Capitolo 13 Concorrenza Imperfetta: Un Approccio Basato Sulla Teoria Dei Giochi
Capitolo 13 Concorrenza Imperfetta: Un Approccio Basato Sulla Teoria Dei Giochi
Capitolo 13 Concorrenza Imperfetta: Un Approccio Basato Sulla Teoria Dei Giochi
Concorrenza imperfetta:
un approccio basato sulla
teoria dei giochi
Robert H. Frank t Microeconomia - 4a Edizione Copyright © 2007 - The McGraw-Hill Companies, srl
INTRODUZIONE ALLA
TEORIA DEI GIOCHI
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Un accordo collusivo come dilemma del prigioniero
Impresa 1
Cooperare Defezionare
(P=10) (P=9)
Cooperare Π1 = 50 Π1 = 99
Π2 = 50 Π2 = 0
Impresa 2
Defezionare Π1 = 0 Π1 = 49,50
Π2 = 99 Π2 = 49,50
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INTRODUZIONE ALLA
TEORIA DEI GIOCHI
Non sempre esiste una strategia dominante
Un equilibrio di Nash è una situazione nella quale
ciascun giocatore massimizza il proprio payoff date le
strategie adottate dagli avversari
In questo caso, la strategia ottima per ciascun giocatore
dipende dalle scelte effettuate dagli altri giocatori
In un equilibrio di Nash non conviene a nessun giocatore
abbandonare unilateralmente la strategia adottata
In altre parole, tale equilibrio è una combinazione di
strategie tale che la strategia di ogni giocatore è la
risposta ottima rispetto alle strategie di tutti gli altri
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INTRODUZIONE ALLA
TEORIA DEI GIOCHI
Un altro tipo di strategia è quella del maximin
Seguendo questa strategia un giocatore cerca di
massimizzare il più basso valore possibile dei
propri payoff
Una strategia di questo tipo potrebbe essere
seguita, ad esempio, quando un giocatore non
possiede una strategia dominante ed è incerto
circa la strategia che verrà adottata dagli
avversari
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Un gioco in cui l’impresa 2 non ha una strategia
dominante
Impresa 1
Non fare Fare
pubblicità pubblicità
Non fare Π1 = 500 Π1 = 750
pubblicità
Impresa 2 Π2 = 400 Π2 = 100
Fare Π1 = 200 Π1 = 300
pubblicità
Π2 = 0 Π2 = 200
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Dilemma del prigioniero ripetuto
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Giochi sequenziali
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Figura 13-2: La decisione di costruire l’edificio più alto
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Figura 13-3: Prevenzione strategica all’entrata
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ALCUNI MODELLI SPECIFICI DI
MONOPOLIO
In un regime oligopolistico sono presenti poche
grandi imprese in grado di produrre la maggior parte
dell’output di mercato
Spesso nei mercati oligopolistici sono presenti
barriere all’entrata di nuove imprese
Tali barriere possono essere di natura tecnologica
oppure strategica
La caratteristica peculiare dell’oligopolio, che lo
differenzia da tutte le altre forme di mercato, è
costituita dal comportamento strategico delle
imprese presenti
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ALCUNI MODELLI SPECIFICI DI
MONOPOLIO
Le decisioni di ciascuna impresa
oligopolistica, in merito al prezzo da
imporre o alla quantità da produrre,
dipendono dal comportamento di tutte le
altre imprese oligopolistiche presenti sul
mercato
Nella descrizione dell’equilibrio di
oligopolio occorre tener presente
l’interazione strategica tra le imprese
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ALCUNI MODELLI SPECIFICI DI
MONOPOLIO
A seconda delle ipotesi che si fanno in
merito al comportamento strategico
delle imprese oligopolistiche, si avranno
diversi modelli di oligopolio
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Modello di Cournot
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Modello di Cournot
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Figura 13-5: Funzioni di reazione dei duopolisti nel modello di Cournot
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Figura 13-6: Costruzione delle funzioni di reazione per due specifici
duopolisti
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Modello di Bertrand
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Modello di Bertrand
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Modello di Stackelberg
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Figura 13-7: Curve di domanda e di ricavo marginale di un leader di
Stackelberg
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Figura 13-8: Equilibrio di Stackelberg
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Figura 13-9: Confronto tra prezzo di equilibrio e quantità
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Oligopolio collusivo
Nell’oligopolio collusivo i duopolisti riconoscono che se
essi si comportassero come un unico monopolista
potrebbero ottenere profitti maggiori rispetto al caso in
cui ciascuno pensi esclusivamente a se
Dal punto di vista delle imprese, la collusione è la forma
più redditizia di oligopolio
In generale, tuttavia, la collusione non è stabile poiché
esiste, per ciascun oligopolista, un incentivo a non
rispettare l’accordo e a ridurre il prezzo per tentare di
accaparrarsi una maggiore quota di mercato a danno
degli altri oligopolisti
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Figura 13-10: Suddivisione di un mercato caratterizzato da rendimenti di
scala crescenti
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IL MODELLO DI CHAMBERLIN DI
CONCORRENZA MONOPOLISTICA
La concorrenza monopolistica è simile alla
concorrenza perfetta in quanto esiste libertà
d’ingresso e di uscita dal mercato per la pluralità di
imprese presenti
Tuttavia, si differenzia in quanto i prodotti offerti
dalle imprese che operano in tali mercati sono (o
appaiono) diversi per i consumatori
L’impresa fronteggia due curve di domanda:
– La prima descrive cosa succede quando essa soltanto varia il prezzo
– La seconda rappresenta come si modifica per l’impresa la quantità
domandata quando tutti le imprese variano i prezzi
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IL MODELLO DI CHAMBERLIN DI
CONCORRENZA MONOPOLISTICA
Poiché le imprese in concorrenza monopolistica
fronteggiano una curva di domanda decrescente, esse
hanno un certo potere di mercato
Nel breve periodo esse realizzano profitti positivi
Tuttavia, la libertà d’ingresso e la presenza di profitti
attrae nuove imprese che, producendo beni simili,
sottraggono quote di mercato alle imprese presenti
La curva di domanda dell’impresa si sposta verso
sinistra riducendo via via i profitti che, nel lungo
periodo, sono nulli analogamente a quanto accade in
concorrenza perfetta
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Figura 13-11: Le due curve di domanda dell’impresa in concorrenza
monopolistica
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Figura 13-12: Equilibrio di breve periodo per l’impresa nel modello di
Chamberlin
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Figura 13-13: Equilibrio di lungo periodo nel modello di Chamberlin
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Un’interpretazione spaziale della concorrenza
monopolistica
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Figura 13-14: Industria in cui la localizzazione è il fattore importante di
differenziazione tra i prodotti
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Figura 13-15: Distanze con N ristoranti
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Un’interpretazione spaziale della concorrenza
monopolistica
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Figura 13-17: Interpretazione spaziale della programmazione dei voli
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Figura 13-18: Come si ripartisce il costo della varietà
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Figura 13-19: Problema di localizzazione dei venditori di hot-dog
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Figura 13-20: Un problema di localizzazione della piattaforma elettorale
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