Relazioni Di Estetica
Relazioni Di Estetica
Relazioni Di Estetica
Il sublime è un’opera polivalente, non ha nulla a che vedere con il bello. Il sublime si
occupa del grandioso letterario che si manifesta nei momenti della massima
creativo dell’artista. Per definire queste sensazioni si usano termini quali estasi,
sublime trascina gli ascoltatori non nella persuasione ma all’estasi. Ciò che è
letteratura potesse modellare un’anima e che una grande anima potesse invadere
un’opera d’arte.
anima.
pubblico ideale. Solo quando l’anima dell’ascoltatore vibra con quella dell’autore si
Mimesi: Imitazione.
Corre immutato nel corso dell’estetica. Ha vari punti di vista. L’idea di mimesi è
scultura. La caratteristica era il processo imitativo che regola il rapporto tra arte e
natura. Ma non è semplice imitazione della natura. L’opera d’arte è uno specchio in
Nel 700 si lega al concetto di espressione: nucleo emotivo, processo creativo che
porta alla realizzazione dell’opera. Bisogna comprendere cosa racconta l’opera e cosa
rappresenta con le immagini. Il rapporto tra il visibile e invisibile è alla base del
concetto di imitazione.
Il termine mimis affonda le sue radici nell’antichità e veniva usata nei riti e nelle
danze.
ambienti, (mente e realtà) il rapporto delle arti mimetiche con la realtà porta ad
Aristotele riconosce alle arti un valore positivo. L’arte è autonoma, non deve per
Correnti estetologiche:
I padri dell’idealismo tedesco sonno Fitt, Shelly,Hegel che prendono come spunto
Kant. Per Kant la conoscenza deriva dalla sensibilità e dall’intelletto, sono queste
ultime che consentono a l’uomo la cognizione di tutto ciò che è fisico e lo circonda e
dà a sua volta i valori morali, enuncia queste teorie nelle sue tre opere più
importanti: critica della ragion pura, critica della ragion pratica e critica del giudizio.
correlazione con molti fattori (terreno d’incontro tra ragione e sensibilità, regola e
spontaneità). Anche per Fitt questo tipo di educazione è fondamentale per i diversi
sbloccare gli impulsi e verità più remote. Hegel invece riesce a trovare una sintesi tra
sempre come rispetto verso gli altri. Baumgartner tratta il rapporto tra filosofia e
poesia e suddivide il pensiero in logica ed estetica ( estetica come arte del pensare in
modo bello, scienza della conoscenza sensibile) vista come conoscenza aurorale e
non razionale, e verte alla conoscenza del carattere dell’oggetto, John Locke invece è
approfondisce gli aspetti legati alla psicologia, antropologia e psicologia, tutto volto a
conoscere i vari usi e costumi. La libertà dell’uomo sono i valori di quell’epoca, tutto
valore scientifico, si approfondiscono gli studi sulla matematica e la politica con Dorè,
Montesquieu che collaborò con l’enciclopedia politica studiando usi e costume delle
varie civiltà , per finire Rousseau vede una civiltà organica in cui l’uomo può
sembrava aver superato le grandi difficoltà, ma che è stato messo in crisi dalla
conoscenza hanno determinato gli esiti politici, grazie anche ad un florido sistema
nazionali.
sembra contare sempre meno ed è costretto ad accettare ciò che gli viene imposto.
Quando si parla di creatività bisogna tener conto che abbiamo a che fare con
questione dibattuta, anche in ambiti che esulano da quello artistico. Riguardo alla
all’etimologia, vediamo che: Genio deriva dal latino genius la cui radice si collega al
Ma chi crea?
demiurgo crea in nome delle idee: esistono idee antecedenti alla creazione, e
quest’ultima muove dal modello ideale. In questo modo si fissa il modello del buon
creazione attiva: colui che crea vuole creare e sa cosa creare. Il demiurgo Platonico
procede dal nulla, si limita a dare forma a una materia preesistente, così il genio
definita soltanto la seconda, che non era intesa come mimesi giudaica cristiana. Il
Si pone il problema del chi della creazione: non è fondamentale attribuire un nome a
chi crea perché Dio crea. Fu Giovanni Lombardo a creare, tuttavia, il sigillo d’autore
nella creazione, una cifra individuale e il fatto che questa stessa cifra sembra dover
trovare la propria fondazione in una fonte che le è in qualche modo estranea, sia essa
innato ci parla invece di una dote che, certo, si contraddistingue ancora come dono
divino.
Platone, nel libro X della Repubblica condanna l’arte in quanto copia di copia. Il
l’intero processo della poesia, avvicinandolo alla divinità da cui deriva. Se, dunque,
nel caso della copia di copia ogni passo mimetico della catena comporta
musa ispiratrice, essa sola è in grado di infondere ispirazione al poeta. È grazia a essa
che può nascere il buon poeta, tale perché ispirato e posseduto dalla divinità per
potere divino. Non solo, esso in questo processo viene privato dell’intelletto. Ai poeti
non serve la tecnica perché possono poetare soltanto in quanto non sono più se
Con Aristotele, invece, torniamo a confrontarci con le radici umane e con la nozione
dalle sensazioni. L’immaginazione entra in gioco sia nel caso del poeta che possiede
talento naturale, sia nel poeta che riceve per un periodo limitato il potere della mania
secondo la teoria degli umori corporei, all’ispirazione poetica: il prevalere della bile
nera indurrebbe una sospensione di senno che darebbe libero corso alle buone
creazioni. Nel Cinquecento sarà proprio la figura del melanconico che i poeti
ancora di fronte all’immagine del poeta che subisce la forza creativa: l’accento è
La tecnica, invece, viene liberata dai compiti servili per scoprire le capacità che sono
proprie di chi crea e non arrivano dal divino. Non basta essere in preda alla mania per
creare, ma si deve conoscere la tecnica. L’artista è colui che esercita il possibile,
Nel Settecento, nel secolo dei lumi, la riflessione sull’artista come interprete giunge a
quello fra natura e storia. L’interprete è colui che illumina nuove porzioni di mondo.
L’interprete stesso è natura, e la forza geniale che lo guida non viene attribuita
diderotiano.
Il metodo che egli sviluppa è quello che sospende le passioni soggettive per aprire
una relazione diretta tra lo sguardo e il mondo. Sulla base di questo rapporto diretto,
trasparente per portare il dono, qui la musa si rende visibile con un gesto singolare,
creatore, eppure impersonale: il genio sensuale vede nella natura una potenza da
incrocio fra ragione e sensibilità. Il poeta interpreta creando la natura. L’attore del
stesso.
Il Settecento è un secolo che eredita molte delle questioni sorte della celebre
L’abate Du Bos, nelle sue riflessioni critiche sulla poesia e sulla pittura, testo che
generato dal genio, vera e propria potenza estetica, cercando le ragioni del
sentimento contro le teorie moderne del progresso e il dominio delle regole dell’arte.
Ragioni che saranno fatte valere anche dal lato della fruizione, dove è il sentimento
del pubblico- e non l’intelletto erudito del critico- a costituire il principio del gusto
uomini d’ingegno senza essere geni, si può essere in grado di copiare l’opera sublime
del genio, ma non per questo si saranno raggiunte le sue altezze. Il genio è talento
naturale(attitudine che l’uomo ha ricevuto dalla natura) e applicazione( vi si giunge
Ma il genio è anche quel fuoco che innalza i pittori al di sopra di loro stessi, che fa in
modo che mettano l’anima nelle loro figure e il movimento nelle loro composizioni.
dimensione naturale che fornisce a quest’ultimo tutto ciò che può fisiologicamente
Charles Batteux, nel suo le belle arti ricondotte a unico principio , ci parla delle belle
arti che hanno per oggetto il piacere e si fondano sul principio unificante
dell’imitazione.
