domenica 15 settembre 2024
Acc... dannaz... malediz...
martedì 4 giugno 2024
Il Morto 60: I Penitenti di Capo Irto
Questo sessantesimo numero de Il Morto riserva una gradevolissima sorpresa: al comparto grafico si sono aggiunti Ivan Parisi e Alessandro Romagnoli con la collaborazione di Angelo Montana, che hanno portato una bella ventata d’aria fresca. Non che la testata fosse carente a livello di disegni (se non nei primi tempi) ma il lavoro delle new entry è veramente valido, molto dettagliato e personale pur se il consueto intervento di Paolo Telloli e del suo Studio garantisce il mantenimento dell’impronta stilistica della serie. È vero che le loro suore sono un po’ troppo sexy ma a me va benissimo così. E anche i testi sono molto buoni.
Sempre alla ricerca di un suo ex commilitone e quindi di chiarimenti sul suo passato, Peg stavolta arriva in Sicilia. Qui però non riesce a trovare alcuna traccia del vecchio Totò, perché anni addietro si unì alla confraternita dei Penitenti di Capo Irto, monaci intransigenti che amministravano la giustizia parallelamente allo Stato, rinchiudendo nelle loro celle malversatori vari fintantoché non avessero scontato la pena ritenuta commisurata al loro crimine. L’idea è molto suggestiva, non so se Ruvo Giovacca si sia ispirato a qualche leggenda locale oppure a qualche romanzo o film.
I Penitenti sono tuttora operativi ma ben nascosti, e intervengono quando ricevono delle richieste d’aiuto in luoghi deputati secondo modalità specifiche. La vicenda di Peg si intreccia con quella di un ex-assessore corrotto appena liberato dopo sedici anni di clausura forzata (e quindi un po’ fuori di testa) e dunque con quella dei Penitenti stessi. La storia è molto movimentata e non priva in alcuni punti di una gradevole ironia. Ha inoltre il pregio di essere quasi una parentesi leggibile a sé senza fastidiosi cliffhanger o riassunti iniziali per ricordarsi cos’era successo nell’episodio precedente.
La consulenza per il dialetto (che Giovacca ha usato con eccessiva generosità, anche coi “sottotitoli” la lettura risulta un po’ rallentata) è stata fornita da Alfio Scalisi.
Anche la storia d’appendice, Evoluzione, è di livello molto buono: Gianluca Vici T. confeziona una storiellina che temevo avrebbe avuto risvolti moralisti mentre invece si risolve con feroce sarcasmo, Giuliano Bulgarelli la disegna molto bene.
sabato 9 marzo 2024
Il Morto 59: L'Ora della Verità
(copertina provvisoria: vedi sotto) |
Prosecuzione diretta dell’episodio precedente di cui ci viene generosamente fornito un riassunto.
Peg e i suoi alleati si preparano a liberare Jenny mentre una volitiva graduata della Guardia di Finanza ha a sua volta nel mirino il Vertega, che (come usava ai tempi della dittatura in Argentina) sottrasse la figlia alla desaparecida Violeta che invece è ricomparsa sulla scena nello scorso numero. L’episodio si muove tra indagini e azione (molta azione) ma non mancano un po’ di ironia e le sempre gradite citazioni dei Maestri del fumetto popolare italiano. Certo, bisogna stare al gioco di Ruvo Giovacca e accettare la sequela di botte di culo che salvarono la vita di Violeta oltre che l’invidiabile dinamismo degli anziani coniugi Vertega, ma la storia si legge con piacere.
Lavoro sempre buono ai disegni, opera di Luca Bonardi e Davide Celletti con la consueta inchiostrazione di Vasco Gioachini a la proverbiale elaborazione dello Studio Telloli.
In appendice è presente la storia breve Malum di Angelo Feltrin, molto simpatica sia come testi che come disegni.
