Saint-Oyen (Italia)
Saint-Oyen comune | |
---|---|
(IT) Comune di Saint-Oyen (FR) Commune de Saint-Oyen | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Valle d'Aosta |
Provincia | Non presente |
Amministrazione | |
Sindaco | Alessio Désandré (lista civica Dialogo e apertura) dal 13-11-2022 |
Lingue ufficiali | Francese, italiano |
Territorio | |
Coordinate | 45°49′N 7°13′E |
Altitudine | 1 373 m s.l.m. |
Superficie | 9,42 km² |
Abitanti | 189[2] (31-12-2020) |
Densità | 20,06 ab./km² |
Frazioni | Tra parentesi i toponimi in patois saintoyard: Barasson (Baasón), Le Blanchon (lo Blantsón), Boudier (Bóoudji), Cerisey, Château-Verdun (Cható Verdœn), La Cure (la Cœra), La Combaz (la Cómba), Condémine, Les Contin (Cóntœn), La Côtettaz (la Cótetta), Le Crétoux (Crœtou), Flassin (Flassœn), Les Fontaines (lé Fóntanœ), Les Grands-Prés (lé Gran Pró), Les Grands-Champs (lé Gran Tsan), La Grange (la Grandzœ), Laboz (Labbo), L'Église (l'Eillézœ), Lillaz (l'Illa), Morguénaz (Mórguéna), Les Moulins (lé Moulœn), La Noyettaz (la Noyéta), Le Pisseur (lo Pœchóu), Le Pré-du-Pont (lo Pró dou Pón), Pré-Neuf (Prœnou), Reveillard (Rœvéillar), Le Champex (lo Tsampé), Le Chésollet (lo Tsœzólèt), La Vagère (la Vadjiœ), Verraz[1] |
Comuni confinanti | Bourg-Saint-Pierre (CH-VS), Étroubles, Gignod, Saint-Rhémy-en-Bosses |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 11014 |
Prefisso | 0165 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 007062 |
Cod. catastale | H673 |
Targa | AO |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[3] |
Cl. climatica | zona F, 4 292 GG[4] |
Nome abitanti | (FR) Saintoyards |
Patrono | Oyend de Condat |
Cartografia | |
Posizione del comune di Saint-Oyen all'interno della Valle d'Aosta | |
Sito istituzionale | |
Saint-Oyen (pron. fr. AFI: [sɛ̃t‿wajɛ̃][5]) è un comune italiano di 189 abitanti[2] nella Valle del Gran San Bernardo, valle laterale della Valle d'Aosta.
Da Saint-Oyen Stendhal fa passare il protagonista della Vie de Henri Brulard[6].
Citazioni
[modifica | modifica wikitesto]«Vers un hameau nommé Saint-Oyen
La nature commença à devenir moins austère
Mon bonheur fût extrême.»
«Verso un villaggio chiamato Saint-Oyen
La natura cominciò a diventare meno austera
La mia gioia fu estrema.»
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Territorio
[modifica | modifica wikitesto]- Classificazione sismica: zona 4 (sismicità molto bassa)[8]
Clima
[modifica | modifica wikitesto]Storia
[modifica | modifica wikitesto]La prima attestazione storica del comune di Saint-Oyen risale al 1137, anno in cui il conte Amedeo III di Savoia donò alla prepositura del Gran San Bernardo tutte le terre del Castellum verdunense o Château Verdun, terre situate nel territorio di Saint-Oyen, che a quel tempo era ancora dipendente dalla parrocchia di Étroubles[9].
Nel 1584, il duca Carlo Emanuele I di Savoia costituì la Baronia di Gignod, che comprendeva oltre a Saint-Oyen anche i paesi di Étroubles, Saint-Rhémy-en-Bosses, una parte di Allein ed i quartieri oggi aostani di Saint-Étienne e Saint-Martin-de-Corléans[9].
Strategicamente posizionato, Saint-Oyen è da sempre luogo di transito per i viaggiatori che passano dal Colle del Gran San Bernardo e che qui trovano ospitalità al Château Verdun, che svolse nei secoli inoltre la funzione di grange per fornire alimenti all'ospizio del Gran San Bernardo. Saint-Oyen è attraversato dalla via Francigena, da qui parte La seconda tappa del cammino in territorio italiano, da Saint-Oyen ad Aosta, che è indicata dalla segnaletica gialla "TAM" ("Tour Aosta-Martigny"). In direzione opposta, i marronniers, antesignani delle guide alpine, si rendevano disponibili per accompagnare i pellegrini.
