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Chiesa e Storia Rivista dell’Associazione Italiana dei Professori di Storia della Chiesa X (2020) Chiesa e Storia Rivista dell’Associazione Italiana dei Professori di Storia della Chiesa Pubblicazione Annuale Anno X (2020) n. 10 Direttore Luigi Michele de Palma Vice Direttore Giovanni Grosso Segretario di Redazione Angelo Giuseppe Dibisceglia Comitato Scientifico Alberto Bartola, Giuseppe Battelli, Franz-Xavier Bischof, Andreas Gottsmann, Esther Jiménez Pablo, Olivier Poncet, Alfredo Valvo, Paul van Geest Comitato di Redazione Alfonso Vincenzo Amarante, Fabio Besostri, Luigi Michele de Palma, Angelo Giuseppe Dibisceglia, Federico Gallo, Giovanni Grosso, Sergio Tanzarella Proprietario Associazione Italiana dei Professori di Storia della Chiesa Sede legale Piazza Santa Maria Maggiore, 5 - 00185 Roma e-mail: aidpscroma@gmail.com Direttore Responsabile Filippo Lovison Direzione e Redazione Scientifica Piazza Santa Maria Maggiore, 5 - 00185 Roma e-mail: biblio.chiesaestoria@gmail.com sito web: www.storiadellachiesa.it Academia.edu: Associazione Italiana dei Professori di Storia della Chiesa - Italia La rivista «Chiesa e Storia» segue le procedure internazionali della blind peer review. Il contenuto di «Chiesa e Storia» è indicizzato (completamente o parzialmente) o fatto oggetto di abstracts analitici nel seguente strumento di ricerca: Progetto Riviste online (a cura di F. Testaferri, Italia). La rivista è presente in Ebsco Publishing. Recensioni non tocca solo le ricerche sul santo suo conterraneo, ma mostra interessanti aspetti biografici del Franceschini studioso e rettore, talune sue reti di rapporti sociali, la stessa vita dell’ateneo, con i suoi problemi, che, seppur in modo collaterale, appare più volte in questo contributo. Il secondo studio su Lazzati (il primo è la voce del Dizionario Biografico degli Italiani) è oltremodo interessante (p. 641-662): verte infatti sul rinvigorimento che egli operò, come rettore, delle riviste culturali dell’università; in particolare della Rivista del clero italiano – tradizionale strumento di raccordo tra l’ateneo e il clero e la gerarchia – e Vita e Pensiero. Raponi ripercorre l’impegno di Lazzati per fare in modo che le menzionate pubblicazioni contribuissero a colmare il solco che, dal 1967, si stava aprendo tra l’Università Cattolica e la Chiesa italiana, intesa quest’ultima sia come gerarchia, sia come clero, sia come insieme dei fedeli. L’ultima parte del libro – “Alcune figure rappresentative” – offre al lettore tre studi su mons. Francesco Olgiati, principale collaboratore di Gemelli sin dagl’inizi del progetto dell’università e che sopravvisse al francescano qualche anno; uno sul professore di storia moderna Mario Enrico Viora; uno su Ettore Passerin d’Entrèves, che presenta non pochi accenni autobiografici dello stesso Raponi. Per concludere, questa raccolta di studi del compianto professore marchigiano, riuniti e introdotti da Luciano Pazzaglia, costituisce un’opera davvero importante per gli studiosi di storia culturale e di storia religiosa dell’Italia contemporanea. Carlo Pioppi Ricerca storica su Gesù. Bilanci e prospettive, a cura di Nicola Ciola – Antonio Pitta – Giuseppe Pulcinelli, Bologna, EDB, 2017, 224 p. (Studi Biblici, 81). La ricerca sul Gesù storico – a più di duecento anni dalla formulazione del problema e dalle sue prime soluzioni – sembra ancor oggi essere uno dei principali ambiti di riflessione per ciò che concerne la teologia e, in particolar modo, la cristologia anche se i risultati sono ben lungi dal potersi dire raggiunti e condivisi, pur essendo comune il metodo storico che viene applicato dagli studiosi per la lettura delle fonti. Non mancano, infatti, gli studi monografici – talora di estensione quasi enciclopedica – sull’argomento, e