Da questo numero Il Morto costa 4 euro. Non è una sorpresa visto che Menhir Edizioni ne aveva già dato comunicazione tramite newsletter con toni apocalittici. D’altra parte in un paese in cui pensionati da 2.000 euro al mese asseriscono di dover «accendere un mutuo» perché gli albi della Bonelli aumentano di pochi spiccioli posso capire che gli editori sentano la necessità di abbassarsi a chiedere delle scuse assolutamente non dovute e anzi degradanti per tutto il settore.
martedì 5 dicembre 2023
Il Morto 58: Cose dell'altro mondo
Questo Cardezzi detto Card lo coinvolge in un’indagine che sta svolgendo: sta aiutando una donna argentina a trovare la figlia che le venne sottratta quarant’anni prima. Per quanto riluttante, Peg coinvolge Jenny la hacker punk per aiutarli sul fronte informatico. Nel mentre, con quella serendipità tipica delle storie d’avventura, l’amato della donna rapita è a sua volta tornato dopo una prigionia di anni (nel frattempo è nata sua figlia che adesso va alle medie) e improvvisandosi aiutante del giardiniere è riuscito ad avvicinarla col proposito di liberarla dalla clinica dove il padre adottivo l’ha rinchiusa. Alla fine sarà Il Morto a farlo, ma le sue titubanze iniziali sul coinvolgere Jenny si rivelano fondate: a quanto pare, è stata rapita.
Cose dell’altro mondo è una bella storia d’azione con un retroscena interessante e tocchi di sano cinismo. Come nelle migliori occasioni, il titolo gioca con quanto si leggerà nel fumetto: a tal proposito Ermete Librato fa un lavoro esemplare nel frontespizio. Peccato che si concluda con un cliffhanger che introduce quello che vedremo tra non prima di tre mesi!
Le new entry Luca Bonardi e Davide Celletti ai disegni fanno un buon lavoro, anche se ovviamente molti dettagli e l’omogeneità del tratto si devono all’intervento dello Studio Telloli e del veterano Gioachini alle chine.
La back-up feature di questo numero è Lo Specchio di Paolo Forni e Giuliano Bulgarelli: una storiella piuttosto suggestiva e disegnata anche benino, ma poco incisiva.
lunedì 11 settembre 2023
Il Morto 57: Spie
Peg viene indirizzato in Liguria da tal Enrico Palmieri che fu il suo superiore ai tempi dei servizi segreti. Qui un surreale equivoco lo fa diventare il bersaglio di altri agenti, le spie del titolo. Colto di sorpresa, inizialmente se la vede brutta ma ovviamente il Morto è un osso durissimo. Rintracciato l’ormai disabile Palmieri (vittima di vari attentati), fa la movimentata conoscenza delle due amazzoni che gli fanno da guardie del corpo e finalmente ha modo di scoprire qualcosa sul suo passato: è stato lui a defenestrare nientemeno che Mobutu! Ma oltre a questo scoprirà ben poco altro perché la misteriosa organizzazione che vuol far fuori Palmieri alla fine riesce nell’intento. Molto ben congegnato il finale: Ruvo Giovacca ci aveva fatto pensare che la storia avesse preso una direzione, e invece…
Come dicevo sopra, i disegni sono frutto della collaborazione (o dell’avvicendamento) di tre disegnatori: Claudio Delia, Alfonso Elia e Vasco Gioachini che ha fatto anche le chine. Il risultato, sempre elaborato dallo Studio Telloli, è molto buono, con pose dinamiche e non banali e una grande espressività.
In appendice la storia breve In Gabbia di Angelo Feltrin: ben disegnata e piuttosto suggestiva, ma un po’ inconcludente.
lunedì 15 maggio 2023
Il Morto 56: Carpe Diem
La vicenda è adrenalinica con inseguimenti e sparatorie (e citazioni di Magnus e Romanini), ma non mancano alcuni vaghissimi sprazzi sul passato di Peg. Certo, trattandosi di un episodio che fa da cuscinetto tra il precedente e il successivo (che infatti si intitolerà Spie) tutto corre rapidamente e si resta un po’ a bocca asciutta. Ai disegni la new entry Claudio Delia chinato dal veterano Gioachini fa un lavoro dignitoso, ma deve ancora prendere le misure del volti – anche le mani a volte non sono proprio perfette.