Se da un lato il genio imita la natura, dall’altro non deve imitarla tale e quale. Si tratta
di un’imitazione produttiva.
Il genio Batteuxiano non produce copie passive: il genio ha forza poetica, egli
Si fa strada l’idea che il genio non segua un modello ma che lo debba creare. Il genio
richiede un lavorio incessante che deve fuggire dal pericolo della ripetitività.
Abbiamo da una parte, gli uomini, che, per la maggior parte provano sensazioni vivaci
soltanto dalla percezione di oggetti che hanno un rapporto immediato con i loro
bisogni. Dall’altra, c’è l’uomo genio, colui il cui animo più capace, sensibile a tutti gli
esseri, interessato a tutto ciò che c’è in natura, non riceve idee che non susciti un
sentimento.
Le regole e le leggi del gusto intralciano il genio che le supera per elevarsi al sublime.
Non si trasgredisce per ottenere una novità qualsiasi ma per creare una regola nuova
e condivisibile.
Per Joseph Addison l’elemento della novità è primario: originalità e creatività sono
rasa, corredo messo a disposizione dalla natura ad ogni uomo: l’idea che il genio sia
Per Gerard il genio è invenzione, nella scienza come nell’arte, ben distinto dal talento.
Nella creazione artistica, che mira alla produzione del bello, la funzione di controllo è
svolta dal giudizio che veglia sulla coerenza dell’invenzione, e dal gusto, che ne
misura la bellezza. Per Gerard l’immaginazione creativa genera idee che hanno
eliminare il principio divino, componente ignota del processo creativo, che sembra
Per Kant esclusiva prerogativa del genio sono le belle arti. Il genio non è colui che
segue una regola, ma colui che la dà. Non esistono confini definiti, istruzioni precise
da seguire per la realizzazione di un’opera d’arte. Anche in questo caso il chi della
creazione è la natura; vale a dire, il genio che è nell’uomo e che non si identifica in
offre all’uomo la propria mano. Il genio è n tale to in grado di produrre qualcosa che
non potrebbe essere prodotto seguendo delle regole determinate. Non si tratta di
un’attitudine che non può essere insegnata: sua condizione necessaria è l’originalità.
L’originalità deve proporsi come modello, senza scaturire da modelli. Il prodotto del
genio concerne opere che non possono essere né reate né spiegate, dirà Proust.
Queste considerazioni faranno dire a Kant che vi può essere genio nell’arte ma non
nella scienza.
di pensare molto senza che qualche concetto possa esserle inadeguato. Emerge qui
un pensiero a-concettuale che rientra nelle possibilità dell’arte, un pensiero che
questo motivo si può parafrasare una poesia ma non il suo spirito. Kant definisce
l’idea sensibile anche come un pendant di una idea della ragione. Se quest’ultima è
La natura presta la propria mano al creatore geniale, essa lo fa per creare qualcosa
l’esperienza( orte, invidia, tutti i vizi, amore, gloria) in una compiutezza di cui non si
porta a pensare oltre il concetto, per esempio, l’amore, lasciandoci immaginare più di
quanto il concetto possa spiegare. Si assiste a uno scambio di ruoli tra immaginazione
deve adeguarsi. Nel caso del genio l’immaginazione è libera. Il genio può essere
sosteneva che non sarebbe corretto, quando il discorso verte sul genio, parlare di
rottura nel passaggio tra settecento e ottocento- Schelling , nel suo testo il sistema
principi, quello attivo, conscio dell’azione libera dell’artista, quello che l’artista può
scegliere di avviare e quello passivo, relativo alla dimensione naturale, che fa si che
l’opera ci appaia come se fosse stata creata inconsciamente, come accade per gli
oppure considerare il gusto come tale da essere sempre genio. Il primo caso
riluttanti dell’uomo comune. Il secondo caso pone l’accento sul fatto che se tutti
possono arrivare ad apprezzare l’opera d’arte allora vi è un po0 di genio in tutti. Due
nell’arte si possa dare il genio. Per il filosofo della volontà l’arte è conoscenza, è
Nel Novecento Henri Benson riconduce l’idea che un’opera d’arte possa preesistere
stessa del nostro intelletto, il quale sembra proiettare all’indietro ogni verità
cosa e l’idea della cosa non fossero create nel medesimo istante.
Gadamer indaga lo statuto dell’opera d’arte a partire dal fenomeno del gioco. Con
questo riferimento egli vuole caratterizzare l’essere dell’opera d’arte, non lo stato
dell’arte, un’esperienza che modifica colui che la fa. L’opera viene colta nella sua
creazione, figlia di una visione che comporta una visibilità segreta. L’arte ci ridona un
mondo che era già presente, ma un mondo al quale soltanto l’opera può dare un
senso.
definire quale sia quel certo senso per cui si può parlare di preesistenza dell’opera
d’arte. Egli distingue la nozione di virtuale da quella di possibile. Il possibile è ciò che
si realizza ed è legato alla nozione di reale. Il possibile e il reale sono distinti soltanto
entra in gioco la differenza. Il virtuale, per attualizzarsi, deve creare le sue linee di
attualizzazione.
Dino formaggio discute la figura del genio: il genio è natura proprio in quanto è
sensibilità, che non è commozione, ma è la potenza della materia. Il materiale parla
all’artista. Il genio possiede la tecnica, che si distingue dalla tecnica del mestiere.
Il Novecento sembra togliere al genio quell’aura divina. Si assiste alla nascita del
pensiamo a Wanrhol e al suo voler essere macchina: si pensa allo stile wanhrol prima
Il Novecento:
Il 900 come secolo dell’estetica non rimane la sola e semplice ricerca del bello, ma è
la raffinata coalizzazione delle varie arti. Mette in evidenza la società di quegli anni,
fatti ed eventi storici e in questi anni nuove abitudini mettono in atto nuove paure....
IL BENE CHE DEVE RISIEDERE IN QUESTA NUOVA SOCIETÀ STA NELLA SANA
Vita,Forma,conoscenza e azione.
L’estetica è semplice e coerente nella sua linea di sviluppo e a questi 4 filoni vanno
Intorno agli anni 60 avviene una rivoluzione e l’estetica assume una considerazione
entra in comunicazione con le masse, dai tempi di Giltey si riconosce che il 1800 non
è solo il periodo delle rivoluzioni ma anche il cambiamento della filosofia che vede
delle dissoluzioni nei propri schemi tradizionali per i cambiamenti sociali di vaste
tradizioni. Così l’estetica della forma diventa estetica mediatica: i media entrano nella
società e la forma artistica deve essere diffusa attraverso questi, infatti, L’estetica
l’affettività nel 900 lo sviluppo di questi aspetti è dovuto a psicologi, medici, teologi,
scrittore filosofi tramite l’analisi del “sentire”. In questo periodo si crede che
della vita nel 900, questo viene in accezione polemica. Kant riconduce il giudizio
non può derivare dall’esperienza: alla domanda se la vita abbia un senso Kant
afferma di non poter fornire una risposta di tipo conoscitivo. Tra coloro che hanno
creduto che estetica e vita fossero strettamente collegate troviamo William Diltein
1933-1911, ha colto tra 800 e 900 dei cambiamenti, sostiene che l’estetica 700/800
ha esaurito il suo compito e sono inadatte alla nuova situazione politica/sociale, nel
rivoluzione francese) e questi moti popolari non sono ancora fermi nel 1892,
l’estetica della vita quindi serve a comprendere verso dove la società sta andando,
grande crisi degli schemi tradizionali iniziata dal Naturalismo sull’esistenza umana. A
differenza di Hegel Diltei pensa che per capire il senso della vita bisogna strutturare la
realtà storica, lo storico ci dà il senso della vita.: I tre metodi dell’estetica tradizionale:
società.
