e età. 818 ICUR V 14485 e 14190 (su pra); per la prim a è sign ificativa an ch e l’im m agin e pu erile in cattedra. 819 ICUR V 14057 e 14735; su pra. A qu este du e sepoltu re va affian cato an ch e il m arm o di Germ an illa ICUR V 14750, pu re sicu ram en te adu lta (per qu esto, su pra). 820 Va n otato ch e oltre agli espliciti riferim en ti con ten u ti n ei n om in a gen tilizi pu ò essere con siderato u n segn o di u n livello socio-cu ltu rale elevato an ch e la presen za, su lle lastre, di au torappresen tazion i di defu n ti fan ciu lli con volu m in a, talora sedu ti in cattedra (su pra). Qu esta eviden za esprim e m olto ben e il carattere “m etafam iliare” dell’organ izzazion e dei cim iteri cristian i su l qu ale h a rich iam ato più recen tem en te l’atten zion e F IOCCH I N ICOLAI 2003, pp. 925-926 ed acqu ista u n particolare valore proprio in rapporto alla valen za socio-cu ltu rale del con testo; in esso colpisce an ch e la presen za sign ificativa di sarcofagi in fan tili, se si con sidera ch e è stata gen ericam en te eviden ziata u n a drastica ridu zion e di qu esti rispetto ai sarcofagi di adu lti n elle n ecropoli paleocristian e (D RE SKE N W E ILAND c.s.). 821 Potrebbe apparire u n a su ggestion e scon tata ch e il gru ppo di am bien ti in tercom u n ican ti a n ord-ovest della spelu n ca m agn a possan o costitu ire u n ’u n ità n ella gestion e proprietaria – qu esta, se si respin ge l’origin e idrau lica, potrebbe an ch e spie- gare l’an om alia plan im etrica della serie di van i con con n ession i ravvicin ate – con u n a certa settorializzazion e delle sepoltu re, e ch e n ei van i adiacen ti A5/Ao5/A5'/A5''/A5''' avessero trovato sepoltu ra m em bri delle m edesim e fam iglie dei bam bin i sepolti in A1/AD1. 822 Per u n a m igliore defin izion e cron ologica delle fasi su ccessive an ch e con l’apertu ra delle gallerie D2-D4 vd. in fra, pp. 247-256. 823 Vd. la bibliografia su i du e m an u fatti citata su pra, alle n ote 797 e 800. 824 S u pra, p. 125. 825 S u pra, p. 123. 826 F E RRUA, ICUR 14178, ad com m ., p. 223 (vd. già su pra, p. 89). 827 ICUR V 13884; cfr. F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 175. Va detto ch e al con testo delle gallerie A1/AD1-A5/Ao5 potrebbero apparten ere an ch e le du e lastre del Mu seo Cristian o su lla catacom ba con iscrizion e lu n go il listello su periore, qu ella di Diodo[ru s] (ICUR V 14184; PCAS i. 729), gen eralm en te attribu ita alla fin e del III secolo, e qu ella di ^AlÂxandroj (ICUR V 14980; PCAS i. 731), riten u ta appen a più tarda. 828 Le iscrizion i ricordate son o grosso m odo espression e di u n a prassi epigrafica an cora in tran sizion e dalla fase delle origin i alla pien a m atu rità del IV secolo in oltrato: per u n qu adro gen erale an cora CARLE TTI 1997, part. pp. 149-153. 132 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO to com prom essi n on solo da fran e recen ti e da an tich e stru ttu re di tam pon am en to e obliterazion e 829 , m a an ch e da u n a serie di organ ism i destin ati al poten ziam en to fu n erario delle su perfici ch e n e prova, com u n qu e, u n sign ificativo u tilizzo da leggere in fase con le form e di sfru ttam en to sepolcrale degli spazi docu m en tabile n el pien o IV secolo n ell’area della spelu n ca m agn a 830 . La “region e cen trale”: i prim i svilu ppi a su d (fig. 125) In età p r ecosta n tin ia n a er a già in izia ta l’espan sion e plan im etrica a su d del sistem a di am bu lacri (B; tav. I) origin ato dalla spelu n ca m agn a, soprattu tto grazie ad u n probabilissim o, precoce con dizion am en to esercitato da alcu n i preesisten ti organ ism i idrau lici, au ton om i dal m acroscopico serbatoio della region e cen trale 831 . Median te la prosecu zion e del prim itivo asse AB10 832 e la program m ata articolazion e di u n braccio trasversale a qu esto (B14/B15), appositam en te direzion ato verso est 833 , fu favorita l’in tercettazion e e, ch iaram en te, il riu so sepolcrale di u n ’an tica piccola cistern a a svilu ppo lon gitu din ale, ricon oscibile n ella su ccession e n ord-su d degli am bien ti B18-BdBe 834 . Se il van o in trodu ttivo B18 n ella con figu razion e delle pareti con la doppia coppia di arcosoli è l’esito, com e l’assetto della stessa galleria di accesso B14/B15, della risistem azion e legata all’im pian to del lu cern ario O3 835 , le du e am pie cam ere in tercom u n ican ti Bd-Be con servan o sostan zialm en te la facies del prim o adattam en to fu n erario, profilan dosi en tram be com e stan ze vagam en te trapezoidali, rispettivam en te di 2,60 x 2,38 m e di 5 x 3,10 m , con copertu ra a botte 836 e rivestim en to con in ton aco bian co delle su perfici, in teressate essen zialm en te da sepoltu re a locu lo e a fossa terragn a 837 . Nella volta di Bd si apre, retti- 829 Vd. in fra, p. 220 per il grosso m u ro di peperin i ch e blocca la galleria A4 tra A5 e A5' e A5''. 830 Vd., in fatti, in fra, pp. 258-263. 831 Su ll’an alisi m irata all’in dividu azion e delle stru ttu re preesisten ti si con fron ti su pra, pp. 11-19. 832 Su lla cu i an tich ità, probabilm en te con n essa ad u n a preesisten te escavazion e di n atu ra idrau lica, si veda su pra, p. 17. 833 La galleria B14 parte da AB10 form an do u n an golo eviden tem en te ottu so. 834 S u pra, p. 19. 835 Vd., qu in di, in fra, pp. 230-237. 836 Qu ella del van o Be n on è però con servata, m a rein tegrata con m ateriale m odern o. 837 In particolare n el più am pio am bien te Be la relazion e su i lavori con dotti n el 1935 ricorda la scoperta di u n a “gran de qu an tità di form e” (Giorn ale di scavo 3, pp. 191-192), u n a delle qu ali è tra l’altro an cora visibile, n on n ecessariam en te con n esse con il prim o u so del cu bicolo. 838 Sotto l’apertu ra, su l su olo di Bd, si con servan o eviden ti tracce dello sgretolam en to di u n rivestim en to in cocciope- ficato da an tich e m u ratu re in opera listata, u n pozzo dal profilo qu adran golare reso irregolare dal distacco parziale della fodera; qu esto, di n atu ra presu m ibilm en te idrau lica 838 , ven n e adattato com e fon te di lu ce, crean do u n a leggera obliqu ità n ella su perficie, verso B18, m a n on su l lato su d verso Be, forse per evitare u n in debolim en to statico in corrispon den za del breve diafram m a di separazion e tra i du e am bien ti. Poch i, n ei du e van i, risu ltan o essere i locu li, tu tti di ordin aria fattu ra 839 , rim asti in tatti. Su ll’apertu ra dell’in feriore dei tre gran di sepolcri della p a r ete or ien ta le d i Bd 840 ven n e r icom p osta l’iscrizion e di Pau lin u s an em a du lcis con can tharos 841 ; u n a sem plice lastrin a di giallo an tico ch iu de in vece u n piccolo locu lo ricavato n ella parte bassa dello stipite sin istro di in gresso dello stesso van o. In Be la disposizion e locu lare m eglio eviden te si rin traccia su l lato est; la parete occiden tale, in fatti, ven n e com pletam en te rivestita con u n possen te m u ro in opera listata (1 lat / 1 tu f), caratterizzato da u n a su ccession e m edian a di cin qu e fori da pon te e u n ’u n ica fen estella u tile per tragu ardare le tom be retrostan ti; la stessa stru ttu ra previde, n ella fascia in feriore, la form azion e di du e locu li, u n o dei qu ali ch iu so con tegolon i 842 . Pilae di locu li si dispon evan o an ch e su l fon do del cu bi colo, prim a però ch e la creazion e di u n passaggio (p) tra Be e B8, n ecessario con la realizzazion e del lu cern ario O3 e l’occlu sion e, m edian te il parapetto, del n orm ale collegam en to tra B14 e B18 843 , n e asportasse u n a delle du e serie verticali com posta da qu attro elem en ti, di cu i, però, lu n go la tam pon atu ra m odern a del 1935 844 , si in travedon o le estrem ità a destra (fig. 126); il taglio risparm iò sia u n u n ico gran de locu lo in feriore, an cora ch iu so con laterizi 845 , sia la pila a ovest, costitu ita da sei elem en ti, il più basso u tilizzato, i su periori solo disegn ati n ell’in ton aco. Qu esto dettaglio in du ce a riflettere su lla possibilità ch e la sto. Il pozzo ven n e riaperto “per n ecessità di lavoro” all’in izio delle perlu strazion i n ei van i B18-Bd-Be n el gen n aio 1935 (Giorn ale di scavo 3, pp. 186-189). 839 Gen eralm en te associabili al com u n issim o tipo L5 della classificazion e proposta da N UZZO 2000a, Tabella 6.1, p. 225 (e p. 181). 840 Su qu ella occiden tale se n e apron o in vece otto più piccoli. 841 ICUR V 14534; sulla scoperta Giornale di scavo 3, p. 188. 842 Su u n o dei du e si distin gu e u n bollo circolare con lettere rilevate su tre righ e: i poch i segn i grafici leggibili sem brerebbero rim an dare alla coppia con solare del 123 (Paetin o et Apron ian o). An ch e l’altro locu lo m u rario, solo parzialm en te violato, h a an cora la deposizion e all’in tern o. 843 Vd. già su pra, p. 15, m a an ch e in fra, p. 234. 844 La n otizia della realizzazion e del tam pon am en to n el m arzo 1935 è in Giorn ale di scavo 3, p. 191. 845 Un o di qu esti reca il bollo orbicolare CIL XV 1120a, ch iaram en te di recu pero. CAPITOLO 4 - SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA 133 Fig. 125 – Stralcio plan im etrico. Region e della spelu n ca m agn a: espan sion i a su d con eviden ziazion e degli am bien ti riferibili al prim o svilu ppo della region e B. 134 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO prim a occu pazion e sepolcrale degli am bien ti B18Bd-Be e, qu in di, della diram azion e B14/B15, probabilm en te già con il tratto in iziale della trasversale verso su d B16 846 , n on vada in qu adrata in u n periodo di m olto an teriore all’im pian to del lu cern ario O3, assegn abile, si vedrà, in torn o agli an n i 320-330 847 ; tra l’altro, tale orien tam en to diacron ico deriva logicam en te an ch e dalla con siderazion e ch e la n ecessità di n on lasciare im praticabili gli am bien ti B18-Bd-Be, eviden tem en te in pien a attività, determ in erà, in fase con la creazion e di O3, sign ificativi adattam en ti plan im etrico-stru ttu rali, in particolare la deviazion e verso est dell’am bu lacro B8, su l qu ale si apre, appu n to, il bu sso p 848 . Un ’in dicazion e tem porale più precisa e perfettam en te in lin ea con tale lettu ra va rin tracciata in u n ’iscri zion e, scoperta n el 1935 “n ella galleria perpen dicolare a qu ella di Carvilia Lu cin a”, cioè il braccio B18 849 , ch e reca sotto il doppio epitaffio di [S ] eber [i]nouj, traslitterato in greco, e di S everin a, in latin o, con le rispettive date di deposizion e, la più precisa specificazion e dell’an n o 307 o 308, Maxe(n tio) Au g(u sto) 850 (fig. 127). Men o in dicativa si deve con siderare u n ’altra epigrafe, con la data del 291 851 , letta dal Boldetti n el 1719 e gen eralm en te assegn ata alle gallerie della region e B, n ella con siderazion e ch e ai tem pi dello stu dioso e del Maran gon i fossero essen zialm en te qu esti gli am bu lacri praticabili del cim itero di Pretestato, cu i si accedeva dalla cava prospicien te la valle della Caffarella 852 ; e in fatti, proprio su lle pareti degli am bien ti trattati si con cen tran o diverse firm e an cora ben leggibili a docu m en to di perlu strazion i avven u te n el 1719, di u n Agostin o cavatore, di Ia- 846 Vd. m eglio in fra, pp. 234-235. In fra, p. 230. 848 Vd. in fra, p. 234 per u n ’an alisi di qu esti in terven ti. La galleria ven n e u lteriorm en te prolu n gata verso su d-est per creare an ch e u n a possibilità di frequ en tazion e e u tilizzo della appen a scavata B16 con i su oi cu bicoli. 849 J OSI 1935, p. 24 n . 3; la galleria “di Carvilia Lu cin a” è, in fatti, la B14 (vd. in fra, p. 233). 850 ICUR V 13887; vd. F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 176 su lla doppia possibilità di attribu zion e al 307, con cu i discorda il m ese, o il 308, an n o per il qu ale m an ch erebbe l’aggiu n ta del collega Rom olo. La lastra si presta ad essere in terpretata n on solo com e ch iu su ra della cassa di u n o degli arcosoli, com e voleva J OSI 1935, pp. 24-25, m a an ch e com e copertu ra di u n a fossa pavim en tale. 851 ICUR V 13886. 852 J OSI 1927, p. 193 e F ASOLA - T E STINI 1978, p. 120 per u n a at tribu zion e della lastra alla region e B. Su qu esta fase perlu strativa vd. diffu sam en te in fra, p. 336. 853 In fra, p. 327. 854 In fra, pp. 143-146. 855 Vd. su pra, pp. 12, 19. 856 Su qu esti organ ism i N UZZO 2000a, p. 133 e u n a descri zio n e dettagliata in Giorn ale di scavo XV (1975-76, s.p.: “(15/3/’76) Il cu bicolo del tiro orm ai sterrato fin o al su o pian o pavim en tale presen ta la caratteristica di du e grosse sepoltu re in m u ratu ra sopraelevate e costru ite su l pian o di calpestio. Qu este du e gran di arch e si elevan o per 67 cm dal pian o 847 com o Marcu cci, di u n n on m eglio n oto S. M. e u n a di Maran gon iu s con la data più precisa del 20 jan 1719 853 . Tu ttavia, va detto ch e le m edesim e firm e ricorron o an ch e in alcu n i van i di u n livello cim iteriale sottostan te la region e B, in particolare n egli am bu lacri PB25 e in PE 4/E d, accessibili, forse, n el XVIII secolo dalla can n a del lu cern ario O3; an ch e a qu esti am bien ti, segn ati, si vedrà, da u n ’occu pazion e sepolcrale pu re in qu adrabile tra la fin e del III e gli in izi del IV secolo 854 , potrebbe essere riferita l’iscrizion e in qu estion e. Sem pre con il prolu n gam en to del braccio AB10, con u n breve tratto ristretto verso n ord (B9), ven n e preordin ato il riu so, si ritien e sem pre en tro l’arco tem porale appen a defin ito, di u n a “cistern etta” a su d-est, ricon osciu ta già dal Tolotti n ella con figu razion e del cu bicolo Bog 855 ; dell’an tico organ ism o ven n e rispettato il profilo perim etrale (5 x 1,93 m ) e u tilizzato com e fon te di lu ce il pozzo con ico all’estrem ità n ord-est. Su lle su perfici dealbate in izialm en te si ricavaron o locu li, qu in di alle pareti ven n ero addossate du e gran di tom be a cassa in m u ratu ra costru ite in su ccession e stru ttu rale e pu re in ton acate 856 e, n el pavim en to, create form ae, u n a delle qu ali era parzialm en te ch iu sa con la lastra recan te l’iscrizion e Decen ti et Gau de / paren tes in p(ace) 857 (fig. 128). Per l’u so sepolcrale u n cu n icolo di dispersion e diram ato dal lato su d-est ven n e, dopo u n breve tratto in teressato da locu li, bloccato m edian te u n m u ro in opera listata con altern an za di u n corso di tu felli ad u n o di laterizi. con m u retti fra i 20 e 30 cm costru iti con m ateriale di scarto (tu felli, tegole e sem ilateres). La prim a sepoltu ra A è stata addossata alla parete Nord del cu bicolo, la secon da B ad essa n orm ale ed appoggiata, in vece, è addossata al lato E st. Su l su olo del cu bicolo son o sicu ram en te presen ti altre form e ch e saran n o visitate alla fin e del lavoro. Le du e sepoltu re eran o in ton acate. La prim a A den tro e fu ori, la B in vece solo fu ori. Il lato verso N è in ton acato solo perch é è a su a volta parte del m u ro di A sopra al qu ale la form a stessa si è addossata.”. Il cu bicolo, detto “del tiro” o “del lu cern ario ton do”, fu sterrato solo dal 10 m arzo 1976 (Giorn ale di scavo XV (197576), s.p., 10/3/’76-15/3/’76; le iscrizion i scoperte en tro la terra ch e “n on era stata rim ossa dagli scavatori” preceden ti, in siem e a n u m erosi resti scu ltorei più probabilm en te precipitati attraverso il lu cern ario dal sopratterra (su pra, n . 167 p. 25), son o perciò rim aste in edite: 1) Marm o verde an tico. Dim en sion i: 0,30 x 0,26 x 0,01; alt. lt. 0,03 (in sei fram m en ti con tigu i): Sabina bibaj in domino / KOϒ pake. Traslitterata in greco. 2) Marm o verde an tico. Dim en sion i: 0,23 x 0,52 x 0,009; alt. lt. 0,03 (in cin qu e fram m en ti con tigu i): Cyriacae du lcis / an im a vivas in XP / vixit) a<n >(n )os II m (en ses) [- - -] / dep(o)s(ita) XIII ka(len das) Au gu s[- - -]. 3) Marm o verde an tico. Dim en sion i: 0,286 x 0,48 x 0,014; alt. lt. 0,055 (in du e pezzi con tigu i): [- - -]tia du [- - -] / [- - -]oru m cin [- - -] / [- - -]ru m Dece(m )b(res)[- - -] / [- - -]filie du lcissim e[- - -]. 857 Dim en sion i: 0,75 x 1,26 x 0,045; alt. lt. 0,045 (in du e fram m en ti con tigu i). CAPITOLO 4 - SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA Fig. 127 – E pitaffio del 307 o 308 (ICUR V 13887). Fig. 126 – Sch izzo plan im etrico del van o B18/Bd/Be e della galleria B6/B8 con il bu sso p (da Giorn ale di scavo). Fig. 128 – Cu bicolo Bog: sch izzo plan im etrico (da Giorn ale di scavo). 135 136 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Ma il m om en to m aggiorm en te sign ificativo dello svilu ppo plan im etrico della region e cen trale tra gli u ltim i an n i del III secolo e gli in izi del IV secolo è costitu ito dall’in stallazion e, a n ord della spelu n ca m agn a, del coeren te e razion ale sistem a delle gallerie P/E 860 . La ridefin izion e dell’im pian to idrau lico afferen te alla spelu n ca m agn a in du ce, si è visto 861 , al su peram en to dell’ipotesi volta ad in dividu are n el pozzo O3 e n ei su oi corti bracci su du e livelli u n com plesso m eccan ism o di scolo del serbatoio prin cipale e, n ei van i PT, origin ati dall’am bien te obliqu o Ac, u n a capien te cistern a a bracci affron tati di su pporto, appu n to, al con ten itore idrico cen trale. All’origin e della region e P/E , qu in di, n on sem bra di poter ricon oscere tracce sicu re di alcu n organ ism o idrau lico 862 ; piu ttosto, l’orien tam en to plan im etrico dell’in stallazion e risu lta con eviden za con dizion ato dalla direzion alità su d-n ord del van o in trodu ttivo Ac, disassiale rispetto allo svilu ppo lon gitu din ale della spelu n ca m agn a ed esito, com e em erge dall’an alisi stru ttu rale, della risistem azion e volu m etrica di u n am bien te preesisten te com - prom esso da u n crollo parziale delle pareti e della volta 863 . Per assolvere la fu n zion e di vestibolo la cam era Ac fu segn ata da u n a trasform azion e in tern a eviden tem en te radicale, con la riarticolazion e dello spazio in u n corto corridoio dealbato di 8,60 m , fian ch eggiato da du e coppie di arcon i affron tati, parte n el tu fo, parte in u n a m u ratu ra in opera listata; qu esta in dividu a con ch iarezza u n a fase diversa dal resto di opera laterizia della facciata in tern a dell’“Arco bello”, an cora rin tracciabile n ell’an golo su d-est 864 (fig. 65). La program m azion e di u n esteso svilu ppo del n u ovo im pian to alla qu ota del più idon eo ban co di tu fo terroso fu risolta attraverso l’approfon di m en to progressivo di tre corte ram pe, le du e più alte di sei gradin i, l’in feriore di dieci, in serite, rispettivam en te, n ello stesso van o Ac, qu asi ai piedi dei du e arcosoli di fon do, la su periore e lu n go l’asse prin cipale della region e (PT1/PE /E ) le altre du e 865 ; in u n u n ico in terven to stru ttu rale si effettu ò la costru zion e dei gradin i in m u ratu ra, con pedate ricoperte in travertin o, fodere laterali in tu felli e m atton i e, ad u n tem po, stru ttu re di sostegn o e di rivestim en to dei du e pozzi qu adran golari O1O2, posizion ati l’u n o tra Ac e PTa, l’altro tra Poa e la scala PE 3, alle du e estrem ità della ram pa in term edia 866 ; con testu alm en te, in opere m u rarie coeren ti, si defin iron o gli in gressi ai van i del settore su periore PT (PTa, PTb, presu m ibilm en te an ch e PTc e Poa) con arco e piedritti in m u ratu ra, en tro cu i ven n ero in cassati stipiti e arch itrave in traver tin o 867 , e si rin forzaron o, in alcu n i pu n ti, i profili an golari del lu n go am bu lacro cen trale in feriore E , form ati dall’in crocio con diram azion i laterali. Proprio la coeren za di tali sistem azion i già in dirizza n ell’idea, su pportata, si vedrà, da sign ificative, u lteriori osservazion i, ch e l’im pian to dell’in tera region e P/E sia il fru tto di u n program m a 858 Vd. su pra, p. 17 su lla possibilità ch e an ch e qu esti organ ism i sian o con siderabili preesisten ze di n atu ra idrau lica afferen ti al sistem a della spelu n ca m agn a. 859 In fra, pp. 206-211. 860 Apparten gon o a qu esta region e, cioè, i van i in dicati n ella pian ta del Tolotti (T OLOTTI 1978, tav. I) con le sigle PT o PB o PE e, sem plicem en te, P e E . 861 S u pra, pp. 12-16. 862 An ch e per i du e pozzi O1-O2 allin eati a poca distan za su lla cen trale PT1 si è con siderato ch e l’in du bbia afu n zion alità per u n con testo fu n erario in effetti perm an e an ch e n ell’ipotesi idrau lica (su pra, p. 18); risu lta qu asi più logico ch e O2 possa aver fu n zion ato, ad u n tem po, com e pozzo di estrazion e delle gallerie a est – com e O1 per qu elle a ovest – n ella fase di scavo e, qu in di, com e u lteriore lu cern ario tra Poa e PE 3. 863 S u pra, pp. 18, 71. 864 Vd. su pra, pp. 70-71. La con servazion e delle su perfici è com u n qu e parziale; con sisten ti restau ri m u rari, in u n ’opera listata im itativa dell’an tica, si resero n ecessari n el 1868 du ran te le in dagin i del de Rossi (in fra, p. 331). Va detto ch e an ch e S TYGE R 1933, p. 157 riten eva ch e del cu bicolo Ac risu ltasse difficile ricom porre l’assetto origin ario per le profon de alterazion i su ccessive fin alizzate alla creazion e della scala della n u ova “regio cocoru m ”, appu n to P/E . 865 Con tale scavo il su olo della galleria prin cipale vien e a trovarsi in corrispon den za del lim ite in feriore del ban co di tu fo terroso argilloso, esattam en te il livello raggiu n to n elle fasi di u ltim o approfon dim en to degli ipogei della “scala m aggiore” (G) – su pra, pp. 47-58 – e della “scala m in ore” (F) – su pra, pp. 101-106 –. Vd., per la restitu zion e del diagram m a geologico, D E ANGE LIS D’O SSAT 1943, part. fig. 81 [7] = fig. 50. 866 I du e organ ism i com e la volta corrispon den te dell’asse PT1 ven n ero pesan tem en te restau rati e ch iu si du ran te i lavori di recu pero della region e con dotti dal n ovem bre 1927 e descritti n el Giorn ale di scavo 1, p. 98 ss. (alla scala si perven n e da est, dall’am bu lacro cen trale PE /E ) e, qu in di, n el 193233 per u n a n u ova fran a n el terren o Barbetta (Giorn ale di scavo 3, p. 132 ss.). Vd., su tali attività, in fra, p. 336. 867 Vd. an ch e in fra. An cora in qu esta fase va su pposto l’u tilizzo delle tre corte gallerie aperte su l fian co su d della spelu n ca m agn a AB1-Ao1-AB3, parallele all’origin aria AB10 858 e in tercon n esse dal braccio trasversale AB2; in qu esti van i, tu ttavia, l’in ten sificazion e eccezion ale della fru izion e fu n eraria n elle fasi più tarde del cim itero sotterran eo, in logico legam e con l’esisten za, in AB10, di u n a tom ba ven erata, com portò l’in crem en to di organ ism i parietali di sostegn o e, ad u n tem po, du plicativi delle presen ze sepolcrali, con il risu ltato di u n a m odificazion e radicale dell’assetto più an tico 859 . La “regione centrale”: i prim i svilu ppi a nord (fig. 129) CAPITOLO 4 SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA 137 Fig. 129 – Stralcio plan im etrico. Region e della spelu n ca m agn a: espan sion i a n ord con eviden ziazion e dei van i della region e PE . 138 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO escavativo u n itario, organ izzato secon do ben ravvisabili criteri di distribu zion e degli spazi fu n erari. An ch e la con figu razion e plan im etrica gen erale rivela caratteri geom etrici estrem am en te om ogen ei e razion ali: la region e si articola in torn o ad u n u n ico asse m edian o ovest-est di 75 m , lu n go il qu ale am bu lacri secon dari son o disposti secon do il prin cipio sch em ico delle diram azion i bilaterali sim m etrich e (“a spin a di pesce”). Nel settore su periore, ch e si apre im m ediatam en te ai piedi della scaletta in Ac, su u n tron con e più largo (1,85 m ) della galleria prin cipale (PT1), si apron o, a n ord, tre bracci (PTa, PTc, Poa) di u gu ale am piezza (1,60 m ) e lu n gh ezza (5,30 m ), qu ello in term edio affron tato al van o-vestibolo Ac; in posizion e fron tale agli altri du e ven n ero creati, a ovest, in sim m etria con PTc, u n am bien te an alogo, appen a più largo (1,90 m ) e, a est, u n o spazio occu pato dalla scala PE 3. Di qu est’u ltim o organ ism o la lettu ra stru ttu rale fin alizzata alla ricom posizion e del m odello idrau lico 868 h a già perm esso di ricon oscere du e sicu re fasi di escavazion e, u n prim o tratto, ricostru ibile fin o al 17° gradin o dall’alto, dove si distin gu e ben e l’in terru zion e dei locu li su lle pareti laterali 869 , e il defin itivo prolu n gam en to dello scalon e fin o a 60 gradin i, ch iaram en te con n esso alla realizzazion e, più a su d, del lu cern ario O3 870 , m otivato, forse an ch e in segu ito ad u n cam biam en to di program m a 871 , dalla volon tà di raggiu n gere la falda freatica e creare u n pu n to di attin gim en to idrico fu n zion ale al cim itero 872 . Si è pu re potu to stabilire ch e, con ogn i probabilità, la creazion e di u n van o provvisto di gradin i, sim m etrico al setten trion ale Poa, fu im posta dalla n ecessità di sottopassare l’am bien te su periore Ad, già esisten te 873 (m a n on si pu ò esclu dere n eppu re ch e tale solu zion e fosse origin aria- 868 S u pra, pp. 15-17. Fin o al lim ite dei locu li la scala PE 3 raggiu n geva u n a lu n gh ezza calcolabile in torn o ai 6-7 m . In qu esto tratto di galleria “discen den te”, su lla parete ovest, ven n e aperta an ch e u n ’u lteriore diram azion e (PE o3) ch e sottopassa Ac, in pessim o stato di con servazion e; qu esto am bu lacro era stato rivestito già in an tico con u n m u ro in opera listata (2 tu f / 1 lat). 870 Su qu esti lavori vd. an ch e in fra, p. 146. In qu esta secon da fase i gradin i sem bra ven n ero rifatti com pletam en te, rivelan do, tu tta la serie di 60 elem en ti, u n ’om ogen ea fattu ra con altern an za di u n m atton e e u n tu fello n ell’alzata e la pedata in laterizio. 871 In u n prim o m om en to si pen sò forse di creare u n a n orm ale diram azion e n ord-su d a qu ota approfon dita. 872 Il pozzo, oltre ch e ch iaram en te accessibile dallo scalon e PE 3, poteva an ch e essere u tilizzato, con l’au silio di recipien ti m obili, dai parapetti delle gallerie delle region i sovrapposte B e P(B). Per u n altro esem pio, dalle catacom be rom an e, di u n pozzo accessibile dal prolu n gam en to di u n a scala si ricordi il caso di Vibia (F E RRUA 1971, pp. 29-30). 873 S u pra, p. 17. 874 Su qu esto van o vd. in fra, pp. 178-183. 875 È in teressan te, n ell’ottica di u n a program m azion e escavativa cu rata e u n itaria, ch e an ch e n el settore alto PT ricorra 869 m en te con n essa al program m a di im pian tare u n u lteriore gru ppo di am bu lacri a livello in feriore); n ello stesso m odo, tra l’altro, si vedrà ch e per creare u n cu bicolo all’in crocio delle gallerie PE o5 e PE o5', in corrispon den za del soprastan te am bien te Ax, n e ven n e abbassato il livello della volta e del su olo con l’in evitabile au silio di gradin i 874 . Ai piedi dell’u ltim o gru ppo di gradin i su ll’asse prin cipale della region e (PE 2), l’am bu lacro cen trale con tin u a con la m edesim a, con sisten te am piezza solo per 8 m , per poi prosegu ire fin o all’estrem ità orien tale con u n a largh ezza ridotta a 1 m ; dal su olo più basso, lu n go la diram azion e, su lle du e pareti si dispon gon o, a in tervalli pressoch é costan ti di 4,40 m , du e serie di 11 apertu re corrispon den ti ad altrettan te gallerie 875 . Del gru ppo m eridion ale la sequ en za delle u ltim e n ove sem bra presen tare u n regolare e costan te svilu ppo esten sivo di 10 m 876 ; qu elle prossim e alla scala (PE o5, PE 5) propon gon o in vece la sin golare solu zion e plan im etrica di u n raccordo cen trale (PE o5') e la creazion e, da PE o5, di u n a breve appen dice ch e con n ette con u n ’am pia cam era (Pob) con volta a botte, an cora qu asi com pletam en te in accessibile, di cu i, si è detto, per l’in serim en to sotto il van o Ax ven n e abbassato il livello 877 ; il braccio PE 5, reso n on più perlu strabile da u n in terro con sisten te, prosegu iva per alm en o 34 m verso su d (PB25), dove, dal su o lato ovest, si diram a u n ’u lteriore galleria di 25 m (PB24), a su a volta piegata per 15,40 m an cora a su d (PB26). La con tin u ità fisica dell’asse PE 5/PB25, tagliata da u n a fran a ch e in teressa per m olti m etri il settore cen trale, è ben eviden te solo attraverso il prezioso e accu rato rilievo esegu ito da F. Tolotti, dove qu esto gru ppo di am bu lacri, accessibili in effetti, attraverso u n bu sso, dall’estrem ità del soprastan te am bu lacro B20 878 , trova la su a prim a visu alizzazion e grafica 879 . la distan za di 4,40 m tra i van i PTc e PTa e tra PTb e Ac – la distan za tra i pozzi O1 e O2, corrispon den te alla ram pa in term edia, è in vece di 2,40 m –. Un a distan za diversa tra le apertu re si riscon tra soltan to tra PE 6 e E 7 (a n ord) e PE 5 e E o7 a su d, tra le qu ali in tercorre u n o spazio di 6 m . Qu esto m odu lo plan im etrico, si è visto, è il m edesim o adottato n ell’area occiden tale per l’im pian to della region e H , verosim ilm en te riferibile alle m edesim e m aestran ze fossorie (su pra, p. 111 e in fra). 876 Così alm en o per qu elle m isu rabili per in tero E 9, E 11, E 15, E 22, E 23; le altre diram azion i (E o7, E o8, E o17, E o19), in fatti, son o an cora in terrate, m a n ella pian ta del Tolotti (T O LOTTI 1978, tav. I) se n e ricostru isce, appu n to, u n ’esten sion e an aloga. 877 Il con sisten te in terro ch e caratterizza qu esti van i perm ette solo di verificare la presen za del cu bicolo e il rapporto topografico in du bbio con la galleria; è logico ch e il dislivello tra il su olo dell’am bu lacro di origin e e qu ello del cu bicolo abbia rich iesto la creazion e di u n a ram pa di raccordo. 878 Da qu i, tra l’altro, ven n e effettu ata la perlu strazion e di qu este gallerie n el 1931: Giorn ale di scavo 3, pp. 59-60; 196197. 879 È , tra l’altro, lo stesso T OLOTTI 1978, p. 180 a dare per certa la con tin u ità dell’asse PE 5/PB25. CAPITOLO 4 - SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA La con figu razion e plan im etrica degli assi aperti su l lato n ord della galleria cen trale P/E si risolve in u n qu adro più variegato, con alcu n i am bu lacri di m in ore lu n gh ezza (in torn o ai 6-8 m ) 880 e altri ch e su peran o l’esten sion e di 20 m 881 , con l’escavazion e di assi secon dari di collegam en to trasversale; i du e brevissim i tron con i ai piedi della scala (PE 4, PE 6) m ostran o an ch e n elle dim en sion i piu ttosto l’aspetto dei cam eron i del su periore tratto PT, rispetto ai qu ali il braccio PE 4 presen ta l’aggiu n ta term in ale di u n piccolo cu bicolo qu adran golare (E d; 2,10 x 2,60 m ). Le scelte proporzion ali ch iariscon o m olto ben e la con cezion e settorializzata dell’im pian to, ch e associa in m isu ra preordin ata ad u n a parte di più con ten u to svilu ppo spaziale, m a di più ricercate elaborazion i volu m etrich e, u n ’area segn ata da u n a decisa espan sion e, ben ch é di eviden te m in or im pegn o “arch itetton ico”. An ch e n ell’om ogen eo program m a di rivestim en to delle su perfici em erge qu esta sorta di gen erale “declassam en to” degli am bien ti del livello in feriore (qu elli in dicati propriam en te con la sigla E ), n ei qu ali la com pleta copertu ra delle pareti e delle volte con in ton aco bian co, riscon trabile in ogn i van o PT/PE , si ridu ce all’im bian catu ra della sola volta, appen a arcu ata per u n a m in im a valorizzazion e form ale, di tu tte le gallerie 882 . Tali differen ze, dal sign ificato ch iaram en te con n esso alle m odalità fru itive dell’im pian to, ben distin to, du n qu e, in spazi a destin azion e più “elitaria” e in settori di u so m assivo e in differen ziato, si rivelan o in particolar m odo n elle form e di occu pazion e fu n eraria dei sin goli am bien ti. Su l m on u m en tale corridoio PT1, si è visto, i largh i e corti bracci ortogon ali si profilan o com e veri e propri cu bicoli, predisposti, già in fase di im pian to, m edian te stipiti con in cassi per ch iu su re, com e spazi separati, esclu sivi. Resti più eviden ti di tali stru ttu re di defin izion e degli in gressi segn an o l’accesso al van o PTa, la cu i im boccatu ra è ristretta da fasce m u rarie in opera listata, cu i son o fissati gli stipiti in travertin o; sopra qu esti corre l’arch i - 880 E 12: 6 m ; E 24: 7 m ; E o22: 7,60 m ; E 16: 8,30. E 7, E 8, E 10 oscillan o su i 21 m ; E 17 m isu ra 17,60 m ; la più occiden tale E 19 22,60 m . Per S TYGE R 1933, p. 164 le gallerie setten trion ali più lu n gh e dovevan o esten dersi fin o al lim ite della collin a. 882 Tra l’altro an ch e qu esto dettaglio orn am en tale, verificabile su lle volte degli am bu lacri PB22, PB24, PB26, n e assicu ra u lteriorm en te la dipen den za dalla region e P/E . 883 In qu esti cu bicoli, segn ati an ch e da im pegn ative m an o m ission i m odern e, le tom be risu ltan o sistem aticam en te violate; in PTb, su l bordo m altaceo di u n o dei locu li su perstiti, si legge il sign u m Christi (ICUR V 15176 m ), m en tre u n ’u n ica tom ba a fossa è an cora ch iu sa con la lastra in scritta ICUR V 14495. 884 In fra, pp. 146, 151. 885 Dell’altro arcosolio, in fatti, su lla parete est è sem plicem en te restitu ito il profilo n ella m u ratu ra m odern a. 881 139 trave di an alogo m ateriale ch e delim ita u lteriorm en te l’am pia apertu ra arcu ata del cam eron e, sottopon en dosi alla gh iera a tu tto sesto ch e segn a, all’estern o, l’estrem ità della volta m u raria in tern a del van o. Tracce di stipiti di an aloga fattu ra si distin gu on o an ch e lu n go l’apertu ra di PTb, m algrado le im portan ti riprese du ran te i restau ri degli an n i Tren ta del XX secolo, i qu ali h an n o in vece com pletam en te ripristin ato gli accessi alle cam ere Poa e PTc, pu re con probabilità forn iti di an alogh i sistem i di ch iu su ra. In gen erale la con figu razion e in tern a degli am bien ti in qu estion e è qu ella di am pi cam eron i dall’accen tu ato svilu ppo lon gitu din ale, coperti a botte e in teram en te dealbati, in cu i l’occu pazion e sepolcrale, n on particolarm en te in ten siva, è affidata ai locu li su lle pareti e a form ae, qu asi sistem aticam en te docu m en tate, su l su olo 883 ; solo in PTc, van o su ccessivam en te prolu n gato per u n raccordo con la galleria FT5 884 , ven n e creata u n a coppia di arcosoli affron tati, di cu i qu ello ovest, m eglio con servato 885 , si presen ta rein tegrato n ell’arco a tu tto sesto e n el parapetto in m u ratu ra e rivestito com pletam en te all’in tern o di lastre m arm oree 886 . L’u tilizzo del van o–scala PE 3 è, in vece, del tipo più in ten sivo: i locu li ch e si dispon gon o n el tratto in iziale, corrispon den te al settore obliqu o della volta, su lle pareti, prive dell’in ton aco bian co ch e riveste, in vece, sem plicem en te la volta, copron o in teram en te le su perfici con profili piu ttosto ravvicin ati, in diversi casi an cora con le ch iu su re a posto, lastre in scritte 887 , m arm i di recu pero 888 , laterizi. Diverse sepoltu re si affollan o an ch e n ell’am pio am bu lacro cen trale PT1, pu re com pletam en te in ton acato n ella volta, ch e si rialza n el settore ovest, e n elle pareti; si tratta per lo più di locu li, aperti con u n a disposizion e poco regolare, e di tom be a fossa pavim en tali, talora in tatti; su l lato n ord, m en o in teressato dai restau ri m odern i 889 , tre sepolcri recan o le ch iu su re m arm oree con iscrizion i, rispettivam en te di Petru s 890 (fig. 130), di Do- 886 In situ si con serva an ch e, qu asi in tegra, la grossa tavola di gran ito grigio di ch iu su ra; su qu esto sepolcro u n a descrizion e an ch e in N UZZO 2000a, p. 124 ch e lo riferisce al tipo Aam '1. 887 ICUR V 14130, 14663, 14706, 14973, 14124. 888 Ad esem pio u n plu teo con decorazion e a can cello. 889 Qu esti son o con sisten ti a su d, dove u n foro risparm iato fa in travedere u n locu lo retrostan te; il bordo m altaceo di u n locu lo su qu esta parete (com e si deriva dal Giorn ale di scavo 3, p. 147 (dicem bre 1932)) recava l’iscrizion e estem poran ea di Felicissim a (ICUR V 14250), n on più leggibile già ai tem pi del Ferru a. 890 ICUR V 14544: Petro m eren ti in pace Á(n) Crist7 q (e7) s (wtÒri) o an ch e e (›j) Cristæj q (eã)j – vd. F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 271 –; u n cristogram m a è in ciso a destra dell’iscrizion e, m en tre u n altro segn o an alogo si legge su lla calce del bordo locu lare. 140 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO n ata 891 e di Celerin a 892 ; a qu esto locu lo basso si appoggia, fru tto, qu in di, di u n a collocazion e poste riore, il m arm o della form a di Am athu sa 893 , in posizion e parallela e aderen te alla parete. Un ’altra delle tom be ricon oscibili su l pavim en to, an ch e sem plicem en te coperte da m arm i an epigrafi, apparten eva al fidelis Vibiu s N epotian u s, com m em orato dall’epitaffio 894 ; davan ti all’in gresso al van o Poa è, in vece, la gran de lastra dedicata da C(aiu s) Expeditu s al figlio C(aiu s) Gu rgen tiu s 895 . Un u n ico arcosolio, con arco a tu tto sesto e cassa profon da, ven n e creato su l fian co m eridion ale del corridoio PT1, m en tre, con tro il lato n ord, verosim ilm en te proprio tra PTc e PTa, doveva essere sistem ato u n sarcofago rin ven u to “a posto” n el 1933 “addossato a u n a parete”896 (fig. 131). La cassa è decorata con strigilatu re ch e con vergon o verso il cen tro a form are u n a m an dorla en tro cu i è scolpita u n ’an fora; alle estrem ità si du plica l’im m agin e di Am ore e Psych e in u n a posizion e di abbraccio; il coperch io, coeren te, ospita u n a sequ en za di scen ette tratte dal repertorio bu colico-pastorale, con varie com posizion i di an im ali in postu re diverse e, ai lati, la capan n a del pastore con l’u om o ch e, a sin istra, carezza u n can e poggiato ad u n baston e e, a destra, regge il pedu m con en tram be le m an i 897 . Nel settore della region e P/E , ch e si svilu ppa dalla qu ota più bassa, l’u so di spazi riservati è estrem am en te m argin ale rispetto alle gallerie “di 891 ICUR V 14197: Don ate in pace. ICUR V 14116: Celerin a cu m filiu su u m in pace. 893 ICUR V 14003: Am athu sa in pace. 894 ICUR V 14701: Vibiu s N epotian u s fidelis vi<c>xit an n os X m (en ses) VIII d(ies) XI. 895 ICUR V 14321; l’iscrizion e è lacu n osa n ella parte cen trale delle righ e 2 e 3, secon do il F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 241 per n egligen za del lapicida, ch e aveva om esso l’in cision e di tali lettere dopo averle sem plicem en te tracciate a carbon e. L’in tegrazion e proposta dallo stu dioso è la segu en te: C(aiu s) Expeditu s C(aio) Gu rgen tio / fili[o om n i ben evole]n tia dign o / qu on iam even it u t aspen s vita [excederet q]u od est / f(ac) c(u ravit) (?). Un locu lo in corrispon den za dei gradin i del tratto E 2 reca a posto l’in cision e figu rata con Dan iele tra i leon i (ICUR V 15193). 896 Tali precise in dicazion i, accom pagn ate dalla descrizion e del pezzo, con ten u te n ella relazion e dei lavori (Giorn ale di scavo 3, pp. 136-138 – gen n aio 1933 –), discordan o con il riferim en to di J OSI 1936, p. 218 su l m edesim o sarcofago di Am ore e Psych e “rin ven u to presso il prim o ram pan te dello scalon e … precipitato dalla stessa fran a da cu i provien e l’iscrizion e del presbitero In n ocen tiu s…; il coperch io in vece è stato trovato tra le terre spezzato in qu in dici pezzi”. Si ritien e più probabile, an ch e per le ottim e con dizion i con servative, la version e m an oscritta con testu ale al rin ven im en to. 897 Su i du e m an u fatti essen zialm en te G ÜTSCH OW 1938, pp. 128-129, 142, tav. 18, 2 (su lla cron ologia del pezzo an ch e in fra, p. 145). Forse altri sarcofagi eran o disposti n ell’am pio am bu lacro dove ven n e an ch e scoperto “u n fram m en to di sarcofago con u n a testa e u n a m an o con rotolo” (Giorn ale di scavo 3, p. 140 – dicem bre 1933-). 898 Il van o PE 6, si è detto, ripropon e la con figu razion e dei 892 m assa”; i van i più sign ificativi, in realtà, si apron o proprio ai piedi della scala, su l tratto della galleria cen trale ch e m an tien e an cora l’am piezza della su periore PT1. Dei du e a n ord 898 , il cu bicoletto E d con la galleriola in trodu ttiva PE 4 ven n ero riten u ti dagli scopritori, n el 1928, “u n piccolo ipogeo privato ad u so di u n a fam iglia o di u n ’associazion e di greci”899 , poich é qu attro dei gran di locu li aperti su lle pareti n on in ton acate 900 recavan o m arm i in cisi sem plicem en te con n om i in greco: Q¥llou 901 (fig. 132a), [Dhm]htr…ou902 (fig. 132b), `ϒperÂc [ i - - -] su lla lastra capovolta con Glhgãri903 (fig. 132c), ^Apãllw [n - - -] 904 (fig. 132d). Si con figu ra com e u n o spazio riservato an ch e il corto braccio PE o5, con du e arcosoli laterali e term in an te, si è visto, in u n am pio cu bicolo 905 , galleria il cu i in gresso è segn ato, an cora, da soglia, stipiti e arch i trave sistem ati, dato in teressan te, prim a della stesu ra dell’in ton aco ch e ricopriva com pletam en te le su perfici; è ovvio ch e facesse parte di qu esto spazio “esclu sivo” an ch e il corridoio orien tale PE 5, con accesso risistem ato in m u ratu ra, e, forse, n on si pu ò esclu dere se si tratta di u n ’escavazion e u n itaria, la su a prosecu zion e a su d PB25 906 . Pu ò risu ltare forse degn o di n ota ch e tra i reperti epigra fici di qu esta galleria, riportati con apografi n el Giorn ale di scavo del 1928 907 , u n o, rim asto in edito, ricordi al n om in ativo an cora u n person aggio, dal n om e lacu n oso, gr(a)ecu s 908 . Un altro spazio ad u so privato n el settore in feriore della region e cam eron i PTa, PTb, Poa, con su perfici in ton acate, volta a botte (qu esta è in taccata dalle posteriori stru ttu re del van o soprastan te Doa) e locu li su lle pareti (su u n o è la lastra con án cora ICUR V 15248e); all’in gresso gli stipiti son o in tegrati in opera listata. 899 Giorn ale di scavo 1, p. 122. 900 In qu esto van o l’in ton aco è steso soltan to su lle volte e su l fon do del cu bicolo, dove u n locu lo ven n e segn ato, m a poi n on scavato. Tale parete risu lta tagliata da u n bu sso di collegam en to con F11: in fra, n . 2143 p. 327. 901 ICUR V 15047a. 902 ICUR V 15017a. 903 ICUR V 15131. 904 ICUR V 14991b. 905 S u pra. 906 S u pra. 907 Giorn ale di scavo 1, p. 126: vi si ricon oscon o le iscrizion i ICUR V 14841c e 14469. 908 [- - -]u n dia[- - -] / [- - -]astitatis qu [- - -] / [- - -]in seru n t proi [- - -] / [- - -]u s gr(a)ecu s pro[- - -] / [- - -]XXXV decessit[- - -] / [- - ]cit VII[- - -]. Non è stato possibile, tu ttavia, rin tracciare direttam en te la lastra in qu estion e. Poco in dicative, in vece, a su pporto di u n ’even tu ale con n ession e di gestion e proprietaria con qu esti spazi, le form e di occu pazion e ricostru ibili n elle gallerie del gru ppo m eridion ale (PB25, PB23, PB24, PB26), gen eralm en te caratterizzate da locu li gran di e di fattu ra accu rata (vd. an ch e N UZZO 2000a, pp. 124-125; u n locu lo su lla parete su d di PB24 h a an cora all’in tern o otto sepoltu re in posizion e trasversale); diversi locu li, in qu esti van i, con servan o ch iu su re m arm oree in scritte, m a costitu en ti u n repertorio piu ttosto eterogen eo, in PB 24: ICUR V 15033a, 15052, 15170a, 14111, 14483b (qu este u ltim e qu attro attribu ite erron eam en te dal Ferru a alla galleria PB25; al con - CAPITOLO 4 - SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA 141 Fig. 130 – Am bu lacro PT1: ICUR V 14544 (Arch ivio PCAS). Fig. 131 – Am bu lacro PT1: sarcofago di Am ore e Psych e. (a) (b) (c) (d) Fig. 132 – Van o PE 4/E d, epitaffi in greco: ICUR V 15047a (a); ICUR V 15017a (b); ICUR V 15131 (c); ICUR V 14991b (d). 142 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO P/E n on sem bra, diversam en te da qu elli esam in ati, preordin ato con tale con n otazion e fin dalla fase di im pian to; solo in u n m om en to su ccessivo all’in iziale sistem azion e degli am bien ti, con m odalità di im pian to del tu tto in u sitate, l’estrem ità est dell’am bu lacro cen trale E con le du e term in ali diram azion i affron tate E 23 - E 24 ven n e dotata di u n a stru ttu ra di separazion e con soglia, arch itrave e stipiti in travertin o 909 (fig. 133), collocati su lla galleria E proprio all’in crocio con le trasversali. Il lu n go van o risu ltan te, occu pato su lle pareti con locu li in m isu ra n on in ten siva (si altern an o pilae con soli du e o tre elem en ti), ebbe an ch e tre arcosoli, u n o, in posizion e fron tale all’in gresso, del tipo con arco ribassato, al qu ale fu in u n secon do m om en to addossata u n a tom ba a cassa in m u ratu ra con parapetto rivestito di m arm o, e du e, ai fian ch i della porta, su lla parete occiden tale 910 ; l’in ton aco con cu i ven n ero valorizzate le su perfici di qu esti du e sepolcri si sovrappon e con ch iarezza, prova ch iara del “ripen sam en to” dello spazio, allo strato di dealbatu ra ch e copre, com e n elle gallerie adiacen ti, sem plicem en te la volta degli am bu lacri 911 . All’estrem ità n ord E 24 fu an ch e m u n ita di u n lu cern ario dal profilo qu adran golare em ergen te, in su perficie, n ell’area prospicien te l’in gresso orien tale alla spelu n ca m agn a 912 . Fu ori da qu esti spazi riservati l’occu pazio n e sepolcrale dell’im pian to “a spin a di pesce” ch e si svi lu ppa ai piedi della scala rivela caratteri estrem am en te m odesti e in differen ziati; le sepoltu re, con l’eccezion e delle sporadich e tom be a fossa ben docu m en tabili 913 , son o esclu sivam en te en tro locu li di fattu ra piu ttosto accu rata su lle pareti laterali 914 , gen eralm en te in serie verticali di qu attro o cin qu e elem en ti n on sem pre regolarm en te im pilati; per le ch iu su re, alm en o in base alle situ azion i in tatte, si u tilizzaron o preferibilm en te sem plici laterizi, in poch i casi corredati da iscrizion i estem poran ee su l bordo m altaceo 915 , m en o frequ en tem en te epigrafi su m arm o 916 , segn ate, tra l’altro, da u n a particolare varietà sia n elle elaborazion i form u lari ch e n ei dettagli tecn ici, ch e n on perm et ton o raggru ppam en ti sign ificativi ascrivibili a bottegh e 917 . Form e più particolari di in dividu alizzazion e del sepolcro van n o ricon osciu te in rapporto ad u n locu lo del lato ovest della galleria E 7, decorato con u n a pittu ra fram m en taria raffigu ran te an im ali – du e ovin i e u n corposo volatile –, en tro u n a ripartitu ra a lin ee rosse, sotto la qu ale, in u n a piccola tabella an sata in rosso verm iglio, l’iscrizion e a lettere bian ch e ricorda il bam bin o S ecu n du s, m orto a soli du e an n i e otto m esi 918 (fig. 134), e n el raro caso di apposizion e di oggetti person ali su lla m alta di ch iu su ra an cora fresca, com e i du e bracciali bron zei sporgen ti dal bordo locu lare di u n a tom ba bassa dello stesso am bu lacro o la m asch erin a fittile in PE 4/E d 919 . La distribu zion e delle tom be sem bra adegu ata ad u n con testo già scavato n el su o assetto com plessivo e totalm en te dispon ibile, in cu i l’occu pazio n e si svolge con m odalità piu ttosto libere, sen za u n a su ccession e ben sch em atizzata di m om en ti 920 . La preordin azion e com pleta degli am bien ti, con - trario l’iscrizion e su lastra di form a ICUR V 14870a riferita a PB24 è a posto n ella su periore B14: in fra, n . 1546 p. 237); in PB23: ICUR V 13979b, 14657a, 15093a; in PB26: 14004, 14166 (n on in dividu ata). 909 L’arch itrave n on è con servato in situ , m a a poca distan za dal pu n to di collocazion e origin aria: vd. an ch e N UZZO 2000a, p. 129. 910 Su gli arcosoli e su lla sin golarità del van o vd. an ch e N UZZO 2000a, p. 129. 911 Pu rtroppo i rin ven im en ti epigrafici son o esigu i e decon testu alizzati (ICUR V 14055, 14257, 14345, 14562, 14615a, 14956b, 14967e, 14967f, 15211b). 912 Questo pozzo è com preso nelle strutture di enfatizzazio ne dell’accesso orientale alla spelu nca m agna (infra, pp. 288-292). Dalla stessa estrem ità u n bu sso con an dam en to obliqu o verso n ord-est con n ette con u n altro sistem a di gallerie cim iteriali (FE 24, FE 25, FE 25'', FE 25') di diversa e du bbia origin e; an ch e qu este, tu ttavia, probabilm en te collegabili con gli am bu lacri diram ati dal cu bicolo ATd (in fra, p. 189), apparten evan o all’in tricato com plesso ipogeo, per il posizion am en to di u n altro pozzo di lu ce, su lla term in azion e n ord di FE 24, ben com preso n elle stru ttu re sopratterra. 913 In particolare la form a in E 9, coperta dall’iscrizion e ICUR V 15018 di Domitianãj con data di deposizion e; ad u n a tom ba su l su olo della galleria E doveva an ch e apparten ere l’epi grafe di Qu in tu s lacteariu s (ICUR V 14583) su m arm o di riu tilizzo, scoperta tra E e E 7 (Giorn ale di scavo 1, pp. 98-99), per la qu ale vd. in fra; si ricordi, in tan to, ch e S TYGE R 1933, p. 165 la riten n e su bdiale. Si pu ò con siderare u n caso isolato la tom ba dalla resa af- fin e alla tipologia “a m en sa”, ch iu sa con m u retto in ton acato, su l fon do di E 9, forse fru tto dell’allargam en to di u n locu lo origin ario. 914 Solo in E 12 i locu li si dispon gon o an ch e su l fon do dell’am bu lacro. 915 In E 7 ICUR V 15175p (sign u m Christi); in E 8 ICUR V 14601 (con n om e reiterato del defu n to, form u la in n ox in (ter) san [(c)ta] e m on ogram m a cristologico) e 15240c (palm etta); in E 10 ICUR V 15239c-d e 15240b (palm etta); in E 11 ICUR V 15241a (palm etta); in E 17 ICUR V 15175s-t (sign u m Christi); in E 18 ICUR V 15175u -v (sign u m Christi) e 15242e (palm etta); in E 20 ICUR V 15175x (sign u m Christi); in E 22 ICUR V 15174s (sign u m Christi). 916 Son o an cora in situ cin qu e iscrizion i su lla galleria cen trale E (ICUR V 14648, 14677, 14991, 15013, 15072) e poi ICUR V 14264 in E 7, ICUR V 15030 in E 10, ICUR V 14687 e 15083 in E 15, ICUR V 14457 e 14162 in E 17. 917 Vd. su pra, pp. 104 e 107 (n . 670) per tali prodotti extraofficin ali. Du e locu li, in E 15 e in E 17, recan o u n a ch iu su ra con m u retti in tu felli. 918 ICUR V 14625; l’iscrizion e è per lo più in lettere on ciali, piu ttosto evan ide. Per la pittu ra Repertorio 1993 2 , n . 12 p. 95. 919 Per i bracciali cfr. an ch e in fra, p. 145. Un a piccola m asch era fittile ven n e scoperta an ch e in u n locu lo del cim itero di Gordian o e E pim aco (J OSI 1939, p. 233 e fig. 33); su l valore apotropaico di qu esti oggetti si vedan o le n ote più recen ti di F E LLE - D E L M ORO - N UZZO 1994, part. pp. 137-138 e di N UZZO 2000, p. 253. 920 Le osservazion i dedotte dall’an alisi distribu tiva dei locu li (N UZZO 2000a, p. 129) con cordan o con la restitu zion e to- CAPITOLO 4 - SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA testu alm en te in ton acati, si ritien e potrebbe forn ire forse u n a qu alch e spiegazion e per u n gru ppo di sin golari scritte su llo strato an cora fresco di dealbatu ra delle volte delle gallerie E 17 e E 19: su lla prim a, presu m ibilm en te gli stessi esecu tori dell’opera di rivestim en to, tracciaron o in lettere piu ttosto gran di du e parole in gen itivo segu ite da u n n u m erale, cocoru m XI e cocoru m G 921 ; an cora, proceden do verso il fon do, e in cise con le m edesim e m odalità, si leggon o Basilikãj922 e l’espression e a Ven eria 923 , sotto cu i è disegn ata an ch e u n a tabu la secu riclata vu ota. Su lla volta della galleria E 19 son o graffiti, in vece, u n Gregoriu s, accan to ad u n a vera e propria form u la epigrafica n on riferibile ad alcu n a sepoltu ra (Ma(g)n u s / E q(u i) vixit an n is X) 924 , e tre segn i assim ilabili con probabilità ad u n n u m erale (XXX) 925 . La sin golarità di qu este attestazion i n on n e facilita alcu n a possibilità esplicativa; potrebbe però n on risu ltare u n a su ggestion e troppo fan tasiosa ch e tali scritte fossero sem plicem en te dei rapidi appu n ti-prom em oria degli stessi fossori, in fase di defin izion e degli am bien ti, per segn alare spazi già riservati o rich ieste pu n tu ali del com m itten te (com e la tabella an sata graffita in E 17) 926 . In particolare, l’espression e cocoru m , con cu i tra l’altro vien e com u n em en te in dicata la region e E 927 , è stata già valorizzata da diversi stu diosi 928 per stabilire u n a con tin u ità in sediativa tra il sepolcreto del collegiu m dei cu och i im periali ch e doveva sorgere, tra il II e il III se- pografico-stru ttu rale proposta per la region e P/E , di u n im pian to, cioè, sostan zialm en te u n itario e program m ato, coeren te n ei su oi aspetti in stallativi. 921 ICUR V 14815a-b. 922 ICUR V 15001b. 923 ICUR V 14685a. 924 ICUR V 14320. 925 Letti an ch e da F E RRUA 1973, p. 77 ch e li ritien e affin i a qu elli ch e accom pagn an o le scritte cocoru m . 926 Per J OSI 1936, p. 211 i graffiti n on dovevan o avere n essu n legam e con i locu li. Non così per il Ferru a (F E RRUA 1973, pp. 76-77, a proposito delle scritte cocoru m ), il qu ale propon e im plicitam en te tale collegam en to, in dican do, ad esem pio, per l’iscrizion e ICUR V 14320 di Gregoriu s il legam e con u n ’epigrafe (ICUR V 14318) con il m edesim o elem en to n om in ale, scoperta n elle vicin an ze e con servata in E 17 (F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 241). In effetti la presen za di segn i grafici di n on im m ediata in telligibilità in con n ession e a sepolcri, in terpretati, appu n to, com e an n otazion i prom em oria dei fossori, ricorre an ch e in altri con testi: in rapporto al n u m ero di sepolti en tro sin goli locu li ven n ero con siderate, ad esem pio, alcu n e sequ en ze di lin ee verticali tracciate talora su lla m alta locu lare, dal Ferru a n ella region e di Leon e di Com m odilla (F E RRUA 1957, pp. 34-36) e dal Fasola n ei cim iteri Maggiore e di S. Agn ese (F ASOLA 1974, pp. 182-183, m a già ARME LLINI 1880, p. 240); cfr. an ch e D E S ANTIS 1994, pp. 40-41 e n . 122. 927 Ad esem pio da S TYGE R 1933, pp. 164-165 e da T OLOTTI 1978, p. 180. 928 Vd., in particolare, S TYGE R 1933, pp. 164-165; J OSI 1936, p. 211; F E RRUA 1973, part. pp. 76-77. 929 Cfr., su lla statio cocoru m , attestata dalle iscrizion i CIL VI 7458 e 8750, già su pra, pp. 26-29. 143 colo, n ell’area del cim itero su b divo 929 e u n gru ppo di fru itori della catacom ba cristian a e, in particolare, di alcu n i am bien ti della region e P/E ; n on appare, pertan to, u n a coin ciden za ch e dallo scavo della galleria cen trale di qu esto sistem a proven ga l’epigrafe, su u n m arm o riu tilizzato, di Qu in tu s lacteariu s … qu i fu it de dom u m Lateran i, altro person aggio addetto alle cu cin e im periali 930 o, secon do u n ’ipotesi recen te, apparten en te alla fam ilia pon tificia 931 (fig. 135). Per defin ire con alqu an ta precision e l’arco tem porale en tro il qu ale si an dò defin en do l’occu pazion e sepolcrale dell’im pian to P/E è sign ificativa la presen za di cin qu e laterizi con m arch io officin ale, an cora a posto a ch iu su ra di locu li in distin ti am bu lacri, u n o in E 7, u n o in E 16, du e in PB26, 1 in E 22; qu esti recan o il bollo circolare tipo CIL XV 2138, a lettere im presse su u n ’u n ica riga, OFF(icin a) R RIN, n on particolarm en te diffu so e attribu ito ad età dioclezian ea o, al m assim o, m assen zian a 932 . Diverse sepoltu re, poi, ven n ero con trassegn ate con il sign u m Christi, per lo più tracciato su lla calce fresca dei bordi locu lari 933 , su cu i si distin gu on o an ch e sem plici palm et te 934 . Su u n piccolo locu lo della parete n ord del corridoio PT1, il m on ogram m a graffito su l bordo laterale rin forzava il riferim en to cristologico già esplicitam en te in serito n ella form u lazion e dell’epitaffio di Petru s 935 (fig. 130). 930 ICUR V 14583 (S TYGE R 1933, p. 165 riten eva però l’iscri zion e proven ien te dall’area su bdiale – vd. già su pra, n . 913 –). 931 Cfr. L IVE RANI 1999, part. pp. 527 e 534-535. Su ll’iscrizion e, oltre alla bibliografia ricordata da qu esto au tore, vd. an ch e B ISCONTI 2000, pp. 209-210. 932 S TE INBY 1986, pp. 119, 141-142. La presen za di qu esto bollo, n on iden tificato, è segn alata an ch e da S TYGE R 1933, p. 165. Ben più an tico il bollo CIL XV 978 ch e ch iu de u n locu lo della galleria PB24, attestato da u n u n ico altro esem pio riu tilizzato n ella catacom ba di Dom itilla. 933 In PTb (ICUR V 15176 m ), in PT1 (ICUR V 14544), in E 7 (ICUR V 15175p), in E 8, associato ad u n ’iscrizion e estem poran ea (ICUR V 14601), in E 11 (ICUR V 15175q, graffito però su lla volta e forse associabile alle scritte esam in ate su pra), in E 17 (ICUR V 15175s-t), in E 22 (ICUR V 15174s), in E 20 (ICUR V 15175x), in E 18 (ICUR V 15175u -v). Di du bbio valore risu lta in vece il m on ogram m a tracciato in rosso su lla volta della galleriola PE 4, descritto n el Giorn ale di scavo 1, p. 122 (“su lla volta, accu ratam en te in ton acata, vi è in rosso il m on ogram m a costan tin ian o”) e da qu esto tratto dal Ferru a (ICUR V 15175o); n on è esclu so, però, ch e tale segn o ven n e lasciato (forse proprio dal Maran gon i ch e u tilizza talora il colore rosso per scrivere il proprio n om e) du ran te le visite del 1719, di cu i costitu iscon o tracce più ch iare la firm a, su l fon do del cu bicolo E d, con le in iziali S. M. e con la data (vd. in fra, p. 327). 934 In E 8 (ICUR V 15240c), in E 10 (ICUR V 15239c-d; 15240b), in E 11 (ICUR V 15241a), in E 18 (ICUR V 15242e). 935 ICUR V 14544 (vd. su pra, p. 139 e n . 890 su qu esta tom ba). 144 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO Fig. 133 – Fon do del van o costitu ito dal pu n to di raccordo delle gallerie E 23-E 24. Fig. 134 – Galleria E 7: locu lo decorato con l’epigrafe ICUR V 14625. Fig. 135 – Iscrizion e di Qu in tu s lacteariu s (ICUR V 14583). CAPITOLO 4 - SVILUPPI DE LLA CATACOMBA IN E TÀ PRE COSTANTINIANA L’in dicazion e più an tica, in tale qu adro, è forn ita dal sarcofago di Am ore e Psych e, in situ n ello stesso am bu lacro 936 , per il qu ale u n a serie di con fron ti icon ografici e l’an alisi stilistica ch e eviden zia l’eccessivo u so del trapan o n ei tratti dei volti e n elle capigliatu re e u n a resa piu ttosto pesan te e sproporzion ata dei corpi fan n o propen dere per u n a cron ologia tra il 280 e il 290 937 (fig. 131); pu r n on poten do per qu esto pezzo esclu dere con sicu rezza il riu so, si ritien e però più logico e probabile, con siderate le com plessive caratteristich e dell’im pian to e le scelte topografico-arch itetton ich e, ch e esso in dirizzi più precisam en te il periodo della gen erale in stallazion e della region e, globalm en te occu pata n ei decen n i su ccessivi, per tu tta l’età dioclezian eo-m assen zian a, n on oltre gli in izi della costan tin ian a 938 . Poco rilevan te, in fin e, a scopo cron ologico, il rin ven im en to, tra le terre di PE 3, di u n balsam ario in tegro 939 – e perciò presu m ibilm en te legato ad u n a tom ba prossim a –, alto 44 cm , del tipo fu siform e con corpo globu lare (tipo Isin gs 105), attestato in u n arco tem porale m olto am pio, tra i secoli III e VI, m a in particolare n el IV940 , e la presen za, si è visto, n ella galleria E 7, dei du e bracciali in fissi n ella m alta, pertin en ti a tipi com u n issim i, rispettivam en te a virga rigida e a virga ritorta 941 . La region e n on era com u n qu e più in u so, sicu ram en te n el settore orien tale, du ran te l’escavazion e delle su periori gallerie del gru ppo Q, diram ate dall’area della spelu n ca m agn a, ch e in più pu n ti in taccaron o le volte in ton acate della rete sottostan te, presu ppon en don e u n in terro alm en o parziale 942 . 936 S u pra, p. 140 e n . 897. G ÜTSCH OW 1938, pp. 128-129, p. 242, tav. 18, 2; in oltre, K OCH - S ICH TE RMANN 1982, p. 118. 938 Van n o con siderati in lin ea con tale ricostru zion e tem porale sia il lacerto pittorico in E 7 (su pra, p. 142), ch e risolve la raffigu razion e degli an im ali in m asse di colore con ten u te dalla sottile lin ea disegn ativa, sia lo scarn o repertorio di iscrizion i in situ , in verità poco sign ificativo n elle pan oram ich e evolu tive gen erali della prassi epigrafica, poich é segn ato da scelte di eviden te strin gatezza form u lare. In ICUR V 14706a (PE 3), 14991a, 15013, 15072, 15030 (E 10, tra croci), 14991b, 15017a, 15047a, 15131 (in E 4), 14457, 15033a, 15052, 14111, 14483b, 13979b, 15093a, 14657a è il sem plice n om e del defu n to, più raram en te accom pagn ato da u lteriori specificazion i, epiteti o grado di paren tela (ICUR V 14130 in PE 3, 14648 in PE , 14264 in E 7), età vissu ta (ICUR V 14701, oltre a 14321 e 14687, qu este u ltim e du e più articolate), data di deposizion e (ICUR V 15018, 15083). Talora l’iscrizion e si risolve n ella sem plice dedica al defu n to con la specificazion e del dedican te (ICUR V 14973, 15124) o per lo più n ella giu stapposizion e dell’espression e in pace al n om e del defu n to (ICUR V 14003, 14116, 14197 – PT1 –, 14677 – PE –, 14162, 14166); solo in du e epitaffi si segn alan o riferim en ti escatologici espliciti (ICUR V 14663 – PE 3 – e 14544 – PT1 –). 939 Giorn ale di scavo 1, pp. 139-140. 940 Per u n qu adro com pleto dei rin ven im en ti di qu esto tipo di balsam ario cfr. D E S ANTIS c.s. 941 Per alcu n i esem pi dalla catacom ba di S. Ippolito e dal937 145 L’in qu adram en to proposto dal Tolotti di u n ’occu pazion e precoce, già n ei prim i decen n i del III secolo, del braccio PT1 con i van i adiacen ti, si ricordi su lla base di u n ’ipotesi idrau lica e di u n a stretta correlazion e con la datazion e dell’“Arco bello”943 , n on parrebbe trovare, in effetti, possibilità di con siderazion e attraverso i dati em ersi dall’an alisi, an zi con trasta decisam en te con la gen erale parabola evolu tiva della tipologia locu lare, rispetto alla qu ale i locu li con pian ta e apertu ra trapezoidale della region e P costitu irebbero “u n ’eccezion e” rispetto all’u so più sistem atico di qu esta varian te “verso la fin e del III secolo”944 . Tra l’altro riveste u n ’im portan za particolare tra i param etri di defin izion e cron ologica dell’im pian to P/E la eviden te an alogia n el m odello escavativo offerta dall’espan sion e plan im etrica a su d (H ) dell’origin ario sistem a della “scala m aggiore” (G); addirittu ra alcu n e con cordan ze dim en sion ali (la distan za di 4,40 m tra le gallerie trasversali qu asi sistem atica sia in P/E ch e in H ) in du rrebbero a ipotizzare il ricorso alle m edesim e m aestran ze 945 . Ad u n tem po, la sistem azion e dei gran di cam eron i ad u so esclu sivo su PT1, com pletam en te in ton acati e occu pati da locu li, rich iam a le m odalità di allestim en to degli spazi privati aperti su lla spelu n ca m agn a in qu esto m edesim o segm en to tem porale 946 . Le pecu liarità tem porali e di im pian to perm etton o di in dividu are proprio in P/E il prim o im portan te m om en to espan sivo program m ato della region e cen trale in cu i, tra l’altro, per la prim a volta si affian can o, in u n disegn o razion ale preordin ato e n on per u n a dispon ibilità e u n ’articola- la basilica circiform e delle via Ardeatin a rispettivam en te N UZin F E LLE - D E L M ORO - N UZZO 1994, p. 128 e fig. 234,6 e F IOCCH I N ICOLAI E T ALIAE 1995-1996, p. 169, n n . 364 e 365 (fig. 47b). Si riten gon o, in fin e, n on in dicative in rapporto alla storia della region e, alcu n e iscrizion i di cron ologia in oltrata restitu ite dalle terre du ran te le in dagin i per lo più dalla galleria cen trale E , in teressata da u n a serie di fran e dal livello su periore, corrispon den te al settore cen trale della spelu n ca m agn a, cu i è più logico riferire qu esti reperti; si tratta delle iscrizion i ICUR V 13899 del 349 (con altri m arm i da A6), 13910 del 361, 13940 del 394 o 399 (di cu i u n fram m en to n el 1898 era già n ella spelu n ca m agn a), 13942 del 396 o 402 (estrem am en te dispersa: u n fram m en to era n ella spelu n ca m agn a e u n altro in I1), 13946 del 400 (per F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 188 dal sopratterra; u n altro fram m en to era n ella region e C). Solo l’epigrafe ICUR V 13890 del 321 o 324 n on si pu ò esclu dere fosse stata u tilizzata du ran te l’occu pazion e sepolcrale della region e. 942 Si tratta, in particolare, delle gallerie QE 11 su E 11, QE 13 su E 9 e su E 8 e Qo2 su E o8. Vd., su tale su ccession e di escavazion i, già S TYGE R 1933, p. 165. 943 T OLOTTI 1978, pp. 174-181 e su pra, p. 12. 944 N UZZO 2000a, pp. 179-182 e part. p. 181. 945 Pu ò essere, tra l’altro, in dicativo ch e an ch e du e tom be della region e P/E , rispettivam en te in E 15 e in E 17, ven n ero sin golarm en te ch iu se con m u retti in tu felli com e in H (su pra, n . 690 p. 111). 946 S u pra, pp. 115-122. ZO 146 PARTE II - IL CIMITE RO COLLE TTIVO NE L III SE COLO zion e n atu rali di spazi già esisten ti, settori destin ati ad u n u tilizzo più esclu sivo e aree estese aperte ad u n a frequ en tazion e collettiva om ogen ea. Va in qu adrato n ei m om en ti più rallen tati dell’u ltim o u tilizzo fu n erario della region e e, in particolare, delle gallerie più a su d PB25, PB24, PB26, l’in stallazion e del lu cern ario O3, in rapporto al qu ale, si è visto, su biron o m odifich e plan im etrich e an ch e alcu n i van i dell’im pian to P/E 947 . In tan to, dallo stesso pozzo ven n e direzion ato u n corridoio in asse con PE 3, con la probabile, in iziale idea di im pian tare u n am bu lacro con tin u o; il progetto, però, sem bra essere stato m odificato in corso di esecu zion e con l’approfon dim en to dello scalon e PE 3 fin o a 60 gradin i, rifatti com pletam en te in m u ratu ra, per l’in tercettazion e della falda freatica e la creazion e di u n a fon te idrica u tilizzabile dalla stessa scala e dalle gallerie su doppio livello in teressate dal lu cern ario (B e PB: fig. 8); ai piedi dell’u ltim o gradin o u n pian erottolo in opera cem en tizia defin isce la parte su periore di u n organ i sm o arcu ato in m atton i ch e in can alava l’acqu a en tro u n o spazio rettan golare lu n go 3,30 m , ora colm o di terra, m a n el m om en to della scoperta, n el m arzo 1931, “com pletam en te ripien o d’acqu a”948 . Con la prosecu zion e di PE 3 i locu li più an tich i ebbero per lo più u n ’altezza im praticabile, m en tre i n u ovi spazi parietali rim asero assolu tam en te liberi da n u ovi sepolcri 949 . 947 Vd. già su pra, p. 138. Giorn ale di scavo 3, pp. 62-63. 949 Cfr. an ch e su pra, p. 138. 950 In fra, p. 230 ss. 951 La sequ en za dei du e m om en ti è an ch e provata da u n a stru ttu ra arcu ata ch e rin forza la galleria PB24, coeren te con le opere di sostegn o del lu cern ario, ch e si addossa alla preceden te in ton acatu ra della volta. 948 La presen za del lu cern ario n ell’area a su d, in prossim ità delle già scavate gallerie PB, pose, da u n a parte, problem i di ordin e statico, per la eccezion ale profon dità di 24 m dell’organ ism o, dall’altra l’esigen za di u tilizzare tale fon te di lu ce, program m ata verosim ilm en te soprattu tto n ell’ottica di u n a valorizzazion e con prospettive di bu on a espan sion e della su periore region e B 950 , an ch e per le gallerie del più basso livello P. Ad en tram be le n ecessità si rispose articolan do u n a serie di spazi in torn o ad O3, a ovest il braccio Po1, destin ato essen zialm en te a con ten ere i sostegn i arcu ati in m u ratu ra e com pletam en te in accessibile, a su d u n van o per an alogh e stru ttu re (PB22) rim asto privo di sepoltu re m a destin ato an ch e a illu m in are la già esisten te galleria PB24 951 , a est il prolu n gam en to o addirittu ra l’im pian to dell’am bu lacro PB23, ch e portava lu ce, grazie all’obliqu ità della volta, a PB25 952 . Fasi su ccessive all’im pian to in iziale P/E van n o con siderate an ch e le preordin ate con n ession i con la region e “della scala m in ore” (F), il prolu n gam en to a n ord del van o PTc (Fo5) al qu ale si su bordin ò la percorribilità del tratto su periore FT5 della galleria F11, in accessibile da F dopo l’appro fon dim en to del su olo, e del sistem a di gallerie trasversali di qu esto derivate 953 , n on ch é il raccordo con gli am bu lacri F10-F11 m edian te gli assi FT4 FT3 - FT2, per la cu i apertu ra l’in ton aco del lato ovest di PT1 ven n e eviden tem en te tagliato 954 . 952 Vd. già su pra, p. 17 e n . 96. In fra, p. 151. Il braccio aggiu n to a PTc ebbe, su lla parete est, u n arcosolio occu pato an ch e n ella lu n etta m edian te u n a ch iu su ra m u raria; n el pu n to di raccordo tra PTc/Fo5 e FT5, assi n on perfettam en te tan gen ti, si rese n ecessaria u n a leggera cu rvatu ra n ell’an dam en to del prim o am bu lacro, an ch ’essa in ton acata. 954 In fra, pp. 152-153. 953 PARTE III STORIA TOPOGRAFICO-MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O TRA IV E V SE COLO CAPITOLO 1 LE RE GIONI OCCIDE NTALI La region e F (fig. 136) Si deve attribu ire al IV secolo, per u n a con sisten te presen za di in dicatori sign ificativi, il sistem a di am bu lacri ch e costitu isce l’espan sion e orien tale della region e F, rappresen tata da u n n otevolissim o prolu n gam en to dei più an tich i assi F11, F13 e di qu elli diram ati dopo l’approfon dim en to del su olo F15-F16 e il setten trion ale F22 955 e da gru ppi di gallerie secon darie origin ate da qu esti. Ad u n a qu ota alta del corridoio F13, a 3,80 m su l livello posteriore di calpestio, dal lato n ord, ven n ero fatte partire, a u n a distan za in term edia di 17 m , du e diram azion i trasversali di 20 (FD11) e 22 m (FD14) 956 , la prim a corredata di du e u lteriori assi ortogon ali verso est (FD13, di 16,90 m , e FD12, a n ord, di 7,16 m ) 957 ; per en tram bi qu esti van i l’apertu ra com portò il taglio di u n a pila di locu li già esisten te su lla parete dell’am bu lacro F13, il qu ale, pertan to, in u n m om en to preceden te, doveva essere stato logicam en te prolu n gato e u tilizzato a qu ota su periore, per alm en o 43-46 m , m a, n on è esclu so, n el su o in tero svilu ppo di 59 m 958 (fig. 137). Dalla prosecu zion e plan im etrica di F15, effet tu ata, si è detto, con livello di volta con siderevolm en te più basso rispetto al tratto in iziale ovest e già, è ovvio, da u n a qu ota approfon dita del su olo 959 , m a di 1,5 m più alta di qu ella defin itiva 960 , 955 Si è detto ch e probabilm en te l’origin aria lu n gh ezza di qu esta galleria si aggirava in torn o ai 5 m : su pra, p. 101 n . 600. 956 In particolare l’attacco di FD11 è a 21,63 m dall’in izio di F13 su F2 e qu ello di FD14 a 38,70 m dallo stesso pu n to. L’apertu ra di qu est’u ltim a galleria n on è più rin tracciabile su lla parete n ord di F13, perch é sbarrata da u n m u ro m odern o. 957 Un bu sso preceden te al 1907 (già ricordato, in fatti, da B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p. g. 9) determ in a u n collegam en to tra FD13 e FD14. 958 In realtà l’u ltim o tratto, dall’an dam en to appen a divergen te, potrebbe essere il fru tto di u n ’escavazion e di poco posterio re m irata al con tatto con la più orien tale e ortogon ale FT6, origin ata da FT5/F11: le m u ratu re m odern e, però, im pediscon o l’an alisi stru ttu rale dei pu n ti di raccordo tra i du e am bu lacri. 959 S u pra, p. 101; si è visto, in fatti, ch e la stessa galleria F15 ven n e diram ata dopo l’approfon dim en to del su olo in F1F2 ed il su o prolu n gam en to a n ord. si diram ò, verso n ord, l’asse su d-ovest/n ord-est F17, con du e trasversali dall’im bocco affron tato (F18) 961 ; qu esta diram azion e n on previde la con n ession e con la più setten trion ale F22, con la qu ale è ora con giu n ta m edian te u n taglio ch e in teressa u n locu lo 962 , m a proprio con tro qu esta, presu m ibilm en te, qu in di, già prolu n gata n el su o assetto defin itivo, lo scavo di F17 ven n e in terrotto. An alogam en te, su lla parete n ord di F11 n el su o svilu ppo a qu ota su periore (in dicata con la sigla FT5 n ei 38 m più orien tali), si apriron o, a 3,96 m dal su olo attu ale, il corto van o Fo13 di con giu n zion e con F13, ch e con en tram be le estrem ità in teressò locu li più an tich i, e u n a serie di gallerie verso n ord, FT6 con arcosoli, u n cu bicolo, ora crollato, a est e il breve corridoio F19 a ovest, diretta, m edian te u n deciso abbassam en to del su olo, a in crociarsi con F15, su lla qu ale fu oriesce al m edesim o livello della più o m en o affron tata F17, e, all’estrem ità orien tale di FT5, la piccola rete di tre am bu lacri paralleli FT7, FT8, FT11-FT13, riu n iti dalle corte trasversali FT9, FT10, FTo10, FT12FT14 963 (fig. 138). Le m odalità di occu pazion e fu n eraria in qu este gallerie risu ltan o ten den zialm en te coeren ti n ei caratteri delle tom be, prevalen tem en te locu li dalla fattu ra piu ttosto trascu rata 964 , in pilae di tre o qu attro elem en ti, talora associati a poch i sepolcri a fossa terragn a 965 e, n ella galleria FT6, ai tre ar- 960 961 962 In fra. In totale l’in tero asse F18 raggiu n ge i 24 m . F17, tra l’altro, h a il su olo più alto di ca. 40 cm rispetto a F22. 963 A qu esto sistem a, e in particolare alla galleria FT11, ven n e collegato l’asse FT15, origin ato dal cu bicolo ATd della spelu n ca m agn a: in fra, p. 189. 964 Per qu elli degli am bu lacri F17-F18 e FT7-FT14 vd. an ch e N UZZO 2000a, p. 128 ch e n e segn ala, appu n to, l’assetto m en o accu rato rispetto ai locu li ascrivibili alla m edesim a tipologia (L5) n ella region e F. 965 Alcu n e form ae n ei vari am bien ti son o segn alate soprattu tto da iscrizion i: alm en o du e in FD11 (ICUR V 14151 e 15059) e u n a in FT6, scoperta davan ti all’arcosolio su d (su l rin ven im en to Giorn ale di scavo Ferru a, p. 4 (n ovem bre 1949); la tom ba era ch iu sa con la lastra ICUR V 14010 recan te l’i scrizion e An astasia in pace). 150 PARTE III STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 136 – Stralcio plan im etrico. Region e della “scala m in ore” (F) con eviden ziazion e degli am bien ti riferibili allo svilu ppo com pleto dell’im pian to. CAPITOLO 1 - LE RE GIONI OCCIDE NTALI cosoli disposti lu n go il lato orien tale; su lla calce di fissaggio delle lastre di ch iu su ra, laterizi o m arm i an ch e in scritti, in qu alch e caso di sicu ro riu tilizzo 966 , m olto spesso si docu m en ta il ricorso a graffiti estem poran ei in cu i si svolge l’in tero epitaffio 967 o lim itati essen zialm en te a segn i cristologici 968 e a palm ette 969 (tav. II). Son o qu esti, è ovvio, dati fortem en te in dicativi per in qu adrare l’escavazion e e l’u so dei sistem i di gallerie pertin en ti allo svilu ppo orien tale della region e F n ell’am bito del IV secolo, attribu zion e tem porale con cu i si accordan o perfettam en te sia le osservazion i relative alle caratteristich e esecu tive delle tom be 970 , sia il repertorio epigrafico gen erale, ch e affian ca al bu on n u m ero di iscrizio n i a n astro già ricordate, u n a serie di epigrafi su m arm o o su tegola 971 , per lo più dal form u lario articolato e gen eralm en te con figu rabili, an ch e per le pecu liarità lin gu istico-fon etich e e tecn ich e, com e prodotti di età avan zata 972 . 151 Con il su ccessivo approfon dim en to delle gallerie di origin e gli am bu lacri scavati dalla qu ota più alta rim asero per lo più praticam en te in accessibili: se, con l’abbassam en to del su olo di ca. 1,50 m di F15, poi u lteriorm en te prolu n gata verso est, l’accesso a F17-F18 fu forse possibile attraverso la com u n icazion e creata a n ord da F22 973 , i du e tron con i FD11, con le su e trasversali, e FD14 da F11 e la breve galleria Fo13 di raccordo tra F11 e F13 risu ltaron o assolu tam en te im praticabili 974 . Diversa è la situ azion e per il tratto di FT5 della galleria F11, la qu ale su bì u n sin golare poten ziam en to dello spazio verticale m edian te lo scavo, alla qu ota più bassa e defin itiva del su olo, di u n corridoio ch e sottopassò praticam en te, divergen don e appen a all’estrem ità est, il settore su periore, risparm ian do però u n o strato di tu fo ch e n e im pedì la fu sion e e creò du e organ ism i sovrapposti (fig. 138). Il su periore (FT5) n on rim ase isolato, m a n e ven n e stu diata la con n ession e con u n van o della “region e cen trale” (PTc), m edian te il prolu n gam en to del cu bicolo origin ario (Fo5) e u n brevissim o raccordo, dall’an dam en to appen a cu rvilin eo, rivestito di in ton aco. La sequ en za stru ttu rale ch e im pon e la posteriorità della fase di approfon dim en to di F11, F13, F15 alm en o rispetto alle gallerie ch e con qu esto in terven to n on fu ron o più accessibili 975 sem brereb be creare gravi difficoltà di in terrelazion e diacron ica tra i vari m om en ti evolu tivi ricostru iti per la region e F: in particolare, se si assegn a al pien o IV secolo l’esten sion e delle gallerie orien tali a qu ota più alta, pu ò risu ltare in evitabile posticipare, rispetto a qu esta attività espan siva, l’abbassam en to del su olo an ch e della direttrice cen trale F1-F2 e dei più corti am bu lacri trasversali origin ari e, soprattu tto, l’im portan te svilu ppo plan im etrico a n ord, effettu ato dalla qu ota già approfon dita della galleria cen trale, ch e, si è visto, u n a con vergen - 966 Un locu lo, probabilm en te in FD13, riu tilizzava parte di u n titu lu s di u n m au soleo (F E RRUA 1973, n . 29, pp. 79-80), adegu atam en te segato per il riu so (vd. B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p. g. 9); an ch e in F18, n el settore ovest, B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 5bis, s.p. ricorda il rin ven im en to di u n “locu lo in tatto con tabella pagan a su lla calce”, m en tre in FT11, en tro “u n a m aceria di m arm i” all’in crocio con FT12 ven n e scoperta, n el 1951, l’iscrizion e di Au relia African a (F E RRUA 1973, n . 46 p. 85), pu re ritagliata per adattarsi alle dim en sion i di u n locu lo. Così, per u n epitaffio su lastra trovato fu ori con testo in FT8 (ICUR V 14498) era stato recu perato u n m arm o su l qu ale era già in cisa u n ’iscrizion e di u n m on u m en to on orario del 230 (F E RRUA 1973, n . 1 p. 65). 967 L’iscrizion e ICUR V 14455, con data di deposizion e, n om e e elogiu m , in teressa il bordo in feriore e il lato destro di u n locu lo in FD14, dove si leggon o, su u n ’altra tom ba, alcu n e lettere ricon du cibili pu re ad u n epitaffio (ICUR V 14073a); an alogh i docu m en ti son o in F17 (ICUR V 14023 e 14935d; qu i è an ch e con servato u n fram m en to m obile di calce con iscrizion e di Felix – ICUR V 14262-) e in F18 (ICUR V 14812, di u n a vidu a) e n elle gallerie più orien tali del gru ppo FT, FT8 (ICUR V 14530 di Patern a e 14160 di Ku riaces), FT10 (ICUR V 14087, con epitaffio Boeto in pace e sign u m Christi), FT11 (ICUR V 14696). 968 Si rin traccian o du e cristogram m i in FD11 (ICUR V 15175g, h ), tre in FD12 (ICUR V 15175i, l, m ), u n o in FD13 (ICUR V 15175n ), u n o in F18 (ICUR V 15176a; n el m edesim o am bu lacro è an ch e, su l m argin e destro di u n locu lo, u n a stella a cin qu e pu n te: ICUR V 15262c), u n o, retrogrado, in FT7 (ICUR V 15182n ), cin qu e in FT10 (ICUR V 15176 o, p, q, r, s), u n o in FT11 (ICUR V 15176n ; su du e altri locu li della m edesim a galleria si rin traccian o i segn i cristologici P e X: ICUR V 15187b, d). S ign a Christi ricorron o an ch e su diverse lastre, sporadich e o in situ , n ei m edesim i am bien ti: ICUR V 15180b (con lettere apocalittich e) da F17, 15173h su tegola, a posto in FT9, 14293 a corredo di iscrizion e in FT10. 969 Un a in FD11 (ICUR V 15241i), du e in FD14 (ICUR V 15239b, 15258b), u n a in F19 (ICUR V15239e), u n a in FT5 (ICUR V 15241h ), u n a in FT8 (ICUR V 15239m ), u n a in FT9 (ICUR V 15239n ). 970 I locu li dall’esecu zion e più veloce e trascu rata son o com u n em en te con n essi con aree cim iteriali n on an teriori alla fin e del III secolo: vd., soprattu tto, F ASOLA-T E STINI 1978, p. 170 e N UZZO 2000a, part. p. 181. 971 Qu este u ltim e ch iaram en te più rare: vd. ICUR V 14302 da F17 e 15173h con cristogram m a, an cora affissa a u n locu lo di FT9. 972 Soprattu tto con sideran do, più in particolare, il m ateriale in con testo: ICUR V 14123 in F19, le n u m erose iscrizion i a posto in FT5 (ICUR V 14510, 14678, 14554, 15117, 14109, 14222, 15142, forse 14480), 14010 in FT6, 14618 e 14049 in FT7, 14394 in FT9, 14293, con cristogram m a, in FT10, 14051 in FT14. 973 Qu esta, si è detto, rom pe locu li della galleria F22, più bassa di 40 cm ca., m a n on è esclu so, appu n to, ch e si sia effet tu ata già in an tico. 974 A m en o ch e, è logico m a du bbio, n on si voglia pen sare a scale im provvisate di raccordo. 975 La praticabilità di FT5, in fatti, dopo il prolu n gam en to a qu ota approfon dita di F11, n on esclu de ch e il gru ppo di gallerie FT6, FT7, FT8, FT11 con le trasversali possa essere stato realizzato qu an do il tratto FT5 era già accessibile da PTcFo5 e isolato rispetto alla region e F. Qu esto sistem a di am bu lacri, tra l’altro, si con figu ra com e u n a piccola rete a ven taglio forse gravitan te su l polo ven erato in Ak. 152 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O za sign ificativa di elem en ti in dirizza in vece verso u n arco tem porale grosso m odo con clu sosi en tro la fin e del III secolo 976 . Risu lta con sequ en zialm en te più appropriato per u n a restitu zion e storica coeren te e rispettosa di tu tti i dati dispon ibili, pertan to, proporre, per lo svilu ppo ad est, u n m odello di din am ich e escava tive a qu ote differen ziate, con l’u tilizzo di scale in term edie provvisorie 977 , tra l’altro m aggiorm en te con son o con le logich e della prassi fossoria 978 , su ppon en do, cioè, per le gallerie F11 e F13 u n im por tan te prolu n gam en to verso est, dopo i tratti in izia li già approfon diti, a qu ote più elevate (figg. 137138; an ch e per F15 l’assetto stru ttu rale in du ce a ri costru ire u n a prim a prosecu zion e, in corrispon den za probabilm en te della ridu zion e verticale del van o dopo 21 m da F3 979 , con il su olo più alto di ca. 1,50 m rispetto all’u ltim o abbassam en to di livello 980 . Tali solu zion i, in verità poco con su ete n el repertorio delle escavazion i cim iteriali, sem brerebbero in dotte dall’esigen za di prevedere possibilità di con n ession e con l’area della spelu n ca m agn a 981 , posta, appu n to, a qu ota su periore, ch e in qu esto periodo, appare ovvio dai caratteri dello svilu ppo plan im etrico della region e F, proiettata visibilm en te verso est, m ostra di esercitare u n forte con dizio- n am en to attrattivo n elle scelte di espan sion e di qu esta 982 ; in particolare è sign ificativo, an ch e per valu tare l’in tegrazion e fisica tra i du e sistem i, ch e il tratto su periore dell’am bu lacro F11 (FT5), n on più accessibile da F, su bordin i u n ivocam en te la su a fu n zion e alla “region e cen trale”983 . Un altro raccordo tra le gallerie a n ord della spelu n ca m agn a e F11, prim a del su o defin itivo approfon dim en to, era stato organ izzato m edian te l’articolazion e dei van i FT4-FT2: u n corto am bu lacro n ord-su d (FT2), piegan dosi a gom ito verso su d-est, ven n e direzion ato, con abbassam en to di volta n el settore term in ale, verso PT1, di cu i ru ppe l’in ton aco della parete di fon do 984 ; u n terzo braccio con an dam en to cu rvilin eo (FT3), diram ato da FT2, rappresen ta u n u lteriore con tatto, attraverso l’am bu lacro F10 n el su o assetto defin itivo, con su olo più basso, raggiu n to m edian te u n raccordo a gradon i n el tu fo per su perare il dislivello, forse in u n m om en to, si pu ò però riten ere, posteriore all’u ltim o approfon dim en to di F11, qu an do il tratto FT4 ven n e reso in accessibile da n ord. Con la collocazion e diacron ica di qu esti am bien ti n el pien o IV secolo, garan tita dalla sequ en za stru ttu rale e dai rapporti con F11, F10 e PT1, si accorda in particolare il repertorio delle epigrafi, m olte delle qu ali in situ 985 , caratterizzate da u n 976 S u pra, pp. 101-106. L’an alisi dell’assetto topograficostru ttu rale h a in dotto a defin ire u n a cron ologia tarda, l’in oltrato IV secolo, per la fase di approfon dim en to defin itivo della region e F, sia S TYGE R 1933, p. 169 (pu r eviden zian do la m an can za di dati, lo stu dioso ritien e sostan zialm en te tardo an ch e il repertorio epigrafico, caratterizzato, ritien e con u n ’eccessiva forzatu ra, da u n a paleografia tipica del IV secolo), sia T OLOTTI 1978, pp. 167-170: l’am pliam en to della region e F a qu ota più alta – il 2° livello per lo stu dioso – è riten u to “il prim o even to sicu ram en te su ccessivo alla pace della Ch iesa” (p. 170), an teriore all’approfon dim en to di en tram be le region i G e F, ch e sarebbe coevo alla loro con giu n zion e (vd. però su pra, pp. 56-58). Alle difficoltà create dalla “presen za, n elle parti profon de di G e F, di epigrafi assegn abili al III secolo” lo stu dioso rispon de con l’ipotesi, decisam en te in appropriata, del riu tilizzo sistem atico di lastre più an tich e in u n con testo più m atu ro. Vd., però, già alcu n i velati du bbi su qu esta lettu ra in F ASOLA - T E STINI 1978, p. 121, n . 25. Delle difficoltà di lettu ra di tale assetto risen te an ch e il sistem a di siglatu ra differen ziata degli am bien ti (F, T, D) ch e caratterizza la pian ta ICUR, rettificato dal Tolotti con l’aggiu n ta di u n a F in iziale per l’u n ificazion e della region e (T OLOTTI 1978, tav. I); vd. su pra, p. 2. 977 Sim ile, con variabilità di altezza, ai tre gradin i risparm iati n el tu fo an n otati n ell’asse cen trale, tra F5 e F6. 978 In u n discorso più gen erale a S TYGE R 1933, part. p. 151 appariva n on troppo adegu ata ai criteri di escavazion e e di occu pazion e delle su perfici l’approfon dim en to di am bien ti di altezza n otevole in u n ’u n ica fase, qu alora si con servasse, appu n to, l’in tera am piezza verticale (è frequ en te, in fatti, la ridu zion e dell’altezza dei van i per le prosecu zion i di scavo, eviden zia ta sia n ell’im pian to G, ad es. con G4 o con H , sia in F1-F2, soprattu tto n el prolu n gam en to a n ord F3 (su pra, pp. 51 n . 303, 101, 111); in u n a ricostru zion e più logica n elle econ om ie gen erali di escavazion e, tali attività dovevan o svolgersi gradu alm en te, con la realizzazion e di gradin i per il su peram en to dei dislivelli (vd., in qu alch e m odo, an ch e T OLOTTI 1978, p. 170). 979 S u pra, p. 101. 980 Risu lta decisam en te m en o logica n elle econ om ie di u tilizzo dei sotterran ei la ricostru zion e di u n a sequ en za ch e vorrebbe u n più precoce approfon dim en to, qu in di la colm atu ra degli am bien ti con in terri fin o ad u n livello alto e l’avvio di n u ove escavazion i da qu esta qu ota. An cora più im probabile e del tu tto illogico, ch iaram en te, lo scavo di diram azion i a qu ota alta da gallerie già approfon dite, m edian te raccordi a scala di qu alsiasi tipo; la “posticcia scala di m assi, ch e si sm on ta”, trovata n el 1907 tra F13 e FD11 (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p. g. 8 e P), si con figu ra piu ttosto com e u n a solu zion e im provvisata, più probabilm en te con n essa alle perlu strazion i m odern e, di raccordo tra i du e livelli. Non è del tu tto in accettabile, però, ch e tale stru ttu ra servisse a solo sporadich e frequ en tazion i della galleria dopo l’approfon dim en to, per im pedirn e la com pleta in accessibilità. 981 E , in particolare, proprio la più prossim a region e setten trion ale PT. 982 Le din am ich e di svilu ppo eviden ziabili attraverso l’an alisi topografica in du rrebbero a cogliere, qu in di, u n prolu n gato “disin teresse” tra le region i G e F, riu n ite m edian te u n u n ico pu n to di con tatto (FG6) solo in età decisam en te avan zata (in fra, p. 167, m a già su pra, pp. 56-58) e, al con trario, u n a più precoce e program m ata coesion e plan im etrica, con n essa, verosim ilm en te, a m odifich e proprietarie tra lo stesso im pian to F e l’area della spelu n ca m agn a, ch e com pon gon o gran parte della rete com u n itaria sotterran ea. 983 S u pra, p. 146. 984 Vd. an ch e su pra, pp. 142-146 su lla cron ologia dell’im pian to PT/E . 985 In FT2, in dagata in teram en te e rin forzata n el 1948, dopo i lavori del 1930 ch e avevan o in teressato an ch e FT3, son o a posto le iscrizion i ICUR V 14280, 14461, 14727, 14058, 14686, 14565, 14220, 15267f, 14218, 14278, 14165, 14327, 14205 (ven n ero rin ven u te sporadich e, in vece, le lastre ICUR V 14874b, 15195, 14330, 15209c e 14202; qu est’u ltim o è u n fram m en to di sarcofago strigilato, forse dall’adiacen te PT o dall’alto). In FT3 è affissa al locu lo origin ario, m a lacu n osa n el settore cen trale, la lastra ICUR V 14913, con cristogram m a. CAPITOLO 1 - LE RE GIONI OCCIDE NTALI apparato form u lare variegato, in cu i con vergon o stru ttu re più articolate con esplicite dich iarazion i di apparten en za religiosa 986 e epitaffi sem plici, dall’im pian to arcaico 987 e segn ate sistem aticam en te da errori fon etici e trascrittivi. A u n a fase u lteriore di in crem en to degli spazi fu n erari n elle gallerie del gru ppo F va riferito, du n qu e, l’approfon dim en to defin itivo dei tre lu n gh i assi orien tali F11, F13, F15-F16, ch e fu pu re prolu n gato n el tratto term in ale est fin o a raggiu n gere u n ’esten sion e totale di oltre 90 m , con la ovvia elim in azion e dei su pposti gradin i di raccordo tra i livelli e, si è visto, secon do m odalità differen ti, l’abbassam en to di altezza differen ziata del su olo in F15-F16 e in F13, rispettivam en te i 1,50 m e di 1,20 m , e la prosecu zion e, au ton om a dalla parte alta, in F11: il particolare grado di spoliazion e delle tom be, sostan zialm en te in differen ziate da qu elle delle fasi preceden ti n ei m edesim i am bu lacri, n on perm ette, però, u n a più atten ta defin izion e dell’assetto dei sepolcri aggiu n ti, ai qu ali van n o attribu ite du e epigrafi a posto, rispettivam en te in F11 e in F13 988 , qu est’u ltim a dal form u lario articolato n egli elem en ti tipici, e u n gru ppo di lastre an cora affisse ai locu li in F15-F16 989 . Di qu este alcu n e son o sicu ram en te fru tto di u n reim piego e tale situ azion e pu ò essere in direttam en te sign ificativa per u n in qu adram en to di tale occu pazion e in età in oltrata: u n sepolcro su lla parete n ord di F16 reca all’estrem ità sin istra, in posizion e trasversale, u n piccolo cippo m arm oreo di sicu ro proven ien te da u n a tom ba terragn a su b divo, con án cora, pesce e u ccello en tro il pan n ello su periore 990 e iscrizion e dai caratteri propri dell’epigrafia pagan a, di cu i perciò A. Ferru a m ette in discu ssion e la cristian ità 991 (fig. 84); an ch e l’epi taffio di S u lpicia Pau la (fig. 139), ben in ciso su m arm o, è con siderato du bitativam en te dallo stesso stu dioso u n “lapis … pagan u s aliu n de raptu s” per l’assolu ta n eu tralità del testo e, ad u n tem po, per le diffu se scalfittu re in su perficie ch e sem bran o garan tirn e il riu so 992 ; così, l’epigrafe greca 986 Ad esem pio l’epigrafe ICUR V 14565, en tro u n a tabu la secu riclata, in cu i il defu n to, il bam bin o Prim igen iu s, è appellato cristian u s. 987 An ch e con il n om en sin gu lu m (ICUR V 14205) o con la data di deposizion e associata alla form a dep(ositio) con il gen itivo del n om e, com e ICUR V 14686. 988 Si tratta delle ICUR V 15136b (la lastra, scoperta dal Ferru a n el 1949, è caratterizzata da u n ’in cision e leggerissim a, qu asi a sgraffio, e n on cen trata su m arm o di riu tilizzo; copre u n locu lo della pen u ltim a pila della parete m eridion ale) e 14085. 989 ICUR V 14659 n el tratto F15, su u n locu lo legato all’u ltim o approfon dim en to del su olo, e, in F16, 14248, 14522d, 14982, 15022, 15140, 13991, 14100, 14269, 14126b. 990 ICUR V 14982: im propriam en te si in dica a destra la presen za di du e delfin i. 991 F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 337; cfr. però F IOCCH I N I COLAI 2001, p. 8 e fig. 2, ch e in serisce proprio qu esto m an u - 153 di Dwnatianãj993 , accom pagn ato dall’espression e au gu rale-escatologica „j qeæn zÜ, assolu tam en te iden tica per fattu ra, form u lario e corredo figu rativo, e qu in di logicam en te coeva, ad u n a lastra a posto n ell’am bu lacro F23 in qu adrabile en tro la fin e del III secolo 994 , va ricon dotta, si deriva da u n appu n to in u n taccu in o di E . Josi (fig. 95), ad u n a secon da posa in opera 995 . Un ’u lteriore osservazion e in dirizza per u n a con tin u ità di u tilizzo di qu esti am bu lacri dopo lo scavo e l’u so dei van i a qu ota su periore (in parti colare qu elli del gru ppo FD): in u n m om en to su ccessivo è eviden te ch e in corrispon den za di F15 la parete occiden tale della soprastan te galleria FD11 su bì u n crollo e su lla stessa su perficie tu facea poco regolare in teressata dal distacco della roccia ven n ero aperti alcu n i locu li. Tra le m odifich e topografich e da in qu adrare en tro il IV secolo, con ogn i probabilità n ei decen n i fin ali di qu esto, va con siderato il prolu n gam en to verso ovest del braccio FG6 per la con n ession e con l’adiacen te region e G: la scan sion e stru ttu rale dell’am bu lacro in tre m om en ti differen ziati, in fatti, in du ce a riferire lo scavo del tratto in term e dio di fu sion e con il settore ovest proven ien te da G in u n a fase su ccessiva all’u so di u n soprastan te ipogeo, assegn abile, appu n to, al IV secolo 996 . Un a con tin u ità d’u so sepolcrale, a diversi decen n i dall’in stallazion e origin aria, segn a an ch e l’area dello scalon e F, sem pre am bita, è ovvio, per la più diretta praticabilità degli am bien ti. Dalla parete laterale est della stessa scala, tra il n on o e il dodicesim o gradin o, ven n e aperto l’accesso ad u n a galleria, poten ziata, n elle possibilità dello spazio sepolcrale, da du e escavazion i, u n prim o corridoio (F9), ch e si svilu ppa a livello dell’im bocco, e u n secon do tratto (Fo9), posteriore all’u so di qu esto, ch e, m edian te u n a scala, form a u n altro am bu lacro, sottoposto, in u n asse verticale divergen te verso est, al prim o, ch e in qu esta fase rim ase isolato 997 (fig. 140). Ch e qu esta n u ova diram azion e n on pos- fatto (da in qu adrare in u n a serie di docu m en ti della “preistoria” dell’epigrafia cristian a, con i prim i tim idi “segn ali di apparten en za”: CARLE TTI 1997, pp. 144-145) tra le “stele fu n erarie … con testi con n otati m a form alm en te ‘pagan e’, databili tra la m età del II secolo e gli in izi del III”. 992 ICUR V 14659; F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 287. 993 ICUR V 15022 = 15214b. 994 ICUR V 15060; vd. su pra, p. 104 n . 613. 995 J OSI , Taccu in o n . 1, s.p. Dell’iscrizion e, segn alata da F E R RUA, ICUR, ad com m ., p. 347 com e “su o loco affixa”, n on è stato possibile rin ven ire traccia n ell’in tero am bu lacro. 996 Vd., per l’an alisi stru ttu rale della galleria, su pra, pp. 5658, m a an ch e in fra, pp. 158-159 (per l’ipogeo I) e pp. 169-170. 997 Non è in fatti verificabile u n a possibilità di accesso da Fo3; il rapporto tra le du e gallerie è del tu tto com prom esso, in fatti, dai restau ri m odern i. 154 PARTE III - Fig. 138 – Prospetto sch em atico ricostru ito della parete n ord della galleria F11 con in dicazion e esem plificativa di u n a fase in term edia. STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 137 – Prospetto sch em atico ricostru ito della parete n ord della galleria F13 con in dicazion e esem plificativa di u n a fase in term edia. CAPITOLO 1 - LE RE GIONI OCCIDE NTALI Fig. 139 – Galleria F15/F16: ICUR V 14659. Fig. 140 – Sovrapposizion e verticale delle gallerie F9 (in alto) e Fo9 (in basso). 155 156 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O sa essere an teriore al IV secolo è garan tito sia dal rapporto di posteriorità di F9 rispetto al braccio Fo3 svilu ppatosi dal van o A1 della spelu n ca m agn a 998 , sia dalle m odalità sepolcrali ricostru ibili in u n assetto però m olto com prom esso dai con sisten ti in terven ti m odern i 999 e dalla fran a ch e blocca ad est la perlu strazion e dei du e am bien ti. Solo tre dei locu li im pilati per tu tta l’esten sion e ven n ero rin ven u ti dal de Rossi, du ran te le in dagin i del 18511854 1000 , con la lastra in scritta di ch iu su ra an cora a posto 1001 , il gran de sepolcro di Felicissim u s, ch e m ilitavit in off(icio) vicari, con epitaffio organ izzato in torn o ad u n sign u m Christi tra A e W en tro coron a 1002 , qu ello di `ϒge…a 1003 e il locu s S abin es 1004 , ch e recava su lla calce del bordo an ch e l’im pression e del bollo in plan ta pedis con l’iscri zion e Leon tis 1005 . della scala e ora al Mu seo Pio Cristian o, con cassa decorata da du e coppie di pan n elli strigilati sovrapposti, colon n in e alle estrem ità e, al cen tro, u n ton do con il bu sto dei du e defu n ti, ben caratterizzati n el volto, e, sotto, u n a scen etta ch e attin ge al repertorio bu colico con m u n gitu ra 1009 . Nel coperch io, en tro u n a teoria com posta da du e serie affron tate di delfin i, è ricavata u n a tabella dal profilo irregolare, probabilm en te aggiu n ta, per l’iscrizion e di Fl(aviu s) Fau stin u s, di cu i si ricorda la data di deposizion e con specificazion e della coppia con solare del 353, Con stan tio Au g(u sto) G et Con stan tio II con s(u libu )s 1010 . Alla secon da m età del IV secolo e agli in izi del V appartien e an ch e u n a serie di epigrafi datate, scoperte, an cora du ran te l’attività del de Rossi, “e ru in a scalaru m F” o “e su m m is scalis F”1011 , di cu i però si ritien e di n on poter esclu dere u n a proven ien za dal cim itero di su perficie 1012 , precisam en te del 386 1013 , del 406 1014 e del 331, 365-390 o 408 1015 ; sem pre dall’area della scala l’epigrafe di Ben erosa virgo riu tilizzava u n settore di u n a m on u m en tale iscrizion e in on ore di Geta del 210 1016 . In gen erale, n ei decen n i del IV secolo fin o al V si pu ò presu m ere an ch e u n reiterato u tilizzo dei van i dell’im pian to prim itivo prossim i alla scala, ben ch é in form e piu ttosto sporadich e 1006 . Lo stesso scalon e, probabilm en te an ch e in fu n zion e di u n ’in in terrotta occu pazion e sepolcrale in su perficie, poté ricevere opere di risistem azion e fin alizzate a n u ove tom be, di cu i, tu ttavia, i radicali lavori m odern i n on perm etton o l’in dividu a zion e di alcu n a traccia 1007 : n el m om en to del recu pero, n el 1852, il de Rossi, an alizzan don e l’as setto m on u m en tale, descriveva la “scala parallela” a qu ella della region e G com e “fian ch eggiata da sepolcri ricch i d’iscrizion i assai an tich e, ristorata poi e forn ita di sarcofagi e d’altre tom be n el secolo qu arto”1008 . Proprio su lla base di qu esta an n otazion e a tale probabile fase di ristru ttu razion e della parte alta dell’accesso pu ò essere attribu ito u n m on u m en tale sarcofago recu perato du ran te qu ell’attività di scavo proprio in corrispon den za Si deve in serire n elle din am ich e di svilu ppo del com plesso du ran te il IV secolo u n gru ppo di ipogei, scavati a qu ota più alta rispetto alle gallerie della region e G-H , m a program m ati e realizzati in assolu ta au ton om ia “fisica” dal cim itero collettivo sotterran eo, con il qu ale ven n ero solo posteriorm en te in con tatto per crolli acciden tali dei sottili diafram m i tu facei o per su ccessive m odifich e della rete ipogea ch e portò ad in tercettazion i n on previste o m edian te “bu ssi” m odern i di collegam en to. 998 Per T OLOTTI 1978, p. 168 F9 in terrom pe il collegam en to tra Fo3 e F10, m a l’assetto con servativo di qu esti van i n on perm ette, in effetti, u n a verifica di tale osservazion e. 999 La doppia galleria ven n e in dagata n el 1930, m a la si scoprì già perlu strata e rin forzata, forse n el 1851 e poi an ch e n el 1907-1908, con testu alm en te ai lavori n ella scala F (Giorn ale di scavo n . 3, p. 27 – aprile 1930 –). 1000 In fra, pp. 330-331. 1001 ICUR V 14254, 14610 e 15129; qu esti m arm i fu ron o però staccati e variam en te risistem ati, rispettivam en te su lla tom ba origin aria, riportata dal Mu seo Lateran en se n el 1933 (15129; su pra, p. 46 n . 263), su lle pareti della scala G (14610) e su qu elle della scala F. 1002 ICUR V 14254. 1003 ICUR V 15129. 1004 ICUR V 14610. 1005 F E RRUA 1986, n . 41 pp. 32-33. Ad u n a delle tom be di qu esti van i an drebbe pu re riferito u n m arm o pertin en te al titu lu s di u n sepolcro pagan o, ritagliato per essere adattato al riu so e scoperto in u n a delle form ae perlu strate n el 1930 su l su olo di Fo9 (F E RRUA 1973, n . 77 p. 93; n on si è però rin tracciata u lteriore n otizia su lla scoperta di qu este tom be a fossa, di cu i, tra l’altro, n on si in travedon o tracce). 1006 Rispetto a qu elle, ben più sistem atich e, ch e si eviden zieran n o n ella region e G: in fra, pp. 165-170. 1007 S u pra, p. 58 n . 362. 1008 D E R OSSI 1872, p. 69. 1009 Repertoriu m , n . 87 p. 72 e tav. 26 con la bibliografia an teriore. 1010 ICUR V 13901. 1011 F E RRUA, ICUR, ad com m ., pp. 177, 185, 190. 1012 In fra, n . 1956 p. 301. 1013 ICUR V 13933. 1014 ICUR V 13956. 1015 ICUR V 13893; u n altro fram m en to probabilm en te dal m edesim o sito rim an da ad età costan tin ian a (ICUR V 13889d). Van n o an ch e segn alate le lastre con sign a Christi ICUR V 15173e, f; la 14640 ven n e “effossa e scalis F vel e vicin ia” (F E R RUA, ICUR, ad com m ., p. 285) 1016 ICUR V 14690; CIL VI 1076 (vd. an ch e F E RRUA 1973, p. 63). Pu re di in certa proven ien za, e solo ipoteticam en te ascrivibile alla probabile reiterata frequ en tazion e degli am bien ti ai piedi della scala F, u n “tegolo col m on ogram m a costan tin ian o e le lettere A e W ” rintracciato “tra le terre” nel novem bre 1907 n ella galleria in asse F1-F5 (K ANZLE R 1909, p. 135, m a an ch e B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p. g. A5). Gli ipogei del livello su periore (fig. 141) CAPITOLO 1 - LE RE GIONI OCCIDE NTALI 157 Fig. 141 – Stralcio plan im etrico del settore ovest della catacom ba con eviden ziazion e degli ipogei del livello su periore (I-VI). 158 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Gli am bu lacri dei vari organ ism i com pon gon o u n a rete disarticolata e fram m en tata ch e n e ren de difficile la lettu ra topografica, com prom essa an ch e, per tu tta la serie di im pian ti, dall’im possibilità di in dividu are i pu n ti di origin e e da im portan ti in terferen ze m u rarie, posteriori al loro u so sepolcrale, dipen den ti da u n ’attività costru ttiva su b divo 1017 ; qu esto spiega la veloce con sidera zion e n egli stu di preceden ti, sia dello Styger ch e, esclu den don e u n a derivazion e dall’area della spelu n ca m agn a, su ppon eva u n a localizzazion e degli accessi in prossim ità della scala F 1018 , sia di F. Tolotti, il qu ale, valu tan do om ogen eam en te, m algrado la “situ azion e com plicata”, le gallerie ch e “cado n o en tro il recin to rettan golare”1019 , n e ipotizzava u n ’origin e “dai fian ch i delle scale” G e F 1020 , n on ch é le serie differen ziate di sigle n ella su ddivision e in region i della pian ta ICUR 1021 , in cu i dei vari am bu lacri si propon eva im plicitam en te u n rappor to di dipen den za dalla region e G 1022 o dalla D 1023 o, per alcu n i, in dicati appu n to con la lettera L (poi ripresa n ella pian ta Tolotti) 1024 , u n ’origin e com u n e. Ma proprio le m odalità di distribu zion e plan im etrica, l’orien tam en to disorgan ico dei van i e, ad u n tem po, le pecu liarità in tern e sem bran o esclu dere l’afferen za di qu este escavazion i ad u n u n ico sistem a e im pon gon o, in vece, u n ten tativo di in dividu azion e delle sin gole en tità topografich e. 1017 S u pra, pp. 95-97 e in fra, pp. 286-287. S TYGE R 1933, p. 167. 1019 Cioè gli ipogei I, IIa-b, III e IV, ch e segn a, appu n to, con la lettera L. Su l su pposto recin to su bdiale vd. su pra, pp. 92-98 e in fra, pp. 272-287. 1020 T OLOTTI 1978, part. pp. 170-171. 1021 Su lle caratteristich e di qu esto sistem a di defin izion e degli am bien ti cfr. su pra, p. 2. 1022 Per gli ipogei V (G12-Go12-Gd) e VI (G11-G11). 1023 In particolare gli am bu lacri LD6-LD9 dell’ipogeo I. 1024 In particolare le gallerie m eridion ali dell’ipogeo I (L13, L14) e i van i di qu elli IIa-b, III e IV. 1025 Risu lta m en o probabile, in fatti, l’ipotesi di u n ’origin e dalla parte su periore della scala F, in gran parte ricostru ita con m ateriale m odern o, m a ch e com u n qu e n on rivela tracce di apertu ra. Si deve an zi pen sare ch e la scala au ton om a dell’ipogeo I si posizion asse con an dam en to parallelo in prossim ità di qu ella F e traesse origin e dal m edesim o asse ovest-est. 1026 In gen erale qu attro n ell’am bu lacro cen trale e n elle diram azion i più lu n gh e L13 e LD9, tre in LD6, LDo6. 1027 Va ricordato ch e delle poch e iscrizion i rin ven u te n el con testo du e (ICUR V 13970, fram m en taria in LD8, e 14820, parzialm en te a posto in L13) fan n o riferim en to all’acqu isto o alla realizzazion e di u n bisom u m . 1028 Su lla parete est di qu esta, di fron te all’im bocco di LD9, si n ota u n organ ism o raddoppiato di pian ta trapezoidale, con u lteriore escavazion e di u n a più piccola cavità su l fon do, ch iu sa au ton om am en te con laterizi. 1029 In L13 u n ’iscrizion e su lla calce di ch iu su ra (ICUR V 14088) in teressa il bordo su periore con la dedica alla defu n ta (ben em eren ti sorori Bon i[- - -]) e la data di deposizion e (VIIII kal(en das) N ob(em bres)) e gli spazi verticali in tern i tra i sin goli elem en ti laterizi con u n a form u la di pregh iera traslitterata in greco (Deouj Cristouj Omnipoten(j) spirit<t>ou(m) ref(r)igere(t) in XP); su l bordo destro è u n m on ogram m a cristologico di di m en sio n i m aggiori. Su qu esta iscrizion e a n astro (di cu i la bi 1018 Ad u n organ ism o u n itario van n o sicu ram en te ricon dotte le gallerie Lo1-LD8-LD7, L13, Lo2, L14, LD9, LD6, LDo6, ch e com pon gon o u n ipogeo (I; figg. 141-142) con lu n go asse su d-n ord, di oltre 28 m (Lo1-LD8-LD7), e u n a serie di diram azion i trasversali, piu ttosto corte n el settore n ord (LD6, di 8,60 m , e LD9 a ovest, LDo6 a est) e u n a (L13), più estesa e a su a volta articolata in du e tron con i ortogon ali (L14 verso n ord e Lo2 verso su d), n el tratto m eridion ale, dove, è logico su pporre, l’im pian to doveva origin arsi dal sopratterra m edian te u n a scala 1025 . Le sepoltu re ch e caratterizzan o qu esti van i son o costitu ite sostan zialm en te da locu li in pilae di tre o qu attro elem en ti 1026 , dalla fattu ra veloce, talo ra bisom i 1027 o an ch e, com e in u n caso su l tratto LD8 della galleria prin cipale, trisom i 1028 ; le ch iu su re, spesso an cora in tatte, con siston o in m isu ra qu asi sistem atica n ell’u so di laterizi ferm ati con calce, su lla qu ale è piu ttosto frequ en te sia l’esecu zio n e di iscrizion i estem poran ee 1029 , an ch e essen zialm en te risolte in sign a Christi e palm ette 1030 (tav. II), sia l’affission e di oggetti rappresen tativi di u n corre do estern o al sepolcro, lu cern e 1031 , ogget ti vitrei 1032 o an elli di avorio 1033 , m a an ch e con ch i glie 1034 e sem plici fram m en ti laterizi 1035 . Appare u n aspetto pecu liare, segn alato, in effetti, soprattu t to da u n a n ota del Bevign an i relativa ai lavori di blio grafia com pleta è data da F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 211) si vedan o M ARCH I - D E R OSSI 1851, p. 623 e G ROSSI G ONDI 1922, p. 29. Sem pre in L13 van n o docu m en tate le iscrizion i 14966a e 14869b. 1030 Son o docu m en tabili sign a Christi in LD7 (ICUR V 15174r), LD8 (ICUR V 15175d e 15181b, qu esto tra lettere apocalittich e en tro u n circolo), LD9 (ICUR V 15175e), L13 (ICUR V 15176i); in u n u n ico caso è attestata u n a palm etta (ICUR V 15242d in LD7). 1031 Rispetto alle m olte tracce di lu cern e affisse, di cu i perm an gon o solo le im pron te dei fon di n ella calce, si con servan o in L13 u n esem plare ricon du cibile al tipo Atlan te XIII, prodotto in Tripolitan ia e poco diffu so a Rom a (Atlan te I, tav. CIII, 1 e p. 205; su tali lu cern e vd. an ch e B ARBE RA - P E TRIAGGI 1993, pp. 331-334. Il n ostro esem plare è decorato su lla spalla con u n m otivo a palm ette stilizzate), e du e lam pade del tipo “a globetti” (Dressel 30 = Provoost tipo 4 = Bailey R), rispettivam en te in LD7 e in LD6; in qu est’u ltim a resta an ch e il fon do di u n a lu cern a ch e, stan do ad u n a an n otazion e con testu ale al recu pero del 1907 (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p., g. 2: “1 lam pada di terracotta rossa col C”), doveva essere decorata con m on ogram m a cristologico. Le n ote del Bevign an i ricordan o an ch e, gen ericam en te, “lu cern e n ella calce “ in LD8LD7 (= g. 1) e “u n ’im pron ta di lu cern a n ella calce” in LDo6 (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p., g. 3). 1032 An cora visibile la “calce con im pron ta di fiala vitrea” in dicata dal B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p. in LD6. 1033 Tracce in con fon dibili di qu esti oggetti circolari, frequ en tem en te attestati n elle catacom be rom an e (vd. m eglio su pra, p. 51 n . 300), si ricon oscon o soprattu tto n el tratto LD7. 1034 In particolare u n a si con serva in LD8; an ch e in LDo6 ven n e rin ven u ta u n a con ch iglia tra le terre (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p., g. 3). 1035 Ad esem pio in LD6 e in LD8. Alcu n i locu li, poi, soprattu tto n ella galleria cen trale, son o corredati di m en solin e sporgen ti realizzate con m arm etti di recu pero. CAPITOLO 1 - LE RE GIONI OCCIDE NTALI recu pero del 1907 1036 , la sistem azion e di “iscrizion i a fian co dei locu li”1037 , cu i si posson o ricon du rre alcu n e lastre dalla form a di tabelle con servate n elle gallerie in qu estion e, com e qu ella di Iu lia<n >a, in LD8, in cisa in caratteri m olto approssim ativi 1038 , di Mu sa in LD9 1039 e di ^Epitëncanoj in L14 1040 . Scelte sepolcrali più ricercate rispetto ai sem plici locu li van n o in dividu ate n ei du e arcosoli aperti, a est e a ovest dell’am bu lacro prin cipale, n el tratto Lo1 1041 , m a, soprattu tto, n el cu bicolo Loa, ch e rappresen ta l’u n ico spazio esclu sivo dell’organ ism o; si tratta di u n van o qu adrato di 2,5 m per lato, con soglia di travertin o, pareti e volta a crociera in opera m u raria a prevalen za di tu felli in cortin a, ricoperti di in ton aco bian co; la m u ratu ra defin isce tre arcosoli su lle pareti, qu ello di fon do tam pon ato in u n m om en to su ccessivo e qu ello sin istro, su d, raddoppiato con la creazion e di u n a secon da arca su l fon do. L’im pian to dell’ipogeo I sem bra ch iaram en te con dizion ato dalla presen za delle region i G e F, alle qu ali, tu ttavia, qu esto n on ven n e m ai in ten zion alm en te collegato: in particolare è sign ificativo ch e la galleria Lo1 scavalch i la trasversale F[G]6, alzan dosi di livello proprio per n on in taccarn e la volta 1042 , ch e ven n e però sfon data, per il crollo di u n sottile diafram m a, dalla cassa di fon do dell’ar cosolio m eridion ale di Loa; così l’an dam en to appen a cu rveggian te di LD9 pu ò essere spiegato con il ten tativo di allon tan arsi da Go8, alla cu i estrem ità su periore, in effetti, ora si con giu n ge per u n taglio m odern o 1043 ; è pu re sign ificativo, poi, ch e la possibilità di creare diram azion i orien tali sia con dizion ata dalla presen za degli am bu lacri a m assim o svilu ppo verticale dell’in stallazion e F (F1-F2) e ch e la trasversale (LDo6) si apra solo dove la 1036 In fra, p. 332. B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p., g. 1. 1038 ICUR V 14368. 1039 ICUR V 14496a. 1040 ICUR V 15029. 1041 Davan ti a qu ello più a n ord aperto su lla parete est è ben eviden te la presen za di form ae con piccoli locu li aperti n ei settori laterali. 1042 T OLOTTI 1978, p. 166; vd. su pra, pp. 56-57 su lla valorizzazion e di qu esto dato in rapporto all’an teriorità, rispetto all’ipogeo I, del tratto F di FG6. 1043 Proprio da LD9 è visibile la parte posteriore della stru ttu ra cem en tizia ch e in gom bra il settore term in ale di Go8: su pra, n . 208 p. 35, p. 96 e in fra, p. 287. 1044 S u pra, p. 101. 1045 Il rapporto con G5, ch e dovette pu re creare problem i a qu esto van o più an tico, n on è ricostru ibile per u n rifacim en to, a qu ota più bassa, della volta (fig. 34), ch e potrebbe rich iam are u n in terven to n ecessario già in an tico proprio per il sovrapassaggio di L14. 1046 Cfr. più in dettaglio su pra, pp. 56-57. 1047 In fra, p. 247 ss. 1048 In fra, n . 2180 p. 332. L’ipogeo I è perlu strabile n el su o settore n ord proprio grazie a qu esto collegam en to; la parte su d, separata dalla setten trion ale da posteriori opere m u rarie 1037 159 galleria cen trale aveva con siderevolm en te abbassato la volta 1044 . An ch e l’am bu lacro L14 è eviden tem en te posteriore a G7, di cu i, con l’estrem ità, an dò a rom pere i tre locu li su periori della qu in ta pila (fig. 34) 1045 , m a n on al tratto cen trale di FG6, ch e costitu isce il collegam en to tra le region i G e F, il qu ale, in vece, con il taglio della som m ità, an dò ad in taccare locu li del van o su periore 1046 . Men o ch iaro risu lta il rapporto di su ccession e diacron ica con i van i relativi all’esten sion e setten trion ale della spelu n ca m agn a D 1047 , ben ch é LDo6 sem bri in terrom persi proprio a qu asi 1 m dalla galleria D5, con il su olo più alto di ca. 1,20 m , alla qu ale è ora con giu n ta attraverso u n bu sso, provvisto di gradin i, realizzato agli in izi del Novecen to per creare u n passaggio tra la “region e cen trale” e qu ella “della coron atio”1048 . Se la sequ en za topografico-stru ttu rale defin isce u n rapporto di posteriorità dell’ipogeo in qu estion e rispetto al cim itero sotterran eo collettivo GF, u lteriori possibilità di valu tazion e cron ologica derivan o sia, in gen erale, dalle caratteristich e di u n a prassi sepolcrale orm ai m atu ra 1049 , sia da alcu n i dati particolari, la dislocazion e di cin qu e m on ogram m i cristologici graffiti n ella calce fresca in vari am bu lacri 1050 , l’u tilizzo, n ella galleria L13, per la ch iu su ra di u n locu lo, di u n laterizio con bollo CIL XV 1569a, riferibile ad u n ’officin a operan te in età dioclezian ea 1051 , e la collocazion e, in rapporto ad u n o dei sepolcri della stessa di u n a lu cern a di produ zion e tripolitan a del tipo Atlan te XIII, ascrivibile ad u n periodo dagli an n i cen trali del IV secolo al su ccessivo 1052 (fig. 143). Un secon do ipogeo (IIa; figg. 141-142) con caratteri distin ti e au ton om i va ricon osciu to n ei va- ch e in terrom pon o la percorribilità dell’asse cen trale LD7-LD8Lo1, è, in vece, accessibile da u n altro taglio praticato n ell’arcosolio del cu bicolo Lob dell’ipogeo IIa, a su a volta raggiu n gibile da u n bu sso all’estrem ità di IL4 (in fra). 