Ayyubid Architecture

Excavations at Mezad Zohar, a heavily eroded medieval fort west of the Dead Sea, have revealed that it was constructed in the later decades of the 12th century and occupied until the 14th century CE. During the Mamluk period, the fort was part of the ‘barid’ network between
Cisjordan and southern Transjordan.

Although the commemoration of the dead is a universal and a long-standing tradition, early Islam is widely known to have resisted it. After a relatively long period of observing prevention, such a persistent practice found its way to Islamic culture. It is true that celebrating the dead was introduced to the realm of Islam before the Shīʿī Fatimids founded their caliphate in Egypt in 358/969, but it was under them that this praxis reached the zenith. The Fatimids were succeeded by the Ayyūbids who, in spite of being a zealous Sunnī dynasty, upheld the tradition of celebrating the departed notables, particularly the pious ones (awliyāʾ). The aim in this paper is to explore how such an observance, which is mainly deemed unorthodox in the eye of Sunni Islam, was maintained in Egypt under the Ayyūbids (567/1172-648/1250). In particular, the paper attempts to give an insight into: (i) the types of the dead dignitaries that were celebrated in Ayyūbid Egypt; (ii) the features needed for their biographies to be canonized―in the Islamic sense; (iii) the architectural expressions that were employed to celebrate their memory; (iv) and the meaning of such a procedure.

Keywords: The dead, Ayyūbid, mausolea, Egypt, funerary, pious, celebration, public.

Ph.D. Thesis.  Il lavoro si propone di documentare sotto il profilo archeologico e architettonico alcuni aspetti riferibili alle dinamiche insediative sviluppate dalle dinastie ayyubide e mamelucca in Transgiordania tra XIII e XIV secolo, attraverso l’analisi di quella tipologia di edifici che più di ogni altra simboleggia il potere: il palazzo. Malgrado le varie forme con le quali è stato proposto nel corso dei secoli il palazzo ha sempre rappresentato la precisa volontà dei suoi costruttori di distinguersi, sul piano delle realizzazioni edilizie pubbliche, dalle precedenti dinastie; esso costituisce, specie nel caso della Transgiordania medievale, l’ambiente preposto al controllo degli equilibri amministrativi, politici, militari ed economici interni al sultanato. L’applicazione delle metodologie dell’archeologia leggera (e in particolare dell’archeologia dell’edilizia storica) allo studio degli edifici del sito incastellato di Kerak, su l’esempio delle indagini in corso da parte della missione archeologica fiorentina nella regione giordana, è stato uno degli obiettivi perseguiti. Le ricerche condotte nel castello hanno permesso di ottenere risultati per certi aspetti sorprendenti e di assoluta novità nel panorama degli studi riguardanti il complesso castrense prodotti fino a questo momento.  L’identificazione e il riconoscimento ex novo delle tracce di due (possibili) complessi residenziali localizzati nella porzione meridionale del castello e l’attribuzione di un terzo al primo decennio del XIV secolo ha così consentito di aumentare in Giordania le evidenze di questa tipologia di edifici a sette unità (un palazzo ciascuno a Shawbak, ʾAjlūn e Hesban; ben quattro invece a Kerak) e di apportare rilevanti novità agli studi sul sito. Le letture archeologiche e la metodologia stratigrafica applicata allo studio degli elevati hanno rappresentato a Kerak un’ulteriore conferma delle potenzialità di questo tipo di approccio scientifico, con la sua capacità di fornire non solo un’originale documentazione materiale, ma anche vere e proprie linee interpretative di tipo storiografico.

Talismans drawing on the combined iconographies of lions and dragons proliferated on the walls and doors of cities and civic institutions in early thirteenth-century Iraq, Syria, and Anatolia. This article examines them in light of three different medieval theoretical models, seeking to shed light on why intelligent people in their original milieus might have expected such talismans to have protective power.