Sembra che la crisi riguardi sempre gli altri senza rendersi conto che, invece, riguarda
tutti noi: ce ne rendiamo conto ogni giorno in quella che è la vita quotidiana, in quelle
che sono le promesse mancate, in quella che è la crisi ambientale, dalla crisi derivata
spirituale di cui avremmo bisogno e che nessuno riesce a dare. Nell’attuale dibattito
sulla crisi, due sono i filoni interpretativi principali, che richiamano a MARX e che ci
ripropongono inevitabilmente una sua rinnovata attualità: il primo è quello che legge
la finalizzazione come consegna della caduta tendenziale del saggio del profitto, e in
quest’ottica individua una lunga tendenza alla stagnazione, che comincia in un'epoca
apparentemente felice, ovvero gli anni ‘60 e ‘70 del ‘900. L’altra interpretazione
controrivoluzione monetarista degli anni ‘80 del 900, siano avvenuti profondi
un’economia fondata sul mercato e sulla moneta: sul mercato, nella divisione sociale
del lavoro, vige l'anarchia che può condurre a una realizzazione incompleta del
può interrompere la sequenza, per cui l’offerta trova il proprio sbocco sul mercato
quando i redditi pagati ai fattori della produzione vengono spesi. La maggior parte
dell’indagine marxiana nei tre libri del capitale è svolta su un presupposto: che le
merci siano vendute sul mercato a loro valore sociale o al loro prezzo di produzione.
Inoltre, nel secondo libro, MARX costruisce degli schemi di riproduzione, sia semplice
che allargato, dove dimostra che un sentiero in crescita è una possibilità. MARX
divide il prodotto sociale in due settori: il primo che produce beni capitali e il secondo
che produce beni di consumo, divisi, questi ultimi, in beni salario e beni di lusso. Il
valore prodotto da entrambi i settori viene scomposto nella somma delle sue tre parti
scala senza crescere. Nella riproduzione allargata, invece, essi investono in parte o
l’accumulazione. MARX afferma che il capitale può crescere nel tempo senza
nel lungo periodo è tutto e meno che garantita, visto che l’equilibrio impone che gli
caso. D’altra parte la probabilità che l’equilibrio venga infranto a causa dell’assenza di
un piano, apre soltanto la possibilità della crisi. In effetti, sostiene MARX, che le crisi
hanno luogo a partire da una caduta degli investimenti e questo deriva da una crisi
del profitto e spiegandone le ragioni. Su questo MARX propone, nei suoi manoscritti,
una serie di prospettive diverse, per esempio quella che viene definita la crisi ciclica
quella che viene descritta nella legge generale dell’accumulazione: se si assume una
composizione del capitale costante, una crescita sufficientemente rapida del valore
investito finirà con il premere sull’offerta forza - lavoro, rendendo il mercato del
crescita della forza produttiva del lavoro; tutto il resto, rimanendo uguale, cade il
produzione risparmiatori di lavoro, una risposta che finisce con l’incidere sulla
meccanizzazione riduce la quota del capitale variabile e, perciò, alla domanda di forza
esercito industriale di riserva dei lavoratori che possono essere immessi nel processo
immediato di valorizzazione. Si esercita così una pressione al ribasso sul salario, che è
plusvalore relativo, fondato a sua volta su una dinamica positiva della forza
produttiva del lavoro, il che è del tutto compatibile con una crescita del salario reale,
non è in contraddizione con l’espansione della quota del nuovo valore, che va in
favore della classe capitalistica. Un aumento del consumo reale della classe dei
lavoratori, proveniente dal lavoro reddito, si può ben esprimere in un valore della
forza - lavoro declinante. Si ha a che fare con quella che ROSA LUXEMBURG definì la
legge della caduta tendenziale del salario relativo, connessa con una contrazione del
salario come quota del reddito, un impoverimento relativo ma non assoluto. É vero,
però, che si possono delineare situazioni nelle quali le lotte salariali possono farsi
relativamente indipendenti dal mercato del lavoro, infrangendo la tendenza alla
però vista soltanto come una risposta alla compressione dei profitti dovuta allo
lavoro necessario. Si arriva così ad un aumento del saggio di plusvalore che è coevo
cercano di realizzare il massimo vantaggio dei vari metodi che hanno introdotto; in
forza di ciò la meccanizzazione è una leva potente nella regolazione del valore di
scambio e del valore di uso della forza - lavoro da parte del capitale ai fini della
massima estrazione possibile di lavoro vivo. Ma, il lavoro vivo, che è la sorgente del
valore del plusvalore, scaturisce proprio dall’uso della forza - lavoro che proviene
dagli esseri umani, in quanto lavoratori in carne e ossa. Esso è attaccato al loro corpo
che va, a sua volta, incorporato nel capitale. La dilatazione del lavoro morto
corrisponde ad una progressiva penuria del lavoro vivo nel lungo periodo, pur in
cioè, secondo MARX, avviene un incremento della composizione organica del capitale
capitalistica. La crisi è ora dovuta ad una composizione in valore che cresce più
interpretata da alcuni autori non soltanto come ragione della crisi ciclica del capitale,
ma anche come causa di una caduta secolare della profittabilità. Una tesi del genere
testuale sono dirimenti del discorso MARXIANO sulla crisi, che è rimasto sempre ad
uno stadio incompiuto. L’applicazione di dosi maggiori di capitale costante, ancor più
conclusione è la tesi che vi sarebbe un limite assoluto al pluslavoro che può essere
attivato da una popolazione lavorativa data. Per comprendere di cosa si tratta è bene
guardare alla composizione del capitale come un indice del rapporto tra, da un lato, il
lavoro morto contenuto nei mezzi di produzione, dall’altro lato il lavoro vivo speso
nel periodo. Questo rapporto viene approssimato dal rapporto tra capitale costante
potrebbe essere letto come colui che suggerisce, in sostanza, che il numeratore del
plusvalore o un sovra profitto, ed evitando, a loro volta, di essere espulsi dal mercato
dei competitori. Si tratta di una concezione dinamica della concorrenza che tende a
differenziare il saggio del profitto all’interno del settore, e che verrà ripresa da
JOSEPH SCHUMPETER.
Libertinismo:
L’insofferenza della natura e l’utopia politica crearono uno spirito avventuroso che
non ebbe molto successo. Giordano Bruno e Tommaso campanella furono due
Giordano Bruno fu perseguitato sia dalla politica che dalla chiesa, ciò lo portò a
politica a favore della spagna contro Napoli, partecipa a una rivolta, che viene
universale.
La controriforma della resistenza Italina si colloca nell’opera di Paolo Sabbi che
affronta il problema del rapporto tra chiesa e stato. Sabbi sostiene la sovranità dello
stato. Questo suscitò un conflitto tra Venezia e la santa sede. La polemica rimase
- Contrattualismo
Alla fine del 500 abbiamo Galileo Galilei con cui lo studio della natura si slega dalle
autorità politiche e religiose per far sì che possa essere considerata vera. Sottrae alla
teologia lo studio della natura per far spazio all’osservazione scientifica. Non vi era
La chiesa contrasta questa ipotesi perché andava contro le sacre scritture. Venne per
pensiero umano.