1049 Fattu ra dei locu li, m odalità esecu tive degli arcosoli, defin izion e volu m etrica del cu bicolo acqu istan o valore se con siderati in parallelo con le form e di in dividu alizzazion e delle tom be, soprattu tto l’u so di iscrizion i estem poran ee e l’adozion e sistem atica di elem en ti di corredo-arredo estern o alle tom be (in fra). 1050 S u pra, n . 1030. Dalla galleria LD8 proven gon o an ch e du e lastre m arm oree con cristogram m i in cisi (ICUR V 15172g e 15178c). 1051 Vd., in particolare, S TE INBY 1986, pp. 118-119, Serie 4a. Molti esem plari di qu esto m arch io proven gon o, in fatti, proprio dalle term e di Dioclezian o, n on ch é da qu elle di Costan tin o. 1052 Vd. già su pra, n . 1031 (Atlan te I, p. 205 e B ARBE RA P E TRIAGGI 1993, pp. 331-334; su i problem i di in qu adram en to cron ologico delle lu cern e tripolitan e vd. an ch e PAVOLINI 1982, pp. 148-149). An ch e in LD6 B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p. (g. 2) ricorda la presen za di u n a “lam pada in terracotta rossa col C” di cu i perm an e soltan to il fon do; vd. già su pra, n . 1031. Poco in dicativa, in sen so cron ologico, la presen za delle du e lu cern e “a globetti” pu re segn alata su pra, ibidem , per l’am pio arco tem porale coperto da qu esta produ zion e. 160 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 142 – Gli ipogei I-IV. CAPITOLO 1 - LE RE GIONI OCCIDE NTALI 161 n i L10-L12, L11, Lob, resi accessibili, m edian te u n taglio e la sistem azion e m odern a con gradin i per su perare il dislivello, dall’in feriore galleria IL4, in particolare dall’estrem ità n ord di qu esta. Su u n am bu lacro su d-ovest/n ord-est (L10-L12) si apre a su d u n a diram azion e (L11) bloccata da u n m u ro in tu felli, oltre il qu ale si tragu arda u n am bien te in ton acato, m a com pletam en te ricolm o di terra, e, a n ord, u n sem plice cu bicolo n el tu fo (Lob) con arcosolio su l fon do e locu li appen a tracciati, m a di cu i n on ven n e com pletata l’escavazion e, su lle pareti laterali 1053 . L’u n ico accesso possibile a qu esto ipogeo va ricostru ito su l prolu n gam en to occiden tale dell’am bu lacro L12, ch e, bloccato ora da u n a stru ttu ra cem en tizia 1054 , poteva prosegu ire soltan to per poch i m etri, n on oltre 4 o 5, per poi probabilm en te deviare e, prim a di im battersi n ello scalon e G, fu oriu scire in su perficie tram ite u n a scala parallela a qu esto 1055 . Dalla m edesim a galleria L12 si pu ò riten ere partisse an ch e il corto asse trasversale verso su d (Lo3), poi ostru ito 1056 , attraverso il qu ale doveva essere accessibile u n altro gru ppo di am bien ti (Loc, Lg = ipogeo IIb; figg. 141-142); qu esti, n ell’assetto attu ale, si raggiu n gon o grazie ad u n bu sso ch e, dalla parete ovest di IL4, perm ette di salire, tram ite u n taglio n ell’arcosolio orien tale, en tro il cu bicolo Lg. Il corto braccio Lo3 in trodu ceva ad u n a coppia di van i dalla con figu razion e poco regolare, probabilm en te fru tto di u n a sistem azion e posterio re al prim o im pian to, su lle cu i pareti si altern an o, alla su perficie tu facea, tratti in m u ratu ra: da u n prim o am bien te (Loc), con arcosolio in m u ratu ra 1057 su l lato ovest, si passava, attraverso u n van o coperto a botte otten u to con u n restrin gim en to in opera listata (con altern an za di 4 o 5 filari di tu felli ad u n o di m atton i), in u n cu bicolo (Lg) dal- la con figu razion e più regolare, com pletam en te dealbato, con copertu ra a crociera e du e arcosoli, pu re in m u ratu ra, su l fon do e su l lato setten trion ale, m en tre a su d il prolu n gam en to della stru ttu ra a prevalen za di tu felli corre lu n go tu tta la parete, ostru en do probabilm en te u n passaggio, com e sem brerebbe dalla pian ta di F. Tolotti, m a an ch e, n on si pu ò esclu dere, obliteran do u n terzo arcosolio 1058 . Tali organ ism i (IIa-b), appu n to probabilm en te coeren ti, n on presen tan o pecu liarità proprie n elle m odalità di fru izion e sepolcrale, offren do, an zi, u n a docu m en tazion e piu ttosto scarsa in relazion e alle tom be: n el repertorio epigrafico ricorron o, an cora, segn i com e cristogram m i e palm ette graffiti su lla calce fresca dei locu li, im pilati sen za troppo ordin e in gru ppi di tre o qu attro elem en ti su lle pareti delle gallerie 1059 ; le u n ich e tre iscrizion i su m arm o 1060 , m a n on a posto, son o state rin ven u te, e forse n on è casu ale, n el cu bicolo Lg, m a si presen tan o eterogen ee, du e, in latin o, diverse n el form u lario 1061 , e u n a, in greco, con sem plice data di deposizion e. Più a su d u n an alogo organ ism o (IV; figg. 141-142), scavato a livello piu ttosto alto, di ridotta esten sion e e in origin e con cepito sen za alcu n legam e con la catacom ba, è rappresen tato dalla galleria L6-L7, lievem en te divergen te rispetto all’as se n ord-su d, e con du e corti am bu lacri trasversali (L8, Lf), qu ello aperto a ovest (Lf) allargato e irrobu stito in tu felli, ch e si con figu ra com e u n piccolo cu bicolo con du e arcosoli affron tati e du e am pie form ae davan ti al parapetto di qu esti. Origin ato con ogn i probabilità dal prolu n gam en to a n ord dell’asse cen trale L6, an cora u n a volta bloccato da u n a stru ttu ra cem en tizia 1062 , l’ipo geo presen ta caratteri di particolare om ogen eità n ell’occu pazion e fu n eraria, con locu li 1063 sem plice - 1053 Un bu sso su l fon do dell’arcosolio, si è detto, perm ette di raggiu n gere gli am bien ti m eridion ali dell’ipogeo I; così, il crollo della parete sin istra (ovest) di Lob con giu n ge qu esto van o con l’adiacen te Lo2. 1054 S u pra, p. 96 e in fra, p. 287. 1055 L’assetto con servativo del lato est dello scalon e, in fatti, garan tisce, è u tile ribadirlo, ch e L10 n on poteva trarvi origin e, m a ch e se n e deve su pporre u n accesso au ton om o. 1056 S u pra, p. 96. 1057 In opera m u raria è an ch e il tu m u lo della cassa, con ch iu su ra a cappu ccin a e risparm io del pozzetto (su tale tipologia cfr. N UZZO 2000a, pp. 185-186, con attribu zion e al pien o IV secolo). 1058 Proprio tale m u ro, ch e vien e in ton acato e n on esclu de, qu in di, u n a con tin u ità di frequ en tazion e, assicu ra ch e l’ac cesso al doppio van o Loc-Lg avven iva attraverso il corridoio n ord Lo3. La pian ta di T OLOTTI 1978, tav. I, in particolare, propon e u n a con tin u ità fisica tra Lg e la galleria Lo4, di cu i però si in tercetta soltan to u n brevissim o tratto dallo sfon dam en to della volta del sottostan te am bu lacro ILo9; qu esta doveva poi con giu n gersi con u n altro am bu lacro ortogon ale (Lo5), estovest, pu re visibile per il crollo del diafram m a tu faceo ch e lo divideva dall’in feriore IL4; su tale tratto di galleria si affron tavan o du e arcosoli a cassa profon da, ricoperti di in ton aco bian co. Non è ben ch iaro, tu ttavia, il rapporto tra qu esti van i, ch e si è preferito in dicare com e ipogeo III (vd. figg. 141142), con gli organ ism i adiacen ti. In effetti, però, appare probabile ch e la costru zion e del m u ro su d en tro il cu bicolo Lg si sia reso n ecessario dopo i crolli di Lo4 e Lo5 ch e avevan o sfidato gli equ ilibri statici sovrappon en dosi con m in im i risparm i di tu fo alle probabilm en te già esisten ti gallerie della region e I (in fra, pp. 240-246). 1059 In L10 è u n a palm etta (ICUR V 15240e); du e segn i an alogh i ricorron o su l m edesim o locu lo in L11 (ICUR V 15241f, g), dove è an ch e u n cristogram m a decu ssato (ICUR V 15177g). 1060 ICUR V 14344, 14738, 15049. 1061 ICUR V 14344, con sem plice dedica al n eofita Hilaru s da parte dei du o fratres, per le dim en sion i sem bra apparten ere ad u n a form a; ICUR V 14738 dal form u lario più articolato, con elogio m in im ale, l’espression e in pace, l’età vissu ta e la data di deposizion e. 1062 S u pra, p. 96. 1063 Si devon o ricordare du e casi sicu ri di u tilizzo con doppia deposizion e: u n o, in L8, segn alata dall’iscrizion e a n astro ICUR V 14301, ch e ricorda i du e con iu gi (l’epitaffio ven n e logicam en te tracciato in u n u n ico m om en to, in rapporto alla secon da deposizion e), l’altro, in L7, segn alato, oltre ch e dai du e deposti all’in tern o, an ch e dal doppio strato di calce eviden te 162 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O m en te ch iu si da laterizi 1064 , talora corredati di oggetti, tra cu i du e lu cern e “a globetti” ri spet ti vam en te in L7 e in L8 1065 (fig. 144); qu esti du e am bu la cri, poi, rivelan o u n n u m ero con sisten te, rispet to alla gen erale qu an tità di sepolcri, di locu li con tras segn ati da iscrizion i a n astro: delle sei leggibili n ella galleria L7 1066 du e 1067 riportan o la data del con solato di Ricom ere e Clearco, il 384, riferim en to cron ologico ch e, ritorn an do an ch e in u n o dei ben die ci epitaffi tracciati su lla calce fresca di altrettan te tom be di L8 1068 , perm ette di precisare m olto bene il periodo di fruizione dell’ipogeo (figg. 145-146). Un segm en to cron ologico piu ttosto circoscritto di u tilizzo sepolcrale è in tu ibile, tra l’altro, proprio da u n a con siderazion e com plessiva di qu esti docu m en ti, ch e presen tan o, per qu an to possibile in u n tipo di esecu zion e estem poran ea, gran de affin ità n ei caratteri, rim an dan do, si potrebbe qu asi dire, ad u n a m edesim a “m an o”1069 , m a soprattu tto u n a eccezion ale ripetitività del form u lario ch e propon e sistem aticam en te, in dodici casi, l’abbi n am en to dell’abbreviazion e dep(ositio) al n om e del defu n to in gen itivo, segu ito, appu n to, dalla data della sepoltu ra, n ei tre casi citati con la specificazion e dell’an n o, e dall’espression e au gu rale in pace1070 ; solo per du e iscrizion i, rispettivam en te in L7 e in L8 1071 , si adotta la form u la hic qu iescit in pace, con , in en tram bi i casi, la trascrizion e im pre cisa qu escet (fig. 147). Caratterizza m olte di qu este testim on ian ze, poi, an ch e la ten den za, qu asi per In dicazion i coeren ti per u n in qu adram en to dell’u so di qu esti im pian ti in u n in oltrato IV secolo e, particolarm en te, com e per l’ipogeo IV appen a con siderato, n egli u ltim i an n i di qu esto, proven gon o an ch e da du e organ ism i (VI, V; fig. 141) dello stesso tipo in dividu abili, però, ai m argin i ovest del com plesso, i qu ali in terferiron o stru ttu ralm en te con alcu n i am bien ti posti appu n to all’estrem ità occiden tale della region e G. Dal piccolo tratto percorribile della galleria G8 1076 alcu n i gradin i grossolan am en te scavati n el tu fo 1077 perm etton o di su perare il dislivello con u n am bu lacro (G10) origin ariam en te separato, ch e corre parallelo a qu ota più alta di oltre 1,50 m verso ovest e ch e costitu isce il braccio orien tale di u n lu n go asse su d-n ord (G11), lu n go oltre 34 m e in terrotto all’estrem ità m eridion ale, dove con probabilità si apriva l’accesso 1078 , da u n ’im portan te fran a. Il tipo di occupazione funeraria è piuttosto sem plice: loculi im pilati per gruppi di cinque o quattro, chiusi da laterizi1079, più raram ente da lastre m arm oree inscritte 1080, si presentano talora accom pagnati da lucerne affisse nella calce, per lo più, però, asportate, di cui restano le im pronte dei fondi1081, lu n go il bordo in feriore, ch e reca l’iscrizion e ICUR V 14946g (alcu n e n ote an ch e in J OSI , Taccu in o, 5-3-1919). An ch e su l bordo in scritto con ICUR V 14539 di L8 J OSI 1927, p. 204 segn ala u n secon do strato di calce, ch e però n on si esclu de possa aver rin forzato la ch iu su ra prim itiva. 1064 Talora si n otan o associazion i, per la stessa ch iu su ra, di laterizi e m arm i di recu pero, ad esem pio per u n locu lo della galleria L7 (segn alato an ch e da J OSI 1927, p. 205), su l cu i bordo su periore corre l’iscrizion e ICUR V 14832. In u n caso u n a traccia di bordatu ra rossa su u n tegolon e, sem pre a posto in L7, garan tisce pu re per i laterizi l’u so di m ateriale di secon da m an o. 1065 In fra, n . 1112 su qu esta tipologia di lam pade. B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 5, s.p., ch e descrive la scoperta degli am bu lacri in qu estion e n el dicem bre 1908 “du ran te la ricerca di u n collegam en to tra la region e della spelu n ca m agn a e la coron a tio” (J OSI 1927, p. 203; vd. soprattu tto in fra, n . 2180 p. 332), segn ala, in L8, oltre a diverse lu cern e in fisse n ella calce, ora asportate, an ch e la presen za di u n locu lo di bam bin o, relativo alla deposizion e di u n a Petron ia (ICUR V 14539), con oggetti a posto: botton i di osso, fon di vitrei di coppe, u n a fiala vitrea. 1066 ICUR V 13929, 13931, 14158, 14294, 14832, 14946g. 1067 ICUR V 13929, 13931. 1068 ICUR V 13930, con datazion e del 384, 14071, 14176, 14301, 14334, 14410, 14465, 14539, 14542, 15237l (qu est’u ltim a con siste essen zialm en te in u n a palm etta e in u n n u m erale su l bordo su periore). Va ricordato ch e secon do J OSI 1927, pp. 210-211 a qu esto ipogeo doveva apparten ere an ch e il graffito di Bon ifatia letto dal de Rossi (D E R OSSI 1863a, p. 3) e n on com preso n elle ICUR. 1069 È esegu ita n ello stesso m odo, ad esem pio, l’abbrevia zion e della D di d(ies) m edian te u n tratto obliqu o in ICUR V 13930, 13931, 14071. 1070 ICUR V 13929, 13931, 14158 in L7; 13930 (con an ticipazion e dell’an n o), 14071, 14176, 14301, 14334, 14410, 14539, 14542 in L8 (è in teressan te ch e n on com paia m ai l’età vissu ta). L’iscrizion e ICUR V 14294 in L7 è m u tila n el settore term in ale e riporta soltan to dep(ositio) Fortu n u [- - -]; n ella stessa galleria su u n locu lo si legge parte della data (ICUR V 14946g), forse riferibile ad u n docu m en to an alogo. 1071 ICUR V 14832 e 14465. 1072 In ICUR V 13931 e 13929; qu i il n om e del defu n to è ripetu to al n om in ativo, m a accan to alla form a in pace, n on presen te n el bordo su periore, per u n o sdoppiam en to dell’epitaffio ch e però, n ella secon da parte, ritrascrive an ch e la data. 1073 ICUR V 13929 (solo il giorn o) e 13931 (l’an n o). 1074 ICUR V 13931. 1075 ICUR V 14465; vd. an ch e J OSI 1927, pp. 204-205. 1076 Qu esta diram azion e ovest della region e G, in fatti, è per lo più fran ata (su pra, p. 45). 1077 Ma realizzati du ran te i lavori m odern i del 1949 (in fra, p. 336). 1078 La galleria, tra l’altro, verso su d ten de a salire con siderevolm en te n ella qu ota del su olo. 1079 Un o, bisom o, in G11, recava u n a doppia ch iu su ra in laterizio per separare le du e deposizion i. 1080 Un a sola (ICUR V 15008) a posto su u n locu lo di G10; in G11 ven n ero scoperte erran ti le lastre in scritte ICUR V 14006 e 15126b, tu tte con sem plici n om i dei defu n ti. 1081 Molte lu cern e, tra l’altro, ven n ero rin ven u te du ran te i lavori del m arzo 1908 (in fra, p. 332); B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p. an n ota il recu pero di “19 lam pade, 1 in terra rossa col X, 10 a roson e n el piattello”; vd. an ch e K ANZLE R 1909, p. 210. Tali m ateriali n on son o più n ella catacom ba; doveva trattarsi, tu ttavia, di lu cern e di produ zion e african a, su lle qu ali i m otivi della rosetta e del chrism on son o m olto frequ en ti u n a sorta di “horror vacu i”, a riem pire com pletam en te il bordo locu lare con la ripetizion e di alcu n i elem en ti, lo stesso n om e 1072 , la data 1073 , l’espression e in pace1074 ; su u n locu lo della galleria L8 è addirittu ra du plicato l’in tero epitaffio 1075 . CAPITOLO 1 - LE RE GIONI OCCIDE NTALI 163 Fig. 143 – Lu cern a tipo Atlan te XIII affissa su u n locu lo dell’am bu lacro L13. Fig. 144 – Ipogeo IV: am bu lacro L6 con locu li in tegri. Fig. 145 – Ipogeo IV, galleria L7: iscrizion e a n astro del 384 ICUR V 13931 (apografo a m atita da B E VIGNANI , Taccu in o lavori). Fig. 146 – Ipogeo IV, galleria L7: iscrizion e a n astro del 384 ICUR V 13929 (apografo a m atita da B E VIGNANI , Taccu in o lavori). Fig. 147 – Ipogeo IV, galleria L8: ICUR V 14465 (apografo a m atita da B E VIGNANI , Taccu in o lavori). 164 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O o anche da segni incisi1082. Un unico tentativo di più particolare in dividu alizzazion e del sepolcro si risolse, su lla parete su d dell’am bu lacro G10, n ell’e se cu zion e di u n ’iscrizion e dipin ta in lette re rosse, en tro u n a tabu la secu riclata disegn ata con il m ede si m o colore, su fon do bian co, organ izzata in du e parti, a destra, in caratteri di m odu lo m aggiore, la dedica al defu n to (ben e m eren ti Filix) con la for m a in pace, l’età vissu ta (qu i bixit an n (os) plu s m in u s XX) e la data di deposizion e (deposit[u s] n on as Maias), e, a sin istra, la coppia con solare del 386 (D(om i)n (is) n (ostris) Fl(avio) Hon orio) n (obilis sim o) p(u ero) et Eu bod(i)o v(iris) c(larissim is) con s(u libu s)), di cu i era già in iziata la trascrizion e, eviden tem en te sen za u n a prelim in are ordin atio, alla fin e del settore epigrafico prin cipale 1083 (fig. 148). L’ipogeo rappresen tato dalle gallerie G11 e G10 (VI), im pian tato, du n qu e, au ton om am en te rispetto alla region e G, ven n e però in con tatto, già in an tico, con u n altro organ ism o probabilm en te an alogo (V), in tersecan do u n braccio trasversale (Go12) ovest-est, più basso di ca. 1 m , term in an te a ovest in u n cu bicolo (Gd) con n icch ion e provvi sto di locu li su l fon do e con flu en do, a est, in u n asse ortogon ale (G12) la cu i estrem ità setten trion ale sfon dò il lato di fon do del cu bicolo della “coron atio” (Gb) 1084 . È difficile pen sare ch e la galleria da cu i qu est’u ltim o am bu lacro si diram ava trasversalm en te (Go12) traesse origin e direttam en te dalla scala m aggiore G verso la qu ale sem bra dirigersi, poich é, qu asi in corrispon den za di u n even tu ale sbocco, la plan im etria di P. Styger garan tisce la presen za di u n cu bicolo (Go0), ora con accesso tam pon ato, m a ai tem pi dello stu dioso an cora in dividu abile, ben ch é già crollato in an tico 1085 . Un ’iscrizion e trovata n el 1854 a posto a ch iu su ra di u n a form a in G12 riporta l’an n o del con - L’an alisi dettagliata sem bra garan tire, du n qu e, l’au ton om a iden tità dei sei ipogei 1087 ; se si ten tasse, tra l’altro, di ricom porre con tali presen ze u n a rete u n ica, forzan don e le con giu n zion i attraverso il prolu n gam en to delle gallerie, a parte l’ec cessiva in coeren za n ella con figu razion e plan im etrica dell’im pian to, ch e poteva risu ltare con dizion ata dalla n ecessità di in serirsi, a livello su periore, tra i settori liberi di van i già scavati 1088 , si dovrebbero an ch e risolvere problem i eviden ti di fru ibilità di alcu n i am bien ti, u n a volta costru ite stru ttu re m u rarie sicu ram en te an cora con testu ali all’u so fu n erario: in particolare, l’osservazion e ch e il cu bi colo Lg, con la costru zion e della fodera in opera listata in ton acata su l lato su d, fosse accessibile u n icam en te da Lo3 e ch e, an alogam en te, il gru ppo di van i L12-L10, L11, dopo la realizzazion e del m u ro in tu felli all’estrem ità m eridion ale di L11, potesse essere raggiu n to soltan to dal prolu n gam en to occiden tale di L12 1089 , assicu ra, per qu esti am bien ti, u n ’origin e da ovest, preclu den don e, qu in di, ogn i possibilità di con giu n zion e con gli altri ipogei I e IV, pu re difficilm en te u n ificabili tra loro e accessibili da u n ’area più prossim a alla scala F, e con gli ipogei occiden tali VI e V, rispetto ai qu ali lo scalon e G rappresen ta u n a separazion e irrim ediabile 1090 . Risu lta, in vece, u n dato in teressan te ch e i pu n ti di origin e ricostru ibili per ogn u n o di qu esti im pian ti, m edian te il prolu n gam en to delle più probabili gallerie di accesso, riportin o tu tti, grosso m odo, ad u n m edesim o asse ovest-est, su l qu ale, si è visto, si aprivan o an ch e le du e scale prin cipali G e F 1091 e ch e, appare u n ’in evitabile soprattu tto tra IV e V secolo (B ARBE RA - P E TRIAGGI 1993, n n . 101-105 pp. 367-368 e n n . 107-109 pp. 368-369) o an ch e di lu cern e di im itazion e, di cu i Rom a sem brerebbe essere stata il m aggiore cen tro di produ zion e (C. PAVOLINI , s.v. Lu cern a, in En ciclopedia dell’Arte an tica, classica e orien tale. S econ do su pplem en to, Rom a 1995, pp. 454-464 e part. p. 461). 1082 In G10 u n probabile cristogram m a (ICUR V 15182m ; di in certa in terpretazion e il segn o ICUR V 15182l su u n altro locu lo), in G11 u n a palm etta (segn alata an ch e da B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p. m a n on in ICUR). 1083 ICUR V 13934. L’iscrizion e era già stata letta dal de Rossi (ICh I, p. 158, n . 359) ch e aveva, appu n to, perlu strato le gallerie, ben in dagate però solo n el 1908 (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p.; K ANZLE R 1909, p. 210) e qu in di recu perate defin itivam en te, in segu ito ad u n a n u ova fran a, dal Ferru a (F E RRUA 1949, pp. 18-20; vd. an ch e in fra, p. 336). Du ran te qu esti u ltim i lavori ven n ero tagliati n el tu fo i gradin i tra G8 e G10 (F E RRUA 1949, p. 18). Su ll’iscrizion e vd. an ch e J OSI 1927, p. 213. 1084 S u pra, p. 39 ss. 1085 S TYGE R 1933, pp. 149, 152. 1086 ICUR V 13944; ad u n ’altra form a della stessa galleria appartien e l’iscrizion e ICUR V 14914 trovata, però, n ella sottostan te galleria G4. Pu re agli am bu lacri più alti van n o attri- bu ite le lastre ICUR V 14536, in trodotta da u n cristogram m a con lettere apocalittich e, e 13986, recu perate dal Ferru a du ran te l’in terven to del 1951 su lla fran a ch e ren deva im praticabili tali am bien ti (Giorn ale di scavo Ferru a, gen n aio – febbraio 1951, s.p.; vd. in fra, p. 336). 1087 Un ’altra galleria (Do0) ch e corre con an dam en to su dovest/n ord-est n ell’area più ad est, passan do – e determ in an do il crollo dei sottili diafram m i – su gli am bu lacri F11, F13, F15 (l’estrem ità si in terrom pe proprio con tro la trasversale FD11), potrebbe an ch e essere ricon dotta ad u n altro sim ile organ ism o, ben ch é n on se n e possa esclu dere u n a dipen den za da u n qu alch e van o in terrato della region e D. 1088 Si veda particolarm en te T OLOTTI 1978, pp. 170-171: “essi sem bran o in sin u ati in m odo da u tilizzare al m assim o il poco spazio rim asto libero fra il recin to, le scale e la galleria IL4…”. 1089 Tali stru ttu re, tra l’altro, sem bran o isolare am bien ti com prom essi dal pu n to di vista statico per la presen za delle gallerie sottostan ti, qu an do, appu n to, altri settori dovevan o essere pien am en te u tilizzati. 1090 Per ogn u n o di qu esti organ ism i è stata di volta in volta valu tata, m a per ragion i topografico-stru ttu rali scartata, l’ipotesi ch e potessero diram arsi direttam en te dai lati delle scale G e F. 1091 S u pra, p. 33. solato di Fl. Mallio Teodoro, il 399, ad u lteriore sostegn o e valorizzazion e dei dati cron ologici già con siderati 1086 . CAPITOLO 1 - LE RE GIONI OCCIDE NTALI su ggestion e, potrebbe coin cidere con u n vero e proprio iter strettam en te fu n zion ale alla n ecropoli fin dalle origin i 1092 . Gli organ ism i con siderati, poi, pu r in sedian dosi in u n com plesso di ch iara fru izion e collettiva e rien tran do pien am en te n elle din am ich e di svilu ppo di qu esto, con cu i, tra l’altro, dim ostran o di con dividere le form e sepolcrali e, qu in di, il ricorso alle m edesim e m aestran ze 1093 , presen tan o alcu n e caratteristich e proprie degli ipogei tardoan tich i ad u so privato, sia, ch iaram en te, la con ten u ta esten sion e plan im etrica, adegu ata ad u n n u m ero lim itato di sepoltu re, in cu i si associan o qu asi sistem aticam en te spazi esclu sivi e van i, più o m en o svilu ppati, per u n ’occu pazion e m odesta, sia, talora, m eccan ism i d’u so delle tom be piu ttosto rari n elle catacom be e con m igliori con fron ti proprio n egli im pian ti privati: così, ad esem pio, l’affission e di tabelle in scritte estern e ai locu li segn alata n ell’ipogeo I trova strette an alogie, ad esem pio, con u n organ ism o di carattere fam igliare posizion ato proprio poco a n ord della catacom ba di Pretestato e n oto com e ipogeo Sch n eider o del Casale dei Pu pazzi 1094 . Lo svilu ppo e l’u so di tali in stallazion i devon o essere in qu adrati, si è visto, in u n arco tem porale di poch i decen n i en tro la secon da m età del IV secolo: le in dicazion i più precise forn ite dalle iscrizion i con data con solare 1095 relative, in particolare, agli ipogei IV, V, VI, m a gen eralm en te valide, si ritien e, grazie alla particolare om ogen eità delle form e di u tilizzo sepolcrale e alla con division e delle strategie di in sediam en to, per tu tti gli organ ism i con siderati, si con cen tran o n ell’u ltim o ven ten n io del IV secolo, periodo dopo il qu ale alm en o le gallerie in terposte tra le scale G e F videro u n a defin itiva obliterazion e in rapporto ad u n m acroscopico in terven to di risistem azion e dell’assetto su bdiale 1096 . Tali ipogei rivelan o, in fatti, la presen za di im pon en ti opere a sacco realizzate con grossi peperin i o tu fi ch e sistem aticam en te n e bloccaron o gli accessi, pregiu dican don e la frequ en - 1092 Già su pra, p. 33. Vd. soprattu tto in fra, pp. 300-301 su l sign ificato ch e tali ipogei posson o rivestire n ell’ottica di u n a defin izion e di im pian ti privati en tro la n ecropoli com u n itaria, fen om en o ben con n otan te i cim iteri di Rom a dopo l’età costan tin ian a, esem plificato m irabilm en te in particolare dall’in crem en to dei m au solei. 1094 F ERRUA 1963, part. p. 177 e 185; S PERA 1999, p. 184. Anche nell’ipogeo cd. di “Rom a Vecchia” al IV m iglio della via Latina, pure connotato da una fruizione di tipo fam igliare, è docum entato l’uso di piccole tabelle m arm oree: un’epigrafe scoperta ancora in situ durante recenti indagini archeologiche era incassata, in posizione centrale, nel m uretto di chiusura del loculo (F IOCCHI N ICOLAI ET ALII 2000, pp. 41-42 e n. 95 e pp. 89-92). 1095 Le tre iscrizion i del 384 dell’ipogeo IV, qu ella dipin ta del 386 in G10 e la ch iu su ra di form a del 399 da G12 (su pra). 1096 Per u n a con siderazion e gen erale di qu esti in terven ti 1093 165 tazion e e rispon den do, ad u n tem po, è logico, ad esigen ze di rin forzo dei vu oti sottostan ti in fu n zion e di u n più sicu ro u tilizzo della su perficie (fig. 85; tav. I): n el settore m edian o del lu n go asse Lo1LD8-LD7 dell’ipogeo I, du e poderosi pilastri 1097 , eretti a distan za di 2,75 m , ostru iron o il passaggio; u n terzo elem en to di an aloga fattu ra occu pò com pletam en te l’in gresso al cu bicolo Loa, isolan do il van o 1098 . Modalità an alogh e di in terven to si docu m en tan o n ell’ipogeo IIa, con il tam pon am en to dell’accesso a Lob 1099 , prim a ch e i locu li previsti su lle pareti ven issero scavati e occu pati, e l’occlu sion e dell’am bu lacro di origin e L12, così com e, n ella coppia di am bien ti Loc-Lg, adiacen ti a su d, si im pedì il passaggio del corridoio di en trata Lo3. In fin e, an ch e la praticabilità del gru ppo più m eridion ale L6-L7, L8, Lf (IV) ven n e in terrotta all’estrem ità n ord della probabile galleria di accesso con u n a stru ttu ra a prevalen za di grossi tu fi, posizion ata proprio in corrispon den za di u n lu n go m u ro ovest-est in dividu ato du ran te in dagin i n el sopratterra 1100 . Fru izion e sepolcrale n ell’area della “scala m aggiore” (G) Form e di rioccu pazion e sepolcrale, con dotte presu m ibilm en te con ritm i rallen tati e discon tin u i, van n o ricostru ite n ell’arco del IV secolo an ch e per la region e G, ben ch é il su o svilu ppo plan im etrico con la stessa im portan te esten sion e a su d (H ) si possa ragion evolm en te riten ere con clu so en tro la fin e del III secolo 1101 . Tracce estrem am en te disperse e poco organ ich e di u n a frequ en tazion e posteriore van n o in dividu ate soprattu tto in u n gru ppo di docu m en ti epigrafici, alcu n e iscrizion i caratterizzate dalla presen za di m on ogram m i cristologici o datazion e con solare, rin ven u te, però, sporadich e, di cu i pertan to n on pu ò essere esclu sa la proven ien za da altri con testi 1102 , e poch e testim on ian ze di corredo gra- n ell’ottica di u n a lettu ra dell’in sediam en to di su perficie in fra, pp. 286-287. 1097 Qu ello a n ord, spesso 1,30 m , è scavalcabile per u n taglio m odern o ch e allarga la parete tu facea orien tale. 1098 Oggi, in fatti, qu esto è perlu strabile attraverso u n taglio m odern o. 1099 An ch e qu esto, oggi, si visita attraverso u n bu sso. 1100 S u pra, p. 96. 1101 S u pra, part. pp. 106-112. 1102 Forse dai soprastan ti ipogei del gru ppo L o dall’area su bdiale. Si tratta, in particolare, delle lastre ICUR V 14796, con iscrizion e in trodotta da u n m on ogram m a cristologico, scoperta n ella galleria G1, in prossim ità del cu bicolo Gb; 15173g da G2 e 15178f da G5, en tram be con cristogram m i; in fin e 13932, del 386 o 404, rin ven u ta in tegra in G5, pertin en te, per proporzion i e im pagin ato, ad u n a form a, m a forse effettivam en te cadu ta dall’alto. 166 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O fico logicam en te associabili ad in terven ti di riu so fu n erario, in particolare u n cristogram m a graffito su lla calce fresca di u n locu lo della galleria G5 1103 e u n epitaffio in ciso estem poran eam en te con caratteri corsivi m olto grossolan i su ll’in ton aco bian co an tico ai piedi della scala G, in rapporto ad u n sepolcro della parete occiden tale; l’iscrizion e 1104 , con data di deposizion e – XG kal(en das) N obem br(es) – e la sem plice form a volgarizzata depossio S erapion is, risu lta ch iaram en te correlata ad u n u tilizzo della stru ttu ra fu n eraria in u n m om en to ben lon tan o dalla prim a fru izion e. Lo stesso in ton aco bian co ch e, con testu alm en te all’u ltim o approfon dim en to dell’im pian to sotterran eo, aveva valorizzato le su perfici tu facee della scala 1105 , reca u lteriori segn i grafici legati più gen eralm en te ad u n a frequ en tazion e del lu ogo e m en o direttam en te, sem bra, all’attività sepolcrale: su l lato est, in fatti, a ca. 1,40 m dal qu arto gradin o dello scalon e rispetto al su olo di G1, è leggibile, en tro u n piccolo riqu adro di 8 x 5 cm appen a scalfito, il tracciato, in lettere dalla risolu zion e corsiva, del n om e Petre1106 , da leggere, si ritien e, piu ttosto com e u n a form u la in vocativa, n on si pu ò esclu dere in rapporto ad u n defu n to 1107 . A poca distan za, in u n an alogo piccolo spazio qu adrato di 3 x 2 cm defin ito da u n ’in cision e, probabilm en te lo stesso visitatore tracciò u n cristogram m a tra lettere apocalittich e 1108 . Nello stesso m odo posson o essere recu perate e valorizzate an ch e alcu n e in form azion i relative alla presen za di reperti sicu ram en te più tardi del III secolo n ei depositi asportati dai vari am bien ti n elle diverse operazion i arch eologich e, tra i qu ali u n a 1103 ICUR V 15176b. ICUR V 14635. 1105 In fra, n . 1141 p. 170. 1106 ICUR V 14522o. 1107 Nella stessa catacom ba si rin traccian o altre sim ili atte stazion i con in vocazion i graffite ai defu n ti, com e qu ella su lla fron te dell’arcosolio est in AB3 (ICUR V 14608) o le form u le rivolte al presbitero Lu cen zio su l parapetto dell’arcosolio in Ak (ICUR V 14429). 1108 ICUR V 15180e. 1109 B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 5, s.p. 1110 B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p. 1111 B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p. 1112 Su lle problem atich e di produ zion e dei vetri in cisi, per i qu ali è stata in dividu ata u n ’attività produ ttiva a Rom a con cen trata in particolare n ella secon da m età del IV secolo, cfr. essen zialm en te S AGUÌ 1996. Pu rtroppo la m aggior parte dei m ateriali rin ven u ti, di cu i si dà n otizia n elle brevi relazion i di scavo spesso rim aste in edite, n on pu ò essere u tilizzata a fin i cron ologici per la gen ericità delle in dicazion i o per l’apparten en za degli stessi a classi di produ zion i m olto com u n i; spessissim o, ad esem pio, si segn ala il rin ven im en to an ch e di n otevoli qu an tità di lu cern e “a globetti” del tipo Dressel 30 = Bailey R = Provoost 4, m olto diffu se tra III e V secolo. In dettaglio si docu m en ta la scoperta di 5 lu cern e a perlin e e 1 con colom ba n el cu bicolo Gb (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 5, s.p.), di 2 fram m en ti di fiale vitree (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p.) e di 22 lam 1104 lu cern a decorata con croce m on ogram m atica n el cu bicolo Gb 1109 , du e oggetti an alogh i rin tracciati, n el 1908, tra le terre di FG6 1110 o an ch e u n a coppa vitrea “con bellissim o rilievo stelliform e” dall’am bu lacro G7 1111 , associabile ad u n a categoria di m an u fatti prodotti soprattu tto n egli u ltim i decen n i del IV secolo 1112 . Pu re n ell’ottica di u n a ten den za a ricon siderare per fu n zion alità sepolcrali gli organ ism i già esisten ti van n o letti alcu n i m in im i in terven ti m u rari sporadicam en te docu m en tabili n ell’area: su lla parete ovest del tratto di galleria G2 u n locu lo di gran di proporzion i, relativo alla fascia del prim o approfon dim en to, presen ta u n a division e, m edian te u n diafram m a in m u ratu ra, in du e tom be più piccole; a scopo fu n erario ven n e occu pata an ch e la n icch ia dell’adiacen te arcosolio a1, si pen sa proprio in qu esta fase fru itiva già m atu ra, segu en do qu esto tipo di poten ziam en to m odalità am piam en te sperim en tate n el IV secolo in oltrato 1113 . Ma, soprattu tto, u n vero e proprio ripiegam en to su se stesso dell’im pian to cim iteriale G-H , risolto, in u n certo m om en to, in u n fen om en o m assiccio e sistem atico di recu pero e riu so delle stru ttu re sepolcrali an tich e, si ren de eviden te attraverso la rielaborazion e di alcu n i di tali organ ism i, trasform ati in van i per sepoltu re m u ltiple con capien ti ossari. In diversi am bu lacri, in fatti, in particolare in G2 1114 , Go8, H 5 1115 , G9, si pu ò docu m en tare la presen za di locu li m odificati n ell’assetto origin ario m edian te l’am pliam en to rilevan te del volu m e, sen za variazion i n ell’im boccatu ra origin aria; n ella galleria Go8, in cu i son o in dagabili du e organ ism i di qu esto tipo 1116 , qu ello della pa- pade a perlin e (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 5, s.p.) in G7, di “du e lam pade com u n i” in G5 (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p.), di ben 32 lu cern e an cora del tipo Dressel 30 = Bailey R = Provoost 4 associate con u n oggetto bron zeo gen ericam en te ricordate n ella galleria H (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p.). Di altri m an u fatti ceram ici della m edesim a tipologia si ricorda il rin ven im en to n egli am bu lacri H 8 (5), H 7 (1), H 6 (2, con u n a “rossa”, forse di Terra Sigillata o di im itazion e, con u n a colom ba) – B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 5, s.p. –; in fin e, dagli in terri della galleria FG6 an cora du ran te i lavori del 1908 em ersero “7 lam pade” (tra le qu ali le du e già ricordate con m on ogram m a cristologico) e u n vasetto fittile con an sa (B E VI GNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p.), qu in di otto lu cern e a perlin e (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 5, s.p.). 1113 Vd., in particolare, N UZZO 2000a, p. 186. Ad u n an alogo in terven to e, com u n qu e, ad u n a fase posteriore, fa pen sare an ch e l’esisten za del m u ro ch e, su l lato di fon do del cu bicolo Gb, aveva n ascosto la sepoltu ra origin aria, ben ch é il de Rossi n on descriva alcu n a deposizion e n ella n icch ia su periore (D E R OSSI 1872, p. 66); cfr. già su pra, p. 50. 1114 In tale tratto di galleria an ch e n ella relazion e dei lavori di recu pero si segn alavan o locu li particolarm en te profon di (K ANZLE R 1909, pp. 210-211). 1115 In qu esto van o si distin gu e u n locu lo di proporzion i straordin arie, logicam en te defin ibile com e u n polian dro. 1116 Non si pu ò esclu dere, in fatti, ch e altre situ azion i sim ili sian o n ascoste dalle ch iu su re an cora a posto, in qu esto com e in altri am bu lacri. CAPITOLO 1 - LE RE GIONI OCCIDE NTALI 167 rete setten trion ale ven n e allargato rispetto alle prim itive proporzion i 1117 in m odo da ospitare u n a serie di u n dici deposizion i, an cora a posto, disposte altern ativam en te con i piedi o con la testa verso la ch iu su ra, per lo più violata, parte in tu felli, parte con elem en ti fittili fissati con calce 1118 ; su lla parete opposta, su d, il secon do locu lo della qu in ta pila si con figu ra com e u n am pio van o trapezoidale profon do e largo su l fon do 2,30 m , m a con apertu ra origin aria di 1,80 m . Qu esto ven n e u tilizzato com e deposito di ossa, ch e si distin gu on o am m u cch iate all’in tern o, fram m iste a resti dei letti di calce su cu i eran o poggiate. Talora, si deve riten ere, gli stessi sepolcri an tich i in form a in alterata fu n zion a ron o com e ossari; n el lato n ord di G7 u n locu lo an cora ch iu so con laterizi, del qu ale è appen a visi bile l’in tern o attraverso u n a piccola rottu ra, presen ta u n cu m u lo di resti ossei disorgan ici, ch e proprio lo stato con servativo del sepolcro garan tisce fossero stati così riposti prim a dell’u ltim a ch iu su ra. Un a serie di tre organ ism i, an alogh i a qu elli già descritti, fu ron o realizzati, con le m edesim e m odalità di sban cam en to delle stru ttu re più an tich e, n ell’am bu lacro G9 e dislocati du e su lla parete n ord, rispettivam en te in corrispon den za della terza pila dopo la galleriola Go9 e dell’u ltim a, e u n o su l lato opposto, pu re all’estrem ità della dira m azion e (figg. 149-150); rispetto alle solu zion i esam in ate, per la realizzazion e di qu esti van i ven n ero in teressati, con giu n ti e am pliati, gli in gom bri volu m etrici di du e locu li sovrapposti, dei qu ali, tu ttavia, dovettero essere con servate pu re per lo più in tegre le im boccatu re 1119 , con u n a con figu razion e fin ale di veri e propri cam eron i di pian ta trapezoidale 1120 , en tro i qu ali è an cora possibile esam in are u n a con siderevole qu an tità di ossa am m u cch iate. In u n program m a organ ico e gen erale logicam en te ricostru ibile di sistem atica riapertu ra e riu so delle tom be dell’ipogeo, cu i la creazion e m assiccia di ossari rim an da in m isu ra in evitabile, la galleria G9, ch iaram en te per la su a posizion e pla- n im etrica m argin ale, fu destin ata ad essere u n vero e proprio pu n to di raccolta delle cen tin aia di deposizion i asportate dai sepolcri origin ari: accan to agli am bien ti descritti tu tta la galleria, a partire dalla terza pila di locu li, ven n e in vasa da in n u m erevoli sch eletri, rin ven u ti in bu on a parte du ran te i lavori del 1907 1121 , e qu in di ch iu sa defin itivam en te da u n poderoso m u ro in tu felli, ch e si con serva per u n ’altezza di 0,80 m (fig. 151), m a ch e “si alzava fin o alla volta della galleria ostru en dola in teram en te”1122 . Du e stru ttu re m u rarie an alogh e, m a con fin alità differen ti, m irate, cioè, ad isolare van i gravem en te com prom essi da problem i statici, an daron o a bloccare, si pu ò a ragion e ipotizzare n ello stesso periodo, l’accesso all’am bu lacro ovest G8 (fig. 152) e il tratto più occiden tale di G4, en tram bi com prom essi, va con siderato, dall’escavazion e di n u ovi organ ism i di origin e diversa a qu ota più alta 1123 . Tali in terven ti, correlabili diacron icam en te ad alcu n e opere esegu ite n ell’adiacen te region e F 1124 , con corron o alla defin izion e di u n ’area “ch iu sa”, rivitalizzata probabilm en te dopo u n periodo di stasi o rallen tam en to dell’attività sepolcrale n ella region e, attraverso strategie del tu tto rin n ovate di occu pazion e fu n eraria. 1117 Il locu lo è localizzato n ella terza pila, il secon do da terra; all’in tern o si rin traccia ben e il fon do del sepolcro più an tico. 1118 Del sepolcro vien e data u n a descrizion e con testu ale al rin ven im en to du ran te i lavori del 1907-1908 da B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p., ch e n e an n ota le du e fasi (“a sin istra u n polian dro con 11 cadaveri e im boccatu ra ch iu so da tegole: qu esto costitu isce l’allargam en to di u n locu lo…”), e da K ANZLE R 1909, p. 210. 1119 Solo qu elle del van o all’estrem ità n ord son o però con servate, l’in feriore an cora con i laterizi di ch iu su ra. Cfr. alcu n e n ote su l rin ven im en to di qu este stru ttu re, defin ite “gran dissim i polian dri”, in B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p. e K ANZLE R 1909, pp. 209-210. 1120 L’occiden tale della parete n ord, rispetto all’apertu ra di 1,50 m , è profon do 3,10 m e largo su l fon do 3 m ; qu ello all’estrem ità dello stesso lato è profon do 3,80 m e largo 3,00 m ; in fin e, qu ello del lato su d h a u n a profon dità e u n a largh ezza in torn o ai 2 m . Tu tte e tre le stru ttu re h an n o altezze calcolabili su 1,20-1,40 m (ben ch é per u n n otevole spessore sian o an cora ricolm e di u n alto strato di ossa). 1121 B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p. e K ANZLE R 1909, pp. 209-210. 1122 K ANZLE R 1909, p. 209. Per l’u tilizzo di in tere gallerie com e ossari cfr. D E R OSSI 1864-77, III, p. 398. 1123 Il m u ro ch e blocca G8, in particolare, è logicam en te posteriore al crollo segu ito dalla creazion e della galleria G10 dell’ipogeo VI, n egli u ltim i an n i del IV secolo (su pra, p. 164), m a con probabilità an ch e alla costru zion e su bdiale dalle profon de fon dazion i ch e, con il su o m u ro occiden tale, doveva passare proprio davan ti all’in gresso di G8 (in fra, p. 279). 1124 In fra. 1125 La descrizion e dettagliata e le m otivazion i di tale ricostru zion e su pra, pp. 56-58. 1126 Costitu ito dalle gallerie Lo1, LD8, LD7, LD6, L13, L14, Lo2, LD9, LD6, LDo6: vd. su pra, pp. 158-159. 1127 S u pra, part. p. 56. L’even to veram en te n u ovo n elle din am ich e evolu tive dell’im pian to G in u n a fase ben distan te dalla prim a occu pazion e sem bra essere, in vece, il collegam en to con la region e F m edian te la con giu n zion e dei du e am bu lacri già esisten ti [F]G6 e F[G]6 con u n tratto in term edio dalla con figu razion e cu rvilin ea proprio per la su a fu n zion e di raccordo tra i du e tron con i 1125 ; u n in dicativo qu an to gen erico term in u s post qu em per tale in terven to plan im etrico è rappresen tato dall’u so del soprastan te ipogeo I 1126 , in qu adrabile n el pien o IV secolo, poich é proprio il tratto m edian o dell’am bu lacro FG6, si è visto, n ell’escavazion e della volta taglia il pian o pavim en tale della su periore e già esisten te L14, appu n to, probabilm en te, n on più perlu strabile 1127 . 168 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 148 – Ipogeo I, galleria G10: iscrizion e dipin ta ICUR V 13934 (Arch ivio PCAS). Fig. 149 – Galleria G9: locu lo m odificato com e van o-ossario. Fig. 150 – Galleria G9: locu lo m odificato com e van o-ossario. CAPITOLO 1 - LE RE GIONI OCCIDE NTALI 169 Con le vicen de di occu pazion e della region e G-H posteriori alla fase dell’u ltim o approfon dim en to e svilu ppo topografico è logico correlare, in oltre, le trasform azion i m on u m en tali dello scalon e G, ch e in u n m om en to su ccessivo e an ch e di m olto posteriore al defin itivo prolu n gam en to dei gradin i e alla rielaborazion e della soprastan te volta tu facea, ven n e radicalm en te ristru ttu rato in segu ito ad u n crollo e, qu in di, rin forzato con diverse opere m u rarie n ella parte term in ale su periore 1128 (figg. 21-22). Gli in terven ti, si pu ò riten ere, fu ron o piu ttosto ravvicin ati: alla ricom posizion e in m u ratu ra dell’assetto m on u m en tale dopo l’even to trau m atico, m edian te la costru zion e della volta v2 e delle pareti a prevalen za di tu felli decorate con in ton aco dipin to, segn o u lteriore di u n a particolare atten zion e n el ren dere efficien te l’accesso, dovette segu ire a poca distan za di tem po il sostegn o del tratto di volta pian a v3, ora in m ateriale m odern o, con l’arcon e ar1 1129 e il rivestim en to, in alm en o du e fasi m u rarie, m edian te fodere in opera listata, delle pareti corrispon den ti ai gradin i più alti 1130 . È stato già n otato 1131 ch e sicu ram en te l’u ltim o in terven to m u rario, in opera listata irregolare con frequ en ti ricorsi di m atton i (m r1), con figu rava lo scalon e con u n a corta ram pa su periore ortogon ale al resto dei gradin i, form an do, appu n to, u n an golo om ogen eo tra i du e settori; tale operazion e, in effetti, sia con siderata com e n ecessità di adattam en to plan im etrico, sia valu tata com e l’e sito di u n m olto probabile prolu n gam en to su periore della scala in fu n zion e di u n livello rialzato del su olo 1132 , si presta m olto ben e ad u n a stretta con n ession e con l’edificio su bdiale, ch e in siste, com pren den don e le scale, su alcu n i am bu lacri più an tich i degli ipogei G e F e di cu i lo scalon e G n ell’u ltim o assetto occu pa adegu atam en te l’an golo su d-ovest 1133 . La costru zion e di qu esto organ ism o, si è già visto, n on dovette avven ire prim a dell’età costan tin ian a, m a più tardi se n e docu m en ta u n a m odifica im portan te 1134 . Forse proprio a qu esta u lteriore fase va riferito il restau ro dello scalon e, con sideran do la particolare affin ità n ell’esecu zion e delle cortin e, docu m en tabile n el con fron to tra il rivestim en to m r1 del descen so G e il tratto m u rario m 1' (figg. 20 e 253-254) ricostru ito n el fian co est dell’edificio su bdiale, an cora visibile lu n go la parete orien tale del Mu seo cristian o; esse appaion o, in fatti, caratterizzate da fattu ra piu ttosto trascu rata e dalla m edesim a altern an za di filari di laterizi di spoglio, m olto variabili, a più rari ricorsi di tu felli 1135 . Con la riprogram m azion e radicale dell’area di su perficie con flu ita n ella im pon en te in stallazion e qu adran golare, trova u n legam e adegu ato e su gge stivo la tarda, e n on prevista fin o ad u n avan zato IV secolo, con giu n zion e tra i du e gru ppi di am bu lacri, n ati e svilu ppatisi in con dizion i di assolu ta au ton om ia 1136 , n on ch é, appare u n a su pposi zion e logica, la stessa sistem atica riattivazion e sepolcrale dei sotterran ei ch e, con lo svu otam en to delle tom be dalle in u m azion i prim arie, raccolte in con sisten ti ossari, rich iam a u n fen om en o forse abbastan za com u n e, an ch e se m al docu m en tato arch eo logicam en te, n ei cim iteri sotterran ei collettivi più an tich i e più frequ en tati. Situ azion i an alogh e alla galleria G9 della catacom ba di Pretestato son o state in dividu ate, ad esem pio, n ell’“Area I” callistian a dal Wilpert, dove u n am bu lacro, occlu so da u n m u ro in tu felli, presen tava u n a stratificazion e di sch eletri in secon da giacitu ra in fram m ezzati da calce 1137 , o n ella region e svilu ppatasi dalle “cripte di Lu cin a” del m edesim o com plesso 1138 . Se poi in rapporto all’iden tità fu n zion ale dell’organ ism o su b divo si riten esse degn a di con siderazion e l’ipotesi di iden tificazion e con u n edificio fu n erario svilu ppatosi an ch e per strategie cu ltu ali, forse proprio in ragion e della presen za di u n a o più tom be m artiriali 1139 , la ripresa m acrosco pica dell’occu pazion e sepolcrale a qu asi du e seco- 1128 Per u n ’an alisi dettagliata di tale assetto m on u m en tale su pra, pp. 35-36. 1129 Al qu ale, com e u lteriore sostegn o, ven n e addossata a n ord u n a stru ttu ra an aloga, ar2: su pra, p. 36. 1130 S u pra, p. 35. 1131 S u pra, p. 36. 1132 In tal sen so è u tile ricordare ch e S TYGE R 1933, p. 148 an n otava la presen za, sotto i gradin i m odern i della ram pa su pe riore, di form ae “tra m u ri grezzi di basalto”, in teressan ti per ricostru ire gen ericam en te la qu ota del su olo an tico (in fra, p. 286). Forse pu re già in dicativo di u n a sopraelevazion e della scala sem brerebbe essere l’accostam en to di du e m u ratu re (m r2, m r2': fig. 22) visibili da u n a rottu ra della posteriore fodera m r1 su lla parete est dello scalon e, all’altezza del qu in to gradi n o dall’alto, n on ch é il differen te pu n to di avvio rispetto ad u n asse ovest-est delle du e scale F e G, qu est’u ltim a più arretrata verso su d. 1133 Su lla stru ttu ra su bdiale, in terpretata fin ora com e u n precoce recin to fu n erario en tro il qu ale trassero origin e le regio n i G e F, e su i dati u tili per u n a revision e dell’iden tità fu n zio n ale e dell’in qu adram en to diacron ico, si veda in fra, pp. 272- 287, m a an ch e su pra, pp. 92-98. Va com u n qu e ricordato ch e la coeren za stru ttu rale tra la term in azion e a gom ito della scala G e la costru zion e di su perficie era stata già valorizzata (vd. soprattu tto T OLOTTI 1978, p. 160, dal qu ale B ISCONTI 1997, p. 19), però com e prova della sim u ltan eità dei du e im pian ti origin ari, con trastan do, così, con u n a serie di dati oggettivam en te verificabili. 1134 In fra, pp. 286-287. 1135 S u pra, p. 95 e in fra, p. 280. Non si n ota, però, n el m u ro della scala G la particolare allisciatu ra eviden ziata n el tratto m 1' dell’edificio su bdiale. 1136 S u pra, part. pp. 97-98. 1137 W ILPE RT 1910, pp. 75-80, figg. 59-60. 1138 Qu i si docu m en ta la presen za di alm en o tre van i u tiliz zati per il deposito di ossa: R E E KMANS 1964, pp. 42 e 224-225; 71-72 (figg. 39-40) e 203-204; 82-84 e 205. W ILPE RT 1910, p. 80 ricorda l’in dividu azion e di sch eletri in secon da giacitu ra an ch e n ei com plessi di Marcellin o e Pietro e n ella catacom ba di Pon zian o. Vd., tra l’altro, an ch e D E R OSSI 1864-77, II, pp. 155-161. 1139 In fra, pp. 301-306. 170 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O li dal prim issim o im pian to ipogeo an drebbe letta an ch e n el qu adro delle attestazion i di qu elle aree con sepoltu re “di m assa” ad san ctos, con n otan ti alcu n i com plessi paleocristian i proprio tra i decen n i della secon da m età del IV e gli in izi del V secolo 1140 . E l’estrem a povertà delle sepoltu re n ella fase di radicale rioccu pazion e degli organ ism i sepolcrali della region e G-H è tradita proprio da u n a particolare scarsità di tracce ricon du cibili alla tarda attività fu n eraria 1141 ; si deve presu m ere ch e per le n u ove deposizion i si riu tilizzasse in m isu ra qu asi sistem atica m ateriale facilm en te reperibile, per lo più sem plicem en te recu perato dalle preceden ti sepoltu re 1142 , o an ch e si ricorresse a ch iu su re in sem plici tu felli, rin tracciabili in diverse gallerie dei gru ppi G e H 1143 . In terven ti m u rari n elle region i G e F Le trasform azion i tarde dell’ipogeo G van n o con siderate, du n qu e, in u n discorso di in siem e con m om en ti stru ttu rali e in sediativi, più o m en o an alogh i, ricostru ibili n ell’adiacen te region e F, in teressata, com e l’im pian to occiden tale, da ch iare “in terferen ze” m u rarie con n esse alla costru zion e di su perficie 1144 (fig. 85; tav. I). L’estrem ità orien tale dell’am bu lacro Go8 fu occu pato, in particolare, per tu tta la largh ezza e l’altezza del van o, da u n a stru ttu ra in opera a sacco con grossi tu fi e peperin i ch e riem pie per oltre 5 m il settore term in ale, n ascon den do alm en o tre pilae di locu li per parete 1145 ; la poderosa opera m u raria, creata m edian te il blocco all’in tern o del- 1140 Si ricordin o, in particolare, i casi del cim itero di Com m odilla (CARLE TTI 1994, pp. 7-8 e, da u ltim a, N UZZO 2000a, part. pp. 25-26 e 205 su i caratteri di qu este sepoltu re in distin te) e della n ecropoli della Torretta n el com pren sorio callistian o, riten u ta dal Fasola u n a vera e propria area povera apu d san ctos, i san ti, appu n to, dei vari poli cu ltu ali dislocati n ei com plessi adiacen ti (F ASOLA 1984, pp. 40-42; S PE RA 1999, p. 398 e S PE RA 2003, p. 305). Un altro esem pio in teressan te di sepoltu re di m assa “privilegiate” è stato docu m en tato n el san tu a rio del cim itero Maggiore su lla via Nom en tan a, dove, n elle im m ediate prossim ità di u n a tom be ven erata, ven n ero in dividu ati “du e spessi strati di cadaveri”, più probabilm en te in prim a giacitu ra, “am m u cch iati qu asi sen za terra in terposta” (F ASOLA 1954-55, p. 86; n el m edesim o con testo, tra l’altro, è pu re atte stata l’adozion e di profon di polian dri ch iu si da m u retti in tu felli: p. 84). In effetti an ch e le situ azion i di in ten sissim o riu tilizzo con svu otam en to delle stru ttu re e creazion e di ossari sopra ricordati n ella n ecropoli di Callisto, a Marcellin o e Pietro o a Pon zian o apparten gon o a con testi in cu i l’in crem en to dell’attività sepolcrale potrebbe essere con siderata particolarm en te con giu n ta alla presen za di fu lcri di attrazion e devozion ale. Su l fen om en o delle deposizion i ad san ctos, m acroscopicam en te con n otan te il m on do fu n erario paleocristian o, si vedan o soprattu tto le riflession i fon dam en tali di D UVAL 1988 e D UVAL 1991; cfr., in oltre, i con tribu ti com presi n egli atti del colloqu io L’in h u m ation privilégiée 1986 e, da u ltim o, F IOCCH I N I COLAI 2003, part. pp. 928-931. 1141 S u pra. Si ricordi, tra gli scarsi docu m en ti dispon ibili, l’iscrizion e ICUR V 14635 sem plicem en te e rapidam en te graffita su ll’in ton aco origin ario. la galleria con u n a sbadacciatu ra, delle cu i assi lign ee perm an gon o le im pron te n el con glom erato cem en tizio, si posizion a proprio in corrispon den za qu asi verticale del m u ro n ord dell’edificio sopratterra docu m en tato dai disegn i e dalle foto del 1931 1146 e n e costitu isce u n ’appen dice sotterran ea m olto probabilm en te, con fu n zion e di rin forzo dei vu oti in feriori. Un ’an aloga stru ttu ra ch e sfon da ch iaram en te la volta dell’am bu lacro 1147 , in seren dosi n ei locu li con le deposizion i all’in tern o, in vade, pu re in corrispon den za del perim etro dell’organ ism o di su perficie n el tratto orien tale, il corridoio F10 dell’adiacen te region e F (fig. 153). Di tale poderosa opera m u raria, ch e toccava qu asi il su olo dell’am bu lacro, m a ch e ven n e tagliata ad u n ’altezza tale da favorire il passaggio 1148 , si m isu ra precisam en te lo spessore di 1,50 m e son o ricon oscibili, su lle su perfici, le im pron te delle travi tu bolari dell’arm atu ra lign ea ch e defin ì i lati corti in fase di costru zion e. An ch e il van o F13, in u n m om en to logicam en te correlato con le affin i opere descritte per le gallerie G8 e G9, fu reso in accessibile m edian te u n m u ro in tu felli posto in corrispon den za dell’apertu ra su F2 (fig. 154), forse creato per ovviare a problem i di frequ en tazion e con n essi all’assetto statico in tern o 1149 . È eviden te ch e tali stru ttu re sian o il sin tom o di m odalità di u n u tilizzo “tardo” di qu esti spazi ch e ridu con o in m odo radicale l’in teresse frequ en tativo ad u n ’esten sion e ben circoscritta degli im pian ti an tich i, lim itata, per lo più , agli am bien ti n elle im m ediate adiacen ze delle scale G e F. 1142 Si pen si, in particolare, alle diverse epigrafi ritrovate con iscrizion e rivoltate all’in tern o o con lettere verso l’alto. 1143 Ad esem pio in G5, G7, FG6, H , H 8, H 7, H 6, H 2, qu este u ltim e n on in taccate dalle in terferen ze della region e I o L. 1144 Per u n coordin am en to com plessivo di tu tte qu este presen ze m u rarie n ei sotterran ei, ascrivibili ad in terven ti n el sopratterra, vd. m eglio in fra, pp. 286-287 (e su pra, pp. 95-96). 1145 Vd. già su pra, p. 35 n . 208. 1146 In fra, pp. 272-287. 1147 Nella galleria Go8 n on si n ota, in fatti, alcu n taglio n ella volta alm en o n el tratto visibile; è però ovvio ch e an ch e qu esta opera m u raria dovette essere costru ita m edian te u n a gettata dall’alto della stru ttu ra cem en tizia. 1148 Tale in terven to era già avven u to n el 1915: porta, in fatti, la data del 16 n ovem bre di qu esto an n o u n a sim patica an n otazio n e a m atita su u n m arm o in serito n el con glom erato di tale stru ttu ra, a est, proprio all’altezza del passaggio, di u n perlu stra tore ch e dice di an darsen e “solo solo a gu ardare la catacom ba”. 1149 La galleria fu , tra l’altro, rin ven u ta a più riprese in gravi con dizion i con servative: la prim a attività sign ificativa di recu pero, n el 1907, ven n e in terrotta a cau sa di fran e (B E VIGNANI , Taccu in i lavori n . 4. s.p. g. 8 – F13 fu , ad u n tem po, in tercetta ta da FD11 e da F2 – e K ANZLE R 1909, p. 207, ch e ricordan o an ch e l’an tica ostru zion e in tu felli); an ch e n elle relazion i del n ovem bre 1930 (Giorn ale di scavo 3, p. 48) e del gen n aio 1931 (ibidem , p. 56; vd. an ch e F ORNARI 1932, p. 10) si docu m en tan o fran e con sisten ti soprattu tto n el settore orien tale. Pu re tale stru ttu ra m u raria fu tagliata per ren dere agevole la perlu strazion e di F13. CAPITOLO 1 - LE RE GIONI OCCIDE NTALI 171 Fig. 151 – Mu ro in tu felli dell’am bu lacro G9 pertin en te alla fase di u tilizzo del van o com e ossario. Fig. 152 – Resto del m u ro in tu felli di sbarram en to della galleria G8. Fig. 153 – Stru ttu ra in opera cem en tizia ch e in vade la galleria F11. Fig. 154 – Resto del m u ro in tu felli di sbarram en to della galleria F13. CAPITOLO 2 STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO La storia della spelu n ca m agn a e dei cu bicoli aperti su qu esta com pon e, du ran te il IV secolo, u n a m aglia m olto com plessa di m om en ti trasform ativi legati a fen om en i di diversa n atu ra, fon dam en talm en te ricon du cibili a esigen ze di rin n ovam en to e in crem en to sepolcrale, a program m i con fin alità devozion ali, a problem i di ordin e staticostru ttu rale (fig. 155). Form e e tem pi del poten ziam en to sepolcrale dell’im pian to In gen erale, va con siderato in du bitabile, per tu tto il secolo e alm en o fin o agli in izi del V, l’in in terrotto u tilizzo sepolcrale dell’in tero sistem a progressivam en te articolato, en tro i decen n i del III secolo, in torn o al prim itivo asse cen trale di origi1150 S u pra, pp. 65-77, 112-132. Si tratta delle iscrizion i ICUR V 13888 probabilm en te del 316 (m a an ch e del 344 o del 348: vd. F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 176), segn alata gen ericam en te n el cim itero dall’Arm ellin i n el 1874 – ibidem –); 13891 del 323 e 347; 13892 del 326; 13913 del 364 o 385; 13916 attribu ibile ad u n con solato del 365, 368-70, 373, 387, 390 (F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 182; m a an ch e del 350 e 364: p. 416); 13919 del 367; 13923 del 374 o 375; 13925 del 377 (scoperta n ell’abside Ag n el 1908; F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 183); 13945 probabilm en te dell’an n o 400; 13950 del 402, i cu i fram m en ti ven n ero ritrovati dispersi an ch e n elle gallerie in feriori E ; 13951 del 403, pu re in parte precipitata in E , apparten en te al v(ir) c(larissim u s) Aem ilian u s; 13953 del 404. All’area della spelu n ca m agn a va ascritta con bu on a proba bilità an ch e u n a serie di epigrafi datate rin ven u te n ella sotto stan te region e E , per lo più en tro le fran e della galleria assiale, m a discordan ti con l’occu pazion e fu n eraria di qu esti am bu lacri (vd. su pra, p. 145 e part. n . 941 per qu este iscrizion i): si tratta delle iscrizion i ICUR V 13899 del 349 (con altri m arm i da A6), 13910 del 361, 13940 del 394 o 399 (di cu i u n resto n el 1898 era già n ella spelu n ca m agn a), 13942 del 396 o 402 (estrem am en te dispersa: u n fram m en to era n ella spelu n ca m agn a e u n altro in I1), 13946 del 400 (per F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 188 dal sopratterra; u n altro fram m en to era n ella region e C). 1152 Qu esto pu ò essere verificato solo n el tratto prossim o alla scala orien tale, dove, in rapporto ad u n locu lo, ven n e grossolan am en te in ciso u n epitaffio accom pagn ato da du e m on ogram m i cristologici sim m etrici (ICUR V 14443); ai m edesim i locu li sem bra da riferire an ch e l’iscrizion e su calce, fram m en taria e m obile, di L. E<g>n [atiu s] con sign u m Christi tra lettere apocalittich e (ICUR V 14204). 1151 n e idrau lica 1150 , an ch e sem plicem en te su lla base di u n gru ppo di epigrafi con datazion e con solare, fu ori con testo m a con probabilità riferibili all’area, ch e copron o u n arco cron ologico dal 316 o dal 323 al 404 1151 ; in particolare, n ello stesso am bu lacro cen trale l’attività fu n eraria con tin u ò ad in teressare forse solo sporadicam en te le pareti, è ovvio n ei tratti n on an cora coperti da fodere m u rarie 1152 e, si deve presu m ere, in m isu ra più sistem atica, il pian o pavim en tale, con tom be a fossa docu m en tate pu rtroppo solo parzialm en te 1153 . Costitu isce u n caso isolato la creazion e, su l fian co m eridion ale della gran de galleria, in posizion e m edian a, di u n van o di n u ova escavazion e, qu ale va con siderato, n ella ricostru zion e della sequ en za storica dei cu bicoli lu n go la spelu n ca m agn a, la cam era qu adran golare Aox1154 ; qu esta è in trodotta da u n arco ad am pia lu ce (3,35 m ) con Nello stesso settore della spelu n ca m agn a, si vedrà, la m u ratu ra di rivestim en to da ascrivere ad u n in terven to assegn abile agli an n i cen trali del IV secolo form a apertu re locu lari program m ate con la serie di arcon i di rin forzo (in fra, p. 217). Su lle fasi di rivestim en to m u rario della spelu n ca m agn a in gen erale vd. in fra, pp. 212-222. 1153 L’in tera spelu n ca m agn a atten de in effetti u n ’in dagin e com plessiva e m irata del su olo, pu r essen do, con probabilità, già state con dotte perlu strazion i piu ttosto estese, m a n on n ote, dal Tolotti (lo farebbe pen sare soprattu tto T OLOTTI 1978, pp. 177-178: “Badiam o al su olo della gran de galleria. E sso è qu asi dovu n qu e scon volto dalle form ae; ciò n on ostan te n on è stato possibile ricon oscere qu alch e testim on io dello stato prim itivo….”) e, in diversi m om en ti, du ran te le varie fasi di recu pero (per le qu ali vd. in fra, p. 330 ss.). Notizie più dettagliate rigu ardan o le form ae scavate dal Kan zler en tro l’absidiola Ag (per le qu ali vd. m eglio in fra, p. 199) e di u n a fossa segn alata davan ti all’in gresso del cu bicolo Al du ran te i lavori del 1954 (Giorn ale di scavo Ferru a, sch izzo p. 81 = fig. 107). In oltre, u n a sezion e esegu ita dal Tolotti e relativa an ch e al settore an tistan te l’in gresso del van o Ax docu m en ta u n ’altra fossa n el tu fo (T OLOTTI 1977, fig. 18 p. 47 = fig. 164). 1154 Il van o ven n e liberato dalle terre solo n el m arzo 1976 (u n a relazion e dei lavori n el Giorn ale di scavo XV (1975-76), s.p.); F. Tolotti, in fatti, lo descrive an cora “in gom bro di m ace rie qu asi per m età della su a altezza” du ran te i lavori di rileva m en to topografico (T OLOTTI 1977, p. 87); allo stu dioso si deve, pertan to, il prim o e com pleto stu dio del van o (T OLOTTI 1977, pp. 87-100). È verosim ile ch e lo spazio occu pato da Aox fosse stato lasciato libero per la particolare con tigu ità del van o Ax, con n esso alla spelu n ca m agn a, e, probabilm en te, del vu oto costitu ito dalla su pposta preesisten za Bf (su pra, p. 19). 174 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O gh iera in sesqu ipedali e piedritti in opera listata con altern an za di du e corsi di tu felli a u n filare di m atton i 1155 , solo su ccessivam en te ristretto m edian te la defin izion e in m u ratu ra (1 tu f / 1 lat) di u n in gresso di m in ore am piezza 1156 (fig. 156; tav. IIIa-b). L’in tern o dell’am bien te sem bra fru tto, sostan zialm en te, di u n ’u n ica sistem azion e 1157 : u n ’am pia cavità qu adran golare, larga e profon da 3,40 m , ven n e foderata, fin dal su o im pian to, n elle pareti laterali con stru ttu re di diverso spessore (0,30 m lu n go il lato est; 0,60 a ovest), in opera listata altern an te u n o o du e filari di tu felli con u n o di laterizi, su lle qu ali si elaborò u n a volta a botte in opera cem en tizia con gh iera term in ale a vista su lla spelu n ca m agn a, a defin izion e dell’accesso descritto, di am piezza pari a qu ella dell’in tern o (figg. 157-159). Il lato di fon do, lasciato privo di rivestim en to, fu in teressato da tre locu li, con cen trati n el settore alto della parete 1158 (figg. 159-160); u n a serie di an alogh i sepolcri, più o m en o profon di, in teressò i m u ri laterali, du e a ovest, previsti con la costru zion e della stru ttu ra, e altri (du e a ovest e cin qu e a est) otten u ti rom pen do l’opera m u raria 1159 ; su l lato orien tale si esegu ì an ch e l’apertu ra di u n arcosolio (fig. 161), con arco appen a ribassato e cassa n el tu fo creata alla qu ota pavim en tale, affian cato da u n a n icch ietta per oli 1160 . Lo scavo del 1976 eviden ziò an ch e la presen za di qu attro tom be terragn e (fig. 157), allin eate n el settore n ord, u n a, n ord-su d, parallela all’arcosolio, e u n gru ppo di tre, trasversali, piu ttosto ravvicin ate. Un o strato di in ton aco bian co fin e copre le su perfici del van o, com presa la volta, risparm ian do in m odo ch iaro la parte in feriore del fon do per l’ovvia presen za di u n in gom bro parallelepipedo ch e, sin dal m om en to delle in dagin i, si è riten u to essere u n im pon en te sarcofago; tra l’altro la collocazion e di u n a gran de cassa appu n to con tro la parete m eridion ale dell’am bien te aveva an ch e im pedito l’apertu ra di locu li n el tratto basso di qu esta e la creazion e di tom be a fossa n el settore pavim en tale corrispon den te 1161 . Il Tolotti su ppon eva la sistem azion e del sarcofago in u n a fase addirittu ra preceden te le costru zion i m u rarie n el van o; tu ttavia, va sem plicem en te con siderato ch e, se la presen za del m an u fatto costitu ì u n im pedim en to per la stesu ra dell’in ton aco, avrebbe creato difficoltà an ch e per la stessa costru zion e delle cortin e laterali, ch e n on presen tan o in vece tracce di u n a fattu ra resa difficile e grossolan a da u n elem en to an tistan te. In oltre, si spiega con difficoltà l’u tilizzo precoce di u n cu bicolo, fin dalle prim e fasi di occu pazion e della spelu n ca m agn a 1162 , ch e con serverebbe per decen n i, fin o alle su pposte risistem azion i m u rarie del IV secolo, u n n u m ero eccezion alm en te esigu o di sepoltu re e qu in di u n assetto proprietario sostan zialm en te in variato 1163 . È in du bbio ch e il sarcofago su l fon do oltre ad essere ch iaram en te il sepolcro più im portan te, e per posizion e e per tipologia e per proporzion i, rappresen ta an ch e la tom ba più precoce dell’am bien te e, probabilm en te, proprio per la su a già program m a ta sistem azion e, lo spazio fu n erario ven n e defi n ito con u n ’apertu ra adegu ata ch e n on com portò, com e 1155 Non si ritien e di poter verificare la discon tin u ità tra l’arcon e e il piedritto orien tale eviden ziata da T OLOTTI 1977, p. 88, il qu ale propon e ch e la m u ratu ra “b” (qu ella del pilastro) si sia “in sin u ata” sotto l’arco, essen do “facile far en trare u n a pu n ta di ferro” tra le du e stru ttu re; la lin ea di separazion e sem bra piu ttosto l’esito di u n leggero slittam en to del piedritto ch e rese n ecessario l’in terven to posteriore. 1156 Per l’in qu adram en to di qu este du e fasi m u rarie n el diagram m a diacron ico gen erale dell’assetto stru ttu rale della spelu n ca m agn a si veda più in dettaglio in fra, p. 221. Il restrin gim en to dell’in gresso è eviden tem en te coevo alla coppia di arcon i trasversali tra Aox e Ac su lla spelu n ca m agn a e, qu in di, an teriore agli u ltim i in terven ti m u rari a prevalen za di laterizi (il m edesim o rapporto tra le fasi è eviden ziato an ch e da T O LOTTI 1977, part. pp. 88-90 e fig. 42). 1157 L’an alisi diretta del van o in du ce a rivedere diversi passaggi ricostru ttivi proposti dalla lettu ra del Tolotti: lo stu dioso ipotizza per Aox l’esisten za di u n a prim itiva cavità con n essa alla preesisten te cistern a o, com u n qu e, di u n ’“in sen atu ra di tu fo Aox già in essere n el prim o stato del sepolcreto” (T OLOTTI 1977, p. 91), cu i rim an derebbe u n a piccola arcatu ra n el tu fo visibile in facciata su lla gh iera del gran de arco m u rario, in ter pretata com e “il residu o di u n a trom ba di lu ce, di raccordo fra la volta del cu bicolo e l’an tistan te lu cern ario O” (p. 89 e fig. 42). In qu esta fase il van o avrebbe avu to u n u n ico m on u m en tale sarcofago su l fon do, m ai più rim osso n el corso delle su ccessive trasform azion i, e locu li n ella parte alta dello stesso. Al su periore di qu esti si addosserebbe, in fatti, la volta a botte in m u ratu ra ch e prosegu e il gran de arco su lla spelu n ca m agn a e poggia su i m u ri laterali di rivestim en to ch e previdero l’aper tu ra di locu li, i prim i (cosa sin golare: la precisazion e in T OLOTTI 1977, p. 94) aperti su i lati dell’am bien te. Per u n ’esposizion e in dettaglio delle fasi fin qu i sch em atizzate T OLOTTI 1977, part. pp. 89-96. 1158 Il su periore in tacca la su perficie m u raria della volta arcu ata, in seren dosi, sem bra, per alcu n i cen tim etri al di sotto: n on è affatto eviden te il rapporto di posteriorità della volta rispetto al locu lo descritta da T OLOTTI 1977, p. 90. 1159 I più profon di su en tram bi i lati, qu elli su periori, si approfon diron o oltre il m u ro, n el retrostan te tu fo. 1160 Su qu esta tom ba N UZZO 2000a, p. 120 (tipo Ab3 della tabella 6.1 p. 225). 1161 Per tale ipotesi vd. già il Giorn ale di scavo XV (197576), s.p. (“Nel fon do la m u ratu ra n on è im bian cata. La parete corta opposta all’in gresso è scavata n el tu fo. E sso n on presen ta locu li. Qu esto fatto, oltre a qu ello su n n om in ato della m an can za di in ton aco su i lati in m u ratu ra lascerebbe pen sare ad u n posto lasciato libero per u n sarcofago”), m a soprattu tto T OLOTTI 1977, part. pp. 92, 94. 1162 S u pra, pp. 65-77. 1163 An ch e n ell’ipotesi di in dividu are n el van o u n a tom ba m artiriale: m a vd. in fra, pp. 189-212. Tra l’altro, si ritien e ch e il dettaglio stru ttu rale forn ito dal Tolotti (su pra, n . 1157) a su pporto dell’ipotesi di u n van o più an tico, il resto della piccola volta su lla gh iera di in gresso, n on si presti a tale valorizzazion e; il profilo di u n elem en to arcu ato è appen a ricon oscibile n el palin sesto stru ttu rale di qu esto settore e la lu ce ridotta e decen trata rispetto al cu bicolo lo ren de piu ttosto collegabile essen zialm en te con il soprastan te lu cern ario, in an alogia con gli arch etti ricon oscibili lu n go il profilo di u n altro pozzo (O5) aperto su lla stessa spelu n ca m agn a (tav. III; fig. 209), da leggere n on n ecessariam en te in rapporto con gli am bien ti sottostan ti. - 175 STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO Fig. 155 – Asson om etria della spelu n ca m agn a. CAPITOLO 2 176 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 156 – Cu bicolo Aox: prospetto su lla spelu n ca m agn a (da T OLOTTI 1977). Fig. 157 – Cu bicolo Aox: plan im etria (da T OLOTTI 1977). Fig. 158 – Cu bicolo Aox: parete ovest. Fig. 159 – Cu bicolo Aox: an golo su d-est con parte della parete tu facea di fon do. CAPITOLO 2 - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO Fig. 160 – Cu bicolo Aox: sezion e trasversale est-ovest (da T OLOTTI 1977). Fig. 161 – Cu bicolo Aox: arcosolio della parete orien tale. 177 178 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O si vedrà in vece per il van o Ax1164 , alcu n in terven to distru ttivo per l’am pliam en to del passaggio 1165 . La restitu zion e del diagram m a evolu tivo delle opere m u rarie n ella spelu n ca m agn a perm ette di collegare l’im pian to del cu bicolo con u n a serie di stru ttu re coeren ti in dividu abili n el settore occiden tale della galleria, in particolare in prossim ità delle apertu re di alcu n i van i (AB1, AB3, Ab'), m u ratu re sicu ram en te preceden ti l’in terven to più gen erale di risistem azion e dei du e in gressi est e ovest, in qu adrabile n egli an n i cen trali del IV secolo 1166 . Nell’arco della prim a m età del IV secolo, più precisam en te, si deve su pporre, in torn o agli an n i 320330, pu ò essere in qu adrato, du n qu e, il van o Aox1167 , n el qu ale, tu ttavia, l’u tilizzo sepolcrale si prolu n gò per diversi decen n i: il più basso term in e tem porale è offerto, in fatti, da u n a lastra in scritta con datazion e con solare del 368, rin ven u ta parzialm en te a posto su lla cassa dell’arcosolio 1168 ; essa, però, è in rapporto ad u n a ch iara rioccu pazion e del sepolcro, poich é di u n a preceden te ch iu su ra, più lu n ga, perm an e il solco per l’in casso, poi tam pon ato con m alta, m en tre all’in tern o la eviden te sovrapposizion e di du e strati di in ton aco fa presu m ere la stesu ra di u n n u ovo rivestim en to in fase con la riapertu ra della tom ba 1169 . Nella con figu razion e gen erale il cu bicolo ripropon e tu tte le caratteristich e di u n van o ad u tilizzo lim itato, fam igliare 1170 , con u n n u m ero circoscritto di deposizion i en tro i 19 organ ism i sepolcrali 1171 , alcu n i probabilm en te bisom i, di cu i l’am bien te dispon eva; n essu n elem en to, in particolare, qu in di, le m odalità fru itive e la posizion e cron ologica dell’im pian to n ella storia della spelu n ca m agn a, appare sign ificativo a sostegn o della su g- 1164 In fra, p. 180, m a già su pra, n . 411 pp. 66-70. Con u n ’osservazion e an aloga si pu ò spiegare an ch e l’an o m ala fattu ra dell’accesso al van o Am , forzatam en te ricon dotta ad u n a spiegazion e idrau lica (su pra, p. 17). 1166 In fra, p. 215. 1167 In effetti an ch e T OLOTTI 1977, p. 94, m algrado la ricostru zion e più articolata, propon e per le fasi m u rarie l’attribu zion e ad u n periodo sicu ram en te post-severian o, su ggeren do ch e però “potrem m o essere ben issim o an ch e n el IV secolo”. Tra l’altro, l’arcosolio della parete est risu lta riferibile ad u n tipo m eglio in qu adrabile n el IV secolo (N UZZO 2000a, p. 120). 1168 Notizie su l rin ven im en to dell’iscrizion e n el Giorn ale di scavo XV (1975-76), s.p. e in T OLOTTI 1977, pp. 95-96. La lastra (0,80 x 0,97 x 0,02-0,04; alt. lt. 0,05 m ), m u tila a destra, presen ta u n ’epigrafe su qu attro righ e: [- - -]ariae m atri san ctae / [- - -]ili fem in ae Felix / [- - -]III dep(osita) prid(ie) n on (as) m ar(tias) / [Valen tin ian o] et Valen te Au g(u sto) it(eru m ) con s(u libu s). Tra le terre ch e riem pivan o il van o ven n e rin ven u ta an ch e u n ’altra iscrizion e datata al 400 (Giorn ale di scavo XV (197576), s.p. – 15/3/1976 –); la lastra (0,24 x 0,40 x 0,035; alt. lt. 0,04 m ), in m arm o greco, recava soltan to la parte fin ale dell’u ltim a riga, [- - -S tili]chon e con s(u libu )s. 1169 Vd. già T OLOTTI 1977, pp. 95-96. 1170 Vd. an ch e T OLOTTI 1977, p. 96. 1171 Cioè il sarcofago, l’arcosolio, le qu attro form ae (u n a 1165 gestion e di F. Tolotti, ch e iden tificava il van o Aox com e il lu ogo di sepoltu ra del m artire Qu irin o, essen zialm en te su lla base di u n a poco calzan te an alogia con il vicin o cu bicolo Ax, di cu i tra l’altro si ritien e vada pu re sm en tito il carattere di cripta ven erata, e del rin ven im en to di u n u n ico fram m en to dell’iscrizion e dam asian a, tradizion alm en te attribu ita a qu esto m artire, in prossim ità di Ac 1172 . Nel qu adro della gen erale riattivazion e degli organ ism i sepolcrali ch e con n ota decisam en te l’area della spelu n ca m agn a du ran te i decen n i del IV secolo u n ’osservazion e particolare m eritan o alcu n i van i segn ati da m odifich e sostan ziali n ella prim itiva con figu razion e spaziale e arch itetton ica. Un a rielaborazion e in tegrale caratterizza soprattu tto il cu bicolo Ax, di cu i, si è visto, è praticam en te im possibile ricom porre l’assetto origin ario, ben testim on iato, però, dalla con servazion e del m on u m en tale prospetto in trodu ttivo ascrivibile alla prim a occu pazion e fu n eraria 1173 ; lo spazio in tern o, approfon dito di ca. 0,60 m rispetto alla qu ota prim itiva, ch e era grosso m odo coin ciden te con qu ella della galleria cen trale, ven n e riarticolato in opera m u raria (2 lat / 2 tu f) 1174 , con l’organ izzazion e di tre m on u m en tali n icch ion i su lle pareti laterali e su l fon do di u n o spazio qu adrato (3,40 m per lato) 1175 , sorm on tato da u n a ricercatissim a volta dal n otevole svilu ppo verticale, a spicch i veloidici con pozzo qu adran golare al cen tro 1176 (figg. 162-165). Un program m a di eccezion ale e raffin ata valorizzazion e dell’am bien te em erge ch iaram en te dall’apparato decorativo ch e u tilizzò, per il settore in feriore delle pareti, u n ’alta zoccolatu ra m arm orea delle qu ali a du e pian i) e i tredici locu li, di cu i u n o ven n e sca vato n ella lu n etta dell’arcosolio. 1172 Vd. T OLOTTI 1977, part. pp. 96-100 su ll’ipotesi iden tificativa; in oltre, vd. in fra, pp. 189-212 per u n a revision e gen erale dei problem i con n essi al ricon oscim en to dei lu ogh i ven erati n ella spelu n ca m agn a e in fra, pp. 304-306 per u n a n u ova possibilità di attribu zion e dell’iscrizion e dam asian a. Pu re poco sign ificativa si ritien e l’in terpretazion e proposta dallo stu dioso del van o Bf (su l qu ale vd. su pra, p. 19 e in fra, p. 235), particolarm en te vicin o a Aox, com e retrosan ctos. 1173 S u pra, p. 70. 1174 Nella m edesim a stru ttu ra ven n e an ch e ridefin ito l’in gresso, prim a della rottu ra per il passaggio del sarcofago (in fra; vd. T OLOTTI 1977, pp. 50-52 per u n ’an alisi dettagliata). 1175 Il n icch ion e occiden tale presen ta u n an om alo in casso retrostan te, ch e raddoppia la profon dità dell’organ ism o, m a ch e, con la costru zion e del m u ro di defin izion e dell’arcon e, rim ase isolato e in accessibile; in esso si in travedon o alcu n i locu li e, a qu ota m olto più alta rispetto al livello pavim en tale defin itivo, form ae; n on è im probabile ch e tale van o rappresen ti u n settore su perstite dell’am bien te prim itivo. 1176 Per u n a descrizion e dettagliata del cu bicolo T OLOTTI 1977, pp. 41-58; allo stu dioso si deve il m erito di aver sciolto l’in con gru en te n esso cron ologico-stru ttu rale tra la facciata e l’in tern o del cu bicolo (vd., per le argom en tazion i, pp. 44-52). CAPITOLO 2 - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO Fig. 162 – Cu bicolo Ax: asson om etria (da T OLOTTI 1977). 179 Fig. 163 – Cu bicolo Ax: an golo su d-ovest (Arch ivio PCAS). Fig. 164 – Cu bicolo Ax: sezion e lon gitu din ale su d-n ord (da T OLOTTI 1977). Fig. 165 – Cu bicolo Ax: n icch ion e est (da D E R OSSI 1863a). 180 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O di ca. 2 m , costitu ita da u n a fascia bassa in m arm i bian ch i e da u n a serie affian cata di lastron i m on olitici probabilm en te di giallo an tico 1177 ; per la parte su periore, con gli in tradossi e le lu n ette dei n icch ion i e le vele della volta, ven n e scelta u n a decorazion e ad affresco perfettam en te adattata alle sn odatu re arch itetton ich e delle su perfici, con costolatu re segn ate da spessi bordi o feston i decorativi: la copertu ra è scan dita in cin qu e registri verticali en tro qu attro dei qu ali si articolan o u n iform em en te su lle qu attro vele ricch i m otivi vegetali, resi con gu sto estrem am en te dettagliato e allu sivi alle stagion i (rose, spigh e, tralci di vite, ram i di u livo); le fasce ch e sottolin ean o l’estradosso degli arcon i di spiccato della crociera si differen zian o in u n a serie di scen ette di gen ere, con gru ppi di pu tti im pegn ati in attività agresti pecu liari del ciclo stagion ale, la raccolta dei fru tti per la prim avera (lato n ord), la m ietitu ra per l’estate (lato est), la ven dem m ia per l’au tu n n o (lato su d) e la raccolta delle olive per l’in vern o (lato ovest) 1178 . Il tessu to orn am en tale, straordin ariam en te om ogen eo n ella con cezion e distribu tiva dei vari elem en ti, arricch iti da rich iam i vegetali e zoom orfi, si sten de an ch e su lle su perfici in tradossali dove è an cora più eviden te l’accordo di u n gu sto geom etrico con la scelta di articolare spu n ti tem atici con n essi alla ciclicità in esau ribile del diven ire cosm ico rappresen tato dall’in in terrotto su ssegu irsi delle stagion i; solo per le lu n ette, pu r m olto dan n eggiate dall’apertu ra di locu li posteriori, l’in dirizzo decorativo si fa più preciso attraverso scelte icon icon arrative attin te dal repertorio figu rativo cristian o, con la scen a di Gion a gettato in m are n el n icch ion e occiden tale, del m iracolo della ru pe n ella lu n etta di qu ello di fon do e il pastore crioforo en tro u n con testo bu colico ricco e su ggestivo a est 1179 . Proprio al raffin ato n atu ralism o, n u trito da u n gu sto m in iatu ristico u n po’ barocco, della decorazion e pittorica, oltre ch e alle risolu zion i volu m etrich e, pu ò essere più adegu atam en te affidato il ten tativo di in qu adram en to cron ologico di tale radicale risistem azion e dell’am bien te Ax, ch e, se n elle scelte arch itetton ich e rich iam a in m odo eviden te i più prestigiosi m au solei “raggru ppati in torn o alle basilich e cim iteriali d’epoca costan tin ian a”1180 , an ch e n ell’im pian to e n ella resa stilistico-orn am en tale del tem a stagion ale rich iam a opere ben collocabili n ei decen n i im m ediatam en te preceden ti la m età del IV secolo 1181 . Un ’arch itettu ra e u n a decorazion e di prestigio fu pen sata, ovviam en te, in rapporto ad u n a com m itten za socialm en te elevata, per sepoltu re di prestigio; dei sarcofagi, per i qu ali eran o stati predisposti gli am pi n icch ion i, ven n ero recu perati con probabilità solo fram m en ti poco sign ificativi 1182 (fig. 166), m a le proporzion i m on u m en tali di alm e n o u n o di tali m an u fatti è dedu cibile an ch e dall’am pliam en to trau m atico dell’in gresso, con u n a rottu ra, poi rein tegrata in tu felli e m atton i, ch e su pera va u n ’am piezza di 2,10 m (fig. 61), n ecessaria, si è su pposto, proprio per il passaggio di “u n grosso oggetto, probabilm en te u n sarcofago”1183 . Solo il n icch ion e orien tale forse n on fu m ai occu pato da u n a cassa m arm orea o lo fu solo tem poran eam en te; soprattu tto in rapporto a qu esta stru ttu ra, in fatti, si docu m en ta u n a serie di in terven ti su ccessivi m irati all’aggiu n ta di n u ovi organ ism i fu n erari: m edian te l’am pliam en to del van o verso il fon do fu creata la possibilità di aprire tre piccoli arcosoli, sem plicem en te dealbati, u n o a n ord, poi tam pon ato con u n ’opera cem en tizia in peperin i, con testu ale ai lavori di risistem azion e fin ale della spelu n ca m agn a 1184 (fig. 167), du e, affian cati, su l 1177 Di tale rivestim en to perm an gon o resti in situ della fascia in feriore e le im pron te dei lastron i (1,00 x 0,70 m ) su lla solida preparazion e m altacea livellata con fram m en ti ceram ici e m arm orei; la n otevole qu an tità di fram m en ti di m arm o n u m idico, tra l’altro, affissi dopo il recu pero su lle pareti dello stesso am bien te, fa su pporre l’u tilizzo di qu esto m ateriale, probabilm en te altern ato a m arm i con diversa valen za crom atica, per tale opu s sectile parietale. 1178 Su qu esta pittu ra Repertorio 1993 2 , n . 8 p. 92. 1179 Repertorio 1993 2 , n . 8 p. 92 (W ILPE RT 1903, tavv. 3134). An n otazion i in teressan ti su lle pittu re del cu bicolo in S TYGE R 1933, pp. 157-158 e 158-159. 1180 T OLOTTI 1977, p. 45, con cordan do con S TYGE R 1933, p. 159. Si rim an da alla stessa an alisi del Tolotti per la valoriz zazion e, an ch e a scopo di defin izion e cron ologica, delle solu zion i arch itetton ich e, in particolare l’adozion e della volta a spicch i veloidici, per la qu ale si propon gon o u n a serie di con fron ti con edifici della tarda an tich ità (T OLOTTI 1977, pp. 46-48). 1181 Su u n a cron ologia in dirizzata en tro il secon do qu arto del IV secolo con cordan o sostan zialm en te gli stu diosi: S TYGE R 1933, p. 159 (qu esti eviden ziava in particolare le affin ità con la decorazion e m u siva della volta del m au soleo di Costan tin a); D ORIGO 1966, p. 159; T OLOTTI 1977, part. p. 48 (qu esti riferisce an ch e u n a con ferm a verbale di H . Mielsch ). La decora- zion e riech eggia, in fatti, qu ell’elegan za e qu el gu sto “vign ettistico” n ella raffigu razion e di tem i n atu ralistici pecu liare di u n certo filon e “più raffin ato” della pittu ra protocostan tin ian a e costan tin ian a, di cu i i m aggiori esem pi son o forn iti da con testi residen ziali di u n certo rilievo (cfr., in particolare, M IE LSCH 2001, pp. 127-129 e 129-133). Un ’ispirazion e vicin a alle pittu re della cam era Ax si rin traccia n el n in feo sotterran eo n oto com e “ipogeo di via Liven za”, di im pian to ch iaram en te classicistico (essen zialm en te U SAI 1972; cfr. an ch e B ALDASSARRE - P ON TRANDOLFO - R OUVE RE T - S ALVADORI 2002). Im proprie le valu tazion i cron ologich e del de Rossi, cu i si devon o la scoperta del van o e le prim e descrizion i della pittu ra (D E R OSSI 1863a, part. p. 2 e D E R OSSI 1872, p. 70), con dizion ate però dalla n ecessità di con n ession e con la più an tica facciata m on u m en tale. 1182 D E R OSSI 1872, p. 71: “I sarcofagi dei tre n icch ion i eran o stati sacrilegam en te spezzati da barbari devastatori: n e abbiam o ritrovato m olti fran tu m i; n iu n o, però, dei coperch i su i qu ali soleva essere in ciso l’epitaffio”. Su i n icch ion i vd. an ch e N UZZO 2000a, p. 122. 1183 T OLOTTI 1977, p. 43; vd. già su pra, pp. 66-70 n . 411. 1184 In fra, p. 220 e n . 1440 (il tam pon am en to si era reso n eces sario per il sottile diafram m a creatosi, con lo scavo di qu esto sepolcro, tra la parete n ord di Ax e la stessa spelu n ca CAPITOLO 2 - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO Fig. 166 – Cu bicolo Ax: n icch ion e ovest con resti m arm orei scoperti n el van o (Arch ivio PCAS). Fig. 167 – Cu bicolo Ax: an golo n ord-est con arcosoli della secon da fase. 181 182 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O lato orien tale 1185 ; dal fian co m eridion ale del n icch ion e, si ritien e con testu alm en te a tali lavori di poten ziam en to sepolcrale, ven n e an ch e diram ata u n a galleria (Qo1), con assi secon dari n on più perlu strabili, di m odesta fru izion e, per lo più con locu li in pilae di qu attro elem en ti e arcosoli privi di rivestim en to 1186 , la cu i prosecu zion e verso su d ven n e com prom essa, verosim ilm en te già in an tico, dalla fran a tra gli am bu lacri Ao14-A14 1187 . L’occu pa zion e di qu este gallerie è eviden tem en te tarda e sicu ram en te posteriore all’u so della sottostan te region e E , di cu i in tacca la volta di alcu n i am bu lacri 1188 ; si pu ò du n qu e assegn are ad u n ’epoca n on an teriore alla secon da m età del IV secolo 1189 . Un u tilizzo sepolcrale prolu n gato del cu bicolo Ax em erge an ch e dall’occu pazion e del su olo con tom be a fossa, u n a rin tracciata proprio in corrispon den za della n icch ia orien tale 1190 , alle qu ali van n o attribu iti alcu n i reperti epigrafici, tre m olto fram m en tari 1191 e u n qu arto costitu ito dall’articolata e poetica iscrizion e dei m olto elogiati fratelli Vin diciu s e S ofrosyn e, della gen s Cassia, data ta al 402 1192 ; n elle lu n ette affrescate degli arcon i, poi, si sacrificò la con servazion e delle im m agin i dipin te 1193 per favorire l’apertu ra di locu li 1194 , di cu i il su periore della n icch ia orien tale reca lu n go il bordo m altaceo u n ’iscrizion e segn ata ad im pasto an cora fresco, n on di n atu ra fu n eraria, m a devozion ale, com m em oran te, cioè, in m isu ra parzialm en te cu m u lativa, i m artiri del cim itero. Lu n go il settore con servato, ai lati dell’im boccatu ra e in al- to, si legge: [- - -]m i / refrigeri Ian u ariu s Agatopu s Felicissim (u s) / m artyres 1195 (fig. 165). Si deve prin cipalm en te a qu esto graffito l’in tricata storia in terpretativa con n essa al van o Ax, n el qu ale l’au tore della scoperta, G. B. de Rossi, ricon obbe il lu ogo di sepoltu ra di Gen n aro, per il rin ven im en to, davan ti all’in gresso, di m olti fram m en ti dell’epigrafe dam asian a in on ore del m artire 1196 , ben ch é preceden tem en te n e avesse su pposto u n legam e con il san tu ario di papa Urban o 1197 , u n ’ipotesi ricon siderata più recen tem en te dal Tolotti 1198 ; qu esta, tu ttavia, m u ove soltan to dall’an alogia descrittiva tra il cu bicolo Ax e l’in gen s an tru m … qu adratu m et firm issim ae fabricae, descritto dall’au tore della passio di Urban o com e lu ogo di sepoltu ra del papa 1199 . Le difficoltà in site in tale in terpretazion e em ergon o, in effetti, proprio attraverso la lettu ra del raccon to agiografico, ch e n on pu ò essere u tilizzato com e u n a descrizion e realistica di u n am bien te del com plesso di Pretestato: n ella su ccession e n arrativa, in fatti, risu lta ch iaram en te ch e il sito cu i si fa riferim en to n on è qu ello della sepoltu ra prim aria del pon tefice, avven u ta, per lo stesso au tore della passio, in coem eterio Praetextati, via Appia 1200 , m a la proprietà della m atron a Marm en ia, la qu ale aveva con pregh iere e su pplich e riven dicato il recu pero delle san te spoglie dal locu s in qu o san cta corpora eran t hu m ata, per riporle in u n sepu lchru m , com pletam en te foderato di m arm o, in qu o recon dideru n t cu m arom atibu s corpu s Beatissim i Urban i et Mam ilian i pre- m agn a); è ovvio ch e l’apertu ra e l’u so di qu esti arcosoli sia da riferire ad u n periodo preceden te il riassetto m u rario defin itivo della spelu n ca m agn a ch e, si vedrà, va ben in qu adrato in rapporto all’in terven to program m ato da papa Dam aso n ei san tu ari della catacom ba. 1185 Su tali sepolcri vd. an ch e N UZZO 2000a, p. 120. 1186 Non si ritien e di poter con cordare con il Tolotti su lla presu n ta an teriorità dell’am bu lacro Qo1 rispetto alla risistem azion e del van o Ax (T OLOTTI 1977, p. 50); l’an alisi au toptica in du ce piu ttosto a verificare, m algrado le m an om ission i m odern e, u n probabile taglio della preparazion e per il rivestim en to m arm oreo in relazion e alla diram azion e della galleria (fig. 168). Qu esta, tra l’altro, si vedrà m eglio in fra, presen ta caratteri di occu pazion e più tarda della risistem azion e di Ax. 1187 Dopo il terzo degli arcosoli ch e si dispon gon o su lla parete destra, si con serva, in fatti, parte di u n m u ro di sbarram en to in opera listata ch e isolava logicam en te il rovin oso settore su d. Le con dizion i con servative ren don o pu re du bbio il collegam en to, proposto n ella plan im etria di T OLOTTI 1978, tav. I, tra Qo1 e QE 13 attraverso l’asse Qo2. Se la situ azion e topografica è qu ella ricostru ibile attraverso il rilievo plan im etrico del Tolotti proprio dall’am bu lacro Qo1 trarrebbe origin e u n articolato sistem a di gallerie (Q), n on ben an alizzabile per l’assetto rovin oso e fram m en tato e le difficoltà di accesso e di perlu strazion e organ ica: dalla diram azion e Qo2, trasversale a Qo1, sarebbero direzion ati gli assi QE 13-QE 11 e, dalla stessa estrem ità su d di Qo1, l’ortogon ale QE 14 con i su oi assi Qo15, Qo14, Qo16. Vd., su ll’ipotesi di qu esta origin e, T OLOTTI 1978, pp. 181-182; lo stu dioso, tra l’altro, riferisce con troppa disin voltu ra al m edesim o im pian to an ch e alcu n i am bien ti rin tracciabili su l m argin e su d della rete ipogea: Qo3, Qo4 (qu est’u l- tim o ricostru ito su lla base di im percettibili tracce n ella volta dell’aren ario: vd., però, su pra, pp. 19-20) e i cu bicoli Qoa e Qob, i qu ali però, an ch e per la disparità di qu ota (vd. T OLOTTI 1978, p. 182), van n o con siderati piu ttosto afferen ti ad u n sistem a diverso, probabilm en te u n ipogeo au ton om o dal cim itero com u n itario. 1188 Vd. su pra, pp. 136-146. 1189 T OLOTTI 1978, p. 182 (e T OLOTTI 1977, p. 50), con cu i con corda, in base alla tipologia della tom be, N UZZO 2000a, p. 134. In rapporto all’u so di qu esti am bu lacri si segn alan o i sign a Christi graffiti su calce in QE 13 (ICUR V 15175r e 15177b) e u n gru ppo di iscrizion i sporadich e da QE 14 (ICUR V 13998, 14091, 14120, 14639, 14702, 14732, 14912). 1190 T OLOTTI 1977, p. 54. 1191 ICUR V 14567, 14888a e 14938b. 1192 ICUR V 13949; la preziosa iscrizion e fu scoperta a posto dal de Rossi n el 1863 (F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 189; vd. an ch e J OSI 1935, p. 227, n . 49). 1193 S u pra, p. 180. 1194 Un a coppia di locu li ven n e scavata rispettivam en te a est e a ovest, u n u n ico sepolcro si aprì in vece n ella parete del n icch ion e di fon do. 1195 ICUR V 13877; vd. F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 173 per le proposte in tegrative e correttive e per la bibliografia. 1196 D E R OSSI 1863; tu ttavia, n ei con fron ti di tale ipotesi avan zaron o du bbi sia J OSI 1927, pp. 224-225, sia S TYGE R 1933, p. 158. Vd. an ch e M ARUCCH I 1933, p. 287. 1197 D E R OSSI 1863a. 1198 T OLOTTI 1977, part. pp. 55-57. 1199 AA. SS., Maii VI, p. 14. 1200 AA. SS., Maii VI, p. 13. CAPITOLO 2 - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO sbyteri e su l qu ale (desu per qu od) ven n e appu n to costru ito l’in gen s an tru m … qu adratu m et firm issi m ae fabricae1201 . Le caratteristich e com plessive del cu bicolo Ax lo qu alifican o sen za alcu n du bbio com e u n am bien te radicalm en te ristru ttu rato, forse in segu ito ad u n passaggio proprietario, in rapporto ad u n a im portan te, m a riservata fru izion e, im preziosito oltrem odo proprio dalla posizion e “privilegiata”, a poca distan za dai m eglio ricon oscibili san tu ari della spelu n ca m agn a 1202 ; proprio in tal sen so va ricon siderato il rich iam o devozion ale con ten u to n ell’iscrizion e su l bordo locu lare, docu m en to ch e, tra l’altro, trova u n ’in teressan te an alogia in u n ’attestazion e epigrafica dal cim itero di S. Ippolito, ch e ripropon e il m edesim o u so del verbo refrigerare con valen za esortativa al m artire epon im o in sen so “privato”, in relazion e, cioè, ad u n defu n to 1203 . Un altro van o oggetto di sostan ziali m odifich e stru ttu rali in tern e du ran te il IV secolo va ricon osciu to n ella cam era Ah 1204 , descritta, n ella fase di im pian to, com e u n largo e profon do braccio rettan golare con u n ban cale ad U n el settore di fon do; verosim ilm en te per problem i di ordin e statico, con n essi proprio alle proporzion i in u su ali dell’am bien te, la con figu razion e volu m etrica fu riplasm ata con m u ratu re in opera listata altern an te u n filare di tu felli ad u n o di m atton i, ch e rive stiron o le pareti com pon en do, n ella parte prossim a all’in gresso, du e arcosoli o n icch ie per sarcofagi affron tati 1205 e, a su d, du e lu n gh issim i arch i a sesto appen a ribassato, pu re con trapposti, in posizion e arretrata rispetto ai preceden ti. Il van o aveva così acqu isito u n a doppia articolazion e, con u n più stretto settore in trodu ttivo e u n o spazio largo occu pato an cora, pu r con opere di adegu am en to 1206 , dal ban con e tripartito (figg. 169-172). 1201 Vd. già S PE RA 1998a, p. 827 n . 50; n on vi è perciò corrispon den za im m ediata tra l’an tru m qu adratu m e il rivestim en to m arm oreo, con n esso in vece al sepolcro, ch e aveva u lteriorm en te rin forzato l’an alogia con il cu bicolo Ax. Si ritien e ch e qu esto “spostam en to” cu ltu ale, im pian tato n el raccon to leggen dario, possa essere il sin tom o di u n a con fu sion e form atasi già in an tico in relazion e al lu ogo origin ario di sepoltu ra di papa Urban o (S PE RA c.s.). 1202 In fra, pp. 189-212. 1203 ICUR VII 20166 (la form u la refrigeri tibi dom n u s Ipolitu s sem bra segu ita dal n om e del defu n to); vd. an ch e ICUR III 8444. Su lla valen za am plificata delle parole refrigeriu m – refrigerare, ch e n ei con testi cristian i acqu istan o u n ’accezion e m istica, cfr. essen zialm en te F E RRUA 1991, part. pp. 71-73. 1204 Su lla qu ale vd. su pra, p. 70. 1205 La lettu ra di tali m an u fatti è resa difficile dai radicali restau ri del 1872, qu an do si perlu strò il settore n ord del van o (in fra, p. 331 e D E R OSSI 1872, p. 75: lo stu dioso ricorda “la grave m ole di m acerie” e il “m on te di terra e di sassi” ch e occu pava an cora il fon do della cam era); qu esti rein tegraron o qu asi com pletam en te l’arco orien tale, m a ricom posero profili locu lari su lla parete opposta, dove il Tolotti a ragion e ipotizza u n arco an alogo (T OLOTTI 1977, p. 19). 183 Le presen ze sepolcrali in Ah appaion o estrem am en te lim itate e si ridu con o ai du e arcon i e alla serie di qu attro form ae, sicu ram en te posteriori alla stru ttu ra ad U, m esse in lu ce dal Tolotti con lo scavo sotto il pian o pavim en tale 1207 ; organ ism i an alogh i van n o ricostru iti an ch e tra i du e pilastri in term edi e l’in gresso, m a risu ltaron o in teressati, du ran te i m edesim i lavori, “da u n getto di m u ratu ra la cu i su perficie costitu isce il su olo odiern o”1208 (fig. 173). Così, u n a n u ova ristru ttu razion e dell’am bien te, segu ita, com e a ragion e h a sosten u to il Tolotti 1209 , ad u n crollo dei troppo lu n gh i arch i del fon do, n on determ in ò la creazion e di tom be, m a sem plicem en te la sostitu zion e degli arch i con an alogh e stru ttu re più ribassate e il rifacim en to parziale della volta, ch e ven n e decorata con u n m osaico, orm ai m olto rovin ato e con le tessere staccate, a riqu adratu re rosse, regolari, sim ili ad u n cassetton ato 1210 (figg. 174-175); in u n o di qu esti pan n elli, grazie ad u n a sin opia tracciata con pen n ello su ll’arriccio an cora fresco, il Kan zler distin gu eva “ch iarissim am en te il paralitico ch e porta su lle spalle il lettu ccio”1211 . Con testu alm en te al m osaico su lle pareti ven n ero affisse lastre m arm oree di rivestim en to, in alcu n i pu n ti affisse su u n o strato m altaceo di preparazion e 1212 . Un a lettu ra del ru olo prim ario del cu bicolo, in rapporto al qu ale potrebbero apparen tem en te costitu ire elem en ti discordan ti la scarsità di tom be e l’u tilizzo prolu n gato, garan tito dai restau ri e associato a form e di progressivo im preziosim en to decorativo, è piu ttosto su ggerita dalla presen za del lu n go ban cale, ch e occu pa, in effetti, lo spazio più im portan te dell’am bien te e ch e con n ota il cu bicolo com e u n lu ogo di adu n an za; u lteriorm en te sign ificativa in tal sen so risu lta l’aggiu n ta all’estern o del van o, addossato allo stipite est della fac1206 Su lle qu ali vd. in dettaglio T OLOTTI 1977, pp. 24-29. T OLOTTI 1977, p. 26: le prim e du e ad essere realizzate (r3, r4), con copertu ra a tu m u lo su laterizi a cappu ccin a, son o a qu ota più alta; per r1 e r2, su ccessive, ch e si in sin u an o sotto il ban cale, ven n ero creati pozzetti n ell’area in teressata dalle prim e (il pozzetto è m eglio docu m en tabile per r2; r1 è in realtà visibile solo dallo sfon dam en to della volta del sottostan te corto am bu lacro di raccordo tra i cu bicoli Ia e Ib). 1208 T OLOTTI 1977, p. 26. 1209 T OLOTTI 1977, pp. 21-32. 1210 Già rettificata da T OLOTTI 1977, p. 23 l’im propria lettu ra stru ttu rale di S TYGE R 1933, p. 154, ch e con siderava l’arcosolio del lato est posteriore al m osaico per u n a sovrapposizion e di m alte. 1211 K ANZLE R 1898, pp. 210-211; lo stesso au tore ricorda, però, ch e n el m edesim o riqu adro lo Steven son vedeva u n a colom ba. In teressan te (pp. 209-210) la descrizion e tecn ica forn ita dallo stu dioso su ll’esecu zion e della sin opia con colori e pen n elli su lla calce, di cu i, tu ttavia, n on è possibile distin gu ere alcu n a traccia. 1212 T OLOTTI 1977, pp. 22, 32. 1207 184 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 168 – Van o di passaggio tra il cu bicolo Ax e la galleria Qo1. Fig. 169 – Cu bicolo Ah : asson om etria ricostru ttiva della secon da fase (da T OLOTTI 1977). Fig. 170 – Cu bicolo Ah : sezion e lon gitu din ale su d-n ord (da T OLOTTI 1977). Fig. 171 – Cu bicolo Ah : sezion e lon gitu din ale n ord-su d (da T OLOTTI 1977). CAPITOLO 2 - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO Fig. 172 – Cu bicolo Ah : plan im etria. Fig. 174 – Cu bicolo Ah : resti del m osaico su lla volta. 185 Fig. 173 – Cu bicolo Ah : sezion e trasversale ovest-est (da T OLOTTI 1977). Fig. 175 – Cu bicolo Ah : resti del m osaico su lla volta. 186 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O ciata, di u n m an u fatto qu adran golare in opera listata, defin ibile com e u n a m en sa di u n tipo piu ttosto com u n e 1213 , predisposta per l’appoggio di u n piatto (fig. 58). La sequ en za delle opere m u rarie n ella spelu n ca m agn a in du ce a in qu adrare qu esta costru zion e, ch e si addossa al vicin o pilastro in ton acato reggen te l’arco di rin forzo trasversale della galleria cen trale, n ell’im portan te serie di lavori collocabili n egli an n i cen trali del IV secolo 1214 (tav. IIIa-b). L’u tilizzo del van o com e spazio destin ato alle riu n ion i fam igliari in on ore dei defu n ti, ai refrigeria celebrati com u n em en te n el giorn o del dies n atalis 1215 , program m ato già du ran te la prim a occu pazion e sepolcrale della spelu n ca m agn a con l’in stallazion e del ban cale 1216 , con tin u ò, du n qu e, per m olti decen n i; lo si dedu ce ch iaram en te sia dalle sistem azion i già descritte, gen eralm en te assegn abili al IV secolo 1217 , sia da u lteriori in terven ti docu m en tabili, l’apertu ra, su l fon do dell’am bien te, del lu cern ario ch e taglia la volta già decorata con il m osaico 1218 , la ricordata gettata cem en tizia pavim en tale ch e oblitera le form ae del vestibolo 1219 e u n restau ro della facciata, esegu ito m edian te l’in tegrazion e degli stipiti con blocch i recu perati dal ban cale in tern o 1220 ; u n dato in teressan te è poi forn ito dalla sostitu zion e del piatto m arm oreo su lla m en sa, verificata dal Tolotti attraverso u n son daggio ch e eviden ziò la presen za di “sottili fram - La ten den za al poten ziam en to sepolcrale dei van i già esisten ti trova u n a più larga applicazion e attraverso form e solo m in im am en te alterative degli assetti preesisten ti; i m eccan ism i più com u n em en te adottati per l’in crem en to degli organ ism i fu n erari van n o in dividu ati n ella realizzazion e di fodere m u rarie ch e com pon gon o n u ovi sepolcri, soprattu tto locu li 1222 , e n ella creazion e di tom be in m u ratu ra del tipo a cassa em ergen ti dal pavim en to, per lo più addossate ai sepolcri preceden ti 1223 . Qu este son o state docu m en tate, in particolare, n ei cu bicoli del tratto orien tale della spelu n ca m agn a Am e Ap 1224 (fig. 176) e in Ab, ch e si apre a ovest 1225 . In alcu n i am bien ti aperti su l fian co n ord del settore occiden tale della spelu n ca m agn a l’esigen za du plicativa dei sepolcri m edian te m u ratu re determ in a il rivestim en to qu asi in tegrale delle su per fici: n el piccolo van o Aa 1226 i du e m u ri laterali in opera listata (2 tu f / 1 lat) form an o in costru zion e du e pilae di am pi locu li 1227 , m en tre u n a stru ttu ra coeren te elabora, davan ti all’arcosolio di fon do, u n organ ism o an alogo, con cassa rivestita in tern am en te di lastre m arm oree (figg. 177-180); an - 1213 Cfr. F É VRIE R 1978, part. pp. 228-239 su l repertorio delle m en se n elle catacom be rom an e e G UYON 1987, pp. 330-335 per l’an alisi di tali organ ism i piu ttosto n u m erosi n el com plesso di Marcellin o e Pietro (in oltre F IOCCH I N ICOLAI 1998, pp. 4445). Su i piatti m arm orei, ch e in gen ere eran o collocati su tali stru ttu re m u rarie, vd. già su pra, n . 438 p. 74. 1214 Vd. più diffu sam en te in fra, pp. 212-222. 1215 Per altri con testi per i qu ali si rin traccia la m edesim a fu n zion e si ricordi u n cu bicolo della catacom ba di Marcellin o e Pietro: G UYON 1987, p. 336; in oltre S PE RA 1995, pp. 441-442 e F IOCCH I N ICOLAI 1998, p. 44. Su lla presen za n elle n ecropoli di qu esti “spazi specializzati” vd. an ch e F IOCCH I N ICOLAI 2003, pp. 931-932. 1216 S u pra, p. 70. 1217 Man can o, in fatti, elem en ti in dicativi per u n a m igliore precisazion e delle cron ologie; il con fron to tipologico con le stru ttu re m u rarie n ella spelu n ca m agn a in du ce, però, a proporre per la prim a sistem azion e u n a cron ologia n ell’am bito dell’età costan tin ian a o al m assim o en tro la m età del IV secolo, cu i sem bra essere segu ita a poch issim a distan za l’in terven to dovu to al crollo. 1218 Tale osservazion e, n on em ersa dall’an alisi del Tolotti, è però an ch e in K ANZLE R 1898, p. 209. 1219 S u pra. 1220 S TYGE R 1933, p. 154 (lo stu dioso riten eva però la facciata di Ah u n ’im itazion e tardoim periale: vd. su pra, p. 66); T O LOTTI 1977, pp. 15-16. L’an alisi di qu est’u ltim o fa em ergere ch e tale in terven to, il qu ale com portò an ch e la costru zion e di u n settore in m u ratu ra laterizia n ella parte in feriore della facciata, si colloca in u n m om en to preceden te l’addossam en to della m en sa (T OLOTTI 1977, pp. 17-18). In u n restau ro della facciata ven n e riu tilizzato an ch e il fram m en to m arm oreo in scritto ICUR V 14419b, “e fastigio portae” (F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 254 dalla carte del Kan zler). 1221 T OLOTTI 1977, p. 16. 1222 Su qu esto fen om en o, piu ttosto diffu so, m a legato a si- tu azion i con tin gen ti, forse ten den zialm en te tardo, N UZZO 2000a, p. 192. 1223 Si tratta per lo più di in terven ti n on ben defin ibili cron ologicam en te, in gen erale da con siderare posteriori all’u tilizzo prim ario degli im pian ti. Un ’altra form a di poten ziam en to sepolcrale è, ch iaram en te, la più con su eta occu pazion e del su olo con tom ba a fossa. Qu este stru ttu re si devon o con siderare gen eralm en te, m a n on n ecessariam en te, posteriori alla prim a occu pazion e parietale; tu ttavia, la docu m en tazion e relativa a tali tom be a fossa è sem pre con n essa alle m odalità di in dagin e n ei van i, n on sistem aticam en te approfon dita sotto i livelli pavim en tali e, se approfon dita, spesso n on resa n ota. Oltre alla form ae già segn alate in Aox, Ax e Ah , tra i van i aperti su lla spelu n ca m agn a organ ism i an alogh i son o attestati in Al, dove gli scavi del Ferru a in dividu aron o tre tom be a fossa n ell’an golo n ord-ovest, u n a prolu n gata oltre il lim ite occiden tale del van o (Giorn ale di scavo Ferru a, p. 81; vd. già su pra), in Ap (Giorn ale di scavo I/VI (1961-1966/67), p. 10: n otizia del rin ven im en to di du e form ae su l pavim en to “già visitate”), in Am , con bordo m altaceo su cu i correva l’iscrizion e ICUR V 14944c. 1224 Nel prim o, tre tom be a cassa in m u ratu ra in ton acate all’estern o, u n a in fan tile, si addossan o alla parete est preceden tem en te occu pata da locu li; u n ’u n ica an aloga stru ttu ra si con serva ad ovest (su qu este e su l rapporto di posteriorità rispetto alle tom be dell’im pian to in iziale vd. an ch e N UZZO 2000a, p. 120). Nel cu bicolo Ap il casson e ch e occu pa l’an golo su dovest è descritto n el Giorn ale di scavo I/VI (1961-1966/67), p. 10 com e “u n a form a (A) … coperta da m u ratu re a sacco alta su l su olo. A destra u n a apertu ra B rivestita in m u ratu ra listata e riem pita in u n secon do tem po a sacco com e a ch iu dere u n a apertu ra”. Su i du e van i vd. su pra, pp. 115-117. 1225 In questo fa pensare ad un cassone un piccolo resto m urario conservato presso il lato di fondo: vd. già su pra, p. 117. 1226 Per il qu ale vd. su pra, pp. 117-120. 1227 Su du e di qu esti il bordo m altaceo reca iscrizion i estem poran ee (ICUR V 14947q e 14971e-e'). m en ti del piatto origin ario, ricoperti da u n o strato di m alta, steso per ricevere u n n u ovo piatto sostitu itosi a qu ello”1221 . CAPITOLO 2 - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO Fig. 176 – Cu bicolo Ap: tom ba a cassa addossata al lato ovest. Fig. 177 – Cu bicolo Aa: spaccato asson om etrico. 187 188 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 178 – Cu bicolo Aa: sezion e trasversale est-ovest (AA: fig. 110). Fig. 179 – Cu bicolo Aa: sezion e lon gitu din ale n ord-su d (BB: fig. 110). Fig. 180 – Cu bicolo Aa: sezion e lon gitu din ale su d-n ord (CC: fig. 110). CAPITOLO 2 - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO 189 ch e n ei van i adiacen ti A5', A5'', A5''', con la trasversale A4, in precarie con dizion i con servative, le pareti risu ltan o per lo più foderate da opere m u rarie, per lo più a prevalen za di tu felli, con sepolcri in m u ratu ra 1228 . Talora, però, in qu esto m edesim o gru ppo di am bien ti riservati, gli in terven ti di rifoderatu ra assolvon o sem plicem en te ad u n a fu n zion e statica: così il m u ro in opera listata (2 tu f / 1 lat) su l lato orien tale di Al1229 o qu ello, di an aloga fattu ra, in An , probabilm en te posteriore all’escavazion e della galleria A16 ch e in debolì l’am bien te su l fian co est 1230 ; i lavori di sistem azion e m u raria n el cu bicolo ADa, in fin e, m u ovon o, si è visto, dalla doppia esigen za di riassetto stru ttu rale, in segu ito probabilm en te ad u n crollo o a in stabilità della volta, e di in crem en to sepolcrale: il rivestim en to in tu felli e m atton i, in fatti, n ell’an golo su d-est com pon e n u ovi locu li, m a prevalen tem en te, su l lato ovest e n el n icch ion e di fon do, rin forza, foderan dole, le su perfici tu facee 1231 . Men o frequ en tem en te il program m a di poten ziam en to fu n erario si risolve n ell’aggiu n ta di van i secon dari direttam en te accessori del cu bicolo di origin e: in Am per la creazion e di u n a piccola stan za qu adran golare (Aom ) con tre arcosoli affrescati su lle pareti ven n e creata u n ’apertu ra taglian do il n icch ion e di fon do 1232 (fig. 101); dal lato est di Al u n corto braccio piegato a squ adra verso n ord in trodu ce ad u n an alogo cu bicoletto (Aol), m olto rim an eggiato in età m odern a 1233 , for- n ito solo di du e arcosoli, verosim ilm en te per l’an teriore escavazion e di u n altro am bu lacro, com pletam en te in terrato, fatto partire dal fon do dello stesso Al (fig. 105). Nel van o ATd la volon tà di creare u n n u ovo spazio sepolcrale diram an do u n a galleria portò pu re alla risistem azion e del fon do, con la ridu zion e del n icch ion e origin ario 1234 in u n picco lo arcosolio ch e occu pa i 2 /3 della parete e la predisposizion e n ella porzion e n ord-est, m edian te il progressivo abbassam en to del su olo, di u n corridoio per soli locu li (FT15) con volta più bassa e in ton acata n el tratto prossim o al cu bicolo 1235 (fig. 103); da qu esto ven n e diram ato verso est u n altro braccio, qu asi com pletam en te ricostru ito con m u ratu re m odern e e in terrotto da u n a fran a con sisten te 1236 . 1228 In diversi pu n ti le cavità locu lari ven n ero però tam pon ate con stru ttu re cem en tizie in peperin i, probabilm en te coeve all’u ltim a gen erale sistem azion e della spelu n ca m agn a (in fra, p. 220), ad esem pio su l lato est del settore prossim o all’in gresso, poi tam pon ato, di A5''. 1229 S u pra, p. 117 e n . 738. 1230 S u pra, p. 115; la m u ratu ra risparm ia, tra l’altro, u n a fen estella in corrispon den za per attin gere lu ce dal lu cern ario dello stesso am bu lacro A16 (su lla fase di escavazion e di qu esta galleria cfr. in fra, p. 225). An aloga fu n zion e di rin forzo, posteriore alla fase di im pian to e di in ton acatu ra, svolgevan o, in Am , i du e pilastri m edian i in opera listata, cu i ven n ero addossate le tom be a cassa. 1231 S u pra, part. pp. 125-131 per u n a scan sion e delle fasi evolu tive del cu bicolo. An ch e l’am bu lacro A1, in prossim ità dell’in gresso su lla spelu n ca m agn a, con serva tracce di m u ri di delim itazion e altern an ti du e corsi di laterizi ad u n o di tu felli, ch e coprivan o i preceden ti arcosoli in fan tili (su pra, pp. 123125), addossan dosi all’in ton aco di rivestim en to, n on si pu ò dire se con la costru zion e di n u ovi sepolcri. 1232 S u pra, p. 115. Vd. N UZZO 2000a, p. 119 per u n riferim en to agli arcosoli associabili ad u n tipo (Aa1/r) diffu so soprattu tto dal IV secolo. Le tracce crom atich e riscon trate su llo strato di in ton aco bian co degli arcosoli son o labilissim e e illeggibili. 1233 Nel 1954, in fatti, l’in terven to arch eologico fu reso n ecessario proprio per lo sprofon dam en to di Aol n ella sottostan te FT16 (Giorn ale di scavo Ferru a, p. 81). Si ign ora la proven ien za di tre laterizi con il m edesim o bollo di età m assen zian a CIL XV 1580a (S TE INBY 1986, pp. 122-123 – serie 15 –) con servati in Aol e n on è pertan to possibile u tilizzare qu esto dato n ella restitu zion e storica dei van i in qu estion e. 1234 S u pra, p. 115. 1235 La galleria prosegu e, in fatti, verso n ord-ovest fin o a con giu n gersi con FT11, am bu lacro origin ato dal sistem a della “scala m in ore” (F), m a in qu esta fase dipen den te dalla region e P (su pra, p. 149); al tron con e più vicin o del cu bicolo appartien e la form a con du e iscrizion i (ICUR V 14569, 14570), en tram be dedicate da Felicitas al m arito Prim o; u n epitaffio su u n locu lo del m edesim o am bu lacro ricorda l’acqu isto di u n sepolcro bisom o (ICUR V 14711). 