Durante il periodo fascista, dal 1939 al 1946, la sua denominazione fu italianizzata in Sant'Eugendo[10].
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]Lo stemma del comune e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica dell'11 marzo 1991.[11]
«D'azzurro, alla banda diminuita, d'argento, accompagnata in capo dalla figura di Sant'Eugendo, di carnagione, nimbata d'argento, capelluta e barbuta dello stesso, il capo coperto dallo zucchetto d'argento, vestita con la cocolla dello stesso, tenente con la mano destra il ciborio d'argento, e con la mano sinistra il pastorale dello stesso, posto in sbarra alzata; in punta dal Château-Verdun, d'argento, coperto dello stesso, aperto e finestrato del campo; al capo cucito, di rosso, caricato dalla croce d'argento. Ornamenti esteriori da Comune.»
La banda simboleggia il tracciato della via Francigena che attraversa il borgo; nella parte superiore dello stemma è raffigurato sant'Eugendo (Saint Oyen), patrono del comune, da cui deriva il toponimo; nella parte inferiore è raffigurato il Château-Verdun. Gli smalti azzurro e argento sono quelli della prevostura di Mont-Joux[12], proprietaria del castello, dalla quale dipendeva la chiesa parrocchiale nel Medioevo. Il capo con la croce sabauda d'argento in campo rosso ricorda che il territorio di Saint-Oyen fu sottoposto ai conti, poi duchi di Savoia.
Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di bianco
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]Tra le architetture religiose è da vedere la chiesa parrocchiale di Sant'Eugendo, del XII secolo, a lungo gestita dai canonici del Gran San Bernardo. Fondata verosimilmente nel XII secolo, la parrocchia fu poi ricostruita nel 1820. La chiesa conserva un prezioso reliquiario in argento, parzialmente dorato e arricchito di cristalli incastonati, che risale al XVII secolo[13].
Architetture militari
[modifica | modifica wikitesto]Nel comune la costruzione più nota è Château-Verdun, un'antica casaforte che fungeva da stazione di posta e luogo ospitale tra Aosta ed il colle del Gran San Bernardo.
Sopra il villaggio di Éternod con una facile escursione si arriva a Plan Puitz, dono ancora oggi visitabili le batterie di Plan Puitz (2090 m s.l.m.), postazioni e gallerie che facevano parte della Linea Cadorna[14][15][16]
Architetture civili
[modifica | modifica wikitesto]Altri siti di interesse sono la Casa di Jean-Antoine Pellissier, un religioso del XVIII secolo nato nel paese e morto a Napoli, oltre all'antica segheria del villaggio Prenoud ed il parco Le gîte des chevreuils (dal francese, la casetta dei caprioli).
Aree naturali
[modifica | modifica wikitesto]Degno di nota il maggiociondolo secolare di Château Verdun.
-
Chiesa parrocchiale di Sant'Eugendo.
-
Château-Verdun.
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[17]
Lingue e dialetti
[modifica | modifica wikitesto]Come nel resto della regione, anche in questo comune è diffuso il patois valdostano.
Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Biblioteca
[modifica | modifica wikitesto]La biblioteca comunale "Jean-Oyen Mellé" ha sede in rue du Grand-Saint-Bernard 64[18][19]; al suo interno è esposto il prezioso Erbario storico di Saint-Oyen, ottocentesco e ben conservato, realizzato dai canonici del Gran San Bernardo - tra cui i padri Delasoie e Besse - ritrovato nel 1992 a seguito del restauro del Château-Verdun. È costituito da una collezione di specie botaniche alpine, piante aromatiche ed erbe che nel passato avevano un diffuso utilizzo nell'alimentazione[20].
Cucina
[modifica | modifica wikitesto]- Il Prosciutto alla brace di Saint-Oyen (o Jambon à la braise de Saint-Oyen) è uno dei prodotti agroalimentari tradizionali valdostani (PAT) e dal 2008 è candidato per il marchio IGP.
Eventi
[modifica | modifica wikitesto]Ogni anno il primo weekend di agosto ha luogo la Sagra del Jambon à la braise, in cui si assapora la specialità locale, il Jambon à la braise de Saint-Oyen, un prosciutto cotto rosolato lentamente allo spiedo su dei braceri e quindi affumicato e profumato con erbe aromatiche.