Medioevo e rinascimento:
propone una versione di arte molto ampia: arte come rapporto con la bellezza.
perfezione insuperabile. Sia nel medioevo che nel rinascimento vi è l’idea della
bellezza come inganno demoniaco. La bellezza può essere inganno solo se è
Differenze di pensiero:
nel rinascimento: l’artista è espressione più alta della scintilla divina che è nell’uomo
mistica ripetizione dell’armonia dell’universo. Queste idee danno vita alla diffusione
interroga su di esso.
Con le scoperte geografiche sembrava che l’asse si fosse spostato dal mediterraneo
nucleo della civiltà. Sulle rive del mediterraneo nacquero le grandi civiltà, la filosofia,
l’arte greca, i miti e le leggende che vivono ancora oggi. Al suo interno queste civiltà
erano destinate ad incontrarsi e scontrarsi a seconda del loro destino. Tra questi
Nel xxi secolo stiamo vedendo la crisi dell’occidente nella sua versione più ampia. I
abbiamo perso le radici culturali, abbiamo sostituito i rapporti tra uomo e società con
pseudo religioni legate ai diritti civili, al denaro, che segnano la fine economica di un
Karl Jaspers individuò nella schizofrenia una condizione che facilita l’apertura
Attraverso la parola l’artista coglie i cenni del sacro e li trasmette agli altri uomini.
Per Jean Paul Sartre l’oggetto dell’arte è l’immaginario. L’esperienza dell’arte è una
situazione presente.
Abbagnano e Paci consideravano l’arte come un ritorno alla natura e alla solidarietà
umana.
rinuncia alla metafisica di tipo fenomenologico dal quale distingue lo strato dell’arte,
1) I suoni
2) Unità di significato
3) Oggetti rappresentati
4) Mondo raffigurato
5) Qualità metafisica
6) Sublime
7) Tragico
8) Terribile
9) Sacro
La pubblicazione, nel 1950, della nota discussione di Stalin sui problemi della
linguistica diede spunto agli studi di Lukacs. Illusione e realtà riprende le teorie
bisogna attenersi alla parte di chi crea o di chi osserva. Quindi ci mettiamo dal lato
considera dall’esterno.
Lukacs dice che la critica letteraria deve essere scientifica, perché esiste una zona
posizione marxista.
carattere di organicità. Egli pensa che un testo poetico sia condizionato dai valori,
verificati in modo esclusivo a quel dato testo. La struttura tecnica dell’opera d’arte è
la visione di Berenson vira verso i principi della non imitività e costruttività delle
parte dal recupero dei contenuti nella musica dodecafonica e accusa la musica non
il precursore dell’analisi semantica dell’arte è Ernest Cassirer, che tenta un’analisi del
di cui tutte le funzioni umane non sarebbero che manifestazioni particolari ma, una
volta riconosciuta una natura simbolica di tutte le funzioni dell’uomo, diventa difficile
distinguerle filosoficamente.
poter giustificare una trattazione estetica di essa. Nel 1496 dice che nessun segno
estetico come tale, e il tentativo di isolare una speciale classe di segni estetici, appare
inevitabilmente un errore e finisce con il dare alla poesia una definizione puramente
approssimativa.
teoria specifica, sorta a proposito della musica, secondo cui la musica sarebbe non
Un altro concetto primario è l’illusione primaria, ovvero la nota distintiva di ogni tipo
di arte. Così nella musica e l’illusione da essa suscitata è un tempo virtuale, cioè una
qualità di tempo che non deve essere confuso né con quello cronologico, né con
teoria filosofica assolutamente vera, bensì ogni filosofia deve scegliersi un’ipotesi
sulla quale costruire la propria teoria. Egli sceglie l’ipotesi contestualista, la quale
La Geopolitica:
La sua storia risale alla fine dell’800, studia il rapporto tra individuo, stato e territorio
Dalla caduta del muro di Berlino la geopolitica ritorna in uso, perché in precedenza
venne ‘’bloccata’’ dai regimi totalitari, anche se in sordina durante tutto il 900 ci
furono dei numeri ingenti di scontri, invece oggi la geopolitica serve a spiegare i vari
Oggi si tende a parlare di essa senza avere spesso la cognizione del giudizio, anche
perché riprende tantissimi campi come economia, guerra organizzazione ecc... tutto
La Camera Regionale
Era una camera diffusa in Sicilia e diveniva dedita alle regine e attenuava le difficolta
gestionali dell’impero, regalata sempre dal consorte ed equivaleva ad uno stato nello
stato, presentava addirittura dei funzionari, ma finirà tutto alla fine del 500, per via di
questo tipo di economia era influenzata dai tempi e anche dai vari regolamenti sul
difficile da gestire anche per via di una serie di problematiche legate ad epidemie,
guerre e tasse, perciò già all’epoca la gestione della camera regionale in relazione ai
paesi dove si esportavano queste materie prime creava problemi alla Geopolitica di
allora.
un epoca dove l’estetica è già un pensiero consolidato, si pensa che l’artista possa
slegare la coerenza di tutti i valori per dare priorità a ciò che vuole, questo difatti
parte da tempi immemori come l’Iliade e l’Odissea alla divina commedia con la
presentazione di Ulisse, al Don Giovanni ecc... tutto fatto per oltrepassare dei valori
cui opera “Rinascimento e Barocco” segna l’inizio di una riflessione sui limiti della
forma, destinata a coinvolgere molti altri studiosi. Secondo lo storico i due contesti
concettuali, in apparente contrasto tra loro: mentre il primo è legato al rispetto delle
semplicemente nel contrasto tra due stili differenti, ma nel fatto che nel Barocco
forma attuato però con piena consapevolezza. Afferma PERNIOLA nell' “estetica del
‘900” che, spinto da un’istintiva ripugnanza per ogni delimitazione precisa, il Barocco
cerca di riprodurre, attraverso mezzi artistici, l’effetto del sublime: esso tende verso
travolge l’identità singola e getta chi la prova in un abisso nel quale ogni vita
contrasto tra luci e ombre, il dissolvimento dei contorni, il rifiuto della simmetria: a
formalmente nel coprire alcune parti essenziali. L’esperienza della forma barocca non
ampio: là dove l’elemento singolo non può essere incatenato nella massa esso viene
forma barocca è nata da un’idea della materia vista come qualcosa di succoso e
molle; la massa informe irrompe ovunque. Sembra che lo storico opponga alla forma
classica non tanto un’altra concezione della forma quanto la materia senza forma, la
“Concetti fondamentali della storia dell’arte”, nella quale il classico e il barocco sono
privilegia una rispetto l’altra ma si sforza di individuare i loro caratteri in modo più
possibile oggettivo. La lotta tra la forma e la materia sembra aver lasciato il posto al
confronto tra due tipi differenti di forme, ciascuna delle quali correlata con una
particolare concezione del mondo. Ciò che importa dello storico è proprio
visiva non sono qualcosa di esteriore, ma diventano quasi condizioni delle possibilità
delle esperienze estetiche. Sembra così che WOLFFLIN voglia estendere all’estetica
un uso del termine forma che KANT aveva limitato alla conoscenza. Per quest’ultimo,
infatti, si può parlare di condizione a priori dell’esperienza solo nel caso dello spazio e
del tempo, forme della sensibilità, e delle categorie, forme invece dell’intelletto. Le
idee estetiche non possono svolgere una funzione analoga alla forma della sensibilità
universalità non dipende dalla sensibilità. Per WOLFFLIN, invece, classico e barocco
costituiscono quasi degli a priori storici, non tutto è possibile in ogni tempo e le
realtà; il vedere per linee è essenzialmente differente dal vedere a macchie. Il lineare
e tattile perché vede i limiti degli oggetti, conferisce a chi guarda di toccare i margini;
forma dissolve la continuità dei contorni. La prima pone enfasi sulla realtà del mondo,
stessa, viceversa la forma aperta tende a superare in ogni parte sé stessa e vuole
I sofisti:
L’attività speculativa e didattica dei Sofisti ebbe inizio verso la metà del V secolo,
periodo di pace e progresso civile per la società greca. Se invece guardiamo i periodi
anteriori e posteriori vedremo delle crisi sociali atte a stimolare il pensiero. L’antitesi
tra individuo e comunità si risolve nella realizzazione dei caratteri tipici: l’universale al
di sopra del singolare. Dopo le guerre la religione iniziò a dissolversi nel mondo della
relatività.