In appendice la storia breve L’eclissi scritta da William Isaaco Zoe e disegnata da Giuliano Bulgarelli, un soggetto non eccezionale ma comunque simpatico che avrebbe meritato una realizzazione meno confusa, sia a livello di testi che di disegni.
Colgo l’occasione per segnalare il crowdfunding indetto da Menhir Edizioni per la pubblicazione di Spettrik.
mercoledì 15 febbraio 2023
Il Morto 55: Una vita di seconda mano
I documenti nel nuovo giubbotto lo identificano come Massimo Zanardi (non sarà l’unico omaggio ad Andrea Pazienza dell’albo), un figuro losco che risiedeva in paese ed evidentemente gli assomigliava visto che in molti credono che sia effettivamente lui. Tra questi c’è anche una furiosa ex-moglie che pretende gli alimenti e il maltolto che “Max” le avrebbe sottratto. Visto che Peg è affetto da amnesia e potrebbe aver veramente abitato a Roccanera sotto falso nome, la situazione assume degli appassionanti contorni da thriller in cui il lettore viene calato molto bene in quest’atmosfera quasi trasognata in cui non si capisce se i paesani siano sinceri o ci sia qualcos’altro sotto. Tra gli altri, spicca la prosperosa amante di “Max”, vedova da poco.
A onor del vero, ricordo di aver visto un film americano con un canovaccio simile, ma in realtà chissà quante altre opere dell’ingegno ruotano attorno a un soggetto simile. Ruvo Giovacca è stato senz’altro bravo a incuriosire il lettore e a introdurre con calcolata maestria i vari tasselli della storia (a Roccanera c’è solo una fonderia, la rosticceria del paese prospera, gli operai vengono tutti da un paese musulmano, l’ingegnere sposato con la vedova non ha lasciato spoglie mortali da riconoscere…), storia che alla fine si scoprirà ruotare attorno a un complotto spionistico internazionale, anche piuttosto complicato.
Di per sé Una vita di seconda mano è un albo prettamente autoconclusivo (alleluia!) però presenta un incipit e un finale che introducono nuovi elementi che probabilmente saranno sviluppati prossimamente. Più che per l’azione si segnala come detto per l’atmosfera, ma non mancano alcuni piacevoli dialoghi taglienti – pochi ma efficacissimi.
Le matite sono state realizzate dalla new entry Claudio Delia col redivivo Guglielmo Castelli, ovviamente inchiostrati da Vasco Gioachini e ulteriormente elaborati dallo Studio Telloli. Il risultato è veramente molto buono, con una particolare cura per le fisionomie e le posture dei personaggi.
In appendice la storia breve Virus, soggetto suggestivo ma un po’ estemporaneo di Ruvo Giovacca reso molto bene col segno netto e contrastato di Angelo Feltrin e Riccardo Bandiera.
giovedì 10 novembre 2022
Il Morto 54: 4 Mani
Ancora di stanza dai parenti ritrovati (cioè, credo… chi se lo ricorda), Peg si trova coinvolto in un caso che riguarda la bella veterinaria cui si sono rivolti gli Stella per un caso di afta bovina: è in possesso di file compromettenti che testimoniano crudeli esperimenti effettuati su animali da parte di una multinazionale. Due brutti ceffi un po’ imbranati provano a recuperarla, ma tra piranha ed Andy, lo scimpanzé affezionatissimo alla veterinaria, rimedieranno solamente brutte figure. E chiaramente se ci si mette di mezzo anche il Morto, che sfrutta una conoscenza che aveva maturato addirittura nel numero 9 (il primo che ho letto), la vicenda troverà la sua giusta conclusione.