1236 Si ricordi ch e tra i m ateriali recu perati dagli scavi del 1953 in qu este gallerie van n o an n overati la lastra con n avi on erarie e faro, probabilm en te la fron te di u n sarcofago in fan tile ritagliata per ch iu dere u n locu lo (ICUR V 15259; B ISCONTI 2000, pp. 122-125; B. M AZZE I , in Au rea Rom a 2000, pp. 480-481), e il m arm o con in cision e del pastore crioforo ICUR V 15189. La precaria con servazion e di qu esto am bu lacro ren de difficile u n ’an alisi com pleta e, ad u n tem po, la verifica di u n even tu ale rapporto di dipen den za da FT16 del gru ppo di gallerie orien tali FE 24, FE 25, FE 25', FE 25'' (su qu este vd. su pra, p. 142 n . 912; l’occu pazion e, piu ttosto diradata, è caratterizzata dall’adozion e di diversi m on ogram m i cristologici su calce – ICUR V 15174t in FE 26, 15174v in FE 24 –. In FE 26 è an ch e l’iscrizion e estem poran ea di difficile lettu ra ICUR V 15426), e dei più con tigu i van i FTo16, ch e si con figu ra com e u n cu bicolo, e FTo17, u n am bu lacro con arcosoli. 1237 Oltre a qu elle trattate più am piam en te di segu ito, u n ’iscrizion e attribu ita al V secolo probabilm en te con n essa ad u n polo su bdiale di cu lto con giu n to (ICUR V 13876; vd. in fra, pp. 303-304) ricorda u n con fessor Maior, attestato essen zialm en te da u n lem m a del Martyrologiu m Hieron ym ian u m (AA. SS., Nov. II, 2, p. 244). Si ricordi, in oltre, ch e il Liber pon tificalis (LP I, p. 155) attribu isce a Pretestato la sepoltu ra di altri ipotetici diacon i di Sisto II, oltre a u n Ian u ariu s (in fra), Magn u s, Vin cen tiu s e S tephan u s. I san tu ari lu n go la spelu n ca m agn a Un im portan te im pu lso trasform ativo du ran te il IV secolo n ell’area della spelu n ca m agn a deriva, si è detto, dalla presen za di tom be m artiriali, protagon iste di u n a sign ificativa sequ en za di even ti capaci di m odificare radicalm en te l’assetto topografico e stru ttu rale. Nell’in tero com plesso di Pretestato fon ti letterarie ed epigrafich e attestan o ch iaram en te l’u bicazion e di alm en o n ove sepolcri oggetto di in teresse cu ltu ale 1237 , in particolare qu elli dei m artiri Tibu rzio, Valerian o e Mas- 190 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O sim o 1238 , di Zen on e 1239 , del pon tefice Urban o 1240 , di Gen n aro 1241 , di Qu irin o 1242 e dei diacon i del papa Sisto II Felicissim o e Agapito 1243 . Alcu n e di qu este, poi, in dican o in term in i in equ ivocabili i san tu ari con n essi alla n ecropoli su b divo e qu elli, in vece, sotterran ei. Soprattu tto il pellegrin o di Salisbu rg ch iarisce la dislocazion e del- le tom be ven erate; proceden do da su d, dall’area di San Sebastian o, verso il com plesso di Pretestato (ad aqu ilon em ), ch e sem brerebbe in dicato con il polo cu ltu ale più sign ificativo all’epoca della com pilazion e dell’itin erario n ella prim a m età del VII secolo, la ch iesa sopratterra di Tibu rzio, Valerian o e Massim o (ad san ctos m artires 1238 La prim a attestazion e della sepoltu ra dei tre m artiri a Pretestato è con ten u ta n el Martyrologiu m Hieron ym ian u m sia al 14 aprile, data più probabile perch é già n ella prim a redazion e (R om ae Tibu rtii Valerian i Maxim i: AA. SS., Nov. II, 2, p. 189), sia al 21 dello stesso m ese (R om ae Valerian i Tibu rti Maxim i: AA. SS., Nov. II, 2, p. 201; su l problem a delle date AMO RE 1975, pp. 180-181); il san tu ario è an n overato n egli itin erari altom edievali (la N otitia ecclesiaru m : VZ II, p. 86; il De locis: VZ II, p. 111; la N otitia portaru m : VZ II, p. 149; in fra, pp. 311-312) e, in relazion e ad in terven ti di restau ro, in biografie del Liber pon tificalis, qu elle di Gregorio III (LP I, p. 420) e di Adrian o I (LP I, p. 509 e in fra, p. 315. Nella preceden te biografia di Giovan n i III – LP I, pp. 305-306 – a proposito dell’in dicazion e di u n a lu n ga perm an en za del pon tefice n el com plesso si fa riferim en to a qu esto com e al cym iteriu m san ctoru m Tibu rtii et Valerian i – vd. in fra, pp. 306-307 –); u n ’u lteriore attestazion e del polo cu ltu ale è con ten u ta n ella N otu la oleoru m (VZ II, pp. 44, 45). La leggen daria passio (AA. SS., Apr. II, pp. 203-211), com pilazion e attribu ita al V secolo (D E LE H AYE 1936, pp. 73-93), in treccia la storia dei tre m artiri con qu ella di Cecilia e del papa Urban o: le tappe salien ti della n arrazion e, am bien tata tra lu ogh i reali della via Appia (S PE RA c.s.), son o segn ate dalle con version i e dal con segu en te battesim o ad opera del papa Urban o, prim a di Valerian o, sposo di Cecilia, qu in di del fratello Tibu rzio, poi del corn icu lariu s Massim o. Qu esti su bisce il m artirio più tardi dei prim i du e e vien e sepolto da Cecilia iu xta Valerian u m et Tibu rtiu m … in n ovo sarcophago (AA. SS., Apr. II, p. 208; in fra, p. 306), m a n ella sequ en za n arrativa m an ca alcu n riferim en to al cim itero di Pretestato, in dicato, in vece, dal com pilatore della biografia di Pasqu ale I (LP II, p. 56), com e il lu ogo da cu i le sacre spoglie ven gon o prelevate (erron eam en te, però, in associazion e con qu elle di Cecilia) per essere traslate n ella ch iesa di S. Cecilia (in fra, pp. 317-318). Qu esto spostam en to spiega la presen za n ell’edificio trasteverin o dell’iscrizion e ICUR V 15435, riten u ta u n ex-voto ai tre m artiri databile n ell’am bito del VI secolo (in fra, pp. 306307 n . 2021 e p. 317). In gen erale, su i m artiri in qu estion e, A. AMORE , s.v. Tibu rzio, Valerian o, Massim o, in BSS XII, Rom a 1969, cc. 466-470 e AMORE 1975, pp. 180-182. 1239 Un san tu ario con n esso alla tom ba di u n m artire Zen on e (per qu esto vd. A. AMORE , s.v. Zen on e, in BSS XII, Rom a 1969, c. 1479 e AMORE 1975, p. 183), su l qu ale esiston o solo scarn e testim on ian ze, è in dicato precisam en te dagli au tori della N otitia ecclesiaru m (VZ II, p. 86; in fra, p. 311), del De locis (VZ II, p. 111) e della N otitia portaru m (VZ II, p. 148), oltre ch e n ella biografia di Adrian o I (LP I, p. 509; vd. in fra, p. 315). Il com pilatore del De locis riten eva il m artire frater Valen tin i, dato probabilm en te in flu en zato dalla com m em orazion e con giu n ta il 14 febbraio n el Sacram en tario di S. Gallo (S ACR . Gelas, p. 31; vd. AMORE 1975, p. 183). 1240 La presen za di u n Urban o episcopo a Pretestato è già attestata dal Martyrologiu m Hieron ym ian u m (R om ae, in coem eterio Praetextati n atale Urban i episcopi: AA. SS., Nov. II, 2, p. 273); il papa è riten u to poi sepolto a Pretestato dall’au tore della biografia n el Liber pon tificalis (LP I, p. 143; su lle perplessità espresse da alcu n i stu diosi vd. però già D UCH E SNE , in LP I, p. 143 e u n qu adro gen erale delle problem atich e in F. F ATTI , s.v. Urban o, san to, in E n ciclopedia dei papi, pp. 258261). Attestazion i su l polo di attrazion e cu ltu ale son o forn ite dalla N otu la oleoru m (VZ II, pp. 44-45), dagli itin erari (la N otitia ecclesiaru m : VZ II, p. 86; il De locis: VZ II, p. 111; il Malm en sbu rien se: VZ II, p. 148; forse il fram m en to di E in siedeln , ben ch é con riferim en to probabile al com plesso callistian o: VZ II, p. 169), dalle biografie di Gregorio III e di Adrian o I del Liber pon tificalis (LP I, pp. 420, 509). Le vicen de agiografich e del papa, con n esse an ch e al m artirio di Tibu rzio, Valerian o e Massim o (su pra, n . 1238), son o descritte in u n a passio (AA. SS., Maii VI, pp. 4-22), am bien tata su lla via Appia, secon do la qu ale Urban o cu m clero su o vien e decapitato fu ori (extra) il tem plu m Dian ae e sepolto in coem eterio Praetextati (su lla traslazion e im m agin ata dal com pilatore n ella dom u s della m atron a Marm en ia S PE RA c.s. e su pra, pp. 182-183). 1241 Com m em orato in Praetextati già all’epoca della com pilazion e della Depositio m artyru m (VZ II, p. 21; con la stessa data il dies n atalis è n el Martyrologiu m Hieron ym ian u m : AA. SS., Nov. II, 2, p. 363), il m artire Gen n aro attrae il cu lto di m aggiore im portan za del com plesso, com e traspare dall’in flu en za su ll’evolu zion e topon om astica: il cim itero è detto Praetextati ad san ctu m Ian u ariu m via Appia n ell’In dex coem eterioru m (VZ II, p. 62), m en tre u n ’iscrizion e fram m en taria localizza u n sepolcro in cym [iterio Ia]n u ari (ICUR V 14479a). Precocem en te in serito n ella storia del m artirio di Felicita e dei sette figli, di cu i Gen n aro vien e descritto com e il m aggiore (R UINART 1713, pp. 26-27), su lla base del probabilissim o con dizion am en to della coin ciden te data di com m em orazion e (AMO RE 1975, pp. 43-51 per u n a critica a F E RRUA 1967, ch e riven dicava l’atten dibilità della passio. La n otizia era n ota all’au tore del De locis: VZ II, p. 111), il m artire fu an ch e riten u to u n o dei diacon i di Sisto II com e Felicissim o e Agapito, su lla base della n otizia del Liber pon tificalis in cu i si dicon o sepolti a Pretestato sei diacon i del papa, Felicissim u s, Agapitu s, Ian u ariu s, Magn u s, Vin cen tiu s et S tephan u s: LP I, p. 155 (F. CARAF FA, s.v. Felicissim o, Agapito, Gen n aro, Magn o, Vin cen zo e S tefan o, in BSS V, Rom a 1964, cc. 602-603). La presen za della tom ba ven erata, oltre ch e dalle fon ti letterarie (la N otu la oleoru m : VZ II, pp. 44-45; tu tti gli itin erari: VZ II, pp. 86, 111, 148, 169, 199-200; il Liber pon tificalis: LP I, pp. 420, 509), è con ferm ata da im portan ti docu m en ti epigrafici, l’iscrizion e dam asian a ICUR V 13871, scoper ta fram m en taria per lo più n ell’area della spelu n ca m agn a (in fra, pp. 304-306), l’epigrafe devozion ale estem poran ea su l bordo di u n locu lo in Ax (ICUR V 13877; vd. su pra, p. 182), la tabu la con n om i dei san ti del cim itero probabilm en te da u n edificio su bdiale (ICUR V 13876; in fra, pp. 303-304). Su lla figu ra del m artire vd. u lteriori precisazion i in AMORE 1975, p. 179. 1242 La sepoltu ra di Qu irin o (su l qu ale cfr. B. CIGNITTI , s.v. Qu irin o, in BSS X, Rom a 1968, cc. 1329-1332 e AMORE 1975, pp. 182-183; in oltre CH ROBAK 2000 e D RE SKE N W E ILAND 2000) n el com plesso di Pretestato è in dicata per la prim a volta dal Martyrologiu m Hieron ym ian u m (R om ae in cim iterio Praetextati via Appia depositio Qu irin i episcopi: AA. SS., Nov. II, 2, pp. 219, 222), dove il san to è accom pagn ato all’appellativo episcopu s; n ella passio del papa Alessan dro e dei m artiri E ven zio e Teodu lo (AA. SS., Maii I, pp. 371-380), attribu ita al VI-VII secolo, la qu ale accorpa san ti sepolti in n ecropoli topograficam en te distan ti, Qu irin o è in vece u n tribu n o con vertito e battezzato dal pon tefice ch e su bisce il m artirio per volere dell’im peratore Au relian o e il cu i corpo, abban don ato dapprim a ai can i, vien e riposto in coem eterio Praetextati (p. 378). Ad u lteriore con ferm a della localizzazion e con tribu iscon o gli itin erari del VII secolo (VZ II, pp. 86, 111, 148) e la biografia di Adrian o I (LP I, p. 509; in fra, p. 315), n on ch é l’iscrizion e collettiva del V secolo in cu i il person aggio è defin ito con fessor (ICUR V 13876; in fra, pp. 303-304) e u n epitaffio, m olto fram m en tario, ch e docu m en ta l’acqu isto di u n locu s qu adrisom u s ad san ctu m [Qu iri]n u m (ICUR V 14270; in fra, pp. 192, 211 n . 1383, 259 n . 1740). 1243 Ben ch é il riferim en to di Ciprian o in relazion e al m artirio di Sisto II ricordi gen ericam en te qu attu or diacon es (CYPR . epist. 80, 1, in CSE L III, 1.2, pp. 839-840), la con n otazion e CAPITOLO 2 - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO 191 Ti bu rtiu m , Valerian u m et Maxim u m ) 1244 , si su ggerisce la su ccession e dei lu ogh i ven erati ipogei: ibi in trabis in spelu n cam m agn am et ibi in ven ies san ctu m Urban u m episcopu m et con fessorem et in altero loco Felicissim u m et Agapitu m , m artires et diacon os S yxti, et in tercio loco Cyrin u m m artirem et in qu arto Ian u ariu m m artirem ; poi in tertia ecclesia su rsu m S yn on m artir qu iescit 1245 . La m edesim a ch iara distin zion e tra le du e en tità su bdiali, la ch iesa dei san ti Tibu rzio, Valerian o e Massim o e qu ella di Zen on e, e il cym iteriu m con le cin qu e tom be di Gen n aro, Felicissim o e Agapito, Qu irin o e Urban o, presen ze articolate, però, in u n in siem e ben in tegrato, traspare ben e an ch e n el passo della biografia di Adrian o I (772-795) relativa ad u n restau ro del com plesso: ecclesiam beati Tibu rtii et Valerian i atqu e Maxim i, seu basilica S an cti Zen on i, u n a cu m cym iterio san ctoru m Urban i pon tificis, Felicissim i et Agapiti atqu e Ian u arii seu Cyrin i m artyribu s, foris porta Appia, u n o coheren tes loco, qu ae ex priscis m arcu eran t tem poribu s, n oviter restau ravit 1246 . La precision e di tali docu m en ti n on h a però im pedito u n a storia in terpretativa in tricatissim a, ch e tra l’altro riassu m e il prin cipale filon e di stu di su l cim itero 1247 e ch e h a coin volto, fin dal m om en to delle prim e scoperte ad opera del de Rossi 1248 , diversi lu ogh i con n essi alla spelu n ca m agn a, la “gran de galleria” cu i la N otitia ecclesiaru m attri bu isce ch iaram en te, si è visto, i loci san ti sotterra n ei. Qu esti son o stati, così, variam en te ricon osciu ti: il sepolcro di Urban o ven iva localizzato dallo stesso de Rossi prim a n ella “cripta qu adrata” Ax1249 , qu in di in Ag' 1250 , in fin e in u n settore ch e lo stu dioso ri ten n e dovesse essere an cora recu perato, su pposto a ovest di Ah , dove però più tardi si sarebbe scoperta la sca la di accesso occiden tale alla spelu n ca m agn a 1251 ; le tom be di Felicissim o e Agapito fu ron o ipotizzate, sem pre dal de Rossi, in Ah 1252 e, dall’Arm ellin i, sosten u to an cora dal de Rossi, dal Kan zler e, più tardi, dallo Styger, in Ag' 1253 , iden tificazion e sm en tita dal rin ve n im en to, n el 1927, n ella ch iesa di S. Nicola de’ Calcarariis, della lastra dam asian a in on ore dei du e diacon i, le cu i dim en sion i im pediscon o u n ’ipotesi di sistem azion e n el prospet to sepolcrale in qu estion e 1254 ; per le tom be di Qu irin o e di Gen n aro, in vece, Giovan n i Battista de Rossi propo n eva rispettivam en te l’u bicazion e in Ac e in Ax, attribu en do, perciò, alle facciate m on u m en tali create per l’en fatizzazion e di tali am bien ti valore in dicativo per l’in dividu azion e dei sepolcri ven erati 1255 . In effetti, però, proprio le difficoltà in terpre tative e le con tin u e n ecessa rie revision i delle ipotesi già form u late faceva sospettare al de Rossi ch e forse, n el caso della spelu n ca m agn a, l’au tore della N otitia ecclesiaru m n on segu isse coeren tem en te la sequ en za topografica dei san tu ari sotterran ei o ch e, piu ttosto, il su o elen co corrispon desse ad “u n ordin e ch e n on possiam o ravvisare n é in ten dere”1256 . L’u ltim a sistem atica revision e di tali problem atich e si deve a Fran cesco Tolotti 1257 , il cu i stu dio m u ove dall’an alisi stru ttu rale dettagliata degli am bien ti di sign ificativa rilevan za m on u m en tale disposti lu n go la “gran de galleria”, in alcu n i dei qu ali l’au tore ipotizza di ricon oscere i poli cu ltu ali del com plesso: la tom ba di Gen n aro in posizion e fron tale rispetto all’abside Ag della spelu n ca m agn a, qu elle di Felicissim o e Agapito in Ak, il san tu ario di Urban o n el cu bicolo Ax1258 e il sepolcro storica di Felicissim o e Agapito, m artiri sepolti a Pretestato, com e diacon i di Sisto II è piu ttosto sicu ra, an ch e in base all’iscrizion e dam asian a (ICUR V 13872) rin ven u ta n ella ch iesa di S. Nicola de’ Calcarariis, m a proven ien te dal cim itero dell’Appia (in fra, p. 320). La deposizion e differen ziata del papa n ella n ecropoli di Callisto e dei com pagn i di m artirio in Praetextati è u n ivocam en te riferita dalle fon ti, la Depositio m artyru m (VZ II, p. 22), il Martyrologiu m Hieron ym ian u m (AA. SS., Nov. II, 2, p. 421), il Liber pon tificalis (LP I, p. 155), il raccon to con ten u to n ella Passio Polychron ii, attribu ita ad u n periodo n on an teriore alla fin e del V secolo (D E LE H AYE 1933, p. 85: qu esto docu m en to associa al papa solo i du e diacon i Felicissim o e Agapito). Al com plesso, tra l’altro, le du e tom be son o sicu ram en te attribu ite dalla N otitia ecclesiaru m (VZ II, p. 86; in fra, pp. 311-312), dal De locis (VZ II, p. 111), dall’Itin erario Malm esbu rien se (VZ II, p. 149), dalla biografia di Adrian o I (LP I, p. 509; in fra, p. 315) e grazie ad u n a serie di docu m en ti epigrafici, l’iscrizion e devozion ale in Ax (ICUR V 13877; su pra, p. 182), la tabu la da u n probabile edificio su bdiale (ICUR V 13876; in fra, pp. 303-304) e il graffito in vocan te i m artiri su u n a lastra (ICUR V 13878; in fra, pp. 312-314). Cfr., per u lteriori in form azion i agiografich e, F. CARAFFA, s.v. Felicissim o, Agapito, Gen n aro, Magn o, Vin cen zo e S tefan o, in BSS V, Rom a 1964, cc. 602-603 e AMORE 1975, pp. 179-180. 1244 Sem bra costitu ire, in fatti, u n a pecu liarità com pilativa della N otitia ecclesiaru m (VZ II, pp. 73-99) ch e, al con trario del De locis, è stru ttu rata con il m eccan ism o del “tu gen erico” e con l’u so del presen te o del fu tu ro (in trabis, vadis, descen dis, ven ias… ) segu ito dall’in dicazion e topografica – il De locis adotta, in vece, u n m odu lo sin tattico più presen tativo, con il soggetto (il san to) al n om in ativo e verbi con cordati (est, pau sat, requ iescit, iacet…), e con la specificazion e, per lo più avverbiale, del lu ogo –, l’adozion e sistem atica della form a ad + l’accu sativo del m artire più sign ificativo del cim itero per im pian tare la direzion alità dell’in dicazion e da forn ire al pellegri- n o; ciò è eviden te soprattu tto n ei casi in cu i tale espedien te si risolve n el doppio riferim en to al m artire, il prim o per esprim ere l’in dirizzo topografico, l’altro in fu n zion e della specificazion e del lu ogo di sepoltu ra (ad esem pio: pp. 74 (E rm ete), 75 (Felicita), 76 (Alessan dro), 78 (E m eren zian a). Su l san tu ario di Tibu rzio, Valerian o e Massim o, per u n ’ipotesi iden tificativa, vd. in fra, pp. 301-306. Su l carattere “eru dito”, e perciò m en o sign ificativo in tal sen so, del forse più o m en o coevo In dex coem eterioru m , ch e privilegia in vece il riferim en to ad san ctu m Ian u ariu m , VZ II, pp. 56-59 (e su pra, p. 3 e n . 13). 1245 VZ II, pp. 86-87. 1246 LP I, p. 509. 1247 S u pra, pp. 2-3. 1248 Più precisam en te in fra, pp. 331-332. 1249 D E R OSSI 1863a; vd. su pra, p. 182. 1250 D E R OSSI 1870a. 1251 D E R OSSI 1872, p. 79. 1252 D E R OSSI 1872, p. 79. 1253 ARME LLINI 1874; D E R OSSI 1874 (proprio in segu ito alla scoperta del graffito da parte dell’Arm ellin i); K ANZLE R 1895; S TYGE R 1933, pp. 161-163 e S TYGE R 1935, I, pp. 129-136. 1254 J OSI 1927, pp. 234-248 e R E SPIGH I 1927, p. 9. 1255 D E R OSSI 1863 e D E R OSSI 1872, pp. 67-79; su i prospetti m on u m en tali e su l loro sign ificato vd. su pra, pp. 66-70. Si ricordi ch e, in effetti, solo lo stu dio del Tolotti (T OLOTTI 1977) h a defin itivam en te “slegato” qu este form e di m on u m en talizzazion e dalla presen za di tom be ven erate. 1256 D E R OSSI 1872, p. 79. Si è già rilevato (S PE RA 1998a, p. 827 n . 51) ch e in effetti n ella su ccession e dei m artiri n ella spelu n ca m agn a, il pellegrin o salisbu rgen se n on u tilizza, com e in altri casi (VZ II, p. 74, 82, 87), le form e predicative prim u s/-a per rin forzare l’ordin e topografico. 1257 T OLOTTI 1977. 1258 Vd. già su pra, pp. 182-183 per le m otivazion i in terpretative. 192 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O di Qu irin o n ell’adiacen te Aox1259 ; tu ttavia, si è visto, i caratteri ch e segn an o le trasform azion i arch itetton ich e e le m odalità fru itive di qu esti u ltim i du e am bien ti si addicon o piu ttosto a con testi legati ad u n u tilizzo fam igliare dello spazio fu n erario, con poch e sepoltu re prestigiose, prive di alcu n legam e con assetti preesisten ti 1260 , e tom be più com u n i, e sen za alcu n a form a di en fatizzazion e m on u m en tale aggiu n tiva rivolta ad u n o o più sepolcri e di u n a pu r m in im a frequ en tazion e devozion ale. Dalla gen erale an alisi topografico-stru ttu rale della spelu n ca m agn a e degli organ ism i adiacen ti sem bra em ergere ch e, alm en o n el qu adro com ples sivo dei van i ben an alizzabili 1261 , solo tre lu ogh i, Ag, Ak e AB10 1262 , riassu m en do pecu liarità evolu ti ve “tipich e”, si prestan o ad essere in terpretati com e san tu ari m artiriali, ben ch é perm an gan o com u n qu e alcu n i du bbi per iden tificazion i defin itive 1263 . Con m olta probabilità n el locu lo Ag' della parete n ord della galleria cen trale in torn o al qu ale ru ota u n a serie im portan te di in terven ti, com presa la creazion e della profon da abside con trapposta 1264 , va ricon osciu to il sepolcro del m artire Gen n aro, com e posson o garan tire sia la coeren za dell’ipotesi ricostru ttiva n ella fase dam asian a, con la calzan te ricollocazion e del m arm o dedicato dal papa en tro il prospetto sepolcrale 1265 (fig. 181), sia la gen erale con cen trazion e dei n u m erosi fram m en ti di qu esta stessa iscrizion e n el tratto della spelu n ca m agn a prossim o a qu esto sepolcro 1266 o, al m assim o, n elle fran e della sottostan te region e E 1267 ; m aggiori perplessità persiston o, in vece, su ll’attribu zion e del van o Ak e su l braccio di galleria AB10, 1259 S u pra, p. 178. Ciò soprattu tto per il van o Ax, ch e risu lta dalla rielaborazion e di u n am bien te più an tico (su pra, pp. 178-182); per Aox, in vece, in con trasto con la proposta ricostru ttiva del Tolotti, si ritien e di n on poter ipotizzare l’esisten za di u n organ ism o preesisten te (su pra, pp. 173-178). 1261 Si deve, in fatti, con siderare ch e lim iti ad u n ’an alisi esau stiva son o costitu iti dalla pessim a con servazion e e praticabilità di alcu n i lu ogh i (ad esem pio i van i A5', A5'', A5''', l’am bu lacro Ao6, di cu i u n a fran a in terrom pe la prosecu zion e a n ord, i cu bicoli A6/A6', oltre a Aom ) e, addirittu ra, dall’oblite razion e di alcu n i accessi, tre am bu lacri, rispettivam en te u n o a n ord e du e a su d, qu asi ai piedi della scala ovest, e, n el settore est, al cu bicolo Aon e ad u n altro van o adiacen te. È forse proprio in u n o di qu esti am bien ti ch e an drà cercato il m an can te qu arto polo devozion ale della spelu n ca m agn a (in fra). 1262 Vd. già su pra, p. 65, 71-74. 1263 Nel com plesso, in fatti, n on pu ò essere in dicativo a fin i topografici, per la gran de dispersion e ch e in gen erale caratterizza il m ateriale epigrafico, il rin ven im en to delle iscrizion i dam asian e associabili ai vari m artiri (vd. già S PE RA 1998a, pp. 827-828 e n . 52): si ricordi il recu pero, n el 1927, n ella ch iesa di S. Nicola de’ Calcarariis, riu tilizzata n el pavim en to, dell’epigrafe celebrativa firm ata dal papa per i m artiri Felicissim o e Agapito (ICUR V 13872); la lastra con il carm e attribu ito tradizion alm en te a Qu irin o (ICUR V 13874; vd., però, in fra, pp. 304-306 per u n ’ipotesi di con n ession e con il corn icu lariu s Massim o) si ricom pon e parzialm en te con u n a n u m erosa serie di fram m en ti, di cu i u n o solo ritrovato n ella spelu n 1260 il prim o con n esso, n elle an alisi del Tolotti, alla sepoltu ra di Felicissim o e Agapito, ipotesi resa però in certa dal forzato in qu adram en to della lastra dam asian a n ella rielaborazion e m on u m en tale del prospetto (fig. 182) e, in effetti, dal ru olo svolto da u n locu lo m on osom o n elle su ccessive trasform azion i 1268 ; in AB10 si è su ggerita la possibilità di localizzare la tom ba di Qu irin o, su lla base dell’in tegrazion e di u n ’epigrafe proven ien te da u n sepolcro terragn o dell’am bu lacro AB2 1269 . Le valu tazion i più forti per la con figu razion e di qu esti con testi com e san tu ari derivan o in particolare dalle m odalità evolu tive della loro storia m on u m en tale, riassu m ibile in u n a serie di trasfor m azion i correlabili ad u n crescen te in teresse rivolto alla valorizzazion e del sepolcro, ad esigen ze di più m assiccia frequ en tazion e, alla n ecessità di creare n u ovi organ ism i fu n erari in prossim ità. Su l fian co setten trion ale della spelu n ca m agn a i sepolcri parietali corrispon den ti al tratto Ag son o praticam en te gli u n ici ad essere sia pu re parzialm en te preservati dalla totale foderatu ra ch e obliterò in vece le n u m erosissim e altre tom be logicam en te aperte su lla lu n ga galleria 1270 (tav. IIIab); le opere m odificative, si è visto, sem bran o rivolte al secon do, dal su olo, dei qu attro locu li im pilati (figg. 183, 184: e2), il solo a rim an ere ben visibile e salvagu ardato du ran te la sequ en za degli in terven ti m on u m en tali, caratterizzato da u n a fattu ra piu ttosto in con su eta, con pian o ribassato e im boccatu ra rien tran te, rispetto alla parete, di 1617 cm 1271 . Il rivestim en to del bordo sporgen te in torn o all’apertu ra rettan golare del sepolcro con la- ca m agn a, in prossim ità di Ac, e gli altri proven ien ti per lo più dalle fran e delle region i occiden tali (du e dalle gallerie del gru ppo H , H 1 e H 5; sei da qu elle dell’im pian to F - F1/F3, F9 e F15; vd. F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 172 e in fra, p. 304). Un altro resto di m arm o con lettere filocalian e (ICUR V 13873) ven n e addirittu ra recu perato dal de Rossi n el 1850 “in stratu m in area hortu li u rban i (in m on te Tarpeio, u t ait m ihi scheda apu d Josi… )” (F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 172). Un a m in ore dispersion e sem bra caratterizzare i m an u fatti associabili alla tom ba della parete Ag attribu ita a Gen n aro (ICUR V 13871 e 13875; vd. in fra), forse per u n a più du ratu ra con servazion e dell’assetto m on u m en tale. 1264 In fra, p. 199. 1265 ICUR V 13871; vd. T OLOTTI 1977, pp. 64-71, m a più in dettaglio in fra. 1266 Diversi resti m arm orei ven n ero scoperti soprattu tto tra Ax e Ac, solo poch i m etri a ovest di Ag; vd. F E RRUA, ICUR V 13871, ad com m ., p. 171 e, in oltre, D E R OSSI 1863, p. 17; D E R OSSI 1866, p. 16; D E R OSSI 1872, p. 71; J OSI 1927, pp. 218220. 1267 Vd. Giorn ale di scavo 1 (1927-28), pp. 141-142: “precisam en te l’apice di I e m ezzo S su periore di beatissim o e l’in tero I e u n ricciolo in feriore di A di Ian u ario”. Il prim o fram m en to m an ca, in fatti, n ell’im m agin e di J OSI 1927, fig. 2, p. 222. 1268 Vd. m eglio in fra; su ll’ipotesi attribu tiva cfr. an ch e su pra, p. 65. 1269 ICUR V 14270. 1270 S u pra, p. 65. 1271 S u pra, p. 65. CAPITOLO 2 - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO strin e m arm oree, di cu i si con serva l’im pron ta n elle opere m u rarie su ccessive 1272 , costitu isce il prim o docu m en tabile ten tativo di im preziosim en to della tom ba, n on si pu ò dire se già con testu ale alla deposizion e o appen a su ccessiva, e forse pu re con n esso, m a con in certa risolu zion e arch itetton ica, a tracce di m u ri di u n ’an tica fodera del prospetto (figg. 183-185: m 8) 1273 . La defin itiva sistem azion e risolve in m an iera più esplicita il pian o di en fatizzazion e m on u m en tale della tom ba: u n poderoso m u ro in soli laterizi (figg. 183-186: m o), ch e riveste per ca. 14 m qu esto settore del lato setten trion ale della spelu n ca 1274 , con clu so, alla som m ità, da u n a grossolan a corn ice di m atton i progressivam en te aggettan ti (fig. 188), com pon e, in corrispon den za della descritta pila di locu li, u n arco a tu tto sesto, am pio 2,18 m (fig. 189), per la cu i costru zion e ven n ero in tagliate le su perfici dei du e sepolcri su periori (figg. 183184: e3-e4) 1275 , ch iu so, n el settore in feriore, da u n parapetto m u rario in legam e stru ttu rale con l’arcon e, alto in m edia 1,10 m 1276 . Un bu on assetto con servativo dell’in siem e h a perm esso u n a dettagliatissim a ricostru zion e del m on u m en to, prim a al Kan zler (fig. 187), ch e però, si ricorda, lo collegava con le sepoltu re di Felicissim o e Agapito 1277 , qu in di al Tolotti (fig. 181), il qu ale, con u n ’an alisi m in u ziosa dei dati stru t1272 L’atten ta an alisi di F. Tolotti (T OLOTTI 1977, pp. 58-71), con il qu ale u n riesam e au toptico del m on u m en to perm ette di con cordare pien am en te su lla restitu zion e delle fasi, h a eviden ziato le tracce di u n a lastrin a orizzon tale in feriore (l2) su cu i poggiava la ch iu su ra verticale del sepolcro (l1) e di u n elem en to arch itravato, posto 73 cm più in alto, spesso 3 cm . Per lo stu dioso (p. 61) la lastra di ch iu su ra l1 potrebbe essere ricon osciu ta n el m an u fatto m arm oreo in tre fram m en ti com bacian ti, recan te l’iscrizion e [- - -]u s m artys (ICUR V 14809, qu in di in tegrabile com e [Ian u ari]u s m artys), scoperto n el 1870 proprio in u n a fran a sotto Ag'; va detto, però, ch e lo spessore del m arm o, di ca. 1,4 cm , n on coin cide perfettam en te con l’im pron ta di u n a lastra di 2 cm lasciata da l1 (T OLOTTI 1977, p. 60), per cu i l’epigrafe, se ricon dotta al locu lo Ag', potrebbe an ch e essere riten u ta con n essa ad u n a sistem azion e diversa (più an tica?) dal prim o rivestim en to m arm oreo. Su lle proposte in tegrative dell’iscrizion e, ovviam en te variate in rapporto alle in ten zion i iden tificative del sepolcro, si veda sostan zialm en te F E R RUA, ICUR V 14809, ad com m ., p. 307. 1273 Resti di tali opere m u rarie, di cu i si vede il “n u cleo grezzo”, son o eviden ti in più pu n ti sotto il rivestim en to stru ttu rale posteriore (vd. an ch e T OLOTTI 1977, pp. 60-64 e figg. 26, 27, 28); forse an ch e an alizzan do qu este tracce K ANZLE R 1895, pp. 175-176 riten n e im propriam en te ch e u n più an tico m u ro in tu felli e m atton i di con solidam en to della spelu n ca m agn a avesse coperto qu elli ch e pen sava essere i sepolcri di Felicissim o e Agapito (su pra, p. 191) e ch e poi “n e fu probabilm en te atterrato u n tratto e rifatto poscia in cortin a…” (p. 176). 1274 Infra, pp. 220-221 per una valutazione di questo interven to nel quadro generale delle opere di rivestim ento della galleria. 1275 S u pra, p. 65. 1276 T OLOTTI 1977, p. 62 e figg. 25, 29, ricostru isce giu stam en te il dislivello del su olo tra l’estrem ità ovest dell’apertu ra e l’estrem ità est. 1277 K ANZLE R 1895 e tavv. IX-X; vd. an ch e J OSI 1927, p. 239 fig. 12. 193 tu rali, h a apportato an ch e correzion i a talu n e im proprietà della preceden te restitu zion e 1278 . E stesi settori dello strato m altaceo di affission e e poch is sim i resti an cora in situ perm etton o, in tan to, di rielaborare u n in tegrale rivestim en to con m arm i bian ch i lisci su gran parte della parete, per alm e n o 1,60 m a ovest dell’arco e per 4,50 m , fin o all’in gresso di Ak, a est 1279 , su ll’in tradosso e su lla faccia in tern a dei piedritti fin o al parapetto, su l qu ale va pu re ipotizzato il posizion am en to orizzon tale di u n lastron e ch e n on h a lasciato tracce (figg. 186-187: l6) 1280 . L’arcatu ra ven n e in qu adrata da colon n e di porfido su alte basi bian ch e, com poste da u n a scozia tra du e tori e u n alto plin to in feriore 1281 , sorm on tate da capitelli, n on rin ven u ti, su i qu ali correva u n a trabeazion e; l’elem en to arch itravato doveva approfon dirsi en tro lo spessore m u rario del prospetto 1282 , in m odo da costitu ire an ch e la base di appoggio per u n m arm o traforato ch e ch iu deva, com e giu stam en te proposto dal Tolotti, la lu n etta della parte su periore dell’arco; an ch e il settore sottostan te l’arch itrave, tra qu esto e il parapetto, si presen tava ch iu so con u n a più alta fascia pien a, in corrispon den za del diafram m a tra il locu lo m artiriale (e2) e il su periore, e con u n ’am pia tran sen n a rettan golare, ch e con servava la visibilità del sepolcro in torn o al qu ale ru ota l’in tera sistem azion e 1283 (fig. 190). 1278 T OLOTTI 1977, pp. 58-71 e T OLOTTI 1986, pp. 51-57. K ANZLE R 1895 n ella fig. a p. 175 m ostra parte del rive stim en to m arm oreo in alto a sin istra an cora a posto. Le im pron te con sen ton o di restitu ire lastre più alte di oltre 2 m e largh e 0,80-0,90 m , per la parte in feriore, e m arm i di ca. 1 x 0,60 m n el settore su periore. 1280 T OLOTTI 1977, p. 63. 1281 Qu este si rin ven n ero an cora a posto, con i fu sti spezzati n elle vicin an ze: vd. D E R OSSI 1870a, pp. 44-45 su l rin ven im en to. Le colon n e ven n ero ricom poste, per poi essere defrau date di tre rocch i n el m aggio 1896 e an cora ricostitu ite dopo il recu pero n el 1900 (Carte PCAS, Sen ten za del tribu n ale Civile e Pen ale di Rom a. Sezion e 1a, 9 lu glio 1900, n . 4270 del R.G. di Spedizion e delle cau se civili e com m erciali). 1282 Com e a ragion e h a ricostru ito T OLOTTI 1977, p. 62. 1283 Il loculo più basso (e1), infatti, rim ase com pletam ente nascosto sotto il prospetto m urario. Vd., per i dettagli su cui si basa tale ricostruzione, soprattutto TOLOTTI 1977, part. pp. 62-64. È verosim ile ch e apparten essero a tali m an u fatti traforati ipotizzati in Ag alm en o alcu n i dei n u m erosissim i fram m en ti di tran sen n e affissi su ll’am pia parete a est dell’arco. Un ’an alisi com plessiva del m ateriale h a perm esso u n raggru ppam en to dei pezzi u tile per l’in dividu azion e di alm en o sette diversi elem en ti, differen ziabili soprattu tto in base alla lavorazion e del bordo e agli spessori, cu i van n o ricon dotti i m olti fram m en ti con m otivo a squ am e: 1. tran sen n a con corn ice m odan ata di cu i si con serva l’an golo / sp. 4 cm (PCAS i. 01351); 2. tran sen n a con bordo liscio arroton dato, m otivo a squ am e e foglie lan ceolate n egli spazi di risu lta / sp. 4 cm (PCAS i. 01369); 3. tran sen n a con m otivo a squ am e e fiori di giglio n egli spazi di risu lta / sp. 6 cm (PCAS i. 01354); 4. tran sen n a con bordo liscio / sp. 7 cm (PCAS i. 01380, 01398); 5. tran sen n a con corn ice m odan ata di cu i si con serva l’an golo / sp. 5 cm (PCAS i. 01402); 6. tran sen n a con profilo cu rvo e bordo liscio / sp. 3 cm (PCAS i. 01355, 01387, 01391, 01394); 7. tran sen n a rettan golare con traforo a squ am e e bordo liscio / sp. 4 cm (PCAS i. 1279 194 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 181 – Ricostru zion e del sepolcro in Ag attribu ito a Gen n aro n ella fase dam asian a (da T OLOTTI 1977). Fig. 182 – Ricostru zion e del sepolcro in Ak attribu ito dal Tolotti a Felicissim o e Agapito n ella fase dam asian a (da T OLOTTI 1977). Fig. 183 – S pelu n ca m agn a, sepolcro Ag': sezion e su d-n ord della relativa parete (da T OLOTTI 1977). Fig. 184 – S pelu n ca m agn a, sepolcro Ag': sezion e n ord-su d della relativa parete (da T OLOTTI 1977). CAPITOLO 2 - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO Fig. 185 – S pelu n ca m agn a, sepolcro Ag': pian ta (da T OLOTTI 1977). Fig. 186 – S pelu n ca m agn a, sepolcro Ag': prospetto parietale (da T OLOTTI 1977). 195 196 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 187 – S pelu n ca m agn a, sepolcro Ag': proposta ricostru ttiva della fase dam asian a con l’iscrizion e in on ore dei san ti Felicissim o e Agapito (da K ANZLE R 1895). Fig. 188 – S pelu n ca m agn a, sepolcro Ag': particolare della m odan atu ra m u raria su periore. Fig. 189 – S pelu n ca m agn a, sepolcro Ag': resti dell’arco m u rario con la m alta per l’affission e delle lastre m arm oree di rivestim en to. CAPITOLO 2 - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO Fig. 190 – S pelu n ca m agn a, sepolcro Ag': asson om etria ricostru ttiva. 197 198 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Nella solu zion e ricostru ttiva del Kan zler su l parapetto è sistem ata la lastra con il carm e esam etrico dedicato dal papa Dam aso a Felicissim o e Agapito, riproposto in base alla tradizion e m an oscritta della Silloge Tu ron en se (XII secolo) 1284 e in cen trato essen zialm en te su lla celebrazion e del m artirio dei du e diacon i, prova di coraggiosa em u lazion e del n obile esem pio di Sisto II: Aspice et hic tu m u lu s retin et caelestia m em bra / san ctoru m su bito rapu it qu os regia caeli / hi cru cis in victae com ites pariterqu e m in istri / rectoris san cti m eritu m qu e fidem qu e secu ti / aetherias petiere dom os regn aqu e pioru m / u n ica in his gau det rom an ae gloria plebis / qu od du ce tu n c Xysto Christi m eru ere triu m phos / Felicissim o et Agapeto san ctis m artyrib(u s) Dam asu s episcopu s fecit (fig. 191). Tu ttavia, la scoperta, solo n el 1927, della lastra origin aria, in m arm o di Carrara, dell’epigram m a dam asian o, riu tilizzato per la pavim en tazion e della ch iesa di S. Nicola de’ Calcarariis 1285 , tagliato in tre pezzi e appen a lacu n oso solo n ella parte su periore, con la perdita della prim a riga, e n ella fascia destra, h a reso su bito im propon ibile, si è visto, tale posizion am en to, sia per le proporzion i del m an u fatto, alto più di 1 m e, soprattu tto, lu n go più di 2,50 m , dim en sion e su periore allo spazio dispon ibile su l parapetto 1286 , sia per la presen za di u n a firm a lasciata da u n visitatore, il pr(esbyter) Eu stat(hiu s) 1287 , su l bordo in feriore della lastra, collocata, perciò, ad u n ’altezza tale da favorire l’in cision e e n on , qu in di, a livello del pavim en to 1288 . Trova, in vece, u n a sistem azion e adegu ata n el prospetto m on u m en tale ricostru ito la più piccola lastra con la dedica di Dam aso a Gen n aro (Beatis sim o m artyri / Ian u ario / Dam asu s episcop(u s) fecit) 1289 (fig. 192), rin ven u ta proprio a poch i m etri da Ag 1290 ch e, con le dim en sion i di 0,89 x 1,90 m , si in serisce perfettam en te en tro la su perficie fian ch eggiata dalle du e colon n e di porfido 1291 ; an zi, la stessa elaborazion e arch itetton ica 1292 sem bra con cepita in u n m odo u n itario proprio n ell’ottica della collocazion e del pregevole m arm o in belle lettere filocalian e 1293 , ch e in du ce, pertan to, ad attribu ire con bu on a probabilità proprio alla sistem atica attività del papa n el com plesso, attestata da u n gru ppo sign ificativo di epigrafi 1294 , l’in tera e defin itiva rielaborazion e del sepolcro riferito al m artire Gen n aro. A qu esto stesso m on u m en to si ritien e di poter attribu ire, già su lla base di u n a su pposizion e del de Rossi 1295 , an ch e u n a serie di sei fram m en ti m arm orei con lettere “qu ae stilu m Philocali im itan tu r n on elegan ter”, di du bbia in tegrazion e per la eccezion ale lacu n osità, apparten en ti ad u n ’u n ica fascia alta 8,3 cm 1296 ; qu esti ven n ero, in fatti, scoperti n el 1869 proprio davan ti all’abside Ag 1297 e, ben ch é n on vi sian o n ell’assetto con servato im pron te associabili ad u n elem en to affisso di tali dim en sion i, se n e pu ò logicam en te ipotizzare la collocazion e n ella parte alta, probabilm en te proprio lu n go la trabeazion e, a rich iam o di alcu n i epistili m arm orei con iscrizion i in on ore di m artiri, qu ale, pu r n ell’im possibilità in tegrativa, va con siderato il m an u fatto in qu estion e 1298 . 01346, 01348, 01356). Si ritien e ch e qu este u ltim e du e possan o essere riferite con bu on a probabilità alla sistem azion e descritta di Ag. 1284 ICUR V 13812 (e F E RRUA 1942, n . 25 pp. 152-156). Il testo è riportato dai Codd. Götw. 64 e Clostern . 723 (vd. F E R RUA 1942, p. 153 e F E RRUA, ICUR V 13872, ad com m ., p. 171). Su ll’epigram m a dam asian o si veda an ch e CARLE TTI 1985, n . 10 pp. 37-38. 1285 Vd. in fra, p. 320 su l sign ificato ch e qu esto rin ven im en to assu m e n ella storia della depau perazion e e dell’abban don o n el m edioevo. 1286 In fatti, lo spazio su l parapetto tra le du e colon n e è appen a in feriore ai 2 m . 1287 ICUR V 13880a; vd. in fra, pp. 312-314 su lle testim on ian ze frequ en tative del san tu ario. 1288 J OSI 1927, pp. 238-244 per u n a revision e della lettu ra del Kan zler; part. pp. 242-244 per i problem i di in com patibilità creati dal graffito e dalle dim en sion i. Il rilievo del Tolotti e u n a m isu razion e diretta n on con ferm an o la m isu razion e dello Josi dello spazio tra le du e colon n e, corrispon den te a 1,79 m ; qu esto è, in fatti, di 1,98 m da u n fu sto all’altro. 1289 ICUR V 13871 (e F E RRUA 1942, n . 24 pp. 151-152). 1290 Vd. già su pra, n . 1241 p. 190. 1291 T OLOTTI 1977, part. pp. 68-70. 1292 Defin ita dal Tolotti u n o “pseu dociborio”: T OLOTTI 1977, p. 70 (vd. an ch e T OLOTTI 1986, pp. 51-64). 1293 F E RRUA, ICUR V 13871, ad com m ., p. 171: litteris … sin cere philocalian is (vd. an ch e F E RRUA 1942, p. 151). 1294 Oltre alle iscrizion i per Gen n aro (ICUR V 13871) e per i diacon i di Sisto II (ICUR V 13872), si ricordan o le fram m en tarie ICUR V 13873, 13874, 13875. 1295 D E R OSSI 1870a, p. 46, D E R OSSI 1872, p. 75 e D E R OS 1872a, p. 31; vd. però an ch e K ANZLE R 1895, p. 176. 1296 ICUR V 13875 (per la valu tazion e del carattere paleogra fico F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 173); i fram m en ti, di cu i soltan to du e risu ltan o con tigu i, n on solo correlabili in su ccession e, perch é ogn u n o con serva soltan to poch e lettere: a) [- - -]se[- - -]; b) [- - -]ra[- - -]; c) [- - -]u rai[- - -]; d) [- - -]edu [- - -]; e) [- - -]es[- - -]. 1297 Soprattu tto D E R OSSI 1872a, p. 31. 1298 Si ricordin o, in particolare, l’arch itrave dedicato da Dam a so ai m artiri del com plesso di Gen erosa (ICUR II 4747 = F E RRUA 1942, n . 6 pp. 97-98) e l’epistilio di S. E rm ete (ICUR X 26670 = F E RRUA 1942, n . 48' pp. 196-197. Un riesam e del pezzo da parte di A. E . F E LLE , in Ch ristian a loca 2001, pp. 107-108). L’epigrafe su lla fascia poteva assolvere ad u n a fu n zion e m in im am en te in tegrativa della strin gata iscrizion e dedicata a Gen n aro, ch e in effetti, proprio per l’estrem a povertà di elem en ti, costitu isce u n u n icu m n el repertorio delle iscrizion i dam asian e (vd. F E RRUA 1942); n on si pu ò, tra l’altro, n eppu re esclu dere ch e il papa avesse fatto affiggere su l sepolcro u n a doppia iscrizion e, la dedica e u n a secon da lastra, dispersa, con u n vero e proprio epigram m a celebrativo, com e si pu ò docu m en tare, soprattu tto, n ella cripta dei papi del cim itero di Callisto, n el m edesim o com plesso, su lla tom ba di Corn elio (per u n a sin tesi su lle sistem azion i dam asian e in qu esti san tu ari S PE RA 1998, pp. 37-44) e n el san tu ario di Marcellin o e Pietro su lla Labican a (G UYON 1987, pp. 382-289); tale ipotesi è an ch e in CAR LE TTI 1985, p. 36. La differen za di caratteri riscon trabile tra la dedica e i fram m en ti con siderati, i prim i, si è visto, propriam en te filocalian i, qu esti di im itazion e, ripropon e u n problem a SI CAPITOLO 2 - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO 199 Il sepolcro m artiriale, dopo l’im preziosim en to progettato da Dam aso, fu segn ato, con ogn i probabilità, solo da “ritocch i” poco sign ificativi: n el riesam e stru ttu rale F. Tolotti in dividu ava su i piedritti dell’arco “u n a m alta grigio azzu rra con gran i bian ch i, estran ea alla prim a posa della lastra”, di cu i però n on si son o più rin tracciati i resti, ascrivibile ad u n a sostitu zion e o u n a ricollocazion e della lastra traforata cen trale ch e, appu n to, era stata rim ossa 1299 ; son o pu re com pletam en te persi i segn i di u n secon do rivestim en to m arm oreo di cu i, all’epoca del Kan zler, si n otavan o tracce soprattu tto “n el sottarco … specialm en te vicin o all’im posta dell’u n o e dell’altro lato” e al qu ale lo stu dioso, giu dican dola u n a sistem azion e “n on … an teriore al V secolo”, attribu iva im propriam en te la lastra con i graffiti devozion ali a Felicissim o e Agapito valorizzata dall’Arm ellin i 1300 (fig. 326). A livello plan im etrico, però, u n ’im portan te alterazion e dell’assetto origin ario in rapporto al sepolcro m artiriale va ascritta ad u n periodo preceden te l’in terven to orn am en tale di Dam aso, probabilm en te poch i an n i o decen n i prim a, com u n qu e dopo la m età del IV secolo. A qu esta sezion e tem porale rim an da, in fatti, n ella sequ en za ricostru ttiva delle fasi stru ttu rali 1301 , l’opera m u raria altern an te n el param en to du e corsi di tu felli ad u n o di m atton i, con la qu ale ven n e rivestita u n a profon da abside (Ag), poi in ton acata, scavata n ella parete di fron te alla tom ba del san to per eviden ti esigen ze di am pliam en to dello spazio del san tu ario 1302 (fig. 155; tavv. I, IIIa-b); n ei pu n ti di svilu ppo dell’em iciclo le du e testate in globate n ella stru ttu ra m u raria apparten evan o ad altrettan ti can celli m arm orei delim itan ti l’area cu rvilin ea (fig. 193), isolata, si ritien e, dalla retrostan te e più an tica galleria A14 con l’erezion e di u n m u ro 1303 . Oltre ch e ad u n a più com oda fru izion e del polo ven erato, tale organ ism o si prestò ad u n ’occu pazion e sepolcrale in ten siva, com e risu lta soprattu tto da u n son daggio esegu ito dal Kan zler “lu n go il percorso della tran sen n a”, grazie al qu ale si rin ven n ero “tom be fin o alla profon dità di oltre du e m etri”1304 , di cu i, però, n on è dato di verificare il rapporto “fisico” con il rivestim en to pavim en tale, docu m en tato da lastre di m arm o bian co, sotto le basi davan ti al prospetto Ag' 1305 ; lo stesso svilu ppo verticale di tali organ ism i, ch e in taccaron o la volta del sottostan te am bu lacro E 1306 , si addice a sepoltu re ricavate en tro u n o spazio “san tificato” dalla vicin an za di u n m artire 1307 . affron tato in diversi con testi, ad esem pio n ei san tu ari di E rm ete e di Proto e Giacin to n el com plesso della via S alaria Vetu s (vd. A. E . F E LLE , in Ch ristian a loca 2001, pp. 107-108 per u n a sin tesi), per i qu ali si è su pposta u n a prosecu zion e dei lavori dopo la m orte di Filocalo o dello stesso Dam aso o an ch e la più logica com partecipazion e di collaboratori diversi per la realizzazion e dell’opera. 1299 T OLOTTI 1977, p. 64. 1300 K ANZLE R 1895, pp. 179-180. Vd., su lla lastra graffita (ICUR V 13878), D E R OSSI 1874 e, soprattu tto, ARME LLINI 1874, il qu ale la riten eva u n a m en sa di arcosolio. Cfr., su l reperto, soprattu tto in fra, pp. 312-314. 1301 Vd., per la restitu zion e com pleta del diagram m a stru ttu rale, in fra, pp. 212-222. 1302 Pu r con m odalità differen ti e su ggerite dalle pecu liarità dei vari con testi, la n ecessità di predisporre spazi più adegu ati ad u n a frequ en tazion e con sisten te segn a sistem aticam en te la storia dei san tu ari n elle catacom be: F IOCCH I N ICOLAI 1998, pp. 59-65; S PE RA 1998, pp. 49-54. 1303 L’abside Ag pare costitu ire proprio u n allargam en to del settore di A14 prospicien te la spelu n ca m agn a (vd. in fra, pp. 223-225 su ll’am bu lacro); il probabile m u ro divisorio n on è con ser vato in alcu n resto, m a ipotizzabile per la ripiegatu ra dell’in ton aco dell’em iciclo. Per la sistem azion e dell’abside n on si ritien e di poter con cordare con l’idea già del de Rossi (D E R OSSI 1872, p. 72, su lla base di u n a su ggestion e del Fon tan a), poi di T OLOTTI 1977, p. 71, ch e assegn a all’organ ism o “le du e colon n e di alabastro trovate in fran tu m i n ella form ae del lu ogo e oggi con servate presso l’en trata della Spelu n ca m agn a”; qu este, “disposte su lla bocca della cavità” (dove però son o le tran sen n e in cassate), “dovettero costitu ire u n triforio sim ile a qu ello ricon osciu to davan ti all’abside della basilich etta di S. Silvestro”. Pare più vicin a ad u n a ricostru zion e verosim ile l’im m agin e di K ANZLE R 1895, tavv. IX-X (fig. 187), ch e attribu iva, com e sem bra più probabile, le du e colon n e agli in sediam en ti su bdiali, aven do verificato l’assen za di asole per l’in castro delle tran sen n e su i fu sti e la m an can za di fon dazion i lu n go la corda (p. 179). Ai du e m an u fatti m arm orei delim itan ti lo spazio dell’abside potrebbero essere riferiti, si ipotizza, tre grossi fram m en ti di tran sen n e con decorazion e a can cello e parte cen trale ton da, da cu i si diparton o i raggi a n astro piatto, e bordi lisci (PCAS i. 01484, 01485, 01486), con servati in E 18, m a presu m ibilm en te proven ien ti dall’alto, dall’area della spelu n ca m agn a o dal sopratterra. 1304 K ANZLE R 1895, p. 179. Ad u n ’u lteriore perlu strazion e di qu esti sepolcri, n el m arzo 1909, fa poi riferim en to u n taccu in o del Bevign an i (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 5, s.p.), ch e n on con tien e però dati più precisi. 1305 Qu este risu ltan o in fase con lo strato di m alta del rivestim en to parietale. 1306 Al m edesim o gru ppo di form ae an tistan ti il sepolcro Ag' va, in fatti, associata la n otizia forn ita da Josi (J OSI 1927, p. 210), secon do la qu ale in u n a “rovin osissim a fran a” n ella galleria E , du ran te lavori del 1919-1922, ven n ero in traviste form ae del pian o su periore, di cu i tu ttora si distin gu on o tracce. 1307 Note gen erali su ll’occu pazion e degli spazi in rapporto alla presen za di sepolcri m artiriali n elle catacom be rom an e in R E E KMANS 1984, pp. 252-253; F IOCCH I N ICOLAI 1997, pp. 133134; N UZZO 2000a, pp. 205-209. Per u n a bibliografia gen erale su l fen om en o cfr. il qu adro già forn ito su pra, n . 1140 p. 170. 1308 Vd., per u n o stu dio estrem am en te dettagliato del con testo m on u m en tale, T OLOTTI 1977, pp. 71-87, dal qu ale ci si discosta essen zialm en te in alcu n i passaggi ricostru ttivi del diagram m a stru ttu rale. Nel van o Ak si pu ò ricostru ire u n a storia altrettan to com plessa di en fatizzazion e m on u m en tale di u n polo ven erato 1308 . Si è visto ch e n ell’assetto origin ario dell’am bien te di probabile origin e idrau lica u n in teresse particolare, già in rapporto alla prim a occu pazion e sepolcrale, ven n e rivolto ad u n a o più tom be della parete orien tale, aperte su l fon do di u n arcosolio a bassa cassa, in - 200 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 191 – Iscrizion e dam asian a in on ore di Felicissim o e Agapito ICUR V 13812, ricom posizion e di du e parti della lastra (Arch ivio PCAS). Fig. 192 – Iscrizion e dam asian a in on ore di Gen n aro ICUR V 13871 (Arch ivio PCAS). Fig. 193 – S pelu n ca m agn a, abside Ag: in casso con testu ale alla costru zion e m u raria per la m essa in opera della testata di u n a tran sen n a m arm orea. CAPITOLO 2 - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO ton acato e valorizzato dalla presen za di u n a n icch ia con piatto m arm oreo 1309 ; le su ccessive m odificazion i stru ttu rali posson o essere restitu ite attra verso u n ’an alisi m on u m en tale atten ta alla sequ en za stratigrafica di opere m u rarie e ai resti dell’ap parato orn am en tale, resa però difficile dalle con sisten ti lacu n e con servative e da sign ificativi restau ri m odern i 1310 (fig. 194). Tra i prim i in terven ti forse va in qu adrata la defin izion e dell’in gresso ad Ak m edian te du e lu n gh i stipiti in opera listata a prevalen za di tu felli (fig. 195), per lo più slegati, n el gioco degli addossam en ti stru ttu rali, alle restan ti m u ratu re dell’am bien te 1311 . Un a in iziale, im portan te con caten azion e di m om en ti trasform ativi si in dividu a proprio, logicam en te, in rapporto alle tom be su l fon do dell’arcon e est, ch e ebbe, addossata alla parete destra (su d), u n a stru ttu ra qu adran golare, per lo più in m atton i (m 10; fig. 200) 1312 , in terpretabile, si ritien e, piu ttosto com e u n a m en sa, in sostitu zion e fu n zion ale della soprastan te n icch ia, resa in efficien te da u n tam pon am en to m u rario esegu ito per con travven ire “all’eccessiva perforazion e della parete”1313 ; in tale assetto l’organ ism o fu n erario ven n e in teram en te rivestito con lastrin e di m arm i colorati, alcu n e delle qu ali, in cipollin o e in giallo an tico, son o an cora aderen ti su lle facce n ord e ovest della stru ttu ra m 10 e su i du e piedritti in tern i dell’arco del sepolcro 1314 , n on ch é su lla su perficie estradossale, in corrispon den za assiale con il m an u fatto m 10, sopra il preceden te in ton aco e sotto il posteriore m u ro m 11 (fig. 196). L’alta lu n etta dell’arcosolio fu forse già in qu esta fase ch iu - 1309 S u pra, p. 71. Il van o, in fatti, in dagato da de Rossi solo n el settore m eridion ale con l’arcosolio di Lu cen zio (D E R OSSI 1872, p. 80), ven n e, per il precario assetto con servativo, recu perato com pletam en te solo n el 1927 (Giorn ale di scavo 1, p. 116; qu i si an n ota il ten tativo di rifare la volta “in m odo da n on toccare le m u ratu re an tich e di rin forzo ch e h an n o rim picciolito il cu bicolo”. A p. 121 si docu m en ta la fin e dei lavori m u rari il 5 gen n aio 1928), m a poi fu oggetto di n u ovi lavori n el 1949 in segu ito a u n a “gran de fran a” in FT5; solo qu esto in terven to com portò l’apertu ra su l fon do del cu bicolo, in origin e ch iu so e irrobu stito con m u ratu re (vd. però in fra, p. 250 n . 1638 su lla possibilità dell’esisten za di u n a galleria Do2), e il collegam en to con FT5. Si illu stra, di segu ito, la sequ en za m on u m en tale già fru tto dell’elaborazion e diacron ica, rim an dan do alla descrizion e dettagliata di T OLOTTI 1977, pp. 71-87 per u n ’an alisi orizzon tale dei sin goli elem en ti. 1311 All’in tern o del cu bicolo qu este stru ttu re n on m ostran o relazion i fisich e se n on n ell’an golo su d-ovest, dove il rapporto è però falsato dal taglio per l’in serim en to dell’arcosolio di Lu cen zio e il posizion am en to del pilastro (m 13: fig. 200) appen a arretrato rispetto allo stipite occiden tale (perciò il Tolotti n e su ggerisce la su ccession e in vertita: T OLOTTI 1977, p. 73). I n essi con le m u ratu re all’estern o, di rivestim en to della spelu n ca m agn a, son o in vece, com e si vedrà, più ch iari: i du e pilastri e il soprastan te arco (in gran parte rifatto: vd. in fra), precedon o in du bbiam en te sia le opere di foderatu ra del settore est, sia la fase stru ttu rale in opera laterizia con testu ale all’in terven to dam asian o in rapporto al sepolcro Ag' (su pra, p. 65; 1310 201 sa da lastre m arm oree verticali 1315 . La su ccessiva m odificazion e segn a profon dam en te l’organ ism o, an ch e sotto l’aspetto tipologico-stru ttu rale, con u n deciso approfon dim en to della qu ota prim itiva raggiu n ta dall’arca dell’an tico arcosolio 1316 , per la realizzazion e di du e am pie casse sovrapposte dal profilo trapezoidale (U1-U2); il m edesim o taglio previde, in base a qu an to em erge dalla docu m en tazion e grafica del Tolotti con testu ale ad u n son daggio arch eologico, la creazion e di u n a tom ba pavim en tale parallela e im m ediatam en te adiacen te all’arcon e, con profon do pozzetto all’estrem ità n ord per sottopassare form ae preesisten ti 1317 (figg. 197-198). Per la defin izion e della coppia di sepolcri U1-U2 l’am pia e regolare cavità tu facea ven n e riem pita con u n a gettata u n itaria di opera cem en tizia con parapetto a cortin a 1318 , en tro la qu ale si risparm iò ch iaram en te u n pozzo di im m ission e e ch e obliterò com pletam en te l’apertu ra del locu lo u 3 e forse solo parzialm en te qu ella del soprastan te u 4, addossan dosi an ch e a parte del rivestim en to m arm oreo; tale stru ttu ra costitu ì, ad u n tem po, la base per u n ’u lteriore orn am en tazion e del prospetto sepolcrale, ch e ebbe u n a ch iu su ra dello spazio in tradossale m edian te lastre verticali 1319 , probabilm en te alm en o in parte traforate per tragu ardare i locu li retrostan ti, e alle estrem ità del prospetto du e colon n in e poggiate su dadi m arm orei. Men tre il m eridion ale di qu esti u ltim i du e elem en ti di appoggio si con serva an cora in situ e, per sim m etria, se n e ricostru isce l’esisten za an ch e a n ord 1320 , la presen - vd. in fra, pp. 212-222). Tale opera risu lta, tra l’altro, om ogen ea con u n a serie di in terven ti di rin forzo di cu i su ssiston o tracce sign ificative n el tron con e occiden tale della spelu n ca m agn a. 1312 Si in dividu a u n ’u n ica fila di tu felli in basso, qu asi in corrispon den za del pian o pavim en tale. 1313 T OLOTTI 1977, p. 74 (su lla lettu ra di qu esto dato su pra, n . 433 p. 71). Non così, n ell’an alisi dello stu dioso, per qu an to rigu arda m 10, associato piu ttosto alla costru zion e della serie di pilastri qu adran golari m 12, m 13, m 14 n el settore basso; si vedrà, però, ch e m en tre per qu esti organ ism i n on è possibile in dividu are du e fasi m u rarie distin te in altezza, l’in feriore in opera listata e la su periore in tu felli, m a u n u n ico in du bbio m om en to costru ttivo, tra m 10 e il soprastan te pilastro m 11 la discon tin u ità è eviden te; tra l’altro la presen za di lastrin e m arm o ree, le m edesim e rin tracciate su m 10, su ll’in ton aco ch e ricopre il tu fo n ella parte alta rispetto a m 10 e sotto il posteriore m 11 ren de eviden te ch e tale su perficie era libera da alcu n addossam en to m u rario. Vd. in fra per la valorizzazion e di qu esti dati. 1314 T OLOTTI 1977, p. 76 (fig. 33, l10, l11, l12, l13, l14). 1315 T OLOTTI 1977, p. 78 (fig. 35, l18); n on si esclu de, però, an zi si ritien e più probabile, ch e qu esto possa essere avven u to solo n ella fase posteriore. 1316 Vd. su pra, p. 71. 1317 T OLOTTI 1977, p. 86. 1318 T OLOTTI 1977, p. 78 la giu dica “alqu an to scaden te”. 1319 Si ten de ad attribu ire, in fatti, piu ttosto a qu esta fase la lastra l18 della fig. 68 (T OLOTTI 1977, p. 78, fig. 35). 1320 T OLOTTI 1977, p. 78. La base con servata presen ta du e facce scan alate. 202 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 194 – Cu bicolo Ak. Fig. 196 – Cu bicolo Ak: particolare delle m u ratu re addossate al fian co su d del sepolcro ven erato. Fig. 195 – Cu bicolo Ak: stipite m u rario ovest dell’in gresso. Fig. 197 – Cu bicolo Ak: sezion e trasversale ovest-est (da T OLOTTI 1977). Fig. 198 – Cu bicolo Ak: sezion e est-ovest ricostru ita dell’assetto sepolcrale defin itivo (da T OLOTTI 1986). CAPITOLO 2 - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO za dei piccoli fu sti addossati ai piedritti dell’arco è precisam en te testim on iata dalle im pron te lasciate dall’in globam en to di qu esti elem en ti cilin drici in posteriori opere m u rarie, dalle qu ali i preziosi m arm i fu ron o poi strappati; in particolare, il pilastro m 11 ch e sorm on ta parzialm en te la preceden te m en sa m 10, reca ch iarissim e le tracce di u n a colon n in a rastrem ata, alta circa 1 m e con diam etro m edio di 0,15 m , provvista di basetta e di collarin o su periore, oltre a con servare l’im pron ta di u n soprastan te arch itrave (fig. 199); probabilm en te la fran a del 1949, ch e in teressò il fon do dell’am bien te Ak, portò alla distru zion e della stru ttu ra corrispon den te all’estrem ità n ord, di cu i si trae n otizia da u n a strin gatissim a n ota del Giorn ale di scavo del 1927 1321 . Qu esta u lteriore fase m u raria, ch iaram en te m otivata da problem i di ordin e statico, in teressò più in gen erale l’assetto del van o, segn ato, n el settore su d prospicien te l’in gresso, da du e coppie di pilastri equ idistan ti 2 m , in opera listata con prevalen za di tu felli n ella parte alta, m 11-m 12 a est e m 13-m 14 a ovest, reggen ti arch i ribassati fu n zion ali alla costru zion e in m u ratu ra di u n a copertu ra a botte a sostegn o della più an tica volta tu facea 1322 (fig. 200); l’arco occiden tale, tra l’altro, form ava an ch e l’estradosso di u n profon dissim o arcosolio con parapetto eccezion alm en te alto e in ton acato e decorazion e floreale n ella lu n etta e su lla su perficie in tradossale 1323 (fig. 201). Con testu alm en te si creò u n a fodera su l settore term in ale della parete est (m 9) e, si deve riten ere, ven n e rivestito an ch e il fon do, in rapporto al qu ale si vide, prim a della fran a del 1949, “u n m u ro, addossato al lato di fon do (in ton acato)”1324 ; an ch e a ovest van n o im m agin ate stru ttu re an alogh e in opera listata ch e da u n a parte assolvevan o alla fu n zion e di appoggio per la volta in m u ratu ra ch e doveva pu re coprire qu esto settore dell’am bien te, dall’altra defin ivan o il van o di in gresso ad u n a galleria della region e D (Do1), origin ata proprio dal cu bicolo in qu estion e 1325 . Qu esto, tu ttavia, ven n e reso im praticabile con la costru zion e di u n m u ro in opera listata irregolare a gran de in ciden za di 1321 Giorn ale di scavo 1, p. 116; qu i si parla del restau ro di “m u ratu re an tich e di rin forzo ch e h an n o rim picciolito il cu bi colo e ove son o an cora visibili le im pron te di du e colon n in e”. 1322 T OLOTTI 1977, p. 72. 1323 In fra, p. 203; l’arcosolio, detto del presbitero Lu cen zio per l’iscrizion e dipin ta n ella lu n etta (ICUR V 14429), ven n e perlu strato, si è detto, dal de Rossi (D E R OSSI 1872, p. 80), m a reca n ell’in tradosso già u n a firm a del 1709. Su lla tom ba vd. an ch e le n ote di N UZZO 2000a, pp. 119-120. 1324 Giorn ale di scavo Ferru a, p. 3 (1949); il Ferru a an n ota ch e “poi crollaron o lo stesso tu tti e du e”. Si ricordi ch e in segu ito a qu esta rovin a si effettu ò il collegam en to, m edian te poch i gradin i in discesa, con l’adiacen te FT5 (su pra, n . 1310). 203 m atton i (m 15) ch e, foderan do, a partire dal pilastro m 14, gran parte del fian co occiden tale di Ak, costitu isce il m om en to term in ale dell’in tera evolu zion e stru ttu rale dell’am bien te 1326 (fig. 202). Nessu n a di qu este fasi di Ak riproposte n elle lin ee gen erali pu ò essere an corata a precisi in dicatori cron ologici; tu ttavia, se le m u ratu re di delim itazion e dell’in gresso, n el rapporto stratigrafico con le stru ttu re m u rarie della spelu n ca m agn a, si rivelan o eviden tem en te an teriori sia alle opere di rivestim en to del settore orien tale, sia al m u ro in laterizi con n esso alla sistem azion e dam asian a di Ag' 1327 , il m om en to più sign ificativo di trasform azion e, risoltosi n ell’elaborazion e arch itetton ica con colon n in e ai fian ch i del sepolcro, pu ò, per eviden ti an alogie sch em ich e, essere affian cato alla sistem azion e della tom ba di Gen n aro attribu ita a Dam aso, di cu i si è am piam en te trattato 1328 ; il program m a u n itario dei du e in terven ti e l’in teresse n u trito dal papa an ch e per il polo ven erato in Ak traspare, tra l’altro, già dall’osservazion e ch e il rivestim en to m arm oreo del tratto di parete setten trion ale della spelu n ca m agn a con la tom ba m artiriale si spin ge, a est, proprio fin o all’apertu ra del van o adiacen te 1329 . In tale con testo m on u m en tale ricostru ito n ei dettagli dim en sion ali si ritien e piu ttosto forzata l’i potesi in tegrativa del Tolotti in relazion e al posizion am en to della lastra con l’iscrizion e dam asian a per Felicissim o e Agapito, ch e lo stu dioso su ppon e sia da collocare su lla fron te del sepolcro già prim a della creazion e dell’im pian to orn am en tale con colon n in e e an zi ricon osce precisam en te n el resto di lastra, di cu i si con serva u n fram m en to e parte dell’im pron ta del bordo destro en tro il m u ro m 11 (fig. 67, l18 e fig. 182) 1330 . Difficoltà sign ificative derivan o sia dalle stesse dim en sion i della lastra filocalian a, ch e m algrado i ten tativi di “rifin itu ra” e adattam en to dim en sion ale dello stu dioso, con la su a probabilissim a lu n gh ezza di 2,50 m e lo spessore di 4 cm , n on pu ò trovare spazio adegu ato en tro la più corta (2,38 m ) distan za tra i du e piedritti dell’arcosolio e n ella traccia di n on più di 3,5 cm m isu rabile in m 11 1331 , sia dal- 1325 In fra, p. 247. Le an alogie costru ttive porterebbero a correlare tale m u ratu ra con l’edificio su bdiale soprastan te le region i occiden tali G e F, di cu i si dirà in fra, pp. 272-287; a qu esto in terven to, è logico, va legato il riem pim en to con opere m u rarie della galleria Do1 e del cu bicolo Doa (in fra, p. 261). 1327 In fra, pp. 218-221. 1328 S u pra. 1329 E lem en to valorizzato già da T OLOTTI 1977, p. 71. 1330 T OLOTTI 1977, pp. 76-77, 82-86. 1331 Vd. part. T OLOTTI 1977, p. 76 per le u n po’ m aldestre forzatu re proposte dallo stu dioso. Le m isu re della lastra sem bra n o essere, pu r con probabili m in im e variazion i dovu te alle lacu n e, qu elle riportate in ICUR V 13872 (2,50 x 1,00 x 0,04 m ), 1326 204 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 199 – Cubicolo Ak, sepolcro venerato: la base m arm orea scanalata e l’im pronta della colonnina nella m uratura. Fig. 200 – Plan im etria del cu bicolo Ak e dei van i adiacen ti (da T OLOTTI 1977). Fig. 201 – Cu bicolo Ak: arcosolio di Lu cen zio. Fig. 202 – Cu bicolo Ak: particolare dell’opera listata di tam pon am en to del lato ovest. CAPITOLO 2 - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO 205 le stesse din am ich e evolu tive, costrette, in base a qu esta lettu ra, in u n ritm o di ripen sam en ti e rifacim en ti ascrivibili ad u n arco tem porale ridotto, in pratica, alla fase dam asian a 1332 , an ch e a costo di profon de in con gru en ze in tern e, specialm en te la collocazion e delle colon n in e davan ti alla splen dida lastra con iscrizion e esam etrica ch e, com e è n oto, costitu iva n egli in terven ti dam asian i il fu lcro in torn o al qu ale era progettato l’apparato orn am en tale 1333 . Tra l’altro an ch e l’ipotesi di ricon oscere n elle du e casse U1-U2, otten u te dall’am pliam en to dell’origin ario arcosolio, i sepolcri di Felicissim o e Agapito, dopo lo spostam en to dai locu li parietali 1334 , risu lta in appropriata a cau sa dell’eccessiva gran dezza di tali arch e, logicam en te in adegu ata per spoglie traslate più di u n secolo dopo la deposizion e, m a an ch e per l’an om alia di tale in terven to rispetto ad u n a prassi ch e ten deva a preservare con ogn i solu zion e stru ttu rale il lu ogo origin ario di sepoltu ra, con servato, per lo più , m algrado il rifacim en to del diafram m a tra u 4 e u 5 1335 , in bu on assetto di efficien za. Tale revision e dell’im pian to in terpretativo del Tolotti n on pu ò, com u n qu e, scardin are com ple tam en te l’idea dell’attribu zion e del van o Ak ai du e diacon i di Sisto II, m a si presta a m ettere piu ttosto in du bbio la solu zion e ricostru ttiva con la lastra dam asian a su lla lu n etta dell’arcosolio, su l fon do dello “pseu do-ciborio”1336 ; tu ttavia, la con si derazion e ch e n on sem bri rin tracciabile n ell’am bien te, alm en o n ell’assetto con servato, alcu n a su perficie idon ea per l’affission e del m arm o, ch e, si è visto, la presen za del graffito di Eu stathiu s su l bor do in feriore costrin ge a posizion are “ad altezza d’u om o”1337 , e, soprattu tto, la valu tazion e ch e l’im preziosim en to orn am en tale appaia in realtà direzio n ato verso il locu lo m on osom o u 5 1338 ren don o su ggestiva l’ipotesi ch e en tro il cu bicolo Ak vada localizzata la tom ba di u n u n ico person aggio ven erato, forse proprio qu ella del papa Urban o 1339 . Le m odalità e i m om en ti ch e ricom pon gon o l’in tera sequ en za evolu tiva testim on ian o, in ogn i caso, u n cu lto forte n el cim itero. In u n a lettu ra com plessiva dei fen om en i trasform ativi si in dividu an o le esigen ze pecu liari di u n san tu ario particolarm en te attivo n ei secoli della tarda an tich ità, oggetto di in terven ti m irati a garan tire la con tin u ità di frequ en tazion e con opere m u rarie di con solidam en to statico, all’abbellim en to della tom ba rispetto al con testo e, in fin e, alla realizzazion e di sepoltu re privilegiate, ad san ctos. Nel van o Ak qu est’u ltim a esigen za è risu ltata strettam en te con giu n ta alla stessa program m azion e delle ristru ttu razion i, com e em erge sia dalla verifica ch e l’apparato orn am en tale con le colon n in e sia associato m edian te u n n esso progettu ale alle du e arch e in m u ratu ra U1-U2 e alla form a profon da an tistan te il sepolcro 1340 , sia n ell’an alisi della fase di rin forzo m u rario ch e va ascritta ad u n m om en to im m ediatam en te su ccessivo l’attività dam asian a, per la qu ale si è an n otata la con testu alità tra le stru ttu re di sostegn o della volta e delle pareti e l’arcosolio del presbyter Lu cen tiu s 1341 . È logico ch e tali m odalità di im pian to tradiscon o per qu esti sepolcri u n a com m itten za in flu en te e n on estem poran ea, ch e, per qu an to rigu arda le tom be con n esse alla sistem azion e dam asian a, potrebbe essere ricon osciu ta, per u n a logica su ggestion e, forse proprio n ei sovven zion atori del papa, risapu tam en te coadiu vato dalle ricch e e n obili gen tes della Rom a del tem po, per l’opera in qu estion e 1342 . An ch e l’arcosolio di Lu cen zio riu n isce tu tte le caratteristich e di u n sepolcro eccezion alm en te privilegiato, n on solo per la posizion e prossim a ad alm en o du e poli ven erati, qu ello di Ag' oltre ad Ak, m a an ch e per l’in discu tibile rilevan za m on u m en tale, sottolin eata dalla decorazion e a racem i e fiori rossi n ell’in tradosso e n ella lu n etta, in torn o all’iscri zion e [h]ic qu iescit Lu cen tiu s pr[esbyter] su u n gran de cristogram m a en tro coron a di serti vegetali 1343 . grosso m odo coin ciden ti con qu elle ricostru ite da J OSI 1927, p. 238 (2,50/2,65 x 0,96 x 0,032/35 m ). In oltre, il fram m en to di l18 in globato n el m u ro m 11 presen ta u n a gran a più grossa, all’an alisi m acroscopica, rispetto al su pporto, in m arm o lu n en se, dell’iscrizion e. 1332 Vd. l’esplicita form u lazion e di tale idea in T OLOTTI 1977, pp. 85-86. 1333 Su lle strategie di in terven to di papa Dam aso cfr., in gen erale, CARLE TTI 1985 e S PE RA 1998, pp. 37-44. Su lla figu ra di Dam aso, su lle vicen de con n esse allo svolgim en to del pon tificato, su l ru olo politico del papa e su l su o im pegn o per lo svilu ppo dei cu lti m artiriali n el su bu rbio rom an o, vd. l’am pia sin tesi di C. CARLE TTI , s.v. Dam aso I, in E n ciclopedia dei papi, pp. 349-372. 1334 T OLOTTI 1977, pp. 80-82. 1335 Segn alato an ch e da T OLOTTI 1977, pp. 74-75. 1336 Vd., su lla defin izion e dello sch em a con colon n e e m en sa orizzon tale già su pra, p. 198 n . 1292, m a an ch e T OLOTTI 1977, p. 70. 1337 S u pra, p. 198. 1338 Si ricordi, in fatti, ch e la m u ratu ra delle du e casse U1U2 coprì com pletam en te il locu lo u 3 e parzialm en te u 4. 1339 Vd., in fatti, in fra, n . 1445 p. 220 su lla possibilità ch e il qu arto polo ven erato della spelu n ca m agn a sia rin tracciabile n el settore degli am bien ti A6, an cora in vasi da terre; proprio da qu est’area, plan im etricam en te coordin ata con Ag e Ak an ch e per l’articolazion e dei van i ad san ctos della region e D (in fra, p. 247 ss.), potrebbe proven ire l’iscrizion e di Catu lin o, il qu ale riu scì a esau dire il desiderio di farsi seppellire ad sa<n cto>s Felicissim u (m ) et Agapit(u m ) – ICUR V 14115 –, scoperta “in u n a rovin osa fran a, a n ord est della Cripta qu adrata” (Ax) – J OSI 1927, pp. 254-255 –. 1340 S u pra, p. 201. 1341 S u pra, p. 203. 1342 Su tale ipotesi e su lle più gen erali argom en tazion i a qu esta in eren ti si rim an da a S PE RA 1994, part. p. 122 per i sepolcri del cu bicolo Ak e S PE RA 1998, p. 39. 1343 ICUR V 14429; per la pittu ra Repertorio 1993 2 , n . 11 p. 92 (alla m edesim a decorazion e apparten eva con u n a certa atten dibilità u n resto di in ton aco dipin to su u n blocco m u ra- 206 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Il person aggio, poi, appartien e alla gerarch ia ecclesiastica ed è u n o dei poch i presbiteri, oltre all’Afrodisiu s sepolto, diversi decen n i prim a, in Ag 1344 , attestati n el com plesso di Pretestato 1345 . Tale organ ism o ebbe an ch e, in u n m om en to su ccessivo, m edian te lo sfon dam en to della parete ovest, l’aggiu n ta di u n ’altra cassa, per la qu ale ven n e u tilizzato u n sarcofago, ora fram m en tario, decorato con eroti e an im ali ch e com pon gon o u n a scen a di caccia, su cu i si con serva u n a klin e con figu ra m asch ile sem irecu m ben te e rotolo n ella m an o sin istra; i du e m an u fatti, coeren ti e attribu iti al tardo III secolo 1346 , qu in di ch iaram en te di reim piego, ven n ero ferm ati e n ascosti da u n a gettata di opera cem en tizia a grossi tu fi 1347 . Tra le tom be a fossa di cu i va su pposta l’esi sten za su ll’in tera su perficie pavim en tale 1348 , qu ella coperta con il m arm o in scritto di S u perbu s, di cu i, m algrado il n om e, si elogian o le virtù di pu rez za e docilità, ben n ote ai san ti 1349 , segn a, con la data del 405, an ch e l’u ltim o term in e cron ologico dispo n ib ile p er l’u tilizzo sep olcr a le d el cu b icolo. Un ’in ten sa attività sepolcrale, tu ttavia, da leggere proprio n ell’ottica del fen om en o ven erazion ale delle tom be ad san ctos, caratterizza, tra IV e V secolo, soprattu tto gli am bien ti prossim i della region e D ch e, si vedrà, n elle gallerie orien tali si articola proprio in fu n zion e di u n a sistem atica preordin azion e di spazi fu n erari adiacen ti i sepolcri ven erati di qu esto settore della spelu n ca m agn a 1350 . rio, con servato in prossim ità del sepolcro, su l qu ale si in travede appen a u n ’im m agin e, realizzata con largh e pen n ellate rosse, probabilm en te di u n volatile, forse u n a colom ba caratterizzata da u n n im bo cru cigero, piu ttosto ch e, com e ipotizza, propon en do tale lettu ra in altern ativa, lo stesso A. Nestori, “la testa di u n a fen ice con i raggi”). 1344 S u pra, p. 75. 1345 P IE TRI 1977, p. 383. 1346 Per u n a descrizion e più dettagliata dei pezzi (PCAS i. 01403, 01404) e l’an alisi stilistica u tile per la datazion e, essen zialm en te G ÜTSCH OW 1938, p. 129, tav. 37, 3-4 e ANDRE AE 1980, n . 89 pp. 160-161, tav. 75, 7-8; cfr. an ch e S TYGE R 1933, p. 161. 1347 Vd. an ch e N UZZO 2000a, pp. 119-120 su tale fase di am pliam en to dell’arcosolio. La posizione, oltre alla rilevanza m onum entale, m otiva per la tom ba di Lucenzio una sorta di attrazione cultuale, testim o niata da graffiti, anche acclam ativi, letti sul parapetto dell’arco solio (ICUR V 14429 e fig. 325; vd. F ERRUA, ICUR, ad com m ., p. 256; im propriam ente M ARUCCHI 1933, p. 225 proponeva l’identificazione con l’om onim o presbitero ariano). Vd. P ERGOLA 1989 per una situazione alquanto affine docum entata nel com plesso di Dom itilla. 1348 An ch e grazie ad u n rapido accen n o di T OLOTTI 1977, p. 86. Il pavim en to di Ak doveva essere costitu ito, perciò, dalle ch iu su re delle form ae e com pletato in m arm o; si con serva, in fatti, il resto di u n a lastra n ell’an golo su d-ovest del cu bicolo. 1349 ICUR V 13954; si ritien e ch e la form u la delle righ e 34, qu em in n ocen tem m item q(u e) sa(n )cti n overe beati, possa essere proprio u n ’espression e m en o con su eta, m a ascrivibile al repertorio delle iscrizion i con riferim en ti a sepoltu re ad san ctos. La tom ba, per essere stata scoperta n el 1870, doveva trovarsi n el settore su d del cu bicolo (vd. an ch e J OSI 1935, p. 231, n . 52); il m arm o è però ora affisso allo stipite ovest dell’am bien te. La particolarità dell’am bu lacro AB10, la cu i an tich ità è em ersa ch iaram en te dall’an alisi diacron ico-topografica dell’area 1351 , è sottolin eata in m isu ra in equ ivocabile dai du e an goli ston dati ch e l’opera m u raria, pertin en te all’u ltim a fase di rivestim en to della spelu n ca m agn a 1352 , form a in corrispon den za del van o, aperto su l fian co su d dell’asse cen trale; qu este stru ttu re si prestan o ad essere lette com e u n a sorta di “in vito” a deviare il percorso attraverso tale diram azion e, segn alan do, com e in altri con testi sotterran ei 1353 , la presen za di u n lu ogo “privilegiato” rispetto agli altri am bien ti dislocati lu n go gli oltre 100 m dell’an tica cistern a, in rapporto ai qu ali le fodere m u rarie ven n ero in terrotte ovvero piegate a spigolo vivo verso l’in tern o 1354 (fig. 203). Pu r pesan tem en te m an om essa dalle opere rein tegrative n ecessarie dopo i devastan ti crolli del 1935 1355 , la galleria è segn ata da u n ’in teressan te evolu zion e m on u m en tale 1356 , ch e risparm ia solo poch i lacerti dell’assetto prim itivo, ricom pon ibile in u n a sem plice galleria, particolarm en te larga per la su a probabile origin e idrau lica 1357 , con locu li su lle pareti e volta segn ata dalla presen za di u n lu cern ario 1358 e in ton acata di bian co in u n m om en to n on m eglio precisabile, m a verosim ilm en te precoce (fig. 204). Lu n go il fian co orien tale dell’am bu lacro, in fatti, le posteriori opere di rin forzo m u rario risparm iaron o, a ca. 3 m dall’in crocio con la spelu n ca m agn a, u n settore lu n go 2,74 m 1350 In fra, pp. 247-256, 258-263. S u pra, pp. 17, 71-74. 1352 Per qu esta in fra, pp. 218-221. Proprio la particolarità di tali ston datu re aveva in dotto ch i scrive, n el 1998, al riesam e del con testo (S PE RA 1998a, part. pp. 807-809). 1353 Vd. F IOCCH I N ICOLAI 1995, p. 769; l’au tore ricorda l’u tilizzo di stru ttu re ston date n ell’iter ad san ctos della catacom ba di Gen erosa e n ell’“Area I” di Callisto (cfr. n ota 25). 1354 Qu esto dato em erge ch iaram en te dall’an alisi com plessiva delle stratigrafie m u rarie n ella spelu n ca m agn a (in fra, pp. 212-222). 1355 L’am bu lacro AB10, tracciato parzialm en te n ella plan im etria del 1901 fatta esegu ire dal Wilpert allo Joh n en (J OSI 1927, p. 201 = fig. 337), in qu an to già eviden ziato du ran te le in dagin i del de Rossi (D E R OSSI 1872, tav. V), ven n e in dagato n el 1903 (il Giorn ale di scavo XVIII (1902/1903), p. 123 ricor da ch e, n el gen n aio 1903, dopo m esi di sterro n el settore occiden tale della spelu n ca, si in terven n e su u n a fran a della galleria in qu estion e), m a fu n u ovam en te oggetto di lavori, i più cospicu i, in segu ito a rovin osi crolli dovu ti alle piogge n ell’au tu n n o del 1935, ch e in teressaron o appu n to le diram azion i m eridion ali del settore ovest della spelu n ca m agn a (J OSI 1936, pp. 207-209; m a cfr. an ch e in fra, p. 336). 1356 S PE RA 1998a per u n ’an alisi dettagliata del con testo, valorizzato per la prim a volta in tale stu dio in rapporto alla possibilità di localizzazion e di u n sepolcro m artiriale. 1357 S u pra, p. 17. 1358 La presen za di u n lu cern ario è ipotizzabile a ca. 6 m dalla spelu n ca m agn a, in corrispon den za di u n settore di copertu ra com pletam en te rifatta con m ateriale m odern o; qu esta è garan tita da u n a decisa obliqu ità della volta origin aria, con la su perficie pu re dealbata, tra i posteriori arch i trasversali A2 e A3 (per i qu ali vd. in fra). 1351 CAPITOLO 2 - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO dell’an tica su perficie, pu r m olto m an om essa dai restau ri m odern i, per tu tta l’altezza, in teressata da u n a pila di locu li: u n o (lc1), bisom o, lu n go oltre 1,50 m , alto 0,30 m e profon do circa 1 m , è ben con servato n el settore su periore; al di sotto il profilo di u n a stru ttu ra an aloga (lc2), alta pu re 0,30 m e lu n ga 1,55, è restitu ito dalla costru zion e m odern a M5. A 42 cm sotto il locu lo lc1 e a poca distan za dall’in terru zion e del m u ro M1 si apre u n a n icch ietta qu adran golare (N1), alta 0,19 m , lu n ga 0,45 e profon da 0,20, com pletam en te rivestita di in ton aco bian co all’in tern o e parzialm en te n ascosta, n ella parte n ord, sotto il m u ro di restau ro; si tratta, con ogn i probabilità, di u n a stru ttu ra per lam pade in fu n zion e dei sepolcri adiacen ti 1359 . Un a secon da, am pia n icch ia del tipo sem icircolare (N2) ven n e realizzata n el tu fo n el settore in feriore; dal diam etro di 0,75 m e di altezza m assim a di 0,78 m , essa presen ta u n a base in con glom erato spessa 8 cm per la posa in opera di u n piatto m arm oreo (diam . 0,66 m ), an cora parzialm en te in situ , del tipo detto “à bec de corbin ”1360 (figg. 70, 205). L’in teresse rivolto a qu esto m an u fatto fu in du bbiam en te prolu n gato; la su perficie in tern a della stru ttu ra m ostra, in fatti, la sovrapposizion e di tre strati decorativi: ad u n prim itivo in ton aco dipin to (d1'), del qu ale si in travedon o tracce di colore rosso lu n go i bordi relative, presu m ibilm en te, ad u n a fascia di con torn o di u n a figu razion e cen trale n on m eglio defin ibile, ven n e sovrapposto u n o spesso strato di preparazion e per u n ’opera m u siva (d2), di cu i perm an gon o poch e tessere per lo più ialin e, soprattu tto au ree, azzu rre e blu , con cen trate in particolare n ella parte alta 1361 ; qu an do qu este eran o già in gran parte cadu te ven n e steso u n n u ovo strato di calce, con servato in brevi lacerti, per u n a n u ova decorazion e (d3), forse an ch ’essa m u siva ovvero, n on si pu ò esclu dere, dipin ta. Con testu ale alla più an tica orn am en tazion e della n icch ia risu lta, per u n a probabile con tin u ità stru ttu rale, lo strato di m alta (d1'') con servato per u n am pio tratto (0,76 x 1,60 m ca.) n el settore cen trale della parete tu facea a n ord di N2, in terposto verticalm en te ai m atton i m odern i dell’in ter- 1359 S PE RA 1998a, p. 812. Tali reperti son o classificati da CH ALKIA 1991, pp. 4753, part. p. 53, n el tipo E , costitu ito dalle m en se roton de, m eglio defin ibili com e piatti; qu ello in qu estion e è l’esem pio It. 19 del Catalogo (p. 208) e presen ta orlo sem plice. Vd., però, più am piam en te su pra, p. 74 e n . 438. 1361 Per la realizzazion e dello strato preparatorio del m osaico fu probabilm en te asportata, per favorire u n a m igliore presa, la preceden te decorazion e n ella parte cu rva della piccola abside; in fatti, u n piccolo tasto effettu ato in qu esto pu n to h a rivelato l’assen za dello strato di in ton aco più an tico. 1362 E sse presen tan o, in fatti, u n a decorazion e costitu ita da in cision i parallele. 1363 In fra, pp. 218-221. 1364 Tale arco risu lta ch iaram en te in fase con du e an alo1360 207 ven to M5; in su perficie esso reca ch iare tracce dell’affission e di lastre di rivestim en to, alcu n e delle qu ali ch iaram en te di recu pero: in prossim ità del bordo della n icch ia, in fatti, si distin gu e ben e l’im pron ta di u n a decorazion e vegetale a rilievo m olto basso, con foglie stilizzate disposte in torn o ad u n elem en to cu rvo listellato. In qu esta fase tu tta la parete in torn o all’absidiola doveva essere foderata di m arm o: du e lastrin e di pavon azzetto (l1), pu re di riu tilizzo 1362 , son o an cora affisse a livello del su olo, in corrispon den za dello spigolo n ord di essa; resti di lastre m arm oree (l2-l3) si in travedon o an ch e aderen ti allo spessore della m u ratu ra M2, ch e rin forza il settore più m eridion ale della galleria AB10: esse rivestivan o eviden tem en te u n an golo ch e creava discon tin u ità tra la parete di tu fo in teressata dai locu li lc1-lc2 e dalle n icch ie N1-N2 e la parte a n ord di qu esta, il cu i profilo in dietreggiava, forse in segu ito ad u n a rettifica di u n a parete probabilm en te fragile e parzialm en te sfaldata già prim a dell’esecu zion e del rivestim en to m arm oreo. Pesan ti opere m u rarie, coeren ti con il radicale e più tardo rivestim en to stru ttu rale della spelu n ca m agn a 1363 , foderaron o, in u n m om en to eviden tem en te su ccessivo all’in iziale im pian to, gran parte dell’am bu lacro, il cu i in gresso su lla galleria cen trale, in fase con tali costru zion i, ven n e segn ato da u n arco in m atton i su i du e piedritti dal profilo cu rvilin eo 1364 . In AB10 tale stru ttu ra, in opera listata ch e altern a vari filari di m atton i (gen eralm en te du e, m a an ch e tre o qu attro, fin o a sette) ad u n corso di tu felli 1365 , delim ita il lato orien tale fin o all’in crocio con la galleria B14 1366 , risparm ian do, essen zialm en te, il settore cen trale con i locu li e la n icch ia N2 descritti; n el tratto prossim o alla spelu n ca m agn a, la cu i esten sion e si risolve in torn o ai 3 m , tale fodera si allin ea perfettam en te con la su perficie verticale tu facea della parete origin aria, la qu ale, du n qu e, in qu esto settore era stata verosim ilm en te tagliata per accogliere il m u ro; il tron con e m u rario più a su d an dò in vece a rein tegrare, si è visto, u n a discon tin u ità della parete già esisten te, addossan dosi al più an - gh e stru ttu re arcu ate trasversali rispetto all’am bu lacro prin cipale (tav. III, ar14, ar15). Tra l’arco di in gresso ad AB10 e i sottostan ti pilastri ston dati si n otan o su du e coppie di bipedali sistem ati orizzon talm en te, appen a sporgen ti dall’asse verticale della parete. 1365 Qu esta m u ratu ra, si vedrà (in fra, p. 218), è caratteriz zata dall’u tilizzo di laterizi di spoglio di bu on a scelta e di blocch etti di tu fo di dim en sion i om ogen ee posti in opera piu ttosto regolarm en te e separati da letti di m alta di altezza oscillan te tra i 2,5 e i 4 cm e con tracce di rifin itu ra otten u ta con la pu n ta di u n attrezzo. 1366 Prim a dell’an golo tra AB10 e B14 tale m u ro si appoggia ad u n a più an tica costru zion e in tu felli con rari ricorsi di laterizi ch e foderava an ch e la parete n ord di B14, obliteran don e i locu li (in fra, pp. 259-261). 208 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O tico rivestim en to m arm oreo. An ch e lu n go il fian co occiden tale dell’am bu lacro si segu e la m edesim a stru ttu ra ch e, prosegu en do per ca. 7 m dal pu n to di in crocio con la spelu n ca m agn a, si giu stappon e ad u n a più an tica m u ratu ra in soli tu felli, ch e rivestiva la galleria fin o agli stipiti del cu bicolo Ba, com pon en do an ch e il profilo di u n arcosolio 1367 . E ssa form a, in posizion e fron tale rispetto alla n icch ia N2 della parete est, u n a rien tran za di pian ta rettan golare, u n a sorta di n icch ia risollevata di 0,32 m rispetto all’attu ale qu ota del su olo, alta 2,20 m , larga 0,68 e profon da 0,80 e coperta con u n a piccola volta a botte ch e presen ta le tracce della cen tin a lign ea u tilizzata per la costru zion e e la gh iera in sesqu ipedali caratterizzata da u n a m alta lavorata a tettu ccio; la base è rivestita in laterizi, m essi in opera con testu alm en te alla realiz zazion e del m u ro, e in tegrata in an tico n el settore cen trale con u n a lastra m arm orea (fig. 206). Tale in terven to appare di difficile lettu ra dal pu n to di vista fu n zion ale; se, in fatti, è eviden te ch e la stru ttu ra in qu estion e n on si presti in alcu n m odo ad u n u tilizzo sepolcrale, si pu ò solo in tu ire, in m an can za di an alogie con solu zion i arch itetton ich e di qu esto tipo in altri con testi, ch e essa rivesta piu tto sto u n sign ificato cu ltu ale, in fu n zion e eviden tem en te com plem en tare rispetto alla n icch ia N2 cu i ven n e perfettam en te affron tata 1368 . La qu asi com pleta foderatu ra m u raria delle pareti assolveva, ch iaram en te, a fu n zion i prim arie di ordin e statico 1369 , garan tita an ch e dalla serie di tre arch i trasversali (A1, A2, A3) ch e sosten evan o la volta tu facea già preceden tem en te in ton acata; in oltre, su l lato ovest la stru ttu ra di rivestim en to ven n e con clu sa con alcu n i filari di m atton i gradu alm en te aggettan ti, adattati all’obliqu ità della su perficie voltata, a costitu ire u n a sorta di corn ice lu n go tu tta la parete, ch e si in terrom pe in corrispon den za del tratto m odern o di copertu ra (V1) – fig. 207 –. Per la con n otazion e “cu ltu ale” della galleria AB10 si devon o con siderare sign ificativi l’im pegn o orn am en tale rivolto, in tem pi diversi, alla valorizzazion e dell’am bien te, dapprim a occu pato da sem plici locu li, con l’affission e, su am pie su perfici alm en o della parete est, di lastre di m arm o, con la reiterata decorazion e, du ran te u n arco cron ologico ch e n on sem brerebbe ristretto 1370 , della m en sa oleoru m e con la creazion e di m an u fatti arch itetton ici, in particolare le n icch ie affron tate N2 e N3, fu n zion ali ad u n progetto di en fatizzazion e m on u m en tale, piu ttosto ch e ad esigen ze di tipo sepolcrale, e la costru zion e, an alogam en te a qu an to si vedrà lu n go la gran de galleria prin cipale, di poderose opere m u rarie ch e dovevan o poter garan tire u n a frequ en tazion e sicu ra e prolu n gata dell’am bu lacro, risparm ian do, si è detto, soltan to u n m in im o tratto di parete con locu li. È proprio in u n o di qu esti sepolcri ch e si ritien e debba essere ricon osciu to il fu lcro dell’in teresse cu ltu ale. Il dato in con trovertibile ch e in du ce ad in dividu are proprio n el van o AB10 il “lu ogo san to” e n on a riten erlo piu ttosto u n am bien te di passaggio di u n itin erario m irato ad u n altro con testo della region e B 1371 è stato in dividu ato n ella possibilità di ricostru ire l’esisten za di u n m u ro di sbarram en to 1372 , di cu i n ell’assetto stru ttu rale odiern o perm an gon o soltan to resti di m alta su i lati est e ovest dell’am bu lacro AB10, a 8,60 m dall’in crocio di qu esto con la galleria prin cipale, in corrispon den za dell’arco trasversale A3. La stru ttu ra era in realtà stata rin ven u ta per u n a bu on a altezza dallo Josi du ran te le in dagin i del 1936 n el van o “verso la galleria con l’arcosolio di Carvilia Lu cin a”, ch e è la B14 1373 , m a ven n e distru tta n el corso dei lavori e docu m en tata essen zialm en te da u n a foto, ch e n e eviden zia la fattu ra con m ateriali di spoglio, soprattu tto m arm i fram m en tari 1374 . Tale costru zion e, in du bbiam en te tarda proprio per le caratteristich e tecn ich e oltre ch e per il fatto di essere sen za du bbio l’u ltim a fase m u raria n ell’am bien te 1375 , lim itava ch iaram en te, in u n m om en to di totale “disin teresse” per la 1367 Si veda m eglio in fra, pp. 258-263 per tali organ ism i legati alle diverse fasi di occu pazion e della region e B. 1368 An ch e agli arch eologi del passato n on dovette apparire ben ch iaro il sign ificato della n icch ia N3; essa, in fatti, presen ta su l fon do, a m età circa della su a altezza, u n o scasso esegu ito presu m ibilm en te per verificare se con servasse sepolcri retrostan ti o u n am bien te fu n erario. 1369 Tali gallerie della region e B presen tan o, dal pu n to di vista degli equ ilibri statici, i m edesim i problem i, ben ch é si tratti di organ ism i di proporzion i più con ten u te, della cen trale spelu n ca m agn a, situ azion e ch e rese n ecessarie sign ificative e reiterate opere m u rarie (in fra, pp. 258-263); an ch e i recu peri m odern i di qu esti van i, si vedrà, ven n ero resi difficoltosi da im portan ti fran e (in fra, p. 336). 1370 È soprattu tto sign ificativo in qu esto sen so ch e la preparazion e per il terzo in terven to decorativo (d3) sia esegu ita qu an do il preceden te m osaico aveva già le tessere qu asi com pletam en te cadu te. 1371 Non sarebbe, in fatti, di per se stessa in dicativa la pre- sen za della n icch ia con il piatto m arm oreo, poich é in talu n i con testi sim ili m an u fatti arricch iscon o an ch e gli itin era ad san ctos: n ella catacom ba di Pan filo, ad esem pio, u n a n icch ia aperta su lla galleria ch e portava al cu bicolo del m artire era decorata con la raffigu razion e della Madon n a col Bam bin o e presso di essa ven n ero lette le firm e dei visitatori del san tu ario (J OSI 1924, pp. 76-81); u n a gran de croce ven n e dipin ta, in vece, al cen tro di u n a n icch ia poco profon da lu n go l’iter ch e i pellegrin i percorrevan o a Callisto, ch e collegava le cripte dei papi e di san ta Cecilia dell’“Area I” ai lu ogh i di deposizion e dei papi Gaio ed E u sebio e dei m artiri Calocero e Parten io n ella region e a n ord (R E E KMANS 1988, p. 37). Cfr. an ch e F IOCCH I N ICOLAI 1995, p. 774. 1372 Più in dettaglio S PE RA 1998a, pp. 821-824. 1373 La galleria è in dicata con il riferim en to all’iscrizion e ICUR V 14110, rin ven u ta in u n o degli arcosoli (in fra, p. 233). 1374 J OSI 1936, p. 213 e fig. 5 (= fig. 327). 1375 Ma su tale stru ttu ra vd. u lteriorm en te in fra, p. 315. CAPITOLO 2 - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO Fig. 203 – S pelu n ca m agn a, an goli m u rari ston dati all’in crocio con l’am bu lacro AB10. Fig. 204 – Galleria AB10: prospetto m u rario del lato est (da S PE RA 1998a). Fig. 205 – Galleria AB10: parete orien tale. 209 210 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 206 – Galleria AB10: la n icch ia N3 su lla parete occiden tale. Fig. 207 – Galleria AB10: particolare della m odan atu ra laterizia su periore. CAPITOLO 2 - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO rete cim iteriale, la fru ibilità dello spazio al polo di attrazion e devozion ale, in lin ea con u n a ten den za piu ttosto m arcata di “con trazion e” degli assetti frequ en tativi ch e caratterizza gen eralm en te la storia dei san tu ari sotterran ei n ell’altom edioevo 1376 . Tra l’altro, la sia pu r essen ziale sistem azion e del probabile sepolcro m artiriale con il rivestim en to m arm oreo e la n icch ia decorata su lla m en sa sem icircolare trova sign ificative an alogie in altri con testi cu ltu ali, n on soltan to n el già esam in ato am bien te Ak su lla stessa spelu n ca m agn a, in rapporto al qu ale, è logico, gli in terven ti di abbellim en to poteron o essere program m ati in m isu ra u n itaria e om ogen ea, m a an ch e in lu ogh i certam en te con n essi a tom be ven erate, in particolare con l’assetto m on u m en tale ricostru ibile san tu ario del cim itero Maggiore, su lla via Nom en tan a, n el qu ale, forse in torn o ai prim i an n i del V secolo, al sepolcro attribu ito ai m artiri Papia e Mau ro ven n e affron tata u n ’am pia n icch ia sem icircolare decorata con affresch i 1377 ; valore cu ltu ale, oltre ch e decorativo, assu m e an ch e l’absidiola scavata in prossim ità del sepolcro riten u to di San ta Cecilia, n el cu bicolo retrostan te la cripta dei papi del cim itero della via Appia, n ella qu ale cam peggia il bu sto di Cristo, e, n ello stesso com plesso, n el cu bicolo dei m artiri Calocero e Parten io, la n icch ia rettan golare in fase con gli in terven ti m u rari riferiti al VI-VII secolo, creata forse in sostitu zion e di u n ’an aloga stru ttu ra più an tica obliterata 1378 ; in oltre, n el cim itero di Calepodio su lla via Au relia Vetu s, accan to al locu lo del papa Callisto, alla su perficie di tu fo ven n e giu stapposta u n a m en sa cilin drica in tu felli e m atton i forn ita, in u n m om en to su ccessivo, con testu alm en te al rivestim en to m u rario della parete, di u n a n icch ia soprastan te decorata in m osaico 1379 . Le fasi di trasform azion e del lu ogo, tra l’altro, sem bran o in qu adrarsi con particolare coeren - 1376 Meglio in fra, pp. 311-315. F ASOLA 1954-44, part. pp. 84-89. 1378 Per il prim o san tu ario cfr. D E R OSSI 1864-77, II, pp. 113-114 e W ILPE RT 1910, part. pp. 46-49; su lle pittu re ch e decoran o la n icch ia vd. an ch e F ARIOLI 1963, pp. 41-43 e O SBOR NE 1985, pp. 310-312. Su l cu bicolo di Calocero e Parten io D E R OSSI 1864-77, II, p. 217 e R E E KMANS 1988, pp. 162-163 e 219. L’esisten za di u n a n icch ia soprastan te la m en sa è su pposta an ch e presso i locu li di Marcellin o e Pietro n el cim itero della via Labican a n ella ricostru zion e proposta da G UYON 1987, pp. 383-389 e fig. 224. Tra le stru ttu re di qu esto tipo in con testi cu ltu ali va an n overato an ch e u n an alogo organ ism o del vestibolo della catacom ba di S. Valen tin o, decorato con u n a pittu ra raffigu ran te il bu sto della Madon n a con il Bam bin o (B OSIO 1632, pp. 578-583, tav. 65). Su ll’associazion e com u n e di n icch ie con m en se vd. an ch e G UYON 1987, pp. 330-335. 1379 Per u n ’an alisi stru ttu rale di qu esto con testo si veda N E STORI 1971, part. pp. 195-201. 1380 Per Ag vd. su pra, p. 65 e pp. 192-199 e per Ak su pra, pp. 71-74 e 199-206. 1381 In fra, p. 220. 1377 211 za n ell’am bito della storia evolu tiva degli altri du e san tu ari sicu ram en te ricon oscibili su lla spelu n ca m agn a, Ag e Ak; accan to alle precoci opere di valorizzazion e m edian te l’affission e di lastre m arm oree su l prospetto sepolcrale em erse dalle sin gole an alisi 1380 , acqu istan o u n particolare sign ificato, an ch e ai fin i di u n a defin izion e cron ologica di tale in terven to, le affin ità tecn ico-costru ttive eviden ziabili tra le stru ttu re di sostegn o parietale in opera listata in AB10 e qu elle, a soli m atton i, ricon du cibili alla fase dam asian a del prospetto di Ag', ch e, si è visto, si spin ge fin o all’in gresso di Ak 1381 ; sign ificativi in tal sen so appaion o, in fatti, n on solo l’in discu tibile iden tità n ella lavorazion e degli strati di m alta, solcati, si direbbe, dal m edesim o stru m en to a pu n ta, pu r con la m essa in opera di m ateriale diverso 1382 , m a an ch e l’adozion e della con clu siva corn ice aggettan te di laterizi, solu zion e pecu liare n on altrove attestata lu n go tu tta la spelu n ca m agn a, ch e, n on si pu ò esclu dere, poteva an ch e assolvere ad u n a con ten u ta fu n zion e di “sottolin eare” in term in i arch itetton ici la rilevan za del lu ogo. Per u n ’ipotesi di più precisa iden tificazion e del san tu ario pu ò assu m ere u n qu alch e valore in dicativo, an ch e n el qu adro gen erale delle proposte iden tificative, u n ’iscrizion e, scoperta du ran te le attività del 1936 all’in tern o di u n a tom ba pavim en tale in dagata in AB2, n elle im m ediate adiacen ze qu in di del m on u m en to esam in ato, ch e riferisce l’acqu isto di u n locu s qu adr[isom u s in cim i]tero Praetestat[i ad san ctu m Qu iri]n u (m ) m artore(m ) 1383 . Alla presen za del sepolcro m artiriale n ell’am bu lacro AB10 va logicam en te con n esso l’in ten so sfru ttam en to fu n erario di qu esto settore della region e B, ch e, si vedrà 1384 , arriverà a con figu rarsi, n ell’assetto fu n erario fin ale, com e u n a vera e propria area-retrosan ctos, radicalm en te in teressata da 1382 Cfr. an ch e in fra, pp. 218-221 per la defin izion e com plessiva di tale in terven to m u rario. 1383 ICUR V 14270; in effetti l’iscrizion e pu ò essere in tegrata sia con la form a [Qu iri]n u (m ) m artore(m ), sia com e [Urba]n u (m ) m artore(m ), m a qu est’u ltim a risu lta m en o probabile, m an can do l’appellativo episcopu s (vd. già S PE RA 1998a, p. 828); cfr. an ch e G UYON 1974, p. 556 (e P IE TRI 1977, p. 400) su lla possibile in dividu azion e di alcu n i n om i di fossori, Ben aclu s, S u ccessu s e Prim u s, n ella parte fin ale del testo, caratterizzato tu ttavia da u n a sequ en za di errori di trascrizion e, cau sa di gravi perplessità n ella lettu ra. Il m arm o presen tava, n el m om en to della scoperta, u n o strato di calce su lla su perficie, ch e n on n e faceva esclu dere u n ben ch é an om alo riu tilizzo (J OSI 1936, p. 215, fig. 7 e Giorn ale di scavo 3 (1935), p. 210). Dal resocon to au tografo di Josi appare piu ttosto sicu ra la proven ien za dalle form ae di AB2, piu ttosto ch e da B6 (dove, in vece, l’iscrizion e è con servata; acqu isizion e posteriore al con tribu to del 1998, dove im propriam en te si propon e l’attribu zion e a qu est’u ltim a – S PE RA 1998a, p. 828 –). 1384 In fra, pp. 258-263. 212 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O organ ism i sepolcrali parietali e pavim en tali 1385 ; l’attrazion e esercitata dal lu ogo ven erato in du rrà, ad esem pio, i fru itori del cu bicolo Ba, ch e n ella fase di im pian to apriva il su o in gresso su lla galleria B6, a tam pon are l’apertu ra origin aria per creare u n n u ovo passaggio proprio da AB10 1386 . An ch e n ell’ottica delle presen ze ven erate n ella spelu n ca m agn a e n ei van i adiacen ti va im pian tata l’an alisi dell’in tera sequ en za degli in terven ti stru ttu rali ch e portaron o progressivam en te al com pleto rivestim en to m u rario della gran de galleria cen trale. Di qu esta, in fatti, le an om alie volu m etrich e e la qu ota di escavazion e n el tu fo più alto e friabile 1387 , m otivati dall’origin e n on cim ite riale dell’organ ism o 1388 , avevan o posto con in du bbia precocità problem i di ordin e statico, sfociati in con tin u i irrobu stim en ti e m an om ission i delle pareti. Tali su perfici si con figu ran o, in fatti, com e u n tessu to disorgan ico e com plesso, di difficile ricom posizion e diacron ica; la restitu zion e del diagram m a evolu tivo va pertan to defin ita pon en do in in terrelazion e le associazion i tipologich e delle m u ratu re, stabilite su lla base di affin ità n ella scelta dei m ateriali e n elle m odalità della loro posa in opera, oltre ch e n elle caratteristich e dei legan ti, e i rapporti stratigrafici tra le varie stru ttu re 1389 . Sotto le in in terrotte costru zion i posteriori il profilo dell’an tica cistern a, rein sediata, tra la fin e del II secolo e gli in izi del III, a scopo fu n erario 1390 , com e si è visto, è pressoch é scom parso (fig. 208); posson o, però, essere ascritti già all’origin aria fase idrau lica i con torn i dei tre pu tei qu adran golari, poi riu tilizzati com e bocch e di lu ce 1391 , situ ati in posizion e m edian a n ella spelu n ca m agn a, rispettivam en te tra Aox e Ac l’occiden tale (O), in corrispon den za di Ag qu ello est (O5) e, il cen tra- le, tra A6 e Ax (O4); m en tre qu est’u ltim o m ostra sem plicem en te i qu attro lati n el tu fo, gli altri du e pozzi con servan o resti di u n rivestim en to a soli tu felli, dalla fattu ra n on troppo accu rata ch e defin iscon o, all’attacco della volta tu facea, pu re con servata in tegra in più pu n ti del settore ovest, arch etti poco sign ificativi in rapporto agli organ ism i sepolcrali e sicu ram en te an teriori alle fodere m u rarie sottostan ti 1392 (fig. 209). Gli in terven ti più precoci in con n ession e con l’occu pazion e fu n eraria van n o ricon osciu ti sen za du bbio n elle tre facciate m on u m en tali ch e an daron o a valorizzare, sosten en don e i prospetti in trodu ttivi, l’in gresso dei tre van i preesisten ti Ah , Ac e Ax1393 ; la sovrapposizion e stru ttu rale all’estrem ità est della facciata di Ah garan tisce la posteriorità, rispetto a qu este più an tich e opere, di u n a serie di tre coppie di pilastri reggen ti arch i trasversali (ar1, ar2, ar3), localizzati in prossim ità della scala ovest della spelu n ca m agn a e in terposti tra le apertu re dei van i A1, A5 e A5' del lato n ord 1394 . La costru zion e di qu esti rin forzi in opera listata, con regolare altern an za di u n filare di m atton i ad u n o di tu felli, pesan tem en te rein tegrati, in particolare n ei pilastri, n el corso dei restau ri m odern i, risu lta, tra l’altro, coeren te con la defin izion e m u raria arcu ata degli accessi ad A1 e A5; solo qu an do qu esto gru ppo di stru ttu re era già stato realizzato le su perfici della spelu n ca m agn a fu ron o in teressate dalla stesu ra di u n resisten te strato di in ton aco bian co, ch e copre i tratti origin ari, tu facei, della volta e, appu n to, le opere m u rarie appen a descritte 1395 . Nella con caten azion e degli in terven ti costru ttivi van n o letti com e u n o dei prim i passaggi del diagram m a stratigrafico, m a su ccessivo alla fase di dealbatu ra dell’am bu lacro, alcu n i lacerti m u rari in opera listata con figu rata in cortin a con l’alter n an za di du e filari di tu felli ad u n o di laterizi (fig. 211) e caratterizzata da u n im pasto m altaceo (Tipo 3; fig. 210c) con bu on a com pon en te calcica, 1385 J OSI 1936, p. 207 ricorda, ad esem pio, le “m olte e profon de form ae” ch e avevan o reso difficili i lavori di scavo (m eglio in fra, p. 258-259). 1386 In fra, p. 261 e S PE RA 1998a, p. 825. 1387 D E ANGE LIS D ’O SSAT 1943, pp. 170, 172; vd. già su pra. 1388 Su lla cu i fase idrau lica cfr. su pra, pp. 11-19. 1389 Per u n pan oram a com plessivo delle tecn ich e u tilizzate n egli edifici paleocristian i si veda l’aggiorn ato qu adro di CE CCH E LLI 2001; su lle pecu liarità delle m alte tra tarda an tich ità e alto m edioevo S ATURNO 2001. 1390 S u pra, pp. 65-77. 1391 S u pra, p. 18. 1392 Per il lu cern ario tra Ac e Aox T OLOTTI 1977, pp. 89-90 an n ota ch e l’im boccatu ra era origin ariam en te più piccola; vd. su pra, n . 1157 p. 174 su l valore dato dallo stu dioso alla sagom a di u n piccolo arco visibile su ll’arco di in gresso ad Aox. 1393 Vd. diffu sam en te su tali opere su pra, pp. 66-70, 74-75. 1394 Le du e tipologie m u rarie son o pu re caratterizzate da legan ti m olto diversi già all’esam e m acroscopico; le facciate m on u m en tali presen tan o u n im pasto m altaceo (Tipo 1; fig. 210a) ten ace, di colore ten den te al violaceo, om ogen eam en te caratterizzato dalla presen za di piccolissim i in clu si di origin e differen ziata (tu fi e m arm i soprattu tto); si n otan o an ch e m in u scole e sporadich e presen ze calcich e. La m alta dei tre arch i (ar 1, ar 2, ar3: Tipo 2; fig. 210b), piu ttosto resisten te e terrosa, con colore ten den te al violaceo, presen ta rari n u clei di grassello, in clu si di n atu ra pozzolan ica e scagliette di laterizi. In corrispon den za di Ah , appu n to, è eviden te l’addossam en to del pilastro di ar1 all’opera laterizia del prospetto m on u m en tale, m a an ch e, si vedrà, la posteriore costru zion e, appoggiata al pilastro e al su o in ton aco, della m en sa qu adran golare (su pra, pp. 183-186 e in fra). 1395 Le m u ratu re su ccessive, in fatti, ven n ero sistem aticam en te addossate a tale rivestim en to. R estitu zion e diacron ica dell’assetto stru ttu rale (tav. IIIa-b) CAPITOLO 2 - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO Fig. 208 – S pelu n ca m agn a (Arch ivio PCAS). Fig. 209 – S pelu n ca m agn a, m u ratu re di rivestim en to del pozzo preesisten te in prossim ità di Ag. 213 214 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O (a) (b) (c) (d) (e) (f) (g) (h ) Fig. 210 – Mu ratu re n ella spelu n ca m agn a, cam pion atu ra degli im pasti m altacei: Malta tipo 1 (a); Malta tipo 2 (b); Malta tipo 3 (c); Malta tipo 4 (d); Malta tipo 5 (e); Malta tipo 6 (f); Malta tipo 7 (g); Malta tipo 8 (h ). CAPITOLO 2 - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO m olti in clu si tu facei e con radi e m icroscopici n u clei di grassello 1396 ; tali stru ttu re si in dividu an o, an cora n el settore occiden tale della spelu n ca m agn a, in prossim ità di alcu n i accessi, le gallerie AB1 e AB3 del fian co m eridion ale, di cu i form an o, rispettivam en te, lo stipite est e qu ello ovest, m en tre u n tratto della m u ratu ra copre la parete n ord dall’apertu ra di Ab' verso ovest per ca. 3 m . In qu esto in terven to, presu m ibilm en te ben più esteso dei resti con servati, si pu ò in dividu are la prim a im portan te opera di con solidam en to del gran de am bu lacro, ch e previde an ch e la realizzazion e di arch i trasversali (afferen te a qu esta fase è l’arco ar4 coeren te con i m u ri descritti), m a, soprattu tto, m ostra u n particolare in teresse per i sepolcri su lle su perfici origin arie: il m u ro con servato a n ord, in fatti, presen ta n ella parte alta u n a serie di fen estellae qu adran golari risparm iate n el corso della costru zion e con lo scopo di poter tragu ardare i locu li retrostan ti 1397 e, n el settore in fer ior e, com p on e sa gom e locu la r i p u r e con l’affission e di lastre m arm oree an epigrafi, solu zion e, si ritien e, m irata proprio a con servare i segn i delle tom be obliterate 1398 ; pu re per garan tire la visibilità dei sepolcri esisten ti la m edesim a m u ratu ra su l lato su d doveva rin forzare l’organ ism o m edian te arch i addossati al tu fo, di cu i si con serva u n resto in legam e con lo stipite orien tale di AB1. Con testu alm en te, com e provan o ch iare affin i tà stru ttu rali, ven n e defin ito su l fian co m eridion a le della spelu n ca l’am pio accesso arcu ato al van o Aox ch e, si è visto, si lega alle fodere in tern e dell’am bien te 1399 ; l’apertu ra, larga al pu n to da perm et tere facilm en te l’in trom ission e del sarcofago ch e avrebbe occu pato il fon do del cu bicolo 1400 , su bì u n restrin gim en to solo in u n a fase posteriore 1401 . Il su ccessivo segm en to tem porale n el program m a di con solidam en to della spelu n ca m agn a è ch iaram en te in dicato da u n a serie di costru zion i, sei arch i trasversali (ar5, ar6, ar7, ar8, ar9, ar10), talora con n essi con bran i di m u ratu ra coeren te in opera m u raria a predom in an za di tu felli (fig. 212), con im pasto m altaceo ad alta com pon en te calcica e in clu si eterogen ei (in particolare creto n i e n u clei di grassello) di m edie dim en sion i (Tipo 1396 Nell’im pasto si n ota an ch e la presen za di vacu oli. Un ’an aloga piccola apertu ra si con serva an ch e, n ella m edesim a m u ratu ra, su lla parete opposta, in alto e a ovest dell’in gresso ad AB3. 1398 Si vedrà ch e qu esto espedien te, alqu an to an om alo, è docu m en tabile in più pu n ti n ei m u ri di rivestim en to della region e B: cfr. in fra, pp. 259-261. 1399 Vd. in dettaglio su pra, pp. 173-178 per l’im pian to del cu bicolo e la su a con figu razion e stru ttu rale. 1400 S u pra, pp. 174-178. 1401 S u pra, p. 174. Alla m edesim a fase si ritien e di poter riferire an ch e la defin izion e m u raria dell’in gresso al van o Aom : tav. IIIa-b. 1397 215 4; fig. 210d); di tali stru ttu re, in dividu abili a distan ze n on costan ti lu n go il tratto occiden tale dell’am bu lacro, fin o all’am bien te Ak, di cu i com pon go n o gli stipiti, è eviden te il rapporto di posteriorità rispetto alla foderatu ra preceden tem en te descritta n el tratto tra Aa e Ab', dove si n ota ben e l’ad dossam en to a qu esta, frattu rata all’estrem ità ovest, e, in vece, di an teriorità della serie di arch i ar5ar10 rispetto alle opere m u rarie di sistem azion e radicale ch e vi si appoggian o sistem aticam en te. È probabile ch e tali più an tich i in terven ti di con solidam en to statico, pu r essen do con servati in m isu ra con ten u ta rispetto alle più con sisten ti origin arie esten sion i, n on costitu iron o m ai u n rivestim en to com pleto della lu n ga galleria, m a si lim itaron o, piu ttosto, a rin forzare settori più o m en o lu n gh i in base a n ecessità occasion ali, spesso in rapporto alla presen za di apertu re di am bien ti in u so, la cu i presen za ren deva più fragili gli equ ilibri delle pareti tu facee. Il prim o progetto organ ico e piu ttosto radicale è costitu ito da u n ’opera di rifoderatu ra ch e si segu e lu n go tu tto il profilo della spelu n ca m agn a, dall’in gresso est, in fase con il rifacim en to degli stessi gradin i, per u n tratto u n itario, in terrotto solo dal parziale rifacim en to m odern o delle su perfici, di circa 36 m , fin o all’in gresso del cu bicolo Ak, al cu i stipite orien tale tali stru ttu re si addossan o 1402 (fig. 213). L’an alisi organ ica e com plessiva delle m u ratu re in du ce ad associare al m edesim o in terven to an ch e alcu n i m om en ti costru ttivi n el settore occiden tale dell’am bu lacro: u n bran o di rivestim en to di oltre 6 m lu n go il fian co m eridion ale, a ovest dell’abside Ag, ch e rispetta, appoggian dosi, i pilastron i della preceden te opera listata a prevalen za di tu felli 1403 ; il rin forzo degli in gressi ad Ac e ad Ax, m edian te il restrin gim en to di qu est’u ltim o e l’addossam en to alla facciata m on u m en tale di Ac (il cd. “Arco bello”) 1404 di u n solido arco su poderosi pilastri, dal qu ale partiva an ch e la stru ttu ra trasversale ar11; opere di foderatu ra all’estrem ità occiden tale, di cu i si con servan o diversi resti (in m isu ra con sisten te rein tegrati da restau ri m odern i), tra cu i l’arco ar12, relativi, 1402 Si pu ò riten ere ch e proprio in tale fase di rivestim en to del settore orien tale della spelu n ca m agn a n e ven n e appen a abbassato il livello del su olo, progressivam en te a partire da Aom (da poch i cm a ca. 0,50 m in corrispon den za della scala est); qu esto rese n ecessaria la creazion e di gradin i per i cu bicoli più ad est (il gradin o in feriore di Ap è, in fatti, coeren te con le opere descritte). Tale m in im o abbassam en to del su olo è attribu ito dal Tolotti (T OLOTTI 1978, fig. 4 p. 173 e p. 182) al passaggio tra la fase idrau lica della spelu n ca m agn a e il riu so fu n erario. 1403 S u pra. 1404 S u pra. 216 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 212 – Mu ratu re su lla spelu n ca m agn a. Opera a prevalen za di tu felli. Fig. 211 – Mu ratu re su lla spelu n ca m agn a. Opera listata 2tu f/1lat. Fig. 213 – Spelu n ca, settore orien tale. CAPITOLO 2 - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO 217 soprattu tto, alla scala, ch e ven n e rivestita lateralm en te e in trodotta da du e sem icolon n e in m u ratu ra fian ch eggian ti l’in izio dei gradin i dal basso, con clu se da laterizi posti in orizzon tale a form are u n gioco m odan ato di pian i 1405 . Coeren ti con tali opere appare an ch e la m en sa qu adran golare giu stapposta all’in gresso di Ah 1406 , in serita tra lo stipite orien tale del prospetto con tim pan o e il pilastro reggen te ar2, con la su a su perficie in ton acata 1407 . La m an cata u n iform ità tipologica di qu este stru ttu re è solo apparen te: si tratta, in fatti, sostan zialm en te di costru zion i in opera listata altern an te u n filare di laterizi, di spoglio m a per lo più in tegri, ad u n corso di tu felli ben squ adrati (fig. 214), con m alta piu ttosto ten ace, di colore grigiastro, caratterizzata dalla predom in an za di creton i di m edie e gran di dim en sion i (Tipo 5; fig. 210e) 1408 ; n ell’irrobu stim en to del settore est la scelta dei m ateriali si ridu ce, per la fascia in feriore, corrispon den te ad u n ’altezza costan te di ca. 1,50 m , ai soli m atton i 1409 , m olto probabilm en te per ragion i di ordin e statico; le fodere di tali tron con i di galleria dovevan o, in fatti, sosten ere la volta a botte in m u ratu ra (v1', v1''), la cu i costru zion e, esegu ita con l’u so di cen tin e 1410 (fig. 215), si era resa n ecessaria in qu esta fase in sostitu zion e delle ch iaram en te ipotizzabili più an tich e copertu re tu facee 1411 . Tale sistem azion e, coeren te e gen erale, della spelu n ca m agn a assolve a fin alità ben eviden ti: prim a di tu tto il rin forzo statico, con cen trato in u n settore, qu ello orien tale, an cora per lo più privo di stru ttu re di con solidam en to 1412 , m a forse grave m en te segn ato dall’in stabilità della volta; qu esto ven n e garan tito n ella pien a con siderazion e delle esigen ze fu n erarie, sia n el rispetto dei già esisten ti sepolcri parietali, risparm iati con am pie arcatu re, e dei passaggi a tu tti gli am bien ti laterali 1413 , sia n ella stessa defin izion e stru ttu rale di n u ove tom be, alcu n i locu li n ella parete setten trion ale prossim a alla scala e, a su d, du e arcosoli ai fian ch i dell’im bocco della galleria A12 1414 . Ma, ad u n tem po, il program m atico in terven to si rivolge an ch e ai du e in gressi della spelu n ca m agn a, posti alle estrem ità dell’am bu lacro. Per qu ello orien tale le opere m u rarie con siderate, ch e, si è detto, previdero an ch e il rifacim en to dei gradin i, van n o in tegrate con le n on più esam in abili, poich é in terrate, stru ttu re di en fatizzazion e dell’ac cesso, portate alla lu ce attraverso u n o scavo di A. Ferru a del 1963 1415 : tali lavori eviden ziaron o ch e la scala est, com posta di sette gradin i, si apriva, m u n ita di soglia con in cassi per u n a porta e stipi ti in travertin o 1416 , su u n cortile rettan golare di 18 x 8,5 m , ricavato m edian te lo sban cam en to della fron te collin are; il prospetto, an ch e con fu n zion e di con traffortam en to del terren o, era stato articola to in u n a su ccession e di otto pilastri (du e a su d della porta e sei a n ord) e rivestito con la m edesi m a opera listata altern an te u n corso di tu felli e u n o di m atton i 1417 ; valorizzavan o u lteriorm en te l’a pertu ra du e pilastri, posti ai lati dell’in gresso, con 1405 I m u ri fian ch eggian ti la scala si prolu n gavan o verso ovest, dove l’organ ism o doveva aprirsi su lla fron te collin are; qu esti, di cu i du ran te i lavori del 1931 ven n e verificata la posteriorità rispetto ad alcu n e form ae, “tagliate dalla fon dazion e del corrispon den te m u ro della scala” (Giorn ale di scavo 3, p. 68), fu ron o parzialm en te distru tti du ran te lo spian am en to per la costru zion e del Mu seo cristian o (Giorn ale di scavo 3, p. 71): vd. in fra, pp. 287-288. 