Creatività

Dall'"Uomo che Piantava alberi" all'"Uomo che faceva cultura" per inseguire il significato di Leader. Per distinguerlo da quello di Manager e, ricercando nei "testi sacri" dell'ICT Governance & Management, del Project Management, del Service Management, del Process management, del Quality Management, quali debbano essere gli atteggiamenti comportamentali necessari per essere un buon Leader. Occasione per una retorica auto-valutazione ed una collocazione, tra generosi o diffidenti, come anche tra chi ha mestiere, chi arte, chi passione.

Il concetto di improvvisazione è diventato sempre più diffuso nel discorso della teoria organizzazionale. Questo saggio esplora molti aspetti dell’improvvisazione nel contesto delle attività musicali, organizzazionali e quotidiane, al fine di sollevare alcune delle questioni filosofiche e pratiche importanti nell’ambito di questo interesse emer-gente. Si creano connessioni tra il concetto modernista di organizzazione e la ricerca degli studiosi, e gli approcci post-moderni o basati sulla complessità che mettono in luce la creatività come una condizione emergente della relazione tra ordine e disordine. Il saggio si chiude suggerendo che lo studio dell’improvvisazione richiede una profon-da immersione nella inter-soggettività, nelle emozioni, nel tempo, nell’estetica, nell’esibizione e nella creatività sociale, aspetti che tradizionalmente non sono mai stati il fulcro degli studi organizzazionali e di management o delle scienze sociali in generale. Il saggio suggerisce anche che la pratica stessa delle scienze sociali dovrebbe riflettere su questi aspetti e provare a farli propri.

Molte volte ho sentito frasi del tipo “i robot ci sostituiranno” oppure “in futuro verremo rimpiazzati dalle macchine, non ci sarà più lavoro per nessuno”. Per ragazzi giovani come me, che devono ancora entrare nel mondo del lavoro, queste parole sono piuttosto sconfortanti. Ma è proprio vero che possiamo essere rimpiazzati dalla tecnologia? Certo, le attività routinarie verranno svolte dalla robotica, e ciò sta già avvenendo da tempo, ma quali sono i lavori per cui nessun robot, nessuna macchina e nessuna tecnologia potrà mai rimpiazzarci? Quali sono le qualità che ci rendono unici e insostituibili?
Secondo il World Economic Forum  la creatività e l’intelligenza emotiva sono tra le prime dieci skills più ricercate dai datori di lavoro, rispettivamente al terzo e al sesto posto. Pochi anni fa, nel 2015, la creatività era al decimo posto e l’intelligenza emotiva non era nemmeno considerata. Come mai è avvenuto questo cambiamento? Perché oggi più che mai è importante essere “emotivamente intelligenti”, empatici e creativi? Perché i datori di lavoro dovrebbero tenere conto di queste skills al momento della selezione del personale o formare il proprio team affinché queste caratteristiche vengano potenziate? Perché ciascuno di noi, nel suo piccolo, deve cercare di alimentare queste tre qualità? Cercherò di rispondere a queste domande nelle seguenti pagine.

Il poeta, teologo, filosofo e scrittore tedesco Novalis, pseudonimo di Georg Friedrich Philipp Freiherr von Hardenberg (1772 –1801), uno dei più importanti rappresentanti del romanticismo tedesco della fine del '700, scrive: "Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l’arte di inventare".
Dal 1973 una Fantastica, l'arte di inventare, l’abbiamo! Proprio quell'anno è pubblicato dall'Editore Einaudi un piccolo grande libro, nella collana Einaudi Ragazzi, poche pagine scritte da un illuminato (ex) maestro (delle elementari), dedicate alla Fantastica ...
Un testo scritto dopo una serie d’incontri e confronti dell'autore con insegnanti delle scuole elementari e medie, con lo scopo e la voglia di offrire spunti, suggerimenti, strumenti, a quelli che: credono nella pedagogia della creatività, nell’educazione alla fantasia; attribuiscono il giusto valore educativo e didattico all’immaginazione.
Libro che ancora oggi è un prezioso strumento: per i docenti, che vogliano approfondire la didattica per stimolare la creatività dei loro alunni; per i genitori, interessati ad utilizzare il potere straordinario delle fiabe; per tutti coloro curiosi di scoprire i colori delle immagini della fantasia, attraverso le parole e i giochi costruiti su di esse.
Svelerò solo alla fine chi è questo ex maestro gran teorico della Fantastica e quale sia il titolo del suo piccolo grande libro.