nemmeno i più o meno ampi articoli su 296 Recensioni aspetti specifici dello stesso. Tuttavia, se si pongono a confronto i risultati a cui essi giungono, non si può fare a meno di notare la divaricazione, a volte notevolissima, di questi ultimi così d’avere l’impressione di trovarsi dinnanzi non al medesimo oggetto della trattazione – il Gesù storico – ma a soggetti diversi, sia per storia (per quanto di questa si possa acclarare), sia per intenzionalità ed esiti circa il pensiero e la vita. Pertanto, un confronto dei risultati di questi lavori rende alquanto difficile il compito allo studioso – sia esso uno storico oppure un teologo – nel cogliere un possibile filo rosso che congiunga tra loro gli aspetti perlomeno condivisi intorno alla figura storica di Gesù. La qual cosa si risolve, perciò, nell’impossibilità non tanto di delineare un ritratto complessivo del soggetto della ricerca, quanto di poter avere almeno una visione d’insieme che sia in grado di mettere a confronto e contemperare i dati della storia con quelli della fede là dove questo sia richiesto. Dinanzi a questo panorama così diversificato e, talora, assai problematico, si pone il saggio che intendiamo qui presentare e del quale desideriamo evidenziare le peculiarità rispetto a quanto fin qui detto. Frutto della collaborazione di alcuni docenti della Pontificia Università Lateranense e di altri provenienti da prestigiose istituzioni accademiche internazionali, esso è il risultato di due giornate di studio dal titolo Gesù Cristo il Signore. Stato della ricerca e prospettive teologiche, tenute nella Facoltà di Teologia della stessa università Lateranense nell’autunno del 2016. In esso un primo elemento che va notato per la sua peculiarità rispetto ai molti altri saggi sul tema è quello che concerne gli obiettivi convergenti delle riflessioni dei singoli autori. Infatti, ciò che qui è decisivo è l’idea per cui, pur partendo «dalla situazione attuale della ricerca sul Gesù storico, ma non per iniziare sempre daccapo» (p. 5), ciò che ci si propone di evidenziare è lo stretto rapporto tra ricerca sul Gesù storico e cristologia per arrivare a mostrare come i risultati della prima possano influenzare la seconda, ma anche come la cristologia possa essere fondamentale per illuminare e dare coerenza alla “gesuologia” stessa. In altri termini, vi è la convinzione, condivisa dagli autori del volume, che storia di Gesù e fede in Cristo non siano ambiti da collocare su piani distinti se non addirittura separati e contrapposti, quanto, piuttosto, siano realtà in continuità tra di loro poiché è «la fede di chi è stato testimone [che] ci consegna il Gesù appartenuto alla storia» (ibidem). A partire da questa prospettiva rilevante per l’intero saggio, risultano evidenti i temi che sono stati privilegiati dai singoli autori: «il messianismo del tutto particolare di Gesù, la giudaicità “sui generis” della sua persona e della sua causa, la peculiarità del metodo parabolico, il destino assolutamente paradossale nel 297 Recensioni contesto del suo popolo e la confessione di fede in lui che non è solo il frutto di un’interpretazione cristiana posteriore, ma già interiore al personaggio e alla sua vicenda terrena» (p. 6). Inoltre, decisivo è stato anche il metodo che ha guidato tutta la preparazione del Convegno, ed ha quindi determinato il contenuto dei saggi proposti pur lasciando ciascun autore libero nell’interpretazione dell’argomento a lui affidato. Infatti, se l’orizzonte complessivo è stato quello di ribadire la «sincera affidabilità della ricerca effettuata con il metodo storico-critico» (ibidem), si è anche sottolineata l’importanza di dover ribadire che «critica storica e interpretazione teologica non si pongono affatto in alternativa» (p. 7) come già sostenuto dal compianto mons. Vittorio Fusco, già