Monographs by Andrea Guidi
Editions of sources by Andrea Guidi
N. Machiavelli, Lettere, Roma, Salerno Editrice, 2022, tre tomi (Edizione Nazionale), direzione e coordinamento di F. Bausi, a cura di F. Bausi, A. Decaria, D. Gamberini, A. Guidi, A. Montevecchi, M. Simonetta, C. Varotti, con la collaborazione di L. Boschetto e S. Larosa
Una selezione di oltre 300 documenti relativi a sette antichi stati italiani, dal 1271 alla fine ... more Una selezione di oltre 300 documenti relativi a sette antichi stati italiani, dal 1271 alla fine del Settecento. I documenti sono divisi in sei grandi capitoli tematici: Archivi e potere, Organizzazione e ordinamento, Aspetti materiali, Il personale, Archivi e società, Dalla consultazione alla storia. Il volume e ciascuno dei capitoli sono preceduti da ampie introduzioni, e ognuno dei documenti è accompagnato da indicazioni bibliografiche essenziali. Il volume è gratuitamente scaricabile dal sito della Direzione Generale Archivi, collana Fonti http://151.12.58.123/dgagaeta/pdf.php?file=Fonti/5815a7df0acdd.pdf
Edited Books by Andrea Guidi
Letters went viral in early modern Italy, with politics and social interaction, artistic inspirat... more Letters went viral in early modern Italy, with politics and social interaction, artistic inspiration as well as spirituality and philosophy all hinging on ingenious epistolary cultures. Correspondence fashioned intellectuals and networks, constructed thoughts and schemes, provided a stage for politics and the arts, reflected on existential questions and professional activities. It involved not only writing, but diplomacy, praying, painting, composing, and other forms of artistic expression. And while being a vital activity of everyday lives, epistolary communication also uncovered new spaces of thought, meditation, and creativity. The articles gathered in this volume trace the epistolary threads spun across early modern Italy and unravel the entanglements of their correspondents' active and contemplative lives. They reveal different forms of an epistolary otium which was both an indispensable social activity and an essential method of contemplation.
Nel quadro di mutamenti culturali e politici attinenti allo stretto nesso di interdipendenza che ... more Nel quadro di mutamenti culturali e politici attinenti allo stretto nesso di interdipendenza che ha sempre caratterizzato guerra e politica, il Libro della arte della guerra (opera machiavelliana di cui nel 2021 ricorre il quinto centenario della prima edizione a stampa) costituisce un caso esemplare. In particolare, rispetto alla storia della formazione e del-la circolazione di una nuova cultura militare nell’Europa della prima modernità. Alcuni dei contributi raccolti in questo volume, dunque, sono intesi a celebrare l’anniversario della pubblicazione del libro mediante una nuova analisi del pensiero militare machiavelliano. Altri studi, inoltre, propongono una riflessione su aspetti dell’opera del Segretario fiorentino che riguardano i fattori del successo di un capo politico; e taluni estendono la propria indagine a con-cetti che oggi definiremmo come “teoria della leadership” e “opinione pubblica”. Conclude il volume una appendice di due saggi concernenti sia vicende biografiche ed epistolari di Machiavelli, sia la sua eredità storiografica e documentaria.
