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Martin Brundle

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Martin Brundle
Brundle nel 2016
NazionalitàRegno Unito (bandiera) Regno Unito
Automobilismo
CategoriaFormula 1, 24 Ore di Le Mans
Carriera
Carriera in Formula 1
Stagioni1984-1989, 1991-1996
ScuderieTyrrell 1984-1986
Zakspeed 1987
Williams 1988
Brabham 1989, 1991
Benetton 1992
Ligier 1993
McLaren 1994
Ligier 1995
Jordan 1996
Miglior risultato finale6º (1992)
GP disputati165 (158 partenze)
Podi9
Punti ottenuti98
Carriera nella 24 Ore di Le Mans
Stagioni1987-1988, 1990, 1997-1999, 2001, 2012
ScuderieJaguar XJR-12
Nissan R390 GT1
Toyota GT-One
Bentley Speed 8
Miglior risultato finale (1990)
GP disputati8
Podi1
Vittorie1
 

Martin John Brundle (King's Lynn, 1º giugno 1959) è un ex pilota automobilistico britannico.

Ha corso per gran parte della propria carriera in Formula 1, segnalandosi come una presenza costante per circa un decennio. Pur non avendo mai ottenuto la vittoria di un Gran Premio ha corso per squadre come Benetton, McLaren, Ligier, Tyrrell, Brabham, Williams e Zakspeed.

Brundle ha ottenuto i suoi maggiori successi nelle competizioni a ruote coperte, imponendosi nel Campionato del mondo sportprototipi 1988 e nella 24 Ore di Daytona dello stesso anno, oltre che nella 24 Ore di Le Mans 1990.

In seguito al suo ritiro dalla Formula 1, dal 1997 svolge il ruolo di commentatore televisivo dei Gran Premi, prima per la tv britannica ITV, dal 2009 al 2011 per la BBC e dal 2012 per Sky Sports.

Gli inizi e le serie minori

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Brundle crebbe, come pilota, in maniera piuttosto inconvenzionale.[1] Iniziò la sua carriera all'età di 12 anni prendendo parte a delle gare sull'erba[2] nel villaggio di Pott Row nel Norfolk[1]. Nel 1975 partecipò alle gare su pista ovale Hot Rod, ricevendo lo status 'Star grade'. Nel 1979 cominciò a gareggiare nelle monoposto della Formula Ford. In questo periodo, tuttavia, riuscì a farsi notare sulle BMW da turismo di Tom Walkinshaw, in particolare a Snetterton, dove riuscì ad arrivare secondo gareggiando con piloti di fama internazionale. Vinse il campionato BMW nel 1980 e affiancò Stirling Moss nel Campionato Turismo Inglese del 1981.

Nel 1982, grazie anche al sostegno della BP,[3] passò alla F3 britannica nella squadra di Dave Price. L'inizio stagione fu difficoltoso e nelle prime due gare Brundle si ritirò per altrettanti incidenti. Riuscì comunque a imporsi per la prima volta ad Oulton Park e nelle restanti gare si piazzò sempre in pole position, ottenendo un altro successo.[3] Vinse anche il Grovewood Award come il pilota più promettente del Commonwealth[2]. A fine stagione, Brundle si accordò con Eddie Jordan per disputare il campionato 1983. Pur con pochi mezzi economici a disposizione e nonostante un grave incidente stradale in corso di stagione, che portò al danneggiamento di mezzi e attrezzature e alla morte di un meccanico della squadra, Brundle riuscì a ottenere risultati brillanti.[3] Nelle prime nove gare giunse sempre secondo alle spalle di Ayrton Senna, ma da metà campionato riuscì a recuperare tutto lo svantaggio e si presentò all'ultima gara in vantaggio di un punto. Senna riuscì a imporsi all'ultimo appuntamento stagionale e Brundle perse il campionato negli ultimi giri.[4] Grazie alle sue prestazioni e al suo piazzamento attirò le attenzioni di Ken Tyrrell, che lo convocò per svolgere un test con la monoposto di Formula 1.[3]

Primi anni in Formula 1 (1984-1987)

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Brundle impegnato al Gran Premio d'Europa 1985.