Le volume rassemble les réflexions et les résultats du Campus qui s'est déroulé à Agrigente dans le cadre du projet de coopération Italie-Tunisie " DO.RE.MI.HE. " (Projet de Doctorat de Recherche pour la Mise en valeur de l'Héritage naturel et culturel). Le projet désire aboutir à la rédaction d'un modèle commun en vue d'entamer des parcours expérimentaux de haute formation et de recherche multidisciplinaire dédiés à la gestion et à une mise en valeur innovante des sites archéologiques insérés dans des contextes urbains et paysagers. Le volume se penche sur les modalités qui permettront de concrétiser une nouvelle alliance entre le Patrimoine et la Créativité, de manière à produire un dividende culturel adéquat, tout en générant un contexte capable de déclencher de nouvelles actions écosystémiques qui renforceront l'armature culturelle afin d'entamer un processus de culture-based renaissance d'un territoire et de sa communauté. Les solutions qui ont été trouvées préconisent une stratégie de mise en valeur intégrée du site qui agisse sur les valeurs matérielles et immatérielles, ainsi que sur les rapports avec l'habitat et le paysage, alimentée par les contributions contenues dans la première partie du volume et par la confrontation avec les parties prenantes résumée dans la deuxième partie. Les nouvelles idées pour la Vallée des Temples, dont traitent les contributions de la troisième partie, essaient de définir un système de principes directeur pour le site UNESCO, visant à intégrer la dimension de la gestion de la gouvernance territoriale du site avec une attention particulière au renforcement des processus de participation. Enfin, la quatrième partie est dédiée au Workshop qui a abouti sur des projets capables de renforcer la mise en valeur culturel et l'exploitation du parc, de la vallée et de la ville, en agissant autour des concepts clés d'osmose, connecteur et interface.

Sono convinta che la danza non debba essere considerata solo come un'attività ristretta ad uno specifico ambito professionale, ma che alcuni suoi tratti riguardino ogni essere umano: movimento, gesto, spazio, ritmo e peso sono chiavi di lettura dell'esperienza del nostro modo di sentire la vita, del nostro poter ricevere impressioni, apprendere il mondo circostante, subire e produrre mutamenti. Detto in altri termini, la danza ci mostra in modo intensificato e amplificato alcuni aspetti del nostro essere ed avere un corpo in movimento. In questo testo introdurrò il concetto di “memoria del corpo”, aspetto particolare dell’intelligenza corporea (nonché una delle condizioni di possibilità del danzare), che comincia a formarsi già nella vita intrauterina e nei primissimi tempi della nostra infanzia e che ci accompagna per tutta la vita, anche se quasi mai ne siamo consapevoli.
Spiegherò poi come questa memoria, formatasi soprattutto attraverso il movimento, possa essere riattivata attraverso il movimento, in modo esemplare nella danza d’improvvisazione.