mondo greco. I Greci si sforzarono affinché il loro sapere e la loro arte si diffondesse:
- Scuola classica
Fin dall’antichità greca certi aspetti del fenomeno religioso sono stati messi in
umane alle fonti stesse del divino. Tali fatti erano esposti alla critica razionale. Nel VI
secolo a.C. le immagini degli dei erano indegne; avevano attribuito agli dei tutto ciò
che tra gli uomini era considerato obbrobrio (inganni, furti, ecc).
Eraclito prende di mira i miti, semplici simboli della verità. Sono un rivestimento
popolare di una verità divina. Il mito per Platone è una favola che porta
insegnamento. Aristotele dice che i miti non indicano mai le cause logiche, lo sforzo
per cogliere l’essere divino. Ogni religione può essere concepita come condizione
comune a tutti gli individui, poiché si basa sul corretto esercizio della ragione.La
religione romana era connessa al culto, l’atto di culto fu l’oggettivazione del sacro. Il
romano non deve smettere di agire, seppure in modo onesto.Il cristianesimo rovescia
il proprio Dio.
nei concetti del sacro. Comincia l’epoca della fede religiosa, di una verità esclusiva,
Siracusa , scoperto nel 1961, ha a che fare con il megalitismo in Europa così come nel
Il suddetto Dolmen è posto sotto vari dubbi in merito all’utilizzo, si presume che
possa essere stato come sepolture che appartengono alla popolazione autoctona
dell’ Eurasia invece c’è chi sostiene che appartiene alla popolazione autoctona
siciliana che ha avuto influenze per via delle invasioni, questi sono monumenti che
sensibilità artistica e letteraria, sul modo di essere delle persone, delle élite, dei ceti
emergenti.
divenne simbolo dell’epoca: lotta nel nome di ideali antichi che vede lontani nella sua
la crisi rinascimentale della riforma religiosa; l’arte si avvia verso il Barocco con
che si scontrarono contro l’aristocrazia e il re. Machiavelli getta le basi dello studio
moderno della politica che agli anglosassoni sembrava distorta. Nel campo cattolico
come appello ai principi di farsi guidare dalle virtù cristiane stabilite dalla chiesa,
Arte e contesti:
Frederich Schelling sosteneva che la filosofia artistica fosse il pilastro della filosofia,
ciò contrasta con i filosofi contemporanei. L’estetica occupa un posto centrale nella
filosofia; la filosofia dell’arte ha occupato un posto tra filosofi come Kant, Nice, Hegel
e Schopenhauer.
Perché questo legame tra arte e filosofia? Sia l’arte che la filosofia hanno valore
Sia l’arte che la filosofia sono prodotti significativi dell’animo umano, radicati nelle
varie culture, e che testimoniano tali culture con una forza e una chiarezza senza
eguali.
Oggi l’arte svolge funzioni che prima erano collegate alle religioni: dirci qualcosa di
L’esperienza del capire un’opera letteraria può favorire una comprensione di valore
Se Dio esiste, quale modo migliore di suggerire la sua presenza donando agli esseri
umani la capacità di apprezzare e creare opere d’arte che sembrano sollevarli dalla
Le persone sono interessate a ciò che l’arte ha da offrire sul versante produttivo e
ricettivo.
individui sono portati a pensare e a interessarsi alla filosofia estetica senza essere
filosofi.
Per il contestualismo le opere d’arte sono radicate nella storia. Non hanno proprietà
il contesto storico fosse diverso, l’opera stessa sarebbe diversa perché l’enunciazione
L’empirismo afferma che l’essenza di un’opera d’arte risiede nei suoi aspetti
a prescindere dal modo in cui sono impiegati. Lo strutturalismo è quindi una forma di
manifesta.
Il relativismo si basa sul valore estetico che possiamo dare all’opera d’arte.
- L’intenzione
- Il significato
- Il contesto
Il decostruzionismo sostiene che non ci sono significati stabili perché ogni discorso si
limiti.
Più rendiamo stabile il contestualismo meno saremo tentati di cedere alla forza
Se estraniamo gli oggetti dal loro contesto umani essi perdono di significato e
L’arte è qualcosa che viene fatta. Il significato artistico è correlato alle ipotesi del
pubblico che osserva. Quindi per poterla apprezzare si deve contestualizzare. Ciò che
l’opera significa non sempre coincide con ciò che l’artista può aver voluto intendere.
Uno dei principali scopi dell’arte è ciò che ci mette in relazione con essa e da cui ogni
Il loro valore e il loro significato sono identici. Nella scienza ci interessa il contenuto,
Identità Siciliana:
di città come la stessa Augusta, Gela e Altamura, lui visse in una corte itinerante fino
molti segreti e fatti poco chiariti, come il rapporto tra lui e i templari,
castelli ( che avevano funzione strategica ) davano ai sovrani anche varie risorse.
parla di una congiura per dare importanza al figlio, qui iniziano i misteri che
templari, qualche anno dopo viene incoronato come principe di questo grande
impero, rientrato in Sicilia riallaccia i rapporti i rapporti con i vari ordini cavallereschi
(loro stessi erano interessati ad avere il ‘’controllo’’ dello stretto di Messina per via
dei traffici commerciali) come quali Teutonici, Ospitalieri e Templari. Con la salita al
per una crociata in oriente, una volta tornato iniziano le prime ostilità nei confronti
persistere a corte con ottimi rapporti, nel 1239 il papa scomunica per la 2° volta
l’imperatore revocando perfino la corona, la situazione era così grave che il principe
non sa più di chi fidarsi, 5 anni dopo Federico si ammala morendo poco dopo.
via di varie vicende legate al mondo dell’Islam, come la convivenza con questo
popolo.