Dopo aver svolto una sessione di test anche con la McLaren, nel febbraio del 1984 Brundle venne assunto dalla Tyrrell per l'imminente stagione.[3] Il debutto del pilota inglese in Formula 1 avvenne con un quinto posto al Gran Premio del Brasile, gara inaugurale della stagione. Pur disponendo di una monoposto con motore aspirato, meno competitiva rispetto alle vetture con motore turbo, Brundle diede sfoggio in alcune occasioni di ottime prestazioni, giungendo secondo sul circuito di Detroit. Al successivo Gran Premio degli Usa West, Brundle ebbe un grave incidente durante la qualifiche, urtando violentemente una barriera di cemento e rimbalzando su un'altra; l'episodio rischiò seriamente di porre fine alla sua carriera dato che in un primo momento si prospettò pure la necessità dell'amputazione di un piede, poi evitata.[3]

Nella stessa gara si scoprì che la Tyrrell utilizzava uno stratagemma irregolare per rientrare nei limiti di peso imposti nel regolamento: nel serbatoio del sistema d'iniezione d'acqua delle vetture venivano inserite delle palline di piombo durante il previsto ultimo rabbocco in gara di tale liquido. In una riunione del 18 luglio 1984, la FISA decise di escludere la Tyrrell dalle rimanenti gare del campionato del mondo, e cancellò tutti i punti ottenuti fino al momento della squalifica. Venne deciso che i punti attribuiti ai piloti della scuderia britannica non sarebbero stati assegnati. Le vetture proseguirono a partecipare al campionato, fino al Gran Premio d'Olanda, ma la loro partecipazione fu sub judice.[5] La squalifica della Tyrrell venne confermata dal Tribunale d'Appello della FISA, dopo una riunione del 29 agosto. La scuderia venne esclusa dai successivi gran premi.[6] Brundle, ignaro dello stratagemma ideato da Tyrrell per eludere il regolamento,[3] continuò la riabilitazione in vista del rientro per la stagione 1985. Venne nel frattempo contattato dalla Lotus, ma il rapporto non poté concretizzarsi dato che Ken Tyrrell esercitò l'opzione di rinnovo del contratto di Brundle anche per l'anno seguente.[3]

Ristabilitosi, Brundle corse quindi nuovamente con la Tyrrell, ma non riuscì mai ad entrare in zona punti. L'accordo fu rinnovato con la scuderia scozzese per il 1986, anno in cui Brundle finalmente conquistò 8 punti.

Senza altre opzioni contrattuali,[3] nel 1987 il pilota inglese passò alla Zakspeed, scuderia del miliardario Zakowski, già presente da due anni in Formula 1, con scarsi risultati. Nonostante la fiducia iniziale, il progetto della squadra si rivelò ben presto un fallimento e Brundle riuscì a conquistare soltanto due punti nel Gran Premio di San Marino, che rimasero anche gli unici della storia della scuderia tedesca in Formula 1.

Tra Formula 1 e Sport prototipi (1988-1990)

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Nel 1988 dopo 4 anni in Formula 1, Brundle decise di partecipare al Campionato del mondo sportprototipi guidando per il team TWR-Jaguar, con una Jaguar XJR-9 vincendo il titolo mondiale piloti. Con la stessa vettura vinse anche la 24 Ore di Daytona. Allo stesso tempo, rimase comunque collaudatore per la Williams in Formula 1 e partecipò al Gran Premio del Belgio, in sostituzione di Nigel Mansell (affetto da problemi di salute), arrivando settimo al traguardo, sfiorando la zona punti.

Nel 1989 Brundle tornò in Formula 1 con il ruolo di primo pilota in Brabham. La squadra, avendo saltato la stagione 1988, doveva affrontare le prequalifiche e, prima di inizio stagione, venne venduta da Bernie Ecclestone al finanziere svizzero Joachim Luthi. Nonostante le difficoltà e l'arresto del nuovo proprietario Luthi a stagione in corso,[3] Brundle riuscì comunque a farsi notare grazie ad alcune prestazioni interessanti, come a Monaco dove stava occupando il terzo posto prima di un problema alla batteria che lo costrinse ad accontentarsi della sesta piazza. I risultati ottenuti da lui e dal suo compagno di squadra Stefano Modena consentirono, a metà stagione, di evitare le prequalifiche e Brundle colse altri due piazzamenti a punti a Monza e Suzuka.

Nel 1990 ritornò a guidare negli sport prototipo, sempre per la TWR, e vinse la 24 Ore di Le Mans con la Jaguar XJR-12. In tutto prese parte a sei edizioni della classica gara francese.

Secondo periodo in Formula 1 (1991-1996)

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Brundle alla Benetton nella stagione 1992, mentre festeggia il secondo posto ottenuto a Monza.

Tornò, a tempo pieno in Formula 1 nel 1991, sempre alla guida di una Brabham di scarsa competitività. Nonostante ciò, riuscì a chiudere la stagione con 2 punti e parecchie prestazioni importanti, che gli valsero l'interesse di molti addetti ai lavori.