Abstract: (Proposal for the Inclusion of Ugo Fleres in the 20th Century Literary Canon) Our research aims to bring to the attention of scholars Ugo Fleres (1858- 1939), a writer rarely examined by critics, in spite of being a leading intellectual in the coeval Roman cultural environment , as well as a friend and a collegue of the much better known Luigi Pirandello and Luigi Capuana. His writings focuse on the troublesome relationship beetwen Art and society, creativeness and commercialisation. The works of Fleres propose this crucial question overcoming the limits of Dannunzian aestheticism, in order to highlight the problematical survival of artistic expression in front of the constraints, the Pirandellian forms, that every human community imposes. Particularly relevant are Miraggio (1897), in which the protagonists behave in accordance with a book they are reading, thus they end up misleading reality and fiction; L’ Anello (1898), a novel that stages the story of a so-called composer, Ottavio Gandolfi, who attributes to himself the authorship of an opera created by a friend who died. The protagonist, trying to act as the genius he pretends to be, attempts innovative inventive modalities, based also on plagiarism and re-use.Nowadays Ugo Fleres, an author who is able to represent the crisis of Art and culture, as Pirandello did, is neglected by critics, except for some article by Stefano Calabrese and Cinzia Gallo; therefore, he is not included in the contemporary Italian literature canon. The reason could be his wide range of interests, as he is a novelist, poet, art critic, stamp designer, librettist, an omniscient intellectual, out of fashion in the 20th century, accordingly considered superficial and forgettable. Keywords: Ugo Fleres, creativity, Pirandello, aestheticism, metafiction Riassunto: Il mio lavoro intende sottoporre all’attenzione degli studiosi un autore che opera fra Ottocento e Novecento raramente indagato dalla critica, per quanto amico e sodale dei ben più noti Luigi Pirandello e Luigi Capuana; si tratta del siciliano Ugo Fleres (1858- 1939), intellettuale di punta della Roma sommarugana. Autore di svariati romanzi e novelle Fleres anima un cenacolo intellettuale di cui fanno parte gli scrittori sopracitati, con i quali porta avanti l’idea di una letteratura autentica e densa di contenuti: un progetto che si concretizza nell’importante rivista “Ariel”, dall’impianto decisamente innovativo. Il rapporto problematico fra Arte e società, il conflitto sempre più aspro tra creatività e mercificazione sono al centro degli scritti fleresiani, che pongono la questione superando i limiti del compiaciuto estetismo dannunziano per sottolineare piuttosto la difficile sopravvivenza dell’espressione artistica di fronte ai compromessi, alle forme in senso pirandelliano, che la società impone. Particolarmente significativo Miraggio (1897), edito a puntate in “Nuova Antologia”: la lettura di un romanzo rispecchia la vita dei personaggi e sembra quasi prevederne le azioni future, al punto da condizionarne in modo irreparabile comportamenti ed emozioni. L’anno dopo con L’Anello (1898) Fleres inscena la vicenda di Ottavio Gandolfi, sedicente artista – si è attribuito il melodramma di un amico ormai defunto –, condotto alla follia per l’impossibilità di raggiungere la genialità a cui aspira; l’opera mostra quanto siano ormai inattuali i sogni romantici e fa intravedere la possibilità di forme artistiche innovative, delle quali plagio e autorialità condivisa costituiscano parte integrante. Perché allora uno scrittore in grado di rappresentare la crisi dell’arte e della cultura con modalità vicine all’universo pirandelliano è trascurato dai critici – a parte i lavori di Stefano Calabrese e Cinzia Gallo –, non rientrando quindi nel canone della letteratura italiana contemporanea? Al di là delle scelte editoriali – Fleres pubblica troppo e in forme a volte transeunti e di scarsa efficacia, disseminate nelle riviste dell’epoca -, il nostro autore è un tuttologo: non solo scrittore di prosa, ma poeta, critico d’arte, bozzettista, librettista. È proprio quest’immagine di intellettuale totale, di matrice rinascimentale, ad essere inadeguata per i tempi in cui scrive, ma anche per la successiva indagine critica, che ha concordemente giudicato Fleres un artista di talento, ma superficiale. Come i suoi personaggi, con i quali condivide un analogo destino di parziale oblio. Parole chiave: Ugo Fleres, creatività, Pirandello, Estetismo, Metanarrazione