Augusta città fondata da Federico divenne molto florida e ricca di scambi commerciali
e culturali, lui imposto il Castello con un concetto strategico per controllare il
territorio, tutti i suoi edifici ebbero questa finalità, Il mondo di Federico fu ben
Per molti versi questo personaggio fu considerato un innovatore per i suoi tempi, ma
fondatore della scuola di Palermo (scuola di lettere), lui venne intitolato come
‘’Stupor Mundi’’ in quanto uomo dai molti interessi, dalla scienza alla matematica, si
Una categoria estetica può essere intesa come una guida capace di orientare
nell’insieme di connessioni tra i diversi campi del sapere, che indirizzano alla
giustificazione. La categoria coinvolge così tutti i generi e si rivolge a tutti gli oggetti
delle arti con le sue gerarchizzazioni: si ricorda nel ‘700 il dibattito in cui si discuteva
delle belle arti: tutto ciò perché il sistema pluricategoriale riesce ad inquadrare, se
di valori, intimamente legato a quella che è la crisi del bello e dello sviluppo della
istanze che l’arte pone, aprono a nuove prospettive che coinvolgono la ridefinizione
di opera d’arte, di oggetto estetico e di fruizione e valutazione dell’opera. Prima di
bello, dove a bello viene attribuito il significato di valore estetico; sarà dunque
difficile fare riferimento ad una vera e propria categoria estetica fino a quando
affine come quello di svalore estetico. Sarà anche necessario comprendere che le
categorie estetiche non sono solo degli insiemi entro i quali catalogare elementi
dell’arte, ma sono dei veri e proprio principi che possono essere giustificati partendo
dal sistema arte, e soprattutto dalla storia dell’estetica e delle sue forme strutturali.
oggettivistico dove il valore estetico si fonde con l’ambito della fruizione e dei vari
modi che essa incarna di fronte all’opera d’arte. I valori estetici devono comprendere
una molteplicità di aspetti, messi in rilievo anche dai diversi contesti, non ultimi quelli
storici, sociali, e culturali. Non si può parlare di bello proprio perché esso non
non si può circoscrivere facilmente: esso si lega alla crisi del bello, all’emergere di
istanze che si rifanno a società diverse, a pluralità di valori, che l’arte stessa sembra
dividere, e alla separazione tra estetica, arte e bellezza. Da una parte si tende a
poichè si potrebbe contare tante unità quanto sono le opere d’arte che presentano
possibilità che esse possono volere solo per un determinato periodo, dall’altro
volta, a semplici forme e variazioni del bello. Difficilmente è stata tentata una
catalogazione completa di sistema categoriale: tra i pochi CHARLES LALO tenta di
offrire all’inizio del ‘900 uno schema riassuntivo, integrando una posizione
psicologistica con l’oggettivismo dei valori. Per LALO le categorie estetiche possono
brutto, invece, LALO non riconosce un valore autonomo e lo definisce, per esempio,
inestetico. Solo al brutto di natura egli attribuisce un ruolo vivificante: in definitiva ciò
che è brutto nell’arte rimane sempre brutto. Il brutto non è soltanto un’assenza di
non è solo senza tecnica, ma ciò che suppone una tecnica mancata. In conclusione, il
‘900 vive il privilegio di poter usufruire delle istanze di un percorso categoriale già
ben consolidato dall’estetica del secolo precedente. Non sorprende che MAX
mondo estetico nel momento in cui il bello tramonta definitivamente, quale unica e
indiscussa categoria estetica. Dice DESSOIR che il bello è solo un caso privilegiato di
che qualche volta lo sia, come nell’arte classica, la sua presenza è diversa, ad
l’estetica ha smesso di essere solamente la teoria del bello o del buon gusto: essa da
un lato ha stabilito e mantenuto vari rapporti con l’arte, la letteratura, senza limitarsi
dalle frontiere più particolari, affrontando i temi della vita singola e collettiva. Essa è
con quella che è la caotica e complessa società del XX secolo. L’estetica è stata uno
pensare ad un mondo diverso da quello in cui viviamo, che sembra aver rinunciato
alla risoluzione effettiva dei problemi affidandoli al caso. L’estetica novecentesca può
forma sono legate alla critica del giudizio di KANT, e conoscenza e azione sono
derivanti dall’estetica di HEGEL, ci dà anche la misura per cui l’estetica sia in realtà
semplice e coerente nella sua linea di sviluppo e che accanto a queste considerazioni
Tutte queste 4 aree trovano la fioritura nella prima metà del ‘900, e intorno gli anni
‘60 avviene all’interno di ogni singola area una sorta di rivoluzione. Per esempio,
l'estetica della vita assume una caratterizzazione politica perché avviene una
società facevano sì che quella forma, anche nell’arte, doveva essere un qualcosa che
doveva essere diffuso. Così come l’estetica conoscitiva, era intrisa di scetticismo, e, al
doveva farlo con la maggior parte delle persone. L’estetica è oggi presente nella
biopolitica, nella mass mediologia, nella teoria della comunicazione, ma anche sui
social, dato che il mondo di oggi parla anche attraverso foto e video. La dimensione
Al di fuori di tutti questi schemi c’è anche un’altra caratteristica importante, che è
collegata a queste vicende, che è il sentire, la quinta area, che si può definire
Durante l’Impero di Carlo Magno, conti e marchesi svolgevano compiti civili e militari
frutti anche i loro eredi. Il re e i suoi fiduciari erano legati dal vincolo di vassallaggio,
Medioevo le proprietà terriere dei signori erano organizzate in vaste aziende, le corti
divise in due parti, una detta DOMINICO, gestita dal proprietario, l’altra chiamata
cioè delle giornate di lavoro da prestare nella terra del dominico che avevano
servi domestici. Il significato sociale era quello di controllare gli uomini e stabilire
curtense mirava infatti ad avere un autosufficienza che non era un sistema chiuso,
il XI secolo nacque e si diffuse uno schema ideologico che suddivideva la società in tre
con le armi la sicurezza generale; 3. i Sacerdoti, che pregavano. A ciascuno di essi era
l’impegno del mestiere delle armi e della guerra: fin da ragazzi erano sottoposti ad un
dell’Imperatore, per quasi un secolo, fu oscurata dall'emergere dei poteri locali. Nel
962 divenne imperatore il re di Germania Ottone I di Sassonia, che già era riuscito a
rafforzare l’autorità, indebolita dai ducati regionali. Fu il re del Sacro Romano Impero
Germanico, che si estendeva dalla Germania all’Italia, quindi diverso dal Sacro
Romano Impero di Carlo Magno. Con il PRIVILEGIO DI OTTONE egli fece sì che la
nomina del papa dovesse essere convalidata all’Imperatore e che il papa dovesse
introdurre una rigida moralità nella vita del clero: i CLUNIACENSI riconoscevano la
sola autorità del papa e adottavano una regola benedettina con delle modifiche, che
dava una prevalenza alla preghiera e allo studio rispetto a quello che era il lavoro
benedettina l’obbligo del lavoro. Nel 1066 il Duca di Normandia sbarcò in Inghilterra
e si scontrò con gli anglosassoni e fu nominato re: il suo potere nel regno si affermò
che si estese fino alla Sicilia, che divenne il fulcro del loro regno. Nel secolo
guerrieri che si mettevano al servizio dei signori locali in cambio di terre. Nel 1061
Sicilia Ruggero II. Nacque così una nuova realtà politica caratterizzata da una parte da
un ordinamento su base feudale e, dall’altra, che arriverà con Federico II. A partire
dal XII secolo si pone l’attenzione ai re cristiani al nord della Spagna perché iniziò la
debolezza per il mondo islamico, che era anche diviso, e con la conquista di Toledo,
nel 1085, l’espansione si accelerò e portò alla sconfitta i musulmani. Nel corso di
questo processo storico emersero due entità politiche importanti: il regno di Castiglia
Nel XI secolo l’Impero Bizantino, che era la parte orientale dell’ex Impero Romano
crollato nel 476, si avviò ad una fase di declino preparato dalla pressione dei vari
accolto dal papa, che sperava in un accordo tra le due chiese dopo lo scisma, che nel
1054 aveva separato la chiesa di Roma da quella Greca. Nel 1095 il papa invitò i
cristiani a unirsi e mobilitarsi per liberare il Santo Sepolcro: questa serie di iniziative
Pitagorismo:
Non è una semplice eteria di tipo antico che raggruppa maestro e discepoli su un