Nel 1992, infatti, la sua carriera subì una svolta: venne contattato dalla Benetton, squadra nettamente più competitiva, che lo assunse come secondo pilota al fianco di un giovane e promettente Michael Schumacher. Brundle non riuscì mai a battere il suo compagno di squadra in qualifica, ma, in più di qualche gara si dimostrò molto vicino al pilota tedesco, rendendosi autore di prestazioni notevoli: arrivò a conquistare 5 podi, tra cui un secondo posto a Monza, e una serie di nove risultati utili consecutivi, concludendo al sesto posto la stagione con 38 punti, suo miglior risultato in carriera. Tuttavia, durante il weekend del Gran Premio d'Italia, il team comunicò al pilota inglese la decisione di non rinnovare il contratto.

Per il 1993, infatti, la scuderia gli preferirà l'italiano Patrese (proveniente dalla Williams). In un'intervista del 2009 Flavio Briatore, direttore generale della Benetton nel 1992, ammise l'errore di aver sottovalutato le capacità velocistiche di Brundle, che avrebbe potuto ottenere risultati importanti con il team anglo-italiano anche negli anni successivi al 1992. Dunque nel 1993 avvenne il passaggio alla Ligier, con cui Brundle conquistò un altro podio e numerosi piazzamenti a punti. Terminò settimo in classifica con 13 punti, risultando essere il primo tra i piloti senza sospensioni attive montate sulla vettura.

Circa due settimane prima dell'inizio della stagione 1994, venne assunto come secondo pilota dalla McLaren, rimasta orfana di Ayrton Senna (passato alla Williams). La squadra di Woking, in fase di transizione, mise in pista una vettura veloce solo su pochi tracciati, a causa dei nuovi ma tutt'altro che potenti e affidabili motori Peugeot, che crearono più problemi che vantaggi. Dunque Brundle riuscì soltanto a riconfermare la settima posizione in classifica piloti, salendo due volte sul podio (secondo a Monaco e terzo in Australia). Per il 1995 la Mercedes, nuovo fornitore di motori per la Mclaren, impose alla scuderia Nigel Mansell come secondo pilota al posto di Brundle.

Brundle alla guida della sua Ligier JS41 nel Gran Premio di Gran Bretagna 1995.

Nel 1995 Brundle tornò quindi alla Ligier, alternandosi al volante con Aguri Suzuki (scelto per motivi economici e di sponsor). Ottenne un quarto posto in Francia e un terzo posto in Belgio (ultimo podio della sua carriera), sul bagnato, dopo aver tentato di difendere la seconda posizione dall'attacco di Damon Hill all'ultimo giro.

Nel 1996 concluse la sua carriera in Jordan, dove, tra l'altro, nella prima gara in Australia, fu protagonista di un altro tremendo incidente, più cruento di quello sofferto dodici anni prima, dal quale uscì, per fortuna, non solo totalmente illeso (grazie anche alle nuove strutture di protezione per il pilota introdotte proprio in quella gara), ma anche in grado di partecipare alla ripartenza della corsa, interrotta dopo l'incidente.

Risultati completi in Formula 1

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1984 Scuderia Vettura Punti Pos.
Tyrrell 012 SQ SQ SQ SQ SQ NQ SQ SQ NQ 0
1985 Scuderia Vettura Punti Pos.
Tyrrell 012 e 014 8 Rit 9 10 12 Rit Rit 7 10 NQ 7 8 13 Rit 7 NC 0
1986 Scuderia Vettura Punti Pos.
Tyrrell 014 e 015 5 Rit 8 Rit Rit 9 Rit 10 5 Rit 6 Rit 10 Rit 11 4 8 11º
1987 Scuderia Vettura Punti Pos.
Zakspeed 861 e 871 Rit 5 Rit 7 Rit Rit NC NC Rit SQ Rit Rit 11 Rit Rit Rit 2 18º
1988 Scuderia Vettura Punti Pos.
Williams FW12 7 0
1989 Scuderia Vettura Punti Pos.
Brabham BT58 Rit Rit 6 9 Rit NPQ NPQ Rit 8 12 Rit 6 8 Rit 5 Rit 4 20º
1991 Scuderia Vettura Punti Pos.
Brabham BT59Y e BT60Y 11 12 11 ES Rit Rit Rit Rit 11 Rit 9 13 12 10 5 NQ 2 15º
1992 Scuderia Vettura Punti Pos.
Benetton B192 Rit Rit Rit Rit 4 5 Rit 3 3 4 5 4 2 4 3 3 38
1993 Scuderia Vettura Punti Pos.
Ligier JS39 Rit Rit Rit 3 Rit 6 5 5 14 8 5 7 Rit 6 9 6 13
1994 Scuderia Vettura Punti Pos.
McLaren MP4/9 Rit Rit 8 2 11 Rit Rit Rit Rit 4 Rit 5 6 Rit Rit 3 16
1995 Scuderia Vettura Punti Pos.
Ligier JS41 9 Rit Rit 4 Rit Rit 3 Rit 8 7 Rit 7 13º
1996 Scuderia Vettura Punti Pos.
Jordan 196 Rit 12 Rit 6 Rit Rit Rit 6 8 6 10 Rit Rit 4 9 5 8 11º
Legenda 1º posto 2º posto 3º posto A punti Senza punti/Non class. Grassetto – Pole position
Corsivo – Giro più veloce
Squalificato Ritirato Non partito Non qualificato Solo prove/Terzo pilota