Innovazione e creatività sono termini usati spesso disinvoltamente come sinonimi, mentre invece definiscono processi simili, ma con sostanziali differenze. Sintetizzando al massimo:
- l’innovazione rappresenta la “normale” evoluzione progressiva di un sistema (scientifico, produttivo, sociale), l’accumularsi lineare delle conoscenze e delle tecnologie: per usare una metafora ferroviaria, l’innovazione è il procedere a bordo di un treno lanciato verso il futuro su binari conosciuti;
- la creatività, al contrario, è un elemento che sconvolge il normale processo di avanzamento, è qualcosa di totalmente inaspettato rispetto ai modelli precedenti: per restare nella metafora ferroviaria, la creatività è saltare giù dal treno per sperimentare nuovi sentieri in territori inesplorati.

Il book fotografico riporta alcune pagine dei quaderni costruiti dai miei allievi della classe II D dell'Istituto Tecnico Industriale di Trapani nell' a. s. 2008/09, utilizzati per le esperienze di poesia proposte. Si tratta di quaderni " alternativi", colorati e resi plastici da inserti di cartoncino, ritagli e piccoli collages. la loro creazione  ha avuto come effetto quello di favorire il lavoro sul testo poetico, di valorizzarlo attraverso l'uso di un supporto del tutto speciale, di suscitare il desiderio di proteggere e custodire il  proprio quaderno, a differenza di quelli solitamente usati, spesso stropicciati e maltrattati.  Ai miei ragazzi dedico questa pubblicazione.

o stato dell’arte nel campo dell’intelligenza artificiale pone l’uomo nella condizione di dover ripensare il proprio rapporto con la creatività. Gli attuali modelli di machine learning hanno dato prova di sapere generare contenuti spettacolari che paiono dimostrare quanto l’atto creativo non sia possibile solamente all’essere umano ma anche alla macchina. Pertanto, prospettive che tendono ad opporre in maniera esclusiva creatività computazionale e creatività umana risultano oggi fuorvianti per inquadrare in maniera corretta il futuro andamento del rapporto uomo- macchina.
Attraverso l’analisi di concetti matematici, informatici e filosofici, necessari per comprendere l’evoluzione delle tecniche di apprendimento automatico, la seguente tesi si pone l'obiettivo di dimostrare quanto, attualmente, le macchine siano già in grado di generare prodotti autenticamente creativi, talvolta addirittura estromettendo dati umani dall’addestramento. Che sia l’inizio di un nuovo paradigma tecnologico è fuori dubbio, ci si domanda, pertanto, quale vuole essere il ruolo che l’essere umano vorrà rivestire in questo passaggio all’deepentertainement (neologismo coniato per intendere un intrattenimento interamente prodotto artificialmente da reti neurali): totale paura, entusiastica accettazione o critica collaborazione? Inutile sottolineare come solo dalla terza via può far fiorire una nuova epoca della storia dell’arte e della cultura in cui uomo e macchina possano collaborare per ampliare le proprie, reciproche, prospettive creative.

In questo saggio proponiamo un approfondimento dei rapporti fra Intelligenza Artificiale e creazione artistica, in particolare analizzando le caratteristiche (sia del processo formale sia dell’impatto estetico) della Rete Neurale che ha generato il Ritratto di Edmond Belamy, venduto nell’ottobre 2018 da Christie’s NY per più di 400.000 $.  Da Ian Goodfellow (lo scienziato che ha modellato la prima rete GAN) ai lavori del gruppo Obvious (che l’ha sfruttata per realizzare e vendere il quadro), diversi ricercatori e artisti stanno esplorando in questi anni le possibilità di una creatività non-umana, giocando sulle possibilità artificiali di generare immagini nuove, sempre meno banalmente riconducibili ad altre preesistenti. L’indagine su questi fenomeni aiuta a capire l’orizzonte in cui si sta muovendo in generale il mondo contemporaneo (dove l’AI spinta da “Google Brain” sta rivoluzionando i modelli cognitivi) fra marketing artistico, ri-definizione del concetto di originalità e incontro disturbante con la componente pre-individuale della nostra esperienza della realtà.

