Parmigianino

- Diligenza e prestezza.è uno studio sulla tecnica della pittura attraverso l’analisi incrociata dei testi letterari e delle opere d’arte. Dopo aver ripercorsa la fortuna critica dei testi dei principali autori – Leonardo, Vasari, Armenini, Borghini, Lomazzo – ne vengono messe a confronto le informazioni sul disegno e sulla pittura, analizzandone il lessico specifico e individuando i materiali e i procedimenti esecutivi. Al tempo stesso alcuni temi centrali del dibattito teorico – il disegno l’invenzione, il paragone tra le arti – sono esaminati alla luce del loro rapporto con la tecnica. Infine alcuni dipinti del museo di Capodimonte, scelti come casi esemplificativi, sono stati analizzati sulla base degli studi scientifici e delle fonti.

Al imitar la forma de un espejo convexo y en su superficie, la imagen esquiva y estilizada de su reflejo, el artista italiano creó una pintura que se transformó en emblema del Manierismo y de su búsqueda de una belleza artificiosa e inusual.

Un magico viaggio alla ricerca dei simboli segreti di Parma. Dal Battistero che rappresenta un libro di pietra unico al mondo, alla misteriosa alchimia di Parmigianino e l’ermetismo di Correggio. Si scopriranno le orme dei Templari e della mistica Cabala ebraica, oltreché le eresie sotto l’occhio vigile dell’Inquisizione. Lo studio delle stelle e le ricerche segrete nell’Università… ma anche storie di fantasmi e molti altri segreti… per una Parma davvero inedita!

The attached thesis is a reformatted and slightly edited version of the original on file in the libraries of Southern Methodist University.  It does not include the original illustrations.  However, images of these works can be found in the publications in the bibliography, as well as in some newer publications: Mary Vaccaro, Parmigianino: The Paintings; Sylvie Beguin, Parmigianino: The Drawings; and Achim Gnann, Parmigianino.

Il presente elaborato tenta una contestualizzazione dal punto di vista storico-artistico del ciclo di affreschi con le Storie di Diana e Atteone eseguito dal Parmigianino (1503-1540) in una saletta del castello di Fontanellato, verosimilmente fra il 1523 e il 1524. A partire da un’analisi del dato stilistico, si sono tratteggiati i principali riferimenti – da Mantegna al Correggio, da Leonardo al Pordenone – che giocarono un ruolo decisivo nella formazione del linguaggio del giovane artista, così come si mostra tanto a Fontanellato quanto nelle opere del primo periodo parmense. Attraverso lo studio della committenza e la valutazione delle principali interpretazioni iconologiche, si è cercato inoltre di dare conto del significato cifrato e sfuggente del ciclo. Si è infine evocata la diffusione di quel tipo di decorazioni a soggetto mitologico nelle corti padane, sottolineando come la stratificazione di significati, fra allegorici, religiosi e morali, tenuti insieme dalla cultura umanistica, dimostri la volontà di una piccola corte di allinearsi ai cenacoli culturali più aggiornati.

M. GIANCARLI, "Con tanta grazia che era una maraviglia". Cristofano Gherardi a Città di Castello e San Giustino, in Prima e dopo Raffaello. Città di Castello e il Rinascimento, a cura di A. Delpriori, testi di A.M. Ambrosini Massari, A. Delpriori e M. Giancarli, Quattroemme, Perugia 2019, pp. 173-212.

RESUMEN:  El 24 de febrero de 1530, Carlos V recibía en la ciudad italiana de Bolonia la corona de emperador de manos del pontífice Clemente VII. El acontecimiento, de largo alcance y significación, constituyó la más contundente afirmación del poder y la fuerza imperiales. Engalanada la ciudad como trasunto de Roma, el alborozado pueblo boloñés, acudido en masa al evento, vio desfilar por entre arcos de triunfo, galerías y columnas all’antica, trofeos monumentales y colosos escultóricos, al soberano del mundo y su imponente cortejo: un sinfín de cardenales, obispos, príncipes y caballeros venidos de todas las naciones del occidente cristiano para honrar al flamante césar y una infinita selección de sus victoriosas y variopintas mesnadas, revestidos todos para la ocasión con los más ricos uniformes y atavíos.

He aquí el testimonio literario y visual de aquella deslumbrante celebración y aquella colorista cabalgata: el relato que debía guardar inmortal registro del acontecimiento, escrito por el polígrafo humanista colonés Enrique Cornelio Agripa de Nettesheim († 1535), teólogo, jurista, médico, alquimista, nigromante y por entonces también cronista del emperador; y el espectacular friso calcográfico de la cabalgata –restaurado digitalmente para la ocasión y presentado en un largo desplegable de seis metros–, obra del pintor y grabador muniqués Nicolas Hogenberg († 1539). Completan esta edición el estudio introductorio y las notas del doctor en Historia del Arte y especialista en las relaciones entre arte y poder en la Edad Moderna Rubén López Conde.