piano di relazioni personali ma è una vera scuola che prende la forma di una
confraternita religiosa consacrata al culto delle muse e, dopo la morte del suo
I sofisti sono riusciti nella formazione dell’uomo politico: dopo la crisi della tirannia
Atene si anima di un’intensa vita politica (attività più nobile dell’uomo greco). Il
valore dell’uomo si afferma nella vita politica. I sofisti mettono il loro insegnamento al
Arnheim piuttosto che chiedersi, come abbiamo fatto noi, che cosa è l’arte, individua
comune: non come una qualità distintiva agli oggetti naturali, bensì limitatamente ad
altre rappresentazioni. L’uso che della parola fa il poeta, per esempio, non è lo stesso
che ne fa lo scienziato: la diversità delle arti è data dai media che hanno
impongono quelle che si possono definire delle restrizioni sensoriali. La differenza tra
mondo e immagini del mondo, tra realtà e rappresentazione, sta all’origine delle
possibilità artistiche dei vari media. Il fine dichiarato, per la stesura del libro “Arte e
percezione visiva”, era quello di applicare, o meglio utilizzare, i principi della gestalt
per l’analisi dell’arte visiva; non più quindi i nuovi media ma media artisticamente
consolidati. Durante il lavoro, Arnheim voleva essere convinto che gli strumenti, a
quel tempo disponibili, non erano sufficienti per trovare alcuni dei più importanti
problemi riguardanti le arti, soprattutto quelli visivi. Per questo intraprese degli studi
il movimento, che dovevano naturalmente servire a colmare alcune lacune nel tipo di
sopra, perchè al pittore non serve andare poi a spiegare che l’effetto, ad esempio,
il mezzo pittorico, può funzionare come risposta ad una domanda: la pittura, che
nella modernità si era andata configurando come prototipica delle arti, e che, nel
‘900, aveva avviato le rotture più radicali rispetto alla tradizione, è infatti da tempo
intellettivo, che nella ricerca psicologica la cosiddetta percezione visiva, quella più
partire dalla analoga immagine dipinta e immagine della retina. L’arte di cui si parla in
l’arte in generale, non solo perché le altre arti, quelle visive e non visive, sono
fare e fruire arte sono comuni a tutte le arti. Freud, per esempio, affida ai suoi lavori
sull’arte il compito di spezzare quello che era un isolamento iniziale della psicoanalisi,
fatto che suggerisce sia stato pensato anche dallo stesso Arnheim. Esplorare la
sì alla psicologia dell’arte, ma i concetti teorici elaborati a questo scopo hanno una
dell’arte per Arnheim è, dal suo punto di vista, psicologia generale, niente di meno
niente di più: una psicologia che studia le interazioni della mente con la realtà,
tenendo sempre conto della distinzione tra processi e prodotti della mente. Il
concetto di rappresentativo elaborato per le arti, ma che non esaurisce la sua portata
processo unicamente sul prodotto. Il concetto che riguarda il fare poi chiama in causa
i processi organizzativi già elaborati dai gestaltisti, risulta essere poi un affinamento
troviamo il concetto rappresentativo che è la vera chiave di volta della sua psicologia.
una qualità formale, generale, della testa. Sembra che sia stato raggiunto
modo superficiale già l’estensione che subiscono i concetti nominati nel titolo. L’arte
viene presa da Arnheim nella sua continuità, anche solo parziale, con i prodotti della
che sono gli angusti schemi funzionali e rivela uno spettro di pertinenza che abbraccia
Conversazioni di storia 1:
Il mediterraneo è una comunità in cui tutto sembra essere interconnesso. Tra l’8000
e il 2000 A.C nasce il mediterraneo e con esse le prime forme di agricoltura e i primi
allevamenti di bestiame. Intorno ad esso esiste una civiltà fatta di incontri e scambi,
una molteplicità di culture che parte dagli inizi. Le isole del mediterraneo sono
propulsione. Da qui l’importanza che ebbe la Sicilia, in particolar modo, Siracusa per i
greci. Fu il primo stato dl mondo greco. L’imperatore Bizantino, Niceforo Foca, diceva
di avere il comando delle onde del mare perché a capo della potenza marittima di
paludosa)
Questo esempio per comprendere che le malattie si ripercuotono nelle società del
tempo allo stesso modo in cui lo fanno adesso e che esistono confini delle zone
L’impero Bizantino:
il mediterraneo per i bizantini era detto il pelagos, ovvero alto mare. Legato
all’impero dall’idea militare di esso. L’impero bizantino era nato grande e fragile sin
dalle sue origini. Univa l’Europa, l’asia e l’africa. Riuscì a riunire tutto l’Impero
Romano.
Abbiamo anche un mediterraneo islamico, con i suoi due imperi, Arabo e turco
ottomano. La comparsa del mondo islamico muove la bilancia dei poteri, soprattutto
nel commercio. Tra i due regimi si instaura una tacita tregua, ma le aree di conflitto
hanno straordinaria continuità, come possiamo riscontrare oggi con i conflitti tra
consumi, le impostazioni statali, il diritto, la scrittura, ha dato gli strumenti del tempo,
CONVERSAZIONI DI STORIA 2
Si tratta di un dibattito tra storia e attualità. Le elezioni americane del 2021 hanno
su queste due tendenze che hanno caratterizzato i primi decenni del XXI secolo.
Ovvero, da una parte il globalismo, che ad un certo punto entra in crisi, cioè l’idea di
un mondo unipolare con un'economia unica che si fonda sul predominio americano
entra in crisi ricevendo risposte varie in molti paesi del mondo venendo denominata
confini e, soprattutto, una critica diretta a quello che è il modello del capitalismo,
che, dall'altra parte, sembra dibattersi in una crisi irreversibile che è stata aggravata,
cui l’umanità cerca di capire quale direzione politica prendere e, dall’altra parte, tutti
covid ; tutto questo fa sorgere nella mente delle persone molte domande che
quello che era una sorta di mondo ideale, dove il predominio dell’economia avrebbe
nazionalismi che facevano scontrare entità che la pensavano in maniera molto simile
momento di confusione, quello che può fare l’umanità è fare una riflessione ad
ampio spettro, cioè, tra queste due vie, nella crisi della globalizzazione e nella crisi,
anche, delle risposte alla crisi della globalizzazione, bisogna quantomeno intravedere
una terza via che impone una riflessione che, riesaminati tutti i concetti di populismo,
forme ideologiche del XXI secolo, per trarvi una via che, in un momento assai difficile,
hanno portato anche al terrorismo, ma non nasconde certe altre forme che possono
essere interessanti, ovvero quelle della libera circolazione delle idee che è un ottimo
contrattacco a quello che è l’ovvio potere mediatico delle grandi strutture che
e confrontarsi tra loro, dando anche una riflessione successiva su quali possono
parte del secolo scorso per comunicare qualcosa utilizzava la cabina telefonica, oggi
cambiate con i social media, internet, con quella, quindi, che è la continua
terza via, tra globalismo e sovranismo, vuole tutelare la specificità delle culture,
un pensiero unico che ormai, come i pensieri unici, diventano totalitari, e spesso
raggiungono delle derive grottesche: l’idea che il mondo possa essere governato da
un pensiero unico e dal politicamente corretto ha avuto risultati devastanti. Ecco che,
la globalizzazione, che era pensata per una forma di libertà universale non aveva
fatto altro che riproporre, su base globale, tutto una serie di schemi che
può esservi una via estetica, filosofica, storica, una via di mezzo, una forma sintetica,
della comunicazione che, non solo ha mostrato cosa erano davvero le nostre società
realmente, cioè tutte le nostre problematiche. L’Occidente non era il regno della
felicità e, per una volta nella prospettiva globale doveva confrontarsi con tutti gli altri,
che non erano migliori ma eravamo tutti nello stesso grande gioco, in cui diverse
culture erano sul terreno di gioco. Chiaramente problematiche del genere devono far
riflettere su un approccio geopolitico; quindi, sul fatto che il mondo di oggi non è più
un mondo unipolare bensì multipolare, dove gli attori in gioco non sono solo le grandi
potenze. In un mondo sempre più complicato, dove entrano in gioco fenomeni come
deve dare una risposta che sia globale o locale deve fare una riflessione di tipo
culturale, ovvero quali sono le energie che mettiamo in atto in un momento di crisi.