L'atteggiamento di Freud nei confronti della fantasia è ambivalente. Per un verso egli segue il metodo positivista, per cui i prodotti fantastici sono "non provati" e quindi falsi. D'altro canto però egli si dimostra un buon letterato nel descrivere i suoi casi clinici (Il caso di Dora, L'uomo dei lupi…) al punto di ricevere nel 1930 il premio Goethe. Il suo insistere in molti casi sulla ricerca delle cause fu criticato fin dagli anni Venti, ad esempio da Vygotskij. La psicoanalisi di Freud tuttavia non si esaurisce in questo ambito, come si può ricavare da alcuni passi delle sue opere, in cui risulta che la fantasia e la scena onirica costituiscono una sorta di decostruzione capace di reinventare la realtà.

FrancoAngeli Seppur il concetto di creatività sia difficile da posizionare nell'ambito dell'analisi sociologica perché richiama molteplici aspetti e fattori quali persone, prodotti, processi, attitudini e azioni, lo stesso assume un'importanza centrale in sociologia, in quanto permette di creare un collegamento sistematico fra individui e società. L'azione creativa non esiste, infatti, fuori dall'interazione sociale. L'interesse per la sociologia è quello di comprendere i fattori e i meccanismi capaci di produrre e validare i processi creativi e i risultati da essi derivanti in ambito sociale. Al fine di evidenziare il contributo offerto dalla sociologia nella comprensione dei fenomeni connessi con la produzione di creatività e innovazione, in questo volume sono riportati contributi diversi che offrono un'analisi della creatività nei differenti ambiti e contesti di riferimento. Gli itinerari di studio e riflessione presentati spaziano dalla genesi ai caratteri dell'innovazione; dalle riflessioni teoriche alle applicazioni pratiche; dalla dimensione micro alle implicazioni sociali; dalle dinamiche formative alle problematiche organizzative.

Obiettivo del paper è analizzare la strategia competitiva di un’impresa creative driven  che sta avviando il processo di internazionalizzazione con un elevato potenziale di espansione sui mercati esteri, grazie a politiche di offerta che sfruttano la creatività, il radicamento territoriale e i fattori immateriali connessi al Made in Italy: Brandina Srl. Lo schema concettuale impiegato è quello della formula competitiva (Coda, 1984; Pencarelli, 2013), intesa come risultante delle scelte aziendali inerenti la struttura, l'ambiente competitivo e il sistema di offerta aziendale. Tale schema viene integrato dal modello della catena del valore (Porter, 1985) e dai contributi della letteratura sul country of origin, sulla creatività e sul design che permettono di evidenziare alcuni componenti dell’Italianità - in particolare la cultura, la creatività e il design - utili per comprendere le fonti e la sostenibilità del vantaggio competitivo di differenziazione delle imprese creative driven del Made in Italy. I fattori associabili all’Italianità sono rintracciabili sia all’interno che all’esterno dell’impresa, specie nel contesto di una rete creativa del valore.
La ricerca impiega il metodo del case study che se da un lato rappresenta un limite, essendo il caso indagato solo uno, dall'altro consente di effettuare una ricerca qualitativa adottando un approccio di tipo esplorativo-descrittivo per analizzare le numerose varabili che compongono il modello concettuale proposto, applicato ad un settore ancora poco indagato nella letteratura di marketing e di management. In seguito, tale modello potrà essere testato e perfezionato attraverso l’analisi di più casi studio.

Dalla scoperta del fuoco allo sbarco sulla luna, la creatività costituisce una tra le risorse più preziose di cui il pensiero umano si avvale. Da semplici problemi quotidiani fino alle grandi scoperte che hanno rivoluzionato il corso della storia, a tutti noi sarà capitato di trovarci di fronte ad un problema da risolvere, di pensarci per qualche istante, per ore o anche anni a volte, finche` tutt’ad un tratto e spesso quando meno ce lo aspettiamo Aha! la soluzione compare inaspettatamente alla nostra mente come “un lampo di genio”.
In questo articolo spiegheremo cosa avviene nel cervello quando abbiamo un’idea creativa, e quali sono gli ultimi ritrovati neuroscientifici in materia di creatività e insight problem-solving (cioè quando abbiamo un lampo di genio).