Un numero significativo di dipinti sottoposti a restauro mostra di aver subito cambiamenti più o meno evidenti per adattarli a nuove esigenze di varia natura. Si tratta spesso di modifiche dimensionali, che nelle chiese  possono essere dovute a  trasformazioni e rinnovamenti dell’impianto architettonico e decorativo  che hanno richiesto sagomature realizzate tramite tagli o aggiunte. In altri casi le ragioni sono di  ordine collezionistico ed espositivo, per armonizzare fra loro il formato di opere diverse o per renderle più consone ad un allestimento museale. Le ridipinture, che quasi sempre accompagnano queste modifiche, possono essere a loro volta dettate da motivi funzionali o da  mutamenti del gusto più che da reali necessità di ripristino della figuratività danneggiata. L’intervento di restauro allora si configura anche come occasione per ripercorrere il senso di queste trasformazioni, attraversando le diverse letture che nel passato ne hanno accompagnato la fortuna critica. Una rassegna di casi, fra le opere restaurate nei laboratori della Soprintendenza del Polo Museale e sul territorio napoletano, sarà scelta per esemplificare modalità e scopi delle molteplici interpretazioni che hanno lasciato la loro traccia sul corpo delle opere

In questo saggio sono stati resi noti e studiati alcuni documenti inventariali, datati tra Sei e Settecento, che riguardano tre significative collezioni milanesi: la quadreria del nobile Giulio Bonacina (che possedeva dipinti riferiti a Carlo Cane, Claude Lorrain, Giulio Cesare Procaccini, Giuseppe Nuvolone); la collezione della nobile Margherita del Pozzo Bonacina (con quadri di Carlo Preda, Camillo Procaccini, Carlo Antonio Rossi); la quadreria del reverendo Gerolamo Bertachino (nella quale erano presenti dipinti lombardi di Michelangelo Nuvolone, Giulia Cerana, Daniele Crespi e Giovan Ambrogio Figino, ma anche diversi quadri attribuiti ad artisti famosi come Tiziano, Raffaello, Dürer, il Veronese, Bramante, Lorrain, Rubens, Correggio, lo Spagnoletto, Parmigianino, Michelangelo).

http://edizionicafoscari.unive.it/it/edizioni/riviste/mdccc-1800/2018/1/disvelando-pale-effigi-e-panneggi/

Art-historical partners Joseph Archer Crowe (1851) and Giovanni Battista Cavalcaselle (1865) made individual surveys in Denmark.

This paper speculates on their interactions with Danish expert Niels Lautitz Andreas Høyen (1798-1870). It focuses on Cavalcaselle’s Danish sketches (Marciana, Venice). Moreover, it offers new perspectives on Gustav Friedrich Waagen’s stay in Copenhagen (1868).

Furthermore, it expounds on the fortuna and conservation history of the "Man of Sorrow" by Andrea Mantegna, the "Portrait of Lorenzo Cybo" by Parmigianino, an altarpiece by Filippino Lippi, the  alleged "Portrait of Antonio Galli" assigned to Titian or Federico Barocci and two male portraits assigend to Hans Memling and Andrea Del Sarto. Furthermore, it discusses the attribution of some other – mostly Valenti Gonzaga – paintings now in the Statens Museum for Kunst, as a copy from Raphael once assigned to the Sassoferrato or an altarpiece attributed to Marco Vecellio's circle.

In addition, this paper investigates the 19th-century criticism of draperies by Mantegna and Leonardo not only in relation to Giovanni Bellini's or Hubert and Jan van Eyck's oeuvre.

Finally, it hypothesyses the identification of a "Portrait of Thomas Gresham" assigned to the so-called 'Master of the 1540s'.

If Parmigianino was one of the most prolific portrait painters of the first half of the 16th century, he was also one of the most inventive. Proofs of that particular talent are many paintings which associate the painter’s own thinking about contemporary artistic conventions of individual representation with a research of appropriation by the image of social and political norms  or specific imaginations  liable to perform the singular identity of their sitters. The Portrait of Galeazzo Sanvitale that Parmigianino painted in Parma in 1524 constitutes an example of this type. Put there for the first time in relation with the institutional context of its elaboration, it appears to relay its sitter’s complex identification strategy through the instrumentalization of specific values relative to prince, courtier, condottiere, or cavaliere figures. This ambitious project calls to an identity crisis phenomena and nobiliary prerogatives in Parma consecutive to the city conquest by the papal forces between the years of 1520 and 1540.