1406 S u pra. 1407 S u pra, pp. 183-186. 1408 Si n ota, n ei diversi prelevam en ti, il persistere delle com pon en ti di base, con u n a variazion e della ten acità del com posto, giu stificabili con la preparazion e in m om en ti differen ziati del legan te. 1409 Pu r in tale difform ità di m ateriali, solo laterizi in basso e altern an za di tu felli e m atton i sopra, n on vi è du bbio ch e il tessu to m u rario sia u n itario. 1410 Si leggon o, in fatti, le im pron te delle assi rettan golari su lla su perficie in tradossale. 1411 In qu esto settore della spelu n ca m agn a il diafram m a tra la som m ità dell’am bu lacro e la su perficie estern a del su olo doveva essere veram en te esigu a: vd. figg. 356-357. 1412 In u n pu n to, tu ttavia, a ovest dell’in gresso di ATd, va rilevato ch e qu esta fodera an dò ad addossarsi a u n a stru ttu ra preceden te. Il fatto ch e tale settore della spelu n ca m agn a fosse stato m en o in teressato da m u ratu re si pu ò forse porre in relazion e con la leggera posteriorità dei van i aperti su qu esto tron con e di gallerie e con l’ipotesi di u n even tu ale prolu n gam en to verso est dell’origin aria cistern a solo n ella fase fu n eraria (su pra, p. 77). 1413 Su l fian co n ord A0, Ac, Ak, Aom , Am , ATd, Al, Ap; su qu ello su d I, A0', Ah , Aox, Ao14, A13, A12, Ao12, Aon , Aon ', An , A16. 1414 Su lla tipologia e la decorazion e di qu esti vd. in fra, p. 221. 1415 F E RRUA 1964; m a vd. più diffu sam en te in fra, pp. 288292 su l com plesso di stru ttu re n elle su e diverse fasi. Prim a dell’in terro la scala ven n e sbarrata da u n m u ro m odern o. 1416 F E RRUA 1964, pp. 151-152: “Lu n go il batten te (della soglia) corre u n a leggera gola com e per ricevere più com odam en te la porta. Su l m argin e di essa son o du e bu ch i ton di, u n o più grosso al cen tro ed u n o più piccolo all’estrem ità sin istra (verso su d), i qu ali ci fan n o in ten dere ch e la porta doveva girare sopra il bilico di sin istra, apren dosi verso l’in tern o della catacom ba, ed essere piegh evole su se stessa a m età con cern iera, in m odo da potersi aprire solo per m età, restan do fissata l’altra alla soglia con il paletto ch e scen deva n el bu co di m ezzo. L’accorgim en to era del resto n ecessario an ch e per poter aprire totalm en te la porta sen za ch e u rtasse con tro la trom ba della scala. Du e stipiti di travertin o posavan o su lla soglia a destra e a sin istra: qu ello di sin istra di cm . 30 x 14 e qu ello di destra di cm . 16 x 50: essi n on son o più presen ti, perch é fu ron o sostitu iti con m u ratu ra …”. 1417 A parte l’an alogia tipologica con le m u ratu re visibili all’in tern o, n el corso delle in dagin i il Ferru a poté con siderare direttam en te la con testu alità delle costru zion i: F E RRUA 1964, fig. 1 (= fig. 305). Lo stu dioso aveva tra l’altro verificato ch e la scala in m u ratu ra, logicam en te sostitu tiva di u n an alogo organ ism o preceden te (è difficile sospettare, in fatti, ch e prim a di qu esta fase la spelu n ca m agn a si con clu desse a est sen za u n a scala di fu oriu scita), era stata “costru ita in siem e con lo scavo del cortile e la sistem azion e del su o lato occiden tale” (p. 151). 218 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O sem icolon n e sporgen ti, in m u ratu ra di soli laterizi, provviste di basi fittili m odan ate 1418 (fig. 307). Se a qu esto dato orn am en tale si affian ca il dettaglio arch itetton ico delle du e sem icolon n e descritte ai piedi della scala occiden tale, pertin en ti, si è detto, ai m edesim i lavori stru ttu rali, sem brerebbe ch e la ricostru ita e con testu ale sistem azion e degli accessi sia volta soprattu tto a poten ziare, qu ale in gresso prim ario, qu ello orien tale, tra l’altro direttam en te collegato ad u n asse stradale di cu i ven n ero rin ven u ti basoli 1419 ; le sem icolon n e dell’in gresso est sem bran o, in fatti, sottolin eare u n percorso in en trata e a qu este fan n o da pen dan t gli an alogh i organ ism i occiden tali 1420 , in posizion e tale da segn are piu ttosto l’u scita, attraverso u n a scala ch e em ergeva in su perficie n el m ezzo della n ecropoli su bdiale 1421 . Appare u n in terven to isolato n ella storia m on u m en tale della spelu n ca m agn a la fase m u raria caratterizzata da u n a cortin a con la su ccession e di du e filari di tu felli ad u n corso di m atton i, riu n iti da u n legan te m olto pecu liare (Tipo 6; fig. 210f), terroso e ten ace, qu asi privo di n u clei di grassello, m a con piccoli in clu si pozzolan ici; tali stru ttu re, circoscritte al tratto m edian o dell’am bu lacro, defin iscon o, su l fian co n ord, con u n ’esten sion e in torn o a 8,50 m , gli in gressi ai van i Ad e A6 1422 e a su d riveston o le su perfici tu facee dopo l’escavazion e dell’am pia abside Ag, fu n zion ale, si è visto, all’am pliam en to dello spazio in rapporto alla tom ba m artiriale della parete opposta 1423 . Ben ch é, n ell’am bito del palin sesto m u rario, per qu este costru zion i sia u n icam en te possibile stabilire il rapporto di posteriorità rispetto al pilastro con prevalen za di tu felli, cu i si affian ca ad ovest dell’ab side 1424 , e la preceden za in rapporto alle u ltim e costru zion i m u rarie sistem atich e n ella galleria cen - 1418 F E RRUA 1964, pp. 152-154 e fig. 9. In fra, p. 290 (F E RRUA 1964, p. 147). 1420 La differen za m u raria, in soli m atton i per qu elle estern e (dell’accesso orien tale) e in opera listata per le in tern e (della scala occiden tale), appare poco sign ificativa e giu stificabile, an zi, per gli organ ism i estern i con u n a m aggiore resisten za e u n a più ricercata visibilità offerta dalla stru ttu ra laterizia. 1421 Su lle presen ze su b divo prossim e alla scala ovest della spelu n ca m agn a vd. in fra, pp. 287-288. 1422 Ma n on son o docu m en tate oltre lo stipite est di qu est’u ltim o, dove la m u ratu ra ven n e su ccessivam en te rein tegrata. E n tram be le apertu re presen tan o la parte su periore defin ita da u n arco, con fu n zion e di scarico rispetto al vu oto sottostan te, con testu alm en te tam pon ato da u n a m u ratu ra ch e form a u n a piattaban da. 1423 S u pra, p. 199. 1424 E, chiaram ente, a nord, alla facciata m onum entale di Ac. 1425 In fra. 1426 La presen za di u n m u ro all’im bocco della galleria su lla cu rva dell’abside sem bra garan tita dallo strato di in ton aco ch e doveva girare e coprire u n a stru ttu ra occlu siva di A14 (su pra, p. 199 e n . 1303). 1419 trale 1425 , ch iaram en te addossate in corrispon den za dello stipite est di A6, il sign ificato fu n zion ale di tali lavori, m irati all’en fatizzazion e dello spazio cu ltu ale o con n essi ad am bien ti di frequ en tazion e prolu n gata com e A6, m a n el probabile disin teresse verso la galleria A14, di cu i si pu ò su pporre sia stato tam pon ato l’accesso 1426 , sem bra tradire esigen ze più m atu re rispetto alle strategie della più gen erale fase di rifoderatu ra e allestim en to degli in gressi, osservazion e ch e in du ce, appu n to, a riten ere su ccessive, n ella restitu zion e progressiva delle fasi, le m an om ission i in qu estion e su gli alzati. L’u ltim a, fon dam en tale m odifica delle stru ttu re lu n go la spelu n ca m agn a, in cu i si ferm a la sequ en za stratigrafica 1427 , deve essere in dividu ata in u n a con sisten te opera di rin forzo parietale piu ttosto con tin u o su i du e fian ch i del settore occiden tale e m edian o della galleria, dall’in gresso fin o all’apertu ra del van o Ak; lu n go il lato m eridion ale va ascritto a tale attività costru ttiva il poderoso rivestim en to delle su perfici ch e si segu e, in in terrotto, dopo ca. 0,60 m dallo stipite est di AB1, fin o al lim ite occiden tale dell’an tica facciata di Ax, in rapporto alla qu ale la n u ova m u ratu ra si ferm a in corrispon den za della lin ea verticale di m atton i m essi a coltello 1428 . Dal pu n to di vista tipologico delle cortin e, l’in terven to adotta n el lu n go tratto di 24,40 m , da AB1 a Aox, di cu i sorm on ta l’arcon e della prim a sistem a zion e 1429 , u n ’opera listata a prevalen za di laterizi (per lo più 2 lat / 1 tu f), ai qu ali si ridu ce essen zialm en te la scelta del m ateriale n ella prosecu zion e orien tale del m u ro fin o, appu n to, ad Ax (figg. 216-218). La coeren za delle du e opere, pu r n ella differen ziazion e delle cortin e 1430 , appare però in du bbia sia per l’eviden te con tin u ità stru ttu rale, sia per l’iden tità del legan te (Tipo 7; fig. 210g) 1431 , sia 1427 A tale in terven to, in fatti, risu ltan o su ccessivi soltan to ridottissim i apporti costru ttivi, u n arco trasversale di su pporto al già esisten te ar14, in prossim ità delle apertu re di Ab' (a n ord) e AB10 (a su d), il rifacim en to dell’arco ch e sorm on ta il passaggio ad AB3 e, in fin e, il rin forzo dell’in gresso ad A5' con u n pilastro sorm on tato da u n a stru ttu ra arcu ata: vd. tav. IIIa-b. 1428 S u pra, p. 66 per qu esto dettaglio costru ttivo. 1429 In corrispon den za dell’in gresso ad Aox la sequ en za delle fasi m u rarie è m olto ch iara: si ricostru isce ben e l’addossa m en to delle stru ttu re altern an ti 1 tu f / 1 lat per il restrin gim en to dell’arco di accesso e con il coevo arcon e trasversale; a qu esto si appoggia la stru ttu ra posteriore di cu i si sta parlan do. 1430 Spiegabile, da u n a parte, con u n ’occasion ale bu on a dispon ibilità di m atton i (eviden te già n ella fattu ra dell’opera listata ch e altern a diversi corsi di laterizi, prevalen tem en te du e, m a spesso an ch e di più , fin o a sette), u tilizzati com e u n ico m ateriale per u n a m aggiore solidità n ei settori più delicati e im portan ti, soprattu tto presso il sepolcro m artiriale Ag'. 1431 Tale tipo di m alta, an alizzata in diversi cam pion i, risu lta piu ttosto ten ace, di colore grigio scu ro, con in clu si m edi (e raram en te gran di), creton i e n u clei di grassello, qu esti u ltim i eviden tem en te prevalen ti. CAPITOLO 2 Fig. 214 – Mu ratu re su lla spelu n ca m agn a. Opera listata 1tu f/1lat. - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO Fig. 215 – S pelu n ca m agn a. Particolare della volta del settore orien tale con tracce di cen tin a. Fig. 216 – Mu ratu re su lla spelu n ca m agn a. Opera listata 1tu f/2lat. Fig. 217 – Mu ratu re su lla spelu n ca m agn a. Opera laterizia dell’u ltim a fase di rivestim en to. 219 220 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O per l’in con fon dibile solu zion e di rifin itu ra degli strati di m alta, ch e presen tan o u n a m arcata allisciatu ra con cava ch e reca, ben eviden te, il solco m edian o orizzon tale lasciato da u n attrezzo appu n tito 1432 . Van n o riferiti al m edesim o program m a di con solidam en to, su llo stesso fian co m eridion ale, la realizzazion e, an cora in soli m atton i, di u n pilastro giu stapposto al lato est del prospetto m on u m en tale di Ax (fig. 219) e del tam pon am en to dell’am bien te Ao14, di cu i la preceden te opera m u raria ad u n corso di tu felli e u n o di m atton i aveva rispettato l’apertu ra 1433 . Lu n go il fian co n ord della spelu n ca la stru ttu ra m u raria in qu estion e copre in egu al m odo u n a su perficie con siderevolm en te estesa, pu r con alcu n e discon tin u ità, a partire dal settore prossim o alla scala occiden tale, dove la costru zion e an tica si presen ta pesan tem en te rein tegrata, e poi per u n tratto con tin u o di 9 m , dallo stipite est di A5', ch e ch iu de le apertu re dei van i A5'' e Aa, e di circa 11 m , da Ab' 1434 al prospetto m on u m en tale di Ac; a tali fodere, ch e ripropon gon o u n a fattu ra a prevalen za di laterizi altern ati a filari isolati di tu felli, si raccorda la prosecu zion e del rivestim en to verso est, in soli m atton i, ch e dal lu cern ario su ll’apertu ra di Ac fin o al van o di en trata ad A6 corre con u n a fascia di poch i corsi di laterizi, a sostegn o della volta tu facea, su lla già esisten te m u ratu ra a tu felli e m atton i 1435 , per poi coprire la parete in tu tta la su a altezza dallo stipite orien tale di A6, ferm an dosi in corrispon den za della cripta Ak 1436 . Qu est’u ltim o bran o m u rario è segn ato, alla som m ità, da u n a sorta di corn ice otten u ta m edian te l’aggetto progressivo di tre filari di laterizi 1437 (fig. 188). An ch e tale u lteriore in terven to di ristru ttu razion e m u ove, fon dam en talm en te, da esigen ze statich e, risolte con m u ri di ottim a fattu ra ben più poderosi dei preceden ti, caratterizzati da u n a m aggiore in ciden za qu an titativa di laterizi e correda- 1432 VE NANZI 1953, p. 34, fig. 3, d. Si pu ò su pporre ch e qu esta galleria già in an tico fosse stata segn ata da fran e; lo si ipotizza an ch e per l’adozion e, n ell’a diacen te Qo1 origin ata da Ax, di u n m u ro di sbarram en to ch e, eviden tem en te, im pediva l’accesso a van i in teressati da crolli. 1434 A poco più di 1,20 m dal lim ite orien tale dell’apertu ra, defin ita dalla m u ratu ra a prevalen za di tu felli descritta su pra. 1435 S u pra. 1436 Su tale rivestim en to vd. già su pra. 1437 Vd. su pra. 1438 La galleria A5'' poteva essere, com u n qu e, an cora acces sibile da A5', il cu i im bocco su lla spelu n ca m agn a ven n e rispet tato dalle m u ratu re; rim ase, in vece, del tu tto isolato il cu bicolo Aa, ora perlu strabile da u n bu sso su lla parete occiden tale. 1439 Il braccio Ao1 era an cora raggiu n gibile dalle laterali AB1-AB3, m en tre la galleria AB19, con il cu bicolo Bf e l’appen dice B20, n on dovette essere più aperta, per la presen za, su l lu cern ario O3, di u n solido parapetto (su pra, p. 15 e in fra, p. 234). Con testu alm en te a tali lavori fu pu re ch iu so m edian te stru ttu re il passaggio tra AB2 e AB10. 1433 ti di u n a serie di sei arch i trasversali (ar13-ar18) ch e scan discon o l’am bu lacro in seren dosi, a distan ze variabili, tra qu elli già esisten ti. Pu re n ell’ottica di u n a m aggiore solidità si sacrifica l’accessibilità di alcu n i am bien ti, A5'' e Aa su l lato n ord 1438 e Ao1 e AB19 su qu ello su d 1439 , an ch e m edian te l’au silio di stru ttu re cem en tizie a grossi peperin i docu m en tabili sistem aticam en te n ei pu n ti di occlu sion e, dietro le cortin e su lla spelu n ca 1440 (tav. I). Ad u n tem po, però, qu esti lavori rivelan o u n ’eviden te con n ession e con le presen ze ven erate della spelu n ca m agn a e dei van i adiacen ti. Il m u ro della parete setten trion ale tra A6 e Ak, si è visto, è direttam en te fu n zion ale all’opera di orn am en tazion e attribu ibile a Dam aso su l sepolcro Ag', con ogn i probabilità del m artire Gen n aro 1441 ; in particolare tale stru ttu ra, ten en do com e fu lcro il locu lo del san to, com pon eva u n organ ism o arcu ato con parapetto in feriore, dove trova u n a adegu ata collocazion e il m arm o fatto in cidere dal papa 1442 ; la fodera m u raria, poi, ven n e parzialm en te destin ata all’allestim en to di lastre m arm oree ch e im preziosivan o il prospetto sepolcrale, spin gen dosi fin o all’in gresso del van o Ak, n el qu ale, si è detto, va localizzata u n ’altra tom ba ven erata 1443 . In gen erale, la com plessiva e u n itaria opera di rivestim en to e rin forzo stru ttu rale ascrivibile a qu esta fase si risolve in u n progetto sem plificativo degli in n esti laterali su lla spelu n ca m agn a, ch e sotto alcu n i aspetti sem bra con figu rarsi com e u n a sorta di iter ad san ctos: è sign ificativo, soprattu tto, ch e solo in corrispon den za dell’in crocio con la galleria AB10, van o con fortissim i in dizi di u n a presen za m artiriale, tale m u ratu ra form i an goli ston dati per su ggerire u n in vito alla deviazion e del percorso 1444 ; in AB10, tra l’altro, la m edesim a opera listata, coron ata, n ella parte alta, da u n a corn ice di laterizi gradu alm en te aggettan ti (fig. 207), u n accorgim en to costru ttivo an alogo a qu ello ch e segn a la parete di Ag' 1445 , occlu de a ovest il col- 1440 Tali stru ttu re, oltre ch e all’im bocco dei van i occlu si (A5'', Aa, Ao1, AB19), si rin traccian o alla term in azion e est di AB2, dietro la n icch ia N3 dell’am bu lacro AB10 (su pra, p. 208), n ella lu n etta dell’arcosolio n ord di Ax e per la ch iu su ra del cu bicolo Doa (in fra, p. 261): tav. I. 1441 S u pra. 1442 S u pra. 1443 S u pra. 1444 S u pra, pp. 206-212. 1445 Il fatto ch e la corn ice laterizia del prospetto Ag si spin ga, verso ovest, fin o all’apertu ra del van o A6, potrebbe an ch e tradire u n qu alch e in teresse a sottolin eare tale in gresso in rapporto ad u n a presen za cu ltu ale en tro u n o di qu esti am bien ti, ora in stato rovin oso, verso i qu ali sem bran o an ch e gravitare le gallerie retrosan ctos del gru ppo D (in fra, p. 247 ss.; vd. già su pra, p. 205 e n . 1339 su lla su ggestion e di u n legam e con la sepoltu ra di Felicissim o e Agapito; m a an ch e J OSI 1927, pp. 254-255). CAPITOLO 2 - STORIA MONUME NTALE DE LLA S PELUN CA MAGN A NE L IV SE COLO legam en to tra AB10 e AB2, com pon en do, qu asi all’attacco con qu esta galleria, u n a n icch ia rettan golare con trapposta alla m en sa della parete orien tale, presu m ibilm en te occu pata dalla tom ba oggetto di cu lto 1446 . La con n ession e più ch e logica con l’in terven to dam asian o di orn am en tazion e di Ag' attribu isce a qu est’u ltim a fase costru ttiva, segu ita solo da sporadicissim i e irrilevan ti lavori m u rari 1447 , il valore di u n caposaldo cron ologico, prim a del qu ale van n o in qu adrate le varie attività di ristru ttu razion e della spelu n ca preceden ti n el diagram m a evolu tivo. An ch e il pu n to di in izio della storia m on u m en tale della gran de galleria è ben circoscrivibile tra la fin e del II e i prim i decen n i del III secolo, periodo al qu ale, com e si è visto, van n o in discu tibilm en te ricon dotte le facciate m on u m en tali dei van i Ah , Ac, Ax1448 . In torn o alla m età del III secolo o poco dopo si ritien e di poter collocare i prim i organ ism i di rin forzo statico ch e, ad u n tem po, defin iron o gli accessi ai van i n ord A1, A5, il cu i u tilizzo in iziale si pon e appu n to en tro tale cron ologia 1449 ; qu este opere son o risu ltate addirittu ra preceden ti la prim a gen erale in ton acatu ra della galleria ch e si pon e, pertan to, proprio in u n tem po su ccessivo o im m ediatam en te su ccessivo 1450 ; la prim a fase di rivestim en to, in dividu abile in poch i lacerti di opera regolare a tu felli e m atton i, con sagom e locu lari e fen estellae1451 , va in vece an corata alla posizion e occu pata, n ella restitu zion e del diagram m a diacron ico, dall’apertu ra del cu bicolo Aox, ch e è stato in qu adrato, n ella su ccession e dei van i aperti su lla spelu n ca m agn a, en tro i prim issim i decen n i del IV secolo 1452 . Per il più sign ificativo progetto di sistem azion e, probabilm en te “gerarch izzata”, degli acces- 1446 S u pra, pp. 207-208 più in dettaglio. Un pilastro reggen te u n a stru ttu ra arcu ata davan ti ad A5', u n a ripresa in tu felli della piattaban da di AB3 ed u n arco più basso a sostegn o di ar14 (tav. IIIa-b; su pra, n . 1427); la m alta di qu este stru ttu re è del Tipo 8 (fig. 210h ), con im pasto caratterizzato da creton i particolarm en te gran di, piccoli n u clei di grassello e m olti vacu oli. 1448 S u pra, pp. 66-70, 74-75. 1449 S u pra, pp. 122-132. 1450 S u pra. 1451 S u pra. 1452 S u pra, pp. 173-178. 1453 S u pra, pp. 115-122. 1454 In fra, p. 225. Per tali fin estre in fase con il prospetto si veda F E RRUA 1964, pp. 154-155. Sign ificativo appare an ch e il rapporto con la region e I (in fra, pp. 240-246), alla cu i scala in trodu ttiva la stru ttu ra di qu esta fase defin isce l’in gresso. 1455 N UZZO 2000a, p. 119. 1456 Repertorio 1993 2 , n . 11A p. 92; u n m otivo an alogo decora la volta del cu bicolo del pastore con pesci e agn elli del cim itero di Balbin a (Repertorio 1993 2 , n . 4 p. 119), ch e u n a 1447 221 si e del coevo rin forzo del settore est dell’am bu lacro, va con siderato e valorizzato il rapporto di posteriorità di tali stru ttu re rispetto ai van i laterali; du ran te le stesse opere di allestim en to del prospetto estern o orien tale si predisposero adegu a tam en te fin estre strom bate per i cu bicoli Ap e An , attivi n egli u ltim i decen n i del III secolo 1453 , e, soprattu tto, per la galleria A16, m eglio in qu adrabile, si vedrà, in torn o alla m età del IV secolo 1454 . Sem brerebbe adattarsi m olto ben e ad u n ’attribu zion e tem porale a tale periodo, appen a dopo la m età del secolo, an ch e la fattu ra dei du e arcosoli in m u ratu ra realizzati con testu alm en te a tali lavori su l fian co su d della spelu n ca, riferiti ad u n a tipologia “n on preceden te la m età del IV secolo”1455 , n on ch é la loro decorazion e in tradossale, in pessim o stato di con servazion e, costitu ita per qu ello ovest da u n a coron a d’alloro con lem n isch i 1456 e per qu ello est da tre croci m on ogram m atich e con lettere apocalittich e appese al braccio orizzon tale, tra du e pastori con ovin o e m u lctra 1457 . Di epoca im precisabile, m a com u n qu e posteriore alla fase stru ttu rale su ccessiva ch e vide la creazion e dell’abside Ag appare, in qu esta sequ en za storico-m on u m en tale, la decorazion e, presu m ibilm en te u n itaria, delle pareti prossim e all’am pio em iciclo, di cu i ridotti e poco leggibili lacerti restitu iscon o u n m otivo a graticcio a lin ee rosse, proprio a est della cu rva, e, su lla su perficie occiden tale, tra l’abside e il cu bicolo Ax, u n a croce m on ogram m atica dipin ta in rosso a largo tratto con lettere apocalittich e pen du le 1458 (fig. 220). Proprio le affin ità del disegn o tra qu esto elem en to e l’an alogo m otivo reiterato n el sepolcro descritto su lla m edesim a parete potrebbero essere ch iarifican ti per avvicin are n el tem po la decorazion e della tom ba e tale in terven to di gen erale im preziosim en to decorativo del gran de am bu lacro cen trale. recen te rivisitazion e (B ISCONTI 2000a, part. p. 184) colloca n ei decen n i fin ali del IV secolo; vd. u n ’altra testim on ian za in tal sen so dalla catacom ba dell’ex vign a Ch iaraviglio (San Sebastian o): B ISCONTI 2000-01, p. 18 e figg. 15-16. Su ll’abbin am en to dei du e sim boli cristologici, ch e troverà la m assim a espression e n ei sarcofagi dell’An astasi, essen zialm en te A. E . F E LLE , s.v. Croce (Crocifission e), in Tem i 2000, part. 159-160. È difficile ch e l’articolazion e delle tre croci, fru tto, si direbbe, esclu sivam en te di u n o sch em a riem pitivo adatto alla su perficie in tradossale, possa rich iam are qu el gru ppo di m on u m en ti, della m età del IV secolo, n ei qu ali è stata in travista l’eco della polem ica dottrin ale an tiarian a (G IORDANI 1978, part. pp. 232-240). Va in qu adrato, logicam en te, poco prim a di qu esta fase l’in terven to m u rario a prevalen za di tu felli, di cu i restan o soprattu tto alcu n i arch i trasversali (su pra) e, poco dopo, tra qu esto e l’u ltim a radicale opera di età dam asian a, i lavori in term edi ch e previdero an ch e l’apertu ra dell’abside Ag (su pra). 1457 Repertorio 1993 2 , n. 13 p. 95 (W ILPERT 1903, p. 178, 3). 1458 Repertorio 1993 2 , n n . 9-10 p. 92 (la croce m on ogram m atica con A e W appese al braccio orizzon tale è la ICUR V 13880c). 222 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 218 – S pelu n ca m agn a: settore ovest con m u ratu re di rivestim en to dell’u ltim a fase. Fig. 219 – Mu ratu re su lla spelu n ca m agn a. Pilastro in laterizio in prossim ità del cu bicolo Ax. Fig. 220 – S pelu n ca m agn a, resto della decorazion e pittorica. CAPITOLO 3 L’E VOLUZIONE TOPOGRAFICA DE LLA “RE GIONE CE NTRALE ” Nei decen n i della secon da m età del IV secolo, e particolarm en te, si vedrà, n egli an n i del terzo ven ticin qu en n io, la cd. “region e cen trale” della catacom ba raggiu n ge la su a m assim a espan sion e plan im etrica, occu pan do am pi settori del sottosu olo sia a n ord ch e a su d della spelu n ca m agn a. Alla serie di van i, soprattu tto cu bicoli e corti am bu lacri, aperti lu n go le pareti e al m edesim o livello del lu n go asse m edian o, il cu i im pian to, si è detto, aveva progressivam en te segn ato la storia topografica del sepolcreto sotterran eo en tro l’età costan tin ian a 1459 , segu e, in perfetta coeren za con le ten den ze evolu tive degli altri com plessi cim iteriali ipogei com u n itari del su bu rbio rom an o 1460 , u n a fase sign ificativa di svilu ppo pian ificato e, sem brerebbe, libero da lim iti più o m en o rigidam en te im posti da con fin i di proprietà su bdiali 1461 . la spelu n ca m agn a (A; fig. 221), n ello svilu ppo plan im etrico dei van i già esisten ti del gru ppo B, ch e n e segn a il poten ziam en to dopo la creazion e del lu cern ario O3 1462 (fig. 235), n ell’im pian to, organ ico e u n itario, della region e I (fig. 239). Il qu adro di espan sion e m eridion ale della “region e cen trale”, ch e copre diversi decen n i del IV secolo, si riassu m e in u n a serie di attività escavative, sostan zialm en te ricon oscibili in u n gru ppo di ram ificazion i n ord-su d, aperte direttam en te su l- Da u n am pio tratto, n on an cora in teressato da diram azion i laterali, dell’am bu lacro cen trale, com preso tra il cu bicolo Ax e il van o Aon , ven n ero fatti partire, in u n tem po logicam en te coeren te, cin qu e assi trasversali (Ao14, A14, A13, A12, Ao12), grosso m odo equ idistan ti 1463 , m a dall’an dam en to n on perfettam en te parallelo 1464 ; tali am bu lacri, solo som m ariam en te perlu strabili, poich é in vasi da fran e e in terrati in più pu n ti 1465 , risu ltan o piu ttosto om ogen ei per fattu ra e caratteri di u tilizzo: le pareti, di n otevole altezza (in m edia 3,20 m ) alm en o n ei tratti prossim i alla spelu n ca m agn a 1466 , si presen tan o per lo più in ton acate di bian co com e la volta 1467 e destin ate ad accogliere locu li, in gen ere gran di e dalla risolu zion e volu m etrica approssim ativa 1468 , spesso in pilae di cin qu e elem en ti in fram m ezzati da am pi diafram m i e irregolarm en te distribu iti. L’escavazion e di qu esti van i ven n e talora n otevolm en te prolu n gata, an ch e, si deve pen sare, a 1459 La con figu razion e plan im etrica della “region e cen trale” agli in izi del IV secolo appare abbastan za con ten u ta e trova i m om en ti di m aggiore espan sion e in alcu n e diram azion i del gru ppo B, precocem en te con dizion ate, si è visto, da preesisten ze idrau lich e (su pra, pp. 132-136), e n ell’in stallazion e, ad u n livello tu faceo in feriore, più idon eo all’escavazion e cim iteriale, della region e P/E (su pra, pp. 136-146). 1460 Vd., sostan zialm en te, F IOCCH I N ICOLAI 1997, pp. 129132 (e 2001, pp. 63-77; 89-92) e F IOCCH I N ICOLAI 1998, pp. 3648; alcu n e in dicazion i “qu an titative” an ch e in F IOCCH I N ICOLAI 2000, pp. 353-356. 1461 Cfr., per alcu n e su ggestion i su lla possibilità ch e n el IV secolo vada “scioglien dosi” il legam e con le proprietà su bdiali, S PE RA 1999, pp. 403-407 (e part. pp. 406-407). 1462 Già su pra, p. 146. 1463 I rispettivi van i di accesso son o distan ziati da 3,80 m a 4,00 m su lla parete della spelu n ca. 1464 L’orien tam en to escavativo delle gallerie appare con dizion ato an ch e dalla parete m istilin ea della spelu n ca m agn a, rispetto alla qu ale i sin goli assi parton o con an dam en to ten den zialm en te ortogon ale. 1465 Crolli consistenti delle superfici segnano, in particolare, il settore tra le gallerie Ao14 e A14 e Qo1, adiacente a ovest; si è detto che questo evento rovinoso poté essersi verificato già in antico nel punto di sovrapposizione dei due livelli di am bulacri, com e farebbe pensare la costruzione di un m uro che bloccava Qo1, prim a del tratto che sottopassava Ao14. Tra l’altro, le stesse gallerie A14 e Ao14 erano in collegam ento forse pure in seguito alla rettifica di un crollo tufaceo: tra i due vani, infatti, corre una parete m uraria con testata nord intonacata, significativa di un passaggio m ediano esistente tra i due am bulacri. Pesanti interri, poi, lim itano la percorribilità di A13, visitabile solo nei 10 m settentrionali, e di Ao12, bloccata già in prossim ità dell’im bocco sulla spelu nca m agna, m a perlustrabile in buona parte da sud, dal raccordo con gli am bienti dell’arenario C. 1466 In A12, ad esem pio, l’altezza si abbassa con siderevolm en te dopo 6 m . 1467 Tracce dell’in ton aco son o con servate in più pu n ti, in A14 e in Ao14, in A13 e in A12; in qu est’u ltim a il rivestim en to è visibile su gran parte delle su perfici. 1468 Vd. an ch e N UZZO 2000a, p. 122 e fig. 166 per l’am bu lacro Ao14. Gli svilu ppi a su d (figg. 221, 235, 239) 224 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 221 – Stralcio plan im etrico. Region e della spelu n ca m agn a: espan sion e a su d costitu ita dalle gallerie e dai cu bicoli del gru ppo A. CAPITOLO 3 - L’E VOLUZIONE TOPOGRAFICA DE LLA “RE GIONE CE NTRALE ” 225 più riprese: tre di essi, Ao14, A13, Ao12, su peran o i 50 m di esten sion e, raggiu n gen do a su d le lacin ie di u n aren ario con ogn i probabilità preesisten te, in rapporto al qu ale lo scavo cim iteriale ven n e ferm ato, sen za alcu n in teresse per u n even tu ale riu tilizzo degli am bien ti di cava 1469 ; il prolu n gam en to dei du e assi in term edi A14 e A12 sem bra, in vece, con dizion ato dalla direzion alità con vergen te dei cin qu e am bu lacri in qu estion e 1470 , ch e im pon e u n a lu n gh ezza en tro i 24 m ad A14, in m odo da n on in taccare le ravvicin atissim e Ao14 e A13, e u n a deviazion e verso est, dopo 29,5 m , ad A12, con u n corto braccio ch e si dirige verso Ao12 1471 . Solo qu est’u ltim o am bu lacro è all’origin e di n u ove escavazion i verso est, con sisten ti in du e organ ism i trasversali (ACo4 e AC1), a loro volta segn ati da ortogon ali 1472 . L’in qu adram en to di tali diram azion i n el diagram m a tem porale della region e è affidato, ad u n tem po, ai m odi di u tilizzo fu n erario delle gallerie, con locu li dalla fattu ra più “veloce” e poco accu rata 1473 (fig. 222), talora corredati di segn i, palm ette e m on ogram m i cristologici graffiti su l bordo m altaceo an cora fresco 1474 , m a an ch e dai rapporti stru ttu rali con le opere docu m en tabili n ella spelu n ca m agn a e assegn ate a diversi m om en ti della secon da m età del IV secolo, sia il rivestim en to del settore orien tale ch e defin isce gli accessi ad A12-Ao12, sia l’abside Ag, probabilm en te occlu siva di A14, sia il tam pon am en to dell’accesso ad Ao14 1475 , rispetto alle qu ali, logicam en te, l’im pian to delle gallerie in qu estion e va con siderato preceden te e m eglio collocabile, qu in di, n ei decen n i della prim a m età del IV secolo. Appen a posteriore e con verosim iglian za coeren te con la gen erale risistem azion e del settore orien tale della spelu n ca m agn a e dei su oi du e accessi 1476 , si deve riten ere u n ’u lteriore diram azion e verso su d (A16), aperta all’estrem ità est dell’am bu lacro cen trale alla qu ota segu ita al ridotto approfon dim en to del su olo 1477 e in teressata, n el tratto in iziale di 2 m , dal m edesim o rivestim en to in opera listata della spelu n ca ch e, in corrispon den za della galleria, form a u n an golo con tin u o e regge u n a copertu ra a volta cen tin ata, an aloga a qu ella descritta n ell’organ ism o prin cipale 1478 ; si è pu re visto, tra l’altro, ch e la defin izion e m on u m en tale del prospetto di en trata est previde la creazion e di u n a fin estra dal profilo strom bato fu n zion ale all’illu m in azion e e all’aerazion e di A16 e dell’adiacen te cu bicolo An 1479 ; qu esto, in base all’an alisi topografico-stru ttu rale, risu lta decisam en te an teriore allo stesso am bu lacro, in rapporto alla cu i escavazion e si rese n ecessario il rin forzo m u rario del lato orien tale dell’am bien te 1480 . L’utilizzo sepolcrale della galleria, con loculi, pesantem ente com prom essi dai restauri del 1963 1481 , e form ae an ch e profon dissim e 1482 , si risolse an ch e n ell’im pian to di organ ism i laterali, du e cu bicoli (Ao e Ar) aperti su lla parete occiden tale e, a est, u n an alogo van o qu adran golare (Aq) affian cato all’im bocco di u n a galleria (A17) piegata a gom ito verso su d. Particolari affin ità plan im etrich e e n egli alzati, ben ch é in bu on a parte rein tegrati con m ateriali m odern i 1483 , presen tan o i du e cu bicoli affron tati Aq-Ar, di pian ta qu adran golare (3 x 2,80 m ), 1469 S u pra, pp. 19-20 per u n a revision e dell’idea del Tolotti ch e aveva riten u to la cava posteriore alla catacom ba e distru ttiva di alcu n i am bien ti cim iteriali; cfr. an ch e in fra, p. 237 per il rapporto con la cava della galleria B17. Proprio attraverso i van i dell’aren ario e la galleria Ao12 era possibile, n el XVIII e XIX secolo, la perlu strazion e parziale della rete cim iteriale; su lle pareti di tale am bu lacro si leggon o, in fatti, n u m erose firm e m odern e, spesso corredate dall’an n o della visita (in fra, p. 327). 1470 Vd. già su pra, n . 77 p. 12. 1471 Il tratto term in ale di A12 è m olto m an om esso dai restau ri m odern i e potrebbe essere stato in teressato da u n ’attività estrattiva posteriore all’u so fu n erario. L’osservazion e su lla differen te lu n gh ezza dei cin qu e am bu lacri è an ch e in T OLOTTI 1978, p. 181. 1472 Tali gallerie, per lo più in terrate, rappresen tan o diram azion i posteriori all’asse di origin e Ao12 e sem bran o direzion arsi verso l’am bu lacro A16 con il qu ale eran o forse in con tatto. Un ’u lteriore diram azion e, più a n ord di ACo4, poteva aprirsi su Ao12; sem brerebbe apparten ervi u n arcosolio, con parapetto e arco in m u ratu ra, visibile dall’an golo su d-ovest del n icch ion e di fon do del cu bicolo Ao, con cu i è in con tatto per u n crollo del sottile diafram m a (vd. S PE RA 1992, pp. 278-280 per u n a descrizion e della tom ba e per la proposta di attribu zion e). 1473 Vd. N UZZO 2000a, p. 122. 1474 In particolare in A14 son o il cristogram m a ICUR V 15174g e la palm etta ICUR V 15242a; n ella m edesim a galleria piu ttosto legati alla frequ en tazion e dell’am bien te risu ltan o i si- gn a Christi ICUR V 15182g (tra lettere apocalittich e m ale in cise: F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 365) e 15174b-c. Poco sign ificativo, per qu esti am bu lacri, il repertorio epigrafico, qu an titativam en te ridotto e del tu tto decon testu alizzato, an ch e per la frequ en tabilità ricordata di alcu n i di qu esti van i n ell’età m odern a. 1475 S u pra, pp. 212-222. 1476 S u pra, pp. 215-218, 222. 1477 Vd. an ch e T OLOTTI 1978, p. 182. 1478 Vd. su pra, pp. 215-218 per m aggiori dettagli su tale in terven to n el settore est della spelu n ca m agn a. 1479 S u pra, p. 221. 1480 S u pra, p. 189. 1481 A qu esto periodo risale, in fatti, an ch e il recu pero di A16: vd. in fra, p. 336 per tale fase di lavori. I rin forzi m odern i risparm ian o solo poch i tratti dell’an tica parete tu facea segn ata da locu li, u n o dei qu ali, su l fon do del tratto perlu strabile (in fatti, dopo 26 m ca., la galleria è in vasa da fran e), è corredato di u n a n icch ietta per oli. 1482 Qu este son o per lo più docu m en tabili dalle an n otazion i relative ai rin ven im en ti epigrafici; ven n ero scoperte “in form a qu adrisom a am b. A16” le iscrizion i ICUR V 14603 (F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 279) e 14150 (F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 219; con qu esta an ch e i reperti ICUR V 14904b, 14483a e 15190b). 1483 I restau ri con testu ali al recu pero dei du e am bien ti n el 1964 portaron o in particolare al rifacim en to delle copertu re, irrim ediabilm en te crollate, e di am pi settori delle pareti laterali. 226 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O con tre arcosoli su lle pareti e le su perfici in teram en te in ton acate. Rispon de, sen za du bbio, ad esigen ze di m aggiore en fasi arch itetton ica l’an alogo am bien te Ao, in trodotto da soglia, arch itrave e stipiti in travertin o e da u n breve corridoio, ben più am pio (4,35/4,43 x 3,13/3,36 m ) e con tre m on u m en tali arcon i per sarcofagi 1484 , n el qu ale l’im pegn o volu m etrico si affian ca ad u n ricercato im preziosim en to decorativo (figg. 223-228): le su perfici parietali, in fatti, eran o n el settore in feriore com pletam en te coperte di u n rivestim en to m arm oreo ad in tarsi, risolto prevalen tem en te in u n m otivo a rom bi listellati con losan gh e di giallo an tico e listelli di serpen tin o, u n o sch em a forse ispirato dalle coeve pittu re a elem en ti tran sen n ati 1485 (fig. 229); le parti alte del cu bicolo accolsero, in vece, u n a decorazion e m u siva, di cu i restan o, però, soltan to labili tracce n egli in tradossi degli arch i, in particolare in qu ello su d, n el qu ale u n fram m en to staccato h a perm esso di ricostru ire u n elegan te m otivo a pelte di forte effetto policrom o, con tessere litoidi e ialin e 1486 (figg. 230-231). Al corredo del van o van n o ascritti alcu n i m ateriali m arm orei di reim piego, scoperti con ogn i probabilità in situ , u n coperch io di sarcofago a klin e di im portazion e attica, con figu ra fem m in ile recu m ben te, databile tra la fin e del II e gli in izi del III secolo 1487 (fig. 12), e u n a coppia di basi o cippi fu n erari con su perfici sem plicem en te gradin ate, e qu in di verosim ilm en te in com piu ti, riadoperati forse com e m en se n ell’am bien te, già provvisto di ban cali in m u ratu ra corren ti lu n go le pareti laterali, davan ti ai n icch ion i 1488 . I tre cu bicoli su ll’asse A16 si profilan o, con solu zion i sch em ich e ben più m atu re dal pu n to di vista tipologico rispetto ai van i, di im pian to più precoce, dislocati lu n go la spelu n ca m agn a 1489 , com e spazi di fru izion e “ch iu sa” e circoscritta, logicam en te fam igliare, n ei qu ali l’occu pazion e sepolcrale affian ca alle stru ttu re parietali l’u tilizzo del su olo con tom be a fossa; per gli am bien ti Ar e Ao i resocon ti di scavo perm etton o u n a m igliore docu m en tazion e di tali organ ism i 1490 , delle sette form ae di Ar, tu tte n el tu fo e coperte a cappu ccin a o sem icappu ccin a, di cu i u n a in ton acata (fig. 232) 1491 , e della serie, pu re di sette elem en ti, di sepolcri terragn i in Ao, m in u tam en te descritti 1492 (fig. 233). Diversam en te dai cu bicoli, il qu arto degli am bien ti origin ati da A16, la galleria A17, am plia le poten zialità fu n erarie con sepoltu re m odeste in spazi com u n i: qu este ven n ero distribu ite in pilae irregolari com poste da cin qu e elem en ti n el tratto in iziale 1493 , su i fian ch i di du e am bu lacri ortogon ali, il braccio ovest-est, aperto su A16, di 17 m , e il trasversale n ord-su d, lu n go 15 m . Per tale or- 1484 Cfr. S PE RA 1992 per u n ’an alisi dettagliata del cu bicolo e del su o assetto decorativo. Su i n icch ion i an ch e N UZZO 2000a, p. 123. 1485 S PE RA 1992, part. pp. 284-289 (e pp. 295-299 per lo svilu ppo dell’idea in terpretativa). Tale decorazion e risu lta su ccessiva all’apertu ra di alcu n i locu li parietali: S PE RA 1992, p. 278 e p. 303 per u n a spiegazion e (la n ecessità di u tilizzare il van o si sarebbe presen tata prim a dell’u ltim azion e dei lavori decorativo, m a dopo ch e il cu bicolo era già stato acqu isito dal proprietario). 1486 Per m aggiori dettagli an alitici e per u n repertorio di con fron ti S PE RA 1992, pp. 289-295. 1487 Il reperto (PCAS i. 01447) è edito da S ALVE TTI 1989 e con servato n el van o Am . L’attribu zion e ad Ao è però garan tita dalle descrizion i del Giorn ale di scavo I/VI (1961/1966-67), pp. 11-12 (m arzo 1964). Vd. S PE RA 1992 su u n a possibilità di sistem azion e del m an u fatto en tro u n o dei n icch ion i con u n a defin izion e m u raria della cassa. 1488 I du e pezzi iden tici son o in ven tariati con i n u m eri PCAS i. 01473-01474; su i sedili in m u ratu ra S PE RA 1992, p. 278 e p. 280, pp. 302-303. Su tali organ ism i e su lle loro con n ession i al refrigerio vd. F É VRIE R 1978, p. 232. 1489 S u pra, part. pp. 115-122. In gen erale, su ll’evolu zion e delle form e arch itetton ich e “in n egativo” n el IV secolo F IOCCH I N ICOLAI 1998, pp. 43-44. 1490 An ch e sotto il pavim en to di Aq, tu ttavia, si avverte la presen za di vu oti ricon du cibili a sepolcri terragn i. 1491 Giorn ale di scavo I/VI (1961/1966-67), p. 20. 1492 Giorn ale di scavo I/VI (1961/1966-67), pp. 18-19 (7 n ovem bre 1964): “E splorazion e e rilievo form e del cu bicolo Ao di Pretestato scavato l’an n o scorso. Son o presen ti sotto il pavim en to 7 form e di cu i tre (alm en o) origin ariam en te rivestite di m arm o pregiato. Com in cian do dall’in gresso I del cu bicolo si n otan o 2 sepoltu re tra loro parallele …F1 e F2. La F1, più profon da, è u n a vera cappu ccin a com pletam en te foderata con bipedali, di cu i n on h o potu to rilevare il bollo, poggiati su u n a m u ratu ra a sacco piu ttosto solida. An ch e le du e parti term in ali della form a, alla testa ed ai piedi, son o rivestite, la prim a con u n bipedale, la secon da con u n bel m u retto in opera latericia. Per du e lati la form a era accu ratam en te delim itata da m u retti in m atton cin i m olto cu rati sovra i qu ali fu gettato il riem pim en to estern o delle cappu ccin e. La F2 presen ta la particolarità di essere u n a sem icappu ccin a presen tan do u n a sola falda di tetto. È an ch e m en o cu rata, n on possiede m u ratu ra in opera latericia e la parete e le du e term in ali testa e piede son o scavate n ella n u da roccia. Le profon dità dal pavim en to son o per F1 80 cm e per F2 60. La F3, form a di bam bin o, era com pletam en te rivestita di m arm o, tran n e il letto; con u n solo pozzetto era possibile accedere ad u n a fossa vicin a, separata da u n tram ezzo in tu fo, fossa più gran de, n u da n el tu fo, e di profon dità 1. La F3 era coperta con lastra pian a m en tre la F4 era ricoperta a m ezza cappu ccin a. An ch e il pozzetto avrà presen tato u n a lastra su l pavim en to. La F5 è u n a com u n e fossa sen za rivestim en to alcu n o; n on è possibile vedere se fosse coperta in tern am en te con cappu ccin a o m en o. È ovvio ch e su periorm en te presen tasse ch iu su ra a lastra di cu i è visibile l’in cavo. Parallela alla F5 e sotto arcosolio è situ ata la più ricca delle form e. Com pletam en te rivestita di m arm o lu n en se dello spessore di 3 cm an ch e n el letto e m olto profon da (115), è sen z’altro la tom ba più im portan te e n el lu ogo più sicu ro. Non ostan te ciò essa al pari delle altre era stata violata. La copertu ra era a cappu ccin a con strato su periore di sacco. La F7, ricca e gran de form a com pletam en te rivestita in m arm o, coperta cosa sin golare con u n a m ezza cappu ccin a bassissim a ch e praticam en te sezion a in du e il van o rivestito di m arm o, il m u retto in opera latericia lisciata ch e si vede ai pu n ti dell’arcosolio di sin istra h a poi coperto parte della form a ch e risu lta qu in di più an tica del rivestim en to.” 1493 Il n u m ero dei locu li, in fatti, si ridu ce proceden do verso il fon do. CAPITOLO 3 - L’E VOLUZIONE Fig. 222 – Galleria Ao14: sezion e di u n a pila di locu li (da N UZZO 2000a). TOPOGRAFICA DE LLA “RE GIONE CE NTRALE ” Fig. 223 – Cu bicolo Ao: asson om etria (da S PE RA 1992). Fig. 224 – Il cu bicolo Ao n ella fase del recu pero arch eologico (Arch ivio PCAS). 227 228 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 225 – Cu bicolo Ao: il n icch ion e di fon do (Arch ivio PCAS). Fig. 226 - Cu bicolo Ao: il n icch ion e n ord (Arch ivio PCAS). Fig. 227 - Cu bicolo Ao: il n icch ion e su d (Arch ivio PCAS). CAPITOLO 3 - L’E VOLUZIONE TOPOGRAFICA DE LLA “RE GIONE CE NTRALE ” 229 Fig. 229 – Cu bicolo Ao: particolare dell’opu s sectile. Fig. 228 – Cu bicolo Ao: particolare dell’an golo su d-est con resti del rivestim en to m arm oreo. Fig. 230 – Cu bicolo Ao: particolare della decorazion e m u siva n ell’in tradosso del n icch ion e su d. Fig. 231 – Cu bicolo Ao: fram m en to di m osaico. 230 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O gan ism o la qu ota di escavazion e su bì u n abbassam en to di 1,25 m , resosi eviden tem en te n ecessario per la variazion e geom orfologica estern a, ricostru ibile su lla base dell’assetto em erso dallo scavo dell’accesso est 1494 ; la serie di otto gradin i in m u ratu ra, realizzati per raccordare i du e livelli, previde an ch e la creazion e di u n tratto di volta della sottostan te e più an tica E 23 1495 , in sostitu zion e dell’origin aria in taccata dal n u ovo scavo. Trovan o u n coeren te riscon tro con la cron ologia, n ei decen n i appen a posteriori alla m età del IV secolo, gen ericam en te proposta per l’am bu lacro A16 e i van i aperti su qu esto, i caratteri in cu i si pu ò riassu m ere l’u tilizzo sepolcrale, le form e m on u m en tali degli am bien ti e di alcu n i sepolcri, l’esecu zion e volu m etrica dei locu li 1496 e le ten den ze evin cibili dal corredo epigrafico delle tom be, in verità m olto fram m en tato e per lo più privo di u n a precisa con testu alizzazion e 1497 ; solo la galleria A17 presen ta alcu n e iscrizion i an cora a ch iu su ra dei sepolcri, com plessivam en te ricon du cibili al repertorio dell’epigrafia più m atu ra 1498 , e associate, n el m ateriale adottato, a m an u fatti di ch iaro recu pero, com e u n m arm o con orm e di piedi 1499 o u n a lastra fittile con rilievo egittizzan te, ascrivibile alla produ zion e delle terrecotte arch itetton ich e di età postau gu stea 1500 (fig. 234). In effetti, u n m odesto svilu ppo a su d della “region e cen trale” era già avven u to, si è visto, in età precostan tin ian a, in rapporto alla presen za di alcu n e preesisten ze di n atu ra idrau lica, verosim ilm en te au ton om e rispetto al più esteso sistem a afferen te alla spelu n ca m agn a e ricon osciu te, in particolare, n ei van i B18-Bd-Be e n ella cam era Bog 1501 (figg. 9, 125). Il m om en to propu lsivo di u n a serie di n u ove e rilevan ti trasform azion i plan im etrich e e stru ttu rali va in dividu ato, sen za alcu n du bbio, n ella creazion e, in corrispon den za del pu n to di raccordo tra 1494 F E RRUA 1964, part. p. 147, su pra, pp. 217-218 e in fra, pp. 288-290; la galleria A17, in fatti, esce dal lim ite costitu ito dalla fron te collin are e sottopassa l’iter corren te davan ti al prospetto a qu ota ch iaram en te più bassa. 1495 S u pra, p. 142. 1496 Per i locu li della galleria A17 vd. le osservazion i di N UZZO 2000a, p. 122. 1497 Dai tre cu bicoli proven gon o essen zialm en te iscrizion i sporadich e, dai form u lari poco sign ificativi, m a com u n qu e adegu ati ai con testi. 1498 Si tratta, in particolare, delle iscrizion i ICUR V 14019, 14286, 14602, 14922; u n locu lo della galleria, tra l’altro, reca graffito su l bordo m altaceo u n sign u m Christi (ICUR V 15174v). 1499 Su qu esto tipo di reperti, di cu i si posson o recu perare vari altri esem plari dalla zon a, G UARDUCCI 1942-43. 1500 Un ’appropriata an alisi del rilievo, per la cu i proven ien za si propon e u n a con n ession e forse u n po’ forzata con il san tu ario di Isis et Serapis al Lateran o, in D OLZANI 1975. È forse da sfu m are l’idea della stu diosa a rigu ardo di u n a scelta in ten zion ale, ideologica, n ella collocazion e del m an u fatto su l sepolcro (p. 105; vd. an ch e N UZZO 2000, p. 251). le già esisten ti gallerie B14/B15 e B18, del lu cern ario O3, su lla cu i im probabile origin e idrau lica, sosten u ta in vece da F. Tolotti, si è gia am piam en te discu sso 1502 ; per la defin izion e cron ologica dell’im pian to deve essere con siderato, si ritien e, il decen n io tra il 320 e il 330, periodo n el qu ale eran o an cora in u so, m a orm ai in fase di deciso rallen tam en to sepolcrale, le sottostan ti gallerie PB, pu re risistem ate in rapporto al n u ovo organ ism o, fon te di lu ce m a soprattu tto di riforn im en to idrico, essen do stato approfon dito, si è visto, fin o alla falda freatica 1503 . In n an zitu tto, verso il lu cern ario e, appare in du bitabile, proprio in fase con la su a apertu ra, ven n e direzion ato u n braccio di 15 m trasversale al fian co su d della spelu n ca m agn a (AB19; figg. 235-236) 1504 ; il qu adrivio così costitu itosi ai lati del pozzo, su l qu ale, du n qu e, con flu ivan o gli am bu lacri B14, B18, B15 e AB19, fu oggetto di u n ’im portan te sistem azion e m u raria con testu ale alle opere di sostegn o dello stesso gran de e profon do organ ism o O3. Il con torn o del pozzo, in fatti, era stato, per tu tta l’altezza, foderato di u n a solida m u ratu ra in opera listata altern an te du e filari di tu felli ad u n corso di laterizi 1505 , ch e in diversi tratti h a rich iesto in terven ti di restau ro m odern o; in corrispon den za delle gallerie cim iteriali in teressate, sia qu elle su periori del gru ppo B, sia le in ferio ri della region e P (PB23, PB22, Po1) 1506 , tale stru ttu ra com pon eva apertu re arcu ate con gh iere di bipedali su slan ciati pilastri, ch iu se, n el settore in feriore, da solidi parapetti coeren ti, alti 0,83 m , in m odo da ren dere sicu ra la presen za della cavità eccezion alm en te profon da 1507 . Ai lavori in qu estion e si lega, n elle gallerie su periori B, u n program m a di risistem azion e sepolcrale rappresen tato dalla realizzazion e di coppie di am pi arcosoli affron tati, e giu stapposti ai pilastri del lu cern ario, su lle pareti delle gallerie B14, B15 e B18, i qu ali dovevan o assolvere, oltre 1501 S u pra, part. p. 146. S u pra, pp. 11-18. 1503 S u pra, p. 138. 1504 Su qu esta galleria, com pletam en te foderata con opere m u rarie posteriori, si veda in fra. 1505 Non è esclu so, per l’affin ità tipologica, ch e qu este costru zion i possan o essere coeve alla fase m u raria in dividu ata n ella spelu n ca m agn a e per la qu ale si è proposta u n a datazion e coin ciden te (su pra, pp. 215, 221). 1506 Per qu este, però, vd. m eglio su pra, p. 138. 1507 Di tali parapetti, per lo più asportati n elle gallerie su periori, restan o ch iare tracce n elle cortin e coeren ti dei pilastri; n elle gallerie PB i resti son o in vece più con sisten ti. Per u n a situ azion e an aloga si ricordi ch e an ch e n ella region e cen trale della catacom ba di Priscilla, il gran de lu cern ario ch e in teressa pian i sovrapposti di gallerie fu delim itato, n ell’am bu lacro su periore, da poderosi parapetti ch e n e im pedivan o la con tin u ità di passaggio (T OLOTTI 1970, p. 337). 1502 CAPITOLO 3 - L’E VOLUZIONE TOPOGRAFICA DE LLA Fig. 232 – Cubicolo Ar: schizzo planim etrico (da Giornale di scavo). “RE GIONE CE NTRALE ” 231 Fig. 233 – Cubicolo Ao: schizzo planim etrico (da Giornale di scavo). Fig. 234 – Galleria A17: locu lo ch iu so con lastra fittile di riu tilizzo. 232 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 235 – Stralcio plan im etrico. Region e della spelu n ca m agn a: espan sion e a su d costitu ita dai van i del gru ppo B. CAPITOLO 3 - L’E VOLUZIONE TOPOGRAFICA DE LLA “RE GIONE CE NTRALE ” 233 al ru olo propriam en te fu n erario, an ch e la fu n zion e di elem en ti per u n a m igliore distribu zion e del peso esercitato dalle stru ttu re del pozzo su lle su perfi ci dei van i adiacen ti 1508 . Ciò è ben eviden te in B14, dove i du e arcosoli, parzialm en te in m u ratu ra, risu ltan o ricavati en tro u n settore di parete, già in ton acata e presu m ibilm en te con locu li, predisposta con tagli per l’alloggio delle n u ove tom be; in B18 appare di sicu ro coeren te con i pilastri del lu cern ario la coppia di arcosoli ai fian ch i dell’in gresso 1509 , m a è probabile ch e alla m edesim a fase vada ricon dotta u n a più in tegrale risistem azion e del van o, in trodu ttivo al doppio cu bicolo Bd-Be 1510 , con la creazion e dell’in tera serie di qu attro arcosoli, du e per lato, su lle pareti e alcu n i locu li, talora tagliati n ella m u ratu ra; an ch e n el tratto di B15 prossim o al lu cern ario l’in serim en to di du e an alogh i sepolcri, qu ello del fian co n ord, a doppia cassa, di n otevole profon dità, va riten u to coevo alle opere descritte, ben ch é u n a radicale risistem azion e m odern a, cu i si deve tra l’altro la com pleta rein tegrazion e dell’arcosolio m eridion ale, n on perm etta u n a verifica stru ttu rale a tale ipotesi. È ovvio ch e l’in stallazion e del pozzo e dei sepolcri con testu ali rappresen tan o, n ella storia dello svilu ppo topografico a su d della spelu n ca m agn a, u n in terven to im portan te, addirittu ra, si dirà, rivolu zion ario dell’in tero assetto della region e, ch e m en tre m irava alla defin izion e di u n im pian to di am pia fru izion e all’in tern o del cim itero collettivo, fu an ch e pen sato, appu n to, in fu n zion e di u n gru ppo di sepoltu re “privilegiate” per la m on u m en talità e la posizion e. In tale ottica il carattere del lavoro è ben valorizzato an ch e dalla decorazion e ad affresco esteso, sem brerebbe, oltre ch e agli arcosoli, alle in tere su perfici dei tron con i con tigu i al lu cern ario e an cora con servata in B18, n ell’arcosolio n ord di B15 e in B14. Qu i, in particolare, su lla fron te del sepolcro m eridion ale 1511 e su lla volta appen a obliqu a si rin traccian o am pi settori di in ton aco bian co con u n a scom partitu ra m istilin ea a bordi rossi e alcu n i tratti in verde: su lla volta, u n elem en to cen trale dal profilo a m an dorla, cam pito da u n ’im m agin e n on più leggibile, è raccordato, con feston i verdi, ad u n riqu adro; il prospetto della tom ba, la cu i arcatu ra è segn ata da u n a bordatu ra rossa, m ostra, in vece, in corrispon den za della ch iave estradossale u n più am pio cam po rettan golare an icon ico, fian ch eggiato da scom parti di m in ore am piezza 1512 . In B18 u n a an aloga decorazion e della copertu ra e delle su perfici parietali, solo parzialm en te visibile, ven n e, probabilm en te, lasciata ad u n o stato di preparazion e: su lla volta l’in ton aco bian co è segn ato da u n m otivo a fin to cassetton ato con altern an za di qu adri e di ton di 1513 , tracciato con u n a solu zion e di colore m olto ch iara, qu asi im percettibile, forse preparatoria ad u n a defin itiva dipin tu ra m ai più esegu ita. Scelte tem atich e m en o gen erich e segn an o, in vece, l’orn am en tazion e pittorica di alcu n i arcosoli 1514 . Per qu ello del lato m eridion ale di B14, n oto com e sepolcro di Carvilia Lu cin a grazie ad u n ’iscrizion e posta probabilm en te a ch iu su ra dell’arca 1515 , si adottaron o, per la lu n etta, du e scen e del ciclo di Gion a (il profeta rigettato e in riposo) ai fian ch i di u n ’altra figu razion e soterica rappresen tata da u n Dan iele tra i leon i; n ell’in tradosso, ripartito m edian te u n elegan te in treccio di lin ee verdi e rosse, sem plici o den tellate, il ton do cen trale, defin ito da u n a corn ice a m otivi geom etrici, è occu pato dall’im m agin e di u n pastore crioforo con du e ovin i ai piedi, en tro u n delicato con testo n atu ralistico rappresen tato da du e arbu sti abilm en te posizion ati su u n o sfon do appen a arretrato 1516 ; n ell’arcosolio n ord-est di B18 u n pastore, dal disegn o m olto grossolan o e approssim ativo, en tro u n ricco habitat bu colico-paradisiaco occu pa, in vece, la lu n etta, m en tre il sottarco privilegia m otivi m in ori, sem pre allu sivi ad u n ’am bien tazion e u ltraterren a, kan tharoi con u ccelli in volo, fiori sparsi, cavalli m arin i e, al cen tro, u n pavon e 1517 ; an ch e l’arcosolio setten trion ale di B15, pu r pesan tem en te rim an eggiato, preserva su ll’am pia su perficie in tradossale l’origin ario affresco con , en tro u n ton do, la rappresen tazion e salvifica di Dan iele tra i leon i, u n a coppia di delfin i e, a destra, la scen a della m oltiplicazion e dei pan i 1518 . 1508 Il m edesim o sign ificato, in fatti, è più ch iaram en te rivestito dalle stru ttu re ad arco, addossate alle pareti delle sottostan ti Po1-PB22, a scopo essen zialm en te statico, e coeren ti con il lu cern ario: su qu este su pra, p. 15. 1509 Tale situ azion e stru ttu rale è ch iara an ch e a T OLOTTI 1978, p. 183, il qu ale, tu ttavia, riferisce tu tte qu este costru zion i ad u n im pian to idrau lico (su pra, pp. 11-12). 1510 L’assetto sepolcrale di qu esti du e am bien ti, in vece, rim ase sostan zialm en te in variato in tale fase. 1511 Qu ello n ord fu , in fatti, segn ato da u n rifacim en to dell’in ton aco, an ticipato dalla picch iettatu ra dello strato preceden te, forse in fase con l’occu pazion e della lu n etta; per qu esto vd. in fra, p. 258. 1512 Su l parapetto del sepolcro eran o in vece affisse lastre m arm oree, di cu i si con servan o le tracce n ella preparazion e m altacea. Repertorio 1993 2 , n . 16 p. 95. Per gli altri il rivestim en to si ridu ce a sem plice in ton aco bian co. 1515 ICUR V 14110; vd. an ch e W ILPE RT 1903, p. 310. L’iscri zion e ven n e presen tata alle adu n an ze dei cu ltori di arch eologia cristian a da E . Josi (RACr 1944-45, p. 318). 1516 Repertorio 1993 2 , n . 17 p. 95 (W ILPE RT 1903, tav. 106, 1-2). 1517 Repertorio 1993 2 , n . 15 p. 95 (W ILPE RT 1903, tavv. 135, 1; 136, 1). 1518 Repertorio 1993 2 , n . 14 p. 95 (W ILPE RT 1903, tav. 103, 2 e p. 272, fig. 23); la decorazion e della lu n etta è qu asi com pletam en te scom parsa e lascia in travedere essen zialm en te u n volatile, forse u n a colom ba. An ch e da u n a som m aria osservazion e tecn ico-stilistica risu lta eviden te ch e la decorazion e dei tre vicin i arcosoli, sostan zialm en te coeren ti dal pu n to di vista 1513 1514 234 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Le con segu en ze più sign ificative dell’im pian to del lu cern ario son o però riscon trabili a livello plan im etrico. Prim a di tale in stallazion e il gru ppo di gallerie verso su d, si ricorda, con sisteva essen zialm en te n ella serie di corti bracci aperti su lla spelu n ca m agn a AB1, Ao1, AB3, AB10, n ell’asse trasversale B14 probabilm en te già con il su o prosegu im en to verso est B15 1519 . Il prim o “ritocco” topografico con n esso alla creazion e del pozzo, si è visto, va ricon osciu to n ella diram azion e AB19, fatta partire direttam en te dalla spelu n ca m agn a e divergen te dagli altri assi an teriori proprio per la direzion alità im posta da O3; la stessa galleria AB19 fu , a su a volta, pu n to di origin e per u n corto corridoio in trodu ttivo all’am pio van o Bf, forse da in serire n el qu adro delle preesisten ze idrau lich e 1520 , dal qu ale, su ccessivam en te, ven n e diram ata l’appen dice approfon dita B20 con diversi cu bicoli 1521 . Ma la serie più im portan te di trasform azion i si rese ovviam en te n ecessaria per il fatto ch e la costru zion e dei parapetti m u rari, coeren ti con le fodere del lu cern ario, aveva determ in ato l’in acces sibilità del gru ppo di am bien ti B18-Bd-Be e della galleria B15, spin gen do ad u n a ridefin izion e dei collegam en ti con n u ove escavazion i: in tan to u n bu sso (p) dal fon do di Be, di cu i asportò u n a serie di locu li 1522 , ven n e ricavato in fu n zion e del raccordo con B6/B8, prosecu zion e dell’an tico braccio Ao1, m a con u n a direzion e deviata verso su d-est, si ritien e proprio per il con tatto con p (fig. 126); attraverso qu esto m edesim o am bu lacro, ch e si spin ge, con u n an golo eviden te (Ro4) per evitare il cu bicolo Bc, fin o a Ro3, fu garan tita, forse in u n m om en to di poco su ccessivo 1523 , an ch e la percorribilità dei ram i B16/B15 con i n u m erosi cu bicoli. Ad u n tem po, an cora da Ao1 e n ello stesso pu n to di in n esto di B6/B9, a ovest 1524 , u n a serie di gallerie a livello in feriore, origin ate da u n a scala, ven n e in tegrata con gli am bu lacri su periori m edian te progressive variazion i di livello, ch e perm ettevan o u n percorso con tin u o: la trasversale (RB5) dei du e assi derivati dalla scala, RB13/RB12 e Ro5/RB4, si con clu deva n ella lu n ga ortogon ale Ro3, su lla qu ale con flu ivan o, scen den do gradu alm en te di qu ota, i du e assi del sistem a su periore B6/B8/Ro4 e B16 1525 . Il gru ppo di am bu lacri in feriori trovava u n a con n ession e con le gallerie più alte an ch e attraverso RB11 raccordata m edian te gradin i a B9. Il diagram m a evolu tivo ricom posto perm ette di valu tare in u n ’ottica pressoch é sin cron ica l’assetto topografico con clu sivo della region e 1526 , su pportata an ch e da u n a certa om ogen eità, ricon oscibile n elle form e di defin izion e degli am bien ti, e dalla sostan ziale coeren za delle in dicazion i tem porali ch e em ergon o dall’an alisi. Le n u ove gallerie del livello alto dovevan o essere in gran parte dealbate 1527 : tracce di in ton aco son o riscon trabili, oltre ch e n ei van i già descritti B14 e B18, soprattu tto all’an golo tra B15 e B16 e su lle su perfici origin arie di qu est’u ltim o, dove, tra l’altro, si n ota la sin golare aggiu n ta di u n ordin e su periore di locu li m edian te la sopraelevazion e della volta 1528 , oltre ch e in B20, an n essa al cu bicolo Bf; su lla parete est di B8, poi, in rapporto ad u n sepolcro con trassegn ato da u n a fen estella qu adran golare (0,10 x 0,15 m ) bordata di rosso, la decorazion e, m al preservata, si arricch isce di spu n ti vegetali (gh irlan de, fiori sparsi e rose) accan to ad u n a scen a m olto lacu n osa n ella parte alta in cu i però è ben ricon oscibile la resu rrezion e di Lazzaro, con il Cristo e la m u m m ia in qu adrata en tro u n sepolcro a edicola su alto podio 1529 (fig. 237). Carattere gen erale è pu re la presen za sistem a tica di cu bicoli, per lo più in ton acati di bian co: cron ologico, sia opera di m aestran ze differen ziate ch e trattan o i m edesim i tem i con effetti com pletam en te diversi n el disegn o e n ella giu stapposizion e delle m asse di colore. 1519 S u pra, pp. 132-136. 1520 S u pra, p. 19. 1521 In fra. 1522 S u pra, p. 132. 1523 Le du e fasi di escavazion e di B6/B8 sem bran o ch iare dal drastico abbassam en to della volta, in corrispon den za di Ro4; il settore su periore del fon do di B8 è occu pato, tra l’altro, da locu li. An ch e su ll’asse B16 il collegam en to con la galleria Ro3 sem bra il fru tto di u n a realizzazion e posteriore all’im pian to dei cu bicoli, probabilm en te solo in term in i di u n a con caten azion e di even ti escavativi; il gradu ale approfon dim en to lasciò, in fatti, appen a più alte le soglie dei cu bicoli Bc e Be. 1524 L’esecu zion e delle du e ram ificazion i di Ao1 sem bra essere coeva. Nel Giorn ale di scavo 4 (m aggio 1936), pp. 5-6 si coglie la stessa im pression e n ella descrizion e relativa al rin ven im en to dell’am bu lacro, prim a dei pesan ti restau ri m odern i: “…prosegu en do lo sterro della galleria … si è trovata la ragion e dello slargam en to progressivo della parete di destra, accen tu ato dalla presen za di du e risegh e e dovu to al fatto ch e detta galleria si biforca in du e ram i dei qu ali u n o prosegu e l’an dam en to prin cipale della galleria, m en tre l’altro scen de ad u n pian o in feriore a m ezzo di u n a scaletta”. 1525 Lo stato con servativo di tale im pian to in feriore n on perm ette di verificare l’ipotesi di lavoro del Tolotti, secon do la qu ale tali gallerie potevan o collegarsi “a est con la region e Q e forse, an ch e, a ovest con la I” (T OLOTTI 1978, p. 184). 1526 Per i vari adattam en ti legati alla sistem atica con tin u ità d’u so dell’area, ch e assolveva al ru olo di retrosan ctos in rapporto alla tom ba m artiriale in AB10 (su pra, pp. 206-212), vd. in fra, pp. 258-263. 1527 Tu ttavia, la con servazion e o la visibilità di tale rivestim en to è com prom essa sia da posteriori opere m u rarie (in fra, pp. 259-261), sia dalla rovin a delle su perfici, spesso pesan tem en te rein tegrate con m ateriale m odern o (l’am bu lacro B6/B8, ad esem pio, è qu asi com pletam en te ricostru ito). 1528 Ciò è eviden te proprio per l’in terru zion e della su perficie in ton acata, in corrispon den za della fila su periore di locu li. Tale solu zion e è in verità an om ala, essen do più logico e con su eto, si sa, l’abbassam en to del su olo per ricavare n u ovi sepolcri. 1529 Repertorio 1993 2 , n . 18 p. 95 (W ILPE RT 1903, tav. 87, 2). CAPITOLO 3 - L’E VOLUZIONE TOPOGRAFICA DE LLA “RE GIONE CE NTRALE ” 235 u n a serie ravvicin ata di cam ere si segu e tra B15, alla cu i estrem ità est, su l lato setten trion ale, si apre il van o Boh , e l’in tera arteria B16, segn ata dalla presen za di sette cu bicoli, qu attro su l fian co occiden tale (Bol, Bom , Bon , Bc) e tre su ll’orien tale (Boi, Boo, Bb), talora doppi (Boi/Boi'; Bc/Boc; Bb/Bob), an alizzabili, tu ttavia, solo parzialm en te per i con sisten ti in terri 1530 , m a per lo più ricon du cibili al tipo con u n ico arcosolio su l fon do e locu li laterali. Tre an alogh i organ ism i son o allin eati lu n go il lato n ord-est di B6/B8, du e dei qu ali (Ba, Bop) con am pi arcosoli solo su i fian ch i, per la pre sen za di escavazion i preceden ti a poca distan za dal lato di fon do 1531 , il terzo (Boq) con tom be ad arco solio su tre lati, qu ello a destra con du pli cazio n e su ccessiva della cassa 1532 ; an ch e su l corto braccio B20, dipen den te da Bf, si con cen traron o qu attro cam ere di m odeste proporzion i, in ton acate e coper te a botte, con locu li e arcosoli variam en te di stri bu iti, tre su l più libero lato n ord-est (Bor, Bos, Bot) e u n u n ico am bien te a su d-ovest (Bov), proprio in corrispon den za dell’am pio arcosolio n ord della soprastan te B15, situ azion e ch e n e rich iese im portan ti restau ri n el m om en to del recu pero del 1935 1533 . Solo il van o Bf si discosta, per m odalità tipologich e e di im pian to, dai cu bicoli esam in ati. Origin ato da u n corto braccio aperto su l fian co orien tale dell’am bu lacro AB19 1534 , esso si con figu ra com e u n o spazio rettan golare eccezion alm en te gran de (6 x 3,36 m ), le cu i dim en sion i e la posi- zion e an om ala di u n pozzo n ell’an golo n ord-ovest n on perm etton o di esclu dern e u n a con n otazion e idrau lica 1535 ; in u n prim o m om en to l’occu pazion e sepolcrale ven n e lim itata a locu li su lle pareti in to n acate e ad u n u n ico arcosolio a su d, m a le troppo am pie proporzion i dovettero rich iedere u n in terven to precocissim o di riadattam en to, con u n a podero sa stru ttu ra ad U in tu felli, sem pre dealbata, n el settore n ord dell’am bien te 1536 (fig. 238), ch e form a tre arcosoli con gh iere in m atton i e soprastan ti locu li 1537 di an aloga profon dità; su l tratto su d del lato occiden tale la m edesim a m u ratu ra, addossata ai sepolcri preceden ti 1538 , com pon e u n a pila di cin qu e profon di (0,66 m ) locu li. I lavori di riadattam en to in qu estion e m odificaron o an ch e l’arco solio m eridion ale in fu n zion e dell’apertu ra della galleria B20: di qu esto ven n e rialzata l’arcatu ra, fin o alla con n ession e con il n u ovo passaggio, e spostata la cassa, rifacen dola in u n a m u ratu ra, verso ovest, decen trata e con du e lati scoperti. Le form e di occu pazion e sepolcrale dell’im pian to B organ izzato in rapporto al lu cern ario O3 appaion o ten den zialm en te om ogen ee: i locu li ch e affian can o m assivam en te i più sporadici arcosoli, sia n ei cu bicoli sia n elle gallerie, apparten gon o orm ai al tipo esegu ito rapidam en te in serie con tin u e, n on sem pre organ izzato in pilae regolari 1539 ; n on è docu m en tata a posto alcu n a iscrizion e su m arm o 1540 , m a, talora, il ricorso a form e grafich e estem poran ee su l bordo m altaceo 1541 , ch e accoglie 1530 L’in tero asse B16 con i su oi cu bicoli m eriterebbe, in effetti, u n ’in dagin e arch eologica destin ata allo sgom bro di tali terre. Son o com pletam en te in terrati, in particolare, Boh , con gran de arcosolio a ovest e u n am bu lacro a est, Boi, Bom , Bon e Boo; perlu strabili son o in vece i cu bicoli Bb e Bc. Il prim o presen ta u n arcosolio di fon do con u n a piccola n icch ia per oli affian cata; il corto braccio ch e collega con il van o dipen den te Bob è privo di in ton aco. L’am bien te Bc, pesan tem en te restau rato, rivela u n a n icch ietta sim ile a qu ella descritta per Bb, m a su l lato n ord di in gresso, m en tre u n a m en sa sem icircolare ven n e addossata all’in ton aco origin ario n ell’an golo n ordovest, a destra dell’arcosolio ch e si apre su l fon do. Il dipen den te Boc, con volta a crociera e dealbato, h a pu re u n u n ico arcosolio su l fon do. I du e van i ven n ero recu perati n el 1934/5 e descritti n elle relazion i di scavo: Giorn ale di scavo 3, p. 181: “… lo sterro della fran a rivela u n cu bicolo (= Bb) di cu i son o an cora a posto gli stipiti in travertin o dell’in gresso: il cu bicolo h a u n solo arcosolio su l fon do m en tre a sin istra presen ta u n a galleria. In con tro ad esso s’in com in cia a in travedere l’in gresso di u n altro cu bicolo….”; pp. 185-186: “u n altro cu bicolo II (= Bc), con gli stipiti di travertin o a posto e l’arch itrave giacen te lì presso. Tale cu bicolo presen ta u n arcosolio in fon do e n ell’an golo di destra della parete fron tale u n a “m en sa oleoru m ”. E ra in ton acato e scialbato e il su olo com pletam en te occu pato da form e; residu an o solo parti delle pareti, m en tre la volta è crollata. A traverso u n a breve galleria il cu bicolo II com u n ica con il cu bicoletto II' (= Boc), an ch ’esso provvisto di u n arcosolio in fon do, ben con servato, con la volta a crocera.” 1531 La galleria AB10 con la prosecu zion e B9 per Ba e il van o Bd per Bop. Per il prim o cu bicolo vd. in fra, p. 261 per le im portan ti ristru ttu razion i dell’assetto origin ario. 1532 Solo la prim a delle du e arch e presen ta, in fatti, l’in ter - n o in ton acato; vd. an ch e N UZZO 2000a, p. 133, n . 293 (Bi = Boq). 1533 Giorn ale di scavo 3, p. 195 (5 aprile): “… detta galleria (B20) possiede du e (sic!) cu bicoli a sin istra, di cu i si vedon o gli in viti, e u n o a destra, il qu ale, ridotto in cattivo stato per fran am en to, dovrà essere sterrato e rin forzato trovan dosi proprio sotto all’arcosolio di Dan iele, n ella galleria g-i, di cu i com prom ette la stabilità….”. 1534 Il corridoio è lu n go com plessivam en te 2,10 m , m a l’esten sion e della parete tu facea è dissim ile da n ord (1 m ) a su d (1,60 m ). 1535 S u pra, p. 19. Un ’altra possibilità in terpretativa potrebbe essere forn ita dall’ipotesi della rettifica di u n am bien te in segu ito ad u n crollo in fase di escavazion e. 1536 Qu esta h a spessore variabile: 1,05 su l lato ovest, 0,84 m su l fon do e 0,67 m a est. 1537 Tre su ll’arcosolio di fon do e du e per lato. 1538 I locu li più an tich i son o an ch e visibili su lla parete orien tale, sorm on tati in parte dal m u ro posteriore (fig. 238). 1539 Cfr. an ch e N UZZO 2000a, p. 133 per u n a con siderazion e gen erale su i locu li della region e B. 1540 Qu esto, tu ttavia, si spiega con la in in terrotta perlu stra bilità di diversi van i in qu estion e du ran te i secoli dell’età m odern a (vd. in fra, p. 327) e la radicale spoliazion e dei sepolcri. 1541 Le iscrizion i ICUR V 14908 su u n locu lo di bam bin o in B14, ICUR V 14311a in B18, en tro la lu n etta dell’arcosolio (sem pre in B18 è l’epitaffio su m alta [- - -]odotu s in pace lu n go il bordo su periore del locu lo aperto su ll’arcosolio n ord-est; si tratta dell’ICUR V 14802b, già letta dal de Rossi, m a n on localizzata da F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 306), ICUR V 13894 in B16 e 15174i in B17, risolta sem plicem en te in u n sign u m Christi (su qu esta galleria in fra), ICUR V 14504 in B20 con n om e della defu n ta reiterato e an cora u n m on ogram m a cristo - 236 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 237 – Sepolcro della galleria B8 decorato con scen a della resu rrezion e di Lazzaro e tragu ardabile da u n a fen estella. Fig. 236 – In crocio di van i in corrispon den za del lu cern ario O3: sch izzo plan im etrico (da Giorn ale di scavo). Fig. 238 – Cu bicolo Bf: stru ttu re di rielaborazion e del van o addossate ai locu li più an tich i. CAPITOLO 3 - L’E VOLUZIONE TOPOGRAFICA DE LLA an ch e, raram en te, segn i di in dividu alizzazion e del sepolcro, oggetti affissi 1542 o bolli con elem en ti n om in ali im pressi 1543 ; n on dissim ili appaion o an ch e le m odalità fru itive del gru ppo di am bu lacri origin ato da Ao1/B6 e da B9 e svilu ppatosi a qu ota approfon dita 1544 . Soprattu tto n ei cu bicoli, oltre agli am bu lacri a più lu n ga con tin u ità d’u so adiacen ti la spelu n ca m agn a e la galleria AB10 1545 , l’occu pa zion e pavim en tale con tom be a fossa è gen ericam en te docu m en tata, in particolare n ei van i oggetto di u n a più approfon dita an alisi arch eologica 1546 . Le più specifich e in dicazion i cron ologich e em erse dall’an alisi gen erale posson o defin ire an cor m eglio i tem pi di fru izion e dell’area, in qu adrabili en tro u n a forbice cron ologica com presa tra il terzo e il sesto decen n io del IV secolo: se u n ’iscrizion e estem poran ea su locu lo della galleria B16, riportan do i du e con soli del 333 Dalm azio e Zen o filo, stabilisce con sicu rezza u n o dei m om en ti di u tilizzo più vicin i all’in stallazion e del lu cern ario 1547 , u n an alogo docu m en to n el cu bicolo Bb n e garan tisce l’occu pazion e alm en o fin o al 354 1548 . “RE GIONE CE NTRALE ” 237 rie del gru ppo B, com e, si è visto, qu elle adiacen ti a est in dicate con la sigla A1549 , n on rivelan o alcu n in teresse al riu so delle estrem e lacin ie dell’are n ario preesisten te C1550 ; in particolare, il braccio B17, diram ato dal fian co orien tale della galleria B16, sbu cò, dopo u n o scavo di 7,60 m , in u n o dei van i dell’an tica cava (C''o), m a proprio per evitarn e il collegam en to ven n e sbarrato, a soli 4,40 m dall’im bocco su B16, prim a dell’occu pazion e con locu li, m edian te la costru zion e di u n m u ro in tu felli, e preferì la deviazion e verso n ord-est (Ao15) e la con giu n zion e con l’asse Ao14 1551 . Proiettan dosi n otevolm en te verso su d le galle - Il m om en to di più organ ico e coeren te svilu p po plan im etrico dell’area della spelu n ca m agn a verso su d è rappresen tato dall’im pian to, attraverso u n a scala sistem ata all’estrem o lim ite ovest del prin cipale asse m edian o, di u n sistem a ben articolato di gallerie e cu bicoli (I), ch e occu pa u n settore qu asi m argin ale, m a ovviam en te n on an cora occu pato da altri am bien ti, rispetto all’in tera region e cen trale, svolgen do, però, u n ru olo di fon dam en tale in crem en to degli spazi sepolcrali n ell’arco del IV secolo (fig. 239). logico. Du e iscrizion i a n astro son o pu re en tro i cu bicoli Bf (ICUR V 14890) e Bb (ICUR V 13904). 1542 Un vasetto vitreo m in iatu rizzato con orlo estroflesso è in serito n ella m alta di u n locu lo risparm iato dai restau ri su lla parete n ord del corridoio in trodu ttivo a Bf. 1543 In B18, su l bordo di u n locu lo en tro la lu n etta di u n o dei qu attro arcosoli ricorre n ove volte il bollo rettan golare Porcian (i) / Didalae (servi): F E RRUA 1986, n . 72 p. 46; in B15 è in vece l’im pression e Grati Iu li An ton in i (servi): F E RRUA 1986, n . 30 p. 28. 1544 In tale sistem a di gallerie si ricorda u n ’u n ica lastra m arm orea con iscrizion e a posto (ICUR V 14251) e du e iscrizion i a n astro con sign u m Christi, rispettivam en te in RB11 (ICUR V 15177e) e in RB13 (ICUR V 15174h ). Non si con corda con l’idea del Tolotti (T OLOTTI 1978, p. 184) di riten ere posteriore tale im pian to, “ch e qu in di dovrebbe rappresen tare u n ’opera della secon da m età del IV secolo”, solo su lla base del progressivo digradare del su olo davan ti al cu bicolo Bb-Bc (su pra, n . 1523 p. 234); risu lta, in fatti, più sign ificativa, si ritien e, la probabile con tem poran ea escavazion e di B6 e della scala di accesso alle gallerie del livello in feriore. È , tra l’altro, u n ’osservazion e fon dam en tale ch e con il parapetto costru ito su l lu cern ario la galleria B16 era accessibile soltan to da Ro3. 1545 Su qu este reiterate form e di occu pazion e vd. però in fra, pp. 258-263. 1546 A proposito di Bf n el Giorn ale di scavo 3, p. 194 si ricorda u n a “gran de qu an tità di form e” (ad u n a di qu este tom be o, forse m eglio, alla cassa di u n o dei qu attro arcosoli doveva apparten ere la lastra, scoperta in 26 fram m en ti, con l’e pigrafe m etrica bilin gu e ICUR V 14036), com e pu re in Bc (su pra, n . 1530 p. 235); an ch e in Boq si avverte ch iaram en te la presen za di vu oti sotto la su perficie di cam m in am en to (atten don o u n vero e proprio recu pero, si è detto, e qu in di u n ’in dagin e approfon dita i cu bicoli aperti su B15 e B16). Tom be a fossa eran o an ch e in B14 (l’iscrizion e ICUR V 14870a, ch e erron eam en te F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 317 attribu isce a PB24, è an cora in situ su u n a form a ai piedi dell’arcosolio n ord) e in AB19, per la qu ale il Giorn ale di scavo 3, p. 192 an n ota pu re “u n a gran de qu an tità di form e” (ad u n a di qu este apparten eva la lastra del presbëteroj ^Ant…patroj ICUR V 14988, di cu i n on è più sosten ibile la cron ologia an teriore al IV secolo su pposta da P IE TRI 1977, p. 384); m a su qu este vd. in fra, pp. 258-259. In B16, davan ti ai cu bicoli Bc e Bb è an cora u n a ch iu su ra an epigrafe di form a. 1547 ICUR V 13894; va ricordato ch e dal m edesim o am bu lacro provien e an ch e u n a fram m en taria tabu la di sarcofago con iscrizion e assegn abile al 326 (ICUR V 13889e). 1548 ICUR V 13904; n ella m edesim a fascia tem porale rien tran o an ch e i poch i altri m an u fatti in scritti con datazion e con solare della region e, l’iscrizion e del 339/342 (ICUR V 13889a) da B6 e qu ella del 359 da B15 (ICUR V 13908; m a di cu i u n a parte era n ella spelu n ca m agn a: F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 181). Si ricordin o, poi, i più gen erici in dicatori tem porali con ten u ti n ei sign a Christi degli epitaffi graffiti su i bordi locu lari (ICUR V 15174i in B17; 14504 in B20; 15177e in RB11 e 15174h in RB13) o su lle lastre fu ori con testo della region e (ICUR V 13908?, 14039, 14079, 14177, 15172c). La varietà tecn ico-stilistica delle pittu re dei tre arcosoli in B14, B15 e in B18 (eviden ziata su pra) e del locu lo su lla galleria B8 n on perm ette di valorizzare pien am en te an ch e tali m an u fatti in sen so cron ologico, ben ch é essi rien trin o, sostan zialm en te, n el variegato pan oram a di prodotti artistici del m on do fu n erario del IV secolo (vd. soprattu tto il qu adro gen erale ricostru ito da B ISCONTI 1998). 1549 S u pra, pp. 223-230. 1550 Su tale organ ism o e su l rapporto di an teriorità con la catacom ba cfr. an ch e su pra, pp. 19-20. Tale situ azion e, n el qu adro gen erale delle strategie in sediative ricostru ibili n ei cim iteri sotterran ei, deve n on apparire stran a, ben ch é si riscon tri u n a gen erale ten den za al riu tilizzo (P E RGOLA 1997, pp. 62-64; S PE RA 1999, part. pp. 409, 464); ad esem pio, an ch e la cd. region e “della cattedre” del cim itero Maggiore, pu r in tercettan do u n ’an tica cava, n on n e riu tilizzò i van i (F ASOLA 1961, p. 261). 1551 È più difficile pen sare, com e vu ole T OLOTTI 1978, p. 184, ch e “i ram i B17 e Ao15, si in con traron o, per così dire, com e i fioretti di du e sch erm itori in posizion e di gu ardia”; lo stu dioso n on presta in teresse, in fatti, all’effettivo prolu n gam en to n orm ale di B17 e all’im m ediato sbarram en to prim a dell’u tilizzo fu n erario. 238 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 239 – Stralcio plan im etrico. Region e della spelu n ca m agn a: espan sion e a su d e a n ord costitu ita dal gru ppo di am bien ti I/IM. CAPITOLO 3 - L’E VOLUZIONE TOPOGRAFICA DE LLA “RE GIONE CE NTRALE ” 239 Da u n a serie di 14 gradin i e da u n a galleria in asse con qu esti (I1/I2; fig. 240) 1552 , estesa oltre 20 m , ven n e elaborato u n o sch em a con diram azion i trasversali, distan ziate in m odo da con sen tire l’apertu ra sistem atica di cam ere sepolcrali: lu n go l’am bu lacro n ord-su d (I1/I2) si segu e la su ccession e di du e gru ppi di qu attro cu bicoli, qu elli della parete orien tale con in gressi du e a du e ravvicin ati (Ia/Ib, Ic, Ie, Ioe), qu elli del lato ovest (In , Im 1553 , Id, If) distribu iti in m odo da favorire l’in serzion e di du e assi ortogon ali, già previsti, qu in di, n ella program m azion e in iziale, qu ello a su d (I3; tra In e Im ), di soli 10,40 m , fu n zion ale ad u n gru ppo di tre van i (Ig, Ih , Ii) raccolti all’estrem ità, in torn o ad u n pozzo di lu ce qu adran golare, qu ello setten trion ale (IL1/IL2; tra Id e If) esteso n otevolm en te a ovest, con direzion e rettilin ea per ca. 12 m e qu in di appen a divergen te verso n ord per altri 13 m , fin o a u n a piegatu ra an golare ch e direzion a l’am bu lacro a su d-ovest 1554 ; an ch e su qu esto braccio si apron o cu bicoli (ILa, ILc a n ord; ILb a su d) e u n a serie di am pi arcosoli su i fian ch i. Le m odalità di defin izion e dell’im pian to appaion o adegu ate a tem pi escavativi m olto ravvicin ati, se n on proprio con caten ati in u n a progression e u n itaria 1555 ; con testu alm en te, si ritien e, ven n e in stallato an ch e u n gru ppo di am bu lacri secon dari, svilu ppati a qu ota in feriore da u n a scaletta di n ove gradin i aperta su l lato m eridion ale di IL1/IL2, alla distan za di soli qu attro m etri dall’in crocio con I1/I2. Le gallerie ai piedi della scala, u n a in asse (I14: lu n gh . 10 m ) e du e trasversali (I10/I9/I6: lu n gh . 30 m ; I11: lu n gh . 19 m ), son o organ izzate in m odo da creare, m edian te progressive variazion i di livello, raccordi con alcu n i van i ad u so esclu sivo, di cu i, du n qu e, costitu iscon o spazi di dipen den za fru itiva, in particolare con il cu bicolo ILb attraverso la galleria I11 e il van o Ioe con il braccio I4 ch e si riu n isce, m edian te la corta I5 (poco più di 5 m ), con I9/I6 1556 . Men tre il collegam en to tra ILb e I11 risu lta effettu ato già in fase di escavazion e del cu bicolo, poich é l’an golo su d-est della stan za presen ta pareti sfalsate in m odo da ospitare l’apertu ra più bassa e obliqu a della galleria, per la diram azion e di I4 da Ioe ven n e riadattato l’arcosolio di fon do del cu bicolo, tagliato, in fu n zion e del passaggio, all’estrem ità n ord e rein tegrato in m u ratu ra 1557 . Solo in u n m om en to su ccessivo, poi, dal ram o I9/I6 ven n e fatto partire u n lu n go asse verso n ord destin ato alla con giu n zion e, an ch e m edian te l’au silio di gradin i term in ali in salita per l’in con tro dei livelli differen ziati, con il piccolo gru ppo setten trion ale IM, con il qu ale, tra l’altro, la region e I fu posta in con tatto an ch e attraverso la galleria IM2/IM3 diram ata, però, dal setten trion ale braccio IM1 e aper- 1552 L’am bu lacro segu e u n an dam en to rettilin eo per 20 m , fin o ad u n am pio lu cern ario in terposto ai cu bicoli If e Ioe; verso su d il su o prolu n gam en to, per lo più in accessibile poich é segn ato da fran e e in terri, devia appen a verso ovest ed è probabilm en te ascrivibile ad u n o scavo su ccessivo alla prim a in stallazion e (in fra). Gli alzati di qu esti van i, recu perati a più riprese n el 1909, m a, soprattu tto, n el 1927/28 (in fra, pp. 332-336), si presen tan o m olto com prom essi da restau ri; le pareti della scala, in particolare, m ostran o u n rivestim en to m odern o a grossi blocch i (le su perfici origin arie son o solo n elle parti basse, in teressate, a ovest, già da u n rifacim en to an tico in opera listata), u tilizzato, com e l’in tera region e I, per l’allestim en to dei m ateriali più fram m en tari, ch e n on avevan o trovato spazio n ei Mu sei classico e cristian o (G IORDANI 1972-73; F ASOLA 1982, p. 225; vd. su pra, n . 461 p. 79). 1553 Di qu esti van i son o visibili soltan to gli in gressi; le pessim e con dizion i con servative, in fatti, n e h an n o im pedito il ripristin o. Le sagom e riportate n ella plan im etria gen erale son o dedu cibili (com e già T OLOTTI 1978, tav. I) da rilievi preceden ti (cfr. an ch e la pian ta edita da J OSI 1935, fig. 2 p. 9, da cu i il dettaglio della tav. I). 1554 L’organ ica perlu strazion e dell’am bu lacro è im pedita, n el tratto term in ale IL3, dallo sprofon dam en to della volta della sottostan te galleria H ; la volta della trasversale H 1 ven n e in vece in taccata m edian te l’approfon dim en to dell’arca di u n o degli arcosoli del tratto IL3. Cfr., su lle gallerie del sistem a H , su pra, pp. 109-112 (an ch e su l rapporto “fisico” e cron ologico tra le du e region i). 1555 Il ram o IL1/IL2 potrebbe in fatti essere appen a posteriore per alcu n e “variazion i”, soprattu tto la presen za di arcosoli n ell’am bu lacro; in ogn i caso, tu ttavia, esso era stato già previsto dalla stu diata dislocazion e degli in gressi di In e Im , corrispon den te a 4,60 m , la stessa distan za m isu rabile tra Id e If, distan ziati per l’in serim en to dell’asse I3. Non è dato di verificare, n el pu n to di diram azion e della galleria IL1 dal prin - cipale am bu lacro I1/I2, la presen za di u n a scala in dicata sia in u n o sch izzo con testu ale ai lavori del 1927 (Giorn ale di scavo 1, p. 117), sia n ella pian ta allegata a ICUR V (S TYGE R 1933, fig. 59 p. 166 segn ala la presen za di du e soli gradin i); il fatto ch e la volta del tratto di am bu lacro corrispon den te n on presen ti segn i di even tu ali dislivelli fa pen sare ch e potesse trattarsi di gradin i posticci e fu n zion ali ad u n a variazion e m om en tan ea di qu ota, forse da riferire agli “in terven ti m u rari” del 1909, resi n ecessari dal vu oto sottostan te descritti da B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 5, s.p.). 1556 Le m odalità di im pian to di qu esto gru ppo di gallerie in feriori n e spiegan o i forti dislivelli: la galleria in asse con la scaletta (I14) si in clin a fortem en te per sottopassare I3 e i su oi cu bicoli, per cu i la trasversale I11 verso ovest deve rialzarsi con siderevolm en te per creare u n con tatto, già program m ato in fase di escavazion e, con il cu bicolo ILb (com e I12, verso su d, si alza verso Iob, n on esplorabile). Così I9/I6 dai piedi della scala vien e direzion ata verso est abbassan dosi per sottopassare I1, m en tre il sistem a di am bu lacri ten de a risalire con le gallerie I5 e I4, ch e crean o la con giu n zion e con il preesisten te Ioe. 1557 Su l fian co m eridion ale della galleria, in fatti, in corrispon den za dell’arca, si vede il tegolon e obliqu o di copertu ra in origin e in tern o, ch e sporge dall’in tegrazion e m u raria; la risistem azion e previde il rifacim en to m u rario del fian co sin istro dell’arcosolio dipin to, in qu esta fase decen trato rispetto all’asse del cu bicolo, e u n a rein ton acatu ra bian ca lim itata soltan to al settore ricostru ito, addossato alla pittu ra preceden te n ella parte alta e alla m alta del rivestim en to m arm oreo su l parapetto (in fra). Tale rapporto di posteriorità di I4 rispetto a Ioe pu ò essere spiegato sia con la gen erale posteriorità del gru ppo di van i verso ovest dipen den ti dalla galleria IL1/IL2 o an ch e, forse con m aggiore probabilità, con la su ccessiva escavazion e, rispet to a I14 e a I10/19/I6, di I4 e I5, raccordo, qu in di, volu to solo in u n a fase u lteriore. 240 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Un a decisa coeren za cron ologica dell’in tero im pian to I si evin ce ben e, in effetti, dagli stessi caratteri gen erali della region e, program m ata, si è visto, n ell’ottica prioritaria di defin ire am bien ti esclu sivi 1559 , con organ ism i dipen den ti per sepoltu re m odeste e in distin te e con pozzi di lu ce previsti all’estern o dei cu bicoli 1560 . Le diciassette cam ere sepolcrali 1561 m ostran o u n a particolare om ogen eità, sia n elle proporzion i (in m edia si tratta di van i di 3,4 x 3 m ), sia n ella defin izion e dei volu m i, con profili qu adran golari “pu liti” coperti a botte 1562 , sia n ei dettagli di valorizzazion e, l’in ton aco bian co steso u n iform em en te su lle su perfici e l’adozion e di sistem i di ri- qu adratu ra degli in gressi, m edian te arch itravi, soglie e stipiti in travertin o, talora an cora a posto 1563 , predisposti con in cassi per l’alloggio di ch iu su re m obili. Nella distribu zion e degli arcosoli su lle pareti risu lta più ricorren te il tipo con u n u n ico arcosolio su l fon do (Ib, Ic, Ig, Ii, ILa, ILb, ILe), m a n on m an can o solu zion i asim m etrich e con du e arcosoli, qu ello del fon do e u n o laterale (Ie, Ioe, ILd) o an ch e privi di qu esta tipologia di sepolcro (Ia 1564 , Id, If1565 ); u n ’u n ica cam era (Ih ) presen ta arcon i per sarcofagi su tre lati. In effetti, però, qu este scelte differen ziate sem bran o gu idate piu ttosto da m otivazion i di ordin e statico, im poste dalla vicin an za eccessiva degli am bien ti ch e im pedì spessissim o la creazion e di u lteriori vu oti laterali, i qu ali avrebbero n otevolm en te assottigliato i diafram m i tu facei; così, ad esem pio, l’arcosolio previ sto su l fon do del van o If n on ven n e poi esegu ito per la particolare prossim ità, a ovest, di Ig. Per lo stesso m otivo, talora, si rese n ecessario il ricorso a m u ri di foderatu ra laterale dei cu bicoli, docu m en tati su lla parete su d di Id e su qu ella n ord di If, cu i era in terposto l’am bu lacro I3, e su l fian co setten trion ale di Ioe, troppo vicin o a Ie 1566 . A tale gen erale u n iform ità n on corrispon de, però, u n ’an aloga om ologazion e delle scelte sepolcrali e delle stru ttu re accessorie all’in tern o dei cu bicoli, dove, ch iaram en te, dovevan o prevalere, pu r n el ricorso alle m edesim e m aestran ze, esigen ze e gu sti dei gru ppi fru itori; qu esti, ad esem pio, in soli tre casi (in Ib, in Ic e in ILe) corredaron o il cu bicolo di u n a m en sa in m u ratu ra, posta a sin istra dell’arcosolio di fon do, qu adran golare in Ib, an cora m u n ita di u n piatto in TSC con stam pigliatu ra cen trale 1567 (figg. 241-242), e sem icircolare in Ic (fig. 243) e IL3 1568 . 1558 Su lla con giu n zion e dei du e gru ppi di gallerie, origin ati au ton om am en te dalla spelu n ca m agn a, rispettivam en te da su d (I) e da n ord (IM, ch e si svilu ppa, in particolare, da A1), vd. an ch e in fra, pp. 256-258. 1559 Predom in a in term in i eccezion ali, n ella distribu zion e fu n zion ale dei settori scavati, la su perficie degli spazi destin ati a u so privato, calcolabile, com plessivam en te, in torn o ai 193,92 m q, rispetto a qu ella rappresen tata dalle gallerie (93,4 m lin eari, più o m en o coin ciden ti con le proporzion i areali, per il livello su periore e 82 m , sen za con siderare I7, per il livello in feriore). 1560 In particolare u n o, gran de, su I2, tra i cu bicoli If e Ioe (il lu cern ario a est di qu est’u ltim o era in realtà sem plicem en te fu n zion ale al van o su periore pen tagon ale X7 per il qu ale vd. su pra, n . 25 p. 3 e n . 172 p. 25; Giorn ale di scavo 1, pp. 117-118: (21 dicem bre 1927) “La fran a è avven u ta in corrispon den za di du e lu cern ari, di cu i qu ello di sin istra in teressa soltan to il 1° pian o m en tre l’altro arriva fin o al 2°”) e u n o, si è visto, all’estrem ità di I3, fu n zion ale ai cu bicoli Ig, Ih , Ii. Costitu isce u n ’eccezion e la sin golare apertu ra ovoidale en tro il van o ILb. 1561 Non si con sideran o, n el qu adro gen erale, i du e cu bicoli n on ispezion abili a su d Ioa e Iob. 1562 Un ’u n ica variazion e a tale sch em a è costitu ita dall’u n ico caso di cu bicolo “doppio” Ia/Ib, di cu i il van o in tern o è scan dito agli an goli da colon n e ricavate n el tu fo e coperto con u n a volta in crociera. In corrispon den za dei pozzi di lu ce in I1/I2 e in I3, talora (in If, Ig, Ih , Ii) è possibile verificare l’a dozion e di volte obliqu e per in dirizzare la lu ce all’in tern o. 1563 In particolare, si con servan o tu tti gli elem en ti per il van o In , per ILa e per il cu bicolo doppio Ia/Ib, sin golarm en te caratterizzato da u n ’u lteriore su ddivision e in term edia; soltan to l’arch itrave per Ic, i cu i stipiti ven n ero rein tegrati già in an tico in opera listata, la soglia per Id e Ioe, soglia e stipiti per Ie e il solo stipite m eridion ale per Im . 1564 Qu est’u ltim o, però, svolge u n ru olo essen zialm en te in trodu ttivo al più in tern o Ib, dal qu ale lo divide u n corridoio in term edio di ca. 3 m . 1565 Ben ch é, in qu esto van o, il profilo di u n arcosolio ven n e disegn ato su l fon do, m a n on scavato. 1566 Tali stru ttu re in opera listata form an o locu li in Id e Ioe; n e è privo, in vece, il m u ro di If. Il diafram m a tu faceo tra Ie e Ioe è com u n qu e crollato, in siem e alla stessa fodera m u raria, e i du e am bien ti costitu iscon o u n u n ico gran de spazio dalla con figu razion e irregolare, attraverso il qu ale è pu re accessibile il van o su periore X7. 1567 Tipo H ayes 61 = Lam boglia 54, 54ter = Atlan te I, tav. XXXV, 2 (D1) (su lla m en sa e il piatto u n accen n o an ch e in F É VRIE R 1978, p. 232). Vd. in fra, p. 246 su lla cron ologia. 1568 Per qu est’u ltim a, si vedrà, il prolu n gam en to dell’am bien te rese n ecessaria l’aggiu n ta di u n settore cu rvo su lla parte posteriore della m en sa origin aria. ta su ll’am bu lacro IL1 con u n a volta con siderevolm en te più bassa (–1,30 m ) 1558 . Costitu isce in du bbiam en te u n a fase di am pliam en to verso n ord del sistem a di gallerie la defin izion e di u n ’u lteriore diram azion e (IL4: lu n gh . 22 m ), provvista di cu bicoli (ILd, ILe) e corti bracci (IL5, ILo9, IL9), realizzata m edian te lo sfon dam en to del fon do del cu bicolo ILc: l’apertu ra del n u ovo am bu lacro fu pen sata a qu ota appen a su periore (0,48 m ) rispetto al su olo di ILc, forse per scavalcare più agevolm en te gli am bien ti della sottostan te region e H , e an ch e la volta del van o, del tipo a botte e in ton acata, ven n e di poco rialzata, in m odo da accogliere u n a fila su periore di locu li. L’arco tem porale ch e vede la scan sion e di tali, progressivi, in terven ti plan im etrici su ggerisce, an cora, ritm i di esecu zion e piu ttosto serrati; va n otata, in fatti, la sign ificativa m an can za dell’arcosolio su l fon do dell’am bien te ILc, in dice, si ritien e, di u n m u tam en to rapido del progetto esecu tivo, preceden te l’u tilizzo privato del van o e l’orga n izzazion e delle sepoltu re in fu n zion e di qu esto. CAPITOLO 3 - L’E VOLUZIONE TOPOGRAFICA DE LLA “RE GIONE CE NTRALE ” Fig. 240 – Scala I e galleria I1: sch izzo plan im etrico (da Giorn ale di scavo). Fig. 241 – Cu bicolo Ib: m en sa. Fig. 242 – Cu bicolo Ib: piatto in TSC su lla m en sa. Fig. 243 – Cu bicolo Ic: lato di fon do con m en sa. 241 242 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O All’in tern o di qu esti spazi privati va docu m en tata la con su eta differen ziazion e tipologica, in qu alch e m odo “gerarch izzata”, delle sepoltu re: alle tom be prin cipali è destin ata, soprattu tto, la parete di fon do e, talora, qu elle laterali, ch e, si è visto, ospitan o in u n u n ico caso (Ih ) arcon i per sarcofagi e, gen eralm en te, arcosoli. Tra qu esti il m odello più frequ en tem en te adottato è qu ello n el tu fo ad arca u n ica, talora in ton acata all’in tern o 1569 , con soprastan te n icch ia a tu tto sesto 1570 ; alcu n e variabili si n otan o n elle copertu re, per lo più a cappu ccin a, m a an ch e in pian o 1571 o ricavate n el tu fo 1572 . Un a scelta più pecu liare, in vece, è ricon oscibile in Ib, già dissim ile dagli altri cu bicoli, si è visto, per la fattu ra arch itetton ica: qu i l’arcosolio di fon do ven n e realizzato, forse in segu ito ad u n ripen sam en to, m edian te l’in serzion e di u n parapetto in m u ratu ra en tro u n n icch ion e già in ton acato e con locu li, ricavan do il pozzetto qu adran golare di im m ission e dei cadaveri n ell’an golo in feriore destro dello stesso parapetto 1573 (fig. 244). I sepolcri più sem plici all’in tern o dei cu bicoli son o soprattu tto locu li, rilevan ti dal pu n to di vista qu an titativo, variam en te disposti su lle pareti, m a an ch e n elle lu n ette o all’in tern o delle casse degli arcosoli 1574 , più raram en te le tom be a fossa pavim en tali, docu m en tate in If, dove è an cora a posto u n a ch iu su ra m arm orea in scritta 1575 , m a an ch e in Ig 1576 , in Ih 1577 e in Ii 1578 (fig. 245). Casi sporadici n elle tipologie sepolcrali adottate appaion o rappresen tati dall’u n ica tom ba a cassa in m u ratu ra, in Id, tu ttavia pertin en te ad u n a fase u lteriore poich é si addossa ai locu li parietali dell’an golo n ord-ovest 1579 , e dai qu attro organ ism i “a forn o” scavati su i fian - ch i del piccolo cu bicolo Il, aperto su lla diram azion e in feriore I7, in prossim ità della con giu n zion e delle gallerie del gru ppo IM 1580 (fig. 246). L’in ciden za n u m erica di tali sepolcri all’in tern o dei cu bicoli è com u n qu e m olto variabile: a van i di più in ten so u tilizzo si affian can o cam ere destin ate ad u n gru ppo ridottissim o di sepoltu re 1581 , situ azion i ovviam en te tipich e di u n u so esclu sivo e piu ttosto circoscritto n el tem po; solo alcu n i am bien ti m ostran o m in im e m odifich e degli assetti origin ari, in dicative di u n a certa con tin u ità d’u so: oltre al sepolcro a cassa già visto in Id, sin tom o di u n a risistem azion e risu lta l’am pliam en to su l fon do del cu bicolo ILe m edian te la distru zion e del più an tico arcosolio e la creazion e di u n u lteriore spazio privo di in ton aco su lle su perfici 1582 . Ma, soprattu tto, solu zion i estrem am en te differen ziate van n o ricon osciu te n elle form e con n otative delle sin gole tom be. In Ioe è l’u n ico arcosolio valorizzato m edian te scelte orn am en tali più ricercate: l’affresco del settore su periore, caratterizzato da u n a forte policrom ia, presen ta, n ella lu n etta, m olto dan n eggiata dall’apertu ra di du e locu li, l’im m agin e di Pietro e Paolo su u n fon do verm iglio ai fian ch i di u n riqu adro verde scu ro, n el qu ale, su lla base di u n con fron to pu n tu alissim o, opera probabilm en te delle m edesim e m aestran ze, con u n a pittu ra della catacom ba di Dom itilla 1583 (fig. 252), va im m agin ata la figu ra di u n defu n to oran te (fig. 247); n ell’in tradosso, caratterizzato dal m edesim o fon do rosso, tra coppie di volatili è u n ton do cen trale con pastore (fig. 248) e u n riqu adro a destra con l’im m agin e di Noè 1584 . Il parapet to del sepolcro ebbe in vece u n rivestim en to m arm o reo, pre- 1569 L’in ton acatu ra in tern a dell’arca è docu m en tata n egli arcosoli dei cu bicoli Ie, Ioe, Ii, Ig. 1570 Il tipo, circoscritto n ella classificazion e di N UZZO 2000a, p. 185 (Aa1), presen ta in qu esta region e sistem aticam en te la cassa a profilo trapezoidale. A qu esta tipologia van n o ricon dotti i sepolcri in Ic, Ig, Ii, ILa, ILb, ILd, ILe (qu esti u ltim i du e con deposizion i su più pian i divisi da laterizi posti in orizzon tale: N UZZO 2000a, p. 131). 1571 Nell’arcosolio di fon do di Ie si con serva parte del m arm o di ch iu su ra posto in orizzon tale; vd. an ch e N UZZO 2000a, p. 131, n . 283. 1572 Com e nell’arcosolio nord di Ie; vd. N UZZO 2000a, p. 131. 1573 La particolare posizion e del pozzetto è eviden ziata an ch e da N UZZO 2000a, p. 131 n . 281. 1574 Di qu est’u ltim o caso u n esem pio in ILa; cfr. N UZZO 2000a, p. 131. 1575 La lastra, visibile in prossim ità dell’in gresso, è m alam en te in cisa (ICUR V 14348h ; vd. F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 245 per le du e possibilità di lettu ra i<n > p(ace) Atilia o Aem ilia). 1576 Giorn ale di scavo 2, p. 21 (13 ottobre 1928): “… esiste solo u n a form a su l pavim en to.” 1577 Giorn ale di scavo 2, p. 19 bis (13 ottobre 1928): “il cu bicolo era com pletam en te in ton acato e il pavim en to tu tto occu pato da form e”. 1578 Giorn ale di scavo 2, p. 20 (13 ottobre 1928): “vi son o m olte form e di profon dità m edia di m . 1,50, di largh ezza m edia 0,8 e lu n gh ezza 1,80”. 1579 L’organ ism o, in m u ratu ra a soli tu felli, era stato pen - sato per du e tom be a cappu ccin a sovrapposte; il sepolcro è con siderato an ch e da N UZZO 2000a, p. 132. 1580 Per qu este tom be N UZZO 2000a, p. 132. 1581 Van n o segn alati, soprattu tto, il cu bicolo Ig, privilegiato per fattu ra e per vicin an za al lu cern ario, ch e ebbe u n u n ico arcosolio su lle pareti, prive di locu li, e u n a form a (Giorn ale di scavo 2, p. 21 – 13 ottobre 1928 –: “Il cu bicolo III (= Ig) è an alogo al preceden te (= Ii) con u n solo arcosolio e in ton aco alla volta e alle pareti: la parete di sin istra è in tegra e n on vi son o stati m ai ricavati locu li: esiste u n a sola form a n el pavim en to: tu tto ciò com prova il periodo tardo del gru ppo.”) e il van o If, con soli qu attro locu li e il sepolcro terragn o già ricordato. 1582 In qu esta fase an ch e la già ricordata m en sa ch e affian cava a n ord l’arcosolio origin ario ven n e ritoccata m edian te il prosegu im en to del profilo circolare, pu re sen za la rein tegrazion e dell’in ton aco. 1583 Z IMME RMANN 2002, p. 251 e tav. XLVIII; vd. an ch e in fra, n . 1613 p. 246. 1584 Repertorio 1993 2 , n . 19 p. 95. La pittu ra ven n e già in travista il 28 gen n aio 1909 in u n a “grave fran a” (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 5, s.p.) e, qu in di, riscoperta il 5 gen n aio 1928 (Giorn ale di scavo 1, p. 121) e presen tata alle adu n an ze del 1946 (RACr 1946, p. 261). Un ’illu strazion e della decorazion e, di cu i si con servan o tre acqu erelli in editi e an on im i al Pon tificio Istitu to di Arch eologia Cristian a (i. 1204, 1205, 1206), è in N E STORI 1981, pp. 95-100. Su lla pittu ra, per le pecu liarità tecn ico-stilistich e u tili a fin i cron ologici, in fra. CAPITOLO 3 - L’E VOLUZIONE TOPOGRAFICA DE LLA “RE GIONE CE NTRALE ” 243 Fig. 245 – Cu bicoli Ig, Ih , Ii: sch izzo plan im etrico (da Giorn ale di scavo). Fig. 244 – Cu bicolo Ib: particolare dell’arcosolio di fon do. Fig. 246 – Cu bicolo Il: sezion e di u n a tom ba a forn o (da N UZZO 2000a). Fig. 247 – Cu bicolo Ioe: arcosolio di fon do. Fig. 248 – Cu bicolo Ioe, arcosolio di fon do: particolare della decorazion e dell’in tradosso. 244 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O ceden te la risistem azion e in rapporto a I4 1585 , di cu i perm an gon o tracce su i lacerti della m alta origi n aria 1586 . Assolveva, probabilm en te, alla fu n zion e di an alogo im preziosim en to della fron te di u n o degli arcosoli an ch e u n a lastra di m arm o pavon azzet to, con servata fram m en taria in Ie, ch e presen ta u n a decorazion e in cisa a con torn i m in iati con ripartizion e in du e cam pi, separati da tre colon n e scan alate con capitelli ion ici dai qu ali pen don o elegan ti gh irlan de a foglie appu n tite 1587 (fig. 250). Nel com plessivo repertorio offerto dal corredo epigrafico delle tom be è veram en te eccezion ale l’esecu zion e di iscrizion i dipin te, rappresen tate da u n u n ico caso, su l parapetto dell’arcosolio n ord del van o ILd, dove l’epitaffio, in lettere rosse su tre righ e con form u la di acqu isto, è con torn ato dalla triplice reiterazion e del sign u m Christi e riqu adrato en tro u n a tabu la rettan golare 1588 ; logicam en te più frequ en ti risu ltan o sia le lastre m arm oree in scritte, solo in alcu n i casi an cora in situ 1589 , sia le in cision i estem poran ee lu n go i bordi locu lari 1590 , talora an ch e più sem plicem en te con n otati m edian te l’affission e, m olto sporadica, di og1585 S u pra. Un o di qu esti m arm i era sicu ram en te di riu tilizzo; su lla m alta, in fatti, son o visibili le im pron te di u n ’iscrizion e in greco, riten u ta dal Ferru a probabilm en te pagan a (ICUR V 14990; vd. F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 338, m a con erron ea attribu zion e a If). In gen erale, in tu tti gli am bien ti della region e il riu so di m ateriale m arm oreo appare con sisten te. An ch e in Ih “le form e degli arcosoli eran o rivestite di m arm i presi da vecch ie iscrizion i e riadoperate” (Giorn ale di scavo 2, p. 18bis – 13 ottobre 1928 –); in oltre in ILb alm en o du e locu li ven n ero ch iu si con m ateriali di reim piego, u n a lastra m odan ata e u n m arm o tagliato con delfin i (ICUR V 15227b). Per alcu n i locu li si u tilizzaron o iscrizion i pagan e rivoltate all’in tern o, com e prova l’epitaffio di L. Gelliu s Fau stu s (F E RRUA 1973, n . 72 p. 91), scoperto all’im boccatu ra di u n sepolcro su IL4 (an ch e l’iscrizion e F E RRUA 1973, n . 10, p. 68, trovata in Ie, sem brava tagliata per aderire ad u n locu lo). In fin e, l’epigrafe ICUR V 14847c in Ig riu tilizza u n settore di corn ice m odan ata. 1587 La lastra (0,60 x 2,20 x 0,013 m ) è edita, cosa sin golare, dal Ferru a n el repertorio delle iscrizion i (ICUR V 15266). 1588 ICUR V 14697; vd. an ch e S TYGE R 1933, p. 167. Un ’altra iscrizion e dipin ta n ella region e I è n ell’am bu lacro IL2, pu re n el prospetto di u n arcosolio (ICUR V 14147d). Com e form e epigrafich e “m in ori” van n o segn alati an ch e epitaffi tracciati a carbon e su su pporti fittili (in Ic l’iscrizion e di Crescen tia ICUR V 14148) e qu elli sem plicem en te in cisi su ll’in ton aco parietale, ICUR V 14939b in Ie, ch e riporta u n a data di deposizion e (III n on ELIAS ; letto III n on (as) n ov(em bres) in Giorn ale di scavo 1, p. 128) e 14451 su lla parete setten trion ale di ILe, le prim e righ e del qu ale son o in terpretate dal Ferru a com e parte di u n carm e esam etrico (F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 259; vd. an ch e S TYGE R 1933, p. 167). Pu re tracciati su ll’in ton aco, m a probabilm en te n on con n essi a u n a sepoltu ra particolare, son o u n m on ogram m a cristologico in Ie (ICUR V 15183e) e u n a colom ba graffita tra du e locu li su lla parete orien tale di Ii (descritta an ch e n el Giorn ale di scavo 2, p. 20). 1589 ICUR V 14309 (dalla bam bin a Gem ella, con sign u m Christi, in Ib, su u n locu lo della parete fon do; ad u n altro locu lo del van o va riferita, per le dim en sion i, la lastra ICUR V 15003, in greco), 14348h (in If; vd. an ch e su pra, n . 1575 p. 242), 14370 (in Ii, su u n locu lo della parete di fon do). 1590 In Ib ICUR V 15239h (palm etta), in Ic ICUR V 15176c 1586 getti 1591 o dall’im pression e reiterata di sigilli: in particolare, lu n go il profilo di u n locu lo in fan tile della parete su d del cu bicolo If ricorre ven ti volte il bollo rettan golare CMG, sciolto, più probabilm en te, com e C(ristæn) M(ar…a) G(ennº)1592 (fig. 251). Un qu adro sepolcrale abbastan za coeren te con qu ello appen a defin ito in rapporto ai cu bicoli segn a, in gen erale, pu r con ovvie variazion i proporzion ali tra le diverse form e di defin izion e delle sepoltu re, gli spazi “com u n i”, i diversi am bu lacri diram ati, si è visto, su du e livelli in tercon n essi. Se alcu n e gallerie alla qu ota più alta accolgon o, su lle pareti, poch e tom be ad arcosolio 1593 , la tipologia fu n eraria dom in an te è ch iaram en te qu ella locu lare ch e in teressa, m edian te u n ’organ izzazion e in pilae per lo più irregolari, le in tere su perfici 1594 , abbin an dosi solo raram en te a sepolcri terragn i 1595 . L’in dividu alizzazion e epigrafica delle tom be sem bra privilegiare piu ttosto le form e estem poran ee su calce, an ch e sem plicem en te ridotte a sign a Chri sti o a palm ette 1596 , rispetto ai m arm i in scritti 1597 , m en tre, an cora, u n ru olo estrem am en te m argin ale è rivestito dagli epitaffi dipin ti su in ton aco 1598 o tracciati con carbon e su su pporto fittile 1599 . (sign u m Christi), in ILa ICUR V 15167f (sign u m Christi), in ILd ICUR V 15159a. 1591 In ILd si con serva u n fon do di lu cern a. 1592 F E RRUA 1986, n . 120 pp. 72-74 (im propriam en te attribu ito a Id). Su lle con troverse qu estion i dello scioglim en to della sigla, per la qu ale si propon eva an ch e l’in tegrazion e legata al cu lto degli arcan geli C(ristæj) M(icaÎl) G(abriËl) – vd. D E R OSSI 1870 –, cfr. G UARDUCCI 1978, pp. 311, 341, 438-439, 549552; più recen tem en te P E RDA 1992 e L LE WE LIN 1998. 1593 I sei arcosoli su ll’am bien te IL1/IL2/IL3 son o tu tti del tipo a cassa u n ica trapezoidale n el tu fo, talora in ton acata (tipo Aa1/t di N UZZO 2000a, p. 165 e p. 131 n . 280 per alcu n i di qu elli in qu estion e), in qu alch e caso con u lteriore aggiu n ta di locu li o all’in tern o della cassa (com e in u n o su lla parete su d di IL2) o n ella lu n etta (n el tratto IL3 è u n locu lo bisom o con separazion e fittile: N UZZO 2000a, p. 133). L’u n ico arcosolio della galleria IL4 è m olto profon do, a doppia cassa e con parapetto rien tran te e obliqu o rispetto alla parete. 1594 Note su i locu li della region e I in N UZZO 2000a, p. 133, ch e n e eviden zia l’assen za di program m azion e, la distribu zion e irregolare, le dim en sion i ridotte e la m in im a accu ratezza. Non è stato possibile rin tracciare alcu n i locu li allargati per la fu n zion e di polian dri, sim ili a qu elli della region e G (su pra, pp. 166-167), ricordati da S TYGE R 1933, p. 167. 1595 Du e form ae son o presen ti, in particolare, n ella galleria in asse con la scala (tratto I2), ch iu se con i m arm i in scritti ICUR V 14363 e 14654 (il rin ven im en to è descritto n el Giorn ale di scavo 2, p. 124). 1596 ICUR V 14935e in IL2; 14007, 14307, 14466b, 15176h (sign u m Christi) e 15239i-l (palm ette) in IL3 (dove è an ch e u n m on ogram m a cristologico graffito: 15183d); 15177f (sign u m Chri sti) in IL4; 15177h (sign u m Christi decu ssato) con 15180f (sign u m Chri sti, m a m obile) in IL9; 14415, 14700 in I6; 14790c in I9; 15179b, 15176e (sign u m Christi), 15177d (sign u m Christi) in I12; 15241b, 15239g, 15240d (palm ette) in I13; 14930, 14044, 15182a, 15176d (sign u m Christi), 15239f (palm etta) in I7. 1597 Qu elli an cora in situ si con cen tran o per lo più n elle gallerie su periori prossim e alla scala: ICUR V 14056 e 14308 in I1; 14574 in I2; 14743 in IL9. 1598 Poch e lettere in rosso relative ad u n n om e si rin traccian o su lla fron te di u n arcosolio in IL2 (ICUR V 14147d). 1599 In I3 l’epitaffio ICUR V 14548a, in terpretato n el Giorn ale di scavo 1, p. 136 com e u n a firm a m odern a. CAPITOLO 3 Fig. 249 – Cu bicoli Ioe-Ie in fase di recu pero (Arch ivio PCAS). Fig. 250 – Cu bicolo Ie: lastra decorativa. Fig. 251 – Cu bicolo If: locu lo con bordo m altaceo im presso. - L’E VOLUZIONE TOPOGRAFICA DE LLA “RE GIONE CE NTRALE ” 245 246 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O In base alle gen erali form e fru itive e, in particolare, al repertorio epigrafico in situ , oltre ch e ai caratteri tipologici dei van i, F. Tolotti propon eva “per la region e I u n ’origin e n ei prim i decen n i del IV secolo e u n o svilu ppo oltre la m età del secolo m edesim o”1600 . Un a più accu rata defin izion e dell’arco cron ologico di im pian to e di u tilizzo della region e pu ò, però, u su fru ire di u n ’u lteriore in tegrazion e di dati. Se il qu adro delle iscrizion i a posto orien ta gen ericam en te verso il IV secolo, soprattu tto grazie alla n otevole in ciden za di sign a Christi, isolati o a corredo di iscrizion i, e di palm ette graffite su i bordi locu lari 1601 , u n a serie di reperti fu ori con testo, m a con bu on a probabilità ricon du cibili all’u tilizzo dei van i dell’area, in du ce a circoscrivere m eglio i tem pi apicali di occu pazion e n ei decen n i posteriori alla m età del IV secolo, a partire, in particolare, dal 360: le u n dici epigrafi con datazion e con solare rin ven u te o con servate n egli am bien ti della region e I 1602 apparten gon o, rispettivam en te, al 361 1603 , al 363 1604 , al 366 1605 , al 366-380 1606 , al 382(?) 1607 , al 383 1608 , al 393 1609 , al 401-402 1610 . Tra l’altro, u n a delle du e lastre fram m en tarie con datazion e del 366 ven n e scoperta, su lla base di u n a n otizia con ten u ta n el Giorn ale di scavo del gen n aio 1928, n el cu bicolo Ioe e proprio “fra le terre en tro l’arcosolio dipin to”1611 , al qu ale, in effetti, le proporzion i del m arm o sem brerebbero adattarsi per la ch iu su ra dell’arca; tale elem en to potrebbe ren dere più pu n tu ale la stessa cron ologia dell’affresco, ch e la vivace policrom ia a colori con trastati e il con torn o m arcato del disegn o già perm etton o di in qu adrare n ella secon da m età del IV secolo 1612 . Qu esto docu m en to pittorico, tra l’altro, 1600 T OLOTTI 1978, pp. 184-186, part. p. 186. S u pra, n . 