This paper describes an academic experience of podcasting, which involved a group of students of a course on multimedia communication and human-computer interaction both as users of the university’s podcasting service, and as creators of podcasted lessons. The evaluation of the effect on student performance and data from student satisfaction surveys provide encouraging results.
[ Quantitative and qualitative analysis of exam results and satisfaction surveys highlight that the involvement of students in producing podcasts for a course on multimedia communication had positive effects. ]
Keywords: Podcasting In Higher Education, Podcasting For Higher Education, Impact of podcasting, Higher Education, Learning And Teaching In Higher Education, Web2.0, Educational Podcasting ,Cooperative Learning, Challenge based learning, Apprendimento Cooperativo, Multimedialità, Creatività, Formazione a Distanza

La filosofia della scienza è una disciplina di confine fra materie scientifiche e materie umanistiche. Vogliamo presentarla ai lettori de La Reggia facendo riferimento all'opera di uno studioso mantovano, il professor Vittorio Somenzi, che fu titolare della prima cattedra universitaria di filosofia della scienza all'Università di Roma

Il rinvio della parola chiave “costruttività” ad altre due parole implicate nel suo significato introducono gli studi di antropologia cognitiva riguardo sia al processo evolutivo dell’ominazione che a quello dello sviluppo della persona nei rapporti socio-culturali dell’inculturazione.
Queste due prospettive sono integrate tra loro ed hanno in comune l’importanza strategica che le mani hanno avuto ed hanno nel “costruire” l’Uomo come specie e come individuo nel suo rapporto con il Mondo e con gli altri suoi simili, sulla base ed alla luce dei processi cognitivi dell’immaginazione, della rappresentazione e della produzione.
L’Uomo di ieri e di oggi nel trasformare il mondo lo conosce, in questo suo operare lo conosce ed in questa conoscenza entra in relazione significativa e pertinente con i suoi con-simili e con il resto del Mondo.
L’Uomo, nel significare il Mondo, nel costruire la rete di significati delle cose nel Mondo, dà senso alla propria collocazione nel Mondo ed appartenenza alla sua specie ed al Mondo stesso.

Il fascicolo monografico, curato da Cinzia Braglia, affronta il tema e lo analizza da diversi punti di vista: dalle premesse teoriche alle applicazioni pratiche e agli sviluppi possibili.
Gli altri interventi nel fascicolo, sul tema sono:
- Cinzia Braglia, Introduzione
- Cinzia Braglia, “Mi piace costruire là, perché le invenzioni si realizzano”.
- Giulia Casentini, Costruire per giocare.
- Valentina Lusini, Tra il dire e il fare-
- Pietro Meloni, Nel modo giusto?.
- Mao Fusina, “L’uomo è intelligente perché ha le mani”.
- Guido De Novellis, Il bravo architetto ha esperienza di luoghi felici.
- Alfabetiere della costruttività.

Insieme all’Università degli Studi Milano-Bicocca abbiamo creato e validato i primi due set di problemi per studiare il lampo di genio (o insight problem solving) in lingua Italiana. Questa ricerca consentirà, per la prima volta in Italia, di studiare come nascono le idee creative nella mente delle persone, rapportandole a tecniche come Elettroencefalogramma, Risonanza Magnetica Funzionale ed altre misure neurofisiologiche. Sperando di incentivare questo filone di ricerca, in Italia come in altri paesi del mondo, queste due serie di problemi sono ora disponibili ai ricercatori che desiderano studiare la creatività anche tra gli Italiani.