Un episodio gradevole e frizzante, anche se ho trovato le parti più divertenti quelle relative ai due malviventi, che forse Ruvo Giovacca non aveva previsto dovessero esserlo. Buon lavoro ai disegni di Vasco Gioachini, ma perché disegna il contorno dell’ombra intorno ai nasi? Il Morto non è mica un manga!
In appendice la storia breve Ancora un po’ di luce a firma Daniele Biglia e Santo Sersale. Non sono riuscito a cogliere il senso del testo, i disegni sono un po’ dilettanteschi.
giovedì 11 agosto 2022
Il Morto 53: Nostalgia Canaglia
Peg e Itala sono apparentemente periti nel lago a seguito dell’“incidente” che chiudeva lo scorso numero. Ovviamente sono sopravvissuti e insieme al bottino in lingotti d’oro dell’eredità di Itala si rifugiano in una casetta in campagna per pianificare le prossime mosse mentre gli uomini del dannunziano “Barone” (deciso a ricostituire il partito fascista) danno loro la caccia. Alla fine Itala viene catturata e persino il Morto se la vedrebbe brutta, se non fosse che si è saggiamente assicurato l’aiuto di un sub.
Oltre a essere movimentato e piuttosto originale, questo episodio si segnala per delle sequenze umoristiche veramente esilaranti (il contadino terrorizzato dalla “strega” Itala, la giustificazione di tutte quelle fedi da parte del Barone…) ma anche perché finalmente arriviamo a un punto fermo nella saga senza un cliffhanger che ci faccia rimanere col fiato sospeso per mesi.
Ottimo il lavoro di Vasco Gioachini, molto espressivo e dalle vignette assai ricche e dettagliate (ma qui ovviamente è quasi sicuro che il merito sia dello Studio Telloli). Unici elementi che tolgono parte del fascino ai suoi disegni sono il ricorso occasionale a un’area non riempita a simulare un’ombra accanto ai nasi, come si usa nei manga, e il riutilizzo delle stesse immagini a brevissima distanza, così ad esempio ci ritroviamo la stessa vignetta sia a pagina 94 che, rimpicciolita, in quella di fronte.
Nel complesso, uno degli episodi migliori della serie.
In appendice la storia breve Il Sogno di Otan di Angelo Feltrin, autore che ha già dimostrato il suo valore su queste pagine. I disegni sono molto suggestivi, anche la storia lo è se non fosse che il colpo di scena finale si è già visto molte altre volte, anche su queste stesse pagine (anzi mi viene il sospetto che la storia fosse già apparsa su Il Morto).
lunedì 16 maggio 2022
Il Morto 52: Halloween Party
A seguito degli eventi dello scorso numero Peg fugge ancora travestito da Morto e provvidenza vuole che siccome è Halloween abbondino le feste in cui imbucarsi senza destare sospetti. Così, seguendo una tizia vestita da Vampirella, si ritrova al party droghereccio e scopereccio del neofascista Fosco (che in almeno un’occasione diverrà «Fusco») e qui aiuterà una nuova conoscenza, Itala, a recuperare dei documenti relativi a un’eredità. A causa del casino successo nello scorso numero (e chi se lo ricorda essendo passati mesi?) i carabinieri, tra cui militano anche Nino Frassica e Gigi Proietti, danno la caccia a chiunque indossi una maschera simile alla sua, mentre i fuggitivi Itala e Peg salvano un’amica di lei da un’aggressione e vanno alla ricerca di questo misterioso tesoro che farebbe parte dell’eredità.
Le forze dell’ordine catturano intanto Simone Baiatesa, nientemeno che il sarto che confezionò il costume del Morto tuttora usato da Peg, ricollegandosi così agli esordi della saga.
Giunti alla casa ormai abbandonata del nonno di Itala, i due con una botta di fortuna trovano un passaggio segreto che li porterà al tesoro: lingotti d’oro occultati da repubblichini che li sottrassero agli alleati nazisti. Ma sul posto giungono anche i carabinieri e Fosco con la sua compagnia golpeggiante, per un redde rationem che non chiude l’albo, che si conclude invece con uno dei soliti micidiali cliffhanger di cui vedremo il seguito tra mesi.