1596 p. 244. An ch e i caratteri della prassi e pi grafica, decisam en te “m atu ra”, son o in tal sen so sign ificativi. 1602 Non di tu tte, in fatti, son o recu perabili dati su l rin ven im en to. Non è in serita n el gru ppo l’iscrizion e, di lettu ra m olto du bbia, ICUR V 13898 (in IL3), di cu i appare più probabile l’in tegrazion e proposta dal Ferru a n el com m en tario (F E R RUA, ICUR, ad com m ., p. 178). 1603 ICUR V 13963d (u n ’altra data possibile è, però, il 323), 13909 (in du e fram m en ti coeren ti), en tram be da IL1/IL2. 1604 ICUR V 14899a (Ig), di in certa lettu ra. 1605 ICUR V 13918a (da Ioe, ben ch é con servata in Ie: solo qu est’u ltim a in form azion e in F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 182) e 13918b (in Ih ). 1606 ICUR V 13963h (ILc). 1607 ICUR V 14851c (I7). 1608 ICUR V 14927b (Ia). 1609 ICUR V 13939 (in IL2). 1610 ICUR V 13948a e 13948b-b', da IL1/IL2/IL3. 1611 Giorn ale di scavo 1, pp. 124-125 (ICUR V 13918a). 1612 Cfr. an ch e N E STORI 1981, part. p. 100. 1613 Il cu bicolo si apre in fatti su u n a delle gallerie di u n ’arearetrosan ctos, svilu ppatasi a su d-est della basilica (per alcu n e an n otazion i cron ologich e N UZZO 2000a, pp. 59-62). Per la pittu ra Repertorio 1993 2 , n . 18 p. 123; Z IMME RMANN 2001, p. 251, tav. XLVIII per l’eccezion ale affin ità tra le du e pittu re sign ificativa per u n a in con fu tabile ipotesi su ll’iden tità di m aestran ze. 1601 n elle risolu zion i tem atico-orn am en tali della lu n etta risu lta praticam en te iden tico alla decorazion e di u n ’an aloga stru ttu ra sepolcrale di u n cu bicolo di pien o IV secolo della catacom ba di Dom itilla 1613 (fig. 252), n on alterata dall’apertu ra di locu li posteriori com e n el cu bicolo Ioe, con i prin cipi degli apostoli in tu n ica e pallio con rotolo tra le m an i ai lati di u n riqu adro verde scu ro n el qu ale era la figu ra, orm ai pressoch é scom parsa, della defu n ta oran te con u n chrism on ; oltre all’im pian to tem atico e ai dettagli descrittivi, la lu n etta di Dom itilla presen ta i m edesim i colori accesi, l’ocra per i cam pi laterali a trian golo con i du e apostoli e per la fascia su periore, il verde scu rissim o per il qu adro cen trale, il rosso verm iglio per le bordatu re, e ripropon e, in oltre, l’u so di profilare in tern am en te i cam pi m edian te u n a sottile lin ea n era 1614 . Pu re u n qu alch e valore in dicativo in term in i cron ologici riveston o il piatto in TSC su lla m en sa del cu bicolo Ib, riferibile al tipo H ayes 61, la cu i produ zion e, n ella Tu n isia setten trion ale, è stabilita tra il 325 e il 420 1615 , e l’u so della form u la C(ristæn) M(ar…a) G(ennº) del sigillo im presso su l locu lo di If, ch e, n ata in Orien te, probabilm en te in Siria, già n el III secolo 1616 , trova a Rom a attestazion i solo dall’avan zato IV secolo 1617 . Con tali in dicazion i, poi, con cordan o adegu atam en te sia il pan oram a tipologico gen erale offerto dalle sepoltu re più ricorren ti, locu li e arcosoli, sia l’in qu adram en to n el diagram m a stru ttu rale delle m u ratu re ch e su lla spelu n ca m agn a defin iscon o l’accesso alla scala della region e I, con n esse alle opere di più gen erale risistem azion e dell’in gresso occiden tale appu n to n ella secon da m età del IV secolo 1618 . 1614 Sia qu esta scelta decorativa (di cu i si pu ò citare u n altro esem pio da Dom itilla, pu re da u n a region e della secon da m età del IV secolo: Repertorio 1993 2 , n . 33 p. 125; u n a defin izion e topografica della region e essen zialm en te in N UZZO 2000a, pp. 58-59), sia il gen erale u tilizzo di fon di scu ri e in particolare del rosso acceso (com e esem pi Repertorio 1993 2 , n . 1 pp. 71-72 della catacom ba di Gordian o ed E pim aco – su cu i vd. an ch e F E RRUA 1972-73 –; in oltre S ANTAGATA 1980, pp. 114-131 per alcu n e pittu re di San ta Tecla, tu tte databili n el terzo ven ticin qu en n io del IV secolo. Sem pre a Dom itilla si ricordi l’“arcosolio rosso” Repertorio 1993 2 , n . 50 p. 128) orien tan o ben e en tro il periodo defin ito. 1615 Su pra, p. 240 n. 1567. Per la cronologia Atlante I, p. 84. 1616 G UARDUCCI 1978, pp. 431, 549-552. 1617 Le tre lettere son o ad esem pio graffite n ei sotterran ei del battistero lateran en se (G UARDUCCI 1978, pp. 549-552) e, n on sicu ram en te, in associazion e ad u n n om e su lla lastra della basilica an on im a della via Ardeatin a (ICUR IV 12240c; vd. F E R RUA, ICUR, ad com m ., p. 430, m a an ch e, per alcu n e perplessità, S MIRAGLIA 1994, p. 178); si trovan o, tra l’altro, in u n bollo attestato da diversi rin ven im en ti, tra cu i alcu n e tegole del tetto della basilica di San ta Maria Maggiore (CIL XV 2415; cfr. G UARDUCCI 1978, pp. 549-552. Vd. S TE INBY 1986, pp. 134, 147 per u n a proposta di attribu zion e all’età teoderician a). 1618 S u pra, pp. 215-218, 221. Con testu ale ai m edesim i lavori di im pian to della region e I pu ò riten ersi la già con siderata apertu ra su lla spelu n ca m agn a, a est, della galleria A16. CAPITOLO 3 - L’E VOLUZIONE TOPOGRAFICA DE LLA I profon di in terri e le con sisten ti fran e ren do n o di difficilissim a an alisi e di du bbia restitu zion e alcu n i am bien ti ch e sem brerebbero costitu ire u n a fase di svilu ppo a su d della region e I, con il prolu n gam en to dell’asse I1/I2 e lo scavo di alm en o du e van i laterali, u n o con pian ta a L (Ilc) 1619 e u n a galleria (Io1) con cu bicoli (Ioa, Iob) – tav. I –. La som m aria perlu strazion e, tu ttavia, pu ò assicu rare l’alm en o origin aria in dipen den za di tali escavazion i da u n a scala (H ) con u n a galleria in asse (Io2), raggiu n gibile e m eglio esam in abile da u n a serie di corti am bu lacri accessibili da u n bu sso all’estrem ità su d della lu n ga galleria H 1620 . È più probabile, in base alla verifica dei rapporti stru ttu rali tra i vari am bien ti, ch e qu esti u ltim i organ ism i afferiscan o ad u n sistem a ipogeo au ton om o o distin to, u n a cu i u lteriore esten sion e va ipotizzata n ell’area su d-ovest, dove, tra l’altro, son o stati docu m en tati alcu n i tratti isolati di gallerie difficilm en te raccordabili (X3, X4, X5, X6) – tav. I –. Un a rapida osservazion e della scala, posizion ata sotto l’odiern a Appia Pign atelli e, qu in di, lu n go l’an tico asse viario da qu esta grosso m odo ricalcato 1621 , su ggerisce alcu n e riflession i; essa, in fatti, appare sicu ram en te l’esito di u n riadattam en to m u rario posteriore ai locu li, in qu an to i gradin i si addossan o ch iaram en te a qu esti 1622 , m a solo dopo u n approfon dim en to ch e aveva reso le pareti laterali eccezion alm en te alte, capaci di ospitare pilae di sepolcri fin o a n ove elem en ti 1623 . L’in gresso origin ario doveva, però, essere n el m edesim o pu n to e, probabilm en te, va ricercato n el van o su periore trasversale Io3 ch e presen ta, in fatti, u n a volta obliqu a 1624 . I m odu li di u tilizzo sepolcrale, pu r su ggeren do gen ericam en te u n a cron ologia abbastan za coeren te 1625 , son o m olto diversi da qu elli eviden ziati n ella region e “dei cu bicoli” (I) e, soprattu tto, già du ran te il recu pero del 1908-1909 1626 , colpiva l’u so sistem atico di oggetti affissi su lla calce dei locu li, in particolare “fiale vitree” e “lam padin e”1627 ; u n locu lo ai piedi della scala, su l fian co n ord, è sin go larm en te ch iu so da u n ’iscrizion e m u siva con tesse re vitree verdi su lastra m arm orea accom pagn ata da u n sign u m Christi 1628 (fig. 253). 1619 Qu esto van o m ostra, in effetti, u n a plan im etria abbastan za dissim ile da qu ella resa in pian ta dal Tolotti (T OLOTTI 1978, tav. I). 1620 Su qu esta su pra, p. 109. Vd. T OLOTTI 1978, p. 185 su i rapporti su pposti tra la scala H e la region e I. Già S TYGE R 1933, p. 170 sosten eva l’in dipen den za tra i du e sistem i di gallerie. 1621 S u pra, pp. 11, 23-25, 33, 88 e in fra, pp. 296-327. 1622 Osservazion e già in B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 5, s.p.; vd. J OSI 1927, pp. 202-203, S TYGE R 1933, p. 170 e T OLOTTI 1978, p. 185. 1623 Da qu esta qu ota defin itiva risu lta scavata la galleria verso n ord Io4. 1624 Tale organ ism o è però in terrato e n on risu lta, pertan to, verificabile la presen za di gradin i; ripien a di terre è an ch e la som m ità della scala H . 1625 S TYGE R 1933, p. 170 propon eva, in base ad u n a gen erica “im pression e”, per la scala H e la su a galleria u n a cron ologia all’avan zato IV secolo. 1626 In fra, p. 332 su tali lavori. 1627 J OSI 1927, pp. 202-203 (dopo il n u ovo recu pero del 1924), m a an ch e B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 5, s.p. “RE GIONE CE NTRALE ” 247 L’esten sion e a n ord della spelu n ca m agn a du ran te il IV secolo (figg. 254, 239) Lo svilu ppo plan im etrico a n ord della spelu n ca m agn a, con dizion ato dalla presen za dei lu n gh issim i am bu lacri della region e F 1629 , si m an tien e, an ch e n el IV secolo 1630 , en tro u n qu adro esten sivo piu ttosto con ten u to e lim itato, sostan zialm en te, a ridotti sistem i di gallerie (D, IM), origin ate da am bien ti più an tich i. Un prim o pu n to di sn odo per n u ove diram azion i va in dividu ato n el cu bicolo ADa, la cu i destin azion e origin aria, si è visto, en tro i prim i an n i del IV secolo, era qu ella di u n o spazio esclu sivo, con ogn i probabilità essen zialm en te per sepoltu re in fan tili 1631 ; dall’an golo n ord-est di tale am bien te, con opportu n e m odifich e e rin forzi 1632 , ven n e realizzato u n lu n go asse di qu asi 37 m (D2) con cu bicoli (Db, Dob, Dc, Dd) 1633 e, in sen so ortogon ale a qu esto, in prossim ità di ADa, u n an alogo am bu lacro verso n ord (D4: lu n gh . 25,50 m ), ch e ebbe u n u lteriore prolu n gam en to di 16,80 m (D5) con la volta a qu ota più bassa e u n a trasversale verso n ord-est (D: lu n gh . 14,20 m ) con u n a rispettiva ortogon ale (D10: lu n gh . 8 m ) 1634 . La prosecu zion e per ca. 2 m della galleria D2, ch e in tale tratto estrem o orien tale presen ta u n abbassam en to della volta e u n a ridu zion e della distan za tra le du e pareti, risu lta m irata alla con giu n zion e con u n sistem a disorgan ico di van i, origin ati da alcu n i am bien ti aperti su l settore m edian o della spelu n ca m agn a: dal lato occiden tale dell’am bien te Ak, lu ogo, si è visto, di gran de pregn an za cu ltu ale 1635 , ven n e fatto partire u n am bu lacro ch e procede a tratti spezzati in direzion e n ord/n ord-ovest (Do1/DA7/DA10/Do10), con cam ere sepolcrali (DAi, DAe, Doc) e ram ificazion i la- 1628 ICUR V 14183; vd. an ch e S TYGE R 1933, p. 170. Locu li lu n go le pareti della scala recan o poi iscrizion i a n astro (ICUR V 14935a e 15125) e palm ette su lla calce (qu este segn alate an ch e da B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 5, s.p.). 1629 S u pra, pp. 149-156. 1630 Vd. su pra, pp. 136-146 per u n prim o svilu p po a n ord, già n egli u ltim i decen n i del III secolo, rappresen tato dall’im pian to della region e P. 1631 S u pra, pp. 125-132. 1632 Vd. in particolare su pra, p. 126. 1633 Il tratto term in ale di qu esto è u n prolu n gam en to di poco su ccessivo, fin alizzato al raccordo con gli am bien ti orien tali della region e, in particolare con la galleria DA7. 1634 Median te u n bu sso l’estrem ità est di D en trò in con tatto con FD11; u n altro taglio, su l lato ovest di D5, collegan te con l’ipogeo I del gru ppo occiden tale (su pra, pp. 158-159), ven n e fatto esegu ire dal Wilpert per porre in collegam en to le gallerie con l’arcosolio di Celerin a e la region e della “coron atio” (in fra, n . 2180 p. 332). 1635 S u pra, part. pp. 199-206. 248 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 252 – Catacom ba di Dom itilla: arcosolio “dei piccoli apostoli”. Fig. 253 – Scala H : iscrizion e m u siva ICUR V 14183. CAPITOLO 3 - L’E VOLUZIONE TOPOGRAFICA DE LLA “RE GIONE CE NTRALE ” 249 Fig. 254 – Stralcio plan im etrico. Region e della spelu n ca m agn a: espan sion e a n ord costitu ita dai van i del gru ppo D. 250 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O terali, le du e orien tali (DA8, DA9) con giu n te all’estrem ità 1636 ; u n braccio a su d (DAo7) creava u n a con n ession e diretta con il van o A6, verso il qu ale sem bra pu re dirigersi u n a biforcazion e, ora com pletam en te in vasa da fran e, di DA7 (DAo10). Non è facile ricom porre il rapporto plan im etrico tra qu esti van i e i resti di gallerie con u n cu bicolo (Do2?, Do3, Do4) rin tracciabili più ad est, di cu i il Tolotti su ppon e l’origin e dal lato di fon do di Ak 1637 , ch e, tu ttavia, n el m om en to della scoperta, n on presen tava alcu n a apertu ra, m a u n m u ro con tin u o di sostegn o 1638 . L’assetto gen erale della region e D, in cu i si riassu m e qu asi com pletam en te lo svilu ppo a n ord della spelu n ca m agn a n el IV secolo, pu ò scan dirsi, du n qu e, in du e settori con proprie pecu liarità di im pian to, u n a serie più regolare di gallerie dipen den ti dal cu bicolo ADa, trasform ato orm ai in u n van o di passaggio, e u n gru ppo di am bien ti poco coeren ti ad est, la cu i disarticolazion e plan im etrica sem bra essere l’esito di u n ’escavazion e n on program m ata, o alm en o n on in m odo u n itario, e fortem en te con dizion ata dall’esigen za di creare am bien ti prossim i ai poli cu ltu ali Ag e Ak 1639 , oltre ch e dai vu oti della sottostan te region e F 1640 . Le form e di occu pazion e, però, restitu iscon o u n qu adro piu ttosto om ogen eo, an ch e se spesso difficilm en te ricom pon ibile n ell’am bito di u n asset to stru ttu rale profon dam en te alterato da crolli im - 1636 Su DA8 si aprì an ch e il cu bicolo DAf. T OLOTTI 1977, p. 87 e T OLOTTI 1978, p. 165. 1638 S u pra, p. 203 n . 1324. Il Tolotti, tra l’altro, deriva l’esi sten za della galleria Do2 oltre ch e dalla presen za di “Do3 col su o cu bicolo Dob” visibili da Am ', da u n ’in form azion e del fossore Giu seppe Meco, su o “aiu tan te n ei rilievi, ch e ricorda ben issim o u n a galleria del 1° livello m olto gu asta” in corrispon den za dell’am bu lacro Do2 ch e lo stu dioso disegn a con u n pu n tin ato (T OLOTTI 1978, pp. 165-166 e tav. I). 1639 E probabilm en te A6: su pra, n . 1339 p. 205 e n . 1445 p. 220. 1640 E in particolare delle gallerie del gru ppo FT/FD (su pra, pp. 149-156). 1641 La region e, in fatti, fu solo parzialm en te visitata n el 1908-1909 (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p.) e, qu in di, n el 1928 (Giorn ale di scavo 1, pp. 128-129, 150 e 2, pp. 14, 2224, 31), n el 1931 (soprattu tto DA8 e DAf: Giorn ale di scavo 3, pp. 56-57 e F ORNARI 1932, p. 7. Nel m arzo 1930 u n a n u ova fran a aveva coin volto le gallerie D2 e D4 e il cu bicolo Dd: Giorn ale di scavo 3, pp. 22-24, 26, 32) e n el 1932 (Giorn ale di scavo 3, pp. 119-120, 132-133; n el n ovem bre dello stesso an n o an cora crolli in teressaron o il cu bicolo DAi: Giorn ale di scavo 3, p. 142), fin o a fran e più recen ti ch e portaron o ad im portan ti in terven ti m u rari n el 1949-51 (in particolare in D2 e n elle gallerie più ad est: Giorn ale di scavo Ferru a, pp. 29-33). Vd., su tali lavori, u n accen n o in fra, p. 336. Problem i di ten u ta statica delle pareti si m an ifestaron o già in an tico e dovettero rich iedere in terven ti m u rari, an cora docu m en tabili, in particolare, n el pu n to di raccordo tra D2 e D4 (resti di u n ’opera listata a prevalen za di tu felli si con servan o ai du e lati dell’apertu ra di D2 e a est dell’an golo tra D2 e D4). 1642 Son o praticam en te del tu tto rein tegrati con stru ttu re m odern e con m in im i risparm i delle su perfici origin arie i van i D4, D2, D (solo n ell’estrem o tratto orien tale la galleria è m e1637 portan ti, talora avven u ti in segu ito agli stessi in terven ti di recu pero m odern o 1641 , i qu ali h an n o reso n ecessario il ripristin o di am pie su perfici e la rein tegrazion e di n u m erosi sepolcri 1642 ; in gen erale, l’organ izzazion e degli spazi fu n erari di qu esto im pian to privilegia aree com u n i rispetto alla con ten u ta preordin azion e di lu ogh i riservati 1643 ; gli oltre 200 m di gallerie, valorizzate da in ton aco an ch e dipin to 1644 , accolgon o, accan to alle pilae di locu li irregolari com poste in gen ere da qu attro o cin qu e elem en ti 1645 , u n a ricch issim a sequ en za di m on u m en tali arcosoli sapien tem en te dislocati, di alcu n i dei qu ali gli in terven ti m odern i restitu iscon o solo la sagom a arcu ata, sei su D4 1646 , u n o su D 1647 , otto su D2 1648 e, qu in di, qu attro, in du e coppie affron tate, su Do10 e u n o, rispettivam en te, su DA8, su DA9 e su DAo9. Solo du e di qu esti più ricercati sepolcri, alm en o tra i m eglio con servati n ell’assetto origin ario, ospitavan o u n a decorazion e ad affresco capace di valorizzare straordin ariam en te la tom ba rispetto al con testo: n ella lu n etta dell’arcosolio più a su d della galleria D4, su l lato occiden tale, u n a rappresen tazion e estrem am en te sin tetica del collegio apostolico, con Cristo tra Pietro e Paolo, m u tila per la su ccessiva apertu ra di locu li, si accom pagn a alle scen e dell’in tradosso, per lo più perdu te, delle qu ali si con serva u n ’u n ica im m agin e iden tificabile con il m iracolo della ru pe 1649 (fig. 255). glio con servata), DA7 (alla term in azion e su d-est è risparm iato u n an tico rivestim en to in opera listata), DA8, DA10, DA9. In diversi pu n ti, tra l’altro, è stato difficile lo stesso recu pero di alcu n i am bien ti, ch e si presen tan o di difficilissim a perlu strazion e, com e il braccio DAo7, o bloccati da fran e (Do3, Do4, DAo10, D2'', Do10, DAo9, DA9 e DA8 (dopo l’in crocio). 1643 Ciò è eviden te soprattu tto in rapporto alla region e I, dove appare sistem atica l’apertu ra di cam ere sepolcrali su lle gallerie. Qu i, in vece, il rapporto spaziale tra am bu lacri e cu bicoli si risolve in u n n u m ero lim itato di qu esti u ltim i (9), rispetto agli oltre 200 m percorribili di qu este gallerie. 1644 Tracce con sisten ti di tale rivestim en to si con servan o su i resti delle su perfici origin arie in D2, soprattu tto a est del cu bicolo Dc, dove, appu n to, su lla dealbatu ra si n otan o con sisten ti tracce di colore di du bbia lettu ra. L’esten sion e della in ton acatu ra ch e doveva forse risparm iare solo le gallerie m argin ali com e D5 e Do10, n on è, tu ttavia, apprezzabile per le radicali ricostru zion i m odern e ch e in teressan o praticam en te tu tti gli am bu lacri. 1645 Nelle gallerie in m igliore stato di con servazion e si docu m en tan o pilae di cin qu e elem en ti (ad esem pio in DA9) o di qu attro (in D e in D5, ch e si ridu con o a tre verso il fon do con am pio risparm io in feriore) o di tre (D10). 1646 Tre per lato, m olto ricostru iti, du e (a est e a ovest), solo n el profilo della lu n etta (il più m eridion ale del lato est è decorato con l’im m agin e di Pietro e Paolo: in fra). La stessa galleria m ostra an ch e tre accessi tam pon ati a van i laterali, più probabilm en te cu bicoli, su i du e fian ch i. 1647 In fra, pp. 251, 255-256. 1648 Du e a n ord, u n o restitu ito dalla sola sagom a, e sei a su d, pu re m olto rim an eggiati. 1649 Repertorio 1993 2 , n . 6 p. 92. La stessa stru ttu ra dell’ar cosolio è radicalm en te rein tegrata con opere m odern e ch e risparm ian o, appu n to, solo la lu n etta e u n piccolo settore del sottarco. CAPITOLO 3 - L’E VOLUZIONE TOPOGRAFICA DE LLA “RE GIONE CE NTRALE ” 251 Per il polisom o arcosolio della galleria D, con arca a du e pian i la cu i capien za ven n e am pliata con locu li su l lato opposto del parapetto 1650 , si com m ission ò u n program m a decorativo am pio e im pegn ativo, ricco di riferim en ti storici e dottrin ali, n ell’in siem e in edito rispetto ai m odelli tem atici ricorren ti e perciò decodificato m edian te il ricorso sistem atico a legen de in n ero 1651 : su l parapetto qu este aiu tan o a sciogliere la scen a di Su san n a tra i sen iores, soggetta a su brogatio e svolta, qu in di, attraverso la raffigu razion e di u n agn ello tra du e lu pi (fig. 256); ai lati dell’arco, in proporzion i qu asi reali, n elle du e figu re in tu n ica e pallio si son o ricon osciu ti a sin istra Ippolito, per le pecu liarità del ritratto ricorren te an ch e su altri m an u fatti 1652 , e Liberiu s, papa tra il 352 e il 366, m eglio iden tificato grazie ad u n a legen da, a destra 1653 (fig. 257), du ran te il cu i pon tificato o an ch e n egli an n i appen a su ccessivi fu verosim ilm en te esegu ita la decorazion e dell’arcosolio n ell’assetto defin itivo 1654 ; tra i du e person aggi corre, su lla fascia soprastan te l’arcatu ra, l’epitaffio dipin to con i n om i delle defu n te, Celerin a, S pe[rata] e Fe[lici tas] 1655 . La decorazion e in teressa an ch e le su perfici in tern e, con il fu lcro sim bolico n ella lu n etta ch e sistem a, su u n asse verticale, du e colom be ai lati di u n cristogram m a, in alto, e sotto, separato dal taglio di u n locu lo posteriore, l’Agn u s Dei tra i du e ovin i-prin cipi apostolici (fig. 258); n el pan n ello in tradossale, m olto dan n eggiato dai distacch i di in ton aco, ai lati di u n ton do alla som m ità dell’arco con il bu sto di u n Cristo giovan e e im berbe, son o rappresen tati du e gru ppi di figu re, Pietro e Paolo, in tu n ica e pallio, su l fian co destro e, dall’altra parte, du e san ti, u n o dei qu ali con trassegn ato dalla legen da S u stu s, il papa m artire del 258 ch e con la su a presen za n el dipin to rich iam ava an ch e la sepoltu ra, a Pretestato, dei su oi diacon i Felicissim o e Agapito 1656 ; al fian co di qu esti, appen a con servato, poteva essere, stan do alla proposta esegetica del Garru cci e del Dagen s, il diacon o Loren zo 1657 . Accan to agli arcosoli le gallerie del gru ppo D risu ltan o in teressate dalla realizzazion e di n u m erose form ae, la cu i docu m en tazion e, però, è stret ta m en te legata al rin ven im en to di lastre m arm oree in scritte; qu este sem bran o con cen trarsi in particolare n elle gallerie più ad est ch e, si vedrà, si profilan o com e aree a più lu n ga e in ten siva occu pazion e per l’attrazion e esercitata dalla presen za delle tom be ven erate in Ag e in Ak 1658 : ad u n u n ico sepolcro terragn o n ell’am bu lacro D4 1659 , si aggiu n ge u n a serie abbastan za con sisten te di form ae attestate in D2, an ch e profon dissim e 1660 , in DA7 1661 , in DAo7 1662 , in DA8 1663 e in DA10 1664 . I n ove spazi ad u so esclu sivo 1665 propon gon o 1650 Su l sepolcro, per le caratteristich e tipologich e, N UZZO 2000a, p. 129. 1651 Repertorio 1993 2 , n . 5 p. 91 (W ILPE RT 1903, pp. 379382 e tavv. 181, 1; 250, 2; 251). Per u n o stu dio icon ografico dell’in siem e D AGE NS 1966, G IORDANI 1978, pp. 249-257, F E RRUA 1991, pp. 15-20; per le legen de e l’epitaffio di Celerin a ICUR V 14117-14118. 1652 Su tale ipotesi elaborata attraverso con fron ti con la raffigu razion e di Ippolito su u n sarcofago di Apt e su alcu n i vetri dorati si veda D AGE NS 1969, pp. 371-380. 1653 Vd. però W ILPE RT 1908, pp. 171-172 per alcu n e difficoltà di lettu ra di qu esta. 1654 Recen ti restau ri h an n o, in fatti, eviden ziato alcu n e variazion i figu rative tra du e strati sovrapposti, ascrivibili, verosim ilm en te, ad u n ripen sam en to in corso d’opera (rin grazio F. Biscon ti per tali in form azion i an cora in edite). Su l sign ificato di qu esto docu m en to rispetto allo svilu ppo della region e vd. m eglio in fra, pp. 255-256. 1655 Alm en o stan do alla verosim ile lettu ra in tegrativa del F E RRUA, ICUR 14117, ad com m ., p. 215. Il carattere “plu rion om astico” dell’iscrizion e e la predisposizion e del sepolcro per più sepoltu re in du ce a ritorn are su lla cen tralità attribu ita dal Dagen s, n ella lettu ra del program m a tem atico, alla defu n ta Celerin a n el processo iden tificativo con Su san n a-Ch iesa (in fra, pp. 255-256 su lle valen ze dottrin ali di qu este pittu re). 1656 S u pra, part. p. 190 e n . 1243 pp. 190-191. Proprio da tale im m agin e, vista già du ran te le perlu strazion i del 18471850, il p. March i si riferiva alla catacom ba di Pretestato com e al cim itero di San Sisto (vd. an ch e D E R OSSI 1872, p. 63; su pra, p. 4 e in fra, p. 330, an ch e su tale fase di lavori). Cfr. F. S CORZA B ARCE LLONA, s.v. S isto II, san to, in E n ciclopedia dei papi, pp. 286-292. 1657 G ARRUCCI 1873-81, II, p. 46 e DAGENS 1966, pp. 335-339. 1658 Meglio in fra, pp. 258-263. 1659 Qu esto è ipotizzabile su lla base di u n appu n to del Giorn ale di scavo 1, p. 129 (gen n aio 1928); qu esto ricorda “in u n a form a, a posto” la lastra con iscrizion e ICUR V 13900 del 353 ch e J OSI 1935, p. 30 n . 14 e F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 179 attribu iscon o ad u n arcosolio. Su qu esto m an u fatto vd. an ch e in fra, n . 1673 p. 253 e n . 1686 p. 255. 1660 Segn alate dalle iscrizion i a posto ICUR V 13897 del 345 (vd. an ch e in fra, n . 1673 p. 253, n . 1738 p. 258, n . 1775 p. 263), scoperta n el 1930 davan ti all’in gresso del cu bicolo Dd (Giorn ale di scavo 3, p. 24), e 14122, però “riadoperata” in u n o di qu esti sepolcri (F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 216). Nel Giorn ale di scavo 3, p. 32 (giu gn o 1930) si ricordan o, in effetti, diversi fram m en ti reim piegati “per la costru zion e di alcu n e form e ricavate n el pavim en to, form e ch e h an n o sfon dato il pian o sottostan te ch e qu in di debbon o essere state qu an do le gallerie in feriori eran o in terrate”. Cfr. in fra, pp. 258-259 per il sign ificato rivestito da tali sepolcri n el program m a di u tilizzo in ten sivo dell’area. 1661 “In solo” era n el 1947 la lastra ICUR V 14865 (F E R RUA, ICUR, ad com m ., p. 316). 1662 A qu esto braccio di galleria appartien e l’iscrizion e ICUR V 14597, su lla base del Giorn ale di scavo 3, p. 142 (febbraio 1933): su l tratto verso A6, appu n to su DAo7, “a sin istra era u n a form a con lastra a posto”; fra le terre era an ch e l’epigrafe ICUR V 13936 del 390 “con dim en sion i adatte a u n a form a”. 1663 Le gran di lastre ICUR V 14641 e 14125 eran o a ch iu su ra di form ae (vd. an ch e F ORNARI 1932, p. 12). 1664 Nel 1928 ven n e scoperta l’iscrizion e ICUR V 14647 “a copertu ra di u n a form a” davan ti al cu bicolo ADe (Giorn ale di scavo 2, p. 31); u n ’altra lastra (ICUR V 14342) n el 1951 era a posto su u n sepolcro terragn o all’estrem ità su d della galleria (Giorn ale di scavo Ferru a, p. 33). 1665 Db, Dob, Dd, Dc, DAf, DAi, Doa, DAe. Tu tti qu esti van i n ecessitaron o, com e l’in tera region e, di restau ri con sisten ti e spesso le su perfici origin arie si con servan o in m isu ra m olto som m aria. Per alcu n i di essi si preservan o elem en ti di defin izion e degli accessi: così Dc h a an cora stipiti e soglia in travertin o, qu ello fron tale Dob solo gli stipiti, DAf tu tti gli elem en ti di con torn o dell’apertu ra. 252 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 255 – Arcosolio su lla galleria D4, lu n etta decorata con l’im m agin e di Cristo tra Pietro e Paolo. Fig. 256 – Galleria D, arcosolio di Celerin a: Su san n a tra i sen iores (Arch ivio PCAS). CAPITOLO 3 - L’E VOLUZIONE TOPOGRAFICA DE LLA u n qu adro piu ttosto diversificato di m odelli volu m etrici e sepolcrali: si riscon tra, in tan to, u n a variabilità di proporzion i con la creazion e di cam ere piccole (Dd: 2,70 x 1,60 m ; DAf: 1,90 x 1,80 m ; Doc: 2,10 x 2 m ) o an ch e piu ttosto gran di (Dc: 4 x 2,80 m ), talora provviste di van i aggiu n tivi già in fase di im pian to 1666 , per lo più con sagom e arch itetton ich e sem plici e dealbate 1667 , m a soprattu tto u n a particolare libertà n ella scelta e n ella distribu zion e delle sepoltu re all’in tern o, locu li variam en te disposti su lle pareti, poch e form ae1668 e diversi arcosoli, isolati 1669 o raddoppiati con posizion am en to asim m etrico 1670 o n ella “can on ica” disposizion e su tre lati 1671 ; talora si resero n ecessari precoci lavori di rifoderatu ra m u raria, n on sem pre fu n zion ali alla defin izion e di tom be 1672 . Per la cron ologia dell’im pian to e i tem pi di u tilizzo sepolcrale di qu esti van i va ricostru ita u n a m aglia di dati con vergen ti con ten u ti, in prim o lu ogo, in u n gru ppo sign ificativo di epigrafi datate: du e di qu este, rin ven u te a posto a ch iu su ra di tom be terragn e, rispettivam en te in D2 e in D4, pon gon o com e caposaldo di u n a già ben avviata oc cu pazion e le date del 345 e del 353 1673 , perio do di u tilizzo con ferm ato an ch e da u n m arm o fu ori con testo con iscrizion e del 354 dalle terre di D2 1674 e da tre epitaffi su m alta locu lare, orm ai 1666 I cu bicoli Dc e Dd presen tan o brevi gallerie su l fon do, previste già in fase con l’organ izzazion e dei sepolcri, essen do gli arcosoli posizion ati in m odo da con sen tirn e l’apertu ra; il breve braccio fatto partire dall’an golo n ord-est di Dd è con n esso con u n piccolo cu bicolo (Dod) su ssidiario al prin cipale, ch e ven n e posizion ato più a n ord per evitare l’in gom bro rappresen tato dalla cam era Dc. An ch e qu esto van o fu m olto rim an eggiato e parte delle su perfici origin arie si con servan o parzialm en te su l fon do, dov’è u n m on u m en tale arcosolio, e lu n go il lato n ord-ovest. 1667 Solo il cu bicolo DAf presen ta volta a crociera e colon n e risparm iate n el tu fo (fig. 259); il tipo è iden tico al cu bicolo Ib della region e a su d (su pra, n . 1562 p. 240). Resti delle su perfici origin arie in ton acate son o con servate in Dd e n el cu bicoletto accessorio Dod, in Dc, in DAe (dove settori staccati di in ton aco preservan o an ch e graffiti fu n erari: ICUR V 14234 e 14340a), in DAf. Solo Doc sicu ram en te n on ven n e in ton acato. 1668 Ne è docu m en tata u n a n ella galleriola di accesso al cu bicolo Db (Giorn ale di scavo 2, p. 14 – settem bre 1928 –: “si esten de lo sterro alla galleriola di accesso al cu bicolo e si rin vien e u n a form a a cappu ccin a”) e u n a con iscrizion e a posto (ICUR V 14154; Giorn ale di scavo 2, p. 23 – ottobre 1928 – con in cavi discoidali) in DAe. 1669 In Db, in Dd e Dod, in Doa. Il prim o, com pletam en te restitu ito con m ateriali m odern i, era “doppio”, stan do ad u n a n ota del Giorn ale di scavo 3, p. 120; l’arcosolio in Dd ven n e costru ito in opera listata (1 lat / 1 tu f) per lasciare spazio alla galleriola an n essa. 1670 In DAe e DAf. An ch e in Dc la disposizion e dei tre arcosoli è asim m etrica, con du e di qu esti sepolcri a est e u n o su l fon do. 1671 In DAi, per lo più ricostru ito, e in Doc. 1672 In Dd, si è detto, l’arcosolio di fon do è com pletam en te in m u ratu ra (su pra), a destra dell’in gresso u n a stru ttu ra in soli m atton i com pon eva locu li. Nel m om en to della scoperta il van o era “in gran parte fran ato: già in an tico era m olto de- “RE GIONE CE NTRALE ” 253 staccati dai sepolcri origin ari m a logicam en te, per la fragilità del su pporto, n on troppo lon tan i da qu esti: essi riportan o il riferim en to alle coppie con solari del 344 1675 , del 353 1676 e del 356 1677 , eviden zian do m olto ben e, qu in di, l’acm e frequ en tativa alm en o degli organ ism i più ad ovest. Pien a con ferm a, tra l’altro, a tale in qu adram en to provien e dalle scelte ideologich e in site n ella decorazion e degli arcosoli degli am bu lacri D4 e D 1678 , in partico la re del sepolcro detto di Celerin a, n ell’esplicita riproposizion e della figu ra di papa Liberio (352-366), o in pien o pon tificato o, piu ttosto, con sideran do l’ovvia valen za devozion ale del dipin to, su bito dopo la su a m orte 1679 . Un u tilizzo con m olta probabilità più lu n go va però ipotizzato per i van i ad est, la cu i dipen den za dai poli ven erati Ag e Ak 1680 n e m otivò u n a sicu ra con tin u ità d’u so, in qu adrabile, grazie ad u n gru ppo di sei iscrizion i per lo più fu ori con testo, dal 364 al 399/403, m a forse an ch e al 475 1681 . D’altra parte, la stessa fu n zion e retrosan ctos di qu esto settore della region e D n e aveva in flu en zato u n ’escavazion e talora eccessivam en te ardita in rapporto agli equ ilibri statici tra pien i e vu oti n el sottosu olo; perciò, si deve pen sare an cora in pien a attività sepolcrale, fu n ecessario u n im portan te in terven to stru ttu rale, ch e per an alogie costru ttive va con siderato n on troppo lon tan o cron ologicam en - perito, tan to ch e era stato rin forzato in più pu n ti da m u retti in tu felli e m atton i. È an cora a posto la soglia a: la parete bc era rin forzata da u n a piattaban da ch e m on tava sopra i locu li e di cu i resta u n a piccola parte: la c-d aveva u n arcosolio ch e era pu re rin forzato da m u ro: la parete e-f era fron teggiata da u n m u ro en tro il qu ale era ricavata u n a secon da pila di locu li” (Giorn ale di scavo 3, pp. 23-24 – m arzo 1930 –). 1673 ICUR V 13897 ven n e scoperta a posto n el m arzo 1930 (Giorn ale di scavo 3, p. 24) e così ICUR V 13900, su lla cu i più probabile collocazion e a ch iu su ra di u n a form a vd. già su pra, n . 1660 p. 251. 1674 ICUR V 13903, adegu ato a u n a form a o a u n a cassa di arcosolio. 1675 ICUR V 13963c con servata in Db. 1676 ICUR V 13902 in D2. 1677 ICUR V 13906 in D2. 1678 Vd. an ch e su pra. 1679 Tra le im m agin i, fru tto di u n a devozion e in dividu ale e privata, con n esse a person aggi pressoch é con tem poran ei al prodotto artistico, si posson o ricordare i m edaglion i vitrei con decorazion e in foglia d’oro ch e riportan o la figu ra di papa Dam aso, abbin ata a diversi person aggi e frequ en tem en te a Pietro e Paolo: M ORE Y 1959, n n . 106, 107 p. 25; n . 250 p. 45; n . 340 p. 56; n . 356 (?) pp. 59-60. 1680 S u pra, pp. 258-263. 1681 Si tratta delle epigrafi ICUR V 13912 del 364 (da DA8), 13924, forse del 374 (da DA8), 13936 del 390 (fra le terre di DAo7, m a “con dim en sion i adatte a u n a form a”: Giorn ale di scavo 3, p. 133 – n ovem bre 1932 –), 13938, forse del 391 (da DA8), 13943 del 399 o del 403 (da DA7), 13958 del 475 (da DA8). Colpisce la particolare sporadicità in sen so cron ologico di qu est’u ltim a iscrizion e rispetto al con testo della region e, m a an ch e dell’area della spelu n ca m agn a (su pra), riflession e ch e potrebbe ren dern e piu ttosto probabile u n a proven ien za dall’area su bdiale (in fra, p. 301). 254 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 258 – Galleria D, arcosolio di Celerin a: lu n etta (Arch ivio PCAS). Fig. 257 – Galleria D, arcosolio di Celerin a: Liberiu s (da D AGE NS 1966). Fig. 259 – Resti del cu bicolo DAf n ella fran a del 1931 (Arch ivio PCAS). CAPITOLO 3 - L’E VOLUZIONE TOPOGRAFICA DE LLA te dalle u ltim e opere di rivestim en to m u rario della spelu n ca m agn a assegn ati ad età dam asian a 1682 ; qu esto previde il com pleto riem pim en to, con u n a gettata m u raria a grossi peperin i realizzata con l’au silio di sbadacciatu re 1683 , del tratto di galleria Do1, di cu i fu pu re tam pon ato l’accesso su Ak con u n m u ro in opera listata a prevalen za di laterizi 1684 , e del cu bicolo Doa, “privilegiatissim o” per l’estrem a vicin an za ai du e poli cu ltu ali, m a proprio per qu esto capace di in du rre gravi sollecitazion i statich e 1685 . An ch e in u n a valu tazion e di in siem e l’in tero repertorio epigrafico e il qu adro gen erale delle form e sepolcrali n ei van i del gru ppo D tradiscon o caratteri di u tilizzo m olto m atu ro. Sign ificativa appare la prassi form u lare ch e adotta, accan to ai m odelli più sem plici con i dati biom etrici essen ziali 1686 , “tipich e” ridu zion i alla specificazion e del locu s con il gen itivo del defu n to 1687 o la scelta di form u le di acqu isto e acqu isizion e della tom ba in vita 1688 , talora con u n a term in ologia “tecn ica” in riferim en to al sepolcro 1689 , in u n caso la più ricercata espression e exivit de s(a)ecu lo, ch e ricorre su u n a lastra a ch iu su ra di u n a form a in DA8 1690 ; l’u so di iscrizion i estem poran ee su l bordo m altaceo dei locu li è spesso ridotta a rapidi segn i cristologici, m on ogram m i 1691 e croci m on ogram m atich e 1692 , o a palm ette 1693 , pecu liarità riscon trata, n ella stessa catacom ba, n elle aree fru ite n el pien o IV secolo e, soprattu tto, n ei decen n i della secon da m età 1694 (tav. II) Sem brerebbe, poi, – e potreb - 1682 S u pra, pp. 218-221. S u pra, p. 220 per gli altri organ ism i an alogh i n ell’area della spelu n ca m agn a. 1684 S u pra, p. 203. 1685 Su l van o Doa e su tali lavori vd. an ch e in fra, p. 261. Son o, in vece, posteriori all’u so delle gallerie du e pilastri in opera listata costru iti a cortin a dall’in tern o dei van i sotterran ei m a fu n zion ali al sopratterra, scoperti in u n a fran a del gen n aio 1931 n ell’area della galleria DA8, u n o davan ti all’in gresso del cu bicolo DAf, diven u to in accessibile. Tali stru ttu re, di in certo sign ificato, poggiavan o “su lla terra di riem pim en to della stessa galleria” ed eran o perciò su ccessivi al su o abban don o (Giorn ale di scavo 3, pp. 56-57; F ORNARI 1932, p. 7). Vd. in fra, pp. 293, 295, 301 su ll’in qu adram en to di tali stru ttu re n ell’area su bdiale. 1686 Van n o ricordate, in particolare, le lastre in scritte trovate in situ : ICUR V 13999, 14121, 14354 in D2; ICUR V 13900 in D4; ICUR V 14156, 14865 in DA7; ICUR V 14641, 14651 in DA8; ICUR V 14611 in DA10; ICUR V 14154 in DAe. 1687 ICUR V 14561 a posto in D2 e 14666 pu re in situ in D4. I form u lari di qu esto tipo son o l’espression e dell’u ltim a fase dell’epigrafia fu n eraria paleocristian a, ch e vede “il progressivo passaggio dalla stru ttu ra dedicatoria (“il tale al tale”) a qu ella segn aletica (“qu i giace / riposa il tale”) ch e in izia ad afferm arsi n elle aree sepolcrali più tarde, ipogee e su bdiali” (CAR LE TTI 1998, pp. 64-65). 1688 Son o in situ le lastre ICUR V 14013 in D2, 14467 in DA7, 14342 e 14647 in DA10 (qu este u ltim e tre ch iu su re di form ae sem bran o costitu ire u n gru ppo om ogen eo). Cfr. essen zialm en te CARLE TTI 1998, pp. 55-56. 1689 ICUR V 14666 fa riferim en to a u n bisom u s; u n bisom u s e u n m on osom u s son o in vece ricordati n ell’iscrizion e ICUR 1683 “RE GIONE CE NTRALE ” 255 be forse acqu isire u n sign ificato tem porale coeren te – ch e n elle gallerie in qu estion e possa essere do cu m en tato in m isu ra con sisten te l’u so di appor re oggetti, più spesso vitrei, m a an ch e lu cern e e con ch iglie, su lla calce dei locu li, sporadicam en te con servati a posto 1695 , m a in gran parte raggru ppa ti n egli arcosoli della galleria D2 e in qu ello del cu bi colo Db 1696 ; del tu tto sporadico risu lta, in vece, su gli stessi con torn i m altacei l’im pression e di piccoli sigilli reiterati 1697 . In fin e, va ricordato ch e proprio in u n o degli am bien ti della region e D, oggetto di in dagin e n el 1930, ven n e scoperto il pregevole sarcofago 1698 , attribu ito proprio al secon do terzo o alla m età del IV secolo, ch e l’iscrizion e corren te su l listello in feriore perm ette di attribu ire a u n a vidu a 1699 ; su lla fron te, in u n a su ccession e serrata e ai fian ch i del fu lcro cen trale con la defu n ta tra du e apostoli, si su ssegu on o scen e vete ro e n eo-testam en tarie tratte talora da u n reperto rio piu ttosto ricercato (Dan iele ch e u ccide il serpen te di Babilon ia, la resu rrezion e di Lazzaro, la n ega zion e di Pietro e u n a scen a variam en te in terpretata com e il m iracolo della ru pe o il battesim o di Corn elio da parte di S. Pietro o Mosè al Sin ai) 1700 . Il qu adro fru itivo gen erale su ggerisce an ch e u n a riflession e su lla possibilità ch e alcu n i sepolcri della region e tradiscan o particolari con n ession i tra i defu n ti e la gerarch ia ecclesiastica. Soprattu tto i du e docu m en ti pittorici rivisitati in D4 e in D appaion o l’esplicita form u lazion e di u n program m a di ch iara adesion e ideologica all’ortodossia della V 14568, riu tilizzata in D4 (vd. an ch e in fra, n n . 1704-1705). CARLE TTI 1998, pp. 56-57. 1690 ICUR V 14125; vd. an ch e su pra, p. 251 n . 1663. 1691 ICUR V 15174a' (m obile, Db); 15174l, m (D); 15175f (D10); 15174q (D5); 15174n , o, p (m obile, D2); 15174f (DA9). 1692 ICUR V 15184a, 15187c (D); 15184b (D5). In DA7 è an ch e u n cristogram m a decu ssato su gran de tavola m arm orea a posto (ICUR V 15177a). 1693 ICUR V 15242b (Db); 15239a e 15240a (D5); 15242a (D2); 14880d (DA7). 1694 Vd. su pra, part. pp. 149-156. 1695 Un piatto vitreo è an cora affisso in D2, in prossim ità del raccordo con DA7. An ch e in Dd il Bevign an i ricorda la presen za di “fiale vitree a fian co dei locu li” (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p.) 1696 Si tratta di u n n u m ero con sisten te di oggetti, an cora affissi su settori di m alta staccati dai locu li, fon di di am polle e balsam ari vitrei, m olte lu cern e (in particolare del tipo “a globetti”) e, appu n to, diverse con ch iglie; è verosim ile ch e tali reperti proven gan o dalle in dagin i n ella region e e sian o pertan to riferibili ai n u m erosi sepolcri distru tti dalle fran e e dai crolli. 1697 In u n a galleria prossim a all’arcosolio di Celerin a, e qu in di con ogn i probabilità della region e D, n el 1849 il de Rossi lesse il bollo PAVLI in plan ta pedis, im presso cin qu e volte (D E R OSSI 1864, p. 81; F E RRUA 1986, n . 62 pp. 41-42); en tro u n arcosolio di D2, su du e resti di m alta, si legge cin qu e volte il sigillo RVFINI (F E RRUA 1986, n . 78 p. 50). 1698 Repertoriu m , n . 555 pp. 228-229, tav. 85 (cfr. an ch e S ALVE TTI 1982, pp. 256-259, per l’attribu zion e di u n a testin a al sarcofago, e K OCH 2000, pp. 282, 289). 1699 ICUR V 14705; su l person aggio PCBE I, p. 1148. 1700 Repertoriu m , pp. 228-229 per i problem i in terpretativi delle sin gole scen e. 256 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Ch iesa, rappresen tata dal papato, il cu i prim ato è garan tito dal rich iam o apostolico 1701 ; l’arcosolio di Celerin a, in particolare, valorizzato da più parti con tale valen za 1702 , sem bra proporre u n vero e proprio m an ifesto di polem ica an tiarian a, articola to in ch iari riferim en ti filosofico-dottrin ali e storici, ch e trova proprio n ella raffigu razion e di Liberio, esiliato dall’an tipapa di ten den ze arian e Felice, u n ’im m ediata e sign ificativa attu alizzazion e 1703 . Non pu ò apparire, perciò, u n a corrispon den za fortu ita ch e dalla stessa galleria D4 proven gan o le du e u n ich e iscrizion i dell’in tero com plesso con il riferim en to ad u n presbitero, In n ocen tiu s, logicam en te il m edesim o person aggio, qu ale garan te di u n a qu alch e organ izzazion e all’in tern o del cim itero: in u n a lastra, riu tilizzata con le lettere all’in ter n o, m a in tegra 1704 , Prim u lu s predispon e da vivo loca du a, u n u (m ) bisom u (m ) et u n u (m ) m on osu m (m ) iu ben te In n ocen tio presbytero 1705 (fig. 260). Nella secon da epigrafe, in du e resti con tigu i, u n o, appu n to, scoperto in D4 1706 , In n ocen tiu s, il dedican te del m arm o, è in dicato com e presbyter <p>R om (a)e, u n a specificazion e ch e in du rrebbe a riferire l’attività pastorale di In n ocen zo n ella sede istitu zion ale “cen tra le” della città, la cattedrale del Lateran o, area u rban a con la qu ale, tra l’altro, il cim itero di Pretestato già rivela alcu n e con n ession i topografich e 1707 . Costitu isce u n m om en to di svilu ppo verso n ord an ch e l’im pian to di u n gru ppo ridotto di van i in di - 1701 Vd., soprattu tto, P IE TRI 1976, pp. 341-350. In associazion e con le du e pittu re ch e raffigu ran o i prin cipi degli apostoli è in teressan te rich iam are u n vetro dorato, con la probabile im m agin e di Paolo, visto dal de Rossi n el 1849 proprio n elle adiacen ze dell’arcosolio di Celerin a: su qu esto m an u fatto vd. D E R OSSI 1864, pp. 81-87 e P E RRE T 1851-55, IV, tav. XXIII, n . 21. Si ricordi poi il sarcofago della vidu a con la defu n ta tra gli apostoli (su pra), in cu i la scen a di Dan iele ch e u ccide il serpen te di Babilon ia appare u n ch iaro riferim en to al rifiu to del cu lto pagan o. 1702 D AGE NS 1966; G IORDANI 1978, pp. 249-257; F E RRUA 1991, pp. 15-20. 1703 Articolate argom en tazion i storich e in D AGE NS 1966, pp. 353-371. 1704 Il m arm o fu probabilm en te solo rigirato per u n a n u ova sepoltu ra, forse essen do an ch e n on più attu ale il riferim en to all’au torità del presbitero. L’osservazion e del riu tilizzo, oltre ch e in J OSI 1936, p. 12 e in F E RRUA, ICUR 14568, ad com m ., pp. 274-275, è in Giorn ale di scavo 1, p. 133. 1705 ICUR V 14568 (vd. P IE TRI 1977, p. 383 su l presbitero). Cfr. G UYON 1974 e P IE TRI 1976, pp. 659-667 su lla ven dita dei sepolcri e an ch e su l ru olo dei presbiteri in tale organ izzazion e (e part. p. 602 proprio su ll’iscrizion e in qu estion e); a qu esti n on spettava la ven dita, m a, appu n to, u n a sorta di su pervision e e la possibilità di ordin are; vd. an ch e pp. 125-126 su lla presen za di presbiteri n ei cim iteri. 1706 ICUR V 14474. Il secon do ven n e scoperto in E 2: J OSI 1936, p. 13 n . 8. 1707 Vd. su pra, p. 143. Su i problem i con n essi alla geografia delle region es u rban e an ch e in rapporto all’am m in istrazion e dei cim iteri vd. P IE TRI 1976, pp. 649-659; l’iscrizion e di Qu in tu s lacteariu s (ICUR V 14583) garan tisce il legam e tra il cim itero di Pretestato e la II regio (P IE TRI 1976, part. p. 654). cati con la sigla IM (fig. 239; tav. I). Da u n a scala aperta su l fian co occiden tale del van o A1/AD1 ven n e avviata l’escavazion e di u n lu n go asse trasversale, su l cu i tratto n ord (IM4: lu n gh . 10,40 m ) si apron o il cu bicolo IMb a ovest e du e corte diram a zion i e la cam era IMa a est 1708 , e ch e, verso su d, si e sten de per 19 m (IM2/IM3) fin o all’am bu lacro IL2 della region e m eridion ale “dei cu bicoli” (I) 1709 , con la qu ale era stato ch iaram en te program m ato il raccor do an ch e m edian te l’asse parallelo I7 fatto partire da I9/I6 1710 . L’an dam en to an om alo del van o in asse con la scala (IM1), ch e piega, con u n profilo cu rvilin eo, verso n ord, appare, in vece, con dizion ato dalle gallerie del gru ppo preesisten te H 1711 , a qu ota appen a in feriore 1712 , in particola re da H 6, con tro la qu ale IM1 si im batte, con u n crollo parziale della parete tu facea, e deve m odificare il su o percorso devian do a n ord, e da H 7, ch e pu re in tercetta 1713 e oltre la qu ale term in a con u n fin arello cu rvo in seren dosi tra le estrem ità orien tali di H 7 e H 8 1714 . Qu esto piccolo im pian to, ricavato, du n qu e, con alcu n i forzati adattam en ti escavativi, in u n ’area già den sam en te segn ata da van i sotterran ei 1715 , ridu ce l’occu pazion e sepolcrale a form e piu ttosto m odeste an ch e n ei du e cu bicoli IMa, IMb, sem pli ci cam ere prive della frequ en te in ton acatu ra bian ca, presen te soltan to lu n go la scala IM 1716 ; i locu li, dalla fattu ra grossolan a e distribu iti in m odo di- 1708 La qu ota di scavo di qu esti am bien ti si abbassa per sottopassare la scala F. 1709 S u pra, pp. 237-246. 1710 S u pra, p. 239: è già stato n otato ch e la differen ziazio n e dei du e im pian ti all’origin e è in dicata dalla eviden te variazio n e di qu ote tra la più alta galleria IL2 e il ram o ortogon ale IM3 proven ien te da n ord; tu ttavia i restau ri m odern i n on perm etton o di verificare se l’in con tro tra le du e gallerie determ in ò il taglio di locu li su IL2. L’am bu lacro I7, in vece, direzion ato con u n a leggera in clin azion e verso n ord-ovest proprio per favo rire la con n ession e tra i du e sistem i di escavazion e, taglia, n el pu n to di raccordo con la scala IM, l’in ton aco bian co di rivestim en to parietale di qu esta. 1711 S u pra, pp. 109-112. Rispetto alla pian ta di T OLOTTI 1978, tav. I, la galleria IM1 va prolu n gata appu n to con tale profilo an om alo verso n ord. 1712 0,40 m è la differen za m edia tra i du e livelli del su olo. 1713 Si deve, in fatti, alla presen za di H 7 la costru zion e di u n m u ro m odern o a grossi blocch i proprio in corrispon den za. 1714 Qu est’u ltim a galleria, però, è poi in taccata dal fon do dell’am bien te IMb. 1715 Oltre ai lim iti determ in ati, a ovest, dalla region e H , n ecessità di adattam en to im pose la presen za della scala F per gli am bien ti IM4, IMa, IMb, IMo4' e IMo4, per i qu ali si abbassò con siderevolm en te la qu ota; an ch e l’u n ico corto am bu lacro su l fian co est di IM2 (IMo2) presen ta u n a volta gradu alm en te decrescen te per la presen za su periore della scala ovest della spelu n ca m agn a. 1716 Qu esta h a su perfici in bu on a parte rein tegrate con restau ri m odern i; in più pu n ti, però, si rin traccia la dealbatu ra origin aria, stesa talora su l tu fo, talora su fodere m u rarie a prevalen za di tu felli. CAPITOLO 3 - L’E VOLUZIONE TOPOGRAFICA DE LLA “RE GIONE CE NTRALE ” 257 sorgan ico su lle pareti, son o ch iu si per lo più con com u n i laterizi 1717 e solo raram en te m eglio con n o tati, in gen ere con rapidi segn i, m on ogram m i cristologici o palm ette, in cisi su lla m alta 1718 . Le u n ich e sepoltu re più ricercate van n o in dividu ate n ei qu attro arcosoli aperti, rispettivam en te, u n o su l fian co m eridion ale del van o con la scala IM e tre, in su ccession e, su l lato est di IM2 1719 , tu tti, però, piu ttosto m al con servati, qu ello su IM per gli im portan ti “ritocch i” m odern i e i du e più a n ord di IM2 com pletam en te tam pon ati n ella lu n etta da u n a m u ratu ra posteriore di rin forzo 1720 . Di u n o di qu esti, tu ttavia, si preserva la decorazion e della fron te, caratterizzata da bordatu re a grosse lin ee rosse con più sottili righ e n ere in tern e ch e defin isco n o la cu rva dell’arco e il riqu adro del parapetto, all’in tern o del qu ale si n otan o le tracce di u n m otivo floreale, esten den dosi an ch e su lla parete sin istra, verso l’in crocio con IM1 1721 . La realizzazion e di form ae sem brerebbe docu m en tabile solo n ell’am bu lacro con la scala (IM); u n a, creata tra gli stessi gradin i più alti, reca an cora a posto la ch iu su ra m arm orea con l’iscrizion e, su sei righ e, di Matron a (in pace / ben e m eren ti Matron e), vissu ta 22 an n i e 5 m esi (vixit an n os XXII m en sis V) e deposta il 14 giu gn o del 383, n el giorn o della settim an a dedicato a Giove (q(u )od deposita est XVIII ka[l](en das) iu -/lias die Iovis, c(on su libu s) iteru m Merobau d[e] et S atu rn in o) 1722 . La precisazion e cron ologica offerta da qu esto sepolcro da u n a parte costitu isce u n a bu on a in dicazion e per orien tare l’in qu adram en to tem porale dei van i IM proprio n egli u ltim i decen n i del IV secolo, periodo con il qu ale con cordan o in gen erale le form e di u tilizzo sepolcrale, m a an ch e, più in particolare, la tipologia dell’arcosolio su IM, con arch e ortogon ali alla fron te 1723 , e la probabile, m in im a, posteriorità con la m eridion ale region e I, dall’altra parte potrebbe rappresen tare u n term in u s post qu em per l’esecu zion e di alcu n e opere m u rarie con n esse ad u n im portan te in terven to su bdiale ch e resero irrim ediabilm en te in accessibili alcu n i am bien ti del gru ppo IM 1724 . A 5,60 m dall’im bocco su A1/AD1 le pareti in teressate da locu li dell’am bu lacro IM ven n ero tagliate da u n a trin cea su d-n ord, larga 1,40 m , riem pita con u n a solidissim a stru ttu ra in opera cem en tizia a grossi blocch i di peperin o, costru ita con ogn i probabilità con l’au silio di casseform e lign ee, ch e raggiu n geva il livello del pian erottolo davan ti alla galleria I7, bloccan do qu in di com pletam en te la percorribilità dell’am bien te 1725 (fig. 86). Al m ede sim o in terven to va ascritta in IM2 la tam pon atu ra già ricordata delle lu n ette di du e arcosoli, con u n a sim ile m u ratu ra a grossi blocch i di m ateriale m isto (tu fi, peperin i, m arm i), e u n ’an aloga costru zion e di sbarram en to esegu ita sen za il taglio delle pareti, di cu i si con servan o resti cem en tizi su lla volta a 5 m dall’in crocio con IM1 1726 (fig. 303). Con tali organ ism i m u rari era del tu tto im pedita la frequ en tabilità delle gallerie IM1, IM4 e degli am bien ti aperti su qu esta e, appu n to, del tratto IM2, in u n m om en to, du n qu e, logicam en te posteriore al loro u so fu n erario; ben ch é la posizio n e della form a con la data del 383 sia estern a ai settori isolati, localizzan dosi il sepolcro a est del 1717 Diverse sepoltu re in tatte si con servan o soprattu tto su lla parete est di IM1. 1718 In IM1 si rin traccian o le palm ette ICUR V 15240f e 15241c, d, e; in IM3 i sign a Christi ICUR V 15176l, 15182e, 15183b e la palm etta 15237i (son o m obili i resti di m alta con iscrizion i a n astro ICUR V 14971d dalla scala IM e 14789a da IM2). Costitu iscon o u n ’eccezion e, alm en o con sideran do il m ateriale di ch iu su ra a posto, le epigrafi su m arm o, u n a, in IM4, con il solo n om e della defu n ta (ICUR V 14216a), e l’altra, più articolata e con croce m on ogram m atica en tro u n circolo, in IM2 (ICUR V 14396). Probabilm en te n on fu n eraria, poich é tracciata su ll’argilla an cora fresca, la form u la dom in o m eo fratri Crescen tian o salu tem (ICUR V 14149; F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 219) su u n laterizio affisso ad u n locu lo n ell’am bu lacro IM1. 1719 La volta di tale tratto di galleria doveva essere an ch e in teressata da u n lu cern ario, obliterato, a qu an to pare, dagli in terven ti m odern i; se n e dedu ce la presen za da u n appu n to del de Rossi del 1851, relativo al rin ven im en to di u n ’iscrizion e pagan a, e n oto al Ferru a, ch e n e localizza, du n qu e, la scoperta “qu asi sotto il lu cern ario della galleria M2” (= IM2; F E R RUA 1973, p. 63. S u pra, n . 155 p. 23 e p. 26 n . 177 su l cippo greco di Glicero). 1720 S u pra, p. 96. 1721 Repertorio 1993 2 , n . 1 p. 91. Alla decorazion e della lu n etta di qu esto arcosolio potrebbe apparten ere u n grosso fram m en to tu faceo m obile, con servato en tro u n locu lo della parete est della galleria, ch e presen ta su u n a su perficie u n lacer- to di in ton aco dipin to segn ato dalla presen za di u n a figu ra m asch ile, m u tila in feriorm en te, ch e reca n ella m an o destra u n elem en to allu n gato, presu m ibilm en te u n a virga. 1722 ICUR V 13928. 1723 N UZZO 2000a, p. 185 attribu isce qu esto tipo alla secon da m età del IV secolo (p. 131 n . 287 per la tom ba in qu estion e). Da IM, poi, provien e an ch e l’iscrizion e fu ori con testo, pu re attribu ibile a u n a fossa terragn a, del 395 (ICUR V 13941). 1724 Per la cu i cron ologia vd. su pra, pp. 95-97. Tale rapporto di posteriorità è in tu ibile per i diversi caratteri dell’occu pazion e fu n eraria tra le du e region i da u n a parte, oltre ch e per la ritardata diram azion e I7 verso IM (su pra, p. 239). 1725 In fra, p. 287 per u n in qu adram en to organ ico di tali opere, m a an ch e su pra, pp. 95-97. Tale m u ro ven n e rin ven u to eviden tem en te in tatto n el 1909; n el taccu in o dei lavori redatto dal Bevign an i (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 5, s.p.) si legge ch e il 19 gen n aio, du ran te l’in terven to su u n a fran a in qu est’area della catacom ba, “si taglia il m u ro an tico a pezzi di peperin o ch e ostru isce la galleria di detta fran a”. 1726 Potrebbe trattarsi, più ch e di u n a vera e propria fon da zion e com e l’organ ism o preceden te, di u n m u ro di sbarram en to della galleria in corrispon den za del passaggio di u n a fon dazion e al di sopra (in fra, p. 287), an ch e per la presen za n ell’opera cem en tizia di m ateriali diversi, tu felli e m arm i, in vece ch e peperin i. Un even tu ale taglio della volta in rapporto a tale stru ttu ra n on è verificabile per le m an om ission i m odern e della copertu ra ai lati del m u ro. Su lla volta di tale galleria, si ricordi, doveva aprirsi an ch e u n lu cern ario (su pra, n . 1719). 258 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O m u ro in cem en tizio su IM e, si è visto, in prossi m ità dell’in gresso su A1/AD1, tale presen za si presta ad essere valorizzata com e u n valido term in u s post qu em per la realizzazion e delle opere stru ttu rali descritte e il con segu en te abban don o dei van i, grazie ad u n a eccezion ale con cordan za con i riferim en ti tem porali forn iti dagli adiacen ti ipogei occiden tali, e in particolare dall’ipogeo IV con tre iscrizion i a n astro del 384 1727 , i qu ali, in segu ito alla risistem azion e su ddetta dell’area su bdiale, risu ltaron o com pletam en te fu ori u so 1728 . L’in crem en to fu n erario n elle aree-retrosan ctos Nell’am bito degli an alizzati sistem i di am plia m en to a su d e a n ord della spelu n ca m agn a, alcu n i am bien ti del gru ppo m eridion ale B (AB1, Ao1, AB3, AB2, AB10, Ba, AB19, B14) e del setten trion ale D (Do1, Doa, DA7, DA10, DA8, D2) m ostran o form e di occu pazion e dal carattere più m arca tam en te in ten sivo e prolu n gato, da leggere in eviden te con n ession e con il ru olo di aree-retrosan ctos rivestito da tali spazi proprio per l’eccezion ale con tigu ità a sepoltu re m artiriali, in particolare il polo cu ltu ale in AB10 per i van i a su d 1729 e le tom be ven erate in Ag e in Ak per qu elli della region e D, im pian tata e svilu ppata n el settore est, si è visto, proprio in rapporto a tali san tu ari 1730 . Le strategie di u tilizzo in ten sivo van n o ricon osciu te sia n el sistem atico e in tegrale sfru ttam en to delle su perfici dispon ibili, pavim en tali e parietali, qu este u ltim e talora “raddoppiate” m edian te la costru zion e di m u ri ch e com pon gon o n u ovi sepolcri, sia n ella risistem azion e e n ella rioccu pazion e, logicam en te ipotizzabile m a docu m en tabile con difficoltà, di organ ism i preceden ti. 1727 S u pra, p. 96. Vd. soprattu tto in fra, pp. 283-287 per u n in qu adram en to cron ologico dell’in terven to su b divo. 1729 S u pra, pp. 206-212. 1730 S u pra, pp. 192-199 e 199-206. È stato giu stam en te sottolin eato (N UZZO 2000a, pp. 205-209 e part. p. 206) ch e, salvo diverse situ azion i dal carattere eccezion alm en te defin ito e privilegiato, n el pan oram a delle sepoltu re in distin te, “tom be a locu lo, a fossa e ad arcosolio … è logico in dividu are n ella m aggiore vicin an za al cen tro ven erato i caratteri di privilegio delle diverse sepoltu re”. 1731 Non si pu ò esclu dere, in fatti, ch e il fen om en o si m an ifestasse con proporzion i qu an titative ben più rilevan ti rispetto ai cin qu e casi esam in abili (in AB3, in B14, in B18 e in D2), per il gran n u m ero di arcosoli com prom essi n ell’assetto con servativo e pesan tem en te restau rati dopo il recu pero, soprattu tto n elle gallerie del gru ppo D, e particolarm en te in D2, oltre ch e in B15 e in AB3 (qu ello della parete ovest per qu est’u ltim a). 1732 Per i qu ali vd. su pra, part. p. 233. L’in tradosso decorato dell’arcosolio su d, cd. “di Carvilia Lu cin a” ven n e ch iu so con u n m u retto in opera listata, solo parzialm en te con servato, coperto da u n o strato di in ton aco bian co (vd. an ch e N UZZO 2000a, p. 133); u n ’an aloga sistem azion e doveva in teressare an ch e il sepolcro su lla parete opposta, ch e presen ta, tu ttavia, 1728 Soprattu tto gli arcosoli si prestavan o ad u n u so poten ziato della stru ttu ra, m edian te la con version e sepolcrale del vu oto form ato dall’arcatu ra soprastan te la cassa; n ei casi m eglio con servati 1731 si docu m en ta o la sem plice ch iu su ra m u raria del profilo sem icircolare della lu n etta, solu zion e ch e caratterizza i du e sepolcri affron tati su lla galleria B14 1732 e l’arcosolio n ord-ovest del van o B18 1733 , o l’in gom bro del settore in tradossale per alm en o 2 /3 del su o svilu ppo in altezza con casse in m u ratu ra: u n o degli arcosoli del lato setten trion ale dell’am bu lacro D2, a est del cu bicolo Dc, ven n e in vaso da u n a stru ttu ra parallelepipeda in tu felli di largh ezza ridotta rispetto allo spessore dell’arco e addossata al fon do della lu n etta e alla preceden te ch iu su ra m arm orea dell’arca; la tom ba risu lta coperta da u n laterizio orizzon tale con u n o spesso strato di con glom erato soprastan te 1734 . Nella breve galleria AB3 l’arcon e orien tale, prossim o all’apertu ra su lla spelu n ca m agn a, fu risistem ato m edian te u n a costru zion e m u raria pu re in tu felli ch e com pon e du e sem icappu ccin e con trapposte 1735 . Sin tom o di esigen ze di sfru ttam en to radicale degli spazi deve essere con siderata an ch e la sistem atica presen za di tom be a fossa pavim en tali n elle gallerie 1736 . Qu este in teressan o costan tem en te gli am bu lacri a n ord-est DA7, DAo7, DA8, DA10, dove son o per lo più segn alate dalla con servazion e di ch iu su re m arm oree in scritte 1737 ; per D2 an n otazion i più precise si derivan o dal Giorn ale di scavo redatto du ran te le in dagin i del 1930, ch e attestan o l’esisten za di “alcu n e form e ricavate n el pavim en to” profon de al pu n to da sfon dare la volta della sottostan te galleria FT5 1738 . Negli am bien ti a su d della spelu n ca m agn a i lavori di rin forzo resosi n ecessari in segu ito ad u n ’im portan te fran a ch e n ell’au tu n n o del 1935 aveva coin volto i van i solo labili tracce di m alta lu n go il profilo sem ilu n ato dell’apertu ra. 1733 S u pra, p. 233. In qu esto la m u ratu ra in tu felli, pu re in ton acata, risparm iava u n a fen estella cen trale su periore, logicam en te destin ata a tragu ardare l’in tern o; la sepoltu ra aggiu n ta doveva perciò occu pare la parte bassa dell’arcatu ra. Il riu tilizzo di tale organ ism o è segn alato an ch e da N UZZO 2000a, p. 133 e n . 294. 1734 Il sepolcro, in tale assetto, è descritto an ch e da N UZ ZO 2000a, p. 129 e n . 272. 1735 Tale risistem azion e, si vedrà, risu lta coeren te con più gen erali opere di rifoderatu ra delle pareti: in fra. Un ’u lteriore varian te n ell’occu pazion e delle lu n ette degli arcosoli, “riem piti” con locu li in m u ratu ra, è attestata n el cu bicolo Ba per il qu ale si veda in fra, p. 261. 1736 La presen za di form ae en tro cu bicoli risu lta, in fatti, m en o in dicativa in tal sen so, in qu an to destin ata all’in crem en to delle poten zialità sepolcrali n ell’am bito di spazi esclu sivi, privati. 1737 Su lla docu m en tazion e relativa a tali sepolcri vd. in dettaglio su pra, p. 251. 1738 Giorn ale di scavo n . 3, p. 32; in fra, p. 336 su tali lavori. Su lle form ae dell’am bu lacro D2, u n a ch iu sa con l’epigrafe ICUR V 13897 del 345, si veda an ch e su pra, p. 251 n . 1660. CAPITOLO 3 - L’E VOLUZIONE TOPOGRAFICA DE LLA “RE GIONE CE NTRALE ” 259 AB1, Ao1/B6, AB3, AB2 (fig. 261), risu ltaron o di difficile esecu zion e an ch e per “le in fin ite form ae … in con trate in tu tti i pu n ti delle gallerie sgom brate dalle terre, form ae m olto spesso di gran de am piezza e profon dità”1739 ; tra qu elle dell’am bu lacro AB2, u n a, n el pu n to di in crocio con l’asse Ao1/B6, recava la lastra con l’iscrizion e, appen a coperta da u n sottile strato di calce, di Fl(aviu s) Crescen s, au tore dell’acqu isto di u n locu s qu adrisom u s [in cim i]tero Pretestat[i] 1740 (fig. 262); an ch e la galleria AB3 era “tu tta … occu pata da form ae”1741 , tra cu i il sepolcro, an cora in tatto, di Victor et Tertia, predisposto qu an do i du e eran o in vita 1742 . An cora tom be terragn e in vasero le su perfici pavim en tali degli am bien ti AB19 e B14, pu re prossi m i, ad est, al polo di attrazion e cu ltu ale in AB10 1743 , per il prim o dei qu ali si an n otava, n el 1935, la presen za di u n a “gran de qu an tità di form e”1744 . Tom be destin ate ad in crem en tare la capien za sepolcrale dei van i origin ari van n o soprattu tto ricon osciu te n egli organ ism i ricavati en tro stru ttu re in m u ratu ra addossate alle pareti già occu pate da sepolcri più an tich i, u n a m odalità ch e doveva assolvere, ad u n tem po, ad esigen ze di con solidam en to statico delle su perfici 1745 . In particolare, le gallerie della region e B più vicin e alla spelu n ca m agn a 1746 m ostran o u n a progression e di opere di foderatu ra parietale, n on sem pre valu tabili n el loro effettivo svilu ppo per le pesan ti m an om ission i m odern e 1747 . I resti più sign ificativi van n o verosim ilm en te ascritti ad u n in terven to stru ttu rale abbastan za coeren te esegu ito con cortin e in soli tu felli o a prevalen za di qu esti, con scarsissim a presen za di m atton i: m u ratu re di tale tipologia, en tro le qu ali si profilan o n u m erosi locu li o an ch e sagom e di tali sepolcri sim u lati con false ch iu su re m arm oree, forse per rich iam are tom be retrostan ti, talora tragu ardabili con fen estellae1748 , riveston o an cora parzialm en te i lati della galleria Ao1 1749 , di AB2, dove qu este si addossan o a locu li preesisten ti e all’in ton acatu ra bian ca della volta 1750 , di AB3, ch e ebbe con ogn i probabili tà in qu esta fase, si è visto, an ch e la risistem azion e del vu oto in tradossale dell’arcosolio orien tale 1751 , di B7, origin ario passaggio in trodu ttivo al cu bicolo Ba 1752 . An cora u n ’an aloga costru zion e riveste l’an golo tra AB10 e B14, spin gen dosi, lu n go il fian co n ord di qu esta, per ca. 1,10 m , tratto ch e perm ette di eviden ziare ben e alcu n e pecu liarità esecu tive a scopo di rin forzo, qu ali, appu n to, il riem pim en to delle cavità locu lari an tich e e in cor rispon den za, en tro la cortin a, la solu zion e già de- 1739 J OSI 1936, p. 207. An ch e il Giorn ale di scavo n . 3, p. 210 ricorda sepolcri pavim en tali “an ch e a più pian i”, caratterizzan ti in particolare le gallerie AB2, AB3 e Ao1/B6. 1740 ICUR V 14270; vd. an ch e su pra, pp. 192, 211 su tale docu m en to epigrafico n ell’am bito dei problem i di localizzazion e dei lu ogh i ven erati n ella spelu n ca m agn a e su i du bbi ch e possa trattarsi di u n m arm o reim piegato. Il Giorn ale di scavo n . 3, p. 210 perm ette di precisare m eglio la proven ien za del pezzo rispetto a F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 235; lo stesso (oltre a J OSI 1936, p. 208) ricorda u n ’altra form a n ella m edesim a galleria AB2 per la qu ale era stata recu perata l’iscrizion e F E RRUA 1973, n . 22, pp. 75-76. 1741 J OSI 1936, p. 219. 1742 ICUR V 14704; è in teressan te an n otare ch e in prossim ità di qu esta lastra si con servan o resti di u n probabile rivestim en to m arm oreo pavim en tale, collocato a qu ota appen a più alta e qu in di presu m ibilm en te posteriore e, con probabilità, esteso all’in tero am bien te. 1743 In B14 è an cora a posto la lastra con iscrizion e ICUR V 14870a, im propriam en te attribu ita da F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 317 alla sottostan te galleria PB24. 1744 Giorn ale di scavo n . 3, p. 192. Un o di qu esti sepolcri reca l’iscrizion e del presbëteroj ^Ant…patroj ICUR V 14988 (vd. su pra, p. 237 e n . 1546 e in fra, p. 261). 1745 Non m an can o casi, in fatti, in cu i tali stru ttu re m u rarie n on com pon gan o tom be o n e disegn in o solo falsi con torn i (in fra). 1746 Un a docu m en tazion e più fram m en tata caratterizza, in fatti, le gallerie del gru ppo D, dove opere m u rarie in teressan o essen zialm en te il tron con e DA7, pu r m olto rein tegrato con m ateriali m odern i, in particolare in corrispon den za della biforcazion e con l’im praticabile DAo10 e n el tratto verso Do1: qu i il rivestim en to m u rario a prevalen za di tu felli form a locu li e, ad u n tem po, defin isce u n passaggio arcu ato al cu bicolo Doa, appen a visibile sotto la stru ttu ra cem en tizia ch e riem pie il tratto Do1 e lo stesso cu bicolo (su qu esto in terven to defin itivo su pra, p. 255, m a an ch e in fra, p. 261). 1747 Ad esem pio, su lla parete occiden tale di AB1, verso il fon do della galleria, è veram en te esigu o e in qu alificabile il resto di m u ratu ra in opera listata altern an te u n tu fello ad u n m atton e. 1748 Su tali sin golari situ azion i, riscon trate an ch e n ella spelu n ca m agn a, vd. già su pra, p. 215. È probabile, tra l’altro, si vedrà, ch e proprio con tali piu ttosto precoci opere di rivestim en to della spelu n ca m agn a possan o essere con n esse, con risvolti sign ificativi an ch e in sen so cron ologico, le opere in qu estion e (in fra, n . 1774, p. 263). 1749 Soprattu tto qu ello occiden tale, rein tegrato in m isu ra più con ten u ta, ch e presen ta locu li in prossim ità dell’accesso su lla spelu n ca m agn a, su ccessivam en te tam pon ato (su pra, p. 220). 1750 I settori m eglio con servati son o qu elli tra AB1 e Ao1 e, an cor più , en tram bi i fian ch i del tratto tra AB3 e AB10, con cu i, si è visto (su pra, pp. 208 e 220 n . 1440), il collegam en to ven n e im pedito m edian te u n a stru ttu ra cem en tizia ch e si addossa alle fodere in qu estion e. In qu est’u ltim o tron con e a su d la m u ratu ra com pon e qu attro locu li, i du e in feriori solo sim u lati con lastre an epigrafi, m en tre a n ord, addossan dosi ch iaram en te ai locu li preceden ti, realizza in basso u n a sorta di sepolcro a m en sa con cassa a sezion e trapezoidale dealbata in tern am en te. Un a descrizion e pu n tu ale dell’assetto di AB2 in fase di recu pero (1935) è con ten u ta n el Giorn ale di scavo n . 3, pp. 206-207: “(31 gen n aio) - galleria 1-2: era n ella parete destra rin forzata in an tico con m u ro a tu felli ch e all’an golo divien e di tu felli e m atton i: la m u ratu ra è stata an teposta alla parete origin aria: in u n pu n to in feriorm en te è stata lasciata u n a fen estella ch e fa vedere u n locu lo ch iu so da lastra di m arm o: la m u ratu ra è strapiom bata ed è cadu ta n ella parte alta: la volta è crollata. Nella parete sin istra i rin forzi si lim itaron o ad arch etti di m atton i in corrispon den za dei locu li ad eccezion e dell’an golo in 2 ch e fu rin forzato con m u ratu ra di tu felli con qu alch e ricorso di m atton i. (…) - galleria 2-4: h a qu alch e rin forzo m a le pareti e la volta son o crollate.” 1751 S u pra. In qu esto van o la m u ratu ra in tu felli è con servata per ca. 2 m an ch e n el tratto più m eridion ale della parete est, di cu i si verifica la con tin u ità con la fodera di AB2. 1752 Vd. in fra per le trasform azion i posteriori. 260 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 260 – Iscrizion e di Prim u lu s ICUR V 14568 (Arch ivio PCAS). Fig. 261 – Fran a del 1935 a su d della spelu n ca m agn a (da Giorn ale di scavo). Fig. 262 – Iscrizion e di Fl(aviu s) Crescen s ICUR V 14270. CAPITOLO 3 - L’E VOLUZIONE TOPOGRAFICA DE LLA “RE GIONE CE NTRALE ” 261 Nel gru ppo di van i setten trion ali D u n a serie di cam ere sepolcrali (Doa, DAi, DAe, DAf, Doc 1758 ) svolgevan o, già n ella program m azion e escavativa, il ru olo di spazi privati en tro u n ’area gen ericam en te “privilegiata” dalla prossim ità dei san tu ari della spelu n ca m agn a. Tra qu esti soprattu tto il piccolo cu bicolo Doa godeva in m odo esem plare della “vicin an za” dei san ti, essen do stato ch iaram en te forzato lo scavo dalla galleria Do1, origin ata proprio da Ak, fin o qu asi a “toccare” i locu li del tratto Ag 1759 . I gravissim i problem i statici derivati da tale troppo ardita esecu zion e dovettero ren dere in poco tem po in evitabili gli in terven ti stru ttu rali ch e, si è visto, portaron o all’obliterazion e defin itiva del van o Doa e del braccio di galleria Do1, com pletam en te riem piti da solide costru zion i in opera cem en tizia a grossi peperin i 1760 (figg. 200, 264-267); solo il crollo su ccessivo del diafram m a tu faceo tra Doa e la spelu n ca m agn a ren de possibile u n a an alisi difficile e in evitabilm en te som m a ria del piccolo cu bicolo, ch e sem bra profilarsi com e u n o spazio den sam en te u tilizzato, con u n am pio arcosolio su l fon do e du e corti van i laterali fu n zion an ti, alm en o n el settore in feriore, com e pozzi, cioè con locu li ai lati e form ae sovrapposte in vasive dei vu oti 1761 . scritta del “disegn o” del profilo sepolcrale con l’affission e di m arm i an epigrafi; in AB19 u n ’an aloga m u ratu ra in soli tu felli, preservata u n icam en te n el settore n ord del lato orien tale per u n ’altezza di 1 m , propon e in vece u n a serie di sei am pi locu li di fattu ra accu rata, con piattaban da in m atton i o, in solitam en te, realizzata con gli stessi tu felli. A fin alità coeren ti, m a n ella sequ en za evolu tiva appen a su ccessivi, si ritien e vadan o rapportati più lim itati in terven ti m u rari n elle stesse gallerie, sia la foderatu ra della parete ovest dell’am bu lacro AB19, in tu felli e m atton i regolarm en te altern ati (2 tu f / 1 lat), ch e an dò a coprire locu li risu ltan ti già violati o prelim in arm en te svu otati 1753 , sia, in AB10, il parziale rivestim en to occiden tale, an teriore alla stru ttu ra ch e, su l m edesim o lato, segn a la n icch ia rettan golare in corrispon den za della galleria AB2 1754 : l’opera m u raria, a prevalen za di tu felli, ven n e m irata alla realizzazion e di u n am pio arcosolio con u n locu lo en tro il prospetto su periore, in rapporto al qu ale si stese u n o strato di calce dall’im pasto grossolan o e in coeren te. Ad u n tem po qu esto stesso in terven to previde u n u lteriore m u tam en to n ell’am bu lacro AB10, poich é la stru ttu ra fu prolu n gata in fu n zion e di u n n u ovo in gresso al cu bicolo Ba, in fase di im pian to accessibile da ovest attraverso il breve tron con e B7 aperto su lla galleria B6 1755 , ribaltam en to stu diato, è logico, per la forte capacità attrattiva esercitata dal polo cu ltu ale in AB10. La ridefin izion e del piccolo van o ad u so esclu sivo previde l’occlu sion e dell’an tica apertu ra m edian te l’erezion e di u n m u ro in tu felli e m atton i 1756 e u n a gen erale riattivazion e dell’assetto sepolcrale in tern o, con la risistem azion e m u raria delle largh e arcatu re dei du e m on u m en tali arcosoli, riadattate per accogliere pro fon dissim i locu li 1757 (fig. 263). Nella valu tazion e delle pecu liarità fru itive più “privilegiate” di qu este aree in rapporto ai san tu a ri della spelu n ca m agn a assu m on o u n rilievo sign i fi cativo an ch e alcu n e ten den ze gen eralm en te eviden ziabili dal com plesso delle iscrizion i, sia n ella valen za sociale o per i legam i con la gerarch ia ecclesiastica degli stessi defu n ti 1762 , sia n ella scelta di epiteti esplicitam en te con n otan ti in sen so cristia n o e volu tam en te elogiativi, com e pu ella Dei 1763 o [agn ellu ]s Dei 1764 , sia, in fin e, n ella particolare ricor - 1753 Ciò pu ò essere verificato attraverso alcu n i fori m odern i esegu iti n ella stru ttu ra. 1754 Ma su lle fasi m u rarie e l’assetto orn am en tale di tale am bu lacro vd. m eglio su pra, pp. 206-212. La m u ratu ra posteriore è a prevalen za di laterizi ed è stata assim ilata ai più tardi in terven ti m u rari n ella spelu n ca m agn a (su pra, pp. 218-221); qu esta si addossa alla preceden te costru zion e a 1,70 m a su d della n icch ia ricordata. 1755 Qu esta, si ricordi, è posteriore alla realizzazion e del lu cern ario O3: su pra, p. 234. Il n u ovo accesso, disassiale rispetto al van o, ebbe stipiti m u rari reggen ti u n a sin golare copertu ra a cappu ccin a. 1756 Qu esto ven n e costru ito da B7; all’in tern o del cu bicolo la su perficie grezza dovu ta alla costru zion e a sacco ven n e poi in ton acata. Tale m u ro risu lta tagliato in epoch e posteriori per ripristin are il passaggio. 1757 In u n a fase in term edia tali sepolcri eran o già stati ri foderati, probabilm en te per m otivi statici, con m u retti in tu felli. Nella descrizion e con testu ale al recu pero n el 1935 (Giorn ale di scavo n . 3, pp. 211-212) fu su pposto, tra le trasform a zion i, an ch e u n rialzam en to della volta del cu bicolo “il qu ale origin ariam en te era più basso – com e pu ò dedu rsi dalle tracce della su ccessiva rialzatu ra”; n on si n otan o, però, su lle su per fici m olto restau rate, tracce sign ificative di tale m odifi ca. Al cu bicolo, com pletam en te rein ton acato dopo gli u ltim i in ter- ven ti, lo stesso Giorn ale di scavo n . 3, p. 212 attribu i sce “n u m erose form e”, an cora segn o di u n o sfru ttam en to in ten si vo. 1758 Per qu este vd. an ch e su pra, pp. 251-253. 1759 La particolare vicin an za dei du e organ ism i determ in ò, più probabilm en te in u n m om en to posteriore all’abban don o, il crollo dei sottili diafram m i tu facei e di parte della parete Ag, m otivan do le in iziali con fu sion i n ella lettu ra del con testo m on u m en tale, talora in terpretata com e u n arcosolio (D E R OSSI 1864-77, III, p. 492 e D E R OSSI 1870a, p. 44) proprio perch é si in travedeva l’arco con la ch iu su ra m arm orea della cassa del retrostan te cu bicolo Doa (su pra, p. 65 n . 392). 1760 S u pra, p. 255. 1761 In qu alch e m odo tali organ ism i rich iam an o le sepoltu re di m assa ad san ctos attestate a Com m odilla, valorizzate in qu esto sen so da N UZZO 2000a, pp. 25-26 e p. 205. Il cu bicolo, n on si pu ò dire se già in fase di realizzazion e, era stato ben rivestito da stru ttu re laterali in tu felli su fon dazion i in blocch i di tu fo. 1762 La N u m isia Fon teia Vera di ICUR V 14513, da AB2, è u n a c(larissim a) f(em in a) m olto elogiata n ell’epigrafe; si ricordin o, poi, la vidu a di ICUR V 14705 dalla region e D e il presbitero da AB19 (ICUR V 14988), per cu i si veda su pra, p. 259 e p. 237 n . 1546. 1763 ICUR V 14746 da AB1. 1764 ICUR V 14813 da AB2; così n ella proposta in tegrativa di F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 308. 262 PARTE III - STORIA TOPOGRAFICO -MONUME NTALE E FRE QUE NTATIVA DE L CIMITE RO SOTTE RRANE O Fig. 263 – Cu bicolo Ba: sch izzo plan im etrico (da Giorn ale di scavo). Fig. 264 – Stru ttu ra in peperin i occlu siva di Do1 da Da7 (Arch ivio PCAS). Fig. 265 – Stru ttu ra in peperin i occlu siva di Do1 da Da7: particolare dell’addossam en to ai m u ri di foderatu ra parietale. Fig. 266 – Stru ttu ra in peperin i occlu siva dei van i Do1 e Doa. Fig. 267 – Stru ttu ra in peperin i occlu siva del cu bicolo Doa: riem pim en to dell’arcosolio visibile dalla parete del sepolcro Ag' su lla spelu n ca m agn a. CAPITOLO 3 - L’E VOLUZIONE TOPOGRAFICA DE LLA “RE GIONE CE NTRALE ” 263 ren za di form u le legate all’acqu isizion e del sepolcro, ch e potrebbe assu m ere, in tali con testi, an ch e u n sign ificato in qu alch e m odo allu sivo al m erito n ell’otten ere la sepoltu ra in u n sim ile spazio 1765 ; più esplicito il riferim en to con ten u to n ell’e pigrafe già citata di Fl(aviu s) Crescen s, pertin en te, si è visto, ad u n sepolcro terragn o all’in crocio tra AB2 e AB6 1766 , n ella qu ale, alm en o stan do alla proposta in tegrativa di A. Ferru a, si docu m en ta l’acqu isto di u n locu s qu adrisom u s con la specificazion e topo n om astica del cim itero, [in cim i]tero Pretesta t[i] 1767 , e la form u la di riferim en to ad u n sepolcro m artiriale, [ad san ctu m Qu iri]n u (m ) m artore(m ) 1768 . In u n o degli am bien ti della region e D era in vece probabilm en te collocato il n oto sarcofago di Bassa, rin ven u to fram m en tario, spezzato e riu tiliz zato per u n m u ro a secco, proprio in qu est’area 1769 ; la cassa appartien e al gru ppo dei ricercati e poco n u m erosi m an u fatti del tipo detto di Beth esdà, prodotti n ei decen n i fin ali del IV secolo 1770 , e risolve in u n a solu zion e sin golare la decorazion e della fron te, divisa in u n settore per le scen e figu ra te (le gu arigion i dei tre ciech i e dell’em orrois sa si svolgon o su u n o sfon do u rban o) e in u n cam po pre posto ad accogliere la lu n ga iscrizion e esam e tri ca e acrostica su du e colon n e 1771 , n ella qu ale son o state eviden ziate ch iare asson an ze, n on si pu ò e sclu dere proprio per u n o stim olo devozion ale, del car m e dam asian o in on ore di Felicissim o e Agapito 1772 . Molto sfu m ati appaion o, in vece, i term in i cron ologici en tro cu i in qu adrare il reiterato u tilizzo sepolcrale n egli am bien ti con siderati; per i van i della region e B, povera di “aggan ci” tem porali spe- cifici forn iti dall’epigrafia 1773 , si in tu isce forse u n a m aggiore precocità n elle form e di poten ziam en to sepolcrale, ch iaram en te con n essa all’an teriorità dell’im pian to e del su o svilu ppo plan im etrico 1774 . Un gru ppo di sei iscrizion i datate, proven ien ti per lo più dagli in terri degli am bien ti setten trion ali, defin isce m eglio alcu n i param etri di riferim en to per ricostru ire la parabola di u tilizzo, ch e attraversa i decen n i della secon da m età del IV secolo e arriva oltre gli in izi del V, forse con u n a prosecu zion e pu r rarefatta della fru izion e sepolcrale fin o al 475, u ltim o term in e con ten u to in u n a delle epigrafi, ch e potrebbe però essere precipitata dall’area su bdiale 1775 . Un qu alch e valore assu m e, alm en o per alcu n e delle sistem azion i m u rarie descritte, l’eviden za dei rapporti stru ttu rali tra vari organ ism i, in particolare l’an teriorità delle m u ratu re ch e fian ch eggian o il tratto di AB2 prossim o ad AB10 e della fodera con l’arcosolio su lla parete ovest di qu est’u ltim a galleria 1776 rispetto alla più tarda sistem azion e m on u m en tale della spelu n ca m agn a ascrivibile ai decen n i fin ali del IV secolo 1777 e, an cora, l’addossam en to, alle preesisten ti m u ratu re con locu li di DA7, delle occlu sion i cem en tizie di Doa/Do1, con testu ali al tam pon am en to dell’accesso a Do1 n el cu bicolo Ak 1778 . Qu ale sin tom o m argin ale, m a com u n qu e degn o di an n otazion e, per u n u tilizzo “tardo” dei sepolcri, va rich iam ato an ch e il fen om en o del reim piego di m ateriali, più precisam en te docu m en tato per le form ae, sia n elle gallerie del gru ppo B 1779 ch e n ell’asse D2 1780 . 1765 Con cen trate, si è visto, in particolare n ella region e D: ICUR V 14081, 14342, 14467, 14647, 14704, 14746. 1766 ICUR V 14270; vd. su pra, pp. 192, 211. 1767 Si ricordi ch e il cim itero è detto Ian u ari n ell’iscrizion e sporadica ICUR V 14479, m a, an cora, Praetextati, su u n m arm o riu tilizzato scoperto n ell’am bu lacro FT5 (ICUR V 14478) e, in oltre, per u n errore del lapicida poi corretto, su u n a lastra del com plesso di Balbin a (ICUR IV 12494). Su lle form e topon om astich e in relazion e alla n ecropoli di Pretestato si veda su pra, pp. 3-4. 1768 Si ricordi ch e da u n am bien te a n ord di Ax n on m eglio precisabile provien e l’iscrizion e ch e pu re esplicita la scelta di Catu lin u s (placu i(t) Catu lin o) di farsi seppellire ad sa<n cto>s Felicissim u (m ) et Agapit(u m ), pagan do il sepolcro cin qu e solidi (ICUR V 14115). 1769 M AZZE I c.s. per i dati su l rin ven im en to (su cu i vd. an ch e W ILPE RT 1929-36, p. 294), oltre ch e per u n a rilettu ra del m an u fatto Repertoriu m , n . 556 pp. 229-230 e tav. 85. Dal livello su periore D doveva essere cadu to logicam en te an ch e il fram m en to rin ven u to in F13 n el 1935 (J OSI 1935, p. 12). 1770 Su qu esto gru ppo di sarcofagi vd. essen zialm en te N I COLE TTI 1981. 1771 ICUR V 14076. 1772 Per qu esta proposta M AZZE I c.s., cu i si deve an ch e la verifica della program m ata bipartizion e, già in fase di prim a esecu zion e qu in di, n ella decorazion e del m an u fatto. 1773 Forse da u n o di qu esti van i provien e l’epigrafe ICUR V 13917 del 381 con servata in AB10. 1774 S u pra, pp. 132-136. Tra l’altro, alm en o per alcu n e gal- lerie (qu elle preesisten ti AB2, AB3, B14), le opere m u rarie di foderatu ra delle pareti a prevalen za di tu felli potrebbero essere correlate, per affin i m odalità di elaborazion e delle cortin e e per solu zion i di “rich iam o” dei sepolcri retrostan ti, ad u n a delle più an tich e fasi di rivestim en to stru ttu rale della spelu n ca m agn a, ch e si è proposto di assegn are agli an n i in iziali del IV secolo (su pra, p. 221). 1775 In ICUR V 13958 (da DA8; vd., però, in fra, p. 301); le altre iscrizion i son o, rispettivam en te, del 364 (ICUR V 13912 da DA8), del 374? (ICUR V 13924 da DA8), del 390 (ICUR V 13936 da DAo7), del 391? (ICUR V 13938 da DA8), del 399 o del 403 (ICUR V 13943 da DA7). Si ricordi, poi, ch e u n a delle form ae in D2 recava l’epigrafe del 345 (ICUR V 13897). 1776 Coeva, si è detto, alla risistem azion e dell’in gresso a Ba: su pra, p. 208. 1777 Si è visto, in fatti, ch e a tali opere an teriori si addossan o in AB2 le stru ttu re relative all’occlu sion e in peperin i tra qu esta e AB10 (su pra, pp. 208 e 220 n . 1440) e in AB10 il rivestim en to m u rario a prevalen za di laterizi ch e fodera gran parte della spelu n ca m agn a (su pra, pp. 218-221). 1778 S u pra, pp. 203, 255. 1779 J OSI 1936, p. 208: u n a form a di AB2 recu perava com e ch iu su ra l’iscrizion e dei cu och i im periali F E RRUA 1973 n . 22, pp. 75-76 (su pra, p. 26). 1780 Giorn ale di scavo 3, p. 24: si ricordan o diversi “fram m en ti riadoperati”, tra i qu ali la lastra con iscrizion e già “m atu ra” ICUR V 14122. PARTE IV GLI E DIFICI S UB DIVO NE I SE COLI IV-VI: RE STITUZIONE DOCUME NTARIA CAPITOLO 1 IL QUADRO ARCH E OLOGICO La restitu zion e dell’assetto su bdiale della n ecropoli di Pretestato, n el qu adro radicalm en te im poverito delle stru ttu re em ergen ti 1781 , deve essere elaborata attraverso la rein tegrazion e com pleta dell’apparato docu m en tario, in cu i vadan o a con flu ire – e sian o ad u n tem po in tercorrelati – l’an alisi degli organ ism i su perstiti, il tessu to arch eologico ricom pon ibile su lla base delle in dagin i con dotte in passato e, ad u n tem po, le in form azion i forn ite dalle fon ti letterarie, in particolare le biografie papali con ten en ti n otizie su l com plesso e gli itin eraria altom edievali, ch e, pu r focalizzan do u n o statu s strettam en te con n esso ai san tu ari, posson o ch iarire alcu n i pu n ti “n odali” dell’occu pazion e cristian a del sito attraverso i secoli 1782 . In prim o lu ogo l’accen tu ata fram m en tazion e del tessu to arch eologico n e im pon e u n a prelim in are defin izion e com plessiva. Con sideran do le presen ze m on u m en tali an cora em ergen ti, il pan oram a dispon ibile è en orm em en te lim itato e si ridu ce per lo più alle stru ttu re di tre m au solei 1783 ; solo poch i resti, orm ai appen a distin gu ibili sotto il m u ro di recin zion e lu n go l’Appia Pign atelli della proprietà adiacen te ad ovest rispetto a qu ella della San ta Sede, rich iam an o l’esisten za dell’edificio, ispezion ato più a fon do du ran te u n son daggio del 1996, in laterizio bicrom atico, con form ae e probabili arcosoli lu n go le pareti, ch e le pecu liarità 1781 Su lle grosse lacu n e docu m en tarie e su lle gravi caren ze con servative del cim itero di su perficie vd. già su pra, pp. 2129 (e part. p. 21 e n . 140) e 79-99 (part. p. 88). 1782 La n ecessità di u n approccio m etodologico in tegrale e “rein tegrativo” delle in form azion i esisten ti era sottolin eata già da F IOCCH I N ICOLAI - P E RGOLA 1986, part. p. 349 e n . 78 pp. 489490, n ell’au spicio, pu rtroppo rim asto an cora tale, di u n program m a di recu pero arch eologico diretto. Per u n a rielaborazion e critico-in terpretativa dell’assetto stru ttu rale trattato in qu este pagin e, cfr. in fra, pp. 295-307. 1783 A qu esti va solo affian cato u n resto m u rario, pertin en te alla delim itazion e est dell’edificio sorto n ell’area delle region i G e F, su l qu ale in siston o parzialm en te le stru ttu re m odern e del Mu seo cristian o: in fra, p. 280, m a an ch e su pra, pp. 95, 169. 1784 Vd., perciò, su qu esto organ ism o in m isu ra più approfon dita su pra, pp. 88-89. 1785 Su qu este lin ee di trasform azion e dell’area vd. in fra, part. pp. 320-321. tecn ico-costru ttive e tipologich e h an n o in dotto a valorizzare n el con testo ricu cito della n ecropoli dei prim issim i decen n i del III secolo 1784 . Costitu isce u n a vera e propria eccezion e rispetto alla com pleta “disu rban izzazion e” del sito, verificatasi du ran te i secoli dell’in oltrato m edioevo e dell’età m odern a, con il progressivo prevalere di u n paesaggio “n on costru ito”, ru rale, su u n tessu to den sam en te edificato 1785 , l’eccezion ale con servazion e in elevato, probabile esito di u n riu tilizzo in in terrotto 1786 , di du e m au solei, posizion ati, con gli in gressi su l m edesim o asse est-ovest, 50 m ca. a ovest degli estrem i lim iti della catacom ba e a 40 m ca. dal tracciato dell’Appia Pign atelli, tradizion alm en te n oti com e sepolcri “dei Calven tii” e “dei Cercen ii”1787 . Qu ello più ad est, in solida opera laterizia, è ca ratterizzato da u n o sch em a plan im etrico qu adra to appen a irregolare (7,56 x 7,83/90 m all’estern o e 6,05 x 6,23 m all’in tern o) ed acqu ista u n a form a cru ci form e con l’apertu ra, su tre lati, di am pi n icch ion i per sarcofagi 1788 ; rispetto alla qu ota attu ale del su olo, verosim ilm en te più alta del pian o pa vi m en ta le an tico 1789 , e lu n go l’in tero perim etro i m u ri con ser van o u n ’altezza oscillan te su i 3,5/4,00 m e ri su ltan o, pertan to, m u tili della sopraelevazion e parietale e del sistem a di copertu ra 1790 (figg. 268-269). 1786 In fra, p. 321. I m on u m en ti, posti al di fu ori della proprietà della San ta Sede, son o rim asti in accessibili per diversi an n i; solo di recen te n e è stato possibile il riesam e diretto, grazie alla dispon ibilità dell’odiern o proprietario. Nello spazio in terposto alle du e stru ttu re, tra gli an n i 1960/1970, ven n e im propriam en te costru ito u n edificio ch e, oltre a falsare il rapporto tra i sepolcri, in siste probabilm en te, si vedrà, su stru ttu re an tich e. 1788 Qu ello n ord è appen a più am pio (3 m ), i du e laterali rispettivam en te di 2,88 m (ovest) e 2,79 m (est); la profon dità è costan te (1,60 m ). Su ll’edificio si vedan o S TYGE R 1933, pp. 172-173; W INDFE LD H ANSE N 1969, pp. 74-77; W INDFE LD H ANSE N 1990, p. 115; R AUSA 1997, pp. 76-81; S PE RA 1999, p. 191. 1789 Si calcola di ca. 0,70/1 m . 1790 Su l retro si con serva la term in azion e a tetto con m odan atu ra a m atton i di con torn o e con fin estra cen trale, proprio com e n ell’alzato dell’an on im o del XV secolo agli Uffizi (A 1846v = R AUSA 1997, fig. 13.4). 1787 268 PARTE IV - GLI E DIFICI S UB DIVO NE I SE COLI IV-VI : RE STITUZIONE DOCUME NTARIA Un ’adegu ata in tegrazion e arch itetton ica dell’organ ism o è, però, facilitata da u n a serie con sisten te di disegn i, soprattu tto opera di arch itetti del XVI secolo, ch e potevan o disporre di u n a facies m on u m en tale m en o com prom essa e ch e, ad u n tem po, riu scivan o talora a proporre solu zion i ricostru ttive valide e ragion ate 1791 . Le raffigu razion i degli alzati 1792 con cordan o n ell’attribu ire al m on u m en to u n o svilu ppo verticale n otevole, alm en o doppio rispetto all’attu ale, e con du e file di fin estre, le più basse fen estellae an cora con servate su l pian o di fon do dei tre n icch ion i e su lle pareti ai fian ch i di qu esti (fig. 270), e u n a fila su periore, du e per ogn u n o dei qu attro lati; an ch e per l’in tern o con vergon o le ricostru zion i con volta a crociera 1793 , ch e, in effetti, si adatta logicam en te alla tipologia plan im etrica, talora con l’au silio di colon n e an golari reggen ti i pu n ti di con vergen za delle u n gh ie 1794 . Il Ligorio (1510 ca.-1583), ch e, con ogn i probabilità, ebbe la possibilità di osservare direttam en te e con atten zion e i du e edifici del sopratterra di Pretestato du ran te le su e perlu strazion i an tiqu arie n ella cam pagn a rom an a 1795 , n e an n ota an ch e il tipo di m ateriale, l’“Alabastro Alaban dico ch e h an n o m acole a gu ise dell’Agath a gem m a”, essen do qu este state “trovate rotte et con cotte dall’in cen dio ricevu to dai tem pi passati”1796 . Precisazion i qu asi “arch eologich e” son o forn ite all’arch itetto n apoletan o an ch e per la restitu zion e del lato m eridion ale di facciata, ch e oggi, ai fian ch i di u n ’am pia apertu ra, presen ta in eviden za l’opera cem en tizia a grosse scaglie di tu felli priva della cortin a; u n o scavo “den an zi alla en trata” aveva portato al recu pero di qu attro paraste m arm oree, pen sate dal Ligorio aderen ti alla facciata e reggen ti u n epistilio con u n elem en to a tim pan o su lla porta 1797 . Più discu tibile, m a esito di u n ’“in - ven zion e” di carattere eru dito tipicam en te ligorian a, risu lta l’attribu zion e del m au soleo ai Cercen ii per u n a tabu la, riprodotta accan to alla plan im etria, con dedica a Fu ria Prim igen ia da parte del m arito L(u ciu s) Cercen iu s Charito e alla figlia Cercen ia L(u ci) f(ilia) S abin a 1798 (fig. 271). Du bbi an cora m aggiori son o stati espressi dagli stu diosi su ll’in titolazion e del secon do m au soleo, ch e si erge 15 m a ovest dell’organ ism o cru ciform e, con n esso da Pirro Ligorio alla gen s Calven tia su lla base di tre iscrizion i, u n a delle qu ali 1799 sicu ram en te falsa per le an acron istich e in dicazion i prosopografich e 1800 . Pu r n ell’an on im a destin azion e, l’e dificio è u n m irabile m odello, grazie all’ec cezion ale stato con servativo, di arch itettu ra a pian ta cen tra le 1801 , con u n a disposizion e, in torn o ad u n a circon feren za (diam . 13 m ), di sei am pie n icch ie, ch e con feriscon o u n a form a ad “esacon co”, cin qu e di an alogo svilu ppo (largh . 3,30 m ; prof. 2 m ca; alt. 4,90 m ca.) 1802 , qu ella n ord, con trapposta all’in gres so n ell’absidiola su d, di dim en sion i m aggiori (largh . 4,04 m ; prof. 3,14 m ; alt. 5,76 m ). L’elevato delle pareti, in soli m atton i, segn ato da u n a doppia fila di fin estre, du e apertu re strom bate aperte in ogn u n a delle n icch ie e u n a serie di 12 organ ism i rettan golari all’altezza del tam bu ro, si spin ge per ca. 7 m 1803 , qu asi fin o alla som m ità della volta in resisten te con crezion e cem en tizia, priva di in serzion i fittili di alleggerim en to (figg. 272-277). Con m in im e variazion i, derivate da u n ’in terpretazion e “artistica” dell’edificio, n on sem pre direttam en te vision ato, e dallo stile grafico degli au tori, il m au soleo ci è restitu ito da n u m erosi disegn i prospettici e plan im etrici, da fra’ Giocon do (1433-1515) al Peru zzi (1481-1536) e al San gallo (1484-1546), dal Ligorio all’an on im o palladian o e al Serlio 1804 (1475-1554/5), oltre ch e dalle vedu te 1791 Un a rassegn a di tali docu m en ti, vagliata criticam en te, è in R AUSA 1997, pp. 76-81. 1792 Di un anonim o del XV secolo (Uffizi A 1846v = R AUSA 1997, fig. 13.4) e del Ligorio (Neap. f. 87 = R AUSA 1997, fig. 13.1, con la copia nel Cod. Ursin. f. 38 = R AUSA 1997, fig. 13.3). 1793 Qu elle del Ligorio (Neap. f. 87v = R AUSA 1997, fig. 13.2 e Cod. Ursin . f. 38 = R AUSA 1997, fig. 13.3), del Cod. Kassel, f. 50v (= R AUSA 1997, fig. 13.8), dell’an on im o palladian o (Lon dra, RIBA VIII, f. 7 = R AUSA 1997, fig. 13.10) e l’in cision e del Serlio (III, tav. XXXIV = R AUSA 1997, fig. 13.12). 1794 Queste sono riportate nelle piante del Ligorio (Neap. f. 87 = R AUSA 1997, fig. 13.1, con il Cod. Urs. f. 38 = R AUSA 1997, fig. 13.3), del Cod. Kassel (f. 50v = R AUSA 1997, fig. 13.8), dell’anonim o palladiano (Londra, RIBA VIII, f. 7 = R AUSA 1997, fig. 13.10) e del Serlio (III, tav. XXXIV = R AUSA 1997, fig. 13.12). 1795 R AUSA 1997, part. p. 14 (m a an ch e in fra, p. 324). 1796 Neap. f. 87v (vd. R AUSA 1997, p. 76). È probabile ch e con tale descrizion e del m arm o il Ligorio si riferisse all’alabastro fiorito, ch e in talu n i casi, appu n to, presen ta m acch ie con differen ziazion e con cen trica di ton alità (vd. B ORGH INI 1989, part. pp. 142-144). 1797 Neap. f. 87v e Cod. Ursin , f. 38 (= R AUSA 1997, figg. 13.1 e 13.3): “…facen dovi cavare den an zi alla en trata vi trovaron o qu elle qu attro parastate, ch e sosten gon o el tim pan o ch e sta sovra la porta; ciò è qu elle qu attro colon n e di basso rilievo, qu ali eran di lastre di m arm o et striato (cipollin o?). Ma per h avern o loro trovate rotte et percosse da fu oco n e h an fatto calcin a…” (R AUSA 1997, p. 76). Su lla calcara della vign a di Diaolello dove, sem pre stan do al Ligorio, era u bicato il m au soleo, vd. in fra, pp. 320, 323. 1798 CIL VI 14658. 1799 CIL VI 5 1522*. 1800 Vd. R AUSA 1997, pp. 85-87 e p. 82 per la trascrizion e ligorian a; le altre du e iscrizion i ricordan o u n a Calven tia S abin a e u n C(aiu s) Calven tiu s Fu scu s (R AUSA 1997, p. 82 e p. 87). 1801 Su l m on u m en to U GGE RI 1800-28, II, pp. 44-45, tav. VIII, figg. 1-2; CANINA 1853, p. 70; R IPOSTE LLI - M ARUCCH I 1908, pp. 98-99; R IVOIRA 1921, p. 76; S TYGE R 1933, pp. 172-173; L UGLI 1953, pp. 1219-1220; K RAUTH E IME R 1965, p. 14; W INDFE LD H ANSE N 1969, pp. 61-73; R AUSA 1997, pp. 82-87; S PE RA 1999, p. 191. 1802 Per le m in im e variazion i dim en sion ali di tali organ ism i W INDFE L H ANSE N 1969, pp. 68-69. 1803 An ch e per qu esto edificio va calcolato u n rialzam en to pavim en tale odiern o di ca. 1 m : vd. an ch e W INDFE LD H ANSE N 1969, p. 68. 1804 Per u n qu adro com pleto e u n a valu tazion e critica com plessiva di qu esti disegn i R AUSA 1997, pp. 82-87 (con elen co com pleto a p. 82). CAPITOLO 1 - IL QUADRO ARCH E OLOGICO 269 Fig. 268 – Necropoli su b divo: pian ta del m au soleo cru ciform e (da W INDFE LD H ANSE N 1969). Fig. 269 – Necropoli su b divo: il m ausoleo cruciform e. Fig. 270 – Mau soleo cru ciform e: particolare di u n a fin estra strom bata. Fig. 271 – Mau soleo cru ciform e: disegn i del Ligorio (da R AUSA 1997). Fig. 272 – Necropoli su b divo: pian ta del m au soleo esacon co (da W INDFE LD H ANSE N 1969). 270 PARTE IV - GLI E DIFICI S UB DIVO NE I SE COLI IV-VI : RE STITUZIONE DOCUME NTARIA Fig. 273 – Necropoli su b divo: alzato del m au soleo esacon co (da W INDFE LD H ANSE N 1969). Fig. 275 – Mau soleo esacon co: n icch ia laterale. Fig. 274 – Mau soleo esacon co: n icch ia di fon do. Fig. 276 – Mau soleo esacon co: settore di in gresso. CAPITOLO 1 - IL QUADRO ARCH E OLOGICO del Labru zzi 1805 , ch e n on apportan o, in gen erale, alcu n a sostan ziale ch iarificazion e, se n on n el settore relativo all’avan corpo del m on u m en to, ora distru tto fin o all’attacco dell’absidiola di in gresso. Qu esto è qu asi sem pre docu m en tato com e u n vestibolo rettan golare aperto su lla fron te e scan dito da du e colon n e 1806 ; secon do Pirro Ligorio, “essen dovi stato cavato aqu esti di appiedi della porta et di den tro vi h avem o vedu ti gittati atterra gli orn am en ti del su o portico ch ’era già fatto del m arm o m isch io con colon n e grosse u n piede et du i terzi…”1807 . Dall’an alisi i du e edifici si rivelan o accom u n ati da u n a storia parallela e da pecu liarità com u n i. In tan to, è eviden te ch e la ricerca di arch itettu re elaborate e m on u m en tali sia l’espression e diretta di u n a com m itten za di rilievo, ch e doveva esprim ersi an ch e attraverso ricch e decorazion i in tern e, qu asi del tu tto scom parse, an ch e grazie alla sm odata e barbara attività della calcara ch e il Ligorio segn ala operan te proprio n ella vign a dove eran o localizzati i du e m au solei, proprietà di u n pesciven dolo di n om e Diaolello o Diavolella 1808 ; solo la costru zion e “cru ciform e” con serva alcu n i resti dei fori per grappe destin ate al sostegn o di lastre m arm oree di rivestim en to parietale e, su lle su perfici in tradossali degli arcon i, particolarm en te qu ello orien tale, im portan ti lacerti di u n tessu to m u sivo policrom o 1809 (figg. 278-279). E n tram bi gli edifici, poi, n on rim asero isolati; lu n go il perim etro è possibile, in fatti, distin gu e re alcu n i “attacch i” stru ttu rali ad am bien ti an n essi, parte di u n arco in m atton i con in ton aco aderen te in n estato all’estern o dell’an golo su d-ovest del m au soleo qu adrato, in lin ea con la facciata (fig. 318), e u n a m u ratu ra in opera listata ch e form a u n a n icch ia di 2,35 m , addossata al fian co orien tale dell’esacon co con u n ’altezza di ca. 0,90 m , in seren dosi n ello spazio tra le du e absidiole latera1805 L ABRUZZI 1790, tavv. 20-21. Così n el disegn o del Peru zzi (Uffizi A 426 = R AUSA 1997, fig. 14.5), in qu elli del Ligorio (Neap. f. 87 = R AUSA 1997, fig. 14.1 e Cod. Ursin . f. 47 = R AUSA 1997, fig. 14.3), n el Cod. Kassel (f. 50v = R AUSA 1997, fig. 14.9) e n ell’an on im o palladian o (Lon dra, RIBA VIII, f. 7 = R AUSA 1997, fig. 14.10) – qu esti u ltim i du e con piccole n icch ie su l lato n ord –; m in im e variazion i si riscon tran o n el disegn o del San gallo il Giovan e (Uffizi A 575 = R AUSA 1997, fig. 14.7 – per errore 14.4 –), ch e presen ta u n atrio a forcipe, e n elle plan im etrie dell’Uggeri (U G GE RI 1800-28, II, tav. VIII, figg. 1-2) e del Can in a (CANINA 1853, II, tav. IX, 3), ch e n on riportan o le colon n e su lla fron te. 1807 R AUSA 1997, p. 82 per la trascrizion e di tali n ote dei ff. 88-88v del Cod. Neap. con ten en te il XLIX libro delle An tich ità. Soprattu tto n ei docu m en ti fin o al XVI secolo con la den om in azion e di m arm o “m isch io” o “m istio” si in dicavan o i m arm i brecciati o ven ati (cfr. G NOLI 1989, p. 15). 1808 Part. Neap. f. 87v (R AUSA 1997, p. 76); in fra, pp. 321, 323. 1809 Pecu liarità segn alate an ch e da W INDFE LD H ANSE N 1969, p. 76. Su lla con n otazion e elevata di qu est’area si veda m eglio in fra, pp. 295-301. 1806 271 li (fig. 319). Soprattu tto per qu est’u ltim a costru zio n e la presen za di am bien ti an n essi em erge ch ia ra m en te dalla docu m en tazion e grafica ligorian a, com pletata da an n otazion i secon do le qu ali l’edi fi cio “h avea accan to du e stan ze pu re da seppellire com e dem ostro n ella parte segn ata B l’u n a face va co m e u n portico, m a fu m u tato pen siero fu redu t to esso portico in u n a stan za n ella su ccessio n e dei tem pi”1810 (fig. 277); tra l’altro, l’atten dibilità del Ligorio è garan tita dalla perfetta corrispon den za del disegn o con la stru ttu ra cu rva su perstite lu n go il m u ro est, di cu i vien e segn alata an ch e la coin ciden te am piezza in piedi (VIII). È qu in di più ch e probabile ch e in torn o all’edificio a sei absidi vadan o ricostru iti du e am bien ti laterali forse sim m e trici, com u n ican ti con du e altri an alogh i organ ism i affian cati al vestibolo. Un a solu zion e di qu esto tipo, con alcu n e variazion i soprat tu tto dim en sion ali 1811 , ricorre an ch e in u n a plan im etria del XV secolo attribu ita a fra’ Giocon do e con servata agli Uffizi 1812 , la qu ale restitu isce u n assetto m on u m en tale com plesso dell’in tera area, pon en do, ben rico n oscibili, en tro u n a di du e serie di articolate arch itettu re, i du e m au solei in qu estio n e (fig. 317) 1813 ; ad ovest della facciata dell’organ ism o cru ciform e il disegn o di fra’ Giocon do propon e l’esisten za di u n piccolo van o rettan golare, ch e ricorre in u n a riprodu zion e di G. B. da San gallo “il Gobbo”1814 , al qu ale forse potrebbe essere ricon dotto il resto arcu ato an cora aderen te alla stru ttu ra 1815 . Le striden ti affin ità m u rarie tra le du e costru zion i in du con o an ch e ad u n in qu adram en to cron ologico u n itario. Proprio le stesse pecu liarità tecn ich e dell’opera laterizia, ch e presen ta in cortin a m atton i di spoglio, diversi per colore e per dim en sion e, sistem ati piu ttosto regolarm en te con alti strati di m alta, e n el n u cleo cem en tizio grossi elem en ti tu facei e m arm orei, associate alla scel1810 Neap. f. 87 (= R AUSA 1997, fig. 14.1) per la plan im etria e ff. 88-88v (R AUSA 1997, p. 82) per il testo. Si direbbe ch e il Ligorio verifich i l’esisten za di tam pon am en ti su ccessivi alla ripartizion e porticata. 1811 I du e van i ad ovest son o più stretti rispetto a qu elli orien tali e si perde la sim m etria della costru zion e con l’aggiu n ta di u n terzo am bien te ad est del vestibolo. 1812 A 3933; il disegn o è edito da W INDFE LD H ANSE N 1969, tav. XIc e da R AUSA 1997, fig. 13.5 (in oltre S PE RA 1999, fig. 184 p. 186). 1813 Cfr. in fra, pp. 296-300 su l sign ificato ch e qu esto disegn o pu ò assu m ere n ella restitu zion e della n ecropoli di su perficie. 1814 B ARTOLI 1914-22, tav. 329, fig. 552 e p. 100. 1815 Pu ò essere an ch e u n a coin ciden za forse n on trascu rabile il fatto ch e tale plan im etria in dich i, lu n go il fian co ovest di qu esto m au soleo, u n a scala, proprio dove oggi u n a serie di gradin i m odern i com pen san o il dislivello del terren o tra la parte an teriore del m on u m en to e la posteriore em ergen te da u n a qu ota più bassa; se qu esto dislivello n on esisteva n ell’an tich ità, si era qu in di con probabilità già form ato n el XV secolo. 272 PARTE IV - GLI E DIFICI S UB DIVO NE I SE COLI IV-VI : RE STITUZIONE DOCUME NTARIA ta dei m odelli arch itetton ici, h an n o gen eralm en te e u n ivocam en te orien tato gli stu di a stabilire la cron ologia dei du e im pian ti tra gli u ltim i decen n i del IV secolo e gli in izi del V1816 ; il de Rossi n e traeva con ferm a an ch e dai “m olti e m olti fram m en ti … di tran sen n e …, di sarcofagi e di cristia n e iscrizion i aven ti n ell’arte e n ella paleografia il tipo n on du bbio del secolo IV e V”, scoperti “den tro i m edesim i e tu tt’in torn o a fior di terra”1817 , tra i qu ali era l’epigrafe, vista “prope cellam hexagon am ”, segn ata da u n o dei con solati di On orio, probabilm en te con Arcadio IIII, qu in di del 396 1818 . Un u so prolu n gato dei du e edifici, sia n ell’origin aria fu n zion e sepolcrale, sia, più tardi, in probabili riadattam en ti 1819 , h an n o lasciato alcu n e tracce m ateriali ben docu m en tabili. Su lla su perficie in tradossale del n icch ion e est dell’organ ism o cru ciform e, lo strato m u sivo con le tessere per lo più cadu te, presen ta la sovrapposizion e di u n grossolan o in ton aco, con servato in bu on a parte, forse la preparazion e di u n a n u ova decorazion e (figg. 278279). Min im i in terven ti rein tegrativi, per lo più con stru ttu re disorgan ich e estem poran ee, segn an o l’attacco orien tale della n icch ia di fon do di qu esto stesso m on u m en to e parte dell’em iciclo della più m eridion ale delle absidiole del fian co ovest dell’esacon co, ch e rivela, com e l’edificio cru ciform e, il sistem atico tam pon am en to in tu felli delle fin estre strom bate in feriori 1820 (fig. 270). Un grosso apporto alla con oscen za dell’area su bdiale di Pretestato è affidato alle acqu isizion i con n esse ad u n o scavo, in trapreso n el giu gn o 1931 con lo sban cam en to per la costru zion e del Mu seo cristian o, progettato a est del già esisten te qu adriportico, m a con dotto per diversi m esi del m edesim o an n o, con u n n otevole am pliam en to verso n ord, n ell’allora terren o Barbetta 1821 . I risu ltati delle in dagin i, però, n on fu ron o m ai oggetto di u n a revision e organ ica e sistem atica, più volte prean n u n ciata dal coordin atore dei lavori, il prof. E . Josi 1822 , e delle stru ttu re em erse du ran te i lavori e su bito rein terrate si resero pu bblich e soltan to in for m azion i estrem am en te som m arie e lacu n ose, an ch e dal pu n to di vista in terpretativo 1823 . Pu re la docu m en tazion e, rim asta in edita, appare caren te e fram m en tata ed è costitu ita, in particolare, da u n rilievo esegu ito da F. Forn ari con il posizion am en to delle em ergen ze di su perficie su u n a plan im etria della catacom ba in scala 1 : 200 (fig. 85, da cu i la fig. 280 e il disegn o delle stru ttu re n ella tav. I) 1824 , dai som m ari aggiorn am en ti delle scoperte, an n otati in m odo discon tin u o n el Giorn ale di scavo u fficiale 1825 , e, in fin e, da u n a serie di fotografie, corredate di didascalie estrem am en te gen erich e e n on im m ediatam en te posizion abili, riprese prim a del defin itivo in terro delle stru ttu re (figg. 281-297) 1826 . Gli organ ism i portati alla lu ce, perciò, h an n o rich iesto prim a di tu tto u n a ricom posizion e organ ica m edian te il riordin o in tegrato di tu tti i dati dispon ibili e la verifica delle poten zialità esplica- 1816 Vd., su lle valu tazion i relative alla tecn ica costru ttiva, soprattu tto W INDFE LD H ANSE N 1969, pp. 71-72 e p. 76. Su ll’in qu adram en to tra le arch itettu re della tarda an tich ità dei du e edifici S TYGE R 1933, pp. 172-173 e S TYGE R 1935, I, p 136; L UGLI 1953, part. pp. 1219-1220, 1222; G RABAR 1946, pp. 148, 404; K RAUTH E IME R 1965, p. 14; W INDFE LD H ANSE N 1969, pp. 81-93 (e tavv. XII, XVII); W INDFE LD H ANSE N 1990. Vd. an ch e D E R OS SI , BAV, Cod. Vat. Lat. 10515, Dissertation es a Io. Baptista de R ossi habitae in coetu Academ iae archeologicae rom an ae, f. 180v (an ch e in J OSI 1927, p. 198), il qu ale an ticipa sin teticam en te ch e “il m odo della costru zion e e la form a degli edifici è qu ale si osserva in qu esta m an iera di sacri m au solei ed oratori tra il secolo IV ed il V” (vd. in fra, p. 302 su ll’in terpretazion e dello stu dioso dei du e m au solei com e san tu ari). 1817 D E R OSSI , BAV, Cod. Vat. Lat. 10515, Dissertationes a Io. Baptista de Rossi habitae in coetu Academ iae archeologicae rom anae, f. 181r (anche in J OSI 1927, p. 198). Lo studioso ricorda che allontanandosi “da que’ ruderi di quei fram m enti o niuno più od appena appena rarissim o qualcuno appariva”, quindi risultavano una peculiarità dell’area prossim a ai due edifici. Vd. anche DE R OSSI 1864-77, I, p. 246 e DE R OSSI 1872, p. 60. 1818 ICUR V 13935a (da ICh I 627 pp. 268-269); cfr. F ERRUA, ICUR, ad com m ., p. 186, e, con integrazione più precisa, add. p. 417. All’area dei m ausolei vanno attribuite anche le iscrizioni segnalate dal Labruzzi ICUR V 14077, 14310, 14630 e 14634 (vd. DE R OSSI 1872, p. 60), nonché alcuni m ateriali di prestigio valorizzabili nel quadro fruitivo (per i quali vd. infra, p. 300). 1819 In fra, p. 321. 1820 Nel m au soleo cru ciform e talora il tam pon am en to è in m atton i. 1821 La proprietà acqu istata n el lu glio 1920 per volere del pon tefice Ben edetto XV (i cu i lim iti son o qu elli odiern i) era in effetti piu ttosto lim itata rispetto all’esten sion e del com plesso; vd. in fra, p. 332 su ll’acqu isizion e del terren o e su lla costru zion e destin ata al Mu seo classico con an n essa casa del cu stode n el 1925 e, qu in di, su i lavori di am pliam en to n el 1931. 1822 Già prim a dello scavo del 1931: J OSI 1927, p. 200 e p. 206 (su pra, p. 2). 1823 L’edito si ridu ce sostan zialm en te a u n resocon to di u n ’adu n an za ten u ta il 10 gen n aio del 1932 (RACr 9 (1932), p. 321) e ad u n riferim en to di R E SPIGH I 1934, p. 119; vd. su pra, pp. 92-98 su i problem i in terpretativi con n essi a tale stru ttu ra, m a an ch e in fra. 1824 PCAS, Arch ivio delle plan im etrie, in v. I Pign atelli 1, 2; dallo stralcio di qu esta pian ta son o elaborate le figg. 280-281. 1825 Giorn ale di scavo 3, pp. 66-67, 68-69, 71-72, 76-81. 1826 PCAS, Arch ivio fotografico, Pre A8-A24. La n otizia di u n a cu ra docu m en taria è con ten u ta an ch e n el Giorn ale di scavo 3, p. 69, in particolare in relazion e alle form ae adiacen ti l’accesso ovest della spelu n ca m agn a, prim a della distru zion e: “(2 lu glio) … Risu ltan do il pian o delle form ae più elevato di qu ello a cu i dovrà essere elevato il n u ovo Mu seo, si è dovu to distru ggere [sch izzo fig. 298] le form e n on sen za però avern e fissato an teceden tem en te la docu m en tazion e m edian te le fotografie e gli accu rati rilievi dell’in tero scavo.” In gen erale tali fotografie n on sem bran o con testu ali ai lavori di scavo, m a esegu ite m edian te sterri parziali delle stru ttu re già viste e poi ricoperte, proprio per favorire le riprese fotografich e; n elle varie im m agin i lu n go il perim etro del recin to (foto 1/7 = figg. 282-288) n on è m ai eviden ziato lo spessore del m u ro, ch e in vece è in pian ta, coperto da u n alto strato di terren o; n elle foto relative al fogn olo (fo1; foto 6, 8 = figg. 287, 289) le form ae adiacen ti n on son o visibili, com e n elle foto 5, 7 = figg. 286, 288 n on è visibile la can aletta. CAPITOLO 1 - IL QUADRO ARCH E OLOGICO 273 Fig. 277 – Mau soleo esacon co: disegn i del Ligorio (da R AUSA 1997). Fig. 278 – Mau soleo cru ciform e: in tradosso della n icch ia orien tale. Fig. 279 – Mau soleo cru ciform e: in tradosso della n icch ia orien tale, particolare degli strati decorativi. 274 PARTE IV - GLI E DIFICI S UB DIVO NE I SE COLI IV-VI : RE STITUZIONE DOCUME NTARIA Fig. 280 – Plan im etria delle stru ttu re su bdiali riportate alla lu ce n el 1931 (rielaborazion e dalla pian ta di F. Forn ari). CAPITOLO 1 - IL QUADRO ARCH E OLOGICO 275 Fig. 281 – Plan im etria delle stru ttu re su bdiali con posizion am en to delle im m agin i fotografich e esegu ite du ran te i lavori del 1931. 276 PARTE IV - GLI E DIFICI S UB DIVO NE I SE COLI IV-VI : RE STITUZIONE DOCUME NTARIA Fig. 283 – Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 2 (Arch ivio PCAS). Fig. 282 – Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 1 (Arch ivio PCAS). Fig. 284 – Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 3 (Arch ivio PCAS). Fig. 285 – Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 4 (Arch ivio PCAS). CAPITOLO 1 - IL QUADRO ARCH E OLOGICO 277 Fig. 286 – Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 5 (Arch ivio PCAS). Fig. 287 – Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 6 (Arch ivio PCAS). Fig. 288 – Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 7 (Arch ivio PCAS). 