Viella, 2015
La raccolta di saggi proposta intende provare a rispondere ad una serie di quesiti incentrati sul... more La raccolta di saggi proposta intende provare a rispondere ad una serie di quesiti incentrati sul rapporto tra archivi e società negli stati italiani tra Medioevo ed Età moderna. Quale era il personale addetto alla produzione e alla cura delle carte? E in quale modo esso era suddiviso al proprio interno? Dai notai dei comuni italiani fino ai più organizzati archivi d’età moderna, diverse categorie di personale specializzato – quali notai, cancellieri, segretari, ma anche archivisti veri e propri, ecc. – hanno contribuito alle diverse fasi della costruzione ed accumulazione degli archivi? Quale ruolo avevano questi ufficiali nella società del tempo? Quale tipo di provenienza sociale? L’impiego in cancelleria garantiva una promozione sociale? E quale educazione ricevevano le diverse categorie di segretari ed archivisti? Da Firenze a Venezia, noti esempi di cancellieri umanisti dimostrano che alcuni di essi spiccavano per le loro qualità intellettuali e letterarie, e non solo strettamente professionali e tecniche. In entrambe queste repubbliche l’organizzazione degli addetti alla cancelleria era regolata da apposite norme interne, e a Venezia lo stato organizzava perfino la loro formazione. Qui una legislazione accurata determinava elementi come la durata dell’ufficio o la suddivisione del lavoro tra i diversi funzionari, ma non mancavano neppure interessi di carattere socio-politico, come ad esempio la parentela o l’appartenenza a certi gruppi di potere. Nelle signorie, al contrario la rilevanza data al ruolo dei segretari, favorì lo sviluppo di relazioni di carattere interpersonale tra principe e segretario stesso, scelto perciò anche per la sua appartenenza al gruppo dei suoi consiglieri più fidati, oltre che per le sue capacità politiche e amministrative.
Su di un piano prettamente sociale si possono comparare queste due realtà? E secondo quali termini? Quali sono, inoltre, le differenze tra il personale delle cancellerie e degli archivi dei regni dell’Italia meridionale, rispetto a quello delle coeve entità istituzionali dell’Italia comunale e delle signorie centro-settentrionali? Si è parlato molto della transizione da un modello nel quale il personale di cancelleria era composto prevalentemente da ufficiali dalla formazione notarile o umanistica, ad un altro caratterizzato piuttosto dalla necessità di trovare funzionari che rispondessero prima di tutto alla richiesta dei governi centrali di avere personale fidato e fedele. L’occasione di questo convegno sarà buona anche per fare il punto su questi temi.
D’altra parte, l’intenzione è quella di usare i documenti stessi per documentare la formazione culturale e gli interessi culturali dei cancellieri: componimenti poetici, piccoli ghirigori sbozzati da segretari annoiati sui margini o sulle carte di guardia dei registri rivelano l’inclinazione culturale e il mondo personale dell’autore.
Co-edited Journal Issues by Andrea Guidi
Peer Reviewed Articles by Andrea Guidi
Before the “Principe repubblicano”. Machiavelli, “Civil” Principality and Republic Beginning with... more Before the “Principe repubblicano”. Machiavelli, “Civil” Principality and Republic Beginning with an analysis of the ways in which Machiavelli discusses the terms of “liberty”, “republic” and “principality” in his political works, this contribution demonstrates how some of the content referable to them later characterized the current of thought that can be traced back to the idea of “republican principality”. In particular, this essay shows how the reuse of certain themes by late sixteenth- and early seventeenth-century authors in many cases conceals a process of transposition of famous Machiavellian vocabulary and expressions into political concepts that sometimes significantly diverge from their original and are revealing of the polysemous use of terms from the general political vocabulary of the time.
Questo articolo si propone di pubblicare un testo inedito di Gabriele Cesano risalente agli anni ... more Questo articolo si propone di pubblicare un testo inedito di Gabriele Cesano risalente agli anni quaranta del cinquecento e concernente una illustrazione della cosiddetta Castrametazione di Polibio, ovvero una libera interpretazione di quelle sezioni del sesto libro delle Storie dedicate alla descrizione dell’esercito romano e al modo in cui alloggiavano
le legioni. Come spiega Cesano stesso, tale testo doveva essere letto congiuntamente alla visione di una “pittura” raffigurante la pianta del campo. L’autore di questo studio, a tal riguardo, avanza l’ipotesi che quest’ultima si possa identificare con quella presente nella galleria della biblioteca del cardinale Ippolito II d’Este a Fontainebleau (ora perduta). Come si spiega ancora nel saggio, non si può escludere che tale dipinto fosse stato realizzato dall’architetto bolognese Sebastiano Serlio. Di quest’ultimo, d’altronde, è noto che negli stessi anni fece simili tavole anche per il re di Francia Francesco I.