Halloween Party ha qualche passaggio un po’ inverosimile: Peg dice giustamente che per passare inosservato deve mettersi degli abiti civili ma non si toglie la maschera del Morto nemmeno passato il 31 ottobre, inoltre la facilità con cui trovano il passaggio segreto è quasi ridicola. Ciononostante, e pur considerando che errori e refusi sono più abbondanti del solito (tra cui un micidiale «UN zelante» che apre il riassunto dello scorso numero), questo episodio si fa leggere di gusto per la frenesia dell’azione e per il consueto sguardo cinico di Giovacca sull’Italia di oggi, stavolta senza molta ironia. Buoni i disegni di Vasco Gioachini, pur se a volte sono un po’ squadrati e poco dinamici. L’ambientazione mascherata offre al disegnatore l’occasione di inserire più di una citazione fumettistica nelle sue tavole, e anche un’opinione sulla situazione ucraina nell’insegna di un negozio.
A completare il fascicolo la storia breve La lettera D, che al di là dello spunto mistico (forse nemmeno voluto) è divertente e soprattutto ben disegnata da Angelo Feltrin che l’ha anche scritta.
Da questo numero Il Morto costa 30 centesimi in più, ma col suo ritmo di uscita mi ci perdo al massimo un caffè all’anno.
lunedì 28 febbraio 2022
Il Morto 51: Il pelo nell'Uovo
Tra citazioni di Qualcuno volò sul nido del cuculo e delle oche del Campidoglio la storia vede Peg e i suoi ritrovati familiari scampare senza problemi al tentativo di rapimento, mentre Rigoletta e altri pazienti si prendono la loro vendetta su Caini. Tra gli internati c’è tal Orso che evidentemente è già comparso nella serie, ma di cui non vengono forniti ulteriori dettagli pur nell’abbondanza di note a piè di vignetta che caratterizza questo numero.
I disegni vengono attribuiti al solo Vasco Gioachini, che svolge un lavoro molto buono pur se un po’ ingessato in alcuni punti.
In appendice la storia breve Psèudoma, dal soggetto banalotto ma reso in maniera coinvolgente e soprattutto con dei bei disegni. L’unico riferimento all’autore è il cognome (credo): Feltrin.
Non si tratta certo di uno degli episodi migliori della serie (l’unica spruzzata di ironia la troviamo nell’ultima vignetta) ma Il pelo nell’Uovo è comunque una piacevole lettura.
giovedì 9 dicembre 2021
Il Morto 50: Rigoletta
Dopo essere stata gettata in una discarica imbottita di droghe, Gianna Letta viene rinvenuta da un barbone locale appassionato di lirica che la usa non solo per soddisfare le proprie voglie ma per farci qualche soldo facendola prostituire con gli altri barboni. O almeno questo è quello che vorrebbe fare, ma la ragazza (ribattezzata Rigoletta) riesce a liberarsi menando gran strage e decide di vendicarsi di “Baba”, il finto santone che gestiva la comunità dei Giardini di Marzo.
Sulle tracce del loschissimo figuro ci sono anche i carabinieri; Peg ovviamente non può esimersi dal mettersi di mezzo. Baba in realtà di chiama Matteo Marzotti, identità con cui risiede in un hotel di lusso dove verrà raggiunto, forse con eccessiva facilità (ma le pagine sono quelle e bisogna farci stare tutta la storia) sia dal Morto che da Rigoletta. Anche l’improvvisa rinascita di Gianna come Rigoletta dopo tutto quello che ha passato è piuttosto inverosimile ma ovviamente è funzionale alla storia.
Questo cinquantesimo (!) numero è appassionante e si fa apprezzare anche per l’ironia di alcuni dialoghi. Molto buono il lavoro di Vasco Gioachini ai disegni, che sopperisce a una occasionale (ma assai rara) rigidità dei personaggi con una grande espressività.