278 PARTE IV - GLI E DIFICI S UB DIVO NE I SE COLI IV-VI : RE STITUZIONE DOCUME NTARIA Fig. 289 – Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 8 (Arch ivio PCAS). Fig. 290 – Necropoli su b divo. Foto 9 (Arch ivio PCAS). Fig. 291 – Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 10 (Arch ivio PCAS). CAPITOLO 1 - IL QUADRO ARCH E OLOGICO 279 tive di tale m ateriale 1827 . Dell’edificio prin cipale, u n grosso organ ism o rettan golare di 31 x 39 m (in base alla plan im etria del Forn ari), orien tato in sen so su d-n ord, ven n e in tercettato, già all’in izio dei lavori di sban cam en to per il Mu seo, l’an golo su dest in m u ratu ra altern an te tu felli e m atton i 1828 ; si rese n ecessario, per com pletare l’ispezion e della stru ttu ra, praticare “alcu n i cavi n el terren o di proprietà Barbetta”, esegu iti du ran te l’in tero m ese di ottobre e, probabilm en te, fin o alla ch iu su ra defin itiva dei lavori ch e il Giorn ale di scavo segn ala al 16 n ovem bre 1829 . L’in dagin e eviden ziò per qu asi tu tto il su o svilu ppo e con u n a lacu n a solo n el settore su d-est, dove la presen za del m odern o qu adriportico con l’adiacen te e coeva “casa del cu stode” occu pa gran parte del lato m eridion ale 1830 , il perim etro m u rario dell’organ ism o, con servato per lo più sotto i livelli pavim en tali; sia il m u ro ovest (m 4), scoperto per ca. 24 m , sia qu ello n ord (m 3), presu m ibilm en te il fon do dell’edificio, sia il settore setten trio n ale di qu ello est (m 1), per u n ’esten sion e di alm e n o 25 m , presen tavan o all’estern o la su perficie di u n a stru ttu ra a sacco, spessa 0,56/0,60 m e, all’in tern o, in fase con la costru zion e, u n a sequ en za regolare e in in terrotta di 33 form ae (F1-F33) in m u ra tu ra a soli tu felli 1831 , dalla con figu razion e, dedu cibile dalle foto, cu rata e om ogen ea (lu n gh . 1,80 m ; largh . 0,50 m più o m en o costan ti), talora con risegh e ch e fan n o presu m ere u n a sovrapposizion e di pian i; in base alla fattu ra, per tali sepolcri si devon o im m agin are copertu re in pian o, essen do le casse prive delle stru ttu re a tu m u lo con laterizi a cappu ccin a e pozzetto, attestate altrove 1832 . Nella su ccession e regolare delle tom be, con diafram m i di separazion e di am piezza costan te (poco m en o di 0,40 m ), si n ota u n ’u n ica discon tin u ità su l lato ovest, ricon oscibile in u n a m aggiore distan za di ca. 1,10 m tra le form ae F31 e F32; se si ricostru isce, rispettan do le dim en sion i ricorren ti, il profilo dei poch i sepolcri distru tti su l lato opposto, risu lta an ch e in qu esto caso la possibilità di u n an alogo in tervallo, sign ificativo, forse, di u n a qu alch e em ergen za assim ilabile ad u n pilastro 1833 o an ch e di u n passaggio laterale lasciato libero da tom be ch e, com e si vedrà, potevan o svilu pparsi an ch e su l livello pavim en tale. Lu n go il lato orien tale l’edificio era provvisto di u n fogn olo (fo1) pavim en tato in bipedali, portato alla lu ce per u n lu n gh issim o tratto di oltre 32 m , con u n a sola in terru zion e legata ad u n fran am en to del terren o in corrispon den za delle sottostan ti gallerie F13 e F15 1834 ; tale organ ism o, realizzato per con vogliare il deflu sso delle acqu e m eteorich e lu n go il terren o digradan te da su d verso n ord 1835 , ven n e con probabilità in stallato in u n m om en to su ccessivo, alm en o dal pu n to di vista costru ttivo, rispetto all’im pian to: le foto 6 e 8 (figg. 287, 289), in fatti, m ostran o ch iaram en te ch e per la creazion e del fogn olo si sfru ttò a ovest il m u ro a sacco dell’edificio (m 1), preceden tem en te con tro terra, m en tre la delim itazion e orien tale (m f) aveva faccia vista, ricoperta di u n o strato di m alta presu m ibilm en te idrau lica (foto 6 = fig. 287). 1827 Su lla base del rilievo plan im etrico e delle an n otazion i di scavo si è ten tato, in prim o lu ogo, u n posizion am en to esatto delle fotografie (fig. 281), ch e aiu tan o ad in tegrare le in form azion i del Giorn ale di scavo. 1828 Giorn ale di scavo 3, p. 66: “(8 giu gn o): A Pretestato allo scopo di am pliare il Mu seo, si esegu e u n o sban cam en to n el lato destro, da u n a parte e dall’altra della scala ch e con du ce alla “spelu n ca m agn a”. Vien e così rin ven u to casu alm en te u n grosso m u ro a tu felli e m atton i dello spessore di circa 1 m (m 1') ch e m en tre sem bra prosegu ire verso la proprietà Barbetta, sparisce in prossim ità della su ccen n ata scala.” (….); p. 68: “(2 lu glio) A Pretestato prosegu en do lo sterro per l’am pliam en to del Mu seo è stato rin ven u to, n ella zon a a destra della scala della spelu n ca u n an golo in m u ratu ra a tu felli e m atton i (m 2) ch e apparten eva all’altro m u ro a tu felli e m atton i già rin ven u to (m 1): la con tin u ità fra le du e parti è in terrotta però da u n a zon a di tu fo.” 1829 Giorn ale di scavo 3, pp. 76-77: “(6 ottobre): A Pretestato è stata ripresa l’esplorazion e del grosso m u ro di cu i a p. 67 (m 1/m 1') pratican do alcu n i cavi n el terren o di proprietà Barbetta. (8 ottobre) Il m u ro con tin u a an cora per circa 30 m e sem bra ch e n on term in i: le u lteriori esplorazion i perm etteran n o di determ in arn e l’in tero svilu ppo”; in oltre pp. 77-78 (12 ottobre), p. 79 (20 ottobre), p. 80 (24 ottobre), p. 81 (16 n ovem bre: “È term in ato il lavoro per la costru zion e del Mu seo cristian o a Pretestato”). 1830 Non si com pren de perch é l’esplorazion e del m u ro ovest, alm en o stan do al rilievo e alle fotografie, si sia ferm ata al con fin e della proprietà Barbetta, sen za esten dersi n el terren o della San ta Sede. 1831 Giorn ale di scavo 3, pp. 77-78: “(12 ottobre): A Pretestato il m u ro di cin ta dell’area sepolcrale (m 1) a m . 29,50 m dall’an golo del Mu seo Cristian o svolta ad an golo retto con u n m u ro di spessore di cm 56 (m 3) e con la faccia in tern a a parato visto, alla qu ale son o addossate u n a serie regolare di form e disposte secon do la lu n gh ezza m en tre l’altra faccia è irregolare. An ch e qu esto m u ro dopo circa 30 m di lu n gh ezza rivolta ad an golo retto con u n altro m u ro C-D (m 4) an ch ’esso provvisto [sch izzo fig. 299] lu n go la faccia in tern a di u n a serie regolare di form e.” 1832 Sia in con testi su bdiali (vd. ad esem pio F IOCCH I N ICO LAI , in F IOCCH I N ICOLAI E T ALIAE 1995-96, pp. 92-93 e figg. 1617), sia n elle catacom be (R E E KMANS 1988, pp. 34-53 per Callisto, an ch e con esem pi a copertu ra orizzon tale, così com e a San Sebastian o: N UZZO 2000a, pp. 148-153). Un ’u n ica form a, la F30 (Foto 1 = fig. 282), presen ta la ridu zion e del profilo della cassa in feriore, forse scavata n el tu fo, con la creazion e di u n ’am pia sporgen za per l’appoggio della ch iu su ra. 1833 Soprattu tto se si trattasse di u n edificio coperto, ben ch é appaia più probabile l’ipotesi di u n ’area recin tata aperta (in fra, m a già su pra, p. 98), tale elem en to potrebbe essere pen sato appu n to in fu n zion e di u n organ ism o di copertu ra. 1834 Giorn ale di scavo 3, p. 79: “(14 ottobre) … Lu n go il m u ro A-B (m 1), in fin e, u n fogn olo pavim en tato a tegolon i (fo1) ch e si prolu n ga oltre il m u ro AB oltre la cam pagn a…”. 1835 Il dato di u n a m aggiore altezza del terren o n ell’area a su d, tra l’accesso ovest alla spelu n ca m agn a e l’an golo su d-est dell’edificio in qu estion e, si dedu ce dalle in form azion i relative allo scavo delle tom be qu i localizzate: in fra, pp. 287-288. 280 PARTE IV - GLI E DIFICI S UB DIVO NE I SE COLI IV-VI : RE STITUZIONE DOCUME NTARIA La ripresa fotografica 6, poi, eviden zia an ch e la discon tin u ità stru ttu rale tra l’an golo n ord-est della costru zion e qu adran golare e u n m u ro rin tracciato solo parzialm en te (m 1''), pu re a sacco, di n on m eglio precisabile sign ificato, ch e, addossan dosi al prim o, prosegu iva verso n ord lu n go il fogn o lo, forse con u n a leggera deviazion e ad ovest 1836 . Un elem en to disson an te n ella lettu ra stru ttu rale dell’edificio si coglie, an ch e sem plicem en te dall’osservazion e della plan im etria, n ell’an golo su dest, dove i m u ri m 1' e m 2 fu ron o recu perati a qu ota più alta, con parte dell’elevato sopra la risega di fon dazion e (foto 10, 11, 12, 13 = figg. 291294): in fatti, il tratto term in ale su d della delim itazion e orien tale per ca. 11 m (m 1') au m en ta con siderevolm en te lo spessore da 0,56/0,60 m a 1 m e, n el m om en to dello scavo, n on presen tò la serie regolare di form ae descritta per i m u ri m 1, m 3, m 4 1837 ; fu n otato, tra l’altro, ch e in corrispon den za dell’au m en to di spessore la stru ttu ra si addossava al rivestim en to laterizio del pian o del fogn olo, risu ltan do eviden tem en te su ccessivo 1838 . Verso la possibilità ch e qu esto settore m u rario sia fru tto di u n rifacim en to parziale del perim etro in dirizza an ch e la con figu razion e dell’opera listata in cortin a, ben eviden te n elle foto 10 e 11 (figg. 291, 292), ch e docu m en tan o, tra l’altro, l’u n ico resto della m u ratu ra dell’edificio an cora visibile, poich é m an ten u to a vista sotto la stru ttu ra m odern a est del Mu seo cristian o, ch e segu e l’an dam en to del m u ro m 1' e si sovrappon e a qu esto per diversi m e tri 1839 (fig. 300); il param en to, con u n ’altern an za di du e filari di tu felli di dim en sion i variabili ad u n o o du e corsi di m atton i, è caratterizzato in m odo eviden te da u n a profon da allisciatu ra con cava, con u n solco ben segn ato da u n o stru m en to appu n tito 1840 , pecu liarità ch e n on ritorn a n elle im m agin i del m u ro su d m 2 relative all’an golo con m 1' (fo- to 12, 13 = figg. 293, 294), il qu ale, in base alla pian ta, sem bra recu perare lo spessore ridotto di 0,60 m e m ostra in cortin a u n a prevalen za di tu felli rispetto ai laterizi. Tra le du e stru ttu re m 1' e m 2 doveva esservi stato u n qu alch e pu n to di discon tin u ità n on precisam en te rin tracciabile e forse n on percepibile an ch e du ran te i lavori, visto ch e il Giorn ale di scavo an n ota ch e “la con tin u ità fra le du e parti è in terrotta però da u n a zon a di tu fo”1841 . Il m edesim o tratto m u rario m 1' risu lta docu m en tato, in corrispon den za di u n ’en orm e fran a, an ch e in u n a foto del 1909 (foto 9 = fig. 290), n ella qu ale è perfettam en te ricon oscibile, an ch e per il profilo irregolarm en te on du lato della cresta, la stru ttu ra delle foto 10 e 11 scattate n el 1931 (figg. 291, 292), e qu in di qu ella an cora con servata presso l’in gresso ovest della spelu n ca m agn a (figg. 300-301); a tale precoce e parziale perlu strazion e dell’edificio fa riferim en to, oltre ad u n a brevissim a n ota con ten u ta in u n taccu in o del Bevign an i, ch e ricorda l’in terven to in rapporto ad u n a fran a n ella region e I 1842 , u n m in im o resocon to del 1927 di E . Josi, già in qu ella fase assisten te dei lavori; lo stu dioso rich iam a “l’atten zion e … ai resti, oggi ricoperti, d’u n altro edificio ven u to in lu ce solo per poch i giorn i, appu n to n el m arzoaprile 1909, in prossim ità delle du e scale ch e discen don o al secon do pian o”, di cu i forn isce an ch e u n a foto (appu n to la fig. 290) e ricorda il rin ven im en to “n el m u ro di fon dazion e, n el pian o della risega” di u n ’iscrizion e fu n eraria cristian a “adoperata com e m ateriale”1843 . Le profon dissim e fon dazion i a sacco in scaglie di peperin o e con im pron te di travi n ella parte bassa son o m olto probabilm en te proprio qu elle ch e, spin gen dosi in profon dità fin o alla qu ota degli am bien ti cim iteriali, tagliaron o volta e pareti della scala IM, n on più percorribile 1844 (fig. 86). 1836 Percepibile sia n el rilievo del Forn ari, sia n ella foto 6 (fig. 287). 1837 Giorn ale di scavo 3, p. 77: “(8 ottobre) Il m u ro con tin u a an cora per circa 30 m e sem bra ch e n on term in i: le u lteriori esplorazion i perm etteran n o di determ in arn e l’in tero svilu ppo. Men tre la prim a parte così scoperta n on h a ch e poch issim e form ae, la secon da parte n e con tien e u n a serie regolarm en te disposte e tu tte u gu ali”. 1838 Giorn ale di scavo 3, p. 79: “(14 ottobre): Lu n go il m u ro A-B (m 1), in fin e, u n fogn olo pavim en tato a tegolon i (fo1) ch e si prolu n ga oltre il m u ro AB oltre la cam pagn a: il fogn olo a circa m età del m u ro A-B è stato distru tto da u n a fran a: n el prim o tratto verso il Mu seo è stato in parte occu pato dalla parete irregolare estern a del m u ro A-B ch e ivi raggiu n ge u n o spessore di circa 1,00 m en tre n el resto lo spessore è di 56 cm ”. 1839 La cortin a del m u ro an tico ven n e an ch e risparm iata dall’in ton aco m odern o ch e ricopre le su perfici dell’am bien te. 1840 Tra le opere m u rarie an alizzate n ei sotterran ei, qu esta costru zion e sem bra piu ttosto sim ile al m u ro di tam pon am en to della galleria Do1 dal cu bicolo Ak (su pra, p. 203 e fig. 202) e al rivestim en to su periore della scala G (su pra, p. 35 e fig. 20 – m r1 –). 1841 Giorn ale di scavo 3, p. 68 (vd. già su pra, n . 590 p. 98). L’in terru zion e, tu ttavia, n on em erge dalla pian ta. 1842 B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 5, s. p.: “16 febbraio: com in cio a far scavare le form e accan to il (sic!) m u ro in tu felli e m atton i e riem pire la fran a dopo aver perlu strato le gallerie”. 1843 J OSI 1927, p. 206 e fig. 2 p. 207; l’iscrizion e è la ICUR V 14505, con dedica alla defu n ta (N ereidi du lcissi[m ae] in fan t[i]) e data di deposizion e (dep(osita) V kal(en das)[- - -]). Lo stu dioso rivela di aver approfon dito le in dagin i (ibidem ): “Potei m isu rare per oltre ven ti m etri il param en to di qu esto m u ro sem pre in lin ea retta; qu an tu n qu e n on n e fosse allora preso u n rilievo, restan o però a docu m en tazion e le fotografie (fig. 2 a p. 207 = fig. 290) e qu an to appresso dirò. Un a parte del m u ro presen tava poi tracce eviden ti d’u n sistem a delle caratteristich e form ae, com u n i a tu tte le basilich e cim iteriali; appu n to da u n a di tali form ae provien e il segu en te fram m en to d’iscrizion e…”; si tratta dell’epigrafe “cu m u lativa” ICUR V 14276 con u n a triplice deposizion e avven u ta lo stesso giorn o, qu in di adegu ata ad u n sepolcro polisom o com e le form ae descritte. 1844 S u pra, p. 96 e p. 257. La foto, in fatti, m ostra pareti tu facee tagliate dal passaggio del m u ro ch e, prosegu en do a n ord, n on an dò ad in taccare la volta bassissim a del cu bicolo IMa (ten u tasi bassa già per il preceden te recin to, si pu ò in tu ire), scavato com u n qu e a qu ota in feriore, dai piedi della scala IM. CAPITOLO 1 Fig. 292 – Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 11 (Arch ivio PCAS). Fig. 293 – Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 12 (Arch ivio PCAS). Fig. 294 – Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 13 (Arch ivio PCAS). - IL QUADRO ARCH E OLOGICO 281 282 PARTE IV - GLI E DIFICI S UB DIVO NE I SE COLI IV-VI : RE STITUZIONE DOCUME NTARIA Fig. 295 – Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 14 (Arch ivio PCAS). Fig. 296 – Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 15 (Arch ivio PCAS). Fig. 297 – Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 16 (Arch ivio PCAS). CAPITOLO 1 - IL QUADRO ARCH E OLOGICO Accan to al parziale rifacim en to del m u ro est appen a con siderato, altre “tracce” m ateriali segn a lan o u n a fase, presu m ibilm en te u n itaria, di trasfor m azion e dell’im pian to: u n a stru ttu ra cem en tizia (m 5), posteriore alle form ae, n e aveva in vaso u n gru ppo di cin qu e (F15-F19) lu n go il lato n ord, in posizion e m edian a, così com e, 3 m a su d, u n o di du e elem en ti qu adran golari (m 6, m 7: 1,40 x 1,40 m ca.), probabili basi di pilastri o di colon n e, sign ifi cativam en te allin eati tra loro e con m 5, aveva riem pito la tom ba F39, ch e, con l’adiacen te F40, rappre sen tan o gli u n ici sepolcri docu m en tati n ello spazio in tern o dell’edificio 1845 (figg. 85, 280, 299; tav. I). 283 L’affin am en to docu m en tario n on alleggerisce le problem atich e in terpretative e cron ologich e su lla stru ttu ra illu strata, della qu ale si è già vagliata e discu ssa l’ipotesi, sosten u ta u n ivocam en te n egli u ltim i an n i, di u n ’even tu ale con n ession e con il cim itero collettivo su bdiale delle origin i 1846 . Se alcu n i dati em ersi dall’an alisi di stru ttu re n egli am bien ti ipogei, m a, soprattu tto, l’osserva zion e delle fasi di im pian to, del com portam en to evolu tivo e delle pecu liarità d’u so delle region i prim itive G e F, si ritien e forn iscan o m otivazion i abbastan za con vin cen ti per scardin are l’idea di u n a precoce area recin tata, defin izion e, ad u n tem po, di u n a proprietà con precisi con fin i 1847 , forse u n m igliore in qu adram en to dell’edificio in qu estion e, si è visto, va pen sato in u n a fase più m atu ra dello svilu ppo della n ecropoli di su perficie, en tro l’età costan tin ian a o an ch e in torn o alla m età del IV secolo, qu an do pare verificarsi n ei sotterran ei u n “ripen sam en to” dei rapporti tra i du e sistem i più an tich i di gallerie, sin tom o probabile di u n qu alch e m u tam en to su bdiale an ch e n ella ripartizion e “giu ri dica” delle aree, n on ch é u n ’im portan te riattivazion e fu n eraria con il riu so degli an tich i sepolcri 1848 . La con figu razion e arch itetton ica dell’organ ism o n el m om en to dell’in stallazion e sem brerebbe proprio rispon dere alla tipologia di u n recin to fu n erario, solu zion e ben sperim en tata n ei cim iteri paleocristian i 1849 , verso la qu ale orien tan o la plan i m etria rettan golare, lo spessore n on troppo con si sten te dei m u ri di fon dazion e 1850 , la serie con tin u a di form ae lu n go il perim etro, probabilm en te em ergen ti con svilu ppo ad arcosolio, ch e dovevan o risparm iare solo i settori parietali destin ati ad u n o o più in gressi 1851 . Tra l’altro, a Rom a l’adozio n e di areae, più o m en o gran di, m aceriis clau sae appare abbastan za ben attestata n ei sepolcreti ch e si esten don o su lle catacom be, m algrado la con oscen za delle n ecropoli su b divo risu lti irrim e dia bilm en te com prom essa dall’u rban izzazion e in discrim in ata e qu in di m olto fram m en tata: oltre al ben n oto recin to callistian o, assu n to spesso com e m odello in sediativo 1852 , spazi ch iu si da m u ri e in ten sam en te segn ati da tom be si docu m en tan o sia n el com plesso di Dom itilla ch e n el cim itero di su perficie di Calepodio su lla via Au relia, m a in en tram bi i casi, con ogn i probabilità, si tratta di str u ttu r e r ifer ib ili a ll’occu p a zion e p r eced en te l’in stallazion e del cim itero collettivo sotterran eo 1853 ; u n organ ism o rettan golare di 8 x 18 m , verosim ilm en te u n recin to con n u m erose form ae disposte con regolarità all’in tern o, correlò forse, du ran te i prim i decen n i del IV secolo, le origin arie escavazion i della catacom ba di Marco e Marcellian o 1854 . L’im pian to ch e sem bra presen tare m aggiori affin ità con la costru zion e di Pretestato ven n e porta to alla lu ce n el 1917 n ell’area soprastan te la cata com ba di Pon zian o su lla via Portu en se, attraverso u n in terven to di scavo con dotto in esten sion e e su u n a su perficie di circa 30 x 40 m ; si tratta di u n com plesso di presen ze m u rarie e tom be piu ttosto articolato, del qu ale, in base alle scarn e descrizio - 1845 Giorn ale di scavo 3, p. 79: “(14 ottobre) Il m u ro BC h a al cen tro u n m asso (m 5) ch e h a riem pito alcu n e form e e ch e forse serviva di basam en to a u n qu alch e m on u m en to. Più avan ti an cora du e altri blocch i di m u ratu ra (m 6, m 7) sem bran o le basi di du e pilastri o colon n e.” Le stru ttu re m 6 e m 7, con le form ae F39-F40, n on sem brerebbero essere docu m en tate da fotografie. 1846 S u pra, pp. 92-98, an ch e per il qu adro bibliografico (n . 555 p. 95). 1847 S u pra, pp. 97-98. 1848 S u pra, pp. 166-167. 1849 Diversi esem pi di organ ism i assim ilabili a recin ti posson o essere docu m en tati an ch e in am bito n on rom an o, com e n el sito laziale di S. Ilario ad biviu m , presso Valm on ton e (F IOCCH I N ICOLAI 1988-89, part. pp. 74-87: qu i il recin to ven n e im pian tato verso la m età del IV secolo), a Con cordia (B OVINI 1973, pp. 8-11, 30-37, 77-85) o a Corn u s in Sardegn a (G IUN TE LLA - B ORGH E TTI - S TIAFFINI 1985, p. 12, tav. II); in Spagn a, a Cartagen a (S ANMARTIN M ORO - D E PALOL 1972), ad Am pu rias (ALMAGRO 1951), a Tarragon a (D E PALOL 1967, p. 279); ad Arles (B E NOIT 1952) e a Salon a (D UVAL - M ARIN 2000, pp. 632-645); in Africa a Cartagin e (D UVAL 1972, p. 1119), Tipasa (B OUCH E NAKI 1975, p. 167) e Ch ercel (T E STINI 1980 2 , pp. 286-287). Note gen erali in F ASOLA - F IOCCH I N ICOLAI 1989, pp. 1170-1175 e F IOC- CH I N ICOLAI 2003, pp. 924-925; su lla tradizion e del recin to n el m on do fu n erario rom an o si veda, in vece, essen zialm en te, VON H E SBE RG 1994, pp. 73-89. 1850 Solo 0,56/0,60 m , si è detto, rispetto al m aggiore spessore solitam en te docu m en tato n egli edifici coperti. 1851 L’in gresso prin cipale doveva essere su l lato su d; si è visto (su pra, p. 279) ch e an ch e lu n go i m u ri laterali u n a discon tin u ità tra le form ae potrebbe essere giu stificato con la predisposizion e di u n passaggio. 1852 Vd. già su pra, 95 e n . 555. 1853 Per le stru ttu re di Dom itilla cfr. F E RRUA 1960 e P E R GOLA 1979, pp. 318-324; per qu elle di Calepodio N E STORI 1968. Forse alcu n i recin ti fu n erari sorgevan o an ch e n ell’area sopratterra delle cd. cripte di Lu cin a del com plesso callistian o: S PE RA 1999, UUTT 150-151 p. 101. 1854 L’ipotesi iden tificativa in S PE RA 1999, pp. 89, 90. Non si pu ò dire se fosse proprio u n recin to la costru zion e lu n ga e stretta (20 x 4 m ) attribu ibile alla fin e del IV secolo, in dividu ata n ella n ecropoli di su perficie “della Torretta”, n el com pren sorio callistian o (F ASOLA 1984, pp. 19-22 e S PE RA 1999, p. 141); an cora u n a probabile area defin ita da m u ri di recin zion e è stata ipotizzata, in base al recu pero di resti m u rari, n el sopratterra della catacom ba di S. Tecla su lla via Ostien se (F ASOLA 1970, part. pp. 221-224). 284 PARTE IV - GLI E DIFICI S UB DIVO NE I SE COLI IV-VI : RE STITUZIONE DOCUME NTARIA Fig. 298 – Necropoli su b divo: scavo 1931. Sch izzo delle form ae a su d (da Giorn ale di scavo). Fig. 299 – Necropoli su b divo: scavo 1931. Sch izzo del settore n ord dell’edificio qu adran golare (da Giorn ale di scavo). Fig. 300 – Resto in opera listata del m u ro orien tale dell’edificio su b divo. Fig. 301 – Resto in opera listata del m u ro orien tale dell’edificio su b divo: particolare. CAPITOLO 1 - IL QUADRO ARCH E OLOGICO Fig. 302 – Sopratterra della catacom ba di Pon zian o: recin to (da F ORNARI 1917). 285 286 PARTE IV - GLI E DIFICI S UB DIVO NE I SE COLI IV-VI : RE STITUZIONE DOCUME NTARIA n i con testu ali ai lavori 1855 , n on è ben ch iaro il rapporto tra le parti (fig. 302): u n poderoso m u ro in soli tu felli, lu n go qu asi 40 m , corren te a n ord con an dam en to est-ovest, risu ltava fian ch eggiato da u n a serie in in terrotta di tom be a cassa coeren ti; all’estrem ità occiden tale di qu esto, traspare dal rilievo, si con n ettevan o du e an alogh e stru ttu re trasver sali, parallele e appen a distan ziate, ch e ren don o piu ttosto articolata la restitu zion e arch itetton ica di qu esto spazio; il settore m eridion ale dell’edificio in globava u n a più an tica m u ratu ra in opera reticolata, riu tilizzata per l’addossam en to di sepolcri, e doveva essere delim itato da u n a stru ttu ra docu m en tata con u n o spessore m in ore, forse in rapporto ad u n a variazion e di qu ote n egli organ ism i su perstiti ovvero per u n a differen za di fasi n on m eglio precisabile o, an ch e, per u n diverso adattam en to rich iesto dalla con figu razion e del terren o. Le in dagin i arch eologich e eviden ziaron o u n ’occu pazion e in ten siva m a abbastan za variegata, con form ae, talora profon dissim e, “fin o a sei ordin i”1856 , ch iu se con lastre in pian o o con laterizi “a cappu ccin a”, arcosoli e sepolcri a edicola 1857 , sarcofagi 1858 ; al cen tro fu in dividu ato u n tom bin o collegato ad u n can ale per lo scolo delle acqu e e parte di u n rivestim en to pavim en tale in “rozzo m osaico bian co”1859 , du e elem en ti ch e n e con ferm an o l’in terpretazion e com e di u n ’area aperta, la qu ale com pren deva all’in tern o u n a scala di accesso al cim itero sotterran eo, raggiu n gibile an ch e attraverso u n a porta lu n go u n o dei m u ri a su d 1860 . Pu r n on essen do stati vagliati con sistem aticità i dati per in dirizzare la cron ologia di tale in stallazion e, alcu n e osservazion i dedu cibili dai caratteri costru ttivi, riassu n ti n ell’esecu zion e “rozzam en te con parallelepipedi di tu fo e calce”1861 , dai rapporti di posteriorità con la stru ttu ra in opera reticolata e, soprattu tto, dai m ateriali rin ven u ti du ran te i lavori, alcu n i sicu ram en te associabili a sepoltu re, in du rrebbero a in qu adrare an ch e il recin to di Pon zian o in u n periodo avan zato dell’in sediam en to sepolcrale. Nel repertorio epigrafico ricom posto dal- 1855 F ORNARI 1917 e M ARUCCH I 1917. F ORNARI 1917, pp. 277-278. 1857 F ORNARI 1917, p. 280. 1858 F ORNARI 1917, pp. 286-287. 1859 F ORNARI 1917, p. 280. 1860 F ORNARI 1917, p. 280. 1861 F ORNARI 1917, p. 277. 1862 Cfr., in gen erale, F ORNARI 1917, pp. 281-286 e M ARUCCH I 1917, pp. 112-114. 1863 ICUR II 4505; M ARUCCH I 1917, n . 12 p. 113 n e ricorda u n ’altra del 400 o 405, n on in serita n el repertorio ICUR. 1864 Su tali ten den ze form u lari vd. qu an to detto su pra, part. n . 1687 p. 255. Tra qu este iscrizion i van n o segn alate soprattu t to la ICUR II 4581, scoperta a posto, e la 4603; è in teressan te ch e u n a delle lastre, opistografa, recasse su u n lato u n ’iscrizion e con u n sem plice elen co di tre defu n ti (ICUR II 4543), sim ile a qu ella docu m en tata a Pretestato (ICUR V 14276; cfr. su pra, n . 1843 p. 280). 1865 F ORNARI 1917, p. 286 segn ala, in particolare, i bolli tardi CIL XV 1560 e 1581a. 1856 l’illu strazion e dei reperti, le epigrafi riassu m on o u n pan oram a piu ttosto om ogen eo e orm ai m atu ro n elle scelte form u lari 1862 ; tra esse, in particolare, u n a reca la datazio n e con solare del 398 1863 e u n bu on gru ppo, alcu n e delle qu ali a posto, si risolvon o n ella specificazion e del locu s segu ito dal n om e del defu n to al gen itivo 1864 . Tra i bolli su alcu n i laterizi rin ven u ti, in fin e, alcu n i si riferivan o a figlin ae operan ti sicu ram en te dal IV secolo 1865 . Tale ipotesi restitu tiva form u lata per l’edificio di Pretestato è, com u n qu e, m olto lim itata 1866 dalla scarsissim a con oscen za dello spazio in tern o, n el qu ale ven n ero eviden ziate solo du e form ae (F39, F40) apparen tem en te n on allin eate 1867 , m a ch e doveva profilarsi, an ch e n el caso di u n edificio coperto, com e u n a su perficie den sam en te occu pata da organ ism i sepolcrali; va ricon dotta, in fatti, all’u tilizzo dell’area in tern a, e in particolare del settore an golare su d-ovest, la n otizia, riferita da P. Styger, ch e attesta l’esisten za di tom be terragn e sotto i gradin i su periori m odern i della scala G, tra m u ri grezzi di basalto 1868 . Non sem brerebbe, poi, in con traddizion e con l’idea di u n recin to la presen za della can aletta lu n go il fian co orien tale, organ ism o destin ato al deflu sso delle acqu e piovan e, raccolte an ch e da probabili tettoie ch e si devon o com u n qu e im m agin are alla som m ità dei m u ri. Si profila com e u n a forte su ggestion e, in vece, ch e la serie di in terven ti posteriori rin tracciati possan o essere il sin tom o di u n program m a ben coordi n ato di trasform azion e dell’edificio, an ch e di tipo fu n zion ale e, si potrebbe ragion evolm en te proporre, con il riadattam en to in u n organ ism o coper to. Lo fan n o in tu ire n on tan to la presen za dei largh i pila stri m 6-m 7, ch e potrebbero però essere destin a ti an ch e ad u n qu alch e m an u fatto allestito su l fon do, da cor relare con il m u ro m 5 1869 , m a soprattu t to la se rie di poderose opere a sacco in tercettate in vari am bien ti della catacom ba, sia lu n go il perim etro 1870 , in posizion e di più eviden te con soli da m en to del sistem a di fon dazion e, sia, con sign i fi ca to n on m eglio precisabile, n ello spazio in tern o 1871 . 1866 E perciò su scettibile di approfon dim en ti e revision i attraverso n u ovi au spicabili scavi. 1867 Giorn ale di scavo 3, pp. 79-80: “(20 ottobre): Vicin o a u n a delle presu n te basi di colon n e si è rin ven u ta u n a form a (1; F39) … (24 ottobre) Altri fram m en ti epigrafici proven ien ti da u n a form a adiacen te alla preceden te (F40) e ch e presen ta la particolarità di avere u n locu lo lu n go u n a delle pareti”. 1868 S TYGE R 1933, p. 148 (su pra, p. 36 e n . 226). Tali “roh en Basaltm au ern ” potrebbero essere legati, com e le altre stru ttu re sim ili docu m en tate lu n go il profilo, al tratto occiden tale del m u ro su d. 1869 In fra, pp. 302-303. Solo u n ’in dagin e arch eologica potrebbe eviden ziare u n a con n ession e con u n a scan sion e in n avate dello spazio. 1870 In IM2, in L6, in Go8 (forse con u n qu alch e collegam en to con m 5), in F10, oltre alla fon dazion e passan te in IM: su pra, pp. 95-96. 1871 In LD8, in L12 e in Lob: su pra, p. 96. CAPITOLO 1 - IL QUADRO ARCH E OLOGICO La n atu ra di qu esto in terven to em erge appen a a cau sa dei poch i dati dispon ibili; risu lta, però, ch iaro ch e tu tte le n u ove stru ttu re tradiscon o u n com pleto disin teresse, ch e si m an ifesta con m odalità addirittu ra distru ttive, verso le preesisten ze sepolcrali, sia n ei sotterran ei ch e in su perficie (fig. 85 e tav. I; fig. 86). Le stru ttu re a sacco in dividu ate n ella catacom ba in vadon o e occlu don o am bien ti già occu pati da tom be: in Go8 u n m u ro di oltre 5 m n e occu pa il tratto fin ale, in F10 l’an aloga costru zion e in vase i sepolcri e bloccò an ch e il passaggio verso est, in IM2 si tam pon aron o du e arcosoli e, probabilm en te, u n altro organ ism o a sacco, proprio sotto m 2, sbarrava l’am bu lacro (fig. 303), in IM addirittu ra si tagliaron o le pareti della galleria e si gettaron o le fon dazion i di m 1'; ad u n tem p o, costr u zion i coer en ti d isa ttiva r on o l’accessibilità di alm en o tre dei piccoli ipogei del livello su periore (I, II, IV) 1872 . Parallelam en te, n el m on u m en to su bdiale, le stru ttu re m 5 e m 6 riem pion o con disin voltu ra form ae forse già svu otate. Tale situ azion e è ch iaram en te sign ificativa in sen so cron ologico e appare in discu tibile u n in qu adram en to m olto tardo dell’edificio in tale assetto, sicu ram en te posteriore alla fin e del IV secolo, periodo al qu ale rim an dan o con precision e, si è detto, tre iscrizion i a n astro del 384 in L7 e L8 e, presu m ibilm en te, u n ’epigrafe del 383 su u n a form a in IM 1873 . Pu re in sin ton ia con tale attribu zion e del m u tam en to della costru zion e ad u n periodo “m atu ro” della storia del com plesso su b divo, si ritien e tra V e VI secolo 1874 , appare il riu tilizzo di lastre in scritte in alcu n e stru ttu re; oltre 1872 Vd., più in dettaglio, su pra, pp. 95-96. ICUR V 13929 e 13931 in L7; 13930 in L8; 13928 in IM (vd. già su pra, p. 96 per la valorizzazion e di qu esti dati). 1874 Cfr. in fra, pp. 301-306 an cora per la cron ologia, oltre ch e per u n a proposta in terpretativa. 1875 S u pra, p. 280 n . 1843. 1876 Giorn ale di scavo 3, p. 79 (“Vicin o a u n a delle presu n te basi di colon n e si è rin ven u ta u n a form a (1; F39) n ella qu ale eran o i segu en ti fram m en ti d’iscrizion e ch e però risu lta riadoperata com e m ateriale da costru zion e”). Per l’iscrizion e ICUR V 14803; F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 306 propon e l’in tegrazion e “ad sen su m ”: deo aetern o faven te a[b om n i m alo] / fratres et sorores per sa[n ctos m art(yres)] / eru am u r, ch e forse n on si adatta ben e alle dim en sion i del m arm o, su ggeren don e l’u so com e titu lu s di u n a dom u s o di u n sepolcro. L’an alisi dell’iscrizion e risu lta alqu an to ostica per la particolare tipicità form u lare ch e n on trova validi con fron ti n el repertorio dell’epi grafia cristian a, sia n ell’abbin am en to fratres et sorores, sia n ell’adozion e del verbo eru ere, ben attestato, in vece, n ell’accezion e “cristian izzata”, in m olte fon ti letterarie (cfr. Th LL V, 2, c. 846; in oltre vd. il Liber an tiphon ariu s di Gregorio I – PL 78, c. 684 –, per u n a pregh iera ad apostoli, m artiri e con fessori e san te vergin i u t a m alis om n ibu s eru am u s); l’in cipit Deo faven te è docu m en tato in alcu n e epigrafi n on rom an e, u n a da Raven n a, di età teoderician a (D IE H L 36 = CIL XI 10 add. p. 1227), u n a da Pozzu oli (D IE H L 58) e u n a african a del 539/540 (D IE H L 850); in D IE H L 97 = CIL X 4724 add. p. 1012, dall’agro Falern o, è la form u la faven te m aiestate Dei. Su l sen so “cristian o” dei fratres et sorores si ricordin o alcu n e iscrizion i com 1873 287 all’iscrizion e fu n eraria già ricordata n el pian o della risega del m u ro m 1' 1875 , è u n dato in teressan te ch e n ella form a F39, sottostan te la stru ttu ra m 6, ven n e rin ven u ta l’iscrizion e con la form u la deo aetern o faven te a[- - -] / fratres et sorores per sa[- - -] / eru am u r, databile per caratteristich e testu ali e paleografich e ad u n periodo n on an teriore al V secolo, “ch e però risu lta riadoperata com e m ateriale da costru zion e”1876 (fig. 304). Du ran te i m edesim i lavori del 1931, le in dagin i in teressaron o an ch e l’area im m ediatam en te a su d-est del recin to, con ten u ta en tro i lim iti del profilo trapezoidale del progettato Mu seo cristian o. Il qu adro delle stru ttu re em erse, per la parzialità delle ricerch e e per la con fu sion e dei dati forn iti, risu lta an cor più fram m en tato e di difficile lettu ra; tra l’altro, si tratta pu rtroppo di u n assetto arch eologico irrim ediabilm en te perdu to, poich é gli organ ism i rin tracciati ven n ero radicalm en te dem oliti in qu an to situ ati a qu ota più alta rispetto al pavim en to della m odern a au la di allestim en to 1877 . Lu n go la faccia estern a del m u ro su d m 2, a 3,82 m dall’in crocio con l’orien tale m 1', la stru ttu ra sem brava in tegrare e reggere, com e si evin ce ben e dalle foto 12 e 13 (figg. 293-294), u n a parete tu facea con l’attacco di u n a volta (e1), fu n zion ale ad u n am bien te del tu tto in defin ibile, ch e doveva svilu pparsi verso su d rim an en do aderen te al recin to 1878 . Un ’altra cavità com pletam en te sotterran ea, di pian ta irregolare (v), fu esplorata im m e diatam en te a su d e riten u ta, n elle in dicazion i del m en tate da CARLE TTI 1986, n . 3 pp. 29-30 (ICUR X 27126), n . 90 pp. 103-104 (ICUR IX 25962), n . 91 pp. 104-105 (ICUR I 1677), n . 93 p. 106 (ICUR VI 15639), u n sim ile docu m en to dalla catacom ba di Priscilla (ICUR IX 25319) e l’epigrafe D IE H L 1586 = CIL XIII 7813 con la defin izion e di soror in dom in o d(e)o n os(t)ro. 1877 In fra, n . 1878. 1878 Giorn ale di scavo 3, pp. 66-69: “(8 giu gn o): A Pretestato allo scopo di am pliare il Mu seo, si esegu e u n o sban cam en to n el lato destro, da u n a parte e dall’altra della scala ch e con du ce alla “spelu n ca m agn a”. Vien e così rin ven u to casu alm en te u n grosso m u ro a tu felli e m atton i dello spessore di circa 1 m (m 1') ch e m en tre sem bra prosegu ire verso la proprietà Barbetta, sparisce in prossim ità della su ccen n ata scala. Al m u ro, ch e probabilm en te appartien e all’an tica basilica e la cu i esisten za lasciavan o su pporre parecch i rin forzi m u rari esisten ti in alcu n e gallerie sottostan ti, son o addossate m olte form ae. Dall’altra parte della scala [sch izzo fig. 305] n on si vedon o m u ri m a ven gon o fu ori parecch ie form ae disposte m olto regolarm en te: costitu ivan o il cim itero all’aperto. Si prosegu e n ello sterro (…) (2 lu glio): A Pretestato prosegu en do lo sterro per l’am pliam en to del Mu seo è stato rin ven u to, n ella zon a a destra della scala della spelu n ca u n an golo in m u ratu ra a tu felli e m atton i (m 2) ch e apparten eva all’altro m u ro a tu felli e m atton i già rin ven u to (m 1): la con tin u ità fra le du e parti è in terrotta però da u n a zon a di tu fo. An ch e la parte ch e form a an golo retto, dopo 3,82 s’in n esta col tu fo form an do u n ’esedra a calotta (e1). Si è esegu ito lo sterro an ch e a sin istra della scala, rin ven en do n u m erose form ae disposte m olto rego- 288 PARTE IV - GLI E DIFICI S UB DIVO NE I SE COLI IV-VI : RE STITUZIONE DOCUME NTARIA Giorn ale di scavo, “u n van o … forse per estrazion e di pozzolan a”, di cu i è però im possibile defin ire in term in i diacron ici il rapporto con l’area cim iteriale; così, della form a F17, segn alata in prossim ità, n on è in dicata la relazion e con il m u ro ch e delim itava a n ord l’accesso alla spelu n ca m agn a, cu i n el disegn o si sovrappon e 1879 . È in vece ch iara la posteriorità delle stru ttu re ch e fian ch eggiavan o la scala, più lu n gh e di oltre 5 m rispetto ai m u ri in opera listata del breve descen so odiern o preservati dallo sban cam en to, rispetto alle tom be dell’area sepolcrale portate alla lu ce n el settore m eridion ale 1880 (Foto 14, 15, 16 = figg. 295-297); qu i, con l’au silio delle foto e del som m ario rilievo si ricostru isce u n a separazion e, affidata ad u n o spesso m u ro (m 8) 1881 , tra u n o spazio (B), probabilm en te a cielo aperto, con u n a doppia fila piu ttosto regolare di form ae (F1-F12) su dn ord, delim itate da sottili m u retti e talora in ton acate, e il settore a est di m 8 (A), con alm en o tre tom be terragn e a più pian i ovest-est (F13-F15), ch e potrebbero, per u n a sem plice su ggestion e, apparten ere all’in tern o di u n edificio sepolcrale 1882 . In qu esto pu n to del sito la qu ota del su olo doveva alzarsi con siderevolm en te rispetto al pian o attu ale e an ch e rispetto al livello del terren o docu m en tabile più a n ord: qu esto spiega perch é la scala ovest della spelu n ca m agn a era più lu n ga rispetto all’attu ale e, in oltre, la n ecessità, du ran te i lavori, di distru ggere le stru ttu re in qu estion e 1883 . I dati per u n in qu adram en to e u n ’in terpretazion e risu ltan o, pertan to, estrem am en te in su fficien ti. L’u n ico caposaldo su l qu ale im pian tare u n a sequ en za è rappresen tato dai m u ri di delim itazion e della scala della “region e cen trale”, le cu i fon dazion i tagliaron o e si sovrapposero, si è visto, alle stru ttu re fu n erarie del settore su d. L’an alisi dia- cron ica delle m u ratu re n ella spelu n ca m agn a h a su ggerito, per la risistem azion e dell’accesso occiden tale, com e per qu ello est, u n a cron ologia appen a più tarda della m età del IV secolo 1884 , periodo prim a del qu ale, du n qu e, va su pposto l’im pian to e l’u tilizzo del sepolcreto. Risu lta qu in di m olto probabile ch e tali organ ism i possan o costitu ire m iseri lacerti della più an tica n ecropoli collettiva di su perficie, segn ata da u n u tilizzo in ten sivo degli spazi, m a la cu i organ izzazion e e articolazion e resta da in dagare e defin ire 1885 . larm en te …. Risu ltan do il pian o delle form ae più elevato di qu ello a cu i dovrà essere elevato il n u ovo Mu seo, si è dovu to distru ggere [sch izzo fig. 298] le form e n on sen za però avern e fissato an teceden tem en te la docu m en tazion e m edian te le fotografie e gli accu rati rilievi dell’in tero scavo”. 1879 Giorn ale di scavo 3, p. 71: “(7 agosto): Term in ate le m u ratu re perim etrali del n u ovo Mu seo si è procedu to alla dem olizion e dei m u ri della scala della “spelu n ca m agn a” per il tratto ch e restava com preso en tro il n u ovo van o. È stata rin ven u ta u n ’altra form a (F17) e u n van o irregolare (v) ricavato n ella roccia forse per estrazion e di pozzolan a.” Tale am bien te è an cora accessibile da u n ’apertu ra predisposta a n ord dell’odiern o in gresso alla spelu n ca m agn a, tra qu esto e il tratto con servato del m u ro m 1'. 1880 Posteriorità già n otata n el Giorn ale di scavo 3, p. 68: “(2 lu glio) … Si è esegu ito lo sterro an ch e a sin istra della scala, rin ven en do n u m erose form ae disposte m olto regolarm en te, alcu n e delle qu ali risu ltavan o tagliate dalla fon dazion e del corrispon den te m u ro della scala”. 1881 Con qu esto, n ella foto 14 = fig. 295, sem bra allin eata u n ’altra grossa stru ttu ra m 8'. 1882 Lo fa riten ere lo spessore con siderevole del m u ro m 8, ch e n ella foto 14 (= fig. 295) sem bra distru tto da u n a fossa di spoliazion e, e il fatto ch e i sepolcri F13-F15 vi aderiscon o perfettam en te, m en tre qu elli ad ovest sem bran o separati da u n ’in tercapedin e. 1883 Giorn ale di scavo 3, pp. 68-69: “(2 lu glio) … Risu ltan do il pian o delle form ae più elevato di qu ello a cu i dovrà essere elevato il n u ovo Mu seo, si è dovu to distru ggere le form e n on sen za però avern e fissato an teceden tem en te la docu m en tazion e m edian te le fotografie e gli accu rati rilievi dell’in tero scavo”. 1884 S u pra, pp. 215-218, 221. 1885 Vd. su pra, pp. 81-88 su lle con n otazion i della n ecropoli di III secolo e su alcu n i m ateriali. A qu este tom be dovrebbero apparten ere an ch e le iscrizion i, “an tich e” per form u lario e paleografia, ICUR V 13978 e 14128, trovate proprio du ran te i lavori del 1931. 1886 In fra, p. 336. 1887 Dalle scarn e n otizie del Giorn ale di scavo Ferru a, p. 119 si dedu ce ch e l’attività di scavo fu rapidissim a: “… il 2 giu gn o liberiam o in tre giorn i con la ru spa tu tto il vestibolo ch e poi stu diam o fin o alla ch iu su ra del lavoro. Ricoperto con ru spa il 26-27 giu gn o”. 1888 F E RRUA 1964. 1889 Si con servava, però, soltan to lo strato di m alta per l’adesion e delle lastre (F E RRUA 1964, p. 155). 1890 Secon do lo stu dioso (F E RRUA 1964, p. 147) qu este fu - L’u ltim a ispezion e su gran de scala n el terren o soprastan te la catacom ba ven n e con dotta n el 1964 da A. Ferru a, in segu ito ai difficili lavori di recu pe ro del settore orien tale della spelu n ca m agn a 1886 , e rigu ardaron o proprio l’area estern a all’in gresso est della gran de galleria cen trale. Ben ch é an ch e tali stru ttu re, localizzate fu ori della proprietà acqu i sita n el 1920, sian o state su bito com pletam en te in terrate per problem i di accessibilità e di con serva zion e 1887 , u n ’accu rata descrizion e edita dall’au tore dello scavo qu asi con testu alm en te alla fin e delle ricerch e e corredata di foto di dettaglio e di u n a plan im etria con sigle, ren de agevole l’approccio al con testo, illu strato già sen za particolari problem i n ella restitu zion e della sequ en za diacron ica 1888 . Le stru ttu re portate alla lu ce con flu ivan o, sostan zialm en te, in u n program m a di defin izion e m on u m en tale dell’in gresso all’ipogeo, program m a realizzato m edian te il preven tivo sban cam en to della dorsale collin are per l’apertu ra della porta e la creazion e di u n an tistan te cortile rettan golare di 18 x 8,5 m , probabilm en te pavim en tato in laterizi 1889 (fig. 306). Qu esto risu ltò defin ito ad est da u n m u ro di recin zion e (B), di cu i si rin tracciaron o le fon dazion i, spesse 0,55 m , per u n lu n go tratto 1890 e ch e CAPITOLO 1 - IL QUADRO ARCH E OLOGICO 289 Fig. 304 – Lastra in scritta ICUR V 14803 riu tilizzata com e m ateriale da costru zion e (Arch ivio PCAS). Fig. 303 – Resto del m u ro di con glom erato di sbarram en to della galleria IM2. Fig. 305 – Necropoli su b divo: scavo 1931. Sch izzo del settore su d-est dell’edificio qu adran golare (da Giorn ale di scavo). Fig. 306 – Com plesso di stru ttu re su b divo a est della spelu n ca m agn a: plan im etria (da F E RRUA 1964). 290 PARTE IV - GLI E DIFICI S UB DIVO NE I SE COLI IV-VI : RE STITUZIONE DOCUME NTARIA costeggiava u n percorso viario ricostru ibile da su d, dalla strada coin ciden te con l’Appia Pign atelli, e diretto a n ord verso la valle della Caffarella 1891 ; alcu n i basoli, con ogn i probabilità in situ , ven n ero scoperti appen a a n ord-est del m u ro B, posti ad u n a qu ota con siderevolm en te più bassa (–0,52 m ) rispetto alla soglia dell’in gresso. I caratteri m on u m en tali della costru zion e risu ltan o eviden ti soprattu tto n ella valorizzazion e del prospetto di en trata, m edian te u n a stru ttu ra u n itaria in opera listata altern an te u n tu fello ad u n m atton e, ch e rivestiva la parete rocciosa, n ascon den dola e ad u n tem po con ten en dola 1892 , e ch e si articolava in u n a serie di otto pilastri rettan golari (C1-C8) per lo più equ idistan ti; ai fian ch i della porta du e sem icolon n e in soli m atton i en fatizzavan o il passaggio 1893 (fig. 307). Pu r essen do preser vata per u n ’altezza oscillan te da 1,20 a 1,60 m , tale stru ttu ra, com e giu stam en te riten n e il Ferru a, doveva essere alta “alm en o du e m etri” e presu m ibilm en te com pletata, alla som m ità, “da qu alch e opera in m u ratu ra o in legn o per im pedire ch e altri di lì precipitasse, e proteggere il sottostan te cortile dall’in vasion e delle acqu e m eteorich e e di ogn i altro elem en to estran eo”1894 . Un progetto u n itario e coeren te an ch e n ell’adozion e della tecn ica m u raria arricch ì l’in gresso al cim itero sotterran eo di organ ism i an n essi laterali, ch iaram en te legati, sotto il profilo fu n zion ale, alla frequ en tazion e della n ecropoli 1895 : a su d, u n a serie di m u ri prossim i al ban co di tu fo, ch e in qu esto settore an dava alzan dosi con siderevolm en te 1896 , com pon evan o u n probabile, m a solo parzialm en te ricostru ibile, am bien te di raccordo tra la strada a su d-est e il cortile: di qu esto si con servan o soltan to tre gradin i, ch e su peravan o il dislivello tra la più alta qu ota m eridion ale e il pian o del cortile, pavim en tati con laterizi (D) e affian cati, ad est, da u n ban cale (E ; alt. 0,50; prof. 0,58 m ) corren te lu n go u n m u ro di preceden te costru zion e (X) 1897 . Il fian co n ord del cortile era occu pato da u n a costru zion e a du e pian i 1898 (figg. 308-309), di cu i si rin ven n e solo qu ello in feriore, in parte sem in terrato; l’edificio risu ltò accessibile direttam en te dalla strada m edian te u n a porta ch e, attraverso u n piccolo van o di disim pegn o (H ), a su d collegava, grazie ad u n ’altra apertu ra, con il cortile, a ovest dava la possibilità di raggiu n gere il pian o su periore con u n a ripida scala e a est in trodu ceva ad u n am bien te di servizio (I). Qu esto era diviso da u n m u ro con profilo a T, ch e creava u n a sorta di vestibolo, pavim en tato con bipedali, in du e settori (I1, I2) provvisti di vasch ette (a, b, c) e con il su olo rivestito in opu s sign in u m 1899 , adegu atam en te in clin ato, rispettivam en te verso gli an goli n ordovest e n ord-est, per lo scolo delle acqu e; in qu ello ovest (I1) eran o an ch e predisposte le stru ttu re ch e n e perm etton o l’iden tificazion e con u n a latrin a, m en tre n el van o ad est (I2), riten u to dal Ferru a “piu ttosto u n a cu cin etta”1900 , m a n on si pu ò esclu dere u n ’altra latrin a, la perdita degli altri even tu ali organ ism i accessori era stata determ in ata da u n crollo n ella sottostan te galleria FE 24 1901 . Gli am bien ti occiden tali L, q, r n on eran o com u n ican ti con qu esto settore della casa, m a accessibili da u n a porta aperta su l cortile ch e im m etteva in u n o spazio (q), con n esso a est con il sottoscala r, pavim en tato con sign in o e in terpretato com e u n o spazio per il “deposito di an fore, dolii ed altri vasi con ten en ti liqu idi”1902 , e, a n ord, con u n ’am pia cam era sem in terrata (–0,60 m rispetto agli altri am bien ti), priva di fin estre, in ton acata e lastricata con laterizi, probabilm en te preposta alla con servazion e di derrate 1903 . In gen erale, il com plesso di stru ttu re appare cu rato e provvisto di adegu ati accessori in ogn i su a parte; lu n go il m u ro m eridion ale dell’edificio descritto ven n e in stallato an ch e u n sistem a di scolo idrico, m u n ito di u n in casso verticale n el m u ro ovest, destin ato a raccogliere le acqu e dalla ron o distru tte n ella prosecu zion e verso su d “da su ccessivi lavori del terren o”. 1891 Su qu esta strada S PE RA 1999, p. 199 (Un ità Topografica 331) e p. 456. 1892 F E RRUA 1964, p. 147. 1893 F E RRUA 1964, pp. 147, 151-156. 1894 F E RRUA 1964, p. 156. 1895 Per u n approfon dim en to in terpretativo cfr. an ch e in fra, pp. 295, 315. 1896 Cfr. la serie di qu ote an n otate da F E RRUA 1964, pp. 150-151; in particolare, a 4,75 m dal m u ro X, la qu ota della roccia n atu rale era già a 0,40 m rispetto al pian o della stru ttu ra F. Va rilevato ch e la m edesim a pen den za da su d a n ord è stata eviden ziata an ch e in prossim ità dell’in gresso ovest alla spelu n ca m agn a, situ ato lu n go il m edesim o asse ovest-est (su pra, part. pp. 287-288). 1897 Su l van o con n esso alla scala D, pu re pavim en tato di laterizi (F E RRUA 1964, p. 150 e fig. 5), il Ferru a (p. 151) ipotizza va o ch e si trattasse dell’u n ico accesso al cortile dalla strada o an ch e ch e “la scala D fosse destin ata u n icam en te al servizio in tern o”, possibilità ch e si ritien e in effetti più probabile, sia perch é la valorizzazion e del prospetto sem brerebbe fin alizzata ad u n a fru izion e fron tale m edian te u n a logica apertu ra in asse en tro il m u ro di recin zion e B, sia per il su ccessivo in terven to m u rario (in fra) ch e an dò a bloccare l’agibilità della scala D, sottolin ean don e probabilm en te la su a fu n zion e secon daria. Tra l’altro u n u lteriore in gresso al cortile era an ch e, si vedrà, dalla casa situ ata a n ord. Va poi detto ch e la preesisten za del m u ro X, costru ito a faccia vista su tu tti i lati (F E RRUA 1964, p. 149), pu ò essere letta sem plicem en te in term in i di fase costru ttive. Le stru ttu re a su d del cortile son o le m en o ch iare; tra l’altro, da u n ’an n otazion e del Giorn ale di scavo Ferru a, con data “lu glio 1965” (p. 123), si appren de ch e gli scavi eran o stati prosegu i ti u lteriorm en te verso su d sen za risu ltati degn i di in teresse. 1898 F E RRUA 1964, pp. 157-162. 1899 An ch e le pareti eran o rivestite di in ton aco “resisten te all’u m idità” (F E RRUA 1964, p. 160). 1900 F E RRUA 1964, p. 160. 1901 F E RRUA 1964, p. 158. 1902 F E RRUA 1964, p. 160. 1903 F E RRUA 1964, p. 160. CAPITOLO 1 Fig. 307 – Com plesso di stru ttu re su b divo a est della spelu n ca m agn a: m on u m en talizzazion e dell’in gresso (Arch ivio PCAS). Fig. 308 – Com plesso di stru ttu re su b divo a est della spelu n ca m agn a: am bien ti an n essi (Arch ivio PCAS). Fig. 309 – Com plesso di stru ttu re su b divo a est della spelu n ca m agn a: am bien ti an n essi (Arch ivio PCAS). - IL QUADRO ARCH E OLOGICO 291 292 PARTE IV - GLI E DIFICI S UB DIVO NE I SE COLI IV-VI : RE STITUZIONE DOCUME NTARIA som m ità della collin a, e di u n lu n go fogn olo (largh . 0,58-0,54 m ), rivestito su l fon do di bipedali, ch e con u n a leggera pen den za (0,10 m ca.) sbu cava direttam en te su lla strada con u n ’apertu ra sorm on tata da u n lastron e di pietra 1904 . La cron ologia dell’im pian to è direttam en te “aggan ciata” alla sequ en za diacron ica em ersa dalle fasi stru ttu rali della spelu n ca m agn a e al rapporto di posteriorità rispetto ad alcu n e escavazion i a su dest di qu esta, in particolare la galleria A16 e i cu bicoli Ap e An , all’in tern o dei qu ali ven n ero predi sposte fin estre strom bate n el prospetto m u rario 1905 ; tali relazion i in du con o ad u n in qu adram en to della costru zion e m on u m en tale, coeren te, tra l’altro, con la sistem azion e n on così ben defin ibile dell’ac cesso ovest, agli an n i appen a su ccessivi alla m età del IV secolo 1906 . Ad u n m om en to più tardo, m a probabilm en te n on troppo distan ziato, devon o essere, pertan to, riferite alcu n e m odifich e su ccessive, ricon oscibili n el rialzam en to pavim en tale del cortile 1907 , n ella sostitu zion e con m u ratu ra degli stipiti in travertin o della porta di accesso alla catacom ba 1908 e n ell’aggiu n ta di u n a serie di pilastri (p1-p5; 0,90 x 0,60 m ) in opera listata (1 tu f / 1 lat) lu n go il prospetto di in gresso, alla distan za costan te di 2,50 m , correlabili con alqu an ta certezza al m u ro (m 1) ch e in siste su lla scala D e forse fu n zion ali alla creazion e di u n a tettoia ch e copriva il cortile 1909 . Al setten trion ale pilastro p1, in u n a fase an cora su ccessiva, fu addossato u n m u retto (d) per la creazion e di u n piccolo van o, con siderato u n ripostiglio u tile qu an do la parte occiden tale della casa (L, q, r) ven n e resa in accessibile con la ch iu su ra della porta su l cortile m edian te u n ’an aloga stru ttu ra (o); il Ferru a 1910 spiega tale in terven to con u n a disgiu n zion e tra “la proprietà e l’u so della casetta” e la catacom ba, ipotizzan do an ch e la creazion e di u n n u ovo accesso all’am bien te L “in qu alch e m odo dall’alto”, sem pre ch e esso n on fosse stato abban don ato. Tale ipotesi potrebbe essere degn a di revision e, soprattu tto con sideran do ch e il secon do collegam en to con il cortile, qu ello dall’am bien te H , n on sem bra aver presen tato tracce di tam pon atu ra; il dato certo è solo la ch iu su ra dell’accesso ai van i q, r, L, an ch e sem plicem en te 1904 F E RRUA 1964, p. 157. S u pra, p. 221; vd. an ch e F E RRUA 1964, p. 147 e p. 154 su tale rapporto di su ccession e. 1906 S u pra, p. 221. 1907 Qu esto fu m otivato sen za du bbio da problem i di ristagn o idrico, poich é dai 0,40-0,35 m in prossim ità dell’in gresso “cala rapidam en te per raggiu n gere il livello del pavim en to preceden te” (F E RRUA 1964, n . 5 p. 156). 1908 F E RRUA 1964, pp. 156-157. 1909 F E RRUA 1964, p. 156; ovviam en te, n ota lo stu dioso, a n ord qu esta doveva appoggiarsi al m u ro della casa. 1910 F E RRUA 1964, p. 163 1905 in rapporto ad u n a disattivazion e di qu esti per m u tam en ti n elle m odalità frequ en tative. Se tale organ ism o, più ch e essere la casa del cu stode della catacom ba 1911 , ven n e pen sato in fu n zion e dei servizi per i visitatori del cim itero e per i riti del fu n erale 1912 , l’abban don o degli spazi destin ati alla con servazion e di cibi potrebbe an ch e riflettere il passaggio da u n a frequ en tazion e fu n eraria, in cu i la celebrazion e sistem atica di refrigeria ren deva u tile la presen za di sim ili am bien ti, ad u n a frequ en tazion e più pecu liarm en te devozion ale. Lo scavo con dotto dal Ferru a n el 1964, spin gen dosi per alm en o 20 m a ovest del prospetto m on u m en tale, n el settore più elevato della collin a, arrivò ad in tercettare u n a cam era qu adrata (5,5 m per lato), con pian o pavim en tale più alto di 2,85 m rispetto alla soglia di in gresso alla catacom ba, in rapporto alla qu ale si posizion ava appen a a n ordovest (tav. I) 1913 . L’edificio, con servato per lo più a livello di fon dazion e, con ridotti resti dell’alzato in soli tu felli n ei lati n ord e su d, era probabilm en te u n m au soleo, com e fece pen sare “u n a traccia di rin grosso in fon dazion e agli an goli di ovest”, sign ificativa per ipotizzare l’esisten za di du e arcosoli su lla parete occiden tale, probabilm en te qu ella di fon do della cam era ch e doveva qu in di avere accesso da est 1914 . Pu r rivelan dosi tale organ ism o di n on ben precisabile cron ologia, è più ch e logico ch e facesse parte della n ecropoli su b divo tardo im periale e appare, an zi, qu esta preziosa presen za in dicativa dell’ovvia esten sion e dell’in sediam en to di su perficie n ell’in tera area sovrapposta alla spelu n ca m agn a e, in gen ere, alla region e cen trale, con in evitabili adattam en ti alla con figu razion e altim etrica irregolare del sito. In u n qu adro arch eologico estrem am en te povero acqu istan o u n certo valore an ch e poch e altre in form azion i, ben ch é in coeren ti e fram m en tate, relative a qu esto settore del sopratterra: du ran te lo sgom bro del cu bicolo Ax, fatto esegu ire dal de Ros si n el 1863 1915 , lo stu dioso su ggeriva ch e “sovra all’aperto cielo le sovrastava u n qu alch e edificio, poi ch é le rovin e precipitate giù pel lu cern ajo son ro vin e di fabbrich e”1916 ; an ch e le du e colon n e di ala - 1911 F E RRUA 1964, part. p. 163. Già S PE RA 1999, pp. 197, 416. Cfr., per alcu n e stru ttu re di an alogo sign ificato fu n zion ale, F ASOLA - F IOCCH I N ICOLAI 1989, pp. 1179-1180. 1913 F E RRUA 1964, pp. 164-165 e S PE RA 1999, pp. 198-199. 1914 Il collegam en to della parte bassa della collin a, dove correva l’asse stradale e si sten deva il cortile, con qu esto settore più alto, poteva essere possibile attraverso scale ricavate su lla fron te collin are o m edian te percorsi in pen den za. 1915 In fra, p. 331 su tali lavori. 1916 D E R OSSI 1863a, p. 4. 1912 CAPITOLO 1 - IL QUADRO ARCH E OLOGICO bastro, u n a provvista di capitello decorato da foglie acan tecee a rilievo m olto ten u e, con costola tu ra m edian a piatta solcata da in cision i e lobi serrati, rin ven u te n elle form ae dell’absidiola Ag 1917 (fig. 310), ven n ero giu stam en te attribu ite dal Kan zler ad u n a costru zion e di su perficie 1918 , n on tro van do, tra l’altro, n ella restitu zion e m on u m en tale di tale spazio ipogeo alcu n a possibile collocazion e 1919 . Nel settore a n ord, in fin e, u n a fran a verificatasi tra il 1930 e il 1931 n ella region e D, in particolare in corrispon den za dell’am bu lacro DA8 e del cu bicolo DAf, eviden ziò la sin golare presen za di du e grossi pilastri qu adrati, con lato di circa 1 m , sign ificativi solo in fu n zion e di u n a qu alch e presen za su bdiale ch e dovevan o sottofon dare 1920 (figg. 311-313); tali stru ttu re, posizion ate alla m in im a distan za di 1,5 m l’u n a dall’altra, rispettivam en te davan ti al cu bicolo DAf, in vaden do la galleria DA8, e oltre la parete orien tale di qu esta, 1917 S u pra, p. 199. K ANZLE R 1895, p. 172; i m an u fatti corrispon don o ai pezzi PCAS i. 01450-01451. Per il capitello, pu r n ella m an can za di con fron ti pu n tu ali, appare adegu ato u n in qu adram en to n el gru ppo dei capitelli tardi, forse an ch e di u n periodo poste riore al V secolo, segn ati da u n a gen erale ten den za all’astrattism o, da u n forte appiattim en to del rilievo e dalla perdita delle proporzion i classich e (P E NSABE NE 1973, part. pp. 250-251; vd. an ch e MNR I/11, part. n . 176 pp. 102-103). 1919 Su lla base dell’an alisi m on u m en tale di Ag (su pra, pp. 192-199) si pu ò dire ch e n on è corretto il posizion am en to delle du e colon n e agli attacch i dell’absidiola (vd. D E R OSSI 1872, tav. IV: in qu esta in cision e esegu ita dal Fon tan a i du e fu sti son o, per u n ’im precision e, scan alati), dove, si è visto, son o gli in cassi di tran sen n e. 1920 F ORNARI 1932, pp. 7-10 e tavv. 1-2 per il posizion am en to; in oltre S PE RA 1999, pp. 197-198. 1921 E ra qu in di con probabilità già in iziata in età an tica la 1918 293 n on ven n ero realizzate dall’alto en tro casseform e, com e più con su eto in sim ili in terven ti, m a presen tan o su tu tte le facce an alizzabili (com e è ch iaro an ch e n ella foto della fig. 312 scattata du ran te i lavori) u n a cortin a in opera listata a prevalen za di laterizi con eviden ti rifin itu re degli strati di m alta, dato ch e n e garan tisce la costru zion e n on solo m edian te u n ’esecu zion e n egli stessi sotterran ei, alm en o per i settori bassi, m a an ch e in u n m om en to in cu i eran o già avven u ti dei crolli di tu fo, sicu ram en te della parete est e della volta del tratto di DA8 in teressato dai pilastri 1921 . Qu esti potevan o essere, an zi, proprio delle opere di sostegn o con n esse a u n a costru zion e su b divo, resosi n ecessarie in rapporto ad u n m ovim en to fran oso qu an do essa era o già esisten te o in fase di realizzazion e, logicam en te posteriore, è ch iaro, all’u ti lizzo degli am bien ti sotterran ei fissato n ei decen n i della secon da m età del IV secolo 1922 . form azion e della cavità su cu i si in terven n e n el 1930/31 e ch e rich iese, ovviam en te, an ch e la rein tegrazion e del lato est e della volta dell’am bu lacro DA8. 1922 S u pra, part. pp. 253-256. F. Forn ari, tra l’altro, an n otan don e la realizzazion e “su lla terra di riem pim en to” (F ORNARI 1932, p. 7), sem brerebbe farn e su pporre u n tem po di form azion e, ben ch é possa trattarsi an ch e di terra legata al crollo. Du bbia attin en za con l’area su bdiale, alla qu ale farebbe in vece pen sare u n a n ota di J OSI 1936, p. 207, si ritien e abbia, in vece, la serie di stru ttu re in opera cem en tizia in dividu ate in più pu n ti della “region e cen trale”, n elle im m ediate prossim ità della spelu n ca m agn a (in A5'', Aa, Ao1, AB2, AB19, Do1 e Doa), ch e sem bran o piu ttosto fu n zion ali al con solidam en to dell’organ ism o prin cipale in fu n zion e dei su oi san tu ari (su pra, pp. 220-221), con l’occlu sion e defin itiva di alcu n i van i (Aa, Do1, Doa), ben ch é in alcu n i casi possan o essere state “gettate” dall’alto attraverso apertu re ch e si eran o create n elle volte, dato ch e con ferm erebbe u lteriorm en te l’esigen za di in terven to statico. 294 PARTE IV - GLI E DIFICI S UB DIVO NE I SE COLI IV-VI : RE STITUZIONE DOCUME NTARIA Fig. 310 – Capitello rin ven u to n elle form ae dell’abside Ag. Fig. 312 – Pilastri n ella galleria DA8 (Arch ivio PCAS). Fig. 311 – Posizion am en to dei pilastri n ella galleria DA8 (da F ORNARI 1932). Fig. 313 – Pilastro pertin en te ad u n a costru zion e su bdiale an cora visibile dalla catacom ba, adegu atam en te tagliato per favorire il passaggio n ella galleria DA8. CAPITOLO 2 RE STITUZIONE CRITICA DE L COMPLE SSO S UB DIVO Malgrado il tessu to arch eologico dell’in sediam en to di su perficie risu lti particolarm en te fram m en tato e lacu n oso, si pu ò ten tare u n a rilettu ra critica com plessiva dei dati esposti 1923 , su pportata an ch e dall’au silio di alcu n i docu m en ti letterari ch e arricch iscon o u lteriorm en te la facies di u n sito polifu n zion ale e straordin ariam en te “costru ito”, con l’in dividu azion e di alcu n e ten den ze di occu pazion e ch e posson o profilarsi ad u n tem po com e in dirizzi di ricerca per n u ove in dagin i su l cam po. Soprattu tto per le fasi in iziali, già am piam en te approfon dite 1924 , l’assetto m on u m en tale si è rivelato di difficile ricostru zion e; se pu ò essere solo ipoteticam en te su pposto per i prim issim i tem pi u n a sporadica e con ten u ta in serzion e di elem en ti cristian i en tro la n ecropoli più an tica, in lin ea con la n atu rale com presen za di rappresen tan ti delle diverse religion i, ben attestata n elle m eglio n ote “n ecropoli m iste”1925 , sicu ram en te già dagli in izi del III secolo, e parallelam en te all’u tilizzo del sottosu olo per i “coem eteria” destin ati a gru ppi più o m en o sign ificativi di espon en ti della com u n ità di Rom a, dovettero defin irsi degli spazi au ton om am en te stru ttu rati e organ izzati, in ovvia con tigu ità con le in stallazion i ipogee, com e farebbe pen sare an ch e la ristretta area in dagata in prossim ità dell’accesso ovest alla spelu n ca m agn a 1926 ; qu esta presen tava form ae in m u ratu ra, con bu on a probabilità apparten en ti, appu n to, al più an tico cim itero cristian o, allin eate e regolari, sia, si è visto, apparen tem en te con n esse ad u n u tilizzo in ten sivo del terren o all’aperto, sia en tro edifici di n on ben precisabile fision om ia m on u m en tale. La docu m en tazion e dispon ibile, in vece, perm ette di rin tracciare m eglio i segn i di u n im portan te svilu ppo della n ecropoli cristian a delle ori- 1923 S u pra, pp. 267-293. S u pra, pp. 21-29 per la n ecropoli delle origin i e pp. 79-99 per qu ella svilu ppatasi en tro il III secolo. 1925 S u pra, p. 92 (vd. n . 540). 1926 S u pra, pp. 287-288. 1927 Vd., per le n ecropoli della via Appia, le lin ee tracciate da S PE RA 1999, pp. 386-400. 1924 gin i, con u n in tu ibile sign ificativo e gen erale in crem en to di edifici n ell’area di su perficie, coeren tem en te all’evolu zion e della catacom ba, e con logich e variazion i n elle strategie di distribu zion e e di im pian to. Son o, d’altra parte, qu este le lin ee di ten den za restitu ite dai cim iteri paleocristian i su b divo ben con osciu ti n el su bu rbio rom an o 1927 , ch e n ei decen n i del IV secolo rivelan o u n a forte prevalen za degli spazi per sepoltu re “di m assa” (con legam i variabili ad even tu ali presen ze m artiriali), capaci di attrarre n u m erosi organ ism i a destin azion e ridotta e privilegiata; qu esti rappresen tan o, com e i cu bicoli sotterran ei, u n equ ilibrio del tu tto n u ovo tra il desiderio di aggregazion e au ton om a, spesso fam igliare, e il progetto di con division e della m orte in u n con testo com u n itario 1928 . Lo svilu ppo in esten sion e della n ecropoli fu sen za du bbio eccezion ale, rispecch iato m olto probabilm en te alm en o dai lim iti areali del cim itero sotterran eo, ch e occu pa u n a su perficie pressoch é rettan golare di 21.600 m q (120 x 180 m ), pu r con in evitabili, n ecessari adattam en ti alla con figu razion e altim etrica irregolare del terren o 1929 . Poch e tracce distribu ite in tu tto il settore, soprattu tto il sepolcro qu adran golare in corrispon den za delle cam ere sotterran ee ATd e Al, resti m u rari precipitati n el cu bicolo Ax, m ateriali in Ag e i du e pilastri costru iti fin o al su olo della galleria DA8 1930 , appaion o com u n qu e sign ificative per ipotizzare u n ’occu pazion e gen eralizzata dell’area soprastan te la “region e cen trale”; proprio ad est, tra l’altro, al fian co dell’in gresso alla spelu n ca m agn a, era la stru ttu ra con fu n zion e “sem iresiden ziale”1931 , provvista di u n accesso diretto dalla strada e di am bien ti di servizio, forse destin ata proprio ai frequ en tatori del cim itero 1932 . I poch i edifici ben docu m en tati si collocan o 1928 S PE RA 2003b, pp. 28-32. S u pra, pp. 288-290 per alcu n e variazion i di qu ota docu m en tabili lu n go assi su d-n ord. 1930 S u pra, p. 293. 1931 Per la preferen za dell’u so di tale defin izion e S PE RA 1999, p. 361. 1932 S u pra, part. p. 292. 1929 296 PARTE IV - GLI E DIFICI S UB DIVO NE I SE COLI IV-VI : RE STITUZIONE DOCUME NTARIA lu n go il m argin e ovest, e an ch e oltre qu esto, della rete ipogea: l’am pio recin to sepolcrale di 31 x 39 m , ch e com prese le du e scale F e G e per il qu ale si è proposta u n a cron ologia più tarda rispetto all’ipo tesi “tradizion ale” di attribu zion e all’im pian to origin ario, m eglio in età costan tin ian a o in torn o alla m età del IV secolo 1933 , ven n e con m olta probabilità realizzato su u n ’area già in qu alch e m odo occu pata da organ ism i fu n erari 1934 e si con figu ra com e u n o spazio program m ato per sepoltu re collettive, con tom be om ogen ee e in distin te, essen zialm en te form ae e probabilm en te arcosoli, in u n a su ccession e regolare e con tin u a lu n go le pareti. I du e m au solei dell’area a ovest, databili n on prim a della fin e del IV secolo, riassu m on o ben e, in vece, le caratteristich e dei m au solei fam igliari di elevata com m itten za, ch e si m an ifestan o n on solo attraverso l’esu beran za delle scelte arch itetton ich e, m a an ch e con la decorazion e degli in tern i, abbon dan te di m arm i e m osaici 1935 (figg. 314-315); oltre all’eccezion ale stato con servativo, si è visto ch e la restitu zion e pressoch é com pleta di qu esti m on u m en ti attin ge con bu on esito da u n gru ppo di disegn i e in cision i, soprattu tto opera di arch itetti e trattatisti del XVI secolo, risu ltati spesso, an ch e grazie alle più con sisten ti em ergen ze dei ru deri in qu el periodo, piu ttosto realistici 1936 . La corrispon den za tra alcu n e di qu este riprodu zion i, in particolare la pian ta del m au soleo esacon co redatta dal Ligorio (fig. 277) e u n a preceden te plan im etria del XV secolo con servata agli Uffizi e attribu ita a fra’ Giocon do (fig. 317), e u n a serie di dettagli stru ttu rali an cora verificabili n egli edifici 1937 (figg. 318-319) in du ce ragion evolm en te ad arricch ire l’im m agin e in sediativa di qu esto settore della n ecropoli con alcu n i am bien ti direttam en te an n essi ai du e m au solei. Tale “aderen za” alla realtà m on u m en tale in effetti costrin ge a ricon siderare l’atten dibilità dell’in tero disegn o di fra’ Giocon do, ch e, si è detto, presen ta u n a com plessa disposizion e di edifici su du e file, in u n a delle qu ali risu ltan o ben in dividu abili le du e costru zion i an cora in piedi, con u n a sequ en za di tipologie plan im etrich e diversificate, rettan golari o qu adrate, absidate o cru ciform i. H . Win dfeld H an sen , lo stu dioso ch e per prim o h a valorizzato il docu m en to degli Uffizi per la restitu zion e dell’area su b divo di Pretestato, riven dican don e u n a sostan ziale fedeltà illu strativa, riten n e ch e la disposizion e dei m on u m en ti eviden ziasse, in n egativo, u n a presen za cen trale, da in terpretare com e u n a ch iesa ch e, com e in altre aree paleocristian e di su perficie, soprattu tto qu elle caratterizzate dalle basilich e circiform i, aveva rich ia m ato l’addossam en to sistem atico di m au solei lu n go i fian ch i 1938 . Du bbi su tale lettu ra em ergon o in tan to dall’an om ala con figu razion e plan im etrica caratterizzan te il su pposto edificio religioso, ch e, tra l’altro, n on avrebbe u n vero e proprio lato di fon do, m a si svilu pperebbe lu n go u n asse lon gitu din ale aperto alle estrem ità; se, poi, si ten ta u n a sovrapposizion e geom etrica della pian ta di fra’ Giocon do all’assetto docu m en tabile, m edian te u n adattam en to proporzion ale fin alizzato a far sovrapporre i m u ri della coppia di m au solei 1939 , risu lta ch e la serie di edifici cade grosso m odo lu n go e in posizion e pressoch é parallela all’Appia Pign atelli, strada in corrispon den za della qu ale, si è più volte ribadito 1940 , an ch e n ell’an tich ità correva u n tracciato più o m en o corrispon den te (fig. 320). Nasce allora il sospetto ch e il disegn o dell’arch itetto veron ese riprodu ca resti di sepolcri ch e si allin eavan o per lo più a n ord dell’an tico percorso, in rapporto al qu ale an ch e gli scavi dei sign ori Ran dan in i, proprietari di u n a vign a ch e n e costeggiava in vece il fian co m eridion ale, avevan o eviden ziato, com e ricorda il de Rossi, u n a “serie di sepolcri pagan i”1941 ; in oltre, potrebbe n on esse re u n a coin ciden za di scarso in teresse l’osservazio n e ch e, ru otan do appen a il disegn o, in m odo da evitare la m in im a sovrapposizion e dell’organ ism o n ord-est della pian ta qu attrocen tesca al lato occiden tale del recin to, u n a cam era qu adran golare con pilastri in tern i ch e sem bran o defin ire arcosoli si trovi a coin cidere proprio con il m au soleo di III secolo descritto presso l’Appia Pign atelli 1942 (fig. 320b). Si pu ò in tu ire, in effetti, ch e la restitu zion e di fra’ Giocon do abbia docu m en tato sostan zialm en te u n assetto “arch eologico” esisten te, però forse in m isu ra parziale e discon tin u a, forzan do e in - 1933 S u pra, pp. 98 e 283-287 per le argom en tazion i cron ologico-in terpretative e la bibliografia, pp. 272-287 per u n ’an alisi approfon dita delle stru ttu re. 1934 S u pra, pp. 22-25 e 88-89 su ll’ipotesi di dislocazion e della n ecropoli di II-III secolo; si con sideri, poi, ch e il rapporto trasform ativo con le stru ttu re più an tich e appare eviden te n ell’area a su d del recin to, dove qu este ven n ero tagliate e coperte con la costru zion e dei m u ri della scala ovest della spelu n ca m agn a, grosso m odo su bito dopo la m età del IV secolo (su pra, part. p. 288). 1935 Su qu esti edifici su pra, pp. 267-272. 1936 S u pra, pp. 268-271. 1937 S u pra, pp. 268, 271. 1938 W INDFE LD H ANSE N 1969, pp. 78-79; vd. an ch e F IOCCH I N ICOLAI - P E RGOLA 1986, p. 350. 1939 Non si è riu sciti a ricon oscere u n ’u n ità di m isu ra n elle an n otazion i n u m erich e su l disegn o, ch e certo n on corrispon don o al sistem a del palm o rom an o (22,24 cm ) con i su oi m u ltipli, gen eralm en te u tilizzato dall’arch itetto veron ese (G IULIANI 1986, p. 117); n on è esclu so ch e i riferim en ti sian o legati ad u n sistem a proporzion ale, visto ch e le in dicazion i si riferiscon o a m isu re costan ti. Alcu n e in form azion i su lla m etrologia tra XVI e XVII secolo in G ASPAROTTO 1996. 1940 S u pra, pp. 11, 23-25, 33, 88, 247. 1941 D E R OSSI 1863a, p. 1 (cfr. an ch e D E R OSSI 1864-77, I, p. 246). Per la proprietà Ran dan in i (m . 161 n . 514 del Catasto gregorian o) S PE RA 1999, p. 473 e tav. I. 1942 S u pra, pp. 88-89 e p. 267. CAPITOLO 2 - RE STITUZIONE CRITICA DE L COMPLE SSO S UB DIVO Fig. 314 – Ru deri del m au soleo esacon co (foto di an on im o, s. d.). Fig. 315 – Ru deri del m au soleo cru ciform e (foto di an on im o, s. d.). Fig. 316 – Visita di stu diosi al m au soleo cru ciform e (Arch ivio PCAS). 297 298 PARTE IV - GLI E DIFICI S UB DIVO NE I SE COLI IV-VI : RE STITUZIONE DOCUME NTARIA Fig. 317 – Pian ta attribu ita a fra’ Giocon do del sopratterra di Pretestato (da W INDFE LD H ANSE N 1969). Fig. 318 – Stru ttu re estern e addossate al m au soleo cru ciform e. Fig. 319 – Stru ttu re estern e addossate al m au soleo esacon co. CAPITOLO 2 - RE STITUZIONE CRITICA DE L COMPLE SSO S UB DIVO (a) a) (b) Fig. 320 – Sovrapposizion e della pian ta di fra’ Giocon do all’assetto esisten te: sovrapposizion e priva di m odifich e (a); sovrapposizion e con m in im a rotazion e dell’an golo su d-est (b). 299 300 PARTE IV - GLI E DIFICI S UB DIVO NE I SE COLI IV-VI : RE STITUZIONE DOCUME NTARIA tegran do con alcu n e aggiu n te la correlazion e tra le parti e razion alizzan do i rapporti spaziali 1943 . Va con siderato, poi, ch e n el XV secolo e prim a dell’in stallazion e dell’Appia Pign atelli du ran te il pon tificato di In n ocen zo XII, alla fin e del Settecen to 1944 , essen do probabilm en te scom parso il basolato della strada, poteva n on n otarsi u n a eviden te discon tin u ità tra i du e settori posti ai fian ch i della via m odern a e in effetti alcu n i sepolcri della parte in feriore del disegn o si prestan o ad essere m eglio localizzati lu n go il lato m eridion ale del percorso viario 1945 . È u n ’ipotesi più ch e verosim ile, pertan to, ch e an ch e tale area ad ovest del cim itero sotterran eo fosse stata progressivam en te occu pata da costru zion i fu n erarie e ch e, soprattu tto n egli u ltim i decen n i del IV secolo, avesse acqu isito u n a con n otazion e fru itiva veram en te elevata 1946 ; i caratteri di eccezion alità eran o apparsi già eviden ti al de Rossi, ch e riten n e in dicativo “a dim ostrare l’esisten za in qu esto lu ogo d’u n cem etero cristian o sopra terra il n u m ero n on piccolo e la m ole stragran de de’ sarcofagi cristian i ch e vi son o stati in varie età discavati, i qu ali n on n e’ sotterran ei m a n elle Basilich e e n elle essedre delle m edesim e fu ron o più probabilm en te collocati”1947 . Lo stu dioso attribu iva, in particolare, al sito u n gran dioso sarcofago di età costan tin ian a, con scen e biblich e su du e registri e coppia di con iu gi n ella con ch iglia cen trale, visto dal Bosio “n ella vign a de’ Gu idasch i appresso alla ch iesa di San Sebastian o”1948 (fig. 321) e, an cora, in base ad u n su o diretto ricordo, “u n o dei m aggiori e più pregiati sarcofagi del Mu seo cristian o lateran en se, scolpito su tu tte le facce, e n ella fron te prin cipale, adorn o di tre statu e del pastor bu on o in m ezzo e ai du e lati d’am pia scen a di ven dem m ia, effigiate ad alto rilievo”1949 (fig. 322). Se qu esto m an u fatto, ascritto all’u ltim o terzo del IV secolo, appare veram en te u n u n icu m n el repertorio dei sarcofagi della tarda an tich ità, n on m eraviglia ch e proprio dall’area “presso qu ei ru deri m edesim i” proven ga an ch e u n a padella acqu am an ile bron zea, con raffin ati m otivi m arin i esegu iti a m artellatu ra e in cision e, giu dicata u n a delle più m irabili creazion i della toreu tica tardoan tica 1950 . Da qu esto settore della n ecropoli, ch e sem brerebbe n on in teressato sotto i livelli di su perficie da escavazion i del cim itero collettivo 1951 , trasse ro origin e an ch e ipogei program m ati per u n u tiliz zo da parte di gru ppi ristretti, i qu ali, pertan to, rappresen tan o la “tradu zion e” sotterran ea di qu el fen om en o ch e, si è detto, si riassu m e n ella ten den za a privilegiare spazi esclu sivi; du e di tali organ i sm i (V e VI della fig. 141) in taccaron o solo acciden talm en te alcu n i am bien ti ben più an tich i e a qu ota con siderevolm en te più bassa della region e G 1952 ; 1943 Già S PE RA 1999, p. 188 con argom en tazion i m en o svilu ppate. Piccole im precision i del disegn o em ergon o dal con fron to con alcu n i dettagli dei m on u m en ti e con le altre, più atten dibili, ricostru zion i. 1944 T OMASSE TTI 1975 2 , p. 78. 1945 Il percorso viario rim ase però sem pre attivo; il cim itero ven iva in fatti posizion ato dal Pan vin io e dal Severan o su l diverticolo o vicolo a sin istra dell’Appia “per an dare ad Alban o” (su pra, p. 4 e in fra, p. 327). 1946 Forse proprio ad u n o di qu esti m au solei, con ogn i probabilità preziosam en te decorati, apparten eva il “pezzo di m osaico a tessere d’oro”, di cu i A. Ferru a an n ota il rin ven im en to, du ran te i lavori di sgom bero di u n a fran a n el 1951, in u n o degli am bu lacri all’estrem o lim ite ovest della catacom ba (G4, G13, G12), sottostan ti, appu n to, il terren o a ovest del recin to (Giorn ale di scavo Ferru a, p. 34). 1947 D E R OSSI , BAV, Cod. Vat. Lat. 10515, Dissertation es a Io. Baptista de R ossi habitae in coetu Academ iae archeologicae rom an ae, f. 181r (e J OSI 1927, p. 198). 1948 B OSIO 1632, p. 295 (il sarcofago, ora al Mu seo Pio Cristian o, è il m an u fatto Repertoriu m , n . 40 pp. 35-36 e tav. 13; su qu esto si veda an ch e G E NNACCARI 1996, p. 158, fig. 3 e K O CH 2000, pp. 40, 85, 109, 114, 123, 271); D E R OSSI 1872, p. 60 per l’attribu zion e (il sarcofago n el 1646 era n el vestibolo del Pan th eon , qu in di n ella vign a dell’Abate Vin cigu erra, da dove ven n e trasferito, n el 1757, al Mu seo Cristian o di Ben edetto XIV). Su lla vign a Vidasch i in fra, pp. 323-324. 1949 Repertoriu m , n . 29 pp. 26-27, tav. 10 (K OCH 2000, pp. 17, 350; v. B IE LE FE LD 1997, p. 214). Cfr. D E R OSSI 1872, p. 60 (e D E R OSSI , BAV, Cod. Vat. Lat. 10515, Dissertation es a Io. Baptista de R ossi habitae in coetu Academ iae archeologicae rom an ae, f. 181r = J OSI 1927, p. 198). La cassa, si è detto, era decorata su tu tti i lati, su i fian ch i con raffigu razion i di eroti dediti ad attività stagion ali e su l retro da tre pan n elli con m otivo a griglia, pelte ai lati e can cellata al cen tro. Il m an u fatto è stato recen tem en te ricon siderato da B RANDE NBURG 2002, p. 33, ch e n e propon e, si ritien e su basi n on troppo attin en ti al con testo, u n a com m itten za pagan a. An cora all’area su bdiale, si potrebbe in tu ire proprio dal settore prossim o ai du e m au solei, va ricon dotta la scoperta n on m eglio precisabile di du e sarcofagi decorati e di u n o a cassa liscia avven u ta du ran te lavori con dotti n el 1836 e n el 1838 dall’allora proprietario del fon do Bu on figlioli (in fra, p. 328 e n . 2158; n elle strin gate relazion i con servate n egli atti del Cam erlan gato (ASR, Cam erlan gato, Titolo IV, An tich ità e Belle Arti, Parte II (1824-1854): bu sta 244, fascicolo 2551; cfr. L ANCIANI 1989-2002, VI, p. 344) son o descritte “u n ’u rn a ... istoriata di bassorilievo”, ricom posta da pezzi tagliati già in an tico (“divisa piu ttosto ch e rotta”), con l’im m agin e riten u ta del bu on pastore e u n sarcofago in tegro decorato con la resu rrezion e di Lazzaro, la m oltiplicazion e dei pan i, le n ozze di Can a. Di qu est’u ltim o si an n ota an ch e l’acqu isto da parte del Govern o. 1950 La n otizia del rin ven im en to è data esplicitam en te da M. Arm ellin i, il qu ale, tu ttavia, n e propon e u n a vision e eccessivam en te “cristian izzata” (ARME LLINI 1893, p. 397: “Presso qu ei ru deri m edesim i fu scoperta u n a scodella di bron zo con m an ico, tu tta graffita d’im m agin i della pesca evan gelica destin ata forse al rito battesim ale e ch e si vede n el Mu seo Kirch erian o. Il cen tro del con cavo di qu ell’arn ese fatto per in fon dere acqu a su l capo e su l corpo è occu pato da u n a gran de testa dell’Ocean o, e tu tto in torn o si vedon o n ell’acqu a gu izzare pesci d’ogn i specie e al di sopra acqu atici u ccelli, m en tre ch e pescatori dalle loro n avicelle colle reti e coll’am o son o in ten ti alla pesca”). Il pezzo è ora con servato n el Mu seo della Crypta Balbi (cfr. la sch eda di M. R ICCI , in Rom a dall’an tich ità al m edioevo 2001, con riferim en ti alla bibliografia preceden te). 1951 Si ricordi, però, ch e alcu n e gallerie trasversali ad ovest dell’asse H sem bran o prosegu ire ben oltre gli in terri ch e n e bloccan o la perlu strazion e (su pra, p. 109). 1952 S u pra, pp. 162-164. CAPITOLO 2 - RE STITUZIONE CRITICA DE L COMPLE SSO S UB DIVO con lo svilu ppo della n ecropoli su bdiale ricu cito per qu esto settore con cordan o, tra l’altro, in gen e ra le, le form e di occu pazion e e alcu n e in dicazion i cron ologich e più precise dalle gallerie, la data del 386 di u n ’iscrizion e dipin ta n ell’am bu lacro G10 (ipogeo VI) e qu ella del 399 da u n a form a di G12 (ipogeo V) 1953 . Con le stesse din am ich e, si è visto, si in stallaron o an ch e i tre ipogei su periori II, III e IV, assegn ati al m edesim o periodo, però, presu m ibilm en te dallo spazio in tern o del recin to collettivo 1954 , in rapporto al qu ale, si ricorda, va letto il program m a di rivitalizzazion e di alcu n i am bien ti sotterran ei prossim i alle scale G e F m edian te la rioccu pazion e sistem atica delle tom be preesisten ti 1955 . I param etri tem porali en tro cu i in qu adrare le su ccessive evolu zion i e la con tin u ità d’u so dell’in tera n ecropoli di su perficie potrebbero esten dersi ben oltre le lin ee ricostru ibili in base ai poch i docu m en ti epigrafici di più sicu ra proven ien za su bdiale; a qu elli distribu iti n ei decen n i della secon da m età del IV secolo 1956 , si affian can o solo rare iscrizion i, u n a lastra con datazion e del 406 dalla som m ità della scala F, e qu in di presu m ibilm en te dal sopratterra 1957 , e u n epitaffio della secon da m età del V secolo recu perato du ran te i lavori del 1931 n ell’area del Mu seo cristian o 1958 . Gen ericam en te dalla vign a Vidasch i proven gon o, poi, u n ’epigrafe del 443, letta dal Lu pi 1959 , e il m arm o del 461 o del 482, adatto ad u n a form a, di u n lector de Belabru 1960 , e in oltre si ritien e vada attribu ita con m olta probabilità al terren o soprastan te an ch e l’epitaffio più tardo del com plesso, rin ven u to n ella galleria DA8 e relativo alla deposizion e di u n defu n to pos(t) con su latu (m ) Leon is [iu n i]or<i>s, cioè n el 475 1961 . La cron ologia del m arm o, in fatti, ch e per le dim en sion i si presta ad essere in terpretato com e la ch iu su ra di u n a tom ba terragn a, esce dai lim iti dell’u tilizzo docu m en tato per la region e D e ren de su ggestiva l’ipotesi ch e il m a- 1953 ICUR V 13934 e 13944; vd. su pra, p. 164. S u pra, pp. 159-162. 1955 S u pra, pp. 165-170. 1956 Del 353 (ICUR V 13901, su lla tabella del sarcofago Repertoriu m , n . 87 p. 72, tav. 26 – vd. però K OCH 2000, pp. 10, 23, 102, 288, 290, 350 –, dalla som m ità della scala F; il m an u fatto ven n e scoperto dal de Rossi n el 1853, “appen a estratte le prim e terre ch e in gom bravan o l’adito sem iaperto e rovin oso d’u n a delle scale”; esso “apparve … d’assai gran diose proporzion i col su o coperch io tu ttora ferm o al posto” e “da qu el lu ogo m edesim o u n altro m in ore”, n on m eglio defin ibile (D E R OSSI , BAV, Cod. Vat. Lat. 10515, R elazion e dei lavori. An . 1853, ff. 18r-20r), del 364 (ICUR V 13914, gen ericam en te “in agro”), del 386 (ICUR V 13933, vista dal de Rossi n elle rovin e della scala F), del 391 (ICUR V 13937). Si ricordi an ch e l’iscrizion e del 396 (ICUR V 13935a) ritrovata presso il m au soleo esacon co (su pra, p. 272). 1957 ICUR V 13956. 1958 ICUR V 13961; F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 192 propo n e varie possibilità in tegrative, al 452, al 466, al 473 e al 474. 1954 301 n u fatto possa essere ascritto al m edesim o edificio, o ad u n a presen za vicin a a qu esto, al qu ale apparten gon o i pilastri costru iti all’in tern o dello stesso am bu lacro 1962 . Dopo la pace costan tin ian a, m a soprattu tto dall’in oltrato IV secolo verso l’altom edioevo, si posson o ricostru ire ten den ze evolu tive ch e in dirizzan o n ella in dividu azion e di form e di u tilizzo polifu n zion ale del sito 1963 . L’aspetto più m acroscopico e pecu liare di tale processo di rin n ovam en to e rivitalizzazion e del con testo fu n erario di su perficie va sen za du bbio ricon osciu to n ello svilu ppo dei san tu ari, ch e, com e è gen eralm en te n oto e com e è già em erso n ell’an alisi dei sotterran ei, ten don o progressivam en te ad im porsi in qu alità di fu lcri predom in an ti di attrazion e frequ en tativa 1964 . Nella n ecropoli su bdiale di Pretestato le fon ti con corron o a localizzare con sicu rezza, si è visto, alm en o qu attro tom be m artiriali 1965 , all’origin e della form azion e di du e edifici distin ti, u n o legato al cu lto con giu n to di Tibu rzio, Valerian o e Massim o e il secon do sorto con ogn i probabilità su l sepolcro prim itivo di Zen on e 1966 ; in dicazion i ch iare si derivan o soprattu tto dalla N otitia ecclesiaru m ch e, direzion an do il pellegrin o ad san ctos m artires Tibu rtiu m et Valerian u m et Maxim u m , dopo aver elen cato i san tu ari della spelu n ca m agn a, riporta in su perficie (su rsu m ), in tertia ecclesia, dove san ctu s S yn on m artir qu iescit 1967 ; an ch e la posteriore biografia di Adrian o I (772-795), all’in tern o della n otizia relativa a gen erici restau ri (n oviter restau ravit) dei lu ogh i di cu lto, qu ae ex priscis m arcu eran t tem poribu s, scan disce ben e le du e presen ze di su perficie, l’ecclesia beati Tibu rtii et Valerian i atqu e Maxim i e la basilica san cti Zen on i, specifican do ch e esse eran o strettam en te con giu n te al sotterran eo cym iteriu m san ctoru m Urban i pon tificis, Felicissim i et Agapiti atqu e Ian u arii seu Cyrin i m artyribu s, pu re in teressato dai restau ri, eran o, si 1959 ICUR V 13957. ICUR IV 12426; l’epigrafe ven n e scoperta n el 1735 n ella vign a. 1961 ICUR V 13958; su pra, p. 253 n . 1681 e p. 263 n . 1775. 1962 S u pra, p. 293. 1963 Fen om en o gen eralm en te tracciato n ei com plessi paleocristian i extram u ran ei n on solo di Rom a: essen zialm en te F ASOLA - F IOCCH I N ICOLAI 1989, pp. 1194-1201 e F IOCCH I N ICOLAI 2003, pp. 933-943. 1964 S u pra, pp. 189-212 per i san tu ari della spelu n ca m agn a. 1965 Vd. già su pra, p. 92 e pp. 189-192; u n ’illu strazion e globale delle fon ti su i san tu ari è an ch e n ella relazion e del de Rossi (D E R OSSI , BAV, Cod. Vat. Lat. 10515, Dissertation es a Io. Baptista de R ossi habitae in coetu Academ iae archeologicae rom an ae, ff. 177r-179r), letta alla Pon tificia Accadem ia Rom an a n el 1852 (J OSI 1927, pp. 194-200); in oltre D E R OSSI 1864-77, I, pp. 242-246. 1966 Per il profilo agiografico di qu esti m artiri su pra, p. 190 e n n . 1238-1239. 1967 VZ II, pp. 86-87; vd. già su pra, p. 191. 1960 302 PARTE IV - GLI E DIFICI S UB DIVO NE I SE COLI IV-VI : RE STITUZIONE DOCUME NTARIA precisa, u n o coheren tes loco, in teragivan o, cioè, in particolare con tigu ità fisica e arrivavan o a profilarsi com e u n com plesso u n itario 1968 . Più gen erich e risu ltan o le an n otazion i degli altri itin eraria altom edievali, il De locis san ctis, ch e fa u n a presen tazion e com plessiva dei san ti riferen dosi ad u n ’u n ica ecclesia 1969 , la N otitia portaru m , ch e accorpa i m artyres Ian u ariu s, Urban u s, Xen on , Qu irin u s, Agapitu s, Felicissim u s e distin gu e, in altera ecclesia, Tibu rtiu s, Valerian u s, Maxim u s 1970 , il Codice di E in siedeln , ch e ridu ce il repertorio agiografico al solo Ian u ariu s, sia n el fram m en to delle silloge epigrafica, sia n ell’itin erario 1971 . La con oscen za lacu n osa dell’assetto su bdiale h a in gen erale in ibito gli stu diosi n ella form u lazion e di ipotesi di localizzazion e e iden tificazion e 1972 ; solo il de Rossi n ei du e ru deri della vign a Vidasch i-B(u )on figlioli 1973 , fortem en te su ggestion ato, oltre ch e dalla m on u m en talità e dalla con figu razion e tipologica delle costru zion i, dall’in tu ibile presen za n ell’area di u n prestigioso sepolcreto cristian o di età avan zata 1974 , propon eva, già n ell’adu n an za letta alla Pon tificia Accadem ia rom an a di Arch eologia il 2 lu glio 1852, di in dividu are “la Basilica de’ Ss. Tibu rzio, Valerian o e Massim o, e qu ella del m artire S. Zen on e”1975 , con trastan do l’opin io n e già corren te, e poi con cordem en te ripresa in tu tti gli stu di su ccessivi, ch e ten deva a ricon oscere n ei du e edifici dei m irabili esem pi di arch itettu ra sepolcrale 1976 . Per l’elaborazion e di u n ’ipotesi volta a rin tracciare i san tu ari su b divo, E . Josi, prim a degli scavi del 1931, lasciava in travedere la possibilità di valorizzare qu ei “m u ri di fon dazion e costru iti a sacco con fram m en ti m arm orei e con blocch i di pietra alban a, m u ri ch e ostru iron o le preesisten ti e orm ai n on più frequ en tate gallerie sepolcrali” e ch e “apparten gon o a qu ei sacri edifici sopra terra … segn alati dal Liber pon tificalis …”1977 . In effet ti i caratteri in vasivi e distru ttivi di alcu n i di qu esti in terven ti, valorizzati in fu n zion e dell’edificio rettan golare su lle region i G e F, e la loro cron olo gia sicu ram en te posteriore all’apice di u tilizzo del cim itero sotterran eo n ella secon da m età del IV secolo 1978 in du ce a riflettere su u n a possibile correla zion e tra tali opere e il program m a di poten ziam en to m on u m en tale dei san tu ari su b divo, ch e con bu on a probabilità segn ò, com e n elle altre n ecropo li del su bu rbio rom an o, la storia dell’in sediam en to di su perficie dall’età costan tin ian a, m a, soprattu tto, in qu esto caso, n ei secoli su ccessivi al IV1979 . Più in particolare, risu lta u n ’in evitabile su pposizion e ch e proprio n ell’assetto m odificato della costru zion e qu adran golare, la qu ale, si è visto, ebbe u n sostan ziale rin forzo del profilo perim etrale e dello spazio in tern o, forse giu stificabile con la trasform azion e della origin aria area recin tata in u n organ ism o coperto, e alcu n e aggiu n te m u rarie a n ord, rappresen tate dal m u ro appen a obliqu o m 1'', n on si pu ò esclu dere l’attacco di u n ’am pia cu rva absidale 1980 , sia da ricon oscere u n o dei san tu ari del sopratterra di Pretestato; è poi da n on trascu rare l’in dividu azion e delle stru ttu re m 5, m 6, m 7 lu n go il lato di fon do, allin eate e posizion ate 1968 LP I, p. 509. Su l term in e cohaeren s, u sato in sen so di con tigu ità fisica (= con iu n ctu s), cfr. Th LL III, 2, cc. 1540-1541 e D U CANGE II, p. 395. An ch e la biografia di Gregorio III (731741) fa riferim en to a edifici su bdiali, m a n on con tale ch iarezza n elle in titolazion i (LP I, p. 420: Etiam et cym iteria beatoru m m artyru m Ian u arii, Urban i, Tibu rtii, Valerian i et Maxim i, eoru m tectu m in ru in is positu m a n ovo perfecit). Cfr. in fra, p. 315 su tali in terven ti altom edievali. 1969 VZ II, p. 111: Iu xta ean dem viam qu oqu e ecclesia est m u ltoru m san toru m , id est Ian u arii, qu i fu it de .VII. filiis Felicitatis Maior n atu , Urban i, Agapiti, Felicissim i, Cyrin i, Zen on is fratris Valen tin i, Tibu rti, Valerian i [et Maxim i] et m u lti m artyres ibi requ iescu n t. 1970 VZ II, pp. 148-149. 1971 VZ II, pp. 179 e 199-200; l’Urban u s ricordato n el fram m en to della silloge, in fatti, sem bra an n overato piu ttosto con i m artiri del cim itero di Callisto (vd. su pra, p. 190 e n . 1240). 1972 Tra le osservazion i valu tabili “in n egativo” è an ch e qu ella di F E RRUA 1964, p. 163, secon do la qu ale, con sideran do la com pleta assen za di tom be n ell’area estern a ad est della spelu n ca m agn a, si pu ò presu m ere “ch e i san tu ari ven erati n el sopratterra di Pretestato dovevan o trovarsi altrove, cioè più ad occiden te”. 1973 Cioè i du e m au solei descritti su pra, pp. 267-272; per la vign a in fra, pp. 323-324. 1974 S u pra. 1975 De R OSSI , BAV, Cod. Vat. Lat. 10515, Dissertation es a Io. Baptista de R ossi habitae in coetu Academ iae archeologicae rom an ae, part. f. 188r (e gen eralm en te ff. 180v-188r; an ch e in J OSI 1927, pp. 188-200). In oltre D E R OSSI 1872, pp. 59-60, 67. 1976 L’ipotesi era già in U GGE RI 1800-28, II, pp. 44-45; n ella R om a sotterran ea, in fatti (D E R OSSI 1864-77, I, p. 246), ricon ferm a l’idea su i du e “edifici … i qu ali ben ch é stim ati sepolcri pagan i son o però stati sem pre ai m iei occh i du e sacri oratorii”. La revision e dell’idea del de Rossi è già ch iaram en te dich iarata in M ARUCCH I 1902, p. 250 e qu in di, ben argom en tata, in S TYGE R 1933, pp. 172-173 (e S TYGE R 1935, I, p. 236). Vd., in oltre, R IPOSTE LLI - M ARUCCH I 1908, pp. 98-99, L UGLI 1953, pp. 1219-1220, T E STINI 1966, p. 60, S PE RA 1999, p. 191. Su lla falsa riga del de Rossi i du e edifici son o in seriti n ella trattazion e su i m artyria del Grabar (G RABAR 1946, pp. 148, 404, con riserve. Vd. an ch e K RAUTH E IME R 1965, p. 14); n ell’am bito di qu esto filon e in terpretativo va in serito an ch e lo stu dio di H . Win dfeld H an sen (W INDFE LD H ANSE N 1969) ch e, si è visto (su pra), è su ggestion ato della presen za di u n a basilica alla qu ale i du e organ ism i sarebbero addossati. 1977 J OSI 1927, p. 208. Si è visto ch e in effetti lo stu dioso n on affron tò m ai u n approfon dim en to organ ico su ll’assetto su bdia le, an ch e dopo lo scavo in esten sion e del 1931 (su pra, p. 2). 1978 S u pra, pp. 92-98 e 272-287. 1979 Pu rtroppo, se si prescin de dai siti segn ati dagli im pian ti dell’età costan tin ian a e dalla basilica on orian a di San Valen tin o, il pan oram a dei san tu ari su bdiali n el su bu rbio di Rom a è praticam en te da ricu cire e son o ben n oti, in effetti, per lo più organ ism i sem ipogei; cfr., per u n qu adro gen erale, R E E KMANS 1968, F IOCCH I N ICOLAI 1997, pp. 127-129 e 137-138 (e F IOCCH I N ICOLAI 2001, pp. 53-58, 61-62, 90-91, 113-118) e S PE RA 1998, pp. 20-36. 1980 S u pra, p. 280. CAPITOLO 2 - RE STITUZIONE CRITICA DE L COMPLE SSO S UB DIVO 303 su ll’asse m edian o, le qu ali potrebbero adattarsi alla restitu zion e di u n a stru ttu ra di en fatizzazion e del pu n to più im portan te dell’edificio, assim ilabile ad u n a sorta di ciborio 1981 . All’edificio, va an ch e ricordato, lo Josi attribu iva “u n capitello corin zio rin ven u to sotto u n a fran a del secon do pian o”, m olto probabilm en te di riu tilizzo 1982 . Tra l’altro, potrebbe risu ltare ragion evole su pporre ch e lo stesso preceden te recin to avesse già defin ito u n settore della n ecropoli con ten en te u n a qu alch e presen za sign ificativa, la qu ale doveva agire com e fu lcro, stim olan do, ad u n tem po, an ch e lo scavo di piccoli ipogei su perficiali (I, II, III, IV) e la riattivazion e e il riu so sepolcrale dei sottostan ti am bien ti G e F prossim i alle du e scale 1983 ; in qu esti, in fatti, e in particolare in G, si è docu m en tata la presen za di gran di ossari ch e fan n o presu m ere, appu n to, in u n ’età avan zata, lo svu ota m en to sistem atico delle tom be an tich e per il riu ti lizzo, n on ch é la costru zion e di m u ri in tu felli ch e sottraevan o alla frequ en tazion e gallerie forse pericolan ti. Tale riprogram m azion e dell’u so dei van i ipogei già esisten ti, risolven do lo spazio u tilizzabile per lo più en tro i lim iti della costru zion e di su perficie, si presta an ch e ad essere letta n ell’ottica della creazion e di aree per sepoltu re, m odeste e di m assa, gen ericam en te ad san ctos 1984 . È ovvio, però, ch e la form u lazion e di qu alsiasi ipotesi iden tificativa, m an can do u n qu adro arch eo logico com pleto, n on pu ò ch e essere som m ariam en te argom en tata e articolarsi in sem plici su ggestion i. Un prim o dato da con siderare in rapporto al m on u m en to è la scoperta di u n a lastra m arm orea, m u tila a destra, recu perata n el 1909 n ella sotto stan te galleria LD8 dell’ipogeo I, m a con cordem en te riferita al sopratterra, ch e reca, su u n a su perficie stretta e lu n ga (0,16 x 0,68 x 0,03 m ), u n ’iscrizion e su du e righ e com m em oran te alcu n i san ti del ci m i tero 1985 : l’elen co di n om i, al gen itivo retto da u n sostan tivo n on precisabile, espresso n ella parte m an can te o sottin teso, distin gu e i m artiri, alla prim a riga (Martyru m Ian u ari F[elicissim i et Agapiti- - -]), dai con fessores (et co(n )f(essoru m ) Qu irin i Maio[ris?- - -]), alla secon da, con u n eviden te ten tati vo di differen ziazion e “gerarch izzata” dei cu lti 1986 (fig. 323). Ad eccezion e del con fessor Maior, presen za m olto du bbia n el com plesso ch e trova u n ’u n ica, u lteriore m a con fu sa attestazion e in u n lem m a del Martyrologiu m Hieron ym ian u m sotto la data VI idu s m aias 1987 , gli altri person aggi ricordati n ell’epi grafe, alm en o n ella porzion e leggibile della lastra 1988 , son o i ben n oti m artiri Ian u ariu s, Felicis sim u s (ovviam en te segu ito dal com pagn o di passio n e Agapitu s) e Qu irin u s, per il qu ale si dovrebbe con siderare proprio qu esto docu m en to epigrafico, l’u n ico ch e lo defin isce con fessor, la fon te più an ti ca e atten dibile su l cu lto 1989 , tu tti sicu ram en te sepolti e ven erati n ella spelu n ca m agn a 1990 . Se qu esto m arm o, attribu ibile per alcu n e pecu liarità paleogra fich e (soprattu tto per il n esso della parola m artyru m e per l’abbreviazion e soprallin eata della form a con fessoru m ) 1991 ad u n periodo n on an terio re al V secolo 1992 , va riferito, com e si è detto, con bu on a probabilità all’edificio su bdiale, pu ò profilarsi la su ggestiva idea ch e esso, più ch e essere u n titu lu s di dedicazion e “cu m u lativa” della ch iesa, ch e n on trova, tra l’altro, alcu n a con ferm a n elle fon ti 1993 , 1981 S u pra, pp. 283, 286 per tali stru ttu re; la lettu ra proposta, è ch iaro, m eriterebbe approfon dim en ti e verifich e m edian te in dagin i m irate allo spazio in tern o, per il qu ale, si è visto, i dati son o veram en te scarsi. 1982 J OSI 1927, p. 207; il capitello, n on più reperibile, era stato scoperto n ella region e F, in siem e ad alcu n i fram m en ti dell’iscrizion e dam asian a ICUR V 13874 (su cu i si dirà in fra) e E . Josi lo riten n e proven ien te dalla “villa di E rode Attico” (per la qu ale vd. su pra, pp. 9-11). 1983 S u pra, pp. 165-170 e 156-165. 1984 Vd. su pra, p. 170. Un in teressan te rich iam o an alogico è costitu ito dal com plesso di Marcellin o e Pietro ad du as lau ros: qu i l’im pian to della basilica circiform e costan tin ian a è all’origin e di u n im portan te fen om en o di am pliam en to della rete ipogea, m a an ch e di rivitalizzazion e degli am bien ti sotterran ei già esisten ti (G UYON 1987, part. pp. 288-303). 1985 ICUR V 13876; la proven ien za dall’area su bdiale appare sicu ra al Kan zler (K ANZLE R 1909, p. 12), il qu ale n on poteva su pporre l’esisten za dell’edificio soprastan te, allo Josi (J O SI 1927, p. 207) ch e, pu r n on precisan dolo, n e su ggerisce u n legam e, sia al Ferru a (F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 173). 1986 Su lla differen za tra m artyres e con fessores essen zialm en te D E LE H AYE 1927, pp. 74-121. 1987 AA. SS., Nov. II, 2, pp. 243-244; il riferim en to ricorre n ei m an oscritti BSW ed è sospetto, poich é associa Maior con Epim acu s (et in cim iterio Pretextati R om ae n atale san cti Epim aci et Maioris con fessoris), disgiu n gen do qu est’u ltim o dal Gordian u s appen a citato, giu stam en te con la specificazion e via Latin a in cim iterio eiu sdem . 1988 Non si h a n atu ralm en te idea di qu an to la lastra fosse lu n ga, poich é n on valgon o osservazion i proporzion ali, visto ch e il m arm o doveva rivestire u n a qu alch e su perficie, forse, si pu ò ipotizzare, u n elem en to stru ttu rale con fu n zion e di epistilio. 1989 L’iscrizion e, si vedrà, si adatta ad u n a cron ologia en tro il V secolo ed è qu in di an teriore n on solo alla passio di Alessan dro, E ven zio e Teodu lo (AA. SS., Maii I, pp. 371-380), solitam en te attribu ita al VI-VII secolo (B. CIGNITTI , s.v. Qu irin o, in BSS X, Rom a 1968, c. 1330; AMORE 1975, p. 182), n ella qu ale Qu irin o è u n tribu n o con vertito dal papa Alessan dro, m a an ch e, ch iaram en te, agli itin eraria altom edievali, ch e pu re lo defin iscon o m artyr (part. VZ II, pp. 86-87, 149). Un ’u lteriore in coeren za è offerta dal Martyrologiu m Hieron ym ian u m ch e, prid(ie) kal(en das) Mai(as), attesta n ei codici E W la ricorren za del giorn o di deposizion e di u n Qu irin u s episcopu s in cim iterio Pretextati (AA. SS., Nov. II, 2, pp. 219, 222). Si ricordi ch e n ella N otitia ecclesiaru m an ch e Urban o è ricordato com e con fessor (VZ II, p. 86) e ch e, è n oto, il cu lto dei con fessori ven n e in tro dotto solo n el IV secolo (D E LE H AYE 1927, pp. 74-121). Su lle fon ti relative al m artire si veda l’an alisi critica di CH ROBAK 2000. 1990 S u pra, pp. 189-212. — 1991 La specifica abbreviazion e soprallin eata COFF per co(n )f(essores) n on sem bra trovare, tu ttavia, alcu n a possibilità di con fron to. 1992 F E RRUA, ICUR 13876, ad com m ., p. 173, m a già J OSI 1927, p. 207. 1993 A m en o ch e n on si voglia forzatam en te con siderare in dicativo il solo De locis (VZ II, p. 111), ch e associa apparen tem en te in u n ’u n ica ecclesia (m a con u n più logico riferim en - 304 PARTE IV - GLI E DIFICI S UB DIVO NE I SE COLI IV-VI : RE STITUZIONE DOCUME NTARIA possa segn alare u n sem plice rich iam o ai m artiri dell’ipogeo o an ch e u n a sorta di “im portazion e” dai sotterran ei di u n cu lto associato, form alm en te rappresen tativo di qu ello ch e si svolgeva presso le sin gole tom be 1994 . In tale ottica si deve riflettere, tra l’altro, su l fatto ch e, in rapporto all’im portan za del com plesso, sistem aticam en te ricordato con tu tti i su oi lu ogh i san ti dagli itin eraria altom edievali e sign ificativo al pu n to da attrarre, si vedrà, n ella prim a m età del VI secolo, addirittu ra la perm an en za di u n pon tefice 1995 , le tracce m on u m en tali e frequ en tative n ella spelu n ca m agn a diven tan o estrem am en te rarefatte per i secoli posteriori all’età “d’oro” dam asia n a, com e traspare dalle iscrizion i fu n erarie datate, ch e si ferm an o n ei prim issim i an n i del V secolo 1996 , dalla sporadica presen za dei graffiti dei pellegrin i, pu r essen doci am pi spazi dispon ibili, in particolare in Ag 1997 , dall’in terru zion e delle attività costru ttive, docu m en tabili, in età più tarda della fin e del IV secolo, qu asi essen zialm en te attraverso la realizza zion e di u n m u ro di sbarram en to in AB10 1998 . Ci si ch iede se qu esta situ azion e n on possa essere effettivam en te l’esito di u n a riorgan izzazion e delle stru ttu re cu ltu ali per il pelle grin aggio, ch e privilegia program m aticam en te il com plesso su b divo 1999 . An cora da rin ven im en ti epigrafici n ei sotterran ei si deriva u n altro spu n to di approfon dim en to fin alizzato a valu tare u n a possibilità iden tificativa. Tra le lastre fatte in cidere da papa Dam aso in on ore dei san ti del com plesso di Pretestato, u n a in particolare 2000 (fig. 324), n on trascritta in alcu n a silloge m edievale, è segn ata da u n recu pero estrem am en te com plicato, per la gran de dispersio n e dei sei fram m en ti ch e con corron o alla restitu zion e, m olto lacu n osa, del m arm o 2001 ; qu esti ven n ero scoperti, su lla base delle n otizie forn ite da E . Josi 2002 , rispettivam en te “il 30 n ovem bre 1907 tra le terre d’u n a galleria alta del secon do pian o”, cioè la galleria F9, in prossim ità del cu bicolo “del traforo Wilpert” (ADa) 2003 , “il giorn o 11 m arzo 1908, sem pre n egli sterri del secon do pian o e precisam en te n ella galleria parallela alla scala del cu bicolo della Coron atio” (H ) 2004 , an cora il 30 n ovem bre 1907 “n ello sterro dell’arteria del secon do pian o posta ai piedi della secon da scala” (F1/F3) 2005 , “il 1° aprile 1908 n ella qu in ta galleria a sin istra della gran de arteria parallela alla scala del cu bicolo della Coron atio, a destra di ch i scen de” (H 5) 2006 , “n el n ovem bre 1919, sem pre fra le terre, n ella qu arta galleria a destra della gran de arteria ch e parte dalla secon da scala del 2° pian o” (F13) 2007 ; u n solo fram m en to di qu esta serie sem brerebbe essere stato ritrovato dal de Rossi n ella spelu n ca m agn a, davan ti al cu bicolo Ax, n el 1872, in siem e con altri du e resti di u n diverso carm e dam asian o 2008 . Risu lta su bito eviden te ch e, ad eccezion e di qu est’u ltim o recu pero, la dispersion e dei pezzi, decon testu alizzati rispetto a tu tti i van i di rin ven im en to e più logi ca m en te cadu ti dall’alto, in teressa solo gallerie su lle qu ali in siste l’edificio su bdiale, H 1 e H 5, più ad ovest, e F1/F3, F9 e F13, e proprio in qu esto potrebbe essere ipotizzata la collocazion e origin aria del m arm o. Il m an u fatto, litteris philocalian is optim is 2009 , delle più splen dide lastre fatte in cidere da Dam aso, reca an ch e lu n go i m argin i laterali e in caratteri m in ori la firm a di Fu riu s Dion ysiu s [Filocalu s], ch e si defin isce [Dam asi epis]copi cu [ltor adqu e am ator] 2010 ; per i ch iari riferim en ti all’am bien te m ilitare con ten u ti in tu tte le righ e ricostru ibili del lacu n oso testo ([- - -i]n arm is / [- - -prin cip]e m u n di / m ]- - -im pi]a cas[tr]a / h[- - -t]yra[n n o]) 2011 , l’iscri zion e è stata attribu ita a Qu irin o, descritto n ella to al com plesso, costitu ito da san tu ari coheren tes: su pra, p. 302; in oltre, in qu esto caso, il term in e ecclesia sem bra acqu isire u n a sfu m atu ra origin aria, extra-arch itetton ica, com e “raggru ppam en to”, “riu n ion e”) m u lti san cti. 1994 In teressan te potrebbe essere il con fron to con alcu n e epigrafi, per lo più ispan ich e, con n om i di m artiri al gen itivo retti dalla form a Hic reliqu iae (ad esem pio D IE H L 2101-2113). Un ’u lteriore possibilità in terpretativa del m an u fatto è ch e esso segn asse, su ll’adito occiden tale alla spelu n ca m agn a, l’accesso al san tu ario ipogeo. 1995 In fra, pp. 306-307. 1996 S u pra, p. 173. 1997 In fra, pp. 312-314. 1998 In fra, p. 315. 1999 Vd. an ch e in fra, p. 306 per alcu n e osservazion i topon om astich e in tal sen so. 2000 ICUR V 13874 (F E RRUA 1942, n . 27 pp. 157-159). 2001 Risu lta, in vece, alqu an to più coeren te la scoperta delle altre epigrafi dam asian e fram m en tarie, ICUR V 13871 (in m oltissim i pezzi, m a tu tti dalla spelu n ca m agn a), 13873 (dalla spelu n ca m agn a e, in u n solo fram m en to, da u n sito u rban o), 13875 (dalla spelu n ca m agn a). 2002 J OSI 1927, pp. 225-234. 2003 J OSI 1927, p. 225 e fig. 3 = F E RRUA 1942, n . 27 pp. 157-159, b (parte m edian a). Il “traforo Wilpert” ven n e esegu i- to tra le gallerie D5 e LDo6, per creare u n collegam en to tra la spelu n ca m agn a e la region e “della coron atio” (in fra, n . 2180 p. 332); su lla scoperta del pezzo an ch e B E VIGNANI 1908, p. 276. 2004 J OSI 1927, pp. 226-227 e fig. 5 = F E RRUA 1942, n . 27 pp. 157-159, b (parte destra). 2005 J OSI 1927, p. 226 e fig. 4 = F E RRUA 1942, n . 27 pp. 157-159, a. 2006 J OSI 1927, p. 228 e fig. 6 = F E RRUA 1942, n . 27 pp. 157-159, c. 2007 J OSI 1927, pp. 228 e fig. 7 = F E RRUA 1942, n . 27 pp. 157-159, d. 2008 F E RRUA 1942, n . 27 pp. 157-159, b (parte sin istra); il fram m en to, disperso, ven n e recu perato solo n el 1927 dallo Josi “sotto u n a … catasta” di m arm i (J OSI 1927, part. p. 229 e pp. 228-230). 2009 F E RRUA, ICUR 13874, ad com m ., p. 172. 2010 L’in tegrazion e è in F E RRUA 1942, p. 159. La “firm a” di Filocalo ricorre an ch e n el carm e del papa E u sebio (ICUR IV 9514 = F E RRUA 1942, n . 18 pp. 129-133) e in u n m arm o scoper to n ella ch iesa di San Martin o ai Mon ti (F E RRUA 1942, n . 182, pp. 134-136). 2011 Vd. J OSI 1927, pp. 232-233 per u n a serie di asson an ze con carm i dam asian i in on ore di altri m artiri-soldati; in oltre F E RRUA, ICUR 13874, ad com m ., p. 172. CAPITOLO 2 - RE STITUZIONE CRITICA DE L COMPLE SSO S UB DIVO Fig. 321 – Sarcofago descritto dal Bosio n ella vign a de’ Gu idasch i (Repertoriu m , n . 40). Fig. 322 – Sarcofago dall’area dei du e m au solei (Repertoriu m , n . 29). Fig. 323 – Iscrizion e “cu m u lativa” ICUR V 13876 com m em oran te i m artiri del com plesso (Arch ivio PCAS). Fig. 324 – Iscrizion e dam asian a ICUR V 13874 (Arch ivio PCAS). 305 306 PARTE IV - GLI E DIFICI S UB DIVO NE I SE COLI IV-VI : RE STITUZIONE DOCUME NTARIA tarda passio di Alessan dro, E ven zio e Teodu lo, com e u n tribu n o con vertito dal papa Alessan dro e m artirizzato per volere dell’im peratore Au relian o 2012 . Ma u n altro m artire di Pretestato appartien e, in base al raccon to agiografico, al m on do dei soldati: n elle vicen de con n esse alla passion e di Tibu rzio e Valerian o, fratelli con vertiti da Cecilia, prom essa sposa del secon do, e dal papa Urban o, Massim o è il corn icu lariu s al qu ale si ordin a di con du rre i du e ad agru m Pagu m u bi erat statu a Iovis per il sacrificio al dio, m a ch e vien e da qu esti fatto cristian o e, perciò, più tardi m artirizzato 2013 . Il rin ven im en to dei fram m en ti dam asian i n elle gallerie sotto il recin to potrebbe, pertan to, essere sign ificativo per l’iden tificazion e n ella stru ttu ra su bdiale del lu ogo di cu lto con giu n to dei tre m artiri, in dicato con cordem en te dalle fon ti, si è visto, com e u n a costru zion e au ton om a n ell’area sopratterra. Non pon e difficoltà, tra l’altro, il fatto ch e l’iscrizion e sem bri far riferim en to ai gesta di u n u n ico person aggio; si dedu ce proprio dalla passio, probabilm en te assegn abile al V secolo, ch e è stata riten u ta u n o scritto opera di u n diretto con oscitore dei lu ogh i 2014 , ch e i sepolcri di Tibu rzio e Valerian o dovevan o essere separati da qu ello di Massim o, situ azion e “tradotta” n arrativam en te n ell’epilogo del raccon to: Massim o aveva assistito all’u ccision e dei du e fratelli, in m odo da poterlo raccon tare in lacrim e, e solo dopo, qu an do al feroce Alm ach io giu n ge la n otizia ch e egli cu m su is om n ibu s factu s fu isset Christian u s, il prefetto iu ssit eu m tam diu plu m batis caedi, qu am diu spiritu m redderet. È Cecilia ch e fa seppellire il m artire soldato iu xta Valerian u m et Tibu rtiu m , m a in n ovo sarcophago e ordin a ch e su qu esto scu lperetu r phoen ix ad in diciu m fidei eiu s, qu i resu rrection em se in ven tu ru m , phoen icis exem plo 2015 . È logico, in base ai param etri cron ologici fissati e alle proposte di restitu zion e arch itetton ica del m on u m en to, ch e l’in terven to di Dam aso, se effettivam en te legato a qu esto edificio, an drebbe in - qu adrato n ell’assetto dell’area recin tata, la qu ale poteva avere, si ritien e, em ergen ze di più o m en o m odesti m an u fatti del tu tto an alogh i alle m eglio n ote en fatizzazion i orn am en tali dei san tu ari ipogei. A prescin dere da tale su ggestiva possibilità di iden tificazion e con creta del san tu ario di Tibu rzio, Valerian o e Massim o, va rilevato ch e, du ran te i secoli im m ediatam en te su ccessivi al V, fu probabilm en te proprio qu esto polo cu ltu ale ad im porsi su gli altri lu ogh i sacri del com plesso con u n a m aggio re forza attrattiva in sen so devozion ale, an ch e con sideran do la ten den za, già argom en tata, ad u n gen erale poten zialm en to degli organ ism i di su perficie. Pu ò essere in flu en zata da tale fen om en o la variazion e topon om astica percepibile in alcu n i docu m en ti, ch e preferiscon o al più an tico lem m a coem eteriu m Praetextati, dal n om e del probabile everge ta, o Ian u ari / ad san ctu m Ian u ariu m , dal san to diven u to epon im o perch é di m aggiore precoce rilie vo 2016 , la defin izion e cym iteriu m san ctoru m Tibu rtii et Valerian i (atqu e Maxim i), ricorren te, in parti colare, in u n passo della biografia di Giovan n i III (561-574) a proposito della perm an en za del pon tefice n el com plesso 2017 . È in teressan te, poi, ch e n ella com pilazion e della N otitia ecclesiaru m , in cu i si adottan o, per le in dicazion i direzion ali, form u le “agiotopon om astich e” (ad + accu sativo) 2018 , sceglien do sistem aticam en te i m artiri più rappresen tativi del com plesso 2019 , il pellegrin o da su d, dai san tu ari di San Sebastian o, ven ga in dirizzato ad aqu ilon em , verso n ord, appu n to, ad san ctos m artires Tibu rtiu m et Valerian u m et Maxim u m 2020 , la devozion e verso i qu ali è attestata an ch e da u n a iscrizion e votiva di VI secolo, con servata n ella ch iesa trasteverin a di S. Cecilia, dove il m arm o ven n e probabilm en te portato in siem e con le reliqu ie dei tre m artiri, con u n a sem plice dedica ai san ti (san ctis m artyribu s Tibu rtio Balerian o et Maxim o) e la specificazion e del dies n atalis (qu oru m n atale est XVIII kale(n )das m aias) 2021 . 2012 S u pra, n . 1242 p. 190, an ch e su lla cron ologia di tale com pilazion e. L’ipotesi di attribu zion e, accettata dal Ferru a (F E RRUA 1942, p. 159 e F E RRUA, ICUR 13874, ad com m ., p. 172; in oltre D RE SKE N W E ILAND 2000, pp. 46-47), ven n e form u lata per la prim a volta da J OSI 1927, part. pp. 233-234. 2013 AA. SS., Apr. II, pp. 204-208. 2014 Su ll’atten dibilità della “m aglia topografica” di qu esto rac con to e della passio di Urban o (AA. SS., Maii VI, pp. 1015), forse opera dello stesso au tore, cfr. S PE RA c.s. Per la cron o logia della passio Ceciliae, in cu i è in serita la leggen da agiografica, D E R OSSI 1864-77, II, p. XLIII (fin e IV-in izi V); DUFOURCQ 1900, pp. 293-296 (aa. 486-523). 2015 AA. SS., Apr. II, p. 208; su l sign ificato della fen ice, ben diffu so n ell’an tica letteratu ra patristica con in teressan ti risvolti n ell’icon ografia, F. B ISCONTI , s.v. Fen ice, in Tem i 2000, p. 180, per u n a sin tesi bibliografica e tem atica. 