"Lo statuto della creatività", di Andrea Murnik, 1988
Contenuto nella Dispensa, edito dal Politecnico di Milano, Facoltà di Architettura, per il Corso di Tecnologia dell'Architettura, II annualità del Prof. G. Scarpini

La funzione di un gallerista è molteplice. Se da una parte egli provvede a diffondere il prodotto artistico a fini essenzialmente commerciali, dall'altra egli elabora con l'artista una serie di strategie, che lo inducono, lo obbligano ad approfondire l'aspetto creativo. Se dunque la funzione del gallerista è tipicamente mercantile, essa contiene anche meno evidenti ma importanti valenze culturali ed umanistiche. In realtà il suo momento rivolto al pubblico necessita di una serie di approfondite considerazioni sullo stato filosofico sociale, che fa del gallerista anche un attento osservatore della società, quasi egli fosse un cronista di ciò che la società sente e di ciò che in essa avviene, usando le opere d'arte come segni del suo linguaggio, invece delle parole. Dunque un gallerista ha particolare dimestichezza con quanto avviene prima che il prodotto artistico sia definito e con il rapporto esistente tra questo e le esigenze culturali sociali. Quasi sempre insomma il pubblico si trova proposte non solo la concreta emanazione del sapere di un artista, quanto piuttosto la raffinazione che il filtro del gallerista, attraverso le sue eventuali capacità e cultura, opera su questa emanazione. Il tutto avviene solo e soltanto in funzione di una corrispondenza dell'opera alle istanze culturali dei fruitori. Tralasciando di parlare dei diversi livelli culturali dei fruitori, che è evidente quanto questi possano influire spesso negativamente sui loro apparati di ricezione e di accettazione, considererò d'ora in poi solo un livello elevatissimo: quello che, da sempre, ha consentito all'arte di svolgersi lungo il suo percorso storico. A questo livello apicale troviamo delle persone (artisti, galleristi, pubblico) che si rivolgono all'arte in due modi ben differenziati: o traendo conferma dalla sua ripetitività progressiva a temi acquisiti nella loro essenza, ma che necessitano di approfondimento; o ricevendo stimoli dalla sua capacità di perturbazione, che conducono ad un corso di pensiero innovativo. Ovvio che stiamo parlando di conservatorismo e di progressismo artistici. In un secolo come il nostro, in cui "progresso" è un termine che in tutti i campi, compreso quello artistico (dove si identifica con il termine "avanguardia"), ha assunto una valenza assolutamente positiva, riesce difficile accettare momenti di conservatorismo e non considerare con impazienza il fatto che ogni novità sia basata su dati acquisiti attraverso il loro approfondimento. D'altra parte, indulgendo ad un'apparente o reale pigrizia mentale, è anche piacevole soffermarsi su un terreno noto, non turbato dai rischi che le novità implicano. Se pensiamo a ciò che è avvenuto in arte nei primi cinquant'anni del XX secolo, si resta esterrefatti dalla sovrapposizione continua e frenetica di movimenti e artisti importantissimi: Picasso, Matisse, Braque, Dalì, De Chirico, Modigliani, Balla, Boccioni, Ernst, ... Non si può non notare però che i primi cinquant'anni del nostro secolo sono stati anche attraversati da una serie di eventi politici e bellici, la cui frequenza è impressionante, se confrontata con la storia precedente. Giunti al secondo dopoguerra, il periodo, in confronto a quello appena trascorso, è stato un periodo di assestamento, specialmente dopo lo scrollamento datato genericamente '68. Da quella data ad oggi anche in arte qualcosa pare essersi fermato, come se anche in arte fosse necessario tirare un momento il fiato e riordinare tutte le nuove nozioni che si erano affastellate prima di compiere un ulteriore balzo. Ciò si è esplicato attraverso le varie forme assunte dal citazionismo, fino al post-modernismo. Da quel momento a oggi si parla di "epoca di transizione". Corretto. Almeno fino ad oggi. La mia ipotesi è che questa"'epoca di transizione" sia terminata, anche se noi, non accorgendoci della sua fine, continuiamo a chiamarla tale ed equivochiamo sui diversi significati che, a seconda del campo di competenza, assume il termine di post-modernismo. Si potrà essere indotti ad obiettare che prima ho affermato che eventi bellici e politici di portata mondiale sono "progrediti" parallelamente alle avanguardie artistiche, mentre ora sostengo che è il momento di una nuova avanguardia, della quale peraltro non ci si è accorti, mentre è evidente che ne' sconvolgimenti particolari ne' tanto meno guerre di portata mondiale stanno sommuovendo gli spiriti e le intelligenze. A ciò posso rispondere che nel mondo qualcosa di estremamente nuovo è avvenuto e, proprio ora, sta determinando un mutamento dello spirito dell'epoca. Esso è sotto gli occhi di tutti e se n'è parlato tanto che appare persino banale citarlo. Ma è fuori di dubbio che l'avvento dell'uso dei sistemi di comunicazione elettronica ha causato uno sconvolgimento (una perturbazione) intellettuale la cui portata reale saremo in grado di giudicare solo fra molti anni. Il "Grande Fratello", la macchina che potrebbe dominare l'Umanità, è solo un ricordo vetero