Guest star di questo numero Nino Frassica nel ruolo del maresciallo e la Sora Lella in quello della portiera della pensione La Rossa.
In appendice la storia breve Ghiacci risalente, deduco dalla firma, al 1996. Il soggetto lovecraftiano di Ruvo Giovacca non è originalissimo ma è comunque molto suggestivo; buoni i disegni di Riccardo Arena pur con qualche concessione alla semplificazione che mi sento di imputare al formato.
martedì 21 settembre 2021
Il Morto 49: I Giardini di Marzo
A seguito delle informazioni raccolte nell’episodio precedente, Peg va alla ricerca della cugina Giorgia. Ma le suore del convento di clausura dove era andata a rifugiarsi dopo i fattacci narrati qualche mese fa sono reticenti nel fornire informazioni su di lei. Grazie all’intervento del Morto Peg scopre quindi che Giorgia era scappata dal convento per andare a vivere in una specie di comune. Ma anche con questo indizio è difficile rintracciarla visto che a seguito di un episodio delittuoso la comunità ha cambiato sede e nome. Come da tradizione, la setta della Comunità Mente Libera che gestisce I Giardini di Marzo (questo il nuovo nome) è in realtà la copertura per attività criminose. Anche grazie all’incontro con una coppia che vuole recuperare la figlia dalla struttura, il Morto riuscirà a salvare la cugina. Il seguito (dannazione!) al prossimo numero…
Episodio di raccordo comunque molto movimentato e suggestivo, sconta i sospetti (poi rivelatisi fondati) che si tratti solo del primo passo verso nuove rivelazioni. Giovacca rende il tutto un po’ più interessante condendo la storia con discorsi sulla contrapposizione tra un pacifismo estremo e la necessità per uno Stato di avere un esercito, senza propendere apparentemente per una tesi piuttosto che per l’altra.
Ai disegni stavolta c’è il solo Vasco Gioachini. Il suo lavoro è comunque dignitoso, però quella specie di linea chiara che ha adottato non è incisiva come il lavoro degli altri disegnatori, proprio perché il suo tratto è troppo uniforme e poco (o nulla) modulato. Non mi sono poi piaciuti certi nasi e certe bocche, ma forse è proprio il suo stile a essere così.
In appendice la storia breve La Clinica, un testo di Giovacca che è l’ennesima rielaborazione di un soggetto già visto innumerevoli volte, anche se qui è abbastanza simpatico; ai disegni Antonio Facchino che ricorda un po’ un Mike Mignola umoristico.
E adesso armiamoci di pazienza e aspettiamo il numero 50…
domenica 20 giugno 2021
Il Morto 48: Le nebbie del passato
Il suo ritorno viene però notato anche dai Lenzi, una famiglia del posto che dietro la facciata di tranquilli gestori di un’agraria coordinano una piccola rete di furti e ricettazione, coperti da un parente ex-carabiniere o poliziotto. I Lenzi nutrono un odio antico verso Peg, che anni prima li aveva puniti esemplarmente per lo stupro perpetrato ai danni dell’altra cugina Giorgia, episodio che lo spinse a scappare dal paesello e ad arruolarsi innescando quindi il processo che avrebbe dato vita alla saga. Tutto viene spiegato in questo episodio, senza lasciare niente in sospeso. Viene però offerto l’aggancio per il ritrovamento di Giorgia, ufficialmente ricoverata presso una comunità di suore laiche – ma il “prossimamente” in quarta di copertina ci anticipa che non è più così.
Le nebbie del passato è quindi un importante punto d’arrivo della serie, ma le sue qualità non si limitano a questo: Ruvo Giovacca ha imbastito una bella trama con vari personaggi che si rincorrono, è riuscito a evocare con efficacia un mondo di provincia ben più complesso e pericoloso di quello che appare in superficie e non mancano dei momenti ironici.
I disegni della coppia Conforti-Gioachini sono molto efficaci. Forse Codina esaltava di più il tratto di Conforti, ma Goachini lo rende più leggibile e anche più espressivo, pur ricorrendo talvolta a delle piccole esagerazioni anatomiche (vedi il fisico prorompente della cugina vogliosa).
