Conclave del 1830-1831
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Papa Gregorio XVI | |||
Durata | Dal 14 dicembre 1830 al 2 febbraio 1831 | ||
Luogo | Palazzo del Quirinale, Roma | ||
Partecipanti | 45 (9 assenti) | ||
Scrutini | 83 | ||
Decano | Bartolomeo Pacca | ||
Vice Decano | Pietro Francesco Galleffi | ||
Camerlengo | Pietro Francesco Galleffi | ||
Protodiacono | Giuseppe Albani | ||
Segretario del conclave | Paolo Polidori | ||
Veto | Del re Ferdinando VII di Spagna contro il cardinale Giacomo Giustiniani | ||
Eletto | Gregorio XVI (Bartolomeo Alberto Cappellari) | ||
Il conclave del 1830-1831 venne convocato a seguito della morte del papa Pio VIII, avvenuta a Roma il 30 novembre 1830. Si svolse al Palazzo del Quirinale dal 14 dicembre 1830 al 2 febbraio 1831, e, dopo ottantatré scrutini, venne eletto papa il cardinale Bartolomeo Alberto Cappellari, Prefetto della Congregazione De Propaganda Fide, che assunse il nome di Gregorio XVI. L'elezione venne annunciata dal cardinale protodiacono Giuseppe Albani.
Sede vacante
[modifica | modifica wikitesto]All'inizio di novembre del 1830, Pio VIII, che mai godette di buona salute, cadde gravemente infermo. Il 18 non fu in grado di partecipare alla cerimonia per l'anniversario della dedicazione della Basilica vaticana. Gli apparvero fistole sul collo e sulle ginocchia, mentre il suo intero corpo si coprì di pustole e queste cominciarono a manifestarsi all'interno del petto rischiando di soffocarlo. I dottori riuscirono a tenere sotto controllo le secrezioni delle pustole, ma il 23 novembre il pontefice peggiorò tanto che il cardinal Zurda ordinò le preghiere pro summo pontifice infirmo da recitarsi in tutte le chiese. Il 28 novembre, alle 14, Pio VIII ricevette il viatico, mentre in serata gli fu impartita l'estrema unzione da Monsignor Augustoni, il sacrestano papale, alla presenza del cardinale Penitenziere maggiore Emmanuele de Gregorio e dei padri generali degli Ordini mendicanti. Dopo una breve agonia il pontefice spirò la mattina del 30 novembre all'età di 69 anni e 10 giorni, dopo un regno di un anno e 8 mesi.[1]
Nella mattinata successiva, 1º dicembre 1830, il cardinale camerlengo Pietro Francesco Galleffi venne ufficialmente informato della morte del papa e si recò al Quirinale. Dopo le preghiere e le procedure di rito, il camerlengo accertò ufficialmente il decesso. Recitato il de profundis, il Segretario della Camera Apostolica lesse il Rogito e consegnò l'anello piscatorio al Camerlengo che si apprestò a ordinare il suono della grande campana del Campidoglio affinché il popolo romano apprendesse della morte del papa.
Nella serata il cardinale Pacca, Decano del Sacro Collegio, tenne un incontro con i cardinali Dandini (per l'ordine dei preti), Albani (per l'ordine dei diaconi), Galleffi e Monsignor Polidori, Segretario del Sacro Collegio in cui si stilarono le procedure per l'organizzazione del funerale di Pio VIII. Allo stesso tempo il corpo del defunto pontefice venne imbalsamato mentre le praecordia vennero sepolte come di consueto nella Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio al tramonto del 3 dicembre.
Il conclave del 1830-31 si posiziona nel contesto delle rivoluzioni che nel corso del 1830 avevano sconvolto la Francia, il Belgio, la Polonia, Modena, Parma e lo stesso Stato Pontificio. Alla congregazione generale del 5 dicembre il cardinale Pacca presentò una lettera, scritta dal defunto pontefice, in cui si invitavano le truppe austriache ai confini con le legazioni per prevenire possibili disordini durante la sede vacante. Lo stesso cancelliere Metternich esprimeva viva preoccupazione per la situazione italiana, considerando la penisola il più grande focolaio della rivoluzione e una maggiore presa di coscienza degli italiani circa la lotta per l'indipendenza.
Il 10 dicembre si verificarono disordini a Roma: un gruppo di circa 400 persone penetrò nell'arsenale portando via fucili e munizioni con i quali liberò i prigionieri politici incarcerati dal governo pontificio e l'intera città cadde in sommossa. Ma il tradimento di uno dei rivoltosi permise alla polizia di procedere all'arresto dei cospiratori: il conclave cominciava in un'atmosfera di tangibile tensione e alto sospetto.[2]
Con la morte di papa Pio VIII decaddero automaticamente nove cardinali nominati in pectore il 15 marzo 1830, ma mai svelati. Inoltre, fra la morte di Pio VIII (30 novembre 1830) e l'inizio del conclave morì uno dei cardinali, Pietro Gravina. Erano perciò 54 i porporati che avevano diritto di accedere alle votazioni. Fra di loro, 9 non parteciparono o per motivi di salute, o per lontananza.
Inizialmente i candidati più forti erano i cardinali Emmanuele De Gregorio e Bartolomeo Pacca, papabili anche nel conclave del 1829, e Giacomo Giustiniani, contro il quale però si abbatté il veto del re Ferdinando VII di Spagna.