The circulation of Machiavelli’s Art of War made a fundamental contribution to the development of... more The circulation of Machiavelli’s Art of War made a fundamental contribution to the development of sixteenth-century vernacular military cultures. This article analyses some specific aspects of the story of its reception and, in particular, focuses on the requirement of “one’s own arms” promulgated by Machiavelli’s book. This article deliberately examines two texts, which are different in both ideology and chronology: one originated in the context of the wars of religion and the diaspora of the French Protestants in the Swiss area, the other one dates back to the first half of the century. In fact, these works bring to light some of the most controversial aspects of the reception of the Florentine’s military thought. Further, they expose the difficulties that arise from applying a modern concept of authorship to texts born in a context which was characterized by a continuous recycling and reworking of themes and features, which had evolved within a long tradition of military writing and which, however, have been transformed, if not revolutionized by Machiavelli
Through a close examination of recently discovered documentary sources, this article posits the h... more Through a close examination of recently discovered documentary sources, this article posits the hypothesis that Donato Velluti’s Cronica domestica was used in the composition of some chapters of Niccolò Machiavelli’s Florentine Histories (Istorie fiorentine). This possibility is supported by textual comparisons between several extracts from books 2 and 3 of Machiavelli’s Histories and Velluti’s work, and also by other biographical and historical evidence.
Fondandosi sullo studio delle recenti acquisizioni documentarie concernenti una delle filze originali in cui erano riunite le carte appartenute a Niccolò Machiavelli, questo articolo avanza l’ipotesi di lavoro che la Cronica domestica di Donato Velluti potesse essere utilizzata dal Segretario fiorentino per servirsene nella redazione di alcuni capitoli delle sue Istorie fiorentine. Questa possibilità è sostenuta nel saggio sia da una comparazione testuale diretta tra alcune sezioni della fine del secondo e dell’inizio del terzo libro delle Istorie e l’opera di messer Donato, sia dall’esame di vari indizi biografici ed elementi di interpretazione
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A turning point in European administrative and documentary practices was traditionally associated... more A turning point in European administrative and documentary practices was traditionally associated, most famously by Robert-Henri Bautier, with the monarchies of the late sixteenth and early seventeenth century. By summarizing previous research in this field, as well as by using both published and unpublished sources, this article intends to underline an earlier process of transition connected to the development of significant new techniques for the production and preservation of documents in Renaissance Italian city-states. Focusing on the important case of Florence, the administrative uses of records connected to government, diplomacy and military needs will be discussed, and evidence will be provided that such documentary practices had a significant acceleration during the so called Italian Wars (from 1494 onwards). A particular reason of interest of Florence at this time is that a major role in the production and storage of a large quantity of state papers was played by Niccolò Machiavelli, one of the outstanding political thinkers of the age. This was especially true in connection to the new militia which he himself created in 1506. By stressing the role of information management and the importance of correspondence networks in a time of war and crisis, this article also contributes to recent scholarship which has focused on the growth of public records relating to diplomacy in Italy during the second half of the fifteenth century, as well as to a recent field of historiography which has recently gained importance: namely the ‘documentary history of institutions’.
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Edited Books by Andrea Guidi
Su di un piano prettamente sociale si possono comparare queste due realtà? E secondo quali termini? Quali sono, inoltre, le differenze tra il personale delle cancellerie e degli archivi dei regni dell’Italia meridionale, rispetto a quello delle coeve entità istituzionali dell’Italia comunale e delle signorie centro-settentrionali? Si è parlato molto della transizione da un modello nel quale il personale di cancelleria era composto prevalentemente da ufficiali dalla formazione notarile o umanistica, ad un altro caratterizzato piuttosto dalla necessità di trovare funzionari che rispondessero prima di tutto alla richiesta dei governi centrali di avere personale fidato e fedele. L’occasione di questo convegno sarà buona anche per fare il punto su questi temi.
D’altra parte, l’intenzione è quella di usare i documenti stessi per documentare la formazione culturale e gli interessi culturali dei cancellieri: componimenti poetici, piccoli ghirigori sbozzati da segretari annoiati sui margini o sulle carte di guardia dei registri rivelano l’inclinazione culturale e il mondo personale dell’autore.