In appendice la storia breve L’uscita, scritta da Giovacca e disegnata da Paolo Telloli. Per nulla originale, ha comunque un suo fascino anche se sembra provenire da qualche rivista o fanzine dei primi anni ’80.
lunedì 3 maggio 2021
Il Morto 47: Lama Rosy
Stavolta Peg si trova ospite di altri due reduci della “Clinica delle menti perdute”, con rimandi addirittura al numero 2. Non trova la soluzione alla ricerca della sua identità, ma come da prassi consolidata trova una nuova pista che potrebbe fornirgliela. In questo episodio i riflettori sono però puntati principalmente sulla Rosy del titolo, la sicaria di Zaxan che è finita in galera. Anche qui riuscirà a rendersi utile al malfattore, che con le sue conoscenze massoniche non la farà restare in cella per molto. La rete dei mercanti d’armi subisce un duro colpo, ma la fine della storia si preannuncia ancora lontana.
Lama Rosy si concentra principalmente sulla vita nel carcere femminile, descritta con efficacia da Ruvo Giovacca, ma c’è anche un divertente assalto alla villa del Marchini da parte di malintenzionati capitanati dalla moglie di Piergiorgio Stella, che pensano bene di travestirsi con lo stesso costume del Morto (idea che si ritorcerà loro contro)! Niente male come tocco di ironia anche il mazzo di fiori con biglietto che Peg fa recapitare a Rosy alla fine dell’episodio.
Graficamente il livello è molto buono, Piero Conforti viene supportato alle matite da Vasco Gioachini che ha curato anche l’inchiostrazione, con ottimi risultati: vedi l’espressività dei personaggi da pagina 38 a 41.
In appendice la storia breve Colui che sta nell’ombra: i disegni di Dario Tuis sono a livello molto dilettantistico, i testi di Gianluca Javitt Vici T. non li ho capiti o forse questa è solo la prima parte della storia (o forse Tuis non ha saputo rendere bene quello che succede nella vignetta finale).
lunedì 1 febbraio 2021
Il Morto 46: Il dente avvelenato
Il dente avvelenato comincia in medias res ricollegandosi al finale dello scorso numero. Purtroppo, e ho già avuto modo di lamentarmene varie volte, questa struttura molto serrata che caratterizza gli episodi più recenti della serie penalizza molto la fruizione del fumetto. Con tutti i mesi che trascorrono dall’uscita di un numero all’altro come può il lettore ricordarsi tutti i particolari, anche i più rilevanti, che sono stati introdotti?
La killer (o quello che è) che ha avuto a che fare con Peg sin dai primissimi numeri è ferita e viene raccolta e aiutata da un bamboccione che cede volentieri alle sue grazie. In casa del tizio ha modo di pianificare con calma la sua vendetta contro il Morto coinvolgendo il resto dell’organizzazione criminale di cui fa parte. Nel frattempo gli inquirenti che hanno incrociato il protagonista sin dall’esordio della serie stanno per smascherarlo, ma finiranno invece per scoprire (in maniera un po’ fortuita) l’esistenza della società segreta paramilitare a cui afferiscono il Re e il Fante di Spade. Riescono quasi a catturare uno dei membri più in vista, oggi senatore, se non fosse che la provvidenziale tisana avvelenata che gli serve la moglie lo mette a tacere per sempre. Si apre quindi un nuovo fronte d’indagine e nuovi orizzonti per Peg (che qui saluta la sua ultima fiamma), che si svilupperanno con la consueta lentezza…
Questo episodio non è certo male, con una storia tutta azione e colpi di scena e qualche punta umoristica come da migliore tradizione. Come bonus ci si può divertire a cogliere le varie citazioni: un murale ci ricorda tre morti eccellenti del 2020 (almeno credo, io ho riconosciuto solo Proietti e Maradona) e la segnaletica di pagina 29 omaggia Gino Gavioli e, immagino, un altro fumettista che la qualità di stampa e la prospettiva forzata hanno reso illeggibile. Però il fatto di trovarsi di fronte a un episodio di raccordo toglie decisamente gusto alla lettura. Anche il Morto non compare mai in quanto tale, quasi a dichiarare che questo è un episodio minore pubblicato perché era quasi obbligatorio farlo, tanto per sciogliere qualche nodo e introdurre nuovi elementi che saranno sviluppati con la solita calma tra qualche mese.