Le votazioni
[modifica | modifica wikitesto]Apparve chiaro subito che nessun candidato avrebbe potuto ottenere l'appoggio dei due terzi dei cardinali. Il principe Klemens von Metternich voleva un papa reazionario per frenare l'ondata di giacobinismo che scuoteva nuovamente l'Europa. Egli perciò propose il cardinale Vincenzo Macchi come suo candidato, ma i porporati non lo ritennero idoneo al papato.
Nel pomeriggio del 14 dicembre i 35 cardinali presenti in quel momento in Roma procedettero verso il Palazzo del Quirinale per il conclave. Nella giornata successiva, dopo la messa del Santo Spirito, si ebbe il primo scrutinio: Pacca ricevette 8 voti più 5 all’accessus, De Gregorio 12 più 3 all’accessus. Il 16 dicembre giunse il cardinale Ruffo da Napoli, mentre altri cardinali giunsero tra il 17 e il 22 dicembre compreso Gaysruck, arcivescovo di Milano. Anche i cardinali Pedicini e Oppizoni risultarono tra i più votati nei primi giorni, ma non erano in grado di manovrare più di 18 voti. Il 20 dicembre l'ambasciatore austriaco, Graf Von Lutzow, venne ricevuto dai cardinali. Il 28 dicembre Giustiniani ricevette sette voti più nove nell'accessus. Il 1º gennaio 1831 i cardinali ricevettero l'ambasciatore portoghese straordinario, mentre giunsero i cardinali francesi Fesch e d'Isoard, immediatamente ammessi al conclave.[3]
Giustiniani e Pacca apparvero ancora tra i più votati nei primi giorni del 1831 e nello scrutinio del 3 gennaio ottennero rispettivamente 13 e 14 voti. ma apparve chiaro che le possibilità per Pacca di ascendere al soglio pontificio si erano spente, poiché la sua fazione aveva raggiunto il massimo dei suffragi e non riusciva a ottenere altri voti. Macchi sembrò offrire una valida alternativa ma era duramente avversato dai francesi. Il 6 gennaio Giustiniani ottenne 18 voti che salirono a 24 grazie all'accessus. Il 7 gennaio Giustiniani raggiunse i 21 suffragi, ma nel pomeriggio dell'8, prima del secondo scrutinio, il cardinale della corona Juan Marco y Catalan si alzò e recitò la lettera, ricevuta dall'ambasciatore Labrador, con la quale il re di Spagna Ferdinando VII poneva il veto contro il cardinal Giustiniani. Questi era stato nunzio in Spagna, ma era stato espulso in seguito alla rivoluzione liberale del 1827. Tornato sotto Ferdinando VII, si oppose alla successione al trono della figlia Isabella e per questo la regina Maria Cristina se ne risentì e fu fautrice del veto. Nel pomeriggio del 9 gennaio l'arcivescovo di Rouen de Croy giunse in conclave, che raggiunse così il numero di 45 partecipanti.
L'11 gennaio, per risolvere la situazione di stallo, venne proposto il nome del cardinale Cappellari, che incontrava il favore della corte austriaca, e in breve le sue quotazioni salirono: il 15 gennaio ricevette 23 voti, seguito da Macchi con 12. Il 21 gennaio il cardinale d'Isoard, parlando per conto della corte francese, rese noto che il suo governo non avrebbe potuto accettare il cardinale Macchi come Romano pontefice, senza tuttavia porre formale veto. Tuttavia l'intento ebbe effetto e il porporato perse tutte le sue pur residue possibilità di ascendere al papato. Le ragioni addotte furono la troppa vicinanza con il compromesso Luigi XVIII e con l'Austria. Il 22 gennaio giunse in conclave il cardinale Ribera, arcivescovo metropolita di Toledo.
Il 29 gennaio risultò che la fazione di De Gregorio, che supportava il cardinal Benvenuti, controllava 18 voti, mentre quella del cardinal Pacca ne controllava 22. Tuttavia apparve chiaro che non sarebbero riusciti a smuovere ulteriori voti né tantomeno a puntare sui propri candidati, ormai bruciati nei precedenti tentativi. L'Austria intanto, per mezzo del proprio ambasciatore, esercitava pressioni affinché venisse eletto un candidato che risultasse accondiscendente data la delicata situazione italiana. Accantonata l'ipotesi del cardinal Albani, duramente avversata dalla fazione di De Gregorio, si raggiunse un compromesso su Cappellari, già ben indicato dagli austriaci a patto che nominasse alla Segreteria di Stato un conservatore e favorevole all'Austria.[2] Nel tardo pomeriggio del 2 febbraio, all'83º scrutinio, Cappellari venne infine eletto con 32 voti e assunse il nome di Gregorio XVI. Dopo 62 giorni la sede vacante venne finalmente occupata. Fu l'ultimo conclave che elesse un papa non vescovo (Cappellari dovette infatti essere consacrato vescovo subito dopo l'elezione).
Lista dei partecipanti
[modifica | modifica wikitesto]Presenti in conclave
[modifica | modifica wikitesto]Assenti in conclave
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Eugenio Cipolletta Memorie politiche sui conclavi da Pio VII a Pio IX (Milano 1863), pp. 177-178
- ^ a b J.P. Adams The conclaves (sede vacante 1830-31)
- ^ Eugenio CipollettaMemorie politiche sui conclavi da Pio VII a Pio IX (Milano 1863)
- ^ Si recò a Roma per ricevere il titolo cardinalizio di Santa Maria del Popolo solo il 28 febbraio 1831.
- ^ a b c Non si recò mai a Roma per ricevere il titolo cardinalizio.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Salvador Miranda, Conclave of December 14, 1830 to February 2, 1831, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University.