2016 VZ II, pp. 21, 22 e ICUR V 14479a, 14270? e ICUR IV 12494 (AMORE 1956, p. 81 su lla prevalen za on om astica di Gen n aro, riproposta an ch e dall’In dice dei cim iteri: VZ II, p. 62). Su lle defin izion i del cim itero su pra, pp. 2-3. 2017 LP I, pp. 305-306; m a m eglio in fra. Su lla polivalen za del term in e cym iteriu m in casi com e qu esto vd. D E S ANTIS 2001, p. 57. 2018 Per tale defin izion e, n ell’am bito delle form e adottate dai com pilatori del Liber pon tificalis, vd. D E S ANTIS 2001, pp. 44-45. 2019 Vd. già su pra, p. 191 n . 1244. 2020 VZ II, p. 86. Tra l’altro n ean ch e n ella ricordata passio per la sepoltu ra dei m artiri si ricorda il coem eteriu m Praetextati, com e se si su ppon esse u n a corrispon den za on om astica. 2021 ICUR I 93 e ICUR V 15435; la cron ologia al VI secolo, proposta dal de Rossi (sch . 18611), è ripresa da F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 416. Im propriam en te il Bosio (B OSIO 1600, p. 141) riten n e ch e si trattasse dell’epitaffio origin ario e lo attribu iva al III secolo. Va detto ch e qu esto m an u fatto fa lu ce su i problem i con n essi alla m oltiplicazion e delle date di cele- CAPITOLO 2 - RE STITUZIONE CRITICA DE L COMPLE SSO S UB DIVO 307 Segn o in con fon dibile, in fin e, dell’im portan za acqu isita dal com plesso, e particolarm en te dalle stru ttu re di su perficie, è proprio la scelta di Giovan n i III di ritirarsi n el sito extram u ran eo in segu ito al ritorn o a Rom a di Narsete, allon tan atosi per le dim ostrazion i di in tolleran za della popolazion e rom an a 2022 ; proprio l’in term ediazion e del papa aveva riportato in Urbe l’esarca bizan tin o e così la decision e di soggiorn are n el su bu rbio, ch e eviden tem en te garan tiva più degli spazi u rban i la protezion e pon tificia en tro poli di proprietà ecclesiastica, va m olto probabilm en te letta in rapporto alla scelta strategica di n on scon ten tare i Rom an i espon en do in m odo ch iaro la bu on a in tesa tra la Ch iesa e Bisan zio 2023 . L’opzion e specifica del papa garan tisce sen za du bbio l’esisten za n ell’area di organ ism i idon ei ad u n a perm an en za stabile e prolu n gata dei vertici della Ch iesa rom an a e di edi- fici adegu ati dal pu n to di vista arch itetton ico an ch e a celebrazion i litu rgich e im portan ti, com e la con sacrazion e di vescovi ricordata dal biografo (et habitavit ibi m u ltu m tem poris u t etiam episcopos ibidem con secraret) 2024 ; ad u n tem po, però, la stessa presen za pon tificale potrebbe aver logicam en te alim en tato il processo di valorizzazion e dell’in sediam en to, con il m iglioram en to delle stru ttu re e la cu r a d ei sa n tu a r i, a n ch e con sid er a n d o l’atten zion e qu asi am orevole attribu ita dal Liber pon tificalis a Giovan n i III verso i cym iteria san ctoru m m artyru m , oggetto di opere di ripristin o (hic am avit et restau ravit) e di u n program m a di rivitalizzazion e litu rgica in con n ession e con la cattedrale, ch e doveva forn ire direttam en te il pan e eu caristico (oblatio), i vasi per l’acqu a e il vin o (am u lae) e i ceri per le celebrazion i dom en icali (lu m in aria) 2025 . brazion e di qu esti m artiri n el Martyrologiu m Hieron ym ian u m , ricordati al 14 e 21 aprile, all’11 agosto e al 22 n ovem bre (AA. SS., Nov. II, 2, pp. 43, 47, 104, 146), qu estion e per la qu ale si veda AMORE 1975, pp. 180-181, ch e n on con sidera però l’iscrizion e. 2022 LP I, pp. 305-306: la biografia del papa costitu isce u n a fon te prim aria per la restitu zion e di qu este vicen de (vd. D UCH E SNE , LP I, n . 9, p. 307 e D E R OSSI 1867, p. 23). 2023 Per u n a lettu ra delle vicen de cfr. la recen te an alisi di M.C. P E NNACCH IO , s.v. Giovan n i III, in E n ciclopedia dei papi, pp. 537-538. 2024 LP I, p. 306. Cfr. an ch e R E E KMANS 1968, p. 193; S PE RA 1999, pp. 197 (UT 327) e 418 e F IOCCH I N ICOLAI 2003, pp. 941942. Situ azion i sim ili son o attestate an ch e a S. Agn ese per papa Liberio (LP I, p. 208) e a S. Felicita per Bon ifacio I (LP I, p. 227), ben ch é per qu est’u ltim o L. Du ch esn e (n . 3, p. 229) su ppon esse ch e il biografo era forse stato in flu en zato da n oti zie di in terven ti m on u m en tali attu ati dal papa n el com plesso. 2025 LP I, p. 305: Hic in stitu it u t oblation em et am u la vel lu m in aria in easdem cym iteria per om n es dom in icas de Lateran is m in istraretu r. PARTE V DALLE VISITE DE I PE LLE GRINI (VII-VIII SE C.) AL RE CUPE RO ARCH E OLOGICO (XV-XX SE C.) CAPITOLO 1 FRE QUE NTAZIONE DE L COMPLE SSO TRA TARDA ANTICH ITÀ E ALTO ME DIOE VO Se l’u tilizzo sepolcrale n on sem brerebbe trova re, e n ei sotterran ei e n el cim itero su b divo, alcu n a precisa attestazion e ch e possa ricon du rre oltre il V secolo 2026 , ben ch é sia com u n qu e in tu ibile u n prolu n gam en to dell’occu pazion e 2027 , le visite ai san tu ari con n otan o con sicu rezza i secoli dell’altom e dioevo. I tre poli devozion ali, le du e ch iese di su perficie, di Zen on e e dei m artiri Tibu rzio, Valeria n o e Massim o, e l’organ ism o ipogeo con il cu lto aggregato di Urban o, Felicissim o e Agapito, Qu iri n o e Gen n aro, son o in fatti, si è visto, ch iaram en te an n overati dalle fon ti coeve n ella m aglia distribu ti va dei lu ogh i san ti del su bu rbio rom an o, pu r con alcu n e varian ti n ei dettagli topografici e n elle priorità elen cative 2028 . Com e n egli altri cen tri di pellegrin aggio an ch e a Pretestato il presbitero Giovan n i, in viato dalla regin a Teodolin da a prelevare gli olea san cta su lle tom be m artiriali, n on fa scelte esau stive e sia i pittacia ch e la n otu la lim itan o la raccolta ai se- polcri di san ctu s Valerian u s, san ctu s Tibu rtiu s, san ctu s Maxim u s e qu in di di san ctu s Orban u s e san ctu s Ian u ariu s 2029 , presu m ibilm en te qu elli oggetto di u n a più forte ven erazion e du ran te il pon ti ficato di Gregorio Magn o 2030 . Nei tre itin eraria della prim a m età del VII secolo, in vece, segn ati da gen erali differen ze com pilative, la sequ en za dei san tu ari è praticam en te com pleta, in u n a su ccession e topografica coeren te, m a con la prolessi del gru ppo agiografico distin tivo di Tibu rzio, Valerian o e Massim o n ella N otitia ecclesiaru m 2031 , con l’elen co dei lu ogh i di cu lto ipogei an teposti a qu elli su bdiali, m a in u n a presen tazion e “cu m u lativa”, n el De locis 2032 , m en tre n ella N otitia portaru m la m ede sim a serie è appe n a con fu sa dall’an ticipazion e di Zen on e tra i m artiri del sotterran eo 2033 . Solo n ei docu m en ti del Codice 326 di E in siedeln , com posti in u n periodo n el qu ale con ogn i probabilità n el com plesso già in iziava il processo di abban don o in rapporto alla sistem a tica traslazion e dei corpi san ti 2034 , il gru ppo agio- 2026 Si ricordi, in particolare, ch e i più tardi epitaffi datati n ella “region e cen trale” si con cen tran o n ei prim issim i an n i di qu esto secolo, m en tre, con ogn i probabilità, appartien e alla n ecropoli su bdiale l’iscrizion e più tarda dell’in tero com plesso ch e riporta la data del 475 ICUR V 13958 (su pra, p. 171 e 301). 2027 In m olte n ecropoli, an ch e della m edesim a area su bu rban a, l’u so dei cim iteri, particolarm en te qu elli di su perficie, sem bra potersi in qu adrare alm en o fin o alla prim a m età del VII secolo (S PE RA 1999, pp. 413-414 e 421); cfr., per u n a sin tesi gen erale, N IE DDU 2003. 2028 Già su pra, pp. 190-191 e 301-302. 2029 VZ II, pp. 44-45. 2030 Tale m otivazion e sem bra essere, in effetti, l’elem en to discrim in an te dell’assen za di m olti san ti n ell’in tero docu m en to (cfr. VZ II, p. 33). L’in debolim en to progressivo del cu lto di Felicissim o e Agapito n el con testo, in gen erale percepibile attraverso la diacron ia delle fon ti, si ritien e possa trovare radici n ella com plessa articolazion e del cu lto rivolto al gru ppo agiografico costitu ito da papa Sisto II e dai su oi diacon i n ell’area su bu rban a, dove si docu m en ta la costitu zion e di poli devozion ali altern ativi rispetto alle tom be origin arie (S PE RA 200001 su l cu lto in prossim ità del tem plu m Martis), an ch e per l’attrazion e esercitata dalla ven erazion e per Loren zo: proprio su lla via Tibu rtin a, in fatti, sorgeran n o oratori in on ore di Agapito e di Gen n aro, per le eviden ti in terrelazion i agiografich e con il person aggio ch e la tradizion e aveva trasform ato n el più im portan te diacon o di Sisto (cfr. S PE RA 2003a, per le problem atich e di im pian to di qu esti edifici; su l diacon o Loren zo u n aggiorn am en to recen te in G IANNARE LLI - B E NVE NUTI PAPI 1998). 2031 VZ II, pp. 86-87: et eadem via ad aqu ilon em ad san ctos m artires Tibu rtiu m et Valerian u m et Maxim u m . Ibi in trabis in spelu n cam m agn am et ibi in ven ies san ctu m Urban u m episcopu m et con fessorem , et in altero loco Felicissim u m et Agapitu m , m artires et diacon os S yxti, et in tercio loco Cyrin u m m artirem , et in qu arto Ian u ariu m m artirem , et in tertia ecclesia su rsu m san ctu s S yn on m artir qu iescit (vd. an ch e su pra, pp. 191, 301). L’an ticipazion e del gru ppo, con valore “agiotopon om astico”, sem bra sottrarre qu esto san tu ario ad u n ordin e topografico (su pra, p. 306); l’au tore om ette n el docu m en to, com e n ella m aggior parte degli altri casi, la ripetizion e dei san ti en tro u n a con caten azion e spaziale più coeren te. 2032 VZ II, p. 111: Iu xta ean dem viam qu oqu e ecclesia est m u ltoru m san ctoru m , id est Ian u arii, qu i fu it de .VII. filiis Felicitatis m aior n atu , Urban i, Agapiti, Felicissim i, Cyrin i, Zen on is fratris Valen tin i, Tibu rti, Valerian i [et Maxim i] et m u lti m artyres ibi requ iescu n t (vd. su pra, p. 302 n . 1969). Va n otata in qu esto docu m en to l’in serzion e di du e n ote agiografich e, l’apparten en za di Gen n aro al gru ppo dei figli di Felicita e il legam e tra Zen on e e Valen tin o, dovu to, con ogn i probabilità, alla coin ciden za del giorn o di com m em orazion e n el Sacram en tario Gelasian o di S. Gallo (S ACR . Gelas, p. 31; cfr. AMO RE 1975, p. 183; su pra, n . 1239 p. 190). 2033 VZ II, pp. 148-149: Et pau lo propiu s R om am su n t m artyres Ian u ariu s, Urban u s, Xen on , Qu irin u s, Agapitu s, Felicissim u s. Et in altera ecclesia Tibu rtiu s, Valerian u s, Maxim u s (cfr. an ch e su pra, p. 302 e n . 1970). 2034 In fra, pp. 317-318; per la cron ologia del docu m en to si ritien e valida la ricon siderazion e di B AUE R 1997. 312 PARTE V - DALLE VISITE DE I PE LLE GRINI ( VII -VIII SE C.) AL RE CUPE RO ARCH E OLOGICO ( XV-XX SE C.) grafico si im pove risce drasticam en te, ridu cen dosi ad u n u n ico riferim en to locativo, ch e posi zion a tra l’Appia e la Latin a la ch iesa Ian u ari / ad san c tu m Ian u ariu m , l’an tico epon im o del ci m i tero 2035 . Testim on ian ze m ateriali di tale pellegrin aggio ad san ctos son o costitu ite da alcu n i graffiti tracciati su su perfici n elle im m ediate adiacen ze delle tom be san te della spelu n ca m agn a 2036 (fig. 325), espression e della prassi ben attestata n ei san tu ari rom an i, e ch iaram en te appan n aggio di visitatori “alfabettizzati”, di lasciare brevi segn i grafici perm an en ti, con valen ze ad u n tem po evocative, del passaggio devozion ale 2037 . Qu este scritte ven n ero tracciate “a sgraffio” per lo più su ll’in ton aco di rivestim en to della galleria cen trale, in corrispon den za dell’abside Ag, pu n to di slargo, si è visto, fu n zion ale ad u n sepolcro ven erato, probabilm en te attribu ibile a Gen n aro, su lla parete opposta setten trion ale 2038 , o an ch e su su pporti m arm orei, in particolare la lastra con il carm e dam asian o in on ore di Felicissim o e Agapito 2039 e u n m arm o rin ven u to sporadico dall’Arm ellin i n el 1874, m a sicu ram en te coeren te con la sistem azion e m on u m en tale di u n ’altra tom ba oggetto di cu lto, qu ella, si ritien e, degli stessi du e diacon i 2040 (fig. 326). Se si prescin de dall’u n ica in cision e ch e, per le caratteristich e paleografich e, l’u so cioè, delle lettere capitali, e l’associazion e del m on ogram m a cristologico al n om e del m artire Feli(cissim u s), potrebbe rim an dare ad u n periodo n on posteriore al V secolo 2041 , il gru ppo di tali attestazion i grafich e appare piu ttosto om ogen eo e si risolve, soprattu tto, in alcu n e firm e al n om in ativo, spesso dich iaratam en te di presbiteri 2042 : u n A[gu ]stin (u s) presb(yter) e u n Leo pr(es)b(yter) pon gon o il proprio n om e an ticipato da u n a croce equ ilatera (e Leo an ch e dal pron om e ego) su lla lastra sporadica ricordata 2043 , u n Eu stat(hiu s) pr(esbyter) firm a lu n go il bordo in feriore dell’epigrafe dam asian a per Felicissim o e Agapito 2044 e, in fin e, il n om e di u n S an ba (?) pr(esbyter) si ricon osce su ll’in ton aco bian co del fian co su d della spelu n ca m agn a 2045 ; n on con n otate da appellativi risu ltan o poi le sem plici firm e di u n Petru s 2046 , an cora su l m arm o valorizzato dall’Arm ellin i, e di u n [Dom ]in icu s, su lla parete prossim a ad Ag 2047 . Più pecu liari appaion o le form u le adottate in poch i altri casi: in u n o, sem pre su lla lastra appen a rich iam ata, ricorron o com e esem pio isolato i n om i al n om in ativo dei du e m artiri Felicissim u s e Agapitu s, in m odu lo m in ore e in posizion e corren te su lla su ccessiva firm a di A[gu ]stin (u s) 2048 , n ell’abside Ag il lacu n oso graf- 2035 VZ II, pp. 169 (vd. su pra, p. 190 n . 1240 su lla discu tibile associazion e di Urban o al com plesso in qu esto lem m a), 199, 200. Cfr. S PE RA 2000-01, pp. 127-128 per alcu n e osserva zion i su i caratteri dislocativi delle citazion i n el Codice di E in siedeln . 2036 S u pra, pp. 189-212 per i problem i di localizzazion e e iden tificazion e. 2037 Cfr., in gen erale, CARLE TTI 1991 e CARLE TTI 2002a; per alcu n i con testi m aggiorm en te approfon diti si veda CARLE TTI 1984-85 (su ll’affresco di San Lu ca a Com m odilla), S MIRAGLIA 1994 (su u n a m en sa della basilich etta an on im a della via Ardeatin a), S PE RA - S MIRAGLIA 2001, part. pp. 989-1002 (su lle pareti del cd. battistero di Priscilla), CARLE TTI 2002 (su i graffiti in on ore del m artire E u tich io n ella catacom ba dell’ex-vign a Ch iaraviglio). In oltre S PE RA 1998, pp. 76-78 per u n breve qu adro gen erale. 2038 S u pra, pp. 199. 2039 ICUR V 13880a. 2040 ICUR V 13878 (e ARME LLINI 1874); vd. già su pra, n . 1243 p. 191 e p. 199 (n . 1300). Non essen do possibile alcu n a con testu alizzazion e m on u m en tale, la fu n zion e del m arm o risu lta alqu an to in certa; u n a fascia di in ton aco rosso visibile lu n go il bordo n on n e esclu de l’u so com e m ateriale di rivestim en to, ben ch é il reperto possa ispirare l’idea di u n a m en sa sim ile al m an u fatto dalla basilica an on im a della via Ardeatin a (S MIRAGLIA 1994; u n o spu n to in tal sen so in CARLE TTI 2002a, p. 350). 2041 Si tratta del graffito più alto della lastra m arm orea sporadica (ICUR V 13878). È ovvio ch e in qu esto rapido excu rsu s n on saran n o con siderati n é i graffiti evocativi rivolti ai defu n ti (com e qu elli su lla fron te dell’arcosolio est in AB3 – ICUR V 14608 – o su l parapetto dell’arcosolio di Lu cen zio in Ak – ICUR V 14429: fig. 325 –), n é i diversi segn i grafici, spesso privi di sign ificato, an ch e sem plicem en te elem en ti geom etrici, rin tracciabili, ad esem pio, in A1/AD1 e in B14, espression e di u n a frequ en tazion e in sen so m olto am pio. Pu re du bitativam en te attribu ibile ad u n pellegrin o è il “disegn o” graffito su lla parete n ord del- la spelu n ca m agn a con tre elem en ti in terpretabili com e colon n e o com e can delabri (ICUR V 15267g; cfr. F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 379. Un a coppia di an alogh i segn i grafici, di dim en sion i più con ten u te, ven n e tracciata, n on si pu ò dire se dalla m edesim a m an o, su u n m arm o, presu m ibilm en te di rivestim en to, n ell’area della basilich etta di Com m odilla: PCAS, i. 1100); è difficile stabilire se esso sia da ascrivere a qu elle testim on ian ze grafich e n on alfabetich e e “parassite”, ch e si ritien e com u n qu e di valorizzare in fu n zion e del “desiderio di lasciare u n segn o … visibile e du revole … in u n lu ogo ven erato” (CAR LE TTI 1991, p. 225). È pu re ovvio, in fin e, ch e rappresen ta u n a situ azion e diversa il graffito ICUR V 13877 tracciato su l bordo locu lare con calce an cora fresca in Ax (su pra, pp. 182, 183). 2042 Su lla logica con n ession e tra i pellegrin i ch e traccian o i graffiti e i m em bri della gerarch ia ecclesiastica, qu asi u n ici deten tori di u n a cu ltu ra libresca tradita dall’u so di lettere on ciali P E TRUCCI 1971, G UYON 1976, p. 47, CARLE TTI 1991, pp. 212217, 222-224 e CARLE TTI 2002a, pp. 347-348. 2043 ICUR V 13878; vd. F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 174 per le varie proposte di lettu ra, variate soprattu tto a cau sa dell’im precision e trascrittiva fin ale, con qu attro segn i obliqu i con tigu i (W). 2044 ICUR V 13880a; si è detto ch e proprio tale firm a spin ge ad u n posizion am en to della lastra ad altezza d’u om o (su pra, p. 198). 2045 ICUR V 13880b; il n om e è corretto e in tegrato com e S a<b>ba(tiu s) da F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 174. 2046 Ma potrebbe leggersi an ch e Petru (s) p(resbyter), per la fattu ra dell’u ltim a lettera più sim ile a P ch e a S. 2047 ICUR V 13878 e 13881c; an ch e qu esti person aggi potrebbero però essere dei presbiteri: F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 174 e in fra. Men o ch iari risu ltan o i du e graffiti ICUR V 13881a-b, pu re su ll’in ton aco presso Ag, n on più leggibili. Va detto ch e n on pare con siderabile u n a firm a di pellegrin o, m a piu ttosto u n ’iscrizion e fu n eraria, la scritta in carbon e, gran de e ben cen trata su u n m arm o, ICUR V 13882. 2048 ICUR V 13878. Si tratta di u n o dei casi eccezion ali in cu i si scrive il n om e dei m artiri fu ori da u n con testo testu a- CAPITOLO 1 - FRE QUE NTAZIONE DE L COMPLE SSO TRA TARDA ANTICH ITÀ E ALTO ME DIOE VO Fig. 325 – Graffiti su l parapetto dell’arcosolio di Lu cen zio (Arch ivio PCAS). Fig. 326 – Graffiti su lastra m arm orea. 313 314 PARTE V - DALLE VISITE DE I PE LLE GRINI ( VII -VIII SE C.) AL RE CUPE RO ARCH E OLOGICO ( XV-XX SE C.) fito di u n person aggio sem bra am pliarsi in u n a rich iesta (ego Tal[- - -] / rog[- - -]) 2049 , m en tre, a poch issim a distan za, u n a serie di lettere tracciate m ale e con u n a m an can za n ell’in ton aco in posizion e cen trale ricom pon gon o l’in vocazion e di ispirazion e litu rgica, logicam en te rivolta ai m artiri, su cu rrite u t vin ca[m in die iu ]dicii 2050 . Oltre ch e n elle form e adottate, an ch e n ei m odi di scrivere i docu m en ti riassu n ti si in tegran o felicem en te n el repertorio delle attestazion i grafich e del pellegrin aggio altom edievale n elle catacom be rom an e, con la disin volta associazion e di “capitali atipich e di tipo epigrafico, on ciali più o m en o caratterizzate, elem en ti di corsiva n u ova, gen eralm en te ad an dam en to diritto e ben distan ziati gli u n i dagli altri”2051 . In gen erale, rispetto agli altri con testi, tu ttavia, colpisce sia il n u m ero estrem am en te irrisorio dei graffiti con servati rispetto alle su perfici in ton acate dispon ibili, in particolare en tro l’abside Ag, in logica con n ession e con l’idea, già eviden ziata, di u n a certa rarefazion e frequ en tativa a van taggio del com plesso su bdiale 2052 , sia l’assen za pressoch é totale di person aggi d’oltralpe, com u n em en te ricon oscibili per la ricorren za di an tropon im i germ an ici, ch e sem bra essere u n a pecu liarità sign ificativa della docu m en tazion e em ersa dal qu adro dei san tu ari su bu rban i 2053 . In alcu n i person aggi ch e firm an o n ella spelu n ca m agn a di Pretestato, però, si è proposto di ricon oscere pellegrin i ch e tracciaron o con an alogh e m odalità il proprio n om e an ch e in altri lu ogh i: soprattu tto l’Eu stat(hiu s) pr(esbyter) su l m arm o dam asian o 2054 visitò, lascian don e traccia, sicu ra m en te il san tu ario di Pon zian o su lla via Portu en se e qu ello di Ippolito su lla Tibu rtin a 2055 e an ch e la ba- silich etta attribu ita ai m artiri greci su lla via Ardeatin a 2056 ; m en o accertabile l’iden tificazion e del prete Leo con l’om on im o ecclesiastico ch e firm a n ella cripta di San ta Cecilia e in qu ella di papa Corn elio 2057 e l’associazion e del Petru s e del Dom in icu s con i m edesim i n om i, segu iti però dal titolo di presbiteri, en tram bi su lla m en sa della basilica an on im a della via Ardeatin a 2058 . le; per u n altro esem pio dalla catacom ba di Pan filo (ICUR X 26317) M AZZOLE NI 1990-91; vd. CARLE TTI 1991, p. 219 su lla pecu liarità di tali attestazion i. 2049 ICUR V 13879a. Per u n a form u la più com pleta di qu esto tipo ICUR VI 15968 (vd. an ch e CARLE TTI 2002, p. 43, A1). 2050 ICUR V 13879b (così an ch e in CARLE TTI 1991, p. 211). Cfr., per l’espression e su ccu rite, il Liber an tiphon ariu s di Grego rio I (PL 78, c. 722); il lem m a dies iu dicii ricorre pu re in testi abbastan za tardi (per u n esem pio vd. i Capitu laria di Carlo Magn o in PL 97, c. 239). 2051 CARLE TTI 1991, p. 222; vd. an ch e CAVALLO 1988, p. 484. In oltre CARLE TTI 2002a, pp. 347-348. 2052 S u pra, pp. 306-307. A ragion e, valu tan do le gen erali attestazion i dalle catacom be rom an e, C. Carletti eviden ziava, in fatti, ch e proprio i san ti del su bu rbio su d/su d-est eran o qu elli più visitati, e qu in di an ch e i più “scritti” (CARLE TTI 2002a, p. 345). 2053 CARLE TTI 1991, part. p. 209. 2054 ICUR V 13880a. 2055 ICUR II 4533b (vd. an ch e F E RRUA, ICUR V 13880a, ad com m ., p. 174 e T E DE SCH I 1992, p. 317) e ICUR VII 19943. I “segn i” del passaggio son o, tu ttavia, m olto diversi: u n a sem plice firm a a Pretestato, u n a form u la m olto articolata di u m iliazion e n el san tu ario della Portu en se e u n m on ogram m a organ izzato secon do u n disegn o cru ciform e (forse qu ello in ciso su l su o an ello: CARLE TTI 2002a, p. 349) a S. Ippolito. 2056 ICUR IV 12240 (S MIRAGLIA 1994, n . 27 pp. 179-180). I problem i di iden tificazion e del san tu ario son o riassu n ti in S PE RA 1999, p. 87. 2057 ICUR IV 9525 (vd. F E RRUA, ICUR V 13878, ad com m ., p. 174) e 9373g, p, q (cfr. an ch e CARLE TTI 2002a, p. 350); u n Leo presbyter ricorre an ch e su lla m en sa del san tu ario dell’Ardeatin a (ICUR IV 12240; S MIRAGLIA 1994, n n . 23, 25 p. 179), n ella basilich etta di Com m odilla (ICUR II 6449, 25), in qu ella di Marcellin o e Pietro (ICUR VI 15938b, 15975) e a Pan filo (ICUR X 26319). 2058 ICUR IV 12240 (S MIRAGLIA 1994, n n . 4 p. 176, 14 e 17 p. 177 per Petru s; n n . 8, 11 p. 177 per Dom in icu s, ch e n el prim o graffito dich iara l’apparten en za al titu lu s san cti Martin i); vd. F E RRUA, ICUR V 13878 e 13881b, ad com m ., p. 174. 2059 In gen erale, su i caratteri del pellegrin aggio a Rom a n ell’altom edioevo, S PE RA 1998, pp. 63-68; vd., soprattu tto, F IOCCH I N ICOLAI 2000a, su lle visite “globali” al su bu rbio di Rom a e su lla restitu zion e di u n a viabilità fu n zion ale alla peregrin azion e devozion ale. 2060 VZ II, pp. 85-86. 2061 S u pra, pp. 11, 23-25, 33, 88, 247, 296. 2062 S u pra, pp. 218, 290. 2063 Per u n a proposta in dettaglio della possibilità di itin erari n ell’area Appio-Ardeatin a, su lla base della ricom posizio n e arch eologica dell’assetto viario, S PE RA 1998, pp. 62-63 e S PE RA 1999, pp. 457-458 (vd. an ch e F IOCCH I N ICOLAI 2000a, p. 227). In effetti n ei secoli dell’altom edioevo il com plesso di Pretestato con i su oi poli di attrazion e cu ltu ale arricch iva l’in tricata m aglia di proposte devozion ali, su bdiali e ipogee, organ izzata in torn o alle m u ra di Rom a e servita di u n com plesso sistem a di vie secon darie ch e agevolavan o in m odo n otevole l’attu azion e dei program m i di visita com pleta ai loca san cta 2059 . Ch i si direzion ava a Pretestato da su d, dalla via Latin a o dal com plesso di San Sebastian o, secon do la sequ en za su ggerita dal pellegrin o di Salisbu rg 2060 , poteva raggiu n gere l’asse viario su d-est/n ord-ovest corrispon den te all’Appia Pign atelli m odern a 2061 , n el prim o caso “taglian do” attraverso i sen tieri della valle della Caffarella, n el secon do con u n a strada basolata ricalcata dalla via di San Sebastian o, e qu in di, m edian te il percorso verso n ord-est, di cu i si rin tracciaron o basoli davan ti all’accesso orien tale alla spelu n ca m agn a 2062 , visitare agevolm en te i san tu ari sotterran ei prim a, poi qu elli su bdiali, per prosegu ire, riportan dosi su ll’Appia direttam en te a n ord-ovest e oltrepassan dola verso i lu ogh i sacri dell’area callistian a 2063 . Appare logica la su pposizion e ch e an ch e n ell’altom edioevo i sistem i di in gresso e di fu oriu scita della rete ipogea e in particolare della spelu n - CAPITOLO 1 - FRE QUE NTAZIONE DE L COMPLE SSO TRA TARDA ANTICH ITÀ E ALTO ME DIOE VO ca m agn a rim an essero sostan zialm en te in variati e ch e, pu r in u n m om en to di esclu siva frequ en tazion e a scopo devozion ale, potessero essere an cora attive le stru ttu re di servizio an n esse all’in gresso m on u m en tale est 2064 ; proprio a qu esta fase, an zi, pu ò logicam en te riferirsi lo “sn ellim en to” n ell’u so dei van i, ch e portò al tam pon am en to dell’accesso agli am bien ti sem in terrati e al sottoscala, ai qu ali è stata con bu on a probabilità attribu ita la fu n zion e di deposito per derrate e liqu idi, esito certam en te di n u ove m odalità di fru izion e degli am bien ti an n essi all’in gresso m on u m en tale 2065 . Ma la con tin u ità d’u so del com plesso n ei secoli dell’altom edievo preceden ti al IX è in equ ivocabilm en te garan tita soprattu tto dal reiterato in teresse rivolto da alcu n i papi all’assetto arch itetto n ico, ben ch é la con su eta gen ericità delle in dicazio n i forn ite dalle biografie del Liber pon tificalis, associata alle pesan ti e in colm abili lacu n e con oscitive dell’area su bdiale, con feriscan o a tali testim on ian ze u n valore poco sign ificativo in term in i di restitu zion e m on u m en tale. Nella prim a m età dell’VIII secolo Gregorio III (731-741) et cym iteria beatoru m m artyru m Ian u arii, Urban i, Tibu rtii, Valerian i et Maxim i, eoru m tectu m in ru in is positu m a n ovo perfecit 2066 , in terven en do, cioè, logicam en te su organ ism i su b divo 2067 , in qu alch e m odo rappresen tativi an ch e di alcu n i cu lti sotterran ei, per i qu ali il rifacim en to del tetto, em blem atico di u n lavoro on eroso, costitu isce sen za du bbio la spia di u n forte in teresse alla m an u ten zion e 2068 . Ad u n ’opera di gen erale risistem azion e dell’in tero com plesso cu ltu ale, volta ad u n a rin n ovata efficien za delle su e tradizion ali com pon en ti m on u m en tali, le du e basilich e di su perficie, rispettivam en te di Zen on e e di Tibu rzio, Valerian o e Massi - 2064 S u pra, pp. 288-292; tali stru ttu re, si è visto, ven n ero im pian tate su bito dopo la m età del IV secolo. 2065 S u pra, p. 292 per alcu n e an ticipazion i e per u n ’ipotesi del Ferru a su tali m odifich e n ell’im pian to. 2066 LP I, p. 420. 2067 Per l’u tilizzo del term in e cym iteriu m n el Liber pon tificalis in relazion e a edifici di su perficie vd. D E S ANTIS 2001, p. 56, per le biografie an teriori a Gregorio Magn o. 2068 È n oto ch e la difficile reperibilità del legn am e ren deva di particolare peso il restau ro dei sarta tecta (in dicative in tal sen so du e lettere scritte da Adrian o I a Carlo Magn o: MGH , E p. III, pp. 592-593 e 609-610), di cu i la biografia di Gregorio III (LP I, pp. 415-421) è costellata n on solo in rapporto a n u m erosi edifici u rban i, m a an ch e a costru zion i extram u ran ee, com e la basilica san ctoru m Processi et Martin ian i (LP I, p. 419), l’ecclesia Beati Gen esii m artyris (LP I, p. 419) e la basilica Beati Marci (LP I, p. 420); a San Paolo il com pilatore è eccezion alm en te dettagliato n el descrivere le m odalità dell’in terven to ch e previde la sostitu zion e di trabes n u m ero V e il ripristin o di totu m tectu m ab arco altaris et u squ e ad regias (LP I, p. 420). Su l restau ro dei sarta tecta n ella Rom a altom edievale PANI E RMINI 1992, pp. 504-506; su lla person alità e le vicen de con n esse al papato di Gregorio III vd., in vece, il recen te P. D E - 315 m o, e il cym iteriu m con le cin qu e tom be ven erate n ella spelu n ca m agn a, ven n e in dirizzata in vece l’attività prom ossa da Adrian o I (772-795) 2069 e in serita in qu el program m a di rivitalizzazion e dei san tu ari ch e il papa, am ator ecclesiaru m Dei, con du sse su larga scala n el su bu rbio rom an o, prim a dell’irri m e diabile abban don o degli in sediam en ti paleocristian i 2070 . Le n ecessarie cau tele n ella possibilità di stabilire l’effettiva portata di tali lavori an ch e n ei sotterran ei deriva dalla con siderazion e ch e in effetti, si è visto, la storia stru ttu rale della spelu n ca m agn a trova u n a su a com piu tezza m on u m en tale già alla fin e del IV secolo 2071 e ch e le opere su ccessive alla gen erale e defin itiva risistem azion e son o rappresen tate da m u ri appen a sign ificativi n ella sequ en za evolu tiva e fru tto, più probabilm en te, di in terven ti estem poran ei. Si tratta, essen zialm en te, di u n rin forzo in corrispon den za dell’in gresso al van o A5', raccordabile con u n arco trasversale n ella galleria cen trale, sottopassan te u n an alogo arco più an tico 2072 (tav. III), e, n ella galleria-san tu ario AB10, di u n m u ro di sbarram en to a 8,60 m dall’in crocio con la spelu n ca m agn a, ch e bloccava il collegam en to con la region e B, lim itan do, perciò, la frequ en tazion e dell’am bu lacro al solo tratto in teressato dalla presen za m artiriale 2073 . L’opera m u raria, distru tta du ran te le in dagin i del 1936 2074 , è docu m en tata da u n a foto esegu ita n el corso dei lavori (fig. 327), ch e m ostra u n a stru ttu ra in m ateriale di spoglio estrem am en te eterogen eo, con diversi m arm i scolpiti e sporadici laterizi, pecu liarità ch e sem bran o con traddistin gu ere u n a serie di lavori di portata poco rilevan te n ei san tu ari delle catacom be rom an e e attribu ibili per lo più al periodo altom edievale 2075 . LOGU , s.v. Gregorio III, san to, in E n ciclopedia dei papi, pp. 651656 (e part. p. 653 per l’attività edilizia). 2069 LP I, p. 509: ecclesiam beati Tibu rtii et Valerian i atqu e Maxim i, seu basilica S an cti Zen on i, u n a cu m cym iterio san ctoru m Urban i pon tificis, Felicissim i et Agapiti atqu e Ian u arii seu Cyrin i m artyribu s, foris porta Appia, u n o coheren tes loco, qu ae ex priscis m arcu eran t tem poribu s, n oviter restau ravit (vd. su pra, pp. 301-302 per u n a lettu ra del passo; in oltre p. 191). 2070 LP I, p. 499. Su ll’opera di Adrian o I n el su bu rbio di Rom a vd., essen zialm en te, S PE RA 1997 e part. pp. 188-193 per u n qu adro com plessivo; in gen erale, in vece, su lla figu ra del papa O. B E RTOLINI , s.v. Adrian o I, in E n ciclopedia dei papi, pp. 681-695. 2071 S u pra, pp. 212-222. 2072 S u pra, p. 218 n . 1427. 2073 S u pra, pp. 206-212. Un a valorizzazion e delle stru ttu re, proprio n ell’ottica dell’ipotesi iden tificativa del san tu ario, in S PE RA 1998a, pp. 821-824. 2074 In fra, p. 336. Un accen n o alla scoperta in J OSI 1936, p. 213 fig. 5. 2075 S PE RA 1997, pp. 209-210; 214-216; 221-223 (e pp. 234235) per alcu n i esem pi riten u ti di età adrian ea. 316 PARTE V - DALLE VISITE DE I PE LLE GRINI ( VII -VIII SE C.) AL RE CUPE RO ARCH E OLOGICO Fig. 327 – Mu ro di sbarram en to della galleria AB10 (Arch ivio PCAS). ( XV-XX SE C.) CAPITOLO 2 IL ME DIOE VO TRA SPOLIAZIONI, ABBANDONO E PE RSISTE NZE An ch e n el com plesso di Pretestato la traslazio n e delle spoglie m artiriali segn a, com e in tu tte le n ecropoli paleocristian e del su bu rbio di Rom a 2076 , u n a frattu ra in elim in abile n ella storia del sito e l’in izio di u n defin itivo processo di abban don o e disattivazion e del polo in sediativo. Tu ttavia, ricostru ire le vicen de con n esse al prelevam en to dei corpora san cta dalle tom be origin arie e segu ire le tappe di u n a troppo con fu sa dispersion e di cu lti e reliqu ie, spesso oltre i con fin i della città di Rom a, è veram en te m olto difficile an ch e per la m an can za di fon ti specifich e e di stu di organ ici volti ad u n a restitu zion e dettagliata del fen om en o 2077 . Gran de rison an za ven n e data all’epoca di Pasqu ale I (817-824) allo spostam en to delle reliqu ie di Tibu rzio, Valerian o e Massim o e di papa Urban o da Pretestato 2078 n ella ch iesa trasteverin a di S. Cecilia, descritto con dovizia di dettagli dal com pilatore del Liber pon tificalis, m a con u n errato in serim en to n el gru ppo della m artire Cecilia, sepolta n el com plesso callistian o, ch e crea qu alch e in certezza su l valore dell’in tera n otizia 2079 : l’in te resse del papa verso la n ecropoli m u ove proprio dalla ricerca del corpo della san ta ch e vien e rin ven u to in cim iterio Praetextati, situ m foris portam Appiam , au reis illu d vestitu m in du m en tis, cu m corpore ven erabilis spon si Valerian i, pariterqu e et lin - team in a m artyrii illiu s san gu in e plen a, qu an do ab im pio percu ssa carn ifice Christi dom in i m artyr est regn an tis in saecu la con secrata. Qu ibu s et lin team in ibu s san gu is san ctae m artyris abstersu s, in volu ta ad pedes illiu s corpori sacratissim o cru ore plen a, de trin a pertractan s m an ibu s collegit et cu m m agn o hon ore in fra m u ros hu iu s R om an ae u rbis in ecclesia n om in e ipsiu s san ctae m artyris dedicata, ad lau dem et gloriam om n ipoten tis Dei, eiu dem virgin is corpu s, cu m carissim o Valerian o spon so atqu e Tybu rtio et Maxim o m artyribu s, n ecn on Urban o et Lu cio pon tificibu s, su b sacrosan to altare collocavit 2080 . L’in flu en za diretta della n arrazion e agiografica si ren de u lteriorm en te ch iara n el don o del papa, in sacro altare, di u n a vestis de blatin bizan tea, ch e aveva in m edio tabu lam de chrisoclabo cu m storia qu aliter an gelu s beatam Caeciliam seu Valerian u m et Tybu rtiu m coron avit, proprio com e n ella passio, dove u n an gelo in tervien e direttam en te n ella con version e della don n a e dei du e fratelli, sia pu r in m om en ti su ccessivi 2081 . La presen za n ella ch iesa di S. Cecilia di u n ’iscrizion e ex-voto con dedica a Tibu rzio, Valerian o e Massim o e il ricordo del loro dies n atalis, gen e ralm en te attribu ita al VI secolo e con probabilità proven ien te proprio dal cim itero su bu rban o 2082 , pu ò assu m ere u n qu alch e sign ificato a garan zia di 2076 E ssen zialm en te P E RGOLA 1997, pp. 104-105 e F IOCCH I N ICOLAI 1998, p. 65. 2077 Per u n a bibliografia “tradizion ale” su lle traslazion i vd. G UIRAUD 1892, H OTZE LT 1938, D UPRÉ T H E SE IDE R 1964, G E ARY 1978, H E INZE LMANN 1979. Cfr. S AXE R 1989, pp. 980-982 e part. An n exe X, pp. 1020-1023 per u n qu adro gen erale dei docu m en ti ch e attestan o “m ovim en ti” di reliqu ie. 2078 Su tali m artiri su pra, n n . 1238 e 1240 p. 190. 2079 LP II, pp. 56-57. Per i problem i in terpretativi Lexicon des Mittelalters II, cc. 1343-1344 e S AXE R 1989, p. 1021; cfr. in oltre, D E LE H AYE 1936, pp. 88-96 e an ch e l’eru dita opera di B OSIO 1600. Le fon ti tradiscon o in effetti u n a precoce con fu sion e tra i du e com plessi di Callisto e Pretestato in relazion e al gru ppo agiografico di Tibu rzio, Valerian o, Massim o, Urban o e Cecilia, n on solo per la solida fortu n a del raccon to, m a an ch e per gli in evitabili risvolti di qu esto n ella frequ en tazion e e n ello stesso assetto dei san tu ari (n ella cripta di S. Cecilia, ad esem pio, era u n a raffigu razion e di papa Urban o – O SBORNE 1985, pp. 310-312 –; cfr. su pra, n . 1240 p. 190 su lla falsa attribu zion e della sepoltu ra di Urban o a Callisto, con fu sion e ch e sem bra riech eggiata an ch e dal fram m en to di itin erario n el Codice 326 di E in siedeln – VZ II, p. 169 –; si ricordi soprattu tto ch e u n latercolo del 21 aprile del Martyrologiu m Hieron ym ian u m rich iam a la sepoltu ra di Tibu rzio, Valerian o e Massim o a Callisto (AA. SS., Nov. II, 2, p. 47; vd., per lo statu s qu aestion is, AMORE 1975, pp. 180-182). Le du e passion es di Cecilia e di Urban o (D E LE H AYE 1936, pp. 194-220 e AA. SS., Maii VI, pp. 10-15), opera presu m ibilm en te di u n u n ico com pilatore, alim en tavan o sen za du bbio l’am pliam en to della “proposta devozion ale” ai frequ en tatori di qu esti san tu ari, con in terferen ze e sovrapposizion i (S PE RA c.s.). 2080 LP II, p. 56. Un ’u lteriore in esattezza in qu esto passo del Liber pon tificalis relativo alla traslazion e di Pasqu ale I è costitu ita an ch e dall’associazion e dei papi Urban o e Lu cio, sepolto, in vece, n ella cripta dei papi (ICUR IV 10645; W ILPE RT 1910, p. 20). 2081 LP II, p. 57 e AA. SS., Apr. II, pp. 204-206. Note in teressan ti su lle decorazion i tessili delle ch iese rom an e n el periodo in qu estion e in S AXE R 1996-97. 2082 ICUR V 15435 (vd. già su pra, pp. 306-307 n . 2021). 318 PARTE V - DALLE VISITE DE I PE LLE GRINI ( VII -VIII SE C.) AL RE CUPE RO ARCH E OLOGICO ( XV-XX SE C.) e delle spoglie di Gen n aro, solo ipoteticam en te riu n ito al gru ppo dei sette figli di Felicita, dei qu ali con la m adre si ricorda u n a traslazion e a Ben even to 2091 . Fon ti su Qu irin o, piu ttosto tarde, n e docu m en tan o in vece u n fiorire del cu lto a Neu ss su l Ren o; qu i le reliqu ie sarebbero giu n te da Colon ia, dove eran o state portate n el 1050, m a su lla base di u n docu m en to del 1485, da u n a badessa (Gepa?) alla qu ale eran o state don ate dal pon tefice Leon e IX 2092 ; poco verosim ilm en te, ispirato piu ttosto dai legam i agiografici con Balbin a, l’Ugon io n e stabiliva il trasferim en to n ella ch iesa u rban a dedicata alla san ta 2093 . u n reale spostam en to delle spoglie san te n ell’edificio in tram u ran eo; tra l’altro qu i, n el XVI secolo, Pom peo Ugon io ricordava n on solo la presen za delle reliqu ie di Urban o, m a an ch e “di più i corpi di n ovecen to m artiri tran sferiti qu a dal Cem eterio di Pretestato da Papa Pascale I”2083 . Reliqu ie del papa e dei su oi tradizion ali com pagn i son o an n overate tra i fu rta sacra effettu ati, n ella prim a m età del IX secolo, dalla “ban da” del diacon o Deu sdon a 2084 , m en tre, a proposito delle spoglie di Urban o, si h a n otizia del don o di Nicolò I n ell’862 ai m essi dell’im peratore Carlo il Calvo, ch e portaron o tali reliqu ie ad Au xerre 2085 . Allo stesso Pasqu ale I si deve probabilm en te an ch e la traslazion e di Zen on e a San ta Prassede, tra i m u lta corpora san ctoru m diru tis in cim iteriis iacen tia 2086 , ch e il papa, stan do ad u n ’iscrizion e corren te n ell’abside su bter haec m oen ia pon it 2087 ; se ispira alcu n i du bbi il ricordo del m artire n ella n ota iscrizion e del XVIII secolo posta n ella cripta, copia però di u n docu m en to m edievale, secon do la qu ale con didit iam dictu s Praesu l corpora ven erabiliu m haec Zen on is presbiteri et alioru m du oru m 2088 , è più ch e sign ificativa la dedica al san to, garan tita dal Liber pon tificalis, di u n oratoriu m beati Zen on is Christi m artyris, u bi et sacratissim u m eiu s corpu s pon en s m u sibo am plian ter orn avit 2089 . Un n u m ero m in ore di in form azion i si recu peran o su llo spostam en to dei corpi di Felicissim o e Agapito, ch e u n docu m en to m u tilo di cron ologia in certa ricorda forse trasferiti a Isarn h ofen 2090 , Prim a del defin itivo abban don o va con siderato ch e gli organ ism i, su bdiali e sotterran ei, poteron o essere sottoposti ad u n ’attività di spoliazion e più o m en o program m ata; qu esta ven n e rivolta, è logico, soprattu tto ai m arm i, in particolare alle preziose lastre colorate di rivestim en to facilm en te asportabili dalle su perfici alle qu ali eran o affisse e rilavorabili, n on ch é piu ttosto ricercate per il gu sto em ergen te delle creazion i ad in tarsio 2094 , m a an ch e ai m ateriali edilizi, gen eralm en te riu tilizzati per n u ove costru zion i 2095 . È in teressan te ch e, sia n egli arch i trasversali della spelu n ca m agn a, sia n ei n icch ion i dei m au solei su b divo, possa essere docu m en tata l’asportazion e, piu ttosto sistem atica, dei laterizi delle gh iere (figg. 328329), u n a m odalità di recu pero riscon trata an ch e in altri con testi in corso di destru ttu razion e della Rom a m edievale 2096 . 2083 U GONIO 1588, p. 134. Il corpo di Valerian o sarebbe stato ritrovato a S. Cecilia n el 1599 dal cardin ale Sfon drati (G ROS SI G ONDI 1920, pp. 301-303 e D E LE H AYE 1934, p. 110). 2084 BH L 7044; vd. D E LE H AYE 1934, pp. 88-89. In siem e alle reliqu ie di Urban o e alle ossa di Cecilia, Tibu rzio, Valerian o e Massim o, il gru ppo di spoglie san te prelevate da Rom a com pren deva an ch e qu elle di altri m artiri del cim itero, Zen on e, Agapito e Gen n aro (con Magn o, presu m ibilm en te il person aggio riten u to u n o dei diacon i di Sisto II: su pra, n . 1241 p. 190). 2085 BH L 8391; cfr. L ÜH MANN 1968, p. 67 e A. AMORE , s.v. Urban o, in BSS XII, Rom a 1969, c. 840. 2086 LP II, p. 54 (cfr. an ch e p. 52). Su l ru olo di Pasqu ale I n ella riarticolazion e degli spazi cu ltu ali n ella Rom a m edioevale cfr. l’in qu adram en to gen erale di P. P IAZZA, s.v. Pasqu ale I, san to, in E n ciclopedia dei papi, pp. 706-709 (e part. pp. 708-709). 2087 LP II, n . 10 p. 63. 2088 LP II, n . 11, pp. 63-64; vd. an ch e S AXE R 1989, p. 1021. Su l m artire Zen on e su pra, n . 1239 p. 190. 2089 LP II, p. 55; su ll’oratorio an cora valido il con tribu to di B ALDRACCO 1942. Su lla prelevazion e di reliqu ie an ch e di qu esto san to da parte del gru ppo di Deu sdon a su pra, n . 2084. 2090 BH L 2852 (vd. an ch e S AXE R 1989, p. 1023). Su i du e diacon i di Sisto II su pra, n . 1243 pp. 190-191. Reliqu ie di qu esti m artiri com paion o an ch e tra qu elle “rapin ate” da Deu sdon a e i su oi com plici: di Agapito, si è visto (su pra, n . 2084), son o ricordate le ossa in u n gru ppo prelevato dopo l’838, m en tre u n brachiu m Felicissim i diacon i era stato don ato all’abate di Fu lda Raban o Mau ro n ell’835 (BH L 7044; D E LE H AYE 1934, p. 87). Poco fon data si ritien e l’osservazion e di F. CARAFFA, s.v. Felicissim o, Agapito, Gen n aro, Magn o, Vin cen zo e S tefan o, in BSS V, Rom a 1964, c. 603, secon do la qu ale potrebbe esserci u n ’associazion e tra u n m ovim en to di reliqu ie dei du e diacon i e la presen za della lastra dam asian a in on ore dei san ti a San Ni- cola de’ Cesarin i (in fra, p. 320); pu re di scarso valore in rapporto alla ricom posizion e delle vicen de su lla traslazion e dei corpi di Felicissim o e Agapito da Pretestato va riten u ta la testim on ian za dell’Ugon io, ch e ricorda reliqu ie dei du e diacon i n elle ch iese u rban e di S. Marco, dei Ss. Cosm a e Dam ian o, di S. Su san n a, di S. Croce in Geru salem m e e di S. Crisogon o (U GONIO 1588, pp. 159v., 181v., 194v., 212v., 282v.). 2091 BH L 2854 (vd. S AXE R 1989, p. 1022). 2092 Un a sin tesi su lle vicen de in B. CIGNITTI , s.v. Qu irin o, in BSS X, Rom a 1968, cc. 1329-1332 (ricorda an ch e, però, il fu rto attestato da parte del gru ppo di Deu sdon a su pra, n . 2084); il cu lto di Qu irin o a Neu ss sem bra avere origin i veram en te an tich e (forse al m artire era già dedicata u n a ch iesa n el X secolo) ed è an cora m olto fervido: si vedan o in tal sen so i vari con tribu ti della giorn ata di stu di in TAUCH 2000. 2093 U GONIO 1588, p. 129v. (tra l’altro la stessa Balbin a sarebbe stata origin ariam en te sepolta a Pretestato secon do lo stu dioso). Nella passio di Alessan dro, E ven zio e Teodu lo, Balbin a è la figlia del tribu n o Qu irin o (AA. SS., Maii I, pp. 375-379). 2094 Cfr., in particolare, le n ote di CLAUSSE N 1989 e di N I STA 1992, m a an cora su ggestivi i con tribu ti di F E DE LE 1909 e D E B OÜARD 1911 (S PE RA 1995 per alcu n i riferim en ti a con testi delle catacom be rom an e). Tra i van i im preziositi da rivestim en ti m arm orei parietali si ricordin o il m au soleo cru ciform e su b divo (su pra, pp. 267-268 e part. p. 271) e i cu bicoli Ax e Ao su lla spelu n ca m agn a, ben ch é in qu est’u ltim o parte dell’opu s sectile sia an cora con servato (su pra, p. 226). 2095 Cfr., su lle problem atich e del riu so dei m ateriali n el m edioevo, essen zialm en te G RE E NH ALGH 1984 e D E L ACH E NAL 1995. Per u n sito su bu rban o su bdiale in cu i è stata possibile la veri fica stratigrafica delle m odalità di spoliazion e e di abban don o vd. L. S PE RA, in F IOCCH I N ICOLAI E T ALIAE 1995-96, pp. 197-209. 2096 Ad esem pio in u n ’u n ità residen ziale n ell’area di piaz- CAPITOLO 2 - IL ME DIOE VO TRA SPOLIAZIONI , ABBANDONO E PE RSISTE NZE Fig. 328 – Mau soleo cru ciform e: gh iera dell’arcon e orien tale con laterizi asportati. Fig. 329 – Mau soleo esacon co: gh iere con laterizi asportati. 319 320 PARTE V - DALLE VISITE DE I PE LLE GRINI ( VII -VIII Non si pu ò n eppu re esclu dere, tra l’altro, n ell’a rea l’operatività di calcare, frequ en tem en te attivate, an ch e n el su bu rbio rom an o, proprio in corrispon den za di in sediam en ti in abban don o con n otati dalla diretta reperibilità di abbon dan te m ateriale 2097 ; l’in discrim in ata distru ttività di u n a stru ttu ra di qu esto tipo n ell’area del com plesso di Pretestato è segn alata solo per il periodo su ccessivo da Pirro Ligorio, ch e, si vedrà, attribu isce al proprietario della vign a e della stessa calcara, il già ricordato Diaolello o Diavolella, il ru olo di “avido specu lato re di an ticaglie e in sen sibile qu an to pertin ace distru ttore di m arm i”2098 . E sito della con tin u ata spoliazion e, in fatti, è an ch e la verificabile dispersion e di alcu n i m arm i sicu ram en te associabili al cim ite ro, soprattu tto la lastra dam asian a in on ore di Felicissim o e Agapito, ritrovata, si è visto, n el 1927 n el pavim en to, du ran te la dem olizio n e della ch iesa di S. Nicola de Calca(ra)riis o in Caesarin iis, im pian tata forse n on prim a dell’XI-XII secolo 2099 (fig. 191); u n piccolo fram m en to di u n altro m arm o fatto in cidere da Dam aso, con tigu o ad u n fru stu lo scoperto n ella catacom ba, era in ve ce stato acciden talm en te recu perato dal de Rossi n el 1850 “in m on te Tarpeio”2100 . SE C.) AL RE CUPE RO ARCH E OLOGICO ( XV-XX SE C.) Le m odalità ch e segn an o le trasform azion i dell’area dopo la traslazion e delle reliqu ie m artiriali disgiu n gon o in form a irreversibile la rete ipogea, ch e vive, si è detto, u n progressivo abban don o con il con segu en te oblio, dall’area su b divo, in cu i si in n esca, in vece, u n processo profon dam en te alterativo dell’assetto esisten te. In rapporto al paesaggio di su perficie n ei se- coli del pien o m edioevo, pu r n ell’assen za di osservazion i dedu cibili da in dagin i dirette, va logicam en te ricom posta u n a gradu ale scom parsa del costru ito a favore di u n a progressiva ru ralizzazion e del territorio, fen om en o verso il qu ale in dirizzan o sia il con fron to con le m odifich e m eglio docu m en tabili in altri siti dell’adiacen te su bu rbio 2101 , sia il qu adro m eglio ricom pon ibile per il periodo im m ediatam en te su ccessivo, con vign e e poch issim e em ergen ze 2102 , sia alcu n i docu m en ti fon diari, sin tom o di u n prevalere dell’u so agricolo. In particolare u n atto dell’850 relativo ad u n a perm u ta tra il prim icerio Tiberio e l’abate di S. E rasm o 2103 , con cedeva al m on astero u n a terra sem en taricia di circa 25 ettari (qu ot su n t cesin a plu s m in u s V in qu o su n t parietin a destru cta qu i vocatu r Parrion i) 2104 ; di qu esta son o in dicati i con fin i: in cipien te fin es per dictae cesin e ab arco m aiore qu i est iu xta silice pu blica (cioè la via Appia) prope basilica u bi sacratissim u m corpu s beati Christi m artyris S ebastian i requ iescit (la basilica di San Sebastia n o al III m iglio). In directo per pariete an tiqu u u m qu i est in ter predicta cesin a et locu m qu i vocatu r Girolu m (il circo di Massen zio) u squ e in aliu m pariete qu i est in ter pren om in ata cesin a et vin ea de cu rte qu e vocatu r Maru li (il sepolcro di Rom olo del com plesso m assen zian o) 2105 . In de per lim ite et sepe de su prascripta vin ea u squ e in pariete et dein de recto lim ite qu i est in ter ortu o iu ris bestarii m aioris u squ e in ribu m m aiorem (l’Alm on e) qu i descen dit per ipsu m pan tan u m . In de rem agan te per ipsu m rivu m u squ e in fu n du m qu i vocatu r Molia. Iu ris ven erabilis titu li san ctoru m Iohan n is et Pau li qu i appellatu r pam m achii 2106 . In de recto pro lim ite qu i za dei Cin qu ecen to, dove n el periodo VII (VII secolo e oltre) si verifican o “piccoli episodi di spoliazion e di gh iere di arch i e arch itravi” (M E NE GH INI - S ANTANGE LI VALE NZANI 1996, p. 73). 2097 Il “disin teresse” arch eologico per qu esto tipo di organ i sm i im poverisce n otevolm en te il qu adro dispon ibile, per il qu ale cfr. essen zialm en te S PE RA 1999, pp. 428-430 (e n . 500 per alcu n e calcare in area u rban a); in oltre L E NZI 1998 per u n a in da gin e con dotta n el territorio ostien se. In gen erale su lle calcare B IRINGUCCI 1540, lib. IX (in oltre D IX 1982, pp. 332-337 e ADAM 1984, pp. 69-76). 2098 R AUSA 1997, p. 19; tale person aggio è ricordato in più pu n ti del XLIX Libro delle An tich ità (Neap. ff. 83, 87, 139). Vd. già su pra, p. 271 e in fra, p. 323. 2099 S u pra, part. pp. 203-205 e n . 1331 e ICUR V 13872 (su l rin ven im en to J OSI 1927, pp. 218, 234 e M ARCH E TTI L ONGH I 1927-28, p. 355); la lastra, divisa in tre parti, era posta in opera con la faccia in scritta n ascosta e presen ta, su u n o dei pezzi, proprio su qu esta, in cision i dovu te all’u tilizzo del m arm o com e base per operazion i di taglio (fig. 191, parte destra). Più ch e in legam e con u n qu alch e spostam en to di reliqu ie, si pen sa ch e possa essere sign ificativo il rapporto con la presen za di calcare n ell’area, probabilm en te con n esse all’esisten za di pu n ti di raccolta di m ateriali di varia proven ien za. Su lla ch iesa essen zialm en te H ÜLSE N 1927, p. 391 e ARME LLINI - CE CCH E LLI 1942, pp. 600-602; su lla rete di calcare esisten ti n ell’area n el basso m edioevo cfr. M ARCH E TTI L ONGH I 1919 e L ANCIANI 19892002, I, pp. 30-36, an ch e su lle problem atich e gen erali. Va però detto ch e du ran te i lavori del 1927 ven n e an ch e scoperto u n sin golare altare m arm oreo, m u n ito di u n in casso predisposto per accogliere u n con ten itore di reliqu ie, u n vaso vitreo con u n coperch io m etallico, su l cu i rovescio eran o in cisi i n om i dei san ti di cu i si con servavan o resti sacri (M ARCH E TTI L ONGH I 1927-28, pp. 355-356); n el lu n go elen co (Sebastian o, Fau stin o, Beatrice, Serapia, Zoe, Papia, Mau ro, Maria, Marta, Crisan to, Daria, Abdon , Sen n es, Marco, Marcellian o, Patern ian o, Gordian o, E pim aco, E u stach io e Felicola) era com preso an ch e u n m artire Urban o, n on si pu ò esclu dere il papa di Pretestato, ben ch é sia logico presu m ere ch e tali reliqu ie fossero arrivate n ella ch iesa di San Nicola de’ Calcarariis n on direttam en te dai lu ogh i di sepoltu ra origin aria. 2100 ICUR V 13873 (F E RRUA, ICUR, ad com m . p. 172); cfr. an ch e J OSI 1927, pp. 248-249, fig. 21. 2101 Vd., in particolare, le lin ee di trasform azion e ricu cite, su lla base delle eviden ze arch eologich e e delle fon ti, in S PE RA 1999, pp. 430-433. 2102 In fra, pp. 323-324. 2103 Reg. Su bl. IV, p. 187 (cfr. T OMASSE TTI 1879, pp. 137138). Per u n com m en to a tale docu m en to, n oto an ch e al de Rossi (D E R OSSI 1872, p. 56), S PE RA 1999, pp. 432-433. 2104 Il term in e cesin a corrispon de alla cen tu ria latin a, prim a di 100, qu in di di 200 iu geri (P E LLE GRINI 1966, pp. 639-640). 2105 Vd. M OTTA 1999, pp. 2-3 su lla valorizzazion e di tale docu m en to in rapporto al com plesso m assen zian o e su lle altre fon ti in cu i il circo è ricordato con la m edesim a form a topon om astica. 2106 La ch iesa dei Ss. Giovan n i e Paolo, du n qu e, deten eva u n a terra con fin an te con i ben i di S. E rasm o, n ella valle della Caffarella, in prossim ità dell’Alm on e. È sign ificativo ch e il fon do CAPITOLO 2 - IL ME DIOE VO TRA SPOLIAZIONI , ABBANDONO E PE RSISTE NZE 321 est in ter terra S an cti Zen on is et predictas cesin as u squ e in arcu m m aiorem qu i est iu sta m on u m en tu m qu od vocatu r tacan etricapita (il m au soleo di Cecilia Metella) 2107 positu m foris porta Appia m illiare ab u rbe R om a plu s m in u s II. Il terren o doveva qu in di occu pare u n ’estesa porzion e di territorio extram u ran eo a est della via Appia, tra il II e il III m iglio, e era delim itato a su d-ovest dalle stru ttu re del circo di Massen zio e del m au soleo di Rom olo e lu n go il fian co est dall’Alm on e; con fin ava, in oltre, con u n fon do detto Molia, per la probabile presen za di u n m u lin o, proprietà della ch iesa dei Ss. Giovan n i e Paolo, e con u n a terra S an cti Zen on is, ch e per u n in teressan te caso di persisten za topon om astica con servava il n om e del m artire di Pretestato e doveva presu m ibilm en te esten dersi proprio n ell’area del com plesso. Il docu m en to presen ta orm ai u n assetto dell’area profon dam en te alterato e, appu n to, ru ralizzato, in cu i la viabilità secon daria sem bra per lo più scom parsa o in debolita; va im m agin ato, in qu esto periodo im m ediatam en te su ccessivo all’abban don o, u n tessu to scom posto, dissem in ato di ru deri, di parietin a 2108 , ch e poteva an ch e essere con n otato da form e m odeste di rioccu pazion e, con il riu so estem poran eo di an tich e stru ttu re 2109 . Soprattu tto i du e m au solei del settore occiden tale si prestan o ad u n ’ipotesi in tal sen so, n on solo per l’eccezion ale su ssisten za degli alzati rispetto alla radicale scom parsa delle altre em ergen ze, ch e ven n ero presu m ibilm en te an ch e rasate per favorire la con version e agricola dell’area 2110 , m a per u n a serie di riadattam en ti m u rari, piccoli restau ri in opere grossolan e e il sistem atico tam pon am en to delle fin estre in feriori 2111 , ch e n e fan n o a ragion e su p- porre u n riu tilizzo con u n a fu n zion e diversa dall’origin aria. Nelle fon ti del pien o m edioevo la localizzazion e dell’an tica n ecropoli di Pretestato è estrem am en te gen erica e probabilm en te orm ai slegata da u n a coscien za reale e precisa dell’u bicazion e; la più an tica redazion e dei Mirabilia, n el XII secolo, pon e il cim iteriu m Praetextati rispetto a coordin ate addirittu ra prossim e alle Mu ra Au relian e, iu xta portam Appiam ad S an ctu m Apollin arem 2112 . In qu esto periodo si stava esten den do n ella zon a la proprietà del m on astero di San Sebastian o, n el qu ale an ch e il terren o su lla catacom ba era già o sarebbe presto con flu ito 2113 . Pu ò essere sign ificativo in tal sen so il fatto ch e du e atti fon diari relativi a ben i di proprietà del cen obio della via Appia faccian o riferim en to ad u n locu s ad san ctu m Apollin arem , la m edesim a espression e topon om astica u tilizzata in sen so lato, si è detto, a rigu ardo del cim itero di Pretestato: n el prim o docu m en to, del 31 gen n aio 1166 2114 , Oddolin a, vedova di Gregorio Bon dolo, ven de a Cen cio aratariu s l’u tile dom in io sopra u n a vign a a porta Appia ad S an ctu m Apolen ariu m di proprietà della ch iesa di S. Sebastian o, specifican don e i con fin i (a prim o latere ten et S an cta Maria S cola Graeca, a secu n do ten et Corsi, a tertio ten en t heredes Cen cii de Betram o, a qu arto latere ten et ecclesia san cti S ebastian i cu iu s est proprietas); u n atto dell’8 gen n aio 1167 è, in vece, relativo alla don azion e da parte di Hieron ym u s diacon u s cardin alis s. Mariae n ovae … m on achis Cistercien sibu s abbatiam ss. S ebastian i et Fabian i ad catacu m bas cu m om n ibu s su is pertin en tiis per vin eas positas extra portam Appiam loco ss. Apollin aris et An ton ian i et m on tis Albin i 2115 . ven ga detto Molia, proprio per la presen za di m u lin i in qu esta zon a, ch e sfru ttavan o le acqu e del fiu m e. T OMASSE TTI 1879, p. 138 riten eva di far coin cidere qu esto fon do con il fu n du s Virgin is dello stesso titolo, ricordato n ella N otitia fu n doru m dell’XI secolo (D E R OSSI 1873, p. 56) e di localizzarlo in prossim ità della ch iesetta del qu o vadis?, dove eran o m u lin i. È in vece più probabile l’ipotesi del L ANCIANI , MS 85/1, f. 41, ch e collegava tale topon im o con la fon s virgo della valle della Caffarella. 2107 L’u so della form a greca in riferim en to ai bu cran i ch e decoravan o il m on u m en to h a fatto riten ere a Q UILICI 1989, p. 41 ch e il m au soleo potesse essere stato fortificato in età bizan tin a; in realtà il prim o docu m en to fon diario relativo al m on astero di S. E rasm o è redatto in greco (CIG 8853 e G ATTI 1902) e, pertan to, la form azion e del topon im o potrebbe essere m atu rata proprio in am bito fon diario, visto ch e tale zon a doveva essere in possesso dell’en te ecclesiastico già da u n periodo preceden te al IX secolo. 2108 Vd. i parietin a destru cta qu i vocatu r Parrion i del docu m en to appen a con siderato; alcu n i ru deri rim asero a lu n go visibili (cfr., ad esem pio, le em ergen ze an cora docu m en tabili n el XV secolo in base alla plan im etria attribu ita a fra’ Giocon do: su pra, pp. 296-300). 2109 An ch e qu esto fen om en o appare piu ttosto ben docu m en tabile su lla via Appia e in particolare n ell’area della Caffa rella n el m edioevo: S PE RA 1999, pp. 433 e 469. 2110 S u pra, pp. 267-272 su i du e edifici. Cfr., per alcu n i esem pi di obliterazion e volon taria dei ru deri in età m odern a, L. S PE RA, in F IOCCH I N ICOLAI E T ALIAE 1995-96, p. 214. 2111 S u pra, p. 272. 2112 VZ III, p. 27 (cfr. le n ote di D E R OSSI 1864-77, I, pp. 233-235 su lle possibilità in tegrative e in terpretative di qu esto lem m a in base alla diretta vision e dei codici; vd., però, an ch e il su ccessivo D E R OSSI 1872, pp. 56-57). Nel docu m en to, in effetti, per tu tti i cim iteri ven gon o u tilizzate in dicazion i “in sen so piu ttosto largo” (ibidem , n . 2). Per la ch iesa di S. Apollin are, forse in tram u ran ea, S PE RA 1999, p. 337 (UT 653). Per le redazion i posteriori dei Mirabilia VZ III, pp. 85, 135, 188. Alla tradizion e dei Mirabilia si rifan n o an ch e com pilazion i eru dite posteriori al m edioevo: così u n libello an on im o edito a Ven ezia n el 1480 ricorda “el cim iterio de prestato in tra la porta apia. & san cto apollon are” (G H ILARDI 2003, pp. 46-47); in parallelo, altri docu m en ti van n o ricon dotti al m odello dell’In dex coem eterioru m , com e l’elen co dei cim iteri n ell’Opu scu lu m de m irabilibu s n ovae et veteris u rbis R om ae di Fran cesco Albertin i, cappellan o del cardin ale di San ta Sabin a, edito n el 1510 (Coem iteriu m Praetextati Via Appia apu d ecclesiam S an cti Ian u arii: VZ IV, p. 494; cfr. G H ILARDI 2003, pp. 47-48), e qu ello n el qu arto libro delle An tiqu itates Urbis di An drea Fu lvio, dedicate n el 1527 a Clem en te VII (Coem iteriu m Praetextati via appia apu d S . Ian u ariu m : F E RRE TTO 1942, p. 89; G H ILARDI 2003, p. 51). 2113 Il m on astero di San Sebastian o risu lta, in fatti, an cora il proprietario della particella 263 della m appa 161, corrispon den te appu n to al sito del cim itero, del Catasto gregorian o, con cessa in en fiteu si (S PE RA 1999, Appen dice, p. 471). 2114 F E DE LE 1903, pp. 32-33, n . 93. 2115 BAV, Cod. Vat. Lat. 6780, f. 54. Cfr., per la valorizzazio n e di qu esto docu m en to, D E R OSSI 1872, p. 57, il qu ale riten n e ch e tali vign e si svolgessero proprio n ell’area dell’an tico cim itero. CAPITOLO 3 L’E TÀ MODE RNA: CRONISTORIA DI UNA SCOPE RTA La storia del sito in età m odern a si articola essen zialm en te in u n a lu n ga sequ en za di even ti, più o m en o sign ificativi, ch e, da u n in iziale, tim ido m an ifestarsi di u n in teresse tu tto n u ovo verso le com pon en ti an tich e del territorio, tra il XV e il XVI secolo, portaron o, n el periodo su ccessivo, ad u n progressivo e pressoch é com pleto recu pero della rete ipogea e, sia pu r parziale, della n ecropoli su b divo. La sequ en za delle ricerch e risu lta strettam en te con n essa, e talora, pu rtroppo, ostacolata 2116 , dagli assetti proprietari. Il passaggio dal m edioevo ai secoli su ccessivi fu sen za du bbio segn ato, an ch e in qu est’area, com e in gen erale n el su bu rbio di Rom a, da u n ’accen tu ata fram m en tazion e delle gran di ten u te, per lo più proprietà di istitu zion i ecclesiastich e, in appezzam en ti di dim en sion i ridotte con cessi in en fiteu si 2117 ; m olte di qu este “vign e” – di cu i fin o al XIX secolo, con la n ascita del Catasto gregorian o 2118 , appare difficile defin ire i con torn i proprio a cau sa della m an can za di m appe –, per le ricch is sim e presen ze arch eologich e sotto la su perficie del terren o diven n ero teatro di fren etich e operazion i di recu pero, spesso in dirizzate al collezion ism o, m a an ch e ad attività artigian ali distru ttive 2119 . 2116 In fra, part. pp. 328-332. Tale fram m en tato u tilizzo del su olo era fin alizzato essen zialm en te al m iglioram en to delle coltu re e al recu pero dei terren i in abban don o, soprattu tto attraverso l’in crem en to della coltivazion e della vite (cfr. M E SSE RVILLE 1972 per alcu n i editti ch e n el XVI secolo regolavan o la viticoltu ra; in oltre T OMAS SE TTI 1979 2 , pp. 239-241 e CORBO 1992). 2118 ASR, Presiden za delle strade, Can celleria del Cen so, Catasto gregorian o (m . 161 per l’area in qu estion e). Cfr. per la “storia” della docu m en tazion e catastale del su bu rbio di Rom a e della cam pagn a rom an a F RUTAZ 1972, pp. XXXI, XXXIV e tavv. XXIII, XXIX, XXXII, LVII, LIX, LXIX. 2119 E ssen zialm en te L ANCIANI 1989-2002, I, pp. 30-36; in oltre W E ISS 1958 e CANTINO WATAGH IN 1984. 2120 S u pra, p. 321. I caratteri di eccezion ale esten sion e della proprietà fon diaria di S. Sebastian o n el territorio ad est della via Appia si derivan o dalle persisten ze, n ella docu m en tazion e del Catasto gregorian o (1803), degli obbligh i con n essi agli an tich i con tratti di en fiteu si, an cora segn alati, a partire da n ord, per le particelle 253 (Vagn olin i), 263/266 (Bu on figlioli, l’appezzam en to ch e com pren deva, si vedrà, qu asi l’in tera catacom ba di Pretestato), 514/515 (Bragi, fu tu ra proprietà Ran dan in i); an ch e la gran de ten u ta Torlon ia, tra l’Appia e la valle 2117 Nell’area ch e aveva visto lo svilu ppo della n ecropoli di Pretestato, parte di u n m olto esteso possedim en to del m on astero di San Sebastian o 2120 , n ella prim a m età del XVI secolo Pirro Ligorio localizzava la vign a, dai n on ben defin ibili con fin i, del pesciven dolo Diaolello o Diavolella, tristem en te n oto com e u n avido cercatore di an tich ità e p r op r ieta r io, oltr e ch e d i u n a ta ver n a , d i u n ’“operosa” calcara n ella qu ale con flu ivan o eviden tem en te m ateriali riten u ti di m in or pregio n ell’ottica delle prospettive di com m erciabilità n el m ercato an tiqu ario 2121 . Di in certo sign ificato per la restitu zion e del sito n ell’età m odern a appare u n a lastra di piom bo, con servata n el Deposito delle Terre Sigillate della Biblioteca Apostoloca Vatican a e di cu i u n foglietto allegato riferisce il rin ven im en to proprio a Pretestato, n ella galleria “della gran de fran a dove si trovò il capitello”2122 : essa reca lo stem m a con leon e ram pan te e l’iscrizion e 1586 / S ix(tu s) V P(on tifex) M(axim u s). Ai tem pi del Bosio si era già form ata la proprietà dei sign ori Vidasch i o Gu idasch i, con fin an te a su d, per u n periodo a cavallo tra il 1600 e il 1700, con u n a vign a del parroco di San ta Lu cia alla Bottegh e Oscu re, e attestata fin o agli u ltim i decen n i del XVIII secolo 2123 , m a già passata, presu della Caffarella era legata al cen obio del III m iglio dai vin coli dell’en fiteu si, sia per il settore prossim o al m au soleo di Cecilia Metella e al Circo di Massen zio (466/501; a San Sebastia n o, cioè, era passata qu ella terra sem en taricia don ata alla m età del IX secolo a San t’E rasm o: su pra, pp. 320-321), sia per l’area prossim a all’Alm on e, per la qu ale vi eran o an ch e legam i di proprietà con S. Loren zo f.l.m . e San ti Cosm a e Dam ian o. Cfr., per qu este in form azion i del Catasto gregorian o, S PE RA 1999, pp. 471-473 e tav. I. 2121 Vd. già su pra, p. 271, 320. Proprio il Ligorio ricorda ch e n ella calcara ven n ero ridotte in calce le qu attro paraste ch e decoravan o la fron te del m au soleo cru ciform e (Neap. f. 87: “… per h avern o loro trovate rotte et percosse dal fu oco n e h an fatto calcin a …”; vd. R AUSA 1997, p. 76 e già su pra, p. 268 n . 1797). Un riferim en to alla vign a an ch e in T OMASSE TTI 1975 2 , p. 78. 2122 Dim en sion i: 0,235 x 0,147 x 0,06-0,03 m . Il reperto, per la cu i segn alazion e rin grazio il Dott. Um berto Utro, respon sabile del Mu seo Pio Cristian o, corrispon de all’in ven tario n . 7189 (DTS XXXIX, 4); il foglietto ch e lo accom pagn a è con ogn i probabilità au tografo di E . Josi. Per la localizzazion e della “gran de fran a” n ell’area della region e F e per la con testu ale scoperta del capitello si veda su pra, n . 1982 p. 303. 324 PARTE V - DALLE VISITE DE I PE LLE GRINI ( VII -VIII m ibilm en te con con torn i in variati, n el 1803, all’epoca della defin izion e del Catasto gregorian o, ai B(u )on figlioli 2124 ; qu esta vign a com pren deva il terren o occu pato n el sottosu olo dalla catacom ba (ad eccezion e dei m argin i est), i du e ru deri occiden tali e si esten deva con siderevolm en te verso n ordovest lu n go la via Appia, per oltre 300 m dall’in crocio con la strada trasversale appen a risistem ata da In n ocen zo XII Pign atelli 2125 (fig. 330). Per tu tto il XIX secolo e fin o ai prim i decen n i del su ccessivo i lim iti della proprietà rim asero sostan zialm en te qu elli della prim a m appa catastale gregorian a, passan do, attraverso legam i di paren tela, ai De Rom an is, qu in di ai Barbetta; prim a della m età del XX secolo il terren o ven n e scom posto in possedim en ti più piccoli, acqu isiti, rispettivam en te, dal baron e Carlo Fran ch etti (il settore più a n ord) e dai sign ori Sgaravatti e Ru gge ri, qu est’u ltim o possessore dell’area più direttam en te in teressata dalla presen za della catacom ba; n el 1920, si vedrà, u n piccolo settore prospicien te l’Appia Pign atelli era stato acqu istato dalla San ta Sede, per volon tà di Ben edetto XV, proprio per garan tire le ricerch e e l’accessibilità del cim itero paleocristian o 2126 (fig. 331). La storia del recu pero “arch eologico” del com plesso di Pretestato in izia, in realtà, già n el XV secolo con le prim e testim on ian ze di u n a frequ en tazion e eru dita dei lu ogh i. Qu este van n o in dividu ate n elle firm e di u n gru ppo di soci del- 2123 B OSIO 1632, part. p. 295; vd. an ch e D E R OSSI 1872, p. 59 e, per le attestazion i relative alla proprietà del parroco di San ta Lu cia, in fra, pp. 327-328. 2124 ASR, Presiden za delle strade, Can celleria del Cen so, Catasto gregorian o, m . 161, particella 263; cfr. S PE RA 1999, p. 471 e tav. I. 2125 T OMASSE TTI 1975 2 , p. 78 (vd. già su pra, pp. 1, 11, 2325, 33, 88, 247, 296). 2126 In fra, p. 332. Le in form azion i su i vari passaggi proprietari si derivan o soprattu tto dai brogliardi del Catasto gregorian o (ASR, Presiden za delle strade, Can celleria del Cen so, Catasto gregorian o). Per u n a rapida n ota vd. an ch e F E RRUA 1953, p. 9. Più recen tem en te il terren o h a su bito u lteriori su ddivision i, m a la proprietà Ru ggeri coin cide grosso m odo con qu ella Natalin i (con accesso su Via Appia Pign atelli, 5), corrispon den te alle particelle 49, 19 del foglio catastale 912. 2127 Da qu esto stesso settore della rete ipogea, si vedrà, era possibile l’accesso ai poch i van i perlu strabili an ch e n ei prim i decen n i del XVIII secolo (in fra, p. 327). Su ll’Accadem ia Rom a n a e su ll’u m an ista Pom pon io Leto cfr. CARINI 1894, Z ABUGH IN 1909-12, L E SE N 1931; più recen tem en te cfr. le varie osservazion i di ACCAME L ANZILLOTTA 1997, L UNE LLI 1997 e M AGISTE R 1998. Le firm e degli accadem ici ven n ero lette dal de Rossi il 15 aprile 1852 (D E R OSSI 1864-77, I, p. 4 e D E R OSSI 1872, p. 57; in oltre S TORNAJOLO 1906, p. 69, J OSI 1927, p. 193 e F E RRE TTO 1942, p. 75); firm e dello stesso gru ppo n el cim itero di Callisto son o accom pagn ate dalla data del 18 gen n aio 1475 (D E R OSSI 186477, I, p. 6 e F E RRE TTO 1942, p. 75), ch e orien ta n ell’in qu adram en to di tali perlu strazion i. In gen erale su lle frequ en tazion i delle catacom be da parte di qu esti fervidi u m an isti D E R OSSI 186477, I, pp. 3-8, L UMBROSO 1889, S TORNAJOLO 1906, F E RRE TTO 1942, pp. 72-80. Cfr., da u ltim o, an ch e G H ILARDI 2003, pp. 45-46. SE C.) AL RE CUPE RO ARCH E OLOGICO ( XV-XX SE C.) l’Accadem ia Rom an a fon data da Pom pon io Leto (1428-1497/98), leggibili su lla parete dealbata di u n a galleria del pian o in term edio (Qo15), cu i all’e poca si poteva probabilm en te accedere attraverso u n o degli im bocch i rim asti aperti n ell’area della Caffarella, in corrispon den za delle diram azion i su dest della catacom ba 2127 ; scritti a carbon e, in lettere m aiu scole, si leggon o, su du e file i n om i di Pam p[hilu s] 2128 , Parthen iu s 2129 , Mathias, Caecu s 2130 , Orion , l’u n ica firm a graffita, dello stesso Pom pon io Leto, di Priam u s Petru s 2131 e di Io(an n is) Baptista 2132 (figg. 332-333). Se la visita di qu esti n ostalgici u n an im es perscru tatores an tiqu itatis sarebbe rim asta, n el qu adro delle perlu strazion i della catacom ba, an cora u n even to isolato 2133 , pressappoco n ei m edesim i an n i il veron ese Giovan n i Mon sign ori detto fra’ Giocon do (1433-1515), forse du ran te il lu n go soggiorn o giovan ile a Rom a, aveva ispezion ato l’area e docu m en tato u n a serie di em ergen ze su bdiali, tra le qu ali eran o an ch e i du e m au solei con servati ad ovest, in u n a plan im etria, ora agli Uffizi, ch e rien trò n el su o stu dio su lle proporzion i 2134 . Il disegn o di fra’ Giocon do in au gu rava u n a lu n ga serie di riprodu zion i docu m en tative e ricostru ttive delle du e splen dide arch itettu re tardoim periali della n ecropoli di su perficie, elaborate soprattu tto n el secolo su ccessivo da n u m erosi arch itetti e trattatisti italian i, dal San gallo il Giovan e (1484-1546) e Baldassarre Peru zzi (1481-1536) al Serlio (14751554/55) e a Pirro Ligorio (1510 ca.-1583) 2135 . 2128 Qu esto sodale, con Orion e Parthen iu s, firm a an ch e, a m em oria del de Rossi, n el cim itero di Priscilla (D E R OSSI 186477, I, p. 5). 2129 Com e lo stesso Pom pon io Leto e altri sodali dell’Accadem ia, an ch e qu esto person aggio era professore dell’Arch igin n asio rom an o (M ARINI 1797, p. 30; D E R OSSI 1864-77, I, p. 5 e F E RRE TTO 1942, p. 78). 2130 Secon do il de Rossi qu esta firm a poteva essere il sopran n om e di Filippo Bu on accorsi, il cu i n om e di sodale era Callim a co, poich é n ella vita di Paolo II è detto “caecu lu s” da Bartolo m eo Sacch i il Plàtin a (D E R OSSI 1864-77, I, p. 4 n . 1); su qu esto u m an ista U ZIE LLI 1898. 2131 Si tratta dell’u m an ista Pietro Sabin o, au tore, tra l’altro, di u n a Silloge di iscrizion i cristian e, n essu n a, però, di origin e cim iteriale (F E RRE TTO 1942, pp. 81-84). In vece, n ella colle zion e privata di Pom pon io Leto vi eran o an ch e alcu n e iscrizio n i cristian e di ign ota proven ien za, m a probabilm en te raccolte, com e tu tto il m ateriale, du ran te le su e perlu strazion i (si tratta, in particolare, delle ICUR I 2570, 3903, 4038; cfr. M AGISTE R 1998, part. pp. 188-189, n n . 83, 86, 87). 2132 Giovan n i Battista Capran ica, detto il Pan tagato, ch e svolgeva il ru olo di “S acerdos Academ iae R om an ae”: cfr. soprat tu tto S TORNAJOLO 1906 (e F E RRE TTO 1942, p. 78). 2133 Tale valu tazion e an ch e in D E R OSSI 1864-77, I, part. pp. 8-9; p. 6 per la scritta del 1475 con la defin izion e data a se stessi degli accadem ici di u n an im es perscru tatores an tiqu itatis. 2134 Uffizi, A 3933; vd. su pra, pp. 268, 271, 296-300 su l valore docu m en tario di qu esto disegn o. Su fra’ Giocon do an ch e F E RRE TTO 1942, pp. 84-86. 2135 Cfr. su pra, pp. 268-271 per u n qu adro di qu esti docu m en ti. CAPITOLO 3 - L’E TÀ MODE RNA: CRONISTORIA DI UNA SCOPE RTA 325 Fig. 330 – L’assetto proprietario del terren o su lla catacom ba n el catasto gregorian o (stralcio dalla m appa 161). Fig. 331 – Particella della proprietà B(u )on figlioli - De Rom an is - Barbetta acqu isita dalla San ta Sede n el 1920 (Arch ivio PCAS). 326 PARTE V - DALLE VISITE DE I PE LLE GRINI ( VII -VIII SE C.) AL RE CUPE RO ARCH E OLOGICO ( XV-XX SE C.) Fig. 332 – Firm e di com pon en ti dell’Accadem ia Rom an a di Pom pon io Leto n ella galleria Qo15. Fig. 333 – Firm e di com pon en ti dell’Accadem ia Rom an a di Pom pon io Leto n ella galleria Qo15. CAPITOLO 3 - L’E TÀ MODE RNA: CRONISTORIA DI UNA SCOPE RTA Bisogn a im m agin are ch e, n ello stesso tem po, l’accesso ad alcu n i am bien ti ipogei risu ltasse sem pre possibile attraverso sporadich e apertu re dissem in ate n el terren o; in fatti, m algrado la con fu sion e iden tificativa ch e, fin o ai preziosissim i stu di di G. B. de Rossi, con tin u ò a segn are tu tti i cim iteri tra le vie Latin a e Ardeatin a 2136 , la m em oria di u n a n ecropoli sotterran ea u bicata n el sito n on an dò in effetti m ai perdu ta; proprio il coem eteriu m san cti Praetextati presbyteri vien e localizzato da On ofrio Pan vin io (1529-1568) n el De coem eteriis Urbis R om ae, probabilm en te, riten n e il de Rossi, grazie all’au silio di docu m en ti fon diari, via Appia lapide prim o ab eu n tibu s per diverticu lu m sin istrorsu m 2137 , u n a specificazion e topografica ch e ritorn a, poco dopo, n elle Mem orie sacre delle S ette Chiese di R om a di Giovan n i Severan o: qu i si fa riferim en to al “cem etero del vicolo ch e On ofrio (il Pan vin io) vu ole sia di Pretestato, da altri si ch iam a di Gian u ario”2138 , n otizia u lteriorm en te arricch ita da an n otazion i con ten u te n el m an oscritto origin ale della Biblioteca Vallicellian a (G19) e valorizzate an cora dal de Rossi, le qu ali precisan o ch e “il vicolo” era “qu ello per dove si va ad Alban o” e “a m an o sin istra per an dare ad Alban o”, cioè, appu n to, il percorso an tico, forse m ai del tu tto disattivato, corrispon den te alla fu tu ra Appia Pign atelli 2139 . An ch e An ton io Bosio (1575-1629) ispezion ò con m olta probabilità, pu r sen za in tu irn e le con n ession i iden tificative, alcu n e gallerie del com plesso, tra le m olte “grotte sacre” im propriam en te attribu ite al cim itero di Callisto “ritrovate, e visitate, en tran do in esse per diverse bocch e; le qu ali son o n elle Vign e, ch e stan n o dall’u n a e dall’altra parte della detta via Appia”, m a n on forn en 2136 S u pra, pp. 2-4 per u n a sin tesi su tali problem atich e. BAV, Cod. Vat. Lat. 6781, f. 106v (da cu i D E R OSSI 1864-77, I, p. 234 e F E RRE TTO 1942, p. 94; vd. an ch e D E R OSSI 1872, p. 57 e J OSI 1927, p. 191). Il de Rossi ipotizzava, in particolare, ch e il Pan vin io avesse avu to sotto m an o l’atto del 1167, con siderato su pra, pp. 4, 321 (e ch e dim ostra di con o scere in PANVINIO 1570, p. 128), poich é dall’an alisi diretta del Codice aveva verificato l’aggiu n ta della precisazion e topografica al gen erico riferim en to via Appia. 2138 S E VE RANO 1630, p. 429. Lo stu dioso n on è coscien te del riferim en to dei du e topon im i al m edesim o com plesso. 2139 D E R OSSI 1864-77, I, p. 234, D E R OSSI 1872, p. 58 e J OSI 1927, pp. 191-192. 2140 B OSIO 1632, p. 283. Tra i “m olti Pili di m arm o con Istorie sacre in essi effigiate”, di alcu n i dei qu ali lo stu dioso forn isce i disegn i, collegati a tali esplorazion i, è an ch e qu ello “trovato n ella Vign a de’ Gu idasch i, appresso alla Ch iesa di S. Sebastian o” (p. 295), di cu i si è già detto su pra, p. 300. 2141 Su qu esta la bibliografia in S PE RA 1999, pp. 302-303. 2142 B OISSONADE 1817, p. 496; l’ispezion e dei m u lta an tra et foram in a portò a verificare ch e in effetti si trattava di aqu aedu ctu s su bterran ei qu o aqu a in lu cu s Cam oen aru m perdu cta jam olim fu it. Cfr. an ch e D E R OSSI 1872, pp. 58-59 (lo stu dioso riten tò le perlu strazion i dell’Olsten io, con i m edesim i risu ltati) e E . S TE VE NSON , BAV, Cod. Vat. Lat. 10555, S chedae ad coem eteria Urbis pertin en tes, f. 95r. Un riferim en to a tali lavori an ch e in J OSI 1927, p. 213. Non m eglio docu m en tabile è u n o sca2137 327 don e lo stu dioso alcu n a descrizion e per n on aver “trovato in esse n é pittu re, n é Iscrittion i”, tali in dicazion i restan o estrem am en te gen erich e 2140 . Dopo il ten tativo dell’H olsten iu s, ch e n el 1636 an n u n ciava al Peiresc la scoperta della cripta della ch iesa di San t’Urban o n ella valle della Caffarella 2141 , e l’in adem piu to progetto di rin tracciare il cim itero, im proriam en te ipotizzato n elle im m ediate adiacen ze, dove eran o sepolti Tibu rzio, Valerian o e Massim o con il papa Urban o 2142 , progetto ch e si pu ò com u n qu e valorizzare com e la prim a esigen za di u n a ricerca m irata al recu pero della catacom ba, la frequ en tazion e dei sotterran ei n ei prim i decen n i del XVIII secolo lascia segn i tan gibili in u n a n u m erosa serie di firm e, spesso accom pagn ate dalle date del 1713 e del 1719, rin tracciabili in diversi am bien ti soprattu tto del settore m eridion ale della rete ipogea: qu este si con cen tran o n elle gallerie e n ei cu bicoli del gru ppo B, in particolare in B8 e n ei van i aperti su lla parete est di qu esto am bu lacro, in B16 e n ei su oi cu bicoli e in B18/Bd/Be, diven tan do sporadich e in PE 4/E d, PE 6, in PB25 e in F11 2143 , e son o di person aggi ricorren ti, u n Agostin o cavatore ch e firm a n el 1713 2144 , u n o Iacom o Marcu c(c)i e u n n on m eglio precisabile S . M., n om i per lo più associati alla data del 1719 2145 ; qu esti u ltim i du e visitatori eran o probabilm en te com pagn i delle perlu strazion i di Giovan n i Maran gon i (1673-1753), il qu ale appon e pu re la su a firm a (Maran gon iu s), u n a volta in rosso e con l’in dicazion e del giorn o 20 jan 1719 n el corridoio B18 2146 . Il Boldetti (1663-1749) descrive la n u ova perlu strabilità dei sotterran ei com e l’esito di u n a vera e propria scoperta avven u ta “poch i an n i prim a” vo del 1638 relativo in vece al com plesso di Pretestato, in cu i si rin ven n e l’iscrizion e ICUR V 14981 tram an data dal Bu ch ardu s (cfr. F E RRUA, ICUR, ad com m ., p. 337). 2143 Si pu ò riten ere ch e gli am bien ti B fossero facilm en te perlu strabili e accessibili dall’in gresso n ella vign a Lu catelli, cu i fa espressam en te riferim en to il Boldetti (in fra); ai van i PE 4/E d, PB25 e F11 si poteva arrivare presu m ibilm en te calan dosi dal lu cern ario di B15/B14 e facen dosi strada tra gli in terri. Forse si deve proprio a qu esti cercatori la realizzazion e del bu sso tra PE 4/E d e F11. 2144 Nel cu bicolo Boq e in corrispon den za del prim o arcosolio occiden tale di B18. 2145 Tra le firm e del prim o, u n a è in B18 (arcosolio n ordovest), u n a su u n a ch iu su ra locu lare m arm orea in PE 6 e u n a su lla parete est del tratto perlu strabile di PB25, in prossim ità del bu sso ch e con giu n ge con B20; S. M. si legge in A14, A13, Boq, in Be, in B18, su l fon do di E d (firm a riportata an ch e n el Giorn ale di scavo 1, p. 122 – 1928 –), su u n locu lo dell’estrem i tà est di F11 e, cosa sign ificativa per i pu n ti fin o ai qu ali poteva spin gersi la perlu strazion e in qu esto periodo, n ell’arcosolio di Lu cen zio (Ak). 2146 Forse lo stesso Maran gon i tracciò il sign u m Christi, an cora in rosso, su lla volta di E d, ch e il Ferru a, su lla base del Giorn ale di scavo 1, p. 122 (1928), riten n e an tico (ICUR V 15175o). Su qu este firm e del XVIII secolo cfr. an ch e D E R OSSI 1872, pp. 60-62 e J OSI 1927, pp. 192-193. 328 PARTE V - DALLE VISITE DE I PE LLE GRINI ( VII -VIII ch e a lu i “fosse appoggiata la carica di Cu stode delle sagre Reliqu ie, e de’ Cim iterj”, cioè il 1700 2147 ; della catacom ba “si scoprì u n in gresso … en tro la vign a del Sign or Lu catelli Paroco di S. Lu cia alla bottegh e Oscu re situ ata a m an o sin istra della Via Appia passata la vign a de’ Sign ori Vidasch i su lla strada ch e oggidì si volta per an dare ad Alban o più agevolm en te, ch e per la via selciata dell’Appia”. Tale in gresso alla parte del cim itero “di Pretestato”, sotto il cu i n om e il Boldetti iden tificava l’in tera rete cim iteriale a ovest dell’Appia 2148 , “detta di S. Urban o”, doveva essere qu ello all’estre m o an golo su d-est ch e si apriva su ll’aren ario C2149 o an ch e u n a qu alsiasi apertu ra provvisoria della stessa cava, in qu an to già lo stu dioso n on lo riten eva qu ello an tico e prin cipale (“n on abbiam o n oi potu to fin ora trovare l’adito, e in gresso prin ci pale a qu esto Cim itero”) 2150 . Il settore visitabile dell’ipogeo appariva “form ato di m oltissim e vie con poch e Cappelle, e qu este sen za pittu re, o altri speciali orn am en ti”, caratteri ch e con ferm an o in effetti il lim ite perlu strativo alle diram azion i m eridion ali, ben ch é si in tu isse l’esten sion e del com plesso “verso il m ezzodì … sotto la m en tovata Vign a Vidasch i”2151 ; è logico ch e proprio a qu esta area del cim itero sotterran eo debban o essere riferite le “varie Iscrizion i in m arm o” estratte con i “Corpi di San ti Martiri in gran copia co i loro con trassegn i” e edite n on solo dallo stesso Bol- 2147 Marc’An ton io Boldetti, in fatti, era stato n om in ato Cu stode delle reliqu ie e dei cim iteri dal Cardin ale Vicario Carpe gn a n el dicem bre del 1700 (F E RRE TTO 1942, p. 206 e n . 14). Per la descrizion e delle scoperte B OLDE TTI 1720, pp. 553-555. 2148 S u pra, p. 4. 2149 S u pra, p. 20. 2150 Forse in rapporto alla vign a Lu catelli, m a an ch e in u n periodo preceden te, alcu n i van i ai piedi della scala “della Caffarella” (C) C3-Co2-C2, parte di u n ’an tica cava (su pra, pp. 1920), ven n ero rielaborati per u n a fu n zion e difficile da defin ire, probabilm en te u n m agazzin o per botti. Per l’organ ism o si parla in fatti di u n a “can tin a per le botti di vign aiu oli m odern i”, esclu den don e però tale origin e, in T OLOTTI 1978, pp. 174-176 e T OLOTTI 1980, p. 20; an ch e per M ARUCCH I 1933, p. 282 l’in gresso della Caffarella è m odern o. 2151 L’espression e “verso m ezzodì” u tilizzata da B OLDE TTI 1720, p. 557, deve essere riten u ta u n errore dello stu dioso; la vign a Vidasch i, e così l’esten sion e del cim itero rispetto alla parte perlu strabile, era in fatti a n ord-ovest rispetto alla vign a Lu catelli, com e si evin ce ch iaram en te dal preceden te passaggio delle Osservazion i (“a m an o sin istra … passata la Vign a de’ Sign ori Vidasch i”). 2152 B OLDE TTI 1720, pp. 87 (ICUR V 13886; l’iscrizion e fu scoperta in u n soprallu ogo dello stu dioso n el 1719, data coin ciden te con le firm e esam in ate), 370 (ICUR V 14740, 14996), 434 (ICUR V 14484), 495 (ICUR V 15134). 2153 L UPI 1734, pp. 46 (ICUR V 15168a), 54 (ICUR V 14488), 72 (ICUR V 14391a, 14616), 106 (ICUR V 14113, 14549, m a estratta n el 1732), 112 (ICUR V 15095), 117 (ICUR V 14067, 14143b), 121 (ICUR V 14173, m a in u n edificio ru stico), 122 (ICUR V 14764, 14493), 123 (ICUR V 14709), 134 (ICUR V 14528), 137 (ICUR V 14045), 173 (ICUR V 14069, 14325), 180 (ICUR V 14529); in oltre, BAV, Cod. Vat. Lat. 9143, f. 34r (ICUR V 15064). SE C.) AL RE CUPE RO ARCH E OLOGICO ( XV-XX SE C.) detti 2152 , m a an ch e, poco più tardi, dal Lu pi 2153 e dal Maran gon i 2154 , n on ch é qu elle dette dal Giorgi proven ien ti dalla vign a Vidasch i n el 1735 2155 . Solo alla m età del XIX secolo, tu ttavia, l’in terven to in tu itivo e lu n gim iran te di Giu seppe March i (1795-1860) e del su o giovan e allievo G. B. de Rossi (1822-1894) avrebbe rappresen tato per il com plesso di Pretestato l’in izio di u n program m a di perlu strazion e e recu pero len to e difficile e du rato, in varie tappe, per oltre u n secolo, a cau sa delle im pon en ti fran e e dei con sisten ti in terri ch e an cora n ascon devan o gran parte dei sotterran ei, oltre ch e per i difficili rapporti con i proprietari del fon do 2156 (figg. 334-335). Fin o a qu esto m om en to si eran o protratti parallelam en te la devastan te opera dei cercatori di “corpi san ti” n egli am bien ti ipogei accessibili 2157 e il recu pero in discrim in ato di oggetti “preziosi” n ell’area su bdiale; van n o con bu on a probabilità riferite al sopratterra di Pretestato du e n otizie, con ten u te n egli atti del Cam erlan gato, di scavi esegu iti n ella vign a B(u )on figlioli rispettivam en te n el 1836, da u n cercatore “profession ista” di an tich ità, Dom en ico Di Pu ccio, e n el 1838, du ran te i qu ali si docu m en ta il recu pero di vari m an u fatti, tra cu i alm en o du e sarcofagi decorati con im m agin i sicu ram en te cristian e 2158 . L’im portan za rivestita dal “n obile” cim itero di Pretestato proprio n ell’im pian to globale del pode- 2154 L’iscrizion e ICUR V 13905 del 355, su u n coperch io di sarcofago con delfin i, è detto proven ire dal cim itero di S. Urba n o in BAV, Cod. Vat. Lat. 8324, f. 124. Vd., in oltre, M ARANGO NI 1744, p. 460. 2155 Si tratta delle iscrizion i ICUR V 13926, 13996, 14061, 14328 e 15070, con ten u te n el Cod. Casan . 1120. 2156 Qu esti em ergon o soprattu tto dagli Atti della CDAS n el periodo tra il 1866 e il 1885, ch e docu m en tan o in com pren sion i su ll’accesso al cim itero, su ll’attività della cava m odern a (in fra), su lla proprietà di alcu n i oggetti, su l pagam en to degli operai e su ll’on ere delle opere n ecessarie du ran te i lavori: Arch ivio PCAS, Atti, 1866 (19 n ovem bre), 1867 (14 n ovem bre), 1868 (7 settem bre, 7 dicem bre), 1869 (5 m arzo), 1870 (9 settem bre), 1872 (14 m arzo, 2 settem bre), 1885 (2 m arzo, 20 aprile). Un riferim en to ch iaro an ch e in D E R OSSI 1872, p. 46. 2157 Vd. D E R OSSI , BAV, Cod. Vat. Lat. 10515, N otizie rigu ardan ti le estrazion i di corpi san ti, ff. 352-369; D E R OSSI 186477, I, p. 168 ricorda ch e fin o all’in izio delle su e in dagin i il cim itero era frequ en tato dai “fossori di m on sign or Sagrista pon tificio” ch e “facevan o le con su ete ricerch e di reliqu ie de’ m artiri”. Va tu ttavia an ch e rich iam ata u n a n ota del Maran gon i (BAV, Cod. Vat. Lat. 9022, f. 185v) ch e, riferen dosi al cim itero di Callisto e di Pretestato, com e all’epoca ven iva ch iam ato il com plesso dei cim iteri a destra e a sin istra dell’Appia (su pra, p. 4), ricorda ch e “per essere il su ddetto cem etero reso qu asi esau sto ed in m olte parti im praticabile per le su e rovin e, n on più vi si cava” (vd. an ch e D E R OSSI 1864-77, I, p. 228); n ella secon da m età del XVIII secolo, qu in di, l’attività di estrazion e doveva essere stata m olto diradata. 2158 ASR, Cam erlan gato, Titolo IV, An tich ità e Belle Arti, Parte II (1824-1854): bu sta 244, fascicolo 2551 (cfr. L ANCIANI 1989-2002, VI, p. 344); su i sarcofagi rin ven u ti vd. su pra, n . 1949 p. 300. CAPITOLO 3 Fig. 334 – Pian ta sch em atica e parziale della catacom ba con fasi di recu pero: am bien ti del livello su periore (da J OSI 1935). Fig. 335 – Pian ta sch em atica e parziale della catacom ba con fasi di recu pero: am bien ti del livello in feriore (da J OSI 1935). - L’E TÀ MODE RNA: CRONISTORIA DI UNA SCOPE RTA 329 330 PARTE V - DALLE VISITE DE I PE LLE GRINI ( VII -VIII roso program m a in trapreso dal de Rossi per recu perare e “ristabilire” la topografia delle catacom be rom an e traspare ch iaram en te dalle pagin e della R om a sotterran ea; in caricato an cora giovan issim o, n el 1849, di dirigere “alcu n i scavi n el cem etero di Pretestato”, di cu i, grazie all’an alisi delle fon ti, appariva orm ai certa l’iden tificazion e con il com plesso a est della via Appia 2159 , “e in qu ello de’ san ti Marcellin o e Pietro n ella via Labican a”, lo stu dioso aveva potu to “fare gli esperim en ti” per n u ove e più rapide e proficu e strategie di sterro dei sotterran ei, lavori ai qu ali avrebbe con sistem aticità provvedu to la n ascen te Com m ission e di Arch eologia Sacra 2160 . Già n el 1848, però, accom pagn an do il padre March i in u n a perlu strazion e del “pian o su periore … già visitato e in gran parte devastato”, m a con “m olti sepolcri … sfu ggiti alle m an i devastatrici”2161 , il valen te arch eologo aveva potu to assistere alla scoperta dell’arcosolio di Celerin a, m on u m en to di sign ificativa rilevan za per l’im m agin e dei qu attro san ti, di cu i eran o ricon oscibili Pietro e Paolo e, con trassegn ato dalla legen da, il papa Sisto II, “rich iam ato” dalla sepoltu ra n el cim itero dei diacon i Felicissim o e Agapito 2162 ; da qu esta im m agin e “il p. March i … com in ciò a ch iam are di s. Sisto la sotterran ea region e”2163 . Dal 1850, con l’au silio di u n a “sovven zion e m en sile”2164 , l’in dagin e si rivolse ai settori del cim itero prossim i ai du e im pon en ti ru deri della parte occiden tale della vign a, dai qu ali il de Rossi era fortem en te su ggestion ato su lla possibilità di iden tificazion e con i san tu ari su b divo di Zen on e e di 2159 S u pra, pp. 2-4. D E R OSSI 1864-77, I, pp. 72-73: “… la scoperta de’ gloriosi m on u m en ti istorici della prim itiva ch iesa rom an a poteva otten ersi con sem plicissim o m etodo e con dispen dio n on m olto m aggiore dell’u sato fin ora. Faceva d’u opo soltan to estrarre gli en orm i cu m u li di m acerie precipitate dal su olo estern o n e’ pu n ti, ove fu ron o m oltiplicati i lu cern ari e costru ite am pie scale; la qu ale estrazion e n el m etodo degli scavi ten u to dal 1600 in fin o a n oi era stata al tu tto im possibile”. Con tali prospettive di sn ellim en to tecn ico dei lavori il de Rossi aveva pregato “alcu n i prelati della ch iesa rom an a e gli em in en tissim i cardin ali An ton elli Segretario di Stato e Patrizi Vicario di Su a San tità affin ch é ch iam assero l’atten zion e del sovran o pon tefice sopra le escavazion i sotterran ee, ch e tan to ben e prom ettevan o” e con l’in teressam en to di Pio IX la prim a som m a, “u n a m en sile sovven zion e a qu est’u opo”, ven n e destin ata proprio all’“estrazion e delle predette m acerie del n obile cem etero di Pretestato”. Su lla istitu zion e della Com m ission e di Arch eologia Sacra, il 5 lu glio 1851, cfr. F E RRUA 1970 e N E STORI 1998 (vd. an ch e N E STORI 1989). 2161 D E R OSSI 1872, pp. 62-63. Si tratta della region e D (su pra, pp. 247-256); gli epitaffi, an n ota il de Rossi, “eran o tu tti latin i, tracciati su l m arm o o su lla calce in lettere n on belle … del secolo qu arto…; del qu ale secolo più d’u n a data precisa lessi su qu esti sepolcri”. 2162 Su lla scoperta M ARCH I - D E R OSSI 1851, D E R OSSI 1863a, p. 1, D E R OSSI 1864-77, I, pp. 250-251 (erron eam en te il de Rossi allu de ad “u n arcosolio preparato per la su a sepoltu ra da u n a cotale Gem in a, da u n ’im precisa lettu ra dell’iscrizion e di2160 SE C.) AL RE CUPE RO ARCH E OLOGICO ( XV-XX SE C.) Tibu rzio, Valerian o e Massim o 2165 ; pen etran do e proceden do attraverso “rovin e precipitate da più lu cern ari”, lo stu dioso poté visitare e far sgom brare dalle terre gli am bu lacri prin cipali dell’im pian to G, il cu bicolo “della coron atio” (Gb) e “poch i passi oltre il descritto cu bicolo … la gran diosa scala, per la qu ale gli an tich i discen devan o al n obile ipogeo ed alle gallerie circostan ti”2166 . L’in teresse m aggiore, è logico, ven n e rivolto all’“in si gn e cu bicolo adorn o di pittu re rarissim e”2167 , rite n u to giu stam en te “u n o dei più vetu sti m on u m en ti artistici oggi n oti della storia evan gelica”2168 , n el qu ale fu possibile, attraverso i lavori, ricostru ire la sequ en za diacron ica delle trasform azion i; grazie alla dem olizion e di “u n m u ro di pessim a costru zion e” addossato al fon do, si recu però an ch e, in tegro, l’arcosolio relativo alla fase di approfon dim en to del van o, con la m en sa ch iu sa da u n lastron e m arm oreo m u n ito di an elli bron zei e, n ell’arca, “du e corpi, l’u n o vestito di tela d’oro, l’altro di porpora”. All’apertu ra del sepolcro eran o presen ti an ch e il p. March i e Pietro Tessieri, diret tore del Gabin etto Nu m ism atico della Biblioteca Apostolica Vatican a e in probabile con n ession e proprio con tale even to, descritto n ella R om a sotterran ea e n el Bu llettin o di Archeologia Cristian a 2169 , si con serva an ch e u n a in teressan te scritta a m atita, tracciata da u n ’u n ica m an o, su lla parete su d di in gresso allo stesso cu bicolo Gb; qu esta riporta ch iaram en te: “Pietro Tessieri en trò il giorn o cin qu e aprile 1850 / Giu seppe Marchi S .J. / S ilvestro Bossi Pittore / Michele de R ossi e N in o”, qu est’u ltim o, lo stesso Giovan n i Battista, in dicato con il pin ta: vd. F E RRUA, ICUR V 14117, ad com m ., p. 215), D E R OS SI 1872, pp. 62-63 (in oltre K ANZLE R 1909, p. 119, J OSI 1927, pp. 193-194, D AGE NS 1966, pp. 332-334 e T OLOTTI 1977, p. 7). Su ll’arcosolio su pra, pp. 251, 256. 2163 D E R OSSI 1872, p. 63 (m a an ch e D E R OSSI 1864-77, I, p. 51). Ricorda giu stam en te lo stu dioso ch e sotto tal n om e ven n ero edite le pittu re da P E RRE T 1851-55, I, tav. LXXVII. 2164 S u pra, n . 1160 p. 174. 2165 Vd. su pra, p. 302. 2166 D E R OSSI 1872, p. 67. Tali lavori son o descritti som m ariam en te n ella R om a sotterran ea (D E R OSSI 1864-77, I, pp. 168-169) e più am piam en te n el Bu llettin o di Archeologia Cristia n a (D E R OSSI 1872, pp. 63-69), m a esisteva, in base ad u n a n otizia di E . Josi (J OSI 1927, p. 200), u n “au ten tico giorn ale di scavo del de Rossi stesso” ch e lo Josi si propon eva di pu bblicare in u n a “speciale m on ografia”, ch e n on vide m ai la lu ce (su pra, p. 1). Dalle n ote della R om a sotterran ea sem brerebbe di poter collocare l’in izio delle in dagin i n elle gallerie G1/G2 e FG6: “Dopo il prim o arco, n ’apparvero altri (= G1/G2); poi rovin e precipitate da più lu cern ari tu tti posti su lla lin ea d’u n a via (= FG6), alle cu i estrem ità eran o du e scale (= F, G). Di fron te a qu esta via era u n in sign e cu bicolo …”; eviden tem en te con fon don o il de Rossi n ell’idea dei “più lu cern ari” (u n o solo, davan ti a Gb, realm en te esisten te: su pra, pp. 42-45) i con tatti con i van i su periori L14 e Loa. 2167 D E R OSSI 1864-77, I, p. 169. 2168 D E R OSSI 1872, p. 66. 2169 D E R OSSI 1864-77, I, p. 169 e D E R OSSI 1872, pp. 6667. CAPITOLO 3 - L’E TÀ MODE RNA: CRONISTORIA DI UNA SCOPE RTA 331 n om e al dim in u tivo. Del piccolo gru ppo di appassion ati cercatori facevan o, qu in di, parte an ch e il fratello del de Rossi, Mich ele Stefan o, e Silvestro Bossi, il disegn atore del March i 2170 (fig. 336). Grazie ad u n approccio già straordin ariam en te m atu ro e illu m in ato da u n a serie in tegrata di valu tazion i ch e solo m olto più tardi sarebbero state gen eralm en te acqu isite, il de Rossi seppe in tu ire l’ec cezion ale an tich ità dell’im pian to G, n on solo in base alle pittu re 2171 , m a an ch e dalla “m assim a parte dei sarcofagi e delle iscrizion i”, ch e presen tavan o “caratteri certi di alta an tich ità n on posteriore alla prim a m età in circa del secolo terzo”; in particolare “le iscrizion i dei sepolcri in gran de n u m ero tu ttora aderen ti ai loro locu li eran o qu asi tu tte grech e, di bu on e ed assai an tich e lettere, lacon ich e al som m o, in sign ite di sim boli prim itivi”2172 . Tra il 1852 e il 1854 le risorse dispon ibili ven n ero im piegate n el recu pero delle du e scale parallele G e F, qu est’u ltim a “fian ch eggiata da sepolcri ricch i di iscrizion i assai an tich e, ristorata e poi forn ita di sarcofagi e d’altre tom be n el seco- lo qu arto”2173 ; tu ttavia, “il difetto per sosten ere le spese n ecessarie al restau ro di codeste scale con gli an n essi sepolcri e l’im possibilità di lasciarli all’aperto in altru i terren o e proprietà costrin sero a m alin cu ore la com m ission e a seppellire qu an to era stato scavato e n on si volle violarn e i sepolcri n é distaccarn e le iscrizion i n ella speran za di poter torn are u n giorn o all’im presa del disseppellim en to e restau ro di così belle m em orie”2174 . In u n a fase u lteriore dell’attività di recu pero, dal 1863 al 1872 2175 , fortu n atissim e ricerch e restitu iron o fin alm en te alla con oscen za della catacom ba il settore ovest della n obile “gran de galleria”, n ella qu ale fu appu n to ricon osciu ta, sen za alcu n a esitazion e, la spelu n ca m agn a descritta dal pellegrin o salisbu rgen se 2176 ; per dare in izio alle perlu strazion i l’in terven to ven n e program m ato dall’alto e in particolare dal lu cern ario del cu bicolo Ax, già acciden talm en te in tercettato n el 1857 dagli “operai della Com m ission e … recatisi in Pretestato … alla ricerca di m ateriale da costru zion e per i restau ri in iziati n el cim itero di Callisto”2177 , 2170 Il docu m en to è stato di recen te valorizzato da F IOCCH I N ICOLAI 1998a, n . 6, pp. 206-207, ch e propon e l’attribu zion e della scritta alla m an o di Mich ele Stefan o de Rossi. 2171 Soggette, tu ttavia, ad u n a m in im a retrodatazion e al II secolo (D E R OSSI 1864-77, I, p. 169 e D E R OSSI 1872, pp. 6566). Vd. su pra, p. 42 per u n aggiorn am en to bibliografico e cron ologico. 2172 D E R OSSI 1872, part. pp. 65 e 63. L’an alisi proposta in qu esto stu dio n el qu adro dello svilu ppo dell’in tero cim itero e alla lu ce delle acqu isizion i m atu rate n egli u ltim i decen n i su lle catacom be rom an e con ferm a sostan zialm en te, si è visto, qu este precoci forti “im pression i” del de Rossi (su pra, pp. 33-58). 2173 D E R OSSI 1872, p. 69 (e K ANZLE R 1909, p. 119). Un a descrizion e più am pia dei rin ven im en ti relativi alla scala F è con ten u ta in BAV, Cod. Vat. Lat. 10515, R elazion e dei lavori. N ovem b. 1851 - Mai 1860, ff. 23-24: “(1852)… E d appen a estratte le prim e terre ch e in gom bravan o l’adito sem iaperto e rovin o so d’u n a delle an tich e scale del cem etero (= F) apparve u n sarcofago m arm oreo d’assai gran diose proporzion i col su o coperch io tu ttora ferm o al posto, n el qu ale se poco o n iu n o è il m erito della scu ltu ra, m olta però è l’arch eologica im portan za. Im perocch è h a in cisa n ella fron te la su a iscrizion e colla data con solare ch e n e assegn a l’età precisa all’an n o di Cristo 353, e così la sacra arch eologia acqu ista il secon do sarcofago cristian o fra qu an ti m ai son o con osciu ti …” (si tratta del sarcofago Repertoriu m , n . 87 p. 72, tav. 26, con l’epigrafe ICUR V 13901, presu m ibilm en te su bdiale: su pra, p. 301 n . 1956). “Da qu el lu ogo m edesim o u n altro m in ore e parecch ie iscrizion i … m a le n on lievi spese ch e rich iedevan si a riparare qu ell’adito rovin oso e la con osciu ta im possibilità di sosten ere ad u n tem po m edesim o i lavori già avviati n ello scorso an n o … costrin sero a viva forza la com m ission e a dim ettern e u n a secon da volta il pen siero e lasciati per ora qu egli aditi n ell’abban don o in ch e son o da parecch i an n i salvare i rin ven u ti m on u m en ti, trasportan doli al palazzo Lateran en se: lo ch e fu fatto n egli u ltim i giorn i di Dicem bre”. Con la ripresa dei lavori l’an n o su ccessivo, il 1853, “delle du e scale ch e eran o sem iaperte e ch e in trodu cevan o ad u n a n obilissim a parte di qu ei sotterran ei u n a (= F) fu tu tta sgom brata e fu vvi rin ven u to gran de n u m ero di sepolcri in tatti con iscrizion i cristian e in tere ed an tich issim e ed u n fram m en to di coperch io di sarcofago cristian o aven te la data dell’an n o 273 (= ICUR V 13885; M ARUCCH I 1910, V, tav. 358), m on u m en to sin golare ed il più an tico ch e fin o ad ora ci m ostri u n a data certa segn ata sopra cristian o sarcofago e da- ta an teriore alla pace con cessa da Costan tin o. Ivi fra altri m ateriali adoperati dai prim itivi fedeli a coperch i e ch iu su re delle loro tom be fu rin ven u ta u n a bellissim a terra cotta d’arte a soggetto pagan o, trasferita tosto al Mu seo Vatican o. Il difetto per sosten ere le spese n ecessarie al restau ro di codeste scale con gli an n essi sepolcri e l’im possibilità di lasciarli all’aperto in altru i terren o e proprietà costrin sero a m alin cu ore la com m ission e a seppellire qu an to era stato scavato e n on si volle violarn e i sepolcri n é distaccarn e le iscrizion i n ella speran za di poter torn are u n giorn o all’im presa del disseppellim en to e restau ro di così belle m em orie. Ch iu so così qu est’adito fu ron o com piu ti i n ecessari lavori per ren dere provvisoriam en te accessibile … qu ello d’u n ’altra scala parallela (= G), an ch ’essa sem iaperta fin dall’an n o 1850. E d an co in qu esti lavori rividero la lu ce parecch i sepolcri ed iscrizion i assai pregevoli degli an tich i fedeli.” Su lla scala e la region e F del prim o im pian to vd. su pra, 58-63. 2174 D E R OSSI , BAV, Vat. Lat. 10515, R elazion e dei lavori. N ovem b. 1851 - Mai 1860, f. 28r. Il “disseppellim en to” delle du e scale sarebbe stato, in effetti, n u ovam en te possibile solo n el 1907, m a il problem a dell’accesso fu risolto soltan to n el 1920 con l’acqu isto del terren o (in fra). 2175 In qu esto an n o si rivelò in evitabile l’in terru zion e dei lavori per u n problem a giu diziario sorto con l’allora proprietaria, Lu isa B(u )on figlioli, vedova De Rom an is, in relazion e all’at tività di estrazion e di pozzolan a n ei sotterran ei (in fra, n . 2190); docu m en ti in tal sen so si con servan o tra gli Atti dell’Arch ivio PCAS (alla data del 14 m arzo e del 2 settem bre); cfr. an ch e K ANZLE R 1909, p. 119. 2176 S u pra, pp. 190-191. Cfr. part. D E R OSSI 1872, pp. 7374. Resocon ti su tali lavori di recu pero e di restau ro in D E R OSSI 1863a; D E R OSSI 1863; D E R OSSI 1870a; D E R OSSI 1872, pp. 69-80 (oltre alle strin gate n otizie sparse n el Bu llettin o di Arch eologia Cristian a: 1863, pp. 16, 32, 39 e 1866, pp. 16, 36; u n accen n o an ch e in K ANZLE R 1909, p. 119; J OSI 1927, p. 202 e T OLOTTI 1977, pp. 8-10). 2177 J OSI 1927, p. 218 (e D E R OSSI 1872, pp. 69-70; lo stu dioso an n ota ch e, “poich é le spese dei n ecessari restau ri potevan o qu ivi essere gravissim e, la com m ission e di sacra arch eologia deliberò com piere i prin cipali lavori in trapresi n el cim itero di Callisto prim a di por m an o alla spelu n ca m agn a”). Si vedrà ch e la scala ovest della region e cen trale sarebbe stata scoperta soltan to n el 1902 (in fra, n . 2179). 332 PARTE V - DALLE VISITE DE I PE LLE GRINI ( VII -VIII SE C.) AL RE CUPE RO ARCH E OLOGICO ( XV-XX SE C.) e esteso fu ori dal van o al settore m edian o dell’an tica cistern a e agli am bien ti aperti su qu esto. I decen n i im m ediatam en te su ccessivi a tali lavori, ch e avevan o in trodotto soprattu tto problem i di n atu ra in terpretativa per l’iden tificazion e pu n tu ale dei cin qu e sepolcri m artiriali in dicati dalle fon ti n ell’ipogeo 2178 , videro verificarsi soltan to circoscritte operazion i in segu ito a fran e 2179 o per il m iglioram en to dell’accessibilità delle parti in dagate della catacom ba 2180 , n on ch é lo svolgim en to di u n program m a di sistem azion e dei m ateriali 2181 e l’esecu zion e della docu m en tazion e plan im etrica 2182 . Solo n el 1907 si rese possibile, grazie ad u n m iglioram en to dei rapporti con i proprietari, la ripresa di u n o “scavo regolare”, aven te com e “obiettivo prin cipale … qu ello di risolvere alcu n i problem i topografici”2183 ; in circa tre an n i si recu peraron o, e n e ven n e com pletato lo sterro, le region i della “scala m aggiore” (G/H ) e della “scala m in ore” (F) e gli ipogei I-IV del livello su periore (L) 2184 , in terven en do an ch e, a cau sa di u n ’im portan te fran a, n egli am bu lacri del gru ppo I/IM 2185 e n ell’area della spelu n ca m agn a 2186 . In tale sequ en za di in terven ti, resa discon ti- n u a spesso dai disaccordi con i possessori dell’area 2187 , costitu isce sen za du bbio u n even to im portan te n ella storia del recu pero arch eologico del com plesso l’acqu isizion e di u n settore del terren o Barbetta - De Rom an is ch e com pren deva gli in gres si alle region i G e F e la scala occiden tale della spelu n ca m agn a (fig. 331); tale com praven dita 2188 era stata possibile grazie alla dispon ibilità del pon tefi ce Ben edetto XV2189 , per l’in term ediazion e di Mon s. Carlo Respigh i, allora segretario della Pon tificia Com m ission e di Arch eologia Sacra, rim a sto m olto colpito dal “triste stato del cim itero, m in acciato sem pre più n ella stabilità dei su oi san tu a ri da u n a cava abban don ata ch e aveva m in ato en orm i voragin i al disotto del secon do pian o cim ite riale, e dalle spaven tose fran e rim aste aperte e au m en tate dopo dieci an n i di forzato abban don o”2190 . Qu esto m om en to sign ificò n on solo la realizzazion e degli organ ism i m odern i per la cu stodia del cim itero e l’allestim en to dei preziosi m ateriali – il qu adriportico del Mu seo classico eretto n el 1925, su progetto di F. Palom bi, e l’adiacen te sala per i reperti cristian i an n essa sei an n i dopo 2191 (figg. 340-342) –, m a an ch e la ripresa di u n ’atti- 2178 Su tali qu estion i vd. su pra, pp. 189-192. A qu esta fase di lavori van n o raccordate alcu n e firm e di San ti Nibbi con date 1866 e 1867, du e delle qu ali leggibili n ella galleria B16. 2179 Nell’in vern o 1889/90 si era verificato u n crollo n ella volta della spelu n ca m agn a, su l qu ale però fu possibile in terven ire solo “con u n a m aceria provvisoria” (Giorn ale di scavo 1889-90, p. 56: “… Si tratterà poi col m in istero della pu bblica istru zion e per obbligare il proprietario della vign a, sem pre pertin ace n ei su oi rifiu ti, a perm etterci la costru zion e di u n a volta regolare…”. Forse collegata con tali lavori è la firm a a m atita di u n Giu seppe Pasilu stri (?) cavatore, con la data del 1889, su u n a targa m arm orea n ella galleria A12); tra il 19021903 u n a fran a all’estrem ità occiden tale della spelu n ca m agn a portò al recu pero della galleria AB10 e della scala origin aria (Giorn ale di scavo 1902-03, p. 123 e M ARUCCH I 1902; n on è stato possibile recu perare le “fotografie su llo stato dei lavori” ricordate da B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 1, s.p.). 2180 Nel Giorn ale di scavo del 1897-98 (p. 387) si ricorda il ten tativo effettu ato, n el m arzo 1898, per “rin tracciare u n a strada per portare l’in gresso alla via Appia Pign atelli, m a in con trati grotton i fran ati (= C?), si dové pren dere lo scavo dal sopratterra …”. Qu esti lavori, rim an dati “alla su ccessiva stagion e”, restitu iron o le iscrizion i ICUR V 14026 e 14296. In oltre, n el 1900, per stabilire u n collegam en to sotterran eo tra l’area della spelu n ca m agn a e la region e “della coron atio”, J. Wilpert fece esegu ire il bu sso tra D5 e LDo6 (K ANZLE R 1909, p. 120, m a più ch iaram en te in B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4, s.p.), il qu ale rese possibile il recu pero delle già n ote pittu re e l’esecu zion e degli acqu erelli (K ANZLE R 1909, p. 120). 2181 Già n el 1889-90, “con l’opportu n ità di m an dare i fossori a ch iu dere la fran a” (Giorn ale di scavo 1889-90, p. 56); tan tissim i m ateriali, soprattu tto m arm orei, giacevan o in fatti am m u cch iati n ella spelu n ca m agn a e u n a sistem azion e gen era le fu attu ata n el 1898 soprattu tto dal Kan zler e dal Bevign an i, ch e esegu iron o an ch e i calch i delle iscrizion i e l’in ven tario dei m arm i (K ANZLE R 1898, p. 209, m a an ch e P. CROSTAROSA, in N u ovo Bu llettin o di Archeologia Cristian a 4 (1898), p. 231; K ANZLE R 1909, p. 120; J OSI 1927, p. 202 e J OSI 1935, p. 7; M ARUCCH I 1933, p. 283). Nel cim itero, e in particolare in B16, si leggon o le firm e dei “catalogatori” dei m ateriali Kan zler e Bevign an i, oltre a qu elle del Maru cch i e dello Steven son (qu esti firm a n el 1874 in B6 e n el 1892 in B18). 2182 Nel 1901 ven n e redatta dal Dr. Joh n en , collaboratore del Wilpert, u n a pian ta, edita da J OSI 1927, p. 201, fig. 1 (vd. pp. 200-202), ch e forn isce u n ’idea degli am bien ti al tem po perlu strabili (fig. 337). In effetti, però, già u n a sin golare scritta a m atita del Maru cch i, n ella galleria B16, fa sapere: 6 aprile 1884 fin ita la pian ta del cim itero. 2183 M ARUCCH I 1907. 2184 Il con tribu to di K ANZLE R 1909 costitu isce la relazion e u fficiale di tali lavori, m a fu estrem am en te som m aria e parziale, preveden do u n a con tin u azion e illu strativa delle gallerie H poi n on effettu ata; si rivelan o u tili, pertan to, an ch e le n ote au tografe del Bevign an i (B E VIGNANI , Taccu in o lavori n n . 3, 4 e 4bis, passim ). 2185 B E VIGNANI , Taccu in o lavori n n . 4bis e 6, passim . A qu esti lavori si ascrive la scoperta del m u ro orien tale dell’edificio di su perficie descritto da J OSI 1927, pp. 206-208 (su pra, part. p. 280). 2186 In corrispon den za di Ah e di AB10: B E VIGNANI , Taccu in o lavori n . 4bis, s.p. 2187 An ch e n el 1910 i lavori ven n ero in terrotti per “n u ove opposizion i da parte del proprietario” e solo n el 1913 e n el 1919 u n a n u ova attività n el cim itero fu rivolta al restau ro degli arcosoli dipin ti (J OSI 1927, p. 208). 2188 Di qu esta si con serva u n a copia dell’atto con data 7 lu glio 1920 tra le carte dell’Arch ivio PCAS. 2189 Notizie in J OSI 1927, pp. 208-209; R E SPIGH I 1927, p. 9; R E SPIGH I 1934, p. 115. 2190 J OSI 1927, pp. 208-209. La cava m odern a, spesso oggetto di con ten ziosi tra la PCAS e i proprietari del terren o (vari riferim en ti n elle carte dell’Arch ivio PCAS; fig. 343), è docu m en tata da u n a serie di plan im etrie con servate presso l’Arch i vio PCAS, ch e perm etton o an ch e di segu irn e il progressivo svilu ppo tra XIX e XX secolo, da n ord, dall’area della catacom ba della San ta Croce, pesan tem en te com prom essa n el su o pian o in feriore (S PE RA 1999, p. 181), proprio verso la catacom ba di Pretestato, di cu i sottopassa diversi am bu lacri G, F, E della fascia setten trion ale. Solo n egli an n i Settan ta si riu scì ad otten ern e la defin itiva ch iu su ra, com e risu lta da u n carteggio con servato n ell’Arch ivio PCAS. 2191 Il Mu seo classico era stato realizzato con u n a cospicu a don azion e da parte di cattolici spagn oli in occasion e del CAPITOLO 3 - L’E TÀ MODE RNA: CRONISTORIA DI UNA SCOPE RTA Fig. 336 – Cu bicolo Gb: an n otazion e a m atita della visita del 5 aprile 1850 (Arch ivio PCAS). Fig. 337 – Pian ta delle gallerie perlu strabili esegu ita dallo Joh n en n el 1910 (Arch ivio PCAS). 333 334 PARTE V - DALLE VISITE DE I PE LLE GRINI ( VII -VIII SE C.) AL RE CUPE RO ARCH E OLOGICO ( XV-XX SE C.) Fig. 338 – Gruppo di studiosi davanti all’accesso della Caffarella prim a dell’acquisto del terreno (Archivio PCAS). Fig. 339 – Gru ppo di fossori davan ti all’accesso della Caffarella prim a dell’acqu isto del terren o (Arch ivio PCAS). CAPITOLO 3 - L’E TÀ MODE RNA: CRONISTORIA DI UNA SCOPE RTA Fig. 341 – Il Mu seo classico (Arch ivio PCAS). Fig. 340 – Il Mu seo classico in allestim en to (Arch ivio PCAS). Fig. 342 – Il Mu seo cristian o (Arch ivio PCAS). Fig. 343 – Rapporto tra gli am bien ti della cava m odern a e il cim itero: stralcio da u n a plan im etria dell’Arch ivio PCAS. 335 336 PARTE V - DALLE VISITE DE I PE LLE GRINI ( VII -VIII SE C.) AL RE CUPE RO ARCH E OLOGICO ( XV-XX SE C.) vità fren etica e pressoch é in in terrotta, destin ata per lo più all’esplorazion e esau stiva dei sotterran ei 2192 . I “gran di e dispen diosi lavori per assicu rare la possibilità della escavazion e a fon do dell’in sign issim o cim itero”2193 previdero progressivam en te lo sgom bero degli in terri dagli am bien ti in torn o alla spelu n ca m agn a, delle region i E e I, tra il 1927 e il 1928 2194 (figg. 344-349), e delle gallerie del gru ppo D, in teressate da in terven ti con tin u i su fran e per lo più cau sate dalle piogge, fin o al 1932 2195 (figg. 350-352); n el 1935-36 n u ovi crolli rich iesero, in fin e, il ripristin o di alcu n i am bien ti m eridion ali B 2196 (figg. 353-354). Un u lteriore fon dam en tale im pu lso alla con o - scen za del com plesso si lega alla figu ra di p. A. Ferru a ch e, dall’assu n zion e della carica di segretario della Pon tificia Com m ission e di Arch eologia Sacra dopo la crisi bellica, n el 1947 2197 , destin ò n otevoli risorse al com plesso, prim a con la ripara zion e di fran e con sisten ti ai m argin i occiden tali del cim itero 2198 e a n ord del cu bicolo di Lu cen zio 2199 tra il 1948 e il 1952 (fig. 355), qu in di, dal 1954, con il com pletam en to dello scavo della spelu n ca m agn a, rim asta in gom bra n el settore orien tale dall’epoca del de Rossi, attraverso u n a serie im pegn ativa di cam pagn e di scavo ch e portaron o an ch e al recu pero dell’in gresso m on u m en tale est 2200 (figg. 356-357). Giu bileo del 1925: cfr. J OSI 1935, p. 20 e, per i lavori di sistem azion e del Mu seo cristian o, Giorn ale di scavo 3, passim . Per le fasi di assem blam en to e sistem azion e dei m ateriali si veda l’opera di G ÜTSCH OW 1938, part. pp. 29-34 (vd. an ch e su pra, n . 140 p. 21 e sem plici n ote in F ORNARI 1930, p. 28 e F ORNARI 1931, p. 16). 2192 Il cim itero di su perficie, in vece, n on fu m ai oggetto di u n ’in dagin e sistem atica e lo scavo più sign ificativo ven n e con dotto n el 1931, origin ato dai lavori di sban cam en to per la costru zion e del Mu seo cristian o (su pra, pp. 272-288). 2193 R E SPIGH I 1927, p. 8. 