Ai disegni Piero Conforti fa il solito ottimo lavoro, ma l’inchiostrazione della new entry Vasco Gioachini non mi è sembrata la più adatta. Il suo tratto morbido e poco modulato secondo me è più indicato per un fumetto umoristico. Ha di certo una sua eleganza liberty, vedi in particolare la scena nel portabagagli alle pagine 88-89, ma non c’azzecca molto con questo “nero” ruspante e violento.
In appendice la storia breve Sottosopra di Daniele Biglia e Guglielmo Castelli: soggetto e disegni sono dignitosi senza essere eccezionali, nel complesso si fa leggere con piacere.
lunedì 7 dicembre 2020
Il Morto 45: Una figura ambigua
In questo episodio molti nodi vengono al pettine. La magistrata che seguiva il caso del traffico d’armi viene uccisa e le prove fatte sparire. Ma in realtà non tutte sono state eliminate e grazie a un’ottima trovata degli sceneggiatori (Luca Telloli scrive insieme a Ruvo Giovacca come già succede da alcuni numeri) i documenti scottanti vengono rinvenuti dal giudice Nibbio che decide di contattare il colonnello Borea per procedere con delle indagini discrete. Nel mentre Peg elimina, forse definitivamente, la coppia di assassini che si erano visti 37 numeri or sono (!) e altre sottotrame vengono risolte. Il tutto con una narrazione scattante e dinamica che tiene incollati alle pagine e fa perdonare qualche refuso qua e là.
Ci sarebbe insomma di che essere più che soddisfatti, se non fosse per il solito problema: le uscite molto diradate de Il Morto non permettono di gustarsi appieno l’attenta architettura delle sue storie (chiamiamola pure continuity); io faccio fatica a ricordarmi chi sono i vari personaggi di contorno da un numero all’altro, figuriamoci quelli che sono comparsi su episodi di otto anni fa! Un breve riassunto o un elenco dei personaggi all’inizio dell’albetto potrebbe sopperire a questa situazione un po’ frustrante. Questo numero in particolare, poi, straborda di personaggi ed essendo alcune figure femminili molto simili può sorgere inizialmente qualche problema nell’identificarle. Inoltre non ho capito chi sia la «figura ambigua» del titolo, e l’esistenza del Fante di Spade attorno cui doveva ruotare questo ciclo ci viene ricordata solo dalla suggestiva splash page di Ermete Librato. Vista la concitazione di questo episodio, sembra quasi che sia stato ricavato dalla fusione di due episodi distinti.
Molto buono l’apparato grafico, in cui Piero Conforti è stato supportato da Adriano Imperiale (entrambi inchiostrati da Gianluca Francesconi ed “elaborati” dallo Studio Telloli). Credo che a Imperiale vadano ascritte le prime tavole in cui un buon dinamismo sopperisce a qualche leggera deroga all’anatomia. Da notare che oltre a una “citazione” a pagina 65 della copiatissima Helena dell’immenso Garcia Seijas (di cui non sono nemmeno sicuro al 100%) il killer della magistrata è Nick Raider, ripreso dalle sue pose più iconiche!
In appendice la storia breve Ciclo Perpetuo di Ruvo Giovacca in cui un mostro passa dodici tavole a divorare uccelli fino alla sorpresa finale. Ottimi i disegni dall’inchiostrazione “grassa” di Giuliano Bulgarelli, e ottima anche la qualità di stampa che permette di vedere le sfumature della china.