Sword Dance

It’s no secret that since Man had the ability to shape stone and metal starting thousands of years ago, they’ve also been slashing, stabbing, hitting and basically wreaking havoc on each other ever since. When did the first knife fight break out? When the second blade was created. Over the centuries, the longer version, swords have become the best option for the battlefield and many have a fearsome reputation.

This research investigates the practice of fencing by the actor in western theatre and performance, and explores whether fencing can be adapted for use as actor training. The interpretations of the techniques of the sword in the context of the theatre of the West will be discussed to contextualise the different ways fencing has been used in theatre. Attention is given to the pedagogy and training of fencing so that technical differences and similarities to the work of actors can be observed. A discussion of an exercise I designed from fencing supports the analysis. Accordingly, an important aspect of the research is practice-based involving various sessions. Three aspects characterise the research: (1) the elaboration of theoretical parameters which frame the analysis of the sword as actor training, (2) a way of practical work for the actor, and (3) a discussion on the application of this research to the field of performance.

L'intervento si propone di analizzare le origini, i significati, le forme e i metodi con cui si sono perpetuate, tanto da essere presenti e vitali tuttora, le cosiddette “Danze delle Spade” (o “morische”) nelle Alpi Cozie e nelle terre circonvicine a partire dalla preistoria sino ad oggi, attraverso l’esame del vasto repertorio etnologico, antropologico, storico e financo archeologico.
La Danza  delle Spade (spesso accompagnata dagli “alberi di maggio” inghirlandati), vedeva come protagonisti gli spadonari, dai ricercati e colorati costumi e dai copricapi tipici ornati di fiori e nastri, e appartiene a quel variegato insieme di feste della primavera, con cui le popolazioni alpine erano solite salutare l’arrivo della bella stagione dopo i lunghi rigori invernali.
Tali rituali festivi si caratterizzavano spesso per il loro simbolismo cruento e implicavano talora il sacrificio di una o più persone predestinate dalla comunità di villaggio, allo scopo di favorire la prosperità delle campagne e il buon raccolto, tramite il bagnare simbolicamente la terra col sangue delle vittime sacrificali: un’esortazione alla vita tramite la morte.
I rituali in questione furono col tempo assimilati all’interno della liturgia religiosa e, in luogo del sacrificio con spargimento di sangue, le danze con le spade divennero l’accompagnamento colorato delle feste del santo patrono del paese, dove, del tutto private delle connotazioni cruente, servirono a esortare la terra a produrre, attraverso una serie di complicate gestualità eseguite con destrezza dagli spadonari e tramandate nel tempo.
Sull’origine pagana del rituale e sulla sua vasta diffusione non vi è certo dubbio, se il cardinal Carlo Borromeo, che grande influenza aveva nel Cinquecento nelle valli di confine delle Alpi Cozie tramite le responsabilità spirituali del cardinale di Vercelli Guido Ferrero nelle abbazie di S. Michele della Chiusa e di S. Giusto di Susa, rubricò addirittura un lungo provvedimento (Abusus Calendarum Mai tollendus) contro tale pratica “gentilitiae superstitionis” in occasione del V concilio provinciale (1579) della Chiesa milanese, invitando il suo clero a sostituire i frondosi alberi di maggio con il più salvifico dei simboli: la croce.
Tuttora il bran (albero di maggio) fiorito, che domina il sagrato della chiesa di Giaglione (come di altri paesi alpino-occidentali) durante l’esibizione degli spadonari, sollecita in forma propiziatoria una futura e ricca vendemmia per i vignaioli che si affaticano nelle spericolate vigne, strappate con terrazzamenti alla montagna del piccolo villaggio alpino. La presenza del bran e degli spadonari non è meno essenziale di quella della statua lignea di san Vincenzo che porta in mano un augurale grappolo d’uva.
Evidentemente è segno del fatto che l’aspirazione borromeiana di sostituire il maggio con la croce non conobbe nei suoi aspetti etnologico-antropologici una vittoria completa, dal momento che le punte di abete colorate e gli spadonari ricompaiono ogni anno, in modo effimero ma puntuale, sulle piazze e sui sagrati di molte chiesette alpine in occasione delle più importanti feste religiose.

Mock combat dances were performed in Malta by both the knights of the Order of St John as well as by groups of Maltese men. It is not certain whether the knights introduced this type of dance when they arrived in the sixteenth century or whether the Maltese already had their own sword dances prior to this. This article discusses the sword dances with special reference to a newly-discovered contract signed before a notary in 1774.  Through this we discover the meticulous organization, planning and rehearsals that took place. This was clearly not a spontaneous, random dance troupe, but a group of men who took the dance very seriously.

Tras una visita episcopal en 1715 del obispo Pedro Aguado (1648-1716), se estableció una prohibición de financiación por parte de las iglesias del Valle del Baztán de los danzantes y escopeteros que acompañaban a las procesiones del día del Corpus Christi y su octava. Si bien algunos de los pueblos pertenecientes a este municipio del norte de Navarra cumplieron con este precepto, la localidad de Elizondo siguió financiando los festejos con dinero de la iglesia. En 1747 se abrió un proceso contra el pueblo en los tribunales eclesiásticos de Pamplona con el fin de acabar con esta práctica. Esto supuso que en Baztán se dejara de interpretar una danza ritual muy ligada a la celebración del Corpus Christi: la danza de espadas.

El Valle de Baztán cuenta con un amplio corpus de bailes, entre los que no se encuentra la ezpatadantza o danza de espadas. La presente investigación tiene como objetivo aclarar las causas que llevaron a la desaparición de las danzas de espadas en este municipio, centrando su atención en cuatro puntos  generales; el origen de la celebración del Corpus Christi, el origen de las danzas de espadas, las prohibiciones que afectaron a la música y la danza de tradición popular y por último, el contexto socio-cultural del Valle del Baztán.