Molte volte ho sentito frasi del tipo “i robot ci sostituiranno” oppure “in futuro verremo rimpiazzati dalle macchine, non ci sarà più lavoro per nessuno”. Per ragazzi giovani come me, che devono ancora entrare nel mondo del lavoro, queste parole sono piuttosto sconfortanti. Ma è proprio vero che possiamo essere rimpiazzati dalla tecnologia? Certo, le attività routinarie verranno svolte dalla robotica, e ciò sta già avvenendo da tempo, ma quali sono i lavori per cui nessun robot, nessuna macchina e nessuna tecnologia potrà mai rimpiazzarci? Quali sono le qualità che ci rendono unici e insostituibili? Secondo il World Economic Forum la creatività e l’intelligenza emotiva sono tra le prime dieci skills più ricercate dai datori di lavoro, rispettivamente al terzo e al sesto posto. Pochi anni fa, nel 2015, la creatività era al decimo posto e l’intelligenza emotiva non era nemmeno considerata. Come mai è avvenuto questo cambiamento? Perché oggi più che mai è importante essere “emotivamente intelligenti”, empatici e creativi? Perché i datori di lavoro dovrebbero tenere conto di queste skills al momento della selezione del personale o formare il proprio team affinché queste caratteristiche vengano potenziate? Perché ciascuno di noi, nel suo piccolo, deve cercare di alimentare queste tre qualità? Cercherò di rispondere a queste domande nelle seguenti pagine.

Nella tetralogia "Giuseppe e i suoi fratelli", Thomas Mann afferma: "Profondo è il pozzo del passato...". Talvolta questo pozzo è insondabile e può apparire lontano e superato, eppure è dal suo contenuto che prendono vita tutte le nostre azioni e decisioni quotidiane. È il substrato fondamentale, la materia prima da cui attingere le connessioni fondamentali della nostra creatività.
L'immagine del pozzo usata da Thomas Mann è molto significativa. Nella simbologia, il pozzo rappresenta il luogo dove si prende contatto con il sé profondo e vi si attinge l’acqua che dà vita. L'antichità ci ricorda il ruolo socializzante del pozzo, in cui avveniva la condivisione con gli altri, investito di un'aura di sacralità. Una sorta di santuario che collega la profondità da cui nasce la vita con il cielo, datore di luce e saggezza. Nell'affacciarsi sull'orlo di un pozzo ci si sente collegati con un mondo sotterraneo evocativo della nostra parte più intima, in una matrice di sensazioni infinitamente estesa che accompagna ogni umana opera di trasformazione creativa.

Slide dell'intervento alle giornate formative ""Le Manifestazioni della Misericordia nella Quotidianità Ospedaliera - Riflessioni e Spunti Pratici in Chiave Eleogenetica", 27 Maggio e 16 Settembre 2016, Villa San Benedetto - Albese con Cassano