no. 6.6.1: Federico Barocci, Die Verkündigung; no. 6.6.4: Ugo da Carpi, Diogenes; no. 6.6.7: Battista Franco, Der Tag (Giorno); no. 6.6.17: Lelio Orsi, Die Erschaffung der Welt; no. 6.6.20: Parmigianino, Mariä Himmelfahrt; no. 6.6.21: Parmigianino, Die Auferstehung Christi; no. 6.6.22: Bartolomeo Passarotti, Die persische Sibylle; no. 6.6.23: Perino del Vaga, Der heilige Georg mit dem Drachen; no. 6.6.26: Pontormo, Vier Sänger; no. 6.6.27: Lorenzo Sabatini, Die Blendung des Polyphem; no. 6.6.34: Francesco Salviati, Apollo und Pan; no. 6.6.35: Giovanni Battista Scultori, Mars und Venus; no. 6.6.40: Niccolò Vicentino, Saturn; no. 6.6.42: Federico Zuccari, Allegorie des Glaubens

In Literature and Artistic Practice in the Sixteenth Century Angela Cerasuolo, art historian and restorer, tracks the technical processes of painting through the cross-analysis of literary texts and works of art. Having traced the critical fortunes of the texts of the authors—Leonardo, Vasari, Armenini, Borghini, Lomazzo—she compares the information on drawing and painting, analysing the specific terminology, and identifying the materials and methods. Central themes of the theoretical debate—‘disegno’, ‘invenzione’, the contrast between ‘prestezza’ and ‘diligenza’, the ‘paragone’—are examined in the light of their relationship with the techniques. On the basis of scientific studies on the technical execution of paintings, works from the Capodimonte Museum, Naples are analysed as case studies.
Translated by Helen Glanville.

Catalogo della mostra Correggio e Parmigianino arte a Parma nel Cinquecento, catalogo a cura di D. Ekserdjian / Scuderie del Quirinale 2016
Exhibition catalogue Correggio and PARMIGIANINO Art in Parma during the sixteenth century / SCUDERIE QUIRINALE 2016

Throughout his career Francesco Mazzola, better known as il Parmigianino, worked for female patrons, secular as well as religious, on projects large and small. He painted a room with mythological scenes for a local noblewoman, a baby crib for another Parmese lady, and an altarpiece for Bolognese nuns. Two of his best-known altarpieces were made for secular female patrons. Such a statement is hardly surprising, since sixteenth-century historical sources refer, albeit briefly, to these women.  This essay focuses on two widows for whom Parmigianino painted Marian altarpieces, Maria Bufalini and Elena Baiardi. Both altarpieces invite questions about the relationship of widows to the Virgin Mary and Saint Jerome.

Nella sede di un convegno dedicato nel 1988 a Lelio Orsi, Gabriella Guandalini e Graziella Martinelli Braglia hanno operato una prima puntualizzazione circa la personalità di Ercole Setti, maestro modenese del tardo Manierismo che contrasse un non esiguo debito verso l'arte del celebre artista di Novellara.

New ideas concerning two of the most celebrated and popularly reproduced, though equally mysterious, bronze reliefs of the 16th century. An Adoration and Lamentation, often incorrectly cataloged as the work of Gian Federico Bonzagna, is instead probably a Milanese work inspired by Iberian-Italian modalities.

Scritti in onore di Donatella Zari Giantomassi

Un viaggio tra i capolavori d’arte e i monumenti più noti d’Italia insieme con un percorso quasi pionieristico per il restauro e la conservazione di pitture e sculture collocate in terre ‘lontane’: questa è stata la vita di Donatella Zari. A Cimabue, Giotto, Mantegna, Raffaello, Parmigianino, Tiziano, Caravaggio e ad altri grandi, lei ha dedicato il suo lavoro, così come ai più importanti templi in Tibet, Afghanistan, India, Iraq, Cina, Birmania, Thailandia, ottenendo unanimi riconoscimenti internazionali.
La sua passione per il ‘mestiere’ di restauratore ha formato decine di allievi in tutto il mondo, trascinati anche dalla sua capacità unica nel raccontare, nel mettere a fuoco con semplicità, naturalezza ed entusiasmo i problemi più complessi.

Enea Vico engraved Old Woman with a Distaff in 1543-44 after a drawing by Parmigianino in reverse. Rather than dismissing this reversal as an insignificant alteration inherent in the process of printmaking, this paper interprets this action as a means of manipulating subject matter. Vico’s print becomes literally and figuratively a mirror image to the drawing: the spinner was transformed from an ordinary housewife into a sinister woman. This engraving thus emerges as another case where the “reproductive” label is inadequate, as it fails to capture the printer’s genuine intentions.