professore di Esegesi presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale e Vescovo di Nardò - Gallipoli. A partire da qui, perciò, importante è sottolineare l’interazione che si è venuta a creare tra biblisti e teologi speculativi con particolare riferimento alla Teologia fondamentale e alla Cristologia e alle ricadute che su queste due discipline ha avuto la ricerca sul Gesù storico. Infatti, l’interrogativo di fondo a cui i saggi dei due teologi speculativi hanno inteso rispondere è quello per cui gli apporti di queste specifiche discipline «devono, forse, stare solo ad osservare i risultati della ricerca che avviene altrove, o esercitano una funzione di stimolo propulsore per una saggia ermeneutica nel corso della medesima ricerca?» (p. 7). Delineati così i presupposti fondamentali che hanno guidato, sia i lavori del Convegno, sia il testo che qui presentiamo e che è la sintesi degli stessi Atti, non resta che illustrare il contenuto dei singoli saggi per poter giungere poi a formulare una riflessione conclusiva in merito al lavoro che è stato svolto. Già il contributo di Romano Penna (Il Gesù storico e la riformulazione del messianismo, p. 9-27) pone in evidenza, con un intento storico e teologico insieme, il tema del messianismo a partire dalle sue radici nel giudaismo, successivamente attuato dal Gesù storico come punto mediano di una evoluzione verso la sua definitiva comprensione da parte delle prime comunità cristiane. Una progressione questa caratterizzata dall’interpretazione storico-teologica, nella quale alla speranza futura dell’avvento di un Messia si sostituisce la fede nella persona e nella vicenda di Gesù culminata nell’evento pasquale che ha le radici nel passato del Gesù storico, ma giunge a connotare il presente. A sua volta John Paul Meier (Questioni controverse sulle parabole sinottiche: riflessioni sul quinto volume di Un Ebreo marginale, p. 29-46) illustra le tesi di fondo del volume tradotto e pubblicato dall’editrice Queriniana nel 2017. 298 Recensioni In esso, come nel saggio di sintesi qui proposto, l’autore si sofferma sul linguaggio parabolico di Gesù individuando, attraverso una serrata interpretazione storico-critica del materiale evangelico, un numero relativamente ridotto di parabole sinottiche certamente dovute al Gesù storico (cf p. 40). Sempre di Meier, il volume contiene anche un secondo saggio dal carattere prevalentemente metodologico e divulgativo (La distinzione tra cristologia e ricerca sul Gesù storico, p. 199-216), frutto della conferenza pubblica, tenuta la sera del 19 ottobre 2016 nell’aula magna dell’Università Lateranense, e volto a illustrare l’importanza della ricerca per ciò che concerne la questione del Gesù storico per le ricadute pastorali che essa viene ad avere. Giuseppe Pulcinelli (L’autenticità gesuana delle parabole evangeliche e la loro rilevanza per la cristologia: da A. Jülicher (1886-1889) a J. P. Meier (2016), p. 47-78) si propone di entrare in dialogo con il primo contributo di Meier. Riprendendo infatti gli studi compiuti negli ultimi cento anni e soprattutto valorizzando i contributi di Vittorio Fusco e Gerd Theissen, egli compie una rivisitazione delle tesi di Meier e una loro revisione e ridimensionamento critico. La riflessione teologico-fondamentale di Giuseppe Lorizio (Logos, Parola, Parabola: un’istanza metafisica per la teologia, p. 79-106), quale primo contributo speculativo intorno ai temi del Convegno, intende dare risalto al rapporto fede e storia, Vangelo e vita a partire proprio dall’esame del metodo parabolico del Gesù della storia. E tutto questo in vista della necessità di poter ribadire che «fondata storicamente […], la fede cristiana esprime la capacità di far sì che il Cristo sia nostro contemporaneo» (p. 106). Daniel Marguerat (Giudaicità e singolarità di Gesù di