Co-edited Journal Issues by Andrea Guidi
Peer Reviewed Articles by Andrea Guidi
le legioni. Come spiega Cesano stesso, tale testo doveva essere letto congiuntamente alla visione di una “pittura” raffigurante la pianta del campo. L’autore di questo studio, a tal riguardo, avanza l’ipotesi che quest’ultima si possa identificare con quella presente nella galleria della biblioteca del cardinale Ippolito II d’Este a Fontainebleau (ora perduta). Come si spiega ancora nel saggio, non si può escludere che tale dipinto fosse stato realizzato dall’architetto bolognese Sebastiano Serlio. Di quest’ultimo, d’altronde, è noto che negli stessi anni fece simili tavole anche per il re di Francia Francesco I.
Fondandosi sullo studio delle recenti acquisizioni documentarie concernenti una delle filze originali in cui erano riunite le carte appartenute a Niccolò Machiavelli, questo articolo avanza l’ipotesi di lavoro che la Cronica domestica di Donato Velluti potesse essere utilizzata dal Segretario fiorentino per servirsene nella redazione di alcuni capitoli delle sue Istorie fiorentine. Questa possibilità è sostenuta nel saggio sia da una comparazione testuale diretta tra alcune sezioni della fine del secondo e dell’inizio del terzo libro delle Istorie e l’opera di messer Donato, sia dall’esame di vari indizi biografici ed elementi di interpretazione
Su di un piano prettamente sociale si possono comparare queste due realtà? E secondo quali termini? Quali sono, inoltre, le differenze tra il personale delle cancellerie e degli archivi dei regni dell’Italia meridionale, rispetto a quello delle coeve entità istituzionali dell’Italia comunale e delle signorie centro-settentrionali? Si è parlato molto della transizione da un modello nel quale il personale di cancelleria era composto prevalentemente da ufficiali dalla formazione notarile o umanistica, ad un altro caratterizzato piuttosto dalla necessità di trovare funzionari che rispondessero prima di tutto alla richiesta dei governi centrali di avere personale fidato e fedele. L’occasione di questo convegno sarà buona anche per fare il punto su questi temi.
D’altra parte, l’intenzione è quella di usare i documenti stessi per documentare la formazione culturale e gli interessi culturali dei cancellieri: componimenti poetici, piccoli ghirigori sbozzati da segretari annoiati sui margini o sulle carte di guardia dei registri rivelano l’inclinazione culturale e il mondo personale dell’autore.
le legioni. Come spiega Cesano stesso, tale testo doveva essere letto congiuntamente alla visione di una “pittura” raffigurante la pianta del campo. L’autore di questo studio, a tal riguardo, avanza l’ipotesi che quest’ultima si possa identificare con quella presente nella galleria della biblioteca del cardinale Ippolito II d’Este a Fontainebleau (ora perduta). Come si spiega ancora nel saggio, non si può escludere che tale dipinto fosse stato realizzato dall’architetto bolognese Sebastiano Serlio. Di quest’ultimo, d’altronde, è noto che negli stessi anni fece simili tavole anche per il re di Francia Francesco I.
Fondandosi sullo studio delle recenti acquisizioni documentarie concernenti una delle filze originali in cui erano riunite le carte appartenute a Niccolò Machiavelli, questo articolo avanza l’ipotesi di lavoro che la Cronica domestica di Donato Velluti potesse essere utilizzata dal Segretario fiorentino per servirsene nella redazione di alcuni capitoli delle sue Istorie fiorentine. Questa possibilità è sostenuta nel saggio sia da una comparazione testuale diretta tra alcune sezioni della fine del secondo e dell’inizio del terzo libro delle Istorie e l’opera di messer Donato, sia dall’esame di vari indizi biografici ed elementi di interpretazione
Lo scopo di questo saggio è di rendere finalmente disponibile agli studiosi il testo di un inedito autografo machiavelliano che può essere fatto risalire ad un periodo cruciale, tanto della biografia del Segretario fiorentino, quanto, più in generale, della storia di Firenze: ovvero ai giorni che seguirono il ritorno dei Medici in città e la crisi del governo popolare nell’estate del 1512. Nel tardo agosto di quell’anno, il sacco di Prato da parte delle truppe spagnole della Lega Santa costrinse alla fuga Pier Soderini, il quale aveva guidato il governo popolare a partire dalla sua nomina a Gonfaloniere a vita nel 1502. Poco prima della metà del successivo mese di settembre, Machiavelli – che era stato segretario della Repubblica sin dal 1498 e che di lì a breve sarebbe stato cassato dai ruoli di cancelleria dai Medici ritornati padroni di Firenze – scrisse di propria mano una minuta per una proposta di riforma costituzionale. Tale proposta era intesa, prima di tutto, a salvare la libertà della città, prevenendo la soppressione del Consiglio maggiore da parte degli stessi Medici e trovando un compromesso con la fazione ottimatizia che era temporaneamente subentrata al potere dopo la fuga del Soderini.