2194 Per la region e E cfr. Giorn ale di scavo 1, pp. 88-89, 104-105, 108, 111, 121-122, 125-126, 130-131, 133-134, 138-144 (coeren tem en te ven n e an ch e sistem ato il cu bicolo Ak: pp. 116, 121. I van i Poa, PT1, PTb, PTc si sterraron o però solo n el 1933 – Giorn ale di scavo 3, pp. 132-133, 134-142, 148-149 –); per la region e I Giorn ale di scavo 1, pp. 114, 116-118, 120, 124, 125, 128, 132-133 e Giorn ale di scavo 2, p. 18-22. 2195 Nel 1927-28 ven n ero in teressati da lavori gli am bien ti D4, ADa, D2 (Giorn ale di scavo 1, pp. 129, 133, 148-149, 150 e Giorn ale di scavo 2, pp. 1-2, 12-18 (con la scoperta dei sarco fagi di Flaviu s In steiu s e di Cu rtia Catian a: su pra, p. 126), n el 1930 u n a n u ova fran a in vase an ch e il pian o in feriore F (F OR NARI 1931, p. 16 e Giorn ale di scavo 2, pp. 22-23, 26-27, 3031; in oltre, Giorn ale di scavo 3, p. 36). Tra il 1930-31 fu in dispen sabile u n u lteriore in terven to verso est, in rapporto alle gallerie F13 e DA8 (F ORNARI 1932, pp. 7-17 e Giorn ale di sca- vo 3, pp. 36, 48, 50-51, 53-54, 56-57, 142-144); n el 1932 an cora u n m ovim en to fran oso rich iese lavori in Ao5, ADa, FA2, FA3 (Giorn ale di scavo 3, pp. 118-120). 2196 In particolare Bb, Bc, AB1, AB2, AB3, AB10, Ba. J OSI 1936, p. 207 (Giorn ale di scavo 3, pp. 181-182, 185-189, 191199, 203-212 e Giorn ale di scavo 4, pp. 1-8). 2197 N E STORI 1989, p. 497. 2198 F E RRUA 1949; in oltre Giorn ale di scavo Ferru a, pp. 3334, 41-42. 2199 F E RRUA 1949, p. 21 e Giorn ale di scavo Ferru a, pp. 3, 4, 17, 27, 42, 47, 53, 62, 72. 2200 F E RRUA 1962, pp. 24-25; F E RRUA 1964 (Giorn ale di scavo Ferru a, pp. 81, 114, 117, 119, 123 e Giorn ale di scavo I/VI (1961-66/67), passim ). Su llo scavo dell’area estern a su pra, pp. 298-292. Dopo il 1965 si posson o docu m en tare solo sporadici e circoscritti in terven ti, la ch iu su ra dell’accesso dalla Caffarella n el 1966 (C; cfr. Giorn ale di scavo Ferru a, p. 126 e Giorn ale di scavo VIII, p. 66), lo scavo dei cu bicoli Aox e Bog n el 1976 (Giorn ale di scavo XV, passim ) e u n piccolo saggio n ell’area del cortile (F ASOLA 1978, pp. 13-14). Tra le attività parallele van n o an n overate la catalogazion e del m ateriale m arm oreo dal 1977 (F ASOLA 1982) e i restau ri dei sarcofagi (S ALVE TTI - M AZZE I 2000; D E M ARIA c.s.; M AZZE I c.s.) e di alcu n i affresch i, qu ello del cu bicolo “della coron atio” n el 1996 (B ISCONTI 1997) e qu ello, recen tissim o, dell’arcosolio di Celerin a. CAPITOLO 3 - L’E TÀ MODE RNA: CRONISTORIA DI UNA SCOPE RTA 337 Fig. 344 – Fran a del 1927 n ella region e E (Arch ivio PCAS). Fig. 345 – Fran a del 1925 n ella region e I: scala e galleria I1/I2 (Arch ivio PCAS). Fig. 346 – Fran a n ella region e I: cu bicoli Ie-Ioe (Arch ivio PCAS). Fig. 347 – Fran a n ella region e I: operai al lavoro in prossim ità del lu cern ario della galleria I1/I2 (Arch ivio PCAS). Fig. 348 – Fran a n ella region e I: operai al lavoro in prossim ità del lu cern ario della galleria I1/I2 (Arch ivio PCAS). 338 PARTE V - DALLE VISITE DE I PE LLE GRINI ( VII -VIII SE C.) AL RE CUPE RO ARCH E OLOGICO ( XV-XX SE C.) Fig. 350 – Fran a degli an n i Tren ta del XX secolo n ella region e D (Arch ivio PCAS). Fig. 349 – Fran a n ella region e I: operai al lavoro in prossim ità del lu cern ario della galleria I1/I2 (Arch ivio PCAS). Fig. 351 – Fran a degli an n i Tren ta del XX secolo n ella region e D (Arch ivio PCAS). Fig. 352 – Fran a degli an n i Tren ta del XX secolo n ella region e D (Arch ivio PCAS). Fig. 353 – Fran a del 1936 n elle gallerie del gru ppo AB (Arch ivio PCAS). CAPITOLO 3 - L’E TÀ MODE RNA: CRONISTORIA DI UNA SCOPE RTA 339 Fig. 354 – Fran a del 1936 n elle gallerie del gru ppo AB (Arch ivio PCAS). Fig. 355 – Am bien ti in teressati da u n a fran a n el 1940 a su d del cu bicolo Ak: sch izzo plan im etrico (da Giorn ale di scavo Ferru a). Fig. 356 – Recu pero del tratto orien tale della spelu n ca m agn a (Arch ivio PCAS). Fig. 357 – Recu pero del tratto orien tale della spelu n ca m agn a (Arch ivio PCAS). QUADRO RIE PILOGATIVO 2201 L’in tricata m aglia dell’evolu zion e storico-topografica del com plesso paleocristian o di Pretestato ricom pon e u n a parabola di occu pazion e del sito ch e m u ove dai fen om en i prelim in ari di in sediam en to, ascrivibili a form e di u so agricolo-residen ziale 2202 , per circoscrive, in particolare, le fasi di im pian to, di svilu ppo e di frequ en tazion e del cim itero collettivo, su bdiale ed ipogeo, con i su oi san tu ari, dal III all’VIII secolo, fin o all’abban don o m edievale e, qu in di, al recu pero arch eologico n ei secoli dell’età m odern a. Le in dicazion i evin cibili da u n gru ppo di m ateriali, soprattu tto sarcofagi e epigrafi – stele, titu li di m au solei e tabelle di colom bari –, in du con o ad in qu adrare le prim issim e in stallazion i fu n erarie n ell’area di su perficie n ei decen n i fin ali del II seco lo, periodo n el qu ale, du n qu e, si in n esca qu el processo di “con version e” sepolcrale del sito, parte probabilm en te della vasta proprietà dell’aten iese E rode Attico n ota con il n om e di Triopio 2203 , con probabilità proprio in im m ediata correlazion e con l’ovvio sm em bram en to dell’esteso fon do alla m orte del proprietario in torn o al 183 2204 ; tra l’altro, la forse n on casu ale con cen trazion e di m olti reperti, scoperti in depositi fran osi o sotto lu cern ari, qu in di più direttam en te associabili alla origin aria n ecropoli su b divo, n el settore su d-ovest del cim itero sotterran eo, sem brerebbe far in tu ire, pu r in m an can za di presen ze m on u m en tali, u n in iziale in sediam en to proprio in qu esto settore di terren o, prossim o, è im portan te n ell’ottica dislocativa, ad u n an tico asse viario trasversale alla via Appia, ri- calcato grosso m odo in talu n i tratti dalla m odern a Appia Pign atelli 2205 . 2201 Si sceglie di posporre a qu esto stu dio piu ttosto ch e u n a serie di osservazion i propriam en te con clu sive u n essen ziale sch em a di riepilogo. Le m odalità di articolazion e diacron ica, in fatti, si prestan o in m isu ra lim itata ad u n a ricon siderazion e del diagram m a evolu tivo ricom posto ch e risu lti scevra di poco sign ificative ripetizion i (vd. an ch e le perplessità esplicitate in tale ottica da G UYON 1987, pp. 495-496, a con clu sion e del lavoro su l cim itero di Marcellin o e Pietro ad du as lau ros); in oltre, u n approccio tem atico, orizzon tale, im pian tato soprattu tto su lla base di param etri com parativi con altri com plessi fu n erari paleocristian i del su bu rbio rom an o appare, pu rtroppo, an cora piu ttosto difficile, lacu n oso ed estrem am en te fram m en tato, poich é la m aggior parte di qu esti (com e lam en tavan o an ch e lo stesso J. Gu yon – G UYON 1987, p. 496 – e S AINT R OCH 1999, p. 131) atten don o, in effetti, stu di com ples- sivi su ll’assetto m on u m en tale e su lle sequ en ze di svilu ppo topografico. Solo attraverso u n esau stivo itin erario di approfon dim en ti an alogici – o an ch e, è ovvio, proprio n ella m an can za di possibili correlazion i – posson o in fatti acqu istare u n a particolare rilevan za e u n effettivo sign ificato talu n e pecu liarità di in sediam en to e di evolu zion e restitu ite n ell’an alisi di dettaglio del com plesso in esam e. 2202 S u pra, pp. 9-19. 2203 S u pra, pp. 9-11. 2204 Su lle fasi in cipien ti di occu pazion e sepolcrale del sito cfr. su pra, pp. 21-29. 2205 S u pra, pp. 11, 23-25, 33, 88, 247, 296, 327. 2206 S u pra, pp. 11-19 su lla revision e del m odello idrau lico proposto da F. Tolotti e pp. 65-77 su ll’in iziale riu so fu n erario dell’im pian to. La storia topografica del cim itero collettivo è l’esito, ch iaram en te, dello svilu ppo in tercorrelato e con testu ale degli organ ism i con n essi allo sfru ttam en to del sottosu olo e all’u tilizzo del terren o di su perficie; per qu esti u ltim i le gravi lacu n e con osci tive h an n o m otivato u n approccio an alitico m edian te u n a “prospettiva ribaltata” in rapporto ai sotter ran ei, in qu an to proprio dall’an alisi della rete ipogea si son o ricavate in form azion i fon dam en tali per il com pletam en to della restitu zion e su bdiale. Nel qu adro di in cipien te occu pazion e fu n eraria e sen za du bbio in rapporto all’im m ission e di elem en ti cristian i n el sepolcreto su bdiale, a gru ppi piu ttosto con sisten ti della com u n ità va ascritto u n program m ato e bivalen te u tilizzo del sottosu olo già n ei prim issim i an n i del III secolo: in tale periodo diversi e ch iari in dicatori docu m en tan o, in parallelo, n el settore orien tale il riu tilizzo di u n organ ism o idrau lico, logicam en te con n esso alla più an tica fru izion e residen ziale dell’area, u n a capien te cistern a con an n essi laterali, la cd. spelu n ca m agn a, di cu i, tu ttavia, la lettu ra stru ttu rale com ples siva h a in dotto ad u n drastico ridim en sion am en to del m odello ricostru ttivo elaborato dal Tolotti 2206 , e a ovest l’escavazion e di u n im pian to, com u n em en te detto della “scala m aggiore”(G), con sch em a a pettin e, in izialm en te di esten sion e con ten u ta, m a destin ato, in poch i decen n i, ad u n rapidissi m o poten ziam en to topografico correlato ad u n du - 342 QUADRO RIE PILOGATIVO plice approfon dim en to del livello del su olo, di cu i la fase con clu siva di svilu ppo plan im etrico, attribu ibile ai decen n i fin ali del III secolo, è rappresen tata dalla giu stapposizion e, a su d, di u n gru ppo di am bu lacri (H ) affron tati bilateralm en te lu n go u n asse prin cipale 2207 . Alcu n i decen n i dopo la prim itiva in stallazion e occiden tale, si ritien e in torn o alla m età del III secolo, ven n e im pian tato, ad u n a m in im a distan za e con la scala posizion ata su l m edesim o asse ovestest, u n an alogo ipogeo con diram azion i ortogon ali (della “scala m in ore” - F) 2208 , soggetto, in segu i to ad u n approfon dim en to del su olo, ad u n im por tan te program m a di svilu ppo esten sivo, sia verso n ord, con u n o sch em a a m odu li regolari del tipo defin ito com u n em en te “a spin a di pesce” o “a ram i” (Zweigsystem ), com piu tosi già en tro gli u ltim i decen n i del III secolo 2209 , sia verso est, con la prosecu zion e eccezion ale degli assi più an tich i per u n a decisa ed eviden te capacità attrattiva esercita ta dalla region e della spelu n ca m agn a, con la qu ale il n u cleo F ven n e precocem en te raccordato 2210 . Per tale esten sion e ad est dell’im pian to u n difficile n odo n ella restitu zion e topografica risu lta dalla sequ en za di alcu n i am bu lacri trasversali con form e di u tilizzo in qu adrabili n el IV secolo già avviato, m a diram ati da u n livello n on an cora approfon dito. Tale assetto stru ttu rale aveva costretto il Tolotti a ritardare la datazion e dell’in tera fase di svilu ppo plan im etrico dell’im pian to F e an ch e dell’adiacen te G 2211 , con trastan do, però, in m isu ra irrim ediabile n on solo con i gen erali caratteri di occu pazion e derivabili soprattu tto dalla tipologia dei van i e delle tom be e dalla prassi epigrafica, m a an ch e con alcu n i dati più specifici ch e im pon gon o in vece, si è detto, a rim an ere en tro il III secolo per la più sign ificativa evolu zion e to po gra fica a qu ota approfon dita. Il m odello ricostru t tivo elaborato risu lta n ecessariam en te più com ples so: lo svilu ppo dei lu n gh i am bu lacri orien tali va ricom posto a qu ote differen ziate, con l’u tilizzo di scale in term edie provvisorie, tra l’altro m aggiorm en te con son o con le logich e della prassi fossoria 2212 . La storia del settore cen trale della catacom ba form atasi in rapporto alla preesisten te cistern a pu ò essere sch em atizzata in alcu n i m om en ti evolu tivi essen ziali: alla prim a occu pazion e, libera e in discrim in ata, degli spazi idrau lici dispon ibili, se- 2207 S u pra, pp. 33-58, 106-112. S u pra, pp. 58-63. 2209 S u pra, pp. 101-106. 2210 S u pra, pp. 149-156. 2211 T OLOTTI 1978, pp. 166-170. 2212 S u pra, pp. 151-153. 2213 S u pra, pp. 115-122. 2214 S u pra, pp. 132-136. 2215 S u pra, pp. 136-146 (per qu est’u ltim a in stallazion e l’ipo tesi del Tolotti di u n in qu adram en to en tro i prim i decen n i del III secolo – T OLOTTI 1978, pp. 174-181 – trovava forti ostacoli n on solo n ella restitu zion e stru ttu rale del van o di origin e 2208 gu iron o, en tro l’età precostan tin ian a e in particola re n ei decen n i della secon da m età del III secolo, la creazion e, soprattu tto su l tratto orien tale della spelu n ca m agn a prolu n gato per ca. 17m , di u n a serie di cam ere ad u so esclu sivo, om ogen ee per caratteri tipologici e form e di occu pazion e 2213 , u n in iziale svilu ppo a su d, con dizion ato da alcu n e pre esisten ze idrau lich e au ton om e rispetto al m acro scopico serbatoio prin cipale 2214 , e, a n ord, tra la fin e del III e n on oltre i prim issim i an n i del su c ces sivo, la program m azion e u n itaria di u n im pian to “a spin a di pesce” (PT/E ), con u n a parte destin ata a sepoltu re più ricercate e il settore in feriore, an alogo e coevo agli am bu lacri del gru ppo H ch e costitu isce l’evolu zion e m eridion ale della region e della “scala m aggiore” (G), per deposizion i di m assa 2215 . Nei decen n i cen trali del IV secolo il sistem a ipogeo raggiu n ge la su a m assim a espan sion e: a su d ven n e scavata u n a serie di gallerie parallele (A) 2216 , elaborata in form a defin itiva, dopo la creazion e di u n lu cern ario previsto per du e livelli di am bu lacri, la region e in term edia B 2217 e fu im pian tato, a su d-ovest, appen a dopo la m età del secolo, il gru ppo di gallerie I segn ato dalla presen za sistem atica di cu bicoli 2218 ; a n ord lo svilu ppo del cim itero si ridu ce ad u n n u m ero piu ttosto con ten u to di van i realizzati an cora in torn o alla m età del IV secolo (D) 2219 , cu i ven n ero aggiu n te, n egli u ltim i decen n i del m edesim o, le più tarde gallerie del com plesso, qu elle orien tali, dalla con figu razion e disarticolata e com pon ibili u n a sorta di area retrosan ctos rispetto alle sepoltu re m artiriali della spelu n ca m agn a 2220 . L’an alisi topografico-m on u m en tale del cim itero sotterran eo n on h a potu to sottrarsi alla rivisitazion e delle qu estion i con n esse all’iden tificazion e dei sepolcri dei cin qu e m artiri attestati dalle fon ti n ella spelu n ca m agn a, Gen n aro, Qu irin o, i diacon i Felicissim o e Agapito e il papa Urban o, qu estion i ch e, è n oto, segn an o u n im portan te filon e di stu di su l cim itero 2221 e ch e, n el corso dell’approfon dim en to com plessivo, son o state in evitabilm en te in tegrate con la restitu zion e diacron ica del com plesso tessu to m u rario su lle pareti della “gran de galleria”2222 . Valu tazion i dedu cibili dall’an alisi com parata di alcu n i poli degn i di atten zion e e la Ac, m a an ch e n el com plesso dei dati con n essi all’occu pazion e sepolcrale degli am bien ti). 2216 S u pra, pp. 223-230. 2217 S u pra, pp. 230-237. 2218 S u pra, pp. 237-246. 2219 S u pra, pp. 247-256. 2220 S u pra, pp. 253-255. 2221 Si ricordin o, in particolare, vari con tribu ti di G. B. de Rossi (D E R OSSI 1863a; D E R OSSI 1870a; D E R OSSI 1872; D E R OSSI 1874); in oltre, ARME LLINI 1874, K ANZLE R 1895, T OLOTTI 1977, T OLOTTI 1986, S PE RA 1998a. Vd. già su pra, pp. 189-192. 2222 S u pra, pp. 189-212 e 212-222. QUADRO RIE PILOGATIVO valen za strategica dell’u ltim a fase m u raria, probabilm en te dell’età di papa Dam aso (366-384), ch e va a con figu rare u n a sorta di iter ad san ctos 2223 , in du ce a ripren dere in con siderazion e com e san tu ari solo tre lu ogh i tra qu elli già valorizzati dalla bibliografia tradizion ale, lo spazio form atosi in rapporto al sepolcro Ag’, riferibile, con ottim e probabilità, al m artire Gen n aro 2224 , il van o Ak, n el qu ale sem brerebbe aver svolto il ru olo di pern o cu ltu ale u n u n ico locu lo, si pu ò riten ere fosse stato occu pato dalle spoglie di Urban o 2225 , l’am bu lacro AB10, la cu i tom ba m artiriale, collegabile ipoteticam en te a Qu irin o, è appen a ricostru ibile per i pesan ti in terven ti m odern i 2226 ; u n qu arto n u cleo cu ltu ale, qu ello dei diacon i Felicissim o e Agapito, poteva essere, si in tu isce da u n a serie di osservazion i, in u n o dei van i an cora in terrati a n ord 2227 . Nella sequ en za diacron ica delle fasi ricom pon ibili per tali con testi il m om en to più sign ificativo di valorizzazion e orn am en tale va ricon dotto, in base a dati con cordan ti, ad u n program m a coeren te di sistem azion e di cu i la presen za delle epigrafi com m em orative in du ce a su pporre il lega m e pecu liare con il papa Dam aso 2228 ; l’in terven to presen ta caratteri di particolare u n itarietà, m a sem brerebbe gu idato da u n a sorta di “trattam en to gerarch izzato” dei poli cu ltu ali, tra i qu ali qu ello ricon osciu to in Ag si risolve, forse an ch e per la su a posizion e cen trale n ella spelu n ca m agn a, in u n a solu zion e arch itetton ica articolata e ariosa e in u n u so pregn an te di m ateriali 2229 , qu ello in Ak ridim en sion a il m edesim o m odello con colon n e e arch itra ve 2230 , qu ello in AB10 pare ridu rsi alla foderatu ra delle pareti, con la creazion e della n icch ia qu adran golare affron tata, e ad u n qu alch e su ppon ibile im preziosim en to delle su perfici parietali 2231 . In u n a ricon siderazion e di in siem e la storia topografica della catacom ba di Pretestato rich iam a, in effetti, le lin ee fon dam en tali di evolu zion e gen eralm en te tracciate per i cim iteri sotterran ei paleocristian i del su bu rbio rom an o e i fen om en i 2223 S u pra, pp. 218-221. S u pra, pp. 192-199. 2225 S u pra, pp. 199-206. 2226 S u pra, pp. 206-212. 2227 S u pra, n . 1445 p. 220. Per qu est’u ltim i m artiri si è rivista la proposta del Tolotti ch e n e collocava i sepolcri in Ak, fru tto, tu ttavia, di forse eccessive forzatu re n ella restitu zion e m on u m en tale. 2228 S u pra, pp. 189-212. 2229 S u pra, pp. 193-198. 2230 S u pra, pp. 203-205. 2231 S u pra, pp. 208-211. 2232 Nel qu adro delle aree più an tich e delle catacom be rom an e l’esem pio più sign ificativo e m acroscopico della ten den za al riu tilizzo di am bien ti già esisten ti è costitu ito dall’aren ario cen trale del com plesso di Priscilla (T OLOTTI 1970, pp. 63106, 171-189): F IOCCH I N ICOLAI 1998, p. 17, P E RGOLA 1997, pp. 62-64 e F IOCCH I N ICOLAI 2001, pp. 22-23. 2233 Su lle valen ze profon dam en te in n ovative di qu esti organ ism i rispetto agli ipogei privati essen zialm en te P E RGOLA 1986, 2224 343 più fortem en te con n otativi di tali im pian ti: se le prim e in stallazion i rifletton o m odalità di in sediam en to am piam en te attestate, sia n el riu so del già esisten te im pian to idrau lico 2232 , sia n ella realizzazion e ex-n ovo dei du e sistem i ipogei (G e F) estrem am en te razion ali, destin ati a gru ppi già sign ificativi di fru itori e su scettibili di con tin u e e program m ate possibilità espan sive 2233 , il prim o con sisten te in crem en to plan im etrico degli spazi, ricostru ito n ei decen n i fin ali del III secolo 2234 , riflette m olto ben e il fen om en o di più capillare radicalizzazion e del cristian esim o a Rom a favorito dalla cd. “piccola pace della Ch iesa”, periodo com preso tra la persecu zion e di Valerian o del 257-258 e qu ella di Dioclezian o del 303-304 2235 ; n ello stesso m odo, il defin itivo poten ziam en to della catacom ba in età costan tin ian a e post-costan tin ian a, con l’an n ession e di n u ovi gru ppi om ogen ei di van i, segn ati sistem aticam en te dall’in serzion e di spazi ad u so “privato”, la polarizzazion e frequ en tativa dei lu ogh i di cu lto, favorita dagli in terven ti di valorizzazion e orn am en tale, e la ten den za a privilegiare scelte sepolcrali ad san ctos, rilevan te soprattu tto tra gli u ltim i decen n i del IV secolo e gli in izi del su ccessivo, si in qu adran o ben e n el pan oram a ricostru ito delle form e di evolu zion e dell’attività fu n eraria in tale arco tem porale 2236 . La restitu zion e dell’assetto su bdiale della n ecropoli paleocristian a si articola attraverso u n itin erario reso m olto difficile dal qu adro radicalm en te im poverito delle em ergen ze stru ttu rali, esito del processo radicale di disu rban izzazion e dell’area du ran te i secoli del m edioevo e dell’età m odern a 2237 , ch e h a fram m en tato u n tessu to ricch issi m o di presen ze ricostru ibili in base alle fon ti lette rarie e alle n otizie an tiqu arie o docu m en tate da rin ven im en ti arch eologici del passato 2238 . Al prim o in sediam en to collettivo la bibliogra fia degli u ltim i decen n i h a con cordem en te attribu ito u n a costru zion e qu adran golare di 39 x 31m , portata parzialm en te alla lu ce du ran te u n o scavo F IOCCH I N ICOLAI 1998, pp. 16-18, P E RGOLA 1997, pp. 60-62 e F IOCCH I N ICOLAI 2001, pp. 21-24. Cfr. già su pra, pp. 33-63. 2234 In tale periodo van n o in qu adrate, si è visto, sign ificative attività di escavazion e: la m acroscopica espan sion e a su d (H ) dell’im pian to della “scala m aggiore” G, l’eccezion ale svilu ppo di F, il poten ziam en to sepolcrale del settore della spelu n ca m agn a con la creazion e di n u m erosi cu bicoli e l’in stallazion e della region e a n ord PT/E (su pra, pp. 109-112, 101-106, 115-122, 136-146). 2235 Cfr. le n ote di B ROWN 1974, pp. 269-273; su ll’in ciden za di qu esto periodo di stasi n elle persecu zion i n el processo di cristian izzazion e di Rom a e, in particolare, n ella storia dei cim iteri cfr. F IOCCH I N ICOLAI 1998, pp. 24-36 e F IOCCH I N ICOLAI 2001, pp. 33-47. 2236 E ssen zialm en te F IOCCH I N ICOLAI 1998, pp. 36-57 e F IOCCH I N ICOLAI 2001, pp. 63-92. 2237 S u pra, pp. 317-324. 2238 Su lla ricom posizion e degli assetti di su perficie part. su pra, pp. 295-307. 344 QUADRO RIE PILOGATIVO del 1931, m a ora com pletam en te in terrata, e in terpretata com e u n recin to en tro il qu ale le scale dei prim itivi im pian ti della “scala m aggiore” (G) e della “scala m in ore” (F) sarebbero state adegu atam en te predisposte, rich iam an do il m odello applicato per il più an tico settore del cim itero di Callisto, la cd. “Area I”, dove, n ell’am bito di u n recin to sepolcrale di su perficie, era stata perfettam en te in serita l’escavazion e program m ata e razion ale di u n sistem a di gallerie “a graticola” origin ato da du e scale 2239 . Tale solu zion e in terpretativa risu lta, però, radicalm en te com prom essa dall’an alisi del com portam en to evolu tivo dei du e im pian ti, in tan to, si è visto, distin ti cron ologicam en te 2240 , con caratteristich e fru itive m olto diverse, più elitarie in G e sen sibilm en te più m odeste in F 2241 , e, soprattu tto, segn ati da u n ’assolu ta au ton om ia e disin teresse ad ogn i tipo di coesion e fisica 2242 , appu n to com e du e sistem i proprietari del tu tto distin ti; il n u cleo della “scala m in ore” in vece, si ricordi, ven n e precocem en te attratto e raccordato con la region e della spelu n ca m agn a 2243 . L’organ ism o rettan golare di su perficie, ben ch é su lla base delle caratteristich e arch itetton ico-stru ttu rali si debba riten ere an cora, n ella su a fase di im pian to, u n ’area recin tata, va piu ttosto ascritto ad u n m om en to avan zato della storia della n ecropoli collettiva, m om en to in dividu abile con m aggiori probabilità in torn o ai decen n i cen trali del IV secolo, du ran te i qu ali n ei sotterran ei è possibile ricostru ire gli effetti di u n ripen sam en to dei rapporti “fisici” tra le in stallazion i G e F, solo allora con giu n te m edian te il braccio FG6 e caratterizzate, in tale assetto, da u n sign ificativo fen om en o di riu so sepolcrale dei van i già esisten ti 2244 ; tale stru ttu ra in u n m om en to su ccessivo risu lta aver su bito però u n a gen erale risistem azion e, diven en do probabilm en te u n edificio coperto, com e si deriva n on solo da alcu n e in dicazion i evin cibili dalle relazion i di scavo e dalle riprese fotografich e esegu ite du ran te i lavori, m a an ch e da u n a serie di poderose costru zion i di rin forzo delle fon dazion i lu n go il perim etro, ch e an daron o a com prom ettere irrim ediabilm en te l’u so di alcu n i van i cim iteriali, di cu i talora ven n ero tagliate addirittu ra le pareti tu facee 2245 . Il fatto ch e alcu n i di qu esti am bien ti, su lla base di in dicazion i m olto precise, fos2239 S u pra, pp. 92-95, 272-287. S u pra, pp. 33-63, 95-97. 2241 S u pra, p. 63 (e p. 97). 2242 L’u n ica con giu n zion e, m edian te il tratto FG6, avvien e tardi, poich é lo scavo taglia u n am bu lacro su periore u tilizzato n el IV secolo (su pra, pp. 56-58). 2243 S u pra, pp. 101-106. 2244 S u pra, pp. 166-167. 2245 S u pra, pp. 95-96, 287. 2246 S u pra, pp. 286-287. 2247 Le fon ti con corron o a u bicare n ella n ecropoli di su perficie qu attro tom be m artiriali, all’origin e della form azion e di du e edifici distin ti, u n o legato al cu lto con giu n to di Tibu rzio, Valerian o e Massim o e il secon do sorto presu m ibilm en te 2240 sero attivi n egli u ltim i decen n i del IV secolo in du ce logicam en te a spostare in u n m om en to posteriore, n on prim a del V secolo, m a forse an ch e n el VI, la ristru ttu razion e dell’edificio 2246 , e a riflettere su lla possibilità ch e qu esto potesse essere u n a com pon en te sign ificativa n el qu adro dei poli cu ltu ali attestati n ell’area su b divo 2247 . In gen erale la facies dell’in sediam en to di su perficie va ripen sata con u n a particolare ricch ezza di em ergen ze: a ovest della rete ipogea, dove, tra l’altro, qu esta stessa parrebbe espan dersi u lteriorm en te rispetto alle gallerie fin ora perlu strate 2248 , si ricostru isce u n eccezion ale svilu ppo della n ecropoli tardoim periale, garan tito n on solo dalla su ssisten za di du e m on u m en tali m au solei assegn abili alla fin e del IV secolo 2249 , m a an ch e da u n disegn o attribu ito a fra’ Giocon do con u n a com ples sa articolazion e di stru ttu re, esito di alcu n e forzatu re in terpretative, m a di cu i è possibile con statare u n a bu on a adattabilità all’assetto n oto 2250 . Da tale settore proven gon o, poi, diversi m ateriali, soprattu tto sarcofagi e iscrizion i, del tu tto coeren ti con il qu adro m on u m en tale, en tro il qu ale va in serita an ch e la creazion e di alcu n i ipogei, di esten sion e ridotta e di u tilizzo n u m ericam en te con ten u to, presu m ibilm en te u n iproprietario, ricon osciu ti a qu ota su perficiale rispetto alla catacom ba, n ella su a parte occiden tale, per cu i u n a serie sign ificativa di dati, soprattu tto epigrafici, assicu ra u n a cron ologia n egli u ltim issim i decen n i del IV secolo 2251 An ch e verso est, fin o all’accesso m on u m en tale alla spelu n ca m agn a scavato da A. Ferru a n egli an n i Sessan ta 2252 , ben ch é i dati su perstiti sian o veram en te fram m en tati, si pu ò riten ere ch e l’area do vesse profilarsi con i caratteri di u n in sediam en to m u lticostru ito e polifu n zion ale ed accogliere, oltre ad organ ism i propriam en te sepolcrali, edifici di cu lto e stru ttu re di servizio e di accoglien za 2253 ; la perm an en za del papa Giovan n i III (561-574), attestata da u n passo del Liber pon tificalis, sem bra su ggerire appu n to l’esisten za n el sito, n el VI secolo, di costru zion i adegu ate per u n a prolu n gata accoglien za del pon tefice (et habitavit ibi m u ltu m tem poris) e per cerim on ie litu rgich e di u n certo rilievo, com e la con sacrazion e di vescovi ricordata dal biografo (u t etiam episcopos ibidem con secraret) 2254 . su l sepolcro origin ario di Zen on e (su pra, pp. 301-302); si potrebbe però an ch e su pporre ch e l’edificio rettan golare n ella form a ristru ttu rata si con figu rasse com e u n oratorio con dedica plu rim artiriale, particolarm en te attivo n ella fase in cu i la frequ en tazion e dei sotterran ei risu lta drasticam en te rallen tata (su pra, pp. 302-306). 2248 S u pra, pp. 109, 300. 2249 S u pra, pp. 267-272, 296. 2250 S u pra, pp. 296-300. 2251 S u pra, pp. 156-165 e 300-301. 2252 S u pra, pp. 288-292. 2253 S u pra, pp. 295-307. 2254 LP I, p. 306. S u pra, p. 307. QUADRO RIE PILOGATIVO Lu n go l’in tera sequ en za tem porale dell’in sedia m en to fu n erario u n a pecu liarità ricorren te va rin tracciata n ella con n otazion e fru itiva ten den zialm en te elitaria degli organ ism i sepolcrali. Già per la n ecropoli esisten te n ell’area di su perficie tra la fin e del II secolo e il III, alla qu ale si è ipotizzato di poter addirittu ra attribu ire il sepolcreto din astico dei Severi 2255 , i m ateriali scu ltorei cu i, n ell’as sen za com pleta di dati arch eologici, è affidato il ru olo di ricom porre in alcu n i tratti la facies della n ecropoli 2256 con corron o a delin eare u n profilo dei caratteri di occu pazion e di n otevole prestigio, in particolare attraverso le dim en sion i m acroscopich e di alcu n e casse m arm oree, logicam en te collocate in m on u m en tali m au solei, la presen za con sisten te di prodotti di im portazion e attica, le scelte tem atich e spesso di gran de im pegn o cu ltu rale eviden ti n el com plessivo repertorio dei sarcofagi 2257 . A param etri di u tilizzo legati a gru ppi sociali di rilievo rim an da costan tem en te, dalle più an tich e in stallazion i alle u ltim e fasi di svilu ppo, il 2255 S u pra, pp. 82-87. S u pra, pp. 21-22 e 79-88. 2257 S u pra, pp. 22, 82-88. 2258 Si pen si, in particolare, alla scen a della “coron atio” in Gb (su pra, p. 42), all’im m agin e del cu bicolo Aa con Cristo ch e divide gli agn elli dal gru ppo costitu ito dal porco e dall’asin o 2256 345 cim itero collettivo cristian o, n el qu ale con sistem a ticità em ergon o form e n on troppo om ologate di au to referen ziazion e; con vergon o, in tal sen so, le os ser vazion i dedu cibili dall’in siem e dei program m i decorativi, ch e si propon gon o in più casi com e m om en ti icon ografici u n ici e irripetu ti 2258 , la presen za di van i di prestigio, sia n ell’area di su perficie ch e n ella catacom ba 2259 , l’adozion e ricorren te di sarcofagi di n otevole rilievo artistico, segn ati da u n ’alta in ciden za di ritratti defin iti dei defu n ti 2260 e, spesso, dalla ten den za a preferire im m agin i appa ren tem en te “n eu tre”, afferibili a sistem i di decodificazion e cu ltu ralm en te elevati 2261 . In tale ottica potrebbero forse essere m eglio com presi an ch e alcu n i fen om en i con n essi al cu lto dei m artiri n el com plesso di Pretestato, la stessa scelta del cim itero per sepoltu re “eccezion ali”, soprattu tto di espon en ti di rilievo della gerarch ia ecclesiastica com e il papa Urban o e i diacon i di Sisto II Felicissim o e Agapito, e l’im pegn o gen eralizzato e ben articolato di Dam aso per l’en fatizzazion e dei san tu ari. (su pra, p. 120), al program m a decorativo dell’arcosolio cd. di Celerin a della region e D (su pra, pp. 251, 256). 2259 S u pra, part. pp. 267-272, 115-132, 173-186, 225-230. 2260 S u pra, p. 88. 2261 S u pra, pp. 117, 123, 128-129, 140 (v. an ch e p. 89). ABBRE VIAZIONI* AA. SS. = Acta S an ctoru m , ed. Bollan disti: An versa (Ian u arii, I-Octobris, III) 1643-1770; Bru xelles (Octo bris, IV-V) 1780-1786; Ton gerloo (Octobris, VI) 1794; Bru xelles (Octobris, VII-N ovem bris, IV) 1845 ss.; 2ª ed. Ven ezia (Ian u arii, I - S eptem bris, V) 1734-1770; 3ª ed. Paris (Ian u arii, I - N ovem bris, I) 1863-1887 AA. VV. 1990 = S. ANGE LUCCI , I. B ALDASSARRE , I. B RAGANTI NI , M. G. L AURO , V. M ANNUCCI , A. M AZZO LE NI , C. M OR SE LLI , F. TAGLIE TTI , S epoltu re e riti n ella n ecropoli dell’Isola S acra, BA 5-6, pp. 49-113 ACCAME L ANZILLOTTA 1997 = M. ACCAME L ANZILLOTTA, Per la storia della topografia. Pom pon io Leto e la topogra fia di R om a, JTopAn t 7, pp. 187-194 Acta XIII = Acta XIII Con gressu s In tern ation alis Archaeo logiae Christian ae. Split - Poreč 15.9. - 1.10.1994, Cit tà del Vatican o 1998 ANDRE AE 1984 = B. ANDRE AE , Bossierte Porträts au f röm i s chen S arkophagen . Ein u n gelöstes Problem , in Marbu rger Win ckelm an n -Program m , pp. 109-128 ARMELLINI 1874 = M. ARMELLINI , Scoperta d’u n graffito storico nel cem eterio di Pretestato su lla via Appia, Rom a ARME LLINI 1880 = M. ARME LLINI , Il cim itero di S . Agn ese su lla via N om en tan a, Rom a ARME LLINI 1893 = M. ARME LLINI , Gli an tichi cim iteri cristian i di R om a e d’Italia, Rom a ARME LLINI - CE CCH E LLI 1942 = M. ARME LLINI , Le chiese di R om a dal secolo IV al XIX. Nu ova edizion e con aggiu n te in edite dell’au tore, appen di ci critich e e docu m en tarie e n u m erose illu strazion i a cu ra di Carlo Cecch elli, Rom a ASR = Arch ivio di Stato di Rom a Actas VIII = Actas del VIII Con greso In tern acion al de Arqu eología Cristian a. Barcelon a, 5-11 octu bre 1969, Cit tà del Vatican o 1972 Atlan te I = Atlan te delle form e ceram iche I. Ceram i ca fin e rom an a n el bacin o m editerran eo (m edio e tardo im pero) = En ciclopedia dell’Arte an tica, classica e orien tale. S u pplem en to, Rom a 1981 Actes XI = Actes du XI e Con grès In tern ation al d’Archéologie Chrétien n e. Lyon , Vien n e, Gren oble, Gen ève et Aoste, 21-28 septem bre 1986, Città del Vatican o 1989 Atti III = Atti del III Con gresso In tern azion ale di Archeo logia Cristian a. Raven n a 25-30 settem bre 1932, Rom a 1934 ADAM 1984 = J.-P. ADAM , L’arte di costru ire presso i R om a n i. Materiali e tecn iche, Milan o Atti IX = Atti del IX Con gresso In tern azion ale di Archeo logia Cristian a. Rom a 21-27 settem bre 1975, Città del Vatican o 1978 Akten XII = Akten des XII. In tern ation alen Kon gresses fü r christliche Archäologie. Bon n 22-28. Septem ber 1991, Mü n ster 1995 ALaz = Archeologia Laziale. In con tri di S tu dio del Com ita to per l’Archeologia Laziale = Qu adern i del Cen tro di Stu dio per l’arch eologia etru sco-italica, Con siglio Nazion ale delle Ricerch e, Rom a ALMAGRO 1951 = M. ALMAGRO , El recin to sepu lcral rom a n o tardio de “El Castellet” de Am pu rias, Arch E spA 24, pp. 99-116 AMBROGI 1995 = A. AMBROGI , Vasche di età rom an a in m arm i bian chi e colorati, Rom a AME DICK 1991 = R. AME DICK , Die S arkophage m it Darstellu n gen au s dem Men schen leben . 4, Vita privata (Die an tiken Sarkoph agreliefs 1, 4), Berlin AMORE 1956 = A. AMORE , N ote di topon om astica cim iteriale rom an a, RACr 32, pp. 59-87 AMORE 1975 = A. AMORE , I m artiri di R om a, Rom a ANDRE AE 1980 = B. ANDRE AE , Die S arkophage m it Darstellu n gen au s dem Men schen leben . 2, Die röm ischen Jagdsarkophage (Die an tiken Sarkoph agreliefs 1, 2), Berlin Atti VIII Naz = Atti dell’VIII Con gresso N azion ale di Archeologia Cristian a. Gen ova - Sarzan a - Alben ga - Fin ale Ligu re - Ven tim iglia, 21-26 settem bre 1998, Bordigh era 2001 AUDIN 1960 = A. AUDIN , In hu m ation et in cin ération , Latom u s 19, pp. 312-322 Au rea Rom a 2000 = Au rea R om a. Dalla città pagan a alla città cristian a. Rom a, Palazzo delle E sposizion i, 22 dicem bre 2000 - 20 aprile 2001 (a cu ra di S. E n soli ed E . La Rocca), Rom a BAC = Bu llettin o di Archeologia Cristian a del Cav. Giovan n i Battista de R ossi, Rom a 1863-1894 B ACCI 1908 = A. B ACCI , Osservazion i su ll’affresco della “Coron azion e di spin e” in Pretestato, Röm QSch r 22, pp. 30-41 B AILEY = D. M. B AILEY, A Catalogu e of Lam ps in the British Mu seu m . Rom an Lam ps m ade in Italy, London 1980 B ALDASSARRE 1987 = I. B ALDASSARRE , La n ecropoli dell’Iso la S acra (Porto), in R öm ische Gräberstraßen . S elbstdarstellu n g, S tatu s, S tan dard. Kolloqu iu m in Mü n ch en von 28. bis 30. Oktober 1985, Mü n ch en , pp. 125-138 * Per i periodici si son o adottate le abbreviazion i dell'Archäologische Bibliographie, per le fon ti qu elle del Thesau ru s Lin gu ae Latin ae. 348 ABBRE VIAZIONI B ALDASSARRE - P ONTRANDOLFO - R OUVE RE T - S ALVADORI 2002 = I. B ALDASSARRE - A. P ONTRANDOLFO - A. R OUVE RE T - M. S ALVADORI , Pittu ra rom an a. Dall’ellen ism o al tardoan tico, Milan o B ALDRACCO 1942 = E . 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Fig. 4 – Sch em a delle em ergen ze estern e con la correlazion e dei pozzi e le lin ee di escavazion e n ella restitu zion e idrau lica di F. Tolotti (da T OLOTTI 1978) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 5 – Sezion e lon gitu din ale deform ata della spelu n ca m agn a (da T OLOTTI 1978) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 6 – Restitu zion e dell’im pian to idrau lico form u lata da F. Tolotti: gli am bien ti PT/PE e il pozzo O3 (da T OLOTTI 1978) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 7 – Sezion e degli am bien ti A-Ac-Poa di origin e idrau lica n ella restitu zion e di F. Tolotti, con visu alizzazion e del rapporto tra i pozzi O-O1 (da T OLOTTI 1978) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 8 – Restitu zion e sch em atica in sezion e lon gitu din ale su d-n ord dello scalon e PE 3, con il rapporto tra le qu ote degli am bien ti correlati (da T OLOTTI 1978) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 9 – E viden ziazion e, n ella plan im etria com plessiva della catacom ba, degli am bien ti di probabile origin e idrau lica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 10 – Am bien ti di cava al lim ite su d-est della catacom ba . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 11 – Sarcofago con il m ito degli Argon au ti (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 12 – Klin e attica con servata n el cu bicolo Am . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 13 – Iscrizion e pagan a tagliata per il reim piego (F E RRUA 1973, n . 21) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 14 – Stele di C(aiu s) Cassiu s Iccessiu s dalla n ecropoli su b divo (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 15 – Dislocazion e dei rin ven im en ti di m ateriali riferibili alla n ecropoli su b divo . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 16 – Fram m en to di in ton aco dipin to dall’area su b divo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 17 – Titu lu s di u n m au soleo dalla n ecropoli su b divo m edioim periale (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . Fig. 18 – Iscrizion e dei cu och i im periali (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 19 – Stralcio plan im etrico. Region e della “scala m aggiore” (G) con eviden ziazion e delle gallerie riferibili all’im pian to n ella prim a fase . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 20 – Mu ratu re in opera listata di rivestim en to del settore su periore della scala G . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 21 – Im pian to G: sezion e sch em atica della parete ovest della scala e della galleria in asse G1/G3 con i du e approfon dim en ti (rielaborazion e da S TYGE R 1933) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 22 – Im pian to G: sezion e della parete est della scala e della galleria in asse G1/G3 con i du e approfon dim en ti (rielaborazion e da S TYGE R 1933) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 23 – Scala G: decorazion e della volta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 24 – Scala G (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 25 – Stralcio plan im etrico. Region e della “scala m aggiore” (G) con eviden ziazion e dei van i riferibili all’im pian to n ella secon da fase . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 26 – Cu bicolo Gb: lato di fon do (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 27 – Cu bicolo Gb (“della coron atio”): decorazion e della volta (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 28 – Cu bicolo Gb (“della coron atio”): resto pittorico della scen a della resu rrezion e di Lazzaro (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 29 – Cu bicolo Gb (“della coron atio”): la scen a della Sam aritan a al pozzo (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . Fig. 30 – Cu bicolo Gb: la “coron atio” (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 31 – Lu cern ario su lla galleria G1/G2 fu n zion ale al cu bicolo Gb (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 32 – Lu cern ario su lla galleria G1/G2: lacerto pittorico (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 33 – Stralcio plan im etrico. Region e della “scala m aggiore” (G) con eviden ziazion e dei van i riferibili all’im pian to n ella terza fase . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 34 – Sezion i sch em atich e con locu li delle gallerie G5, G7, Go8, G9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 35 – Sezion e del cu bicolo “della coron atio” dopo l’approfon dim en to (da M ARUCCH I 1933) . . . . . . . . . . Pag. » 5 6 » 13 » » 13 13 » 14 » 14 » 16 » » » » » » » » » » 16 20 24 24 24 24 27 28 28 28 » » 34 37 » 37 » » » 37 38 38 » » » 40 41 41 » » » » » 43 43 43 44 44 » » » 48 49 52 362 INDICE DE LLE ILLUSTRAZIONI Fig. 36 – Cu bicolo Gb: prospetti sepolcrali delle pareti su d e n ord (da N UZZO 2000a) . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 37 – Galleria G1/G3: pilastri di rin forzo statico dopo l’u ltim o approfon dim en to all’in crocio con l’am bu lacro G7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 38 – La galleriola in tatta Go9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 39 – Medaglion e di Massim in o il Trace da u n locu lo della galleria Go9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 40 – Restitu zion e asson om etrica di u n sepolcro a m en sa dalla galleria G7 (da N UZZO 2000a) . . . . . . Fig. 41 – Cu bicolo Gc: le iscrizion i di an aloga fattu ra ICUR V 15053a (a), ICUR V 15440 (b) e ICUR V 15118 (c) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 42 – Galleria G7: ICUR V 15114a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 43 – Cu bicolo Gb: ICUR V 14972 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 44 – Galleria G7: ICUR V 14196, particolare dell’apparato figu rativo con án cora . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 45 – Galleria G7: ICUR V 14196, particolare dell’apparato figu rativo con pesce . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 46 – Tratto [F]G6 della galleria FG6: rilevam en to fotografico da F[G]6 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . Fig. 47 – Galleria [F]G6: ICUR V 15038 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 48 – Stralcio plan im etrico. Region e della “scala m in ore” (F) con eviden ziazion e delle gallerie riferibili all’im pian to n ella prim a fase . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 49 – Im pian to F: sezion e sch em atica della parete est della galleria in asse con la scala (da S TYGE R 1933) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 50 – Sezion e geologica della catacom ba (da D E ANGE LIS D’O SSAT 1943) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 51 – Scala F (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 52 – Parete Ag: sezion e con profilo ricostru ito dei locu li origin ari (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . . . . . . . Fig. 53 – Facciata m on u m en tale del van o Ac: prospetto estern o (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 54 – Facciata m on u m en tale del van o Ac: prospetto in tern o (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 55 – Particolare dell’opera laterizia del prospetto Ac . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 56 – Particolare dell’opera laterizia del prospetto Ac: m atton i “a coda di ron din e” . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 57 – Opera laterizia del prospetto Ac: sezion e sottile di u n fram m en to di m atton e con in ton aco aderen te . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 58 – Cu bicolo Ah : facciata m on u m en tale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 59 – Ricostru zion e della facciata m on u m en tale del cu bicolo Ah (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 60 – Facciata m on u m en tale del van o Ah : particolare del tim pan o (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 61 – Facciata m on u m en tale del van o Ax: prospetto estern o (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 62 – Facciata m on u m en tale del van o Ax, particolare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 63 – Facciata m on u m en tale del van o Ax: particolare (da D E R OSSI 1863) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 64 – Facciata m on u m en tale del van o Ax: particolare delle stru ttu re in relazion e alla soglia, sezion e (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 65 – An golo in tern o su d-est del van o Ac . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 66 – Cu bicolo Ak: locu li prim itivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 67 – Cu bicolo Ak: prospetto parziale della parete est (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 68 – Cu bicolo Ak: sezion e dell’organ ism o sepolcrale est oggetto di cu lto (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . Fig. 69 – Cu bicolo Ak: plan im etria del sepolcro ven erato (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 70 – Galleria AB10: n icch ia con decorazion e della su perficie e resti del piatto m arm oreo . . . . . . . . . . Fig. 71 – S pelu n ca m agn a, Ag: iscrizion e del presbyter Afrodisiu s ICUR V 14021 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . Fig. 72 – Qu an tificazion i diacron ich e del m ateriale scu ltoreo: Grafico I (a); Grafico II (b); Grafico III (c); Grafico IV (d) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 73 – Len ós m on u m en tale con leon i (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 74 – Sarcofago “dell’arch itetto” (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 75 – Sarcofago di Balbin o (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 76 – Sarcofago “della caccia” (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 77 – Iscrizion e con dedica a Settim io Severo, Geta e Caracalla CIL VI 40623 (Arch ivio PCAS) . . . . . Fig. 78 – Iscrizion e con dedica ai Severi del 188 J OSI 1935, n . 2 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 79 – Mau soleo lu n go l’Appia Pign atelli: plan im etria (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 80 – Mau soleo lu n go l’Appia Pign atelli: resti del settore an golare su d-est . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 81 – Mau soleo lu n go l’Appia Pign atelli: particolare della m u ratu ra dall’estern o . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 82 – Mau soleo lu n go l’Appia Pign atelli: parete in tern a di u n sepolcro con resti di in ton aco . . . . . . . . Fig. 83 – Cippo di Otacilia Fortu n ata (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 84 – Stele ICUR V 14982 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 85 – Stralcio rielaborato della plan im etria di F. Forn ari con sovrapposizion e delle em ergen ze su bdiali agli am bien ti ipogei e visu alizzazion e delle stru ttu re cem en tizie n ei sotterran ei . . . . . . . . . . . . Fig. 86 – Mu ro in peperin i ch e taglia la galleria IM . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 52 » » » » 52 52 55 55 » » » » » » » 55 57 57 57 57 59 59 » 60 » » » » » » » » 62 62 62 67 67 67 67 68 » » » » » » » 68 68 69 69 69 72 72 » » » » » » » » 72 72 73 73 73 73 76 76 » » » » » » » » » » » » » 80 84 84 85 85 86 86 90 91 91 91 93 93 » » 94 99 363 INDICE DE LLE ILLUSTRAZIONI Fig. 87 – Mu ro in peperin i n ell’am bu lacro LD8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 88 – Iscrizion e del 279 dalla n ecropoli su bdiale (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 89 – Stralcio plan im etrico. Region e della “scala m in ore” (F) con eviden ziazion e dei van i riferibili all’im pian to n ella secon da fase . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 90 – Lastra con ovin o dalla region e F (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 91 – Scala F: ICUR V 15119 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 92 – Galleria F8: ICUR V 15080 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 93 – Galleria F23: ICUR V 15060 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 94 – ICUR V 15006 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 95 – Galleria F15/F16: ICUR V 15022 (apografo da J OSI , Taccu in o n . 1) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 96 – Cu bicolo Gb: ICUR V 15097 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 97 – Stralcio plan im etrico. Region e della “scala m aggiore” (G) con eviden ziazion e delle gallerie riferibili all’espan sion e a su d (H ) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 98 – Galleria H 7: ICUR V 15061 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 99 – Galleria H 7: ICUR V 14167 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 100 – Stralcio plan im etrico. Region e della spelu n ca m agn a con am bien ti laterali . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 101 – Cu bicolo Am : parete di fon do tagliata per il van o aggiu n to Am ' . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 102 – Cu bicolo Am : tom be a cassa lu n go la parete orien tale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 103 – Cu bicolo ATd, lato di fon do . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 104 – Cu bicolo An , lato di fon do con resti del sarcofago origin ario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 104 – Cu bicolo Al, lato di fon do . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 106 – Cu bicolo Ap, lato di fon do . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 107 – Sch izzo plan im etrico del cu bicolo Al (da Giorn ale di scavo Ferru a) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 108 – Sch izzo plan im etrico del cu bicolo Ap (da Giorn ale di scavo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 109 – Sarcofago in fan tile dal cu bicolo Ap . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 110 – Cu bicolo Aa: plan im etria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 111 – Cu bicolo Aa: arcosolio di fon do . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 112 – Cu bicolo Aa: grafico della decorazion e della volta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 113 – Cu bicolo Aa: grafico della decorazion e dell’in tradosso dell’arcosolio di fon do . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 114 – Van o A5/Ao5: sepolcri parietali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 115 – Van o A5/Ao5: sarcofago di Dem eter in cassato n ella n icch ia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 116 – Am bu lacro A1/AD1: assetto du ran te il recu pero del 1929 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 117 – Arcosolio in fan tile su lla parete orien tale del van o A1/AD1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 118 – Sarcofago in fan tile da A1/AD1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 119 – Sarcofago in fan tile da A1/AD1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 120 – Cu bicolo ADa: sch izzo plan im etrico (da Giorn ale di scavo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 121 – Cu bicolo ADa: lato est (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 122 – Cu bicolo ADa: sarcofago di Cu rtia Catian a, fron te (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 123 – Cu bicolo ADa: sarcofago di Cu rtia Catian a, lato destro (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 124 – Cu bicolo ADa: sarcofago di Flaviu s In steiu s (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 125 – Stralcio plan im etrico. Region e della spelu n ca m agn a: espan sion i a su d con eviden ziazion e degli am bien ti riferibili al prim o svilu ppo della region e B . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 126 – Sch izzo plan im etrico del van o B18/Bd/Be e della galleria B6/B8 con il bu sso p (da Giorn ale di scavo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 127 – E pitaffio del 307 o 308 (ICUR V 13887) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 128 – Cu bicolo Bog: sch izzo plan im etrico (da Giorn ale di scavo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 129 – Stralcio plan im etrico. Region e della spelu n ca m agn a: espan sion i a n ord con eviden ziazion e dei van i della region e PE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 130 – Am bu lacro PT1: ICUR V 14544 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 131 – Am bu lacro PT1: sarcofago di Am ore e Psych e . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 132 – Van o PE 4/E d, epitaffi in greco: ICUR V 15047a (a); ICUR V 15017a (b); ICUR V 15131; ICUR V 14199b (d) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 133 – Fon do del van o costitu ito dal pu n to di raccordo delle gallerie E 23-E 24 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 134 – Galleria E 7: locu lo decorato con l’epigrafe ICUR V 14625 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 135 – Iscrizion e di Qu in tu s lacteariu s (ICUR V 14583) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 136 – Stralcio plan im etrico. Region e della “scala m in ore” (F) con eviden ziazion e degli am bien ti riferibili allo svilu ppo com pleto dell’im pian to . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 137 – Prospetto sch em atico ricostru ito della parete n ord della galleria F13 con in dicazion e esem plificativa di u n a fase in term edia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » » 99 99 » » » » » » » » 102 108 108 108 108 108 108 108 » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » 110 113 113 114 116 116 116 118 118 118 119 119 119 119 121 121 121 124 124 124 124 127 127 127 127 130 130 130 » 133 » 135 » 135 » 135 » 137 » 141 » 141 » » » » 141 144 144 144 » 150 » 154 364 INDICE DE LLE ILLUSTRAZIONI Fig. 138 – Prospetto sch em atico ricostru ito della parete n ord della galleria F11 con in dicazion e esem plificativa di u n a fase in term edia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 139 – Galleria F15/F16: ICUR V 14659 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 140 – Sovrapposizion e verticale delle gallerie F9 (in alto) e Fo9 (in basso) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 141 – Stralcio plan im etrico del settore ovest della catacom ba con eviden ziazion e degli ipogei del livello su periore (I-VI) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 142 – Gli ipogei I-IV . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 143 – Lu cern a tipo Atlan te XIII affissa su u n locu lo dell’am bu lacro L13 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 144 – Ipogeo IV: am bu lacro L6 con locu li in tegri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 145 – Ipogeo IV, galleria L7: iscrizion e a n astro del 384 ICUR V 13931 (apografo a m atita da B E VI GNANI , Taccu in o lavori) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 146 – Ipogeo IV, galleria L7: iscrizion e a n astro del 384 ICUR V 13929 (apografo a m atita da B E VI GNANI , Taccu in o lavori) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 147 – Ipogeo IV, galleria L8: ICUR V 14465 (apografo a m atita da B E VIGNANI , Taccu in o lavori) . . . . Fig. 148 – Ipogeo I, galleria G10: iscrizion e dipin ta ICUR V 13934 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 149 – Galleria G9: locu lo m odificato com e van o-ossario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 150 – Galleria G9: locu lo m odificato com e van o-ossario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 151 – Mu ro in tu felli dell’am bu lacro G9 pertin en te alla fase di u tilizzo del van o com e ossario . . . . . Fig. 152 – Resto del m u ro in tu felli di sbarram en to della galleria G8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 153 – Stru ttu ra in opera cem en tizia ch e in vade la galleria F11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 154 – Resto del m u ro in tu felli di sbarram en to della galleria F13 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 155 – Asson om etria della spelu n ca m agn a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 156 – Cu bicolo Aox: prospetto su lla spelu n ca m agn a (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 157 – Cu bicolo Aox: plan im etria (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 158 – Cu bicolo Aox: parete ovest . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 159 – Cu bicolo Aox: an golo su d-est con parte della parete tu facea di fon do . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 160 – Cu bicolo Aox: sezion e trasversale est-ovest (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 161 – Cu bicolo Aox: arcosolio della parete orien tale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 162 – Cu bicolo Ax: asson om etria (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 163 – Cu bicolo Ax: an golo su d-ovest (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 164 – Cu bicolo Ax: sezion e lon gitu din ale su d-n ord (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 165 – Cu bicolo Ax: n icch ion e est (da D E R OSSI 1863a) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 166 – Cu bicolo Ax: n icch ion e ovest con resti m arm orei scoperti n el van o (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . Fig. 167 – Cu bicolo Ax: an golo n ord-est con arcosoli della secon da fase . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 168 – Van o di passaggio tra il cu bicolo Ax e la galleria Qo1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 169 – Cu bicolo Ah : asson om etria ricostru ttiva della secon da fase (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 170 – Cu bicolo Ah : sezion e lon gitu din ale su d-n ord (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 171 – Cu bicolo Ah : sezion e lon gitu din ale n ord-su d (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 172 – Cu bicolo Ah : plan im etria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 173 – Cu bicolo Ah : sezion e trasversale ovest-est (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 174 – Cu bicolo Ah : resti del m osaico su lla volta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 175 – Cu bicolo Ah : resti del m osaico su lla volta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 176 – Cu bicolo Ap: tom ba a cassa addossata al lato ovest . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 177 – Cu bicolo Aa: spaccato asson om etrico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 178 – Cu bicolo Aa: sezion e trasversale est-ovest (AA: fig. 110) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 179 – Cu bicolo Aa: sezion e logn itu din ale n ord-su d (BB: fig. 110) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 180 – Cu bicolo Aa: sezion e lon gitu din ale su d-n ord (CC: fig. 110) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 181 – Ricostru zion e del sepolcro in Ag attribu ito a Gen n aro n ella fase dam asian a (da T OLOTTI 1977) Fig. 182 – Ricostru zion e del sepolcro in Ak attribu ito dal Tolotti a Felicissim o e Agapito n ella fase dam asian a (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 183 – S pelu n ca m agn a, sepolcro Ag': sezion e su d-n ord della relativa parete (da T OLOTTI 1977) . . . . . . Fig. 184 – S pelu n ca m agn a, sepolcro Ag': sezion e n ord-su d della relativa parete (da T OLOTTI 1977) . . . . . . Fig. 185 – S pelu n ca m agn a, sepolcro Ag': pian ta (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 186 – S pelu n ca m agn a, sepolcro Ag': prospetto parietale (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 187 – S pelu n ca m agn a, sepolcro Ag': proposta ricostru ttiva della fase dam asian a con l’iscrizion e in on ore dei san ti Felicissim o e Agapito (da K ANZLE R 1895) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 188 – S pelu n ca m agn a, sepolcro Ag': particolare della m odan atu ra m u raria su periore . . . . . . . . . . . . . Fig. 189 – S pelu n ca m agn a, sepolcro Ag': resti dell’arco m u rario con la m alta per l’affission e delle lastre m arm oree di rivestim en to . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 154 » 155 » 155 » » » » 157 160 163 163 » 163 » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » 163 163 168 168 168 171 171 171 171 175 176 176 176 176 177 177 179 179 179 179 181 181 184 184 184 184 185 185 185 185 187 187 188 188 188 194 » » » » » 194 194 194 195 195 » 196 » 196 » 196 365 INDICE DE LLE ILLUSTRAZIONI Fig. 190 – S pelu n ca m agn a, sepolcro Ag': asson om etria ricostru ttiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 191 – Iscrizion e dam asian a in on ore di Felicissim o e Agapito ICUR V 13812, ricom posizion e di du e parti della lastra (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 192 – Iscrizion e dam asian a in on ore di Gen n aro ICUR V 13871 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 193 – S pelu n ca m agn a, abside Ag: in casso con testu ale alla costru zion e m u raria per la m essa in opera della testata di u n a tran sen n a m arm orea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 194 – Cu bicolo Ak . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 195 – Cu bicolo Ak: stipite m u rario ovest dell’in gresso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 196 – Cu bicolo Ak: particolare delle m u ratu re addossate al fian co su d del sepolcro ven erato . . . . . . . Fig. 197 – Cu bicolo Ak: sezion e trasversale ovest-est (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 198 – Cu bicolo Ak: sezion e est-ovest ricostru ita dell’assetto sepolcrale defin itivo (da T OLOTTI 1986) . . Fig. 199 – Cu bicolo Ak, sepolcro ven erato: la base m arm orea scan alata e l’im pron ta della colon n in a n ella m u ratu ra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 200 – Plan im etria del cu bicolo Ak e dei van i adiacen ti (da T OLOTTI 1977) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 201 – Cu bicolo Ak: arcosolio di Lu cen zio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 202 – Cu bicolo Ak: particolare dell’opera listata di tam pon am en to del lato ovest . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 203 – S pelu n ca m agn a, an goli m u rari ston dati all’in crocio con l’am bu lacro AB10 . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 204 – Galleria AB10: prospetto m u rario del lato est (da S PE RA 1998a) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 205 – Galleria AB10: parete orien tale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 206 – Galleria AB10: la n icch ia N3 su lla parete occiden tale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 207 – Galleria AB10: particolare della m odan atu ra laterizia su periore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 208 – S pelu n ca m agn a (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 209 – S pelu n ca m agn a, m u ratu re di rivestim en to del pozzo preesisten te in prossim ità di Ag . . . . . . . Fig. 210 – Mu ratu re n ella spelu n ca m agn a, cam pion atu ra degli im pasti m altacei: Malta tipo 1 (a); Malta tipo 2 (b); Malta tipo 3 (c); Malta tipo 4 (d); Malta tipo 5 (e); Malta tipo 6 (f); Malta tipo 7 (g); Malta tipo 8 (h ) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 211 – Mu ratu re su lla spelu n ca m agn a. Opera listata 2tu f/1lat . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 212 – Mu ratu re su lla spelu n ca m agn a. Opera a prevalen za di tu felli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 213 – Spelu n ca, settore orien tale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 214 – Mu ratu re su lla spelu n ca m agn a. Opera listata 1tu f/1lat . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 215 – S pelu n ca m agn a. Particolare della volta del settore orien tale con tracce di cen tin a . . . . . . . . . . Fig. 216 – Mu ratu re su lla spelu n ca m agn a. Opera listata 1tu f/2lat . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 217 – Mu ratu re su lla spelu n ca m agn a. Opera laterizia dell’u ltim a fase di rivestim en to . . . . . . . . . . . . . Fig. 218 – S pelu n ca m agn a: settore ovest con m u ratu re di rivestim en to dell’u ltim a fase . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 219 – Mu ratu re su lla spelu n ca m agn a. Pilastro in laterizio in prossim ità del cu bicolo Ax . . . . . . . . . . Fig. 220 – S pelu n ca m agn a, resto della decorazion e pittorica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 221 – Stralcio plan im etrico. Region e della spelu n ca m agn a: espan sion e a su d costitu ita dalle gallerie e dai cu bicoli del gru ppo A . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 222 – Galleria Ao14: sezion e di u n a pila di locu li (da N UZZO 2000a) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 223 – Cu bicolo Ao: asson om etria (da S PE RA 1992) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 224 – Il cu bicolo Ao n ella fase del recu pero arch eologico (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 225 – Cu bicolo Ao: il n icch ion e di fon do (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 226 – Cu bicolo Ao: il n icch ion e n ord (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 227 – Cu bicolo Ao: il n icch ion e su d (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 228 – Cu bicolo Ao: particolare dell’an golo su d-est con resti del rivestim en to m arm oreo . . . . . . . . . . . Fig. 229 – Cu bicolo Ao: particolare dell’opu s sectile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 230 – Cu bicolo Ao: particolare della decorazion e m u siva n ell’in tradosso del n icch ion e su d . . . . . . . . . Fig. 231 – Cu bicolo Ao: fram m en to di m osaico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 232 – Cu bicolo Ar: sch izzo plan im etrico (da Giorn ale di scavo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 233 – Cu bicolo Ao: sch izzo plan im etrico (da Giorn ale di scavo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 234 – Galleria A17: locu lo ch iu so con lastra fittile di riu tilizzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 235 – Stralcio plan im etrico. Region e della spelu n ca m agn a: espan sion e a su d costitu ita dai van i del gru ppo B . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 236 – In crocio di van i in corrispon den za del lu cern ario O3: sch izzo plan im etrico (da Giorn ale di scavo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 237 – Sepolcro della galleria B8 decorato con scen a della resu rrezion e di Lazzaro e tragu ardabile da u n a fen estella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 238 – Cu bicolo Bf: stru ttu re di rielaborazion e del van o addossate ai locu li più an tich i . . . . . . . . . . . . Fig. 239 – Stralcio plan im etrico. Region e della spelu n ca m agn a: espan sion e a su d e a n ord costitu ita dal gru ppo di am bien ti I/IM . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 197 » 200 » 200 » » » » » » 200 202 202 202 202 202 » » » » » » » » » » » 204 204 204 204 209 209 209 210 210 213 213 » » » » » » » » » » » 214 216 216 216 219 219 219 219 222 222 222 » » » » » » » » » » » » » » 224 227 227 227 228 228 228 229 229 229 229 231 231 231 » 232 » 236 » 236 » 236 » 238 366 INDICE DE LLE ILLUSTRAZIONI Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 – – – – – – – – – – – – – – – Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 – – – – – – – – – – – Fig. 266 – Fig. 267 – Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 – – – – – – – – – – – – – Fig. 281 – Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 – – – – – – – – – – – – Scala I e galleria I1: sch izzo plan im etrico (da Giorn ale di scavo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cu bicolo Ib: m en sa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cu bicolo Ib: piatto in TSC su lla m en sa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cu bicolo Ic: lato di fon do con m en sa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cu bicolo Ib: particolare dell’arcosolio di fon do . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cu bicoli Ig, Ih , Ii: sch izzo plan im etrico (da Giorn ale di scavo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cu bicolo Il: sezion e di u n a tom ba a forn o (da N UZZO 2000a) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cu bicolo Ioe: arcosolio di fon do . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cu bicolo Ioe, arcosolio di fon do: particolare della decorazion e dell’in tradosso . . . . . . . . . . . . . . Cu bicoli Ioe-Ie in fase di recu pero (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cu bicolo Ie: lastra decorativa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cu bicolo If: locu lo con bordo m altaceo im presso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Catacom ba di Dom itilla: arcosolio “dei piccoli apostoli” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Scala H : iscrizion e m u siva ICUR V 14183 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Stralcio plan im etrico. Region e della spelu n ca m agn a: espan sion e a n ord costitu ita dai van i del gru ppo D . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Arcosolio su lla galleria D4, lu n etta decorata con l’im m agin e di Cristo tra Pietro e Paolo . . . . . Galleria D, arcosolio di Celerin a: Su san n a tra i sen iores (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . Galleria D, arcosolio di Celerin a: Liberiu s (da D AGE NS 1966) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Galleria D, arcosolio di Celerin a: lu n etta (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Resti del cu bicolo DAf n ella fran a del 1931 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Iscrizion e di Prim u lu s ICUR V 14568 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fran a del 1935 a su d della spelu n ca m agn a (da Giorn ale di scavo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Iscrizion e di Fl(aviu s) Crescen s ICUR V 14270 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cu bicolo Ba: sch izzo plan im etrico (da Giorn ale di scavo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Stru ttu ra in peperin i occlu siva di Do1 da Da7 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Stru ttu ra in peperin i occlu siva di Do1 da Da7: particolare dell’addossam en to ai m u ri di foderatu ra parietale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Stru ttu ra in peperin i occlu siva dei van i Do1 e Doa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Stru ttu ra in peperin i occlu siva del cu bicolo Doa: riem pim en to dell’arcosolio visibile dalla parete del sepolcro Ag' su lla spelu n ca m agn a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Necropoli su b divo: pian ta del m au soleo cru ciform e (da W INDFE LD H ANSE N 1969) . . . . . . . . . . . Necropoli su b divo: il m au soleo cru ciform e . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Mau soleo cru ciform e: particolare di u n a fin estra strom bata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Mau soleo cru ciform e: disegn i del Ligorio (da R AUSA 1997) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Necropoli su b divo: pian ta del m au soleo esacon co (da W INDFE LD H ANSE N 1969) . . . . . . . . . . . . . Necropoli su b divo: alzato del m au soleo esacon co (da W INDFE LD H ANSE N 1969) . . . . . . . . . . . . . Mau soleo esacon co: n icch ia di fon do . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Mau soleo esacon co: n icch ia laterale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Mau soleo esacon co: settore di in gresso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Mau soleo esacon co: disegn i del Ligorio (da R AUSA 1997) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Mau soleo cru ciform e: in tradosso della n icch ia orien tale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Mau soleo cru ciform e: in tradosso della n icch ia orien tale, particolare degli strati decorativi . . . . Plan im etria delle stru ttu re su bdiali riportate alla lu ce n el 1931 (rielaborazion e dalla pian ta di F. Forn ari) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Plan im etria delle stru ttu re su bdiali con posizion am en to delle im m agin i fotografich e esegu ite du ran te i lavori del 1931 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 1 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 2 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 3 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 4 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 5 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 6 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 7 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 8 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Necropoli su b divo. Foto 9 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 10 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 11 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 12 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » » » » » » » » » » » » » » 241 241 241 241 243 243 243 243 243 245 245 245 248 248 » » » » » » » » » » » 249 252 252 254 254 254 260 260 260 262 262 » 262 » 262 » » » » » » » » » » » » » 262 269 269 269 269 269 270 270 270 270 273 273 273 » 274 » » » » » » » » » » » » » 275 276 276 276 276 277 277 277 278 278 278 281 281 367 INDICE DE LLE ILLUSTRAZIONI Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 – – – – – – – – – – – – Fig. 306 – Fig. 307 – Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. 308 309 310 311 312 313 – – – – – – Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. 314 315 316 317 318 319 320 – – – – – – – Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 – – – – – – – – – – Fig. 331 – Fig. 332 – Fig. 333 – Fig. 334 – Fig. 335 – Fig. 336 – Fig. 337 – Fig. 338 – Fig. 339 – Fig. 340 – Fig. 341 – Fig. 342 – Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 13 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 14 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 15 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Necropoli su b divo: scavo 1931. Foto 16 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Necropoli su b divo: scavo 1931. Sch izzo delle form ae a su d (da Giorn ale di scavo) . . . . . . . . . Necropoli su b divo: scavo 1931. Sch izzo del settore n ord dell’edificio qu adran golare (da Giorn ale di scavo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Resto in opera listata del m u ro orien tale dell’edificio su b divo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Resto in opera listata del m u ro orien tale dell’edificio su b divo: particolare . . . . . . . . . . . . . . . . . Sopratterra della catacom ba di Pon zian o: recin to (da F ORNARI 1917) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Resto del m u ro di con glom erato di sbarram en to della galleria IM2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Lastra in scritta ICUR V 14803 riu tilizzata com e m ateriale da costru zion e (Arch ivio PCAS) . . . Necropoli su b divo: scavo 1931. Sch izzo del settore su d-est dell’edificio qu adran golare (da Giorn ale di scavo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Com plesso di stru ttu re su b divo a est della spelu n ca m agn a: plan im etria (da F E RRUA 1964) . . Com plesso di stru ttu re su b divo a est della spelu n ca m agn a: m on u m en talizzazion e dell’in gresso (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Com plesso di stru ttu re su b divo a est della spelu n ca m agn a: am bien ti an n essi (Arch ivio PCAS) Com plesso di stru ttu re su b divo a est della spelu n ca m agn a: am bien ti an n essi (Arch ivio PCAS) Capitello rin ven u to n elle form ae dell’abside Ag . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Posizion am en to dei pilastri n ella galleria DA8 (da F ORNARI 1932) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pilastri n ella galleria DA8 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pilastro pertin en te ad u n a costru zion e su bdiale an cora visibile dalla catacom ba, adegu atam en te tagliato per favorire il passaggio n ella galleria DA8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ru deri del m au soleo esacon co (foto di an on im o, s. d.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ru deri del m au soleo cru ciform e (foto di an on im o, s. d.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Visita di stu diosi al m au soleo cru ciform e (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pian ta attribu ita a fra’ Giocon do del sopratterra di Pretestato (da W INDFE LD H ANSE N 1969) . . . Stru ttu re estern e addossate al m au soleo cru ciform e . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Stru ttu re estern e addossate al m au soleo esacon co . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Sovrapposizion e della pian ta di fra’ Giocon do all’assetto esisten te: sovrapposizion e priva di m odifich e (a); sovrapposizion e con m in im a rotazion e dell’an golo su d-est (b) . . . . . . . . . . . . . . . . . . Sarcofago descritto dal Bosio n ella vign a de’ Gu idasch i (Repertoriu m , n . 40) . . . . . . . . . . . . . . . Sarcofago dall’area dei du e m au solei (Repertoriu m , n . 29) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Iscrizion e “cu m u lativa” ICUR V 13876 com m em oran te i m artiri del com plesso (Arch ivio PCAS) Iscrizion e dam asian a ICUR V 13874 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Graffiti su l parapetto dell’arcosolio di Lu cen zio (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Graffiti su lastra m arm orea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Mu ro di sbarram en to della galleria AB10 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Mau soleo cru ciform e: gh iera dell’arcon e orien tale con laterizi asportati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Mau soleo esacon co: gh iere con laterizi asportati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . L’assetto proprietario del terren o su lla catacom ba n el catasto gregorian o (stralcio dalla m appa 161) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Particella della proprietà B(u )on figlioli - De Rom an is - Barbetta acqu isita dalla San ta Sede n el 1920 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Firm e di com pon en ti dell’Accadem ia Rom an a di Pom pon io Leto n ella galleria Qo15 . . . . . . . . Firm e di com pon en ti dell’Accadem ia Rom an a di Pom pon io Leto n ella galleria Qo15 . . . . . . . . Pian ta sch em atica e parziale della catacom ba con fasi di recu pero: am bien ti del livello su periore (da J OSI 1935) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pian ta sch em atica e parziale della catacom ba con fasi di recu pero: am bien ti del livello in feriore (da J OSI 1935) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cu bicolo Gb: an n otazion e a m atita della visita del 5 aprile 1850 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . Pian ta delle gallerie perlu strabili esegu ita dallo Joh n en n el 1910 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . Gru ppo di stu diosi davan ti all’accesso della Caffarella prim a dell’acqu isto del terren o (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Gru ppo di fossori davan ti all’accesso della Caffarella prim a dell’acqu isto del terren o (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il Mu seo classico in allestim en to (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il Mu seo classico (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il Mu seo cristian o (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » » » » » 281 282 282 282 284 » » » » » » 284 284 284 285 289 289 » 289 » 289 » » » » » » 291 291 291 294 294 294 » » » » » » » 294 297 297 297 298 298 298 » » » » » » » » » » 299 305 305 305 305 313 313 316 319 319 » 325 » 325 » 326 » 326 » 329 » 329 » 333 » 333 » 334 » » » » 334 335 335 335 368 INDICE DE LLE ILLUSTRAZIONI Fig. 343 – Rapporto tra gli am bien ti della cava m odern a e il cim itero: stralcio da u n a plan im etria dell’Arch ivio PCAS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 344 – Fran a del 1927 n ella region e E (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 345 – Fran a del 1925 n ella region e I: scala e galleria I1/I2 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 346 – Fran a n ella region e I: cu bicoli Ie-Ioe (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 347 – Fran a n ella region e I: operai al lavoro in prossim ità del lu cern ario della galleria I1/I2 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 348 – Fran a n ella region e I: operai al lavoro in prossim ità del lu cern ario della galleria I1/I2 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 349 – Fran a n ella region e I: operai al lavoro in prossim ità del lu cern ario della galleria I1/I2 (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 350 – Fran a degli an n i Tren ta del XX secolo n ella region e D (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 351 – Fran a degli an n i Tren ta del XX secolo n ella region e D (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 352 – Fran a degli an n i Tren ta del XX secolo n ella region e D (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 353 – Fran a del 1936 n elle gallerie del gru ppo AB (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 354 – Fran a del 1936 n elle gallerie del gru ppo AB (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 355 – Am bien ti in teressati da u n a fran a n el 1940 a su d del cu bicolo Ak: sch izzo plan im etrico (da Giorn ale di scavo Ferru a) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 356 – Recu pero del tratto orien tale della spelu n ca m agn a (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fig. 357 – Recu pero del tratto orien tale della spelu n ca m agn a (Arch ivio PCAS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Tav. I – Plan im etria gen erale della catacom ba e delle stru ttu re su b divo (in rosso) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Tav. II – Plan im etria gen erale della catacom ba con in dicatori cron ologici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Tav. III – a. Prospetti affron tati delle pareti della spelu n ca m agn a con differen ziazion e tipologica delle m u ratu re; b. Prospetti affron tati delle pareti della spelu n ca m agn a con restitu zion e della sequ en za diacron ica degli in terven ti m u rari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » » » » 335 337 337 337 » 337 » 337 » » » » » » 338 338 338 338 338 339 » 339 » 339 » 339 f. t. f. t. f. t. INDICE DE I NOMI DE LLE PE RSONE E DE I LUOGH I* Abbon dan za 83 (495) Abdon , m artire 320 (2099) Abu n dan tia 125 (785) Accadem ia (Pon tificia) Rom an a di Arch eologia 302 Ach ille 82, 87 Acili 11, 25 (173) ad du as lau ros, com plesso v. Marcellin o e Pietro (ss.), com plesso dei Adrian o I, papa 3 (25), 190 (1238, 1239, 1240, 1242), 191, 191 (1243), 301, 315, 315 (2068, 2070) Adrian o, im peratore 83 (498) Adrian o, m au soleo di 83 (498) Aelia, Elia Afan acia 87 (514); Aelia Tyche 26 (186); Aelia Tyran n is 26 (186) Alessan dro, papa 3 (17), 190 (1242), 303 (1989), 306, 318 (2093) Alm ach io, prefetto 306 Alm on e, fiu m e 9, 9 (39), 10, 320, 320 (2106), 321, 323 (2120) Alm on e, via dell’ 9 (44), 10 ^AlÂxandroj 131 (827) Altem ps, G. 83 26 (187), 29, 74 (439), 75, 75 (446), 83, 83 (499), 87, 88, 88 (526), 125 (777), 182, 190 (1238, 1240, 1241, 1242), 191 (1243), 211, 295 (1927), 300 (1945), 312, 314, 315 (2069), 317, 320, 321, 321 (2109, 2112), 323 (1121), 324, 327, 327 (2137), 328, 328 (2157), 330, 341 Altem ps, Palazzo 83 (501) Apron ian u s, con su l v. Paetin u s et Apron ian u s, con su les ^Amar¥nth 92 Apt 251 (1652) Am athu sa 140, 140 (893) Arcadio, im peratore 272 Am azzon i 22 Am ore e Psych e 125, 140, 140 (896) Ardeatin a, via 2, 3, 4, 4 (29), 26, 88 (526), 145 (941), 246 (1647), 312 (2037, 2040), 314 (2057, 2063), 314, 327 Am pu rias 283 (1849) Argon au ti 21, 21 (141) An astasia 149 (965) Arles 283 (1849) An iceto, san to 83 Arm ellin i, M. 75 (452), 173 (1151), 191, 191 (1253), 199, 300 (1950), 312 Am m en dola, vign a 26 Aeliu s, T(itu s) Aeliu s Prim itivu s, archim agiru s 26, 26 (186), 29 (194) An iceto (s.), ch iesa di 83 (501) Aem ilia 242 (1575) An n ia gen s 9 (44), 129 An n ia Regilla 10, 75 ^Armen…a Fhlik…taj 54 (321) Aem ilian u s et Bassu s, con su les 131 An n ia Regilla, sepolcro cd. di 75 Asin aria, via 11 (66), 88, 88 (526) Aem ilii Pau li 23 (155), 26 An n ia, An n ia Tertu lla, clarissim a pu ella 129, 129 (811) Aten a 10 Africa 283 (1849) Afrodisiu s, presbyter 75, 206 ^Ag¥qh É kaˆ Seir…ka 54 (320) Agapito, m artire v. Felicissim o e Agapito, m artiri Agatem ero 54 (320) Agn ese (s.), com plesso di 143 (926), 307 (2024) Agn u s Dei 251 Agostin o, cavatore 134, 327 Agrigen to, m aestro di 22, 22 (146, 147) ^AgrippŒna 107 Alban o 4, 327, 328 Albertin i, F. 321 (2112) Albin u s, m on s 321 Alessan dro Severo, im peratore 83 Alessan dro, m artire 191 (1244) An n iu s, An n iu s Gratu s, clarissim u s vir 129 ^Ant…patroj, presbëteroj 237 (1546), 259 (1744) An ton elli, G., cardin ale 330 (2160) An ton in o Pio, im peratore 23 (153) Apollin are (s.), ch iesa di 321, 321 (2112) Atilia v. Aem ilia Au gu stin u s, presbyter 312 Au reli, ipogeo degli 74, 75, 89 (531) Au relia Vetu s, via v. Au relia, via Au relia, Au relia African a 151 (966); Au r(elia) Maru lia 126 (789), 129, 129 (804), 131; Au relia Photen is 23 (155); Au relia S abin a 26, 26 (184) Apollin aris et An ton ian i (ss.), locu s 321 Au relia, via 46, 211, 283 ^Apãllw [n - - -] 140 Au relian o, im peratore 190 (1242), 306 Appia Nu ova, via 9 (44) Appia Pign atelli, via 1, 4, 11, 20, 25, 33, 88, 88 (526, 527), 247, 267, 290, 296, 300, 314, 324, 324 (2126), 327, 332 (2180), 341 Appia, porta 191, 321, 321 (2112) Appia, via 1, 3, 3 (16, 17), 4, 4 (29), 9, 10, 10 (50), 11, 19, 22, 26, * I n u m eri tra paren tesi son o relativi alle n ote di riferim en to. Au relian e, Mu ra 88 (526), 521 Au relii 26 (180) Au reliu s, M(arcu s) Au reliu s Herm es, archim agiru s 26, 26 (182); Au reliu s Ian u ariu s 26, 26 (182); Au reliu s Polycarpu s 104 (613); M. Au reliu s Tim ocrates 23 (155) Au xerre 318 370 B(u )on figlioli-De Rom an is-Barbetta, proprietà (ex Vidasch i) 136 (866), 279 (1828, 1829, 1830), 287 (1878), 300 (1949), 302, 323 (2120), 324, 328, 331 (2175), 332 Babilon ia 255, 256 (1701) Balbin a, san ta 4 (29), 318, 318 (2093) INDICE DE I NOMI DE LLE PE RSONE E DE I LUOGH I Bottegh e Oscu re 323, 328 Catu lin o 205 (1339), 263 (1768) Bragi, vign a v. Ran dan in i, vign a Cecch elli, C. 42 (241) Bu ch ardu s 327 (2142) Cecilia, san ta 190 (1238), 208, 211, 304, 306, 317, 318 (2084) Bu on Pastore, ipogeo del v. Dom itilla, catacom ba di Bu on accorsi, F. 324 (2130) Bu rden tiu s 109 (678) Cecilia (s.), cripta di 208 (1371), 211, 314, 317 (2079), 318 (2083) Caecu s v. Bu on accorsi, F. Cecilia Metella, m au soleo di 10, 321, 323 (2120) Balbin a (s.), ch iesa di 318 Balbin a, catacom ba di 3, 4, 4 (29), 221 (1456), 263 (1767) Balbin o, im peratore 83, 83 (493, 494, 498), 88 (517) BalÂrioj 117 (740) Cecilia (s.), ch iesa di 190 (1238), 306, 317 Caffarella, valle della 9, 9 (39), 10 (63), 15 (88), 17, 20, 20 (135), 75, 77, 87, 88 (526), 126 (792), 134, 290, 314, 320-321 (2106), 321 (2109), 323 (2120), 324, 327, 328 (2150), 336 (2200) Celerin a (ICUR V 14116)140, 140 (892), 251, 251 (1651, 1655) Celerin a (ICUR V 14117) 251 BÒroj 75 Calepodio, cim itero di 15 (89), 46, 211, 283, 283 (1853) Celerin a, arcosolio di 4, 247 (1634), 251, 253, 255 (1697), 256, 256 (1701), 330, 336 (2200), 345 (2258) Bartoli, P. S. 11 Callim aco v. Bu on accorsi, F. Cen cio de Betram o 321 Basilikãj 143 Callisto, cim itero di 3, 4, 4 (29), 11, 26, 46, 46 (266), 74, 74 (438, 439, 440), 75, 77 (456), 83, 83 (501), 97 (574), 120 (753), 170 (1140), 191 (1243), 198 (1298), 206 (1353), 208 (1371), 211, 279 (1832), 302 (1971), 317 (2079), 324 (2127), 327, 328 (2157), 331, 331 (2177), 344 Cen cio, aratario 321 Cerere e Fau stin a, tem pio di 10 Callisto, papa 46, 211 Cerere e Proserpin a 10 Calocero e Parten io, m artiri 208 (1371), 211, 211 (1378) Ch erch el 283 (1849) Beatrice, m artire 320 (2099) Ben aclu s, fossore 211 (1383) Calven ti, sepolcro dei 267, 268 Ciriaca 106 Ben edetto XIV, papa 300 (1948) Calven tia, (1800) Barbetta, proprietà v. B(u )on figlioliDe Rom an is-Barbetta, proprietà Basiliu s 47 (276) Bassa 263 Bassu s, con su l v. Aem ilian u s et Bassu s, con su les; Gallican u s et Bassu s, con su les; Qu in tian u s et Bassu s, con su les; Tu scu s et Bassu s, con su les Bau m stark, A. 107 Cercen ii, sepolcro dei 267, 268 Cercen iu s, L(u ciu s) Cercen iu s Charito 268 Ciprian o, vescovo 74, 190 (1243) Clearco, con sole v. Ricom ere Clearco, con soli Calven tiu s, C(aiu s) Calven tiu s Fu scu s 268 (1800) Clem en te VII, papa 321 (2112) Ben erosa 156 Ben even to 318 Cam erlan gato 300 (1949), 328 Clodiu s In steiu s Flaviu s, pu er clarissim u s 129, 129 (811) Beth esdà 263 Cam oen aru m , lu cu s 327 (2142) Cn ido 10 (50) Betu len u s Hercu liu s 23 (155) Can a 300 (1949) Can in a, L. 271 (1806) cocoru m , collegiu m 26, 26 (186), 29, 143 Capran ica, G. B., detto il Pan tagato 324 (2132) cocoru m , statio 26, 26 (186), 29, 143, 143 (929) Caracalla, im peratore 23 (153), 83 (500) Col Virgin ia v. Tibu r Carletti, C. 54 (325), 314 (2052) Com m ission e (Pon tificia) di Arch eologia Sacra 2 (4, 7), 46 (263), 79 (461), 330, 330 (2160), 332, 336 Bevign an i, A. 2 (7), 103 (610), 104 (612), 158, 158 (1031), 199 (1304), 255 (1695), 257 (1725), 280, 332 (2181, 2184) Biblioteca Apostolica Vatican a 4 (29), 323 [Deposito delle Terre Sigillate], 330 [Gabin etto Nu m ism atico] Biblioteca Vallicellian a 4, 327 S abin a Cercen ia, Cercen ia S abin a 268 268 Ben edetto XV, papa 272 (1821), 324, 332 Calven tia Cen tau ri 22, 87 Carlo il Calvo, im peratore 318 Ca r lo Ma gn o, im p er a tor e (2050), 315 (2068) 314 e Colon ia 318 Bisan zio 307 Carrara 198 Com m odilla, catacom ba di 143 (926), 170 (1140), 261 (1761), 312 (2037, 2041), 314 (2057) Biscon ti, F. 42, 251 (1654) Cartagen a 283 (1849) Com m odo, im peratore 10 Boetu s 151 (967) Cartagin e 74, 283 (1849) Con cordia 283 (1849) Boldetti, M. A. 4, 4 (29), 107, 107 (670), 134, 327, 327 (2143), 328, 328 (2147) Carvilia Lu cin a 134, 134 (849), 208, 233, 258 (1732) Corn elio, cripta di 74 (438), 75 (455), 198 (1298), 314 Casale dei Pu pazzi, ipogeo del 165 Corn elio, papa 74 (438), 75 (455), 198 (1298) Biktwre…a 104 (613) Bon i[- - -] 158 (1029) Carpegn a, G., cardin ale 328 (2147) Bon ifacio I, papa 307 (2024) Cassia, Cassia Felicitas 54 (321); Cassia S ofrosyn e 182 Bon ifatia 162 (1068) Cassia, gen s 182 Corsi 321 Bosio, A. 3, 4, 4 (29), 300, 306 (2021), 323, 327 Cassio Dion e 83 (498) Corsin i, Palazzo 87 (514) Cassiu s, Cassiu s Iccessiu s 23 (153); Cassiu s Vin diciu s 182 Cosm a e Dam ian o (ss.), ch iesa dei 318 (2090), 323 (2120) Bossi, S. 330, 331 Corn u s 283 (1849) INDICE DE I NOMI DE LLE PE RSONE E DE I LUOGH I 371 Costan tin a, m au soleo di 180 (1181) de Rossi, M. S. 330, 331, 331 (2170) `Hrúdhj 107 Costan tin o, im peratore 331 (2173) Decen tiu s 134 `Hrúdou ¤grãj v. Triopio Costan tin o, term e di 159 (1051) Deckers, J. G. 2 (9) Costan zo, im peratore 156 Deleh aye, H . 3 (17) Crescen tia 244 (1588) Dem eter 89, 123, 125 (782) E rode Attico 10, 10 (49), 10-11 (64), 22, 29, 75, 107 (665), 303 (1982), 341 Crescen tian u s 257 (1718) Dem etra, san tu ario di 10 (50) Crisan to, m artire 320 (2099) DhmËtrioj 140 E u seb io, p a p a 120 (753), (2010), 208 (1371) Crisogon o (s.), ch iesa di 318 (2090) Deu sdon a, diacon o 318, 318 (2089, 2090, 2092) E u stach io, m artire 320 (2099) Cristo 42, 42 (243, 249), 120, 122 (758), 139 (890), 158 (1029), 198, 211, 234, 244, 244 (1592), 246, 250, 251, 317, 318, 320, 331 (2173), 345 (2258) [sign a Christi: 139 (883, 890), 142 (915), 143, 151 (967, 968), 156, 156 (1015), 158, 158 (1030), 173 (1152), 182 (1189), 225 (1474), 230 (1498), 235 (1541), 237 (1544, 1548), 244, 244 (1589, 1590, 1596), 246, 247, 257 (1718), 327 (2146)] Croce (s.) in Geru salem m e, ch iesa di 318 (2090) Crypta Balbi, (1950) m u seo della 300 Cu rtia Catian a, clarissim a pu ella 89, 126, 126 (791, 792), 128, 129, 129 (811), 131, 336 (2195) Cyriaca 134 (856) Cyrin u s, m artyr v. Qu irin o, m artire Di Pu ccio, D. 328 Diaolello 271, 278 (1797), 320, 323 E u tich io, m artire 312 (2037) Diavolella v. Diaolello E ven zio e Teodu lo, m artiri 3 (17), 190 (1242), 303 (1989), 306, 318 (2093) Didala 237 (1543) Dioclezian o, im peratore 343 Dioclezian o, term e di 159 (1051) Diodoru s 131 (827) ex vign a Ch iaraviglio, catacom ba dell’ 312 (2037) Excu bitoriu m della VII coorte dei vigili 74, 75 Dion isio 54 (321) Dion iso 123 Dioscu ri 87 Falern o, agro 287 (1876) Dom esticu s 129 Dom in icu s 312, 314, 314 (2058) Fasola, U. M. 15, 143 (926), 170 (1140) Domitianãj 142 (913) Fau stin o, m artire 320 (2099) Dom itilla, catacom ba di 4, 4 (29), 15 (88), 50 (286), 74 (438), 75 (444), 107, 107 (667), 123 (772), 125, 143 (932), 206 (1347), 242, 246, 246 (1614), 283, 283 (1853) Felice e Adau tto (ss.), basilich etta dei 74 (438) DomnŒnoj 54 Don ata (ICUR V 14196) 47 (276) Dam aso, papa 182 (1184), 198, 198199 (1298), 199, 203, 205 (1333), 220, 253 (1679), 304, 306, 320, 343, 345 Don ata (ICUR V 14197) 140, 140 (891) Dan iele, profeta 140 (895), 233, 235 (1533), 255, 256 (1701) Du ch esn e, L. 307 (2024) Daria, m artire 320 (2099) Edu lu s, decu rio cocoru m (182) de Rossi, G. B. 1, 2, 2 (4), 3, 4, 4 (37), 11 (64), 22 (151), 25, 26, 35 (211), 42, 42 (247), 46 (263), 47 (276), 50, 50 (286), 58 (362), 66, 70, 74 (440), 75 (452), 82 (477), 88 (527), 105 (644), 107, 107 (665, 672), 122 (767), 136 (864), 156, 162 (1068), 164 (1083), 166 (1113), 180 (1181), 182, 182 (1192), 191, 192 (1263), 198, 199 (1303), 201 (1310), 203 (1323), 206 (1355), 235 (1541), 255 (1697), 256 (1701), 257 (1719), 272, 292, 296, 300, 301 (1956, 1965), 302, 302 (1976), 304, 306 (2021), 320, 320 (2103), 324 (2127, 2128, 2130), 327, 327 (2137), 328, 330, 330 (2160, 2161, 2162, 2164), 331, 331 (2172), 336, 342 (2221) Eu stathes, archim agiru s 26, 26 (184) Dian ae, tem plu m 190 (1240) Dalm azio e Zin ofilo, con soli 237 De Rosa, vign a v. Am m en dola, vign a 304 Eu stathiu s, presbyter 198, 205, 312, 314 Dagen s, M. Cl. 251, 251 (1655) De Rom an is, proprietà v. B(u )on fi glioli-De Rom an is-Barbetta, proprietà Eu bodiu s, con su l 164 Dwnatianãj 153 26, 26 E ete, re 21 (141) E geria, spelu n ca di 10 Egn atiu s 107 (671) Egn atiu s, L(u ciu s) E<g>n [atiu s] 173 (1152) E in siedeln 3, 190 (1240), 302, 311, 312 (2035), 317 (2079) E„rhnaŒoj 92 E m eren zian a, m artire 191 (1244) Felice, an tipapa 256 Felicissim o e Agapito, diacon i e m artiri 3, 3 (16, 17, 25), 71, 74, 74 (439), 75, 75 (456), 112, 182, 190, 190 (1241), 191, 191 (1243), 192, 192 (1263), 193, 193 (1273), 198, 199, 203, 205, 205 (1339), 220 (1445), 251, 263, 263 (1767, 1768), 301, 302, 302 (1969), 303, 311, 311 (2030, 2031, 2032, 2033), 312, 314, 315 (2069), 318, 318 (2084, 2090), 320, 321 (2112), 327, 330, 342, 343, 345 Felicissim u s 156 Felicita, m artire 190 (1241), 191 (1244), 311 (2032), 318 Felicita (s.), catacom ba di 109 (682), 307 (2024) Felicitas 251 Felicola, m artire 320 (2099) Felix (ICUR V 14262) 151 (967) Felix 178 (1168) E rm ete (s.), basilica di 15 (93), 191 (1244), 199 (1298) Ferru a, A. 22 (151), 23 (153, 163), 26, 26 (183), 54, 54 (321), 58 (355), 92, 106 (651), 117, 126 (792), 131, 139 (889), 140 (908), 143 (926, 933), 153, 153 (988), 164 (1083, 1086), 186 (1223), 203 (1324), 217, 217 (1417), 244 (1586, 1587, 1588), 246 (1602), 257 (1719), 263, 288, 290, 290 (1897), 292, 300 (1946), 303 (1985), 306 (2012), 315 (2065), 327 (2146), 336, 344 E rm ete (s.), cim itero di 92 Festo 88 (526) E m m au s 42 (241) E n dim ion e 82 E pim aco, m artire 303 (1987), 320 (2099) ^Epitëncanoj 159 E rasm o (s.), m on astero di 320, 320 (2106), 321 (2107), 323 (2120) 372 Filippo, apostolo 92 (543) Flavi Au reli, region e dei v. Dom itilla, catacom ba di Flavi, ipogeo dei v. Dom itilla, catacom ba di Flavio Mallio Teodoro, con sole 164 INDICE DE I NOMI DE LLE PE RSONE E DE I LUOGH I 2033), 312, 315, 315 (2069), 318, 318 (2084), 342, 343 Ilario (s.) ad biviu m , com plesso di 283 (1849) Gepa, badessa 318 ^InnokÂntioj 125 Germ an illa 129, 131 (819) In n ocen zo XII Pign atelli, papa 300, 324 Geta, im peratore 23 (153), 83, 83 (499, 500), 156 In n ocen zo, presbitero 140 (896), 256 Flaviu s, C(aiu s) Flaviu s Floru s 26 (178); Fl(aviu s) Crescen s 259, 263; Flaviu s Eu frosyn u s 109 (679); Fl(aviu s) Fau stin u s 156; Flaviu s Gregoriu s 109 (679); Fla(viu s) In steiu s Cilo, clarissim u s pu er 89, 126, 129, 129 (811), 131, 336 (2195); Flaviu s Iu lian u s, clarissim u s vir 129, 129 (810) Geta, sepolcro cd. di 83 (499) Fon tan a, F. 199 (1303), 293 (1919) Giovan n i III, papa 3, 190 (1238), 306, 307, 344 Iovin u s 125 (784) Giovan n i, presbitero 311 Ipolitu s, dom n u s v. Ippolito, m artire Forn ari, F. 95, 95 (550, 552), 97, 272, 279, 280 (1836), 293 (1922) Fortu n a 98 (587) Fortu n a Mu liebre, tem pio della 75 (446) Fortu n u [- - -] 162 (1070) fra’ Giocon do, G. Mon sign ori detto 89 (530), 268, 271, 296, 321 (2108), 324, 324 (2134), 344 Fran ch etti, C. 324 Fu lda 318 (2090) Fu lvio, A. 321 (2112) Fu ria, Fu ria Prim igen ia 268 Fu rio Dion isio Filocalo 198, 199 (1298), 304, 304 (2010) Gian u ario, cim itero di 4, 327 In steia, gen s 129 Giason e 21 (141) In steia, In steia Cilon is, clarissim a fem in a 129, 129 (810) Gion a 92, 92 (542), 180, 233 Giordan i, cim itero dei 74 (438) Giorgi, M. 328 Iohan n is Baptista v. Capran ica, G. B. Giovan n i e Paolo (ss.), ch iesa dei 320, 320 (2106), 321 ^Ioulianãj 54 Giove e Gan im ede, in su la di (Ostia) 25 (169) Girolu m , locu s qu i vocatu r v. Massen zio, circo di Gaio e E u sebio, region e di 120 (753), 208 (1371) Gaio, papa 107, 120 (753), 208 (1371) Gaiu s?, C(aiu s) Expeditu s 140, 140 (895); C(aiu s) Gu rgen tiu s 140, 140 (895) Gallican u s et Bassu s, con su les 131 Gallien o, im peratore 106 Gallo (s.), sacram en tario di 190 (1239), 311 (2032) Garru cci, R. 42 (247), 251 Gau den tia 134 Gelliu s, L(u ciu s) Gelliu s Fau stu s 23 (153), 244 (1586) Gem ella 244 (1589) Giu lian o, A. 87 Isarn h ofen 318 Giu n on e 83 Isis e Serapis, san tu ario di 230 (1500) Glhgãrioj 140 Glicero 23 (155), 26 (177), 257 (1719) Glycon iu s 26, 26 (182) Glygon iu s v. Glycon iu s Gordian o III, im peratore 98, 98 (587) Gordian o, m artire 303 (1987), 320 (2099) Grabar, A. 302 (1976) Gratu s 237 (1543) Gregorio Bon dolo 321 Gregorio I, papa 287 (1876), 311, 314 (2050), 315 (2067) Gregorio III, papa 3 (25), 190 (1238, 1240), 302 (1968), 315, 315 (2068) Isola Sacra, n ecropoli dell’ 26 (177), 75 (444) Istitu to (Pon tificio) di Arch eologia Cristian a 2 (4), 21 (140), 242 (1584) Iu lia, Iu lia Callista 23 (153) Iu lian a 159 Iu liu s, Iu liu s An ton in u s 237 (1543) Joh n en , D. W. 206 (1355), 332 (2180) Josi, E . 1, 2, 2 (4), 4 (38), 11 (64), 22 (151), 26, 46 (263), 47 (276), 95, 95 (553), 96 (556), 107 (672), 129, 153, 192 (1263), 198 (1288), 199 (1306), 208, 211 (1383), 233 (1515), 272, 280, 302, 303, 303 (1982, 1985), 304, 304 (2008), 323 (2122), 330 (2166) Gregoriu s 143, 143 (926) Grottelle, località v. Tibu r Kall…morfoj 75 Gu idasch i, vign a de’ v. Vidasch i, vign a Kan zler, R. 2, 173 (1153), 183, 186 (1220), 191, 193, 198, 198 (1288), 199, 293, 303 (1985), 332 (2181) Gü tsch ow, M. 21, 21 (140), 79 (461), 83, 87, 87 (508), 131 Gen erosa, com plesso di 198 (1298), 206 (1353) Gu yon , J. 2 (9), 341 (2201) Gen n aro, m artire 3, 3 (16, 17, 25), 4, 65, 70 (415), 71 (432), 74 (439, 440),182, 190, 190 (1241, 1244), 191, 192, 192 (1263, 1267), 193 (1272), 198, 198 (1294), 203, 220, 301, 302, 302 (1968, 1969), 303, 306, 306 (2016), 311, 311 (2031, 2032, Ippolito (s.), cim itero di 145 (941), 183, 314, 314 (2055) Ippolito, m artire 183, 183 (1203), 251, 251 (1652), 314 Gem in a 330 (2162) Gen esio (s.), san tu ario di 315 (2068) Iovis, statu a 306 Giu lia Mesa 83 (496) Gordian o e E pim aco, cim itero di 142 (919), 246 (1614) GabriËl 244 (1589) In ven ta 46 (276) KlaudianË 129 Ku riaces 151 (967) Hieron ym u s, diacon o 321 Hilaru s 161 (1061) Ian u ariu s, m artyr v. Gen n aro, m artire Labican a, via 74, 199 (1298), 211 (1378), 330 Labru zzi, C. 271, 272 (1818) Lan cian i, R. 18 Iapiti 22 Lateran i, dom u s 29, 143 `Ilariouj 104 (613) Lateran o 230 (1500), 256 373 INDICE DE I NOMI DE LLE PE RSONE E DE I LUOGH I Latin a, via 2, 3, 4, 9, 75, 75 (446), 88 (526), 165 (1094), 303 (1987), 312, 314, 327 Lazzaro 42, 234, 255, 300 (1949) Leo 125 (784) Leo, presbyter 312, 314, 314 (2058) Leon e iu n iore, con sole 301 Leon e IX, papa 318 Leon e, region e di v. Com m odilla, catacom ba di Leon tis 156 Liberalis 47 (276) Liberio, papa 251, 253, 256, 307 (2024) Ligorio, P. 268, 268 (1792, 1793, 1794, 1796, 1797), 271 (1806, 1810), 296, 320, 323, 323 (2121), 324 Loren zo (s.) f.l.m ., ch iesa di 323 (2120) Loren zo, m artire 251, 311 (2030) LoukŒna KalËpolij 109 (680) Lu ca, san to 312 (2037) Lu catelli, vign a 327 (2143), 328, 328 (2150, 2151) Lu cen zio, arcosolio di 71 (429), 87 (514), 166 (1107), 201 (1310, 1311), 203 (1303), 205, 206 (347), 312 (2041), 327 (2145), 336 Lu cen zio, presbitero 71 (429), 87 (514), 166 (1107), 203 (1303), 205, 206 (1347), 312 (2041) Lu cia (s.), ch iesa di 323, 324 (2123), 328 Lu cilla 104 (613) Lu cin e, cripte di 46, 46 (267), 75 (455), 169, 283 (1853) Lu cio, papa 317, 317 (2080) Lu gli, G. 75 Lu pi, A. M. 328, 301 Macedon iu s 47 (276) Maggiore, cim itero 15 (88), 74 (438), 125 (779), 143 (926), 170 (1140), 211, 237 (1550) Magn o, diacon o e m artire 74 (439), 189 (1237), 190 (1241), 318 (2084) Magn u s 143 Maior, con fessor 3, 3 (16), 189 (1237), 303, 303 (1987) Mam ilia, Q(u in ta) Mam ilia Titian a, clarissim ae m em oriae fem in a 129 (811) Mam ilian o, presbitero 182-183 Man zon i, viale 89 (531) Maran gon i, G. 4 (29, 134, 143 (933), 327, 327 (2146), 328, 328 (2157) Marcellian o, m artire 4 (29), 320 (2099) Marcellin o e Pietro (ss.), com ples- so dei 2 (9), 169 (1138), 170 (1140), 186 (1213, 1215), 198 (1298), 211 (1378), 303 (1984), 314 (2057), 330, 341 (2201) March i, G. 4, 42, 42 (247), 251 (1656), 328, 330, 331 Marcia Tyran is 109 (679) Marco (papa), basilica di 4 (29), 145 (941), 315 (2068) Marco (s.), ch iesa di 318 (2090) Marco Au relio, im peratore 10 Marco e Marcellian o (ss.), catacom ba dei 74 (438), 283 Marco, m artire 4 (29), 320 (2099) Marco, papa 4 (29) Marcu cci, G. 134, 327 Maria Maggiore (s.), basilica di 246 (1617) Maria Nova (s.), m on astero di 321 Maria (s.) S cola Graeca, ch iesa di 321 Maria, m artire 320 (2099) Marin i, G. L. 107 Marm en ia, m atron a 182, 190 (1240) Marm en iae, dom u s 190 (1240) Marta, m artire 320 (2099) Marte 83 Martin o (s.) ai Mon ti, ch iesa di 304 (2010), 314 (2058) Martiri Greci, san tu ario dei v. via Ardeatin a, basilica an on im a della Martis, tem plu m 311 (2030) Maru cch i, O. 332 (2181, 2182) Maru li, cu rtis v. Rom olo, m au soleo di Massen zio, circo di 320, 321, 323 (2120) Massen zio, com plesso residen ziale di 9 (44), 10 Massen zio, im peratore 9 (44), 10, 134 Massim in o il Trace, im peratore 51, 51 (301), 55, 56, 83 Massim o, m artire v. Tibu rzio, Valerian o e Massim o, m artiri Mathias 324 Matron a 257 Mau ro, m artire 320 (2099) Meco, G. 53 (306), 250 (1638) Medea 21 (141) Medu sa 22 Merkoërioj 115 Merobau de e Satu rn in o, con soli 257 Methon ia 129 Metropolitan Mu seu m (New York) 122 (758) MicaËl 244 (1589) Mielsch , H . 180 (1181) Molia, fu n du s 320, 321 Mom m sen , Th . 26 (186) Mon sign ori, G. v. fra’ Giocon do Mosè 255 Mu sa 159 Mu sei Vatican i 26 (186), 81 (475), 82 (477), 107, 331 (2173) Mu seo Kirch erian o 300 (1950) Mu seo Lateran en se 46 (263), 47 (276), 81 (475), 156 (1001), 331 (2173) Mu seo Pio Cr istia n o (1948), 323 (2122) 156, 300 Narsete 307 Natalin i, proprietà 324 (2126) Nem esi 10 Nereidi 22 (147), 128 N ereis 280 (1842) Neu ss 318, 318 (2092) Nibbi, S. 332 (2178) Nicola (s.) de Calca(ra)riis o in Caesarin iis, ch iesa di 191, 191 (1243), 192 (1263), 198, 318 (2090), 320, 320 (2099) Nicolò I, papa 318 Nicom ede, ipogeo di 15 (88) Noè 242 Nom en tan a, via (1140), 211 125 (779), 170 N u m isia, N u m isia Fon teia Vera, clarissim a fem in a 261 (1762) Octaviu s, Cn (eu s) Octaviu s Martialis 26, 26 (182) Oddolin a 321 Olsten io, L. 327, 327 (2142) On orio, im peratore 164, 272 `Onwr¬ta 54 (321) Orien te 246 Orion 324 Ostien se, via 125 (777), 283 (1854) Otacilia Fortu n ata 23 (177), 92 (155), 26 Oêran…a 50 (286), 107 Paetin u s et Apron ian u s, con su les 132 (842) Palatin a, porta (Torin o) 75 (444) Palatin o 26 (188), 26 (186), 83, 83 (498) Palatiu m v. Palatin o Palom bi, F. 332 Pam philu s 324 Pan filo, catacom ba di 208 (1371), 314 (2048, 2057) Pan th eon 300 (1948) Pan vin io, O. 4, 300 (1945), 327, 327 (2137) 374 Paolo, san to 242, 250, 250 (1646), 251, 253 (1679), 256 (1701), 330 Paolo (s.), basilica di 315 (2068) Paolo II, papa 324 (2130) Papia, m artire 320 (2099) Parrion i, parietin a qu i vocatu r 320, 321 (2108) Parten io, m artire v. Calocero e Parten io, m artiri Parthen iu s 324 Pasilu stri (?), G. 332 (2179) Pasqu ale I, papa 3, 190 (1238), 317, 317 (2080), 318, 318 (2086) Patern a 151 (967) Patern ian o, m artire 320 (2099) Patern o, con sole 98 Patern u s 46 (276) Pau lin u s 132 Pau lu s 255 (1697) Peiresc, N. C. Fabri de 327 Pelia 21 (141) Perret, L. 42 (247) Peru zzi, B. 268, 271 (1806), 324 Petron ia 162 (1065) PÂtroj 125 Petru s (ICUR V 14522o) 166 Petru s (ICUR V 14544) 139, 139 (890), 143 Petru s, presbyter? 312, 312 (2046), 314, 314 (2058) Pietro, san to 242, 250, 250 (1646), 251, 253 (1679), 255, 330 Pietro (s.), basilica di 70 (423), 75 (444) Pietro (s.) in Bevagn a 22 (148) Pietro Sabin o 324 (2131) Pin cio 11 Polychron ii, passio 3 (17), 191 (1243) Pom pon io Leto 324, 324 (2127, 2129, 2131) Pon zian o, cim itero di 169 (1138), 170 (1140), 283, 286, 314 Porcian u s 237 (1543) Portu en se, via 283, 314, 314 (2055) Postu m ia, gen s 129 Postu m ia, Postu m ia [M]eton ia, clarissim a fem in a 129 Postu m iu s, Postu m iu s Qu ietu s, clarissim u s vir 122 Pozzu oli 287 (1876) Prassede (s.), ch iesa di 318 Pretestato, m aestro di 87 Priam u s Petru s v. Pietro Sabin o Prim igen iu s 153 (986) Prim u lu s 256 Prim u s, fossore 211 (1383) Priscilla, catacom ba di 15 (88), 25 INDICE DE I NOMI DE LLE PE RSONE E DE I LUOGH I (173), 46, 230 (1507), 287 (1876), 312 (2037), 324 (2128), 343 (2232) Probo, im peratore 98 Processo e Martin ian o (ss.), san tu ario dei 315 (2068) Procopio 88 (526) Proserpin a v. Cerere e Proserpin a Proto e Giacin to, san tu ario di 199 (1298) Provviden za 51 (301) Psych e v. Am ore e Psych e Qu in tian u s et Bassu s, con su les 131 Qu in tili, villa dei 10 Qu in tu s lacteariu s 29, 142 (913), 143, 144, 256 (1707) Qu irin o, m artire 3, 3 (16, 17), 4 (29), 70 (421), 74 (440), 178, 190, 190 (1242), 191, 192, 192 (1263), 211 (1383), 263, 301, 302, 302 (1969), 303, 303 (1989), 304, 311, 311 (2031, 2032, 2033), 315 (2069), 318, 318 (2092, 2093), 342, 343 Qu o vadis?, ch iesa del 321 (1206) Raban o Mau ro, abate 318 (2090) Ram n u n te 10 Ran dan in i, vign a 25 (166), 296, 296 (1941), 323 (2120) Raven n a 287 (1876) Ren o 318 Respigh i, C. 332 Ricom ere e Clearco, con soli 162 Roden wald, G. 21 (140) Rom a 1, 9, 22, 23 (153), 74 (438), 75, 88 (522), 120, 125 (779), 129, 158 (1031), 164 (1081), 165 (1094), 166 (1112), 190 (1238, 1240, 1242), 205, 246, 283, 295, 301 (1963), 302 (1979), 303 (1987), 307, 311 (2033), 314, 314 (2059), 315 (2068, 2070), 317, 318, 318 (2084, 2086), 321, 321 (2112), 323, 323 (2118), 324, 343, 343 (2235) Rom a Vecch ia, ipogeo di 165 (1094) Rom olo, con sole 134 (850) Rom olo, m au soleo di 320, 321 R u fin u s 255 (1697) Ru ggeri, proprietà 324, 324 (2126) S. M. 134, 143 (933), 327, 327 (2145) S abbatiu s, presbyter v. S an ba (?), presbyter Sabina 134 (856) S abin a (ICUR V 14607) 107, 107 (671) S abin a (ICUR V 14610) 156 Sabin a (s.), ch iesa di 321 (2112) Sacch i, B., detto il Plàtin a 324 (2130) S alaria Vetu s, via 199 (1298) Saliari 22 (148) Salisbu rg 190, 314 Salon a 283 (1849) Salvetti, C. 89 (509, 510) S an ba (?), presbyter 312, 312 (2045) San gallo A. da, il Giovan e 268, 271 (1806), 324 San gallo G. B. da, il Gobbo 271 San ta Croce, catacom ba della 88 (517), 332 (2190) San ta Sede 1, 26 (187), 88, 267, 267 (1787), 279 (1830), 324 Sardegn a 283 (1849) SatornŒna 109 (678) Satu rn in o, con sole v. Merobau de e Satu rn in o, con soli Sch n eider, ipogeo v. Casale dei Pu pazzi, ipogeo del Sch n eider, proprietà 23 (152) Sebastian o, m artire 320 (2099) Sebastian o (s.), com plesso di 4 (29), 92 (540), 190, 221 (1456), 279 (1832), 300, 306, 314, 320, 321, 327 (2140) Sebastian o (s.), m on astero di 321, 321 (2113), 323, 323 (2120) Sebastian o e Fabian o (ss.), abbazia dei v. Sebastian o (s.), m on astero di Seberinouj, 134 Sekãndij 54 (320) Sen n es, m artire 320 (2099) S eptizodiu m 83 Serapia, m artire 320 (2099) S erapio 166 Serlio, S. 268, 268 (1793, 1794), 324 Settim io Severo, im peratore 22 (152), 23 (153, 83 (500) S evera 106 Severan o, G. 4, 300 (1945), 327 Severi, din astia dei 23 (153), 46 (276), 83, 345 S everin a 134 Sfon drati, P. 318 (2083) Sgaravatti, proprietà 324 SebËra 54 (321) S ign in oru m , statio 23 (153) Silvestro (s.), basilich etta di 199 (1303) Sim on e Ciren eo 42 (249) Sin ai 255 Siria 246 Sisto (s.), cim itero di 4, 251 (1656), 330 Sisto II, papa e m artire 3 (17), 4 (29), 74, 74 (439, 440), 75, 189 (1237), 190, 190 (1241), 190-191 (1243), 198, 198 (1294, 1298), 375 INDICE DE I NOMI DE LLE PE RSONE E DE I LUOGH I 205, 251, 311 (2030, 2031), 318 (2084, 2090), 330, 345 Sisto V, papa 10, 323 S m aragdu s 103 (610) Súzousa 54 Spagn a 283 (1849) Sparzian o, storico 83 S perata 251 Stefan o, diacon o e m artire 74 (439), 189 (1237), 190 (1241) Steven son , E . 183 (1211), 332 (2181) Stilicon e 178 (1168) Styger, P. 4, 33 (206), 35, 39 (232), 45 (251), 56, 63 (378), 70, 97, 103, 107 (666), 123, 158, 164, 191, 286 Su arez, J., vescovo 4 S u ccessu s, fossore 211 (1383) S u lpicia Pau la 153 S u perbu s 206 Su san n a 123 (774), 126 (793), 251, 251 (1655) Su san n a (s.), ch iesa di 318 (2090) S u stu s v. Sisto II, papa e m artire Svizzera 126 S ym phoru s, archim agiru s 26 S yn on , m artyr v. Zen on e, m artire Tacan etricapita, m on u m en tu m v. Cecilia Metella, m au soleo di Tal[- - -] 314 Tarpeo, m on te 192 (1263), 320 Tarragon a 283 (1849) Tecla (s.), cim itero di 15 (88), 246 (1614), 283 (1854) Tem pesin a, officin a 106 Teodolin da, regin a 311 Teodu lo, m artire v. E ven zio e Teodu lo, m artiri Tertia 259 Tessaglia 10 (50) Tessieri, P. 330 Testin i, P. 15 Q¥lloj 140 Th u lin , O. 21 (140) Tiberio, prim icerio 320 Tibu r 15 Tibu rtin a, via 311 (2030), 314 Tib u r zio, Va ler ia n o e Ma ssim o, m artiri 3, 3 (16, 17, 25), 11, 92, 189-190, 190 (1238, 1240), 191, 191 (1244), 301, 302, 302 (1968), 306, 311, 311 (2031, 2032, 2033), 315, 315 (2069), 317, 317 (2079), 318 (2083, 2084), 327, 330, 344 (2247) T…grij 47 (276) Tipasa 283 (1849) Tolotti, F. 2, 2 (10), 4, 11, 12, 15, 15 (88, 93), 17, 18, 18 (115), 19, 20, 25, 33 (206), 56, 56 (348), 65 (388), 66 (400, 411), 70, 71, 71 (430), 95, 95 (554), 98, 115 (724, 725), 123 (774), 134, 136 (860), 138, 138 (876), 145, 152 (976), 158, 161, 173 (1153, 1154), 174, 174 (1157, 1163), 178, 180 (1180), 182, 182 (1186, 1187), 183, 183 (1205), 186, 186 (1218), 191, 191 (1255), 192, 192 (1260), 193, 193 (1272), 198 (1288, 1292), 199, 201, 201 (1311), 203, 205, 215 (1402), 225 (1469), 230, 234 (1525), 237 (1544), 246, 247 (1619), 250, 250 (1638), 341, 341 (2201), 342, 342 (2215), 343 (2227) Torin o 75 (444) Torlon ia, ten u ta 323 (2120) Torretta, n ecropoli della 170 (1140), 283 (1854) Traian o, im peratore 75 Triopa, re 10 (50) Triopio 10, 10 (50), 11, 29, 83, 341 Tripolitan ia 158 (1031) Valerian o, m artire v. Tibu rzio, Valerian o e Massim o, m artiri Valerii, m au soleo dei 70 (423) Valeriu s, Valeriu s Fortu n atu s 92 Valm on ton e 283 (1849) Velabro 301 Ven eria 143 Ven ezia 321 (2112) Vespasian o, im peratore 9 via Ardeatin a, basilica an on im a della 246 (1617), 312 (2037, 2040), 314 via Liven za, ipogeo di 180 (1181) Vibiu s, Q(u in tu s) Vibiu s Crispu s, cu rator aqu aru m 9; Vibiu s N epotian u s 140, 140 (894) Victor 259 Vidasch i, vign a 300, 300 (1948), 301, 302, 323, 327 (2140), 328, 328 (2151) vign a Ran dan in i, catacom ba ebraica di 10, 11, 19, 20, 23 (153) Triton i 128 Vin cen zo, diacon o e m artire 74 (439), 189 (1237), 190 (1241) Tu n isia 246 Vin cigu erra, vign a 300 (1948) Tu scu s et Bassu s, con su les 131 Virgin is, fu n du s 321 (2106) Uffizi 267 (1790), 271, 296, 324 Viriu s, Vir(iu s) Iu lian u s, clarissim u s vir 129, 129 (811) `ϒge…a 156 Virtu s 87, 87 (503) Uggeri, A. 271 (1806) Vittoria 83 Ugon io, P. 318, 318 (2090) Volu m n ia, [Vol]u m n ia Vitrasia Fau [s]tin a, clarissim a pu ella 77 (459), 112, 112 (722), 122 `ϒperÂc [ i - - -] 140 Urban o, papa 3, 3 (16, 17, 25), 11, 70 (415), 74, 74 (440), 77 (456), 112, 182, 183 (1201), 190, 190 (1238, 1240), 191, 205, 301, 302, 302 (1968, 1969, 1971?), 303 (1989), 306, 306 (2014), 311, 311 (2031, 2032, 2033), 312 (2035), 315, 315 (2069), 318, 317 (2079, 2080), 318, 318 (2084), 320 (2099), 327, 342, 343, 345 Urban o (s.), ch iesa di 87 (514), 327 Urban o (s.), cim itero di 87 (514), 328, 328 (2154) Ursu la Eu stathia 126 (789), 129, 131 Utro, U. 323 (2122) Volu m n iu s, Bolu m n iu s Marcian u s 54 (321) von Sch on ebeck, H . 21 (140) Wegn er, M. 120 (757) Wilpert, J. 2, 42 (249), 46 (263), 101 (599), 107, 169, 206 (1355), 247 (1634), 304, 304 (2003), 332 (2180, 2182) Win dfeld H an sen , (1976) H. 296, 302 Xen on , m artyr v. Zen on e, m artire Xistu s, m artyr v. Sisto II, papa e m artire Vagn olin i, vign a 323 (2120) Vaison 4 Zefirin o, papa 4 (29) Valen te, im peratore 178 (1168) Va len tin ia n o (1168) I, im p er a tor e 178 Valen tin o, m artire 190 (1239), 302 (1969), 311 (2032), Valen tin o (s.), basilica di 302 (1979) Valen tin o (s.), catacom ba di 211 (1378) Valeria, Valeria Herm ion e 26, 26 (182) Valerian o, im peratore 343 Zen on e, m artire 3, 3 (16, 25), 92, 190, 190 (1239), 191, 301, 302, 302 (1969), 311, 311 (2031, 2032, 2033), 315, 315 (2069), 318, 318 (2084), 330, 344 (2247) Zen on is (s.), terra 321 Zin ofilo, con sole v. Dalm azio e Zin ofilo, con soli Zoe, m artire 320 (2099) Zoticu s 129 Fin ito di stam pare n el m ese di aprile 2004 dalla Tipografia Man cin i s.a.s. Via E m politan a, km 2,500 - Tivoli (RM) - Tel. 0774411526