Nazaret, p. 107-125), riprendendo i dati della terza ricerca sul Gesù storico, riflette sulla questione della sua giudaicità, fornendo al lettore alcuni criteri fondamentali per non cadere nell’errore di una radicalizzazione di questa prospettiva. Per lui, infatti, «se vogliamo prendere in considerazione la totalità del “fenomeno di Gesù di Nazaret”, è assolutamente necessario pensare insieme giudaicità e singolarità del Nazareno» (p. 125), evitando in questo modo di accentuare storicamente una prospettiva a discapito dell’altra come spesso è accaduto nelle singole fasi della ricerca storica su Gesù. Lo storico Giorgio Jossa (Due svolte decisive nella vita di Gesù. Dalla minaccia del giudizio all’annuncio del regno; dall’annuncio del regno al rinnovo dell’alleanza, p. 127-141) mette a tema i diversi momenti della predicazione di Gesù e individua quali sono state, a suo dire, le svolte decisive che hanno mutato il percorso di questa predicazione con le conseguenti ricadute sul versante della sua storia. Esse, infatti, aiutano «a comprendere meglio non soltanto la predicazione di Gesù, ma anche le origini della successiva cristologia e la 299 Recensioni nascita stessa del cristianesimo» (p. 141) con le sue distinzioni e divaricazioni fin dagli inizi. Antonio Pitta (I frammenti cristologici prepaolini: bilanci e prospettive di ricerca, p. 143-163) illustra e valorizza tutti quei frammenti di carattere cristologico disseminati nelle lettere di Paolo, ma precedenti a Paolo stesso. Essi, infatti, consentono di riscoprire non solo la piattaforma comune a partire dalla quale l’Apostolo ha affrontato le questioni delle sue comunità, ma anche di superare il pregiudizio che attribuisce a Paolo la fondazione del movimento cristiano (cf p. 162). Infine, di notevole rilievo è il secondo contributo teologico di tutto il Convegno proposto da Nicola Ciola (La rilevanza del nesso storia-fede per la cristologia sistematica. Alcuni punti fermi, p. 165-198). L’autore, infatti, muovendo dalla ricognizione dei vari trattati di cristologia che sono apparsi dopo il Concilio Vaticano II e fino ad oggi, si propone di mostrare come la ricerca sul Gesù storico e la cristologia sono due realtà che, seppur distinte, risultano inscindibili per comprendere il mistero di Cristo. Infatti, nel caso contrario di una perdurante scissione, la storia di Gesù senza la chiave di lettura della fede pasquale non avrebbe un senso vero e definitivo e rischierebbe di cadere nell’oblio del passato in merito alla sua interpretazione. E così, a sua volta, la fede cristologica senza la storia finirebbe per essere un’ideologia che si sostiene sulla base di un fideismo senza alcun aggancio con la realtà concreta di un evento del passato che è ancora in grado di parlare all’uomo contemporaneo (cf p. 198). In conclusione, pur privilegiando alcune tematiche come il metodo parabolico di Gesù, ma rimanendo ancorato a tutte le principali questioni che animano tanto il tema della ricerca sul Gesù storico, quanto la riflessione cristologica contemporanea, il volume riesce a fornire un quadro aggiornato dei problemi di fondo che animano e vedono unite le due prospettive ora accennate. Si tratta, in definitiva, di un interessante contributo che, nel concreto, vede al lavoro la metodologia storica con i suoi risultati sempre perfettibili, ma rigorosamente documentati, e contemporaneamente la metodologia teologica con il suo costante tentativo di coniugare la dimensione speculativa del discorso cristologico con la dimensione più propriamente storica. In questo senso, pertanto, non si può che valutare positivamente il contributo da esso dato alla ricerca storica e teologica insieme, anche con riferimento alla possibilità di vedere posta in atto la collaborazione tra i due diversi metodi di ricerca. Pierluigi Sguazzardo 300