Nous publions ici un autographe inédit de Machiavel. Il s’inscrit dans une période cruciale de la biographie du Secrétaire florentin autant que de l’histoire de Florence : celle du retour des Médicis dans la capitale et du renversement du gouvernement populaire. A la fin du mois d’août 1512, le sac de Prato par les troupes espagnoles de la Ligue catholique avait forcé à l’exil le chef du gouvernement populaire, Pier Soderini. Vers la mi-septembre, Machiavel — qui avait été secrétaire de la République de Florence depuis 1498 et qui allait bientôt être démis de ses fonctions par le nouveau régime — rédigea le brouillon d’une proposition de loi où il proposait une réforme de la constitution. Elle visait avant tout à défendre la liberté de Florence en préservant l’institution du Grand Conseil, tout en recherchant une formule de compromis avec la faction de l’aristocratie qui avait renversé Soderini.
recognizable framework: while they allow the historian to take a comprehensive look at a cultural history of peace from a Western perspective, they also offer him/her a chance to throw more than casual glances at the world beyond.
This article focuses on a chain of events that establish unequivocally the continued and strenuous collaboration between Niccolò Machiavelli and Paolo Vettori in the years 1512-1517. In particular, it argues that in the fall of 1516 the former was instructed by the latter to support certain operations aimed at the maintenance of the papal fleet commanded by Paolo himself, and to be used against the Barbary pirates. While correcting old interpretive mistakes, the article shows that these activities kept Machiavelli engaged in negotiations with Cardinal Giulio de’ Medici. Such political and military activities occurred during a period that has so far been considered as fundamentally inactive, or devoted to literary leisure in Machiavelli’s life. Among the many unpublished documents, there is also an edition of a hitherto unknown autograph fragment from the Vatican Library.
In this volume intended for a wide lay readership, 180 historians explore the exceptionally rich variety of peoples and social and ethnic groups who migrated to and from the Peninsula since pre-historic times to the present, and delve into the global interconnections which shaped Italy politically and culturally and made Italians into a nation among nations.
*except 1472 and 1474
ROBERTO VETRUGNO
Norma letteraria ed epistolografia cortigiana
ANDREA GUIDI
Ozio forzato e strategie di comunicazione nelle lettere di Machiavelli: una riconsiderazione
PAOLA MORENO
«Io non vi scrivo spesso come desiderrei, perché non ho tempo». Le lettere di Francesco Guicciardini durante il periodo della luogotenenza (giugno 1526 - maggio 1527)
CLAUDIA BERRA
Per Giovanni Della Casa epistolografo faceto
PAOLO PROCACCIOLI
Inimitabile però modello. La pretesa impossibile dell’Aretino epistolografo
FRANCESCO AMENDOLA
Pratiche di riuso nella scrittura epistolare di Pietro Bembo
VERONICA ANDREANI
Le lettere di Veronica Gambara tra manoscritti e stampe: auspici per la riapertura di un cantiere
VERONICA COPELLO
Una questione di scelte: lessico e sintassi in alcune lettere di Vittoria Colonna
GIORGIO MASI
Michelangelo epistolografo, con e senza compasso (e l’equivoco delle poesie per Vittoria Colonna)
GIOVANNA RIZZARELLI
Il «piacere di dar piacere al mondo». I libri di lettere di Anton Francesco Doni
GIOVANNI FERRONI
«Non esce cosa inconsiderata dalla sua penna». Annibal Caro e la raccolta delle sue Familiari