Risultati nella 24 ore di Le Mans

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Anno Team Co-Piloti Auto Classe Giri Pos. Classe
Pos.
1987 Regno Unito (bandiera) Silk Cut Jaguar
Regno Unito (bandiera) Tom Walkinshaw Racing
Danimarca (bandiera) John Nielsen Jaguar XJR-8LM C1 231 DNF DNF
1988 Regno Unito (bandiera) Silk Cut Jaguar
Regno Unito (bandiera) Tom Walkinshaw Racing
Danimarca (bandiera) John Nielsen Jaguar XJR-9LM C1 306 DNF DNF
1990* Regno Unito (bandiera) Silk Cut Jaguar
Regno Unito (bandiera) Tom Walkinshaw Racing
Francia (bandiera) Alain Ferté
Regno Unito (bandiera) David Leslie
Jaguar XJR-12 C1 220 DNF DNF
Regno Unito (bandiera) Silk Cut Jaguar
Regno Unito (bandiera) Tom Walkinshaw Racing
Danimarca (bandiera) John Nielsen
Stati Uniti (bandiera) Price Cobb
Jaguar XJR-12 C1 359
1997 Giappone (bandiera) Nissan Motorsport
Regno Unito (bandiera) TWR
Germania (bandiera) Jörg Müller
Sudafrica (bandiera) Wayne Taylor
Nissan R390 GT1 GT1 139 DNF DNF
1998 Giappone (bandiera) Toyota Motorsports
Germania (bandiera) Toyota Team Europe
Francia (bandiera) Emmanuel Collard
Francia (bandiera) Éric Hélary
Toyota GT-One GT1 191 DNF DNF
1999 Giappone (bandiera) Toyota Motorsports
Germania (bandiera) Toyota Team Europe
Francia (bandiera) Emmanuel Collard
Italia (bandiera) Vincenzo Sospiri
Toyota GT-One LMGTP 90 DNF DNF
2001 Regno Unito (bandiera) Team Bentley Francia (bandiera) Stéphane Ortelli
Regno Unito (bandiera) Guy Smith
Bentley EXP Speed 8 LMGTP 56 DNF DNF
2012 Regno Unito (bandiera) Greaves Motorsport Spagna (bandiera) Lucas Ordóñez
Regno Unito (bandiera) Alex Brundle
Zytek Z11SN-Nissan LMP2 340 15°
  • Dopo problemi elettrici con la propria vettura, Brundle sostituì Eliseo Salazar sulla Jaguar #3 in rotta verso la vittoria

Risultati nel WRC

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1999 Scuderia Vettura Punti Pos.
Toyota Castrol Team Toyota Corolla WRC Rit 0
Legenda 1º posto 2º posto 3º posto A punti Senza punti Ritirato Squalificato NP=Non partito
C=Gara cancellata
Apice=Power stage
  1. ^ a b BBC Norfolk interview (Audio Clip), su bbc.co.uk.
  2. ^ a b Martin Brundle BRDC Biography, su brdc.co.uk (archiviato dall'url originale il 31 maggio 2009).
  3. ^ a b c d e f g h i j (EN) Simon Taylor, Lunch with... Martin Brundle, in Motorsport Magazine, maggio 2007. URL consultato il 10 gennaio 2021.
  4. ^ Martin Brundle Biography, su martinbrundle.com.
  5. ^ Cristiano Chiavegato, Clamoroso: la Tyrrell esclusa, Mansell e Ickx puniti, in La Stampa, 19 luglio 1984, p. 21. URL consultato il 22 novembre 2017.
  6. ^ Cristiano Chiavegato, Alboreto crede nella Ferrari "Vorrei vincere a Monza", in La Stampa, 31 agosto 1984, p. 19. URL consultato il 22 novembre 2017.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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