le tradizioni, e da un’altra parte una giusta reazione sovrana di molti paesi ed entità
potrebbe far sì che si potesse verificare una tutela delle specificità culturali,
ovvero: possiamo trovare una terza via che, a partire dall’occidente, mette in
comunicazione realtà diverse tra loro e ripensare ad un approccio verso il futuro che,
al giorno d’oggi, non si vede. Quello che si vede oggi è un’assenza di questa
riflessione, quasi come se si ha paura di mettere in discussione quelli che erano dei
dettami totalizzanti della globalizzazione, del pensiero unico, che hanno costituito
l’ossatura portante degli ultimi trent’anni, però è chiaro che la storia va avanti e non
si può fermare a determinate celebrazioni come la caduta del muro di Berlino, che
avrebbe dovuto segnare un mondo felice, senza guerre, invece è nata un’epoca di
grande inquietudine dove l’aspetto economico ha sopravanzato tutto, con l’idea che
determinate crisi di sistema. Queste crisi sono molto pericolose perché quando gli
imperi si battono alla fine i conflitti sembrano l’unica via d’uscita per poter ripartire, e
tutto questo, naturalmente, spesso accade senza filtri, senza corpi intermedi, come
Conversazioni di storia 3:
Storia ed attualità, le recenti elezioni americane hanno portato alla luce il confronto
questo è contestato. Da una parte il globalismo, con la sua idea di mondo con in
economia e pensiero unico che si fonda sul predominio dell’Occidente, entra in crisi e
viene denominata populismo dalla tendenza opposta che critica il modello capitalista
che dal 2008 sembra essere in evidente crisi soprattutto dopo la pandemia. Vi è un
seguire (Es: Brexit). Le critiche della globalizzazione impongono una riflessione: essa
populismo si può individuare qualcosa che unisca le due forme ideologiche per
fatto si che ci fossero molti errori tra i quali l’esportazione della democrazia con le
terrorismo, nonostante ciò ha fatto anche si che ci fosse la possibilità della libertà
della circolazione delle idee, le tradizione e le culture di popoli diversi hanno potuto
universale non ha fatto altro che porre schemi passati a livello universale. Si cerca
all’interno della storia una risposta dove si può analizzare che le Potenze sono
molteplici come la Cina la quale gode di un’identità forte, Russia dove le tensioni dalla
globalizzazione non hanno fatto altro che avvicinare le potenze quali Cina e Russia
che sono potenze orientali, Pakistan, Turchia e altre sono potenze centrali nello
globalizzazione bisogna mettere insieme tutto ciò che vi è sul campo culturale,
non mette in discussione, per timore, le ideologie del pensiero unico. Il credere che
l’economia potesse risolvere ogni conflitto si rivela falso e gli stessi intellettuali
diventano persone che si adeguano all’idea che ci sia un un’oca strada tralasciando
l’ottenere una coscienza politica. Altre strade si crede siano possibili come, tenendo
passato che ci lasciato profonde riflessioni sull’esistenza, della ricchezza dei punti di
vista a livello globale che non voglia omologare qualcuno ad un modello di tipo
POP ART:
Movimento artistico collettivo che rivoluzionò il concetto artistico del 900, creando
anche grande sconvolgimento delle masse, entrarono in gioco anche i giovani che si
mobilitarono come nuova categoria, cosa che non era mai successa prima di quel
periodo. La pop art si nutrì e alimentò tutti i fermenti culturali del mondo
in pelle, articoli amati dalla categoria giovanile. Dal punto di vista cultuale si
affermarono, negli ani 50, Poeti e scrittori che andarono contro la tradizione
dell’epoca come Bukowski e KEROUAC, il quale faceva parte della corrente della pop
art prendendo come modello l’immaginario collettivo delle masse, bellezza diversa da
benvoluto, di successo. Quando il Rock and roll si forma il popolo necessita di un eroe
che incarnasse questa tipologia musicale, il primo fu Bill Haley con la Rock and Round
Clock che si ritrova nel film American Graffiti e Happy days. Haley fu quindi il primo a
portare il Rock in Europa. Memphis Nel 1954 ci fu la nascita di una nuova casa
musicista che potesse abbattere il confine tra cultura bianca e nera e lo trovò per
caso Elvis Presley che ottenne subito un contratto. Presley ruppe quindi il confini tra
queste due diverse culture nel giro di due anni, dal punto di vista della Pop art fu
importante per i suoi ruoli cinematografici che lo resero un simbolo della cultura
popolare insieme a Marylin Monroe, icone che diventano di consumo ES: pubblicità.
La pop art comprese il grand e cambiamento, Lichtenstein divenne il famosissimo
pittore e disegnatore dei “punti e linee” e i suoi fumetti che diventano proprio delle
pubblicità dei prodotti di consumo. L’America si avviò verso la guerra del Vietnam, al
conflitto razziale e alla società di massa fattori ai quali la pop art reagì con nuove
precedenti, optando per il minimal, l’arte concettuale ecc... Corrente artistica che
caratteristico degli USA. Un nuovo concetto d’arte e culturale del 20 esimo secolo ma
questa visione tipica dell’occidente che ben presto si propagò anche in Europa che
venne, per così dire, americanizzata. La pop art si nutre del gusto popolare sui mass
media e sulla moda, nella fase iniziale prima a New York e Londra che divennero le
nuove città d’arte, poi, negli anni 60 si propagò in altri centri Europei. Gli impulsi
assumono il valore di amato/che ha radici nella tradizione delle masse. Il termine Pop
art, infatti, etimologicamente deriva dal consumismo tipico della società massa
Questo fattore portò ad una ristrutturazione della domanda sui beni di consumo che
di classe. I contenuti della Pop art si basarono sulla quotidianità, rifletterono infatti
sensi e una nuova forma di rapporti sociali. I mass media contribuirono notevolmente
universale ogni forma d’arte. L’inquietudine dell’ espressivo venne sostituito alla
chiarezza intellettuale e l’ordine concettuale della Pop art con segnali esteriori del
molti artisti stravolsero i criteri di comprensione e di calcolo nella pittura con l’action
La frattura dell’unità cristiana ha avuto come conseguenza, nel XVI secolo, ha avuto
organismo cristiano, la regione si instaura come unico giudice delle azioni dell’uomo.
L’uomo, soggetto razionale, rivolge uno sguardo nuovo ai problemi del sacro, libero e
più attento ai propri desideri e alle proprie esigenze. L’ampliarsi di fenomeni religiosi
con un’umanità allo stato selvatico declina un’altra dialettica dell’uguale e del
nella natura. Il fascino per il selvaggio provato dagli europei per il selvaggio deriva da
un ritorno alle fonti dell’umanità. Più che come reale apertura verso l’altro, la
Storia e metafisica sono due chiavi con cui leggere la religione. L’alleanza tra
sacro precede la storia, le religioni sono contenute in essa. Tuttavia, il confine tra
sacro e religione è sfumato. La dimensione del sacro non riguarda la sfera liturgica e
superiore. La cultura occidentale ha smarrito il contatto con il sacro che può rivelarsi