Carnevale della Combe Froide
[modifica | modifica wikitesto]A carnevale, è di grande interesse la sfilata delle Landzette, le maschere tradizionali della Combe Froide. Queste sono ispirate alla divisa delle truppe napoleoniche, che seminarono il terrore al loro passaggio nel maggio del 1800. Per esorcizzare questo evento, la popolazione della Combe Froide, la zona della Valpelline e della Valle del Gran San Bernardo, ha elaborato nei secoli una coloratissima parodia delle divise militari dell'epoca, e il giorno del carnevale percorrono tutti i comuni delle due vallate in maniera estremamente chiassosa e festosa.
Economia
[modifica | modifica wikitesto]Artigianato
[modifica | modifica wikitesto]Per quanto riguarda l'artigianato, importante è la lavorazione del legno finalizzata alla realizzazione di vari oggetti, tra i quali scatole e armadietti.[21]
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Fa parte dell'Unité des Communes valdôtaines Grand-Combin.
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
14 giugno 1985 | 18 maggio 1990 | Ivo Collé | - | Sindaco | [22] |
18 maggio 1990 | 9 luglio 1993 | Ivo Collé | - | Sindaco | [22] |
9 luglio 1993 | 29 maggio 1995 | Mario Deffeyes | - | Sindaco | [22] |
29 maggio 1995 | 8 maggio 2000 | Mario Deffeyes | - | Sindaco | [22] |
8 maggio 2000 | 9 maggio 2005 | Mario Deffeyes | lista civica | Sindaco | [22] |
9 maggio 2005 | 24 maggio 2010 | Giampiero Collé | lista civica | Sindaco | [22] |
24 maggio 2010 | 10 maggio 2015 | Natalino Proment | lista civica | Sindaco | [22] |
29 maggio 2015 | 12 novembre 2022 | Natalino Proment | lista civica | Sindaco | [22] |
13 novembre 2022 | in carica | Alessio Désandré | lista civica | Sindaco | [22] |
Gemellaggi
[modifica | modifica wikitesto]- Saint-Oyen, dal 1986;
- Saint-Oyens, dal 1968;
- Montbellet, per la frazione di Saint-Oyen, dal 2002.
Sport
[modifica | modifica wikitesto]In questo comune si gioca a fiolet, caratteristico sport tradizionale valdostano.[23]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Arrêté n° 556 du 18 septembre 2002 du président de la région autonome Vallée d'Aoste.
- ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2020 (dato provvisorio).
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Guichet linguistique de la région autonome Vallée d'Aoste - Toponymie officielle., su patoisvda.org. URL consultato il 15 agosto 2022 (archiviato dall'url originale il 12 novembre 2021).
- ^ vda saint-oyen | Giorno dopo giorno Archiviato il 18 novembre 2009 in Internet Archive.
- ^ Sito web del Tor des Géants Archiviato il 28 maggio 2018 in Internet Archive..
- ^ Le zone sismiche in Italia: Valle-Aosta, statistica 2006, www.abspace.it
- ^ a b Comune di Saint Oyen - La Storia, su comune.saintoyen.ao.it. URL consultato l'8 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2023).
- ^ Regio Decreto 22 luglio 1939, n. 1442
- ^ Decreto del Presidente della Repubblica del 11/03/1991 (PDF).
- ^ Stemma della Congregazione dei Canonici Regolari dei Santi Nicola e Bernardo di Mont-Joux: d'azzurro, alle due colonne d'argento, poste una accanto all’altra e fondate su due rocce del medesimo moventi dai cantoni della punta, accostanti un cuore infiammato di rosso e sormontato dalla stella a cinque raggi d'oro.
- ^ Saint-Oyen | Valle d'Aosta, su lovevda.it. URL consultato l'8 febbraio 2022.
- ^ Plan Puitz, su inalto.org.
- ^ Plan Puitz[collegamento interrotto] sul sito del Turismo della Regione Valle d'Aosta
- ^ La fortezza di Plan Puitz di Saint Oyen, su Tapazovaldoten.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Biblioteca comunale - Comune di Saint-Oyen, su comune.saintoyen.ao.it. URL consultato l'8 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2022).
- ^ Biblioteca Jean-Oyen Mellé - Office du tourisme de la Vallée d'Aoste (lovevda.it)
- ^ Guida rurale della Valle D'Aosta - Comunità Montana Grand Combin, su regione.vda.it.
- ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 1, Roma, A.C.I., 1985, p. 3.
- ^ a b c d e f g h i http://amministratori.interno.it/
- ^ Dati 2011. Cfr. Anna Maria Pioletti (a cura di), Giochi, sport tradizionali e società. Viaggio tra la Valle d'Aosta, l'Italia e l'Unione Europea, Quart (AO), Musumeci, 2012, pp. 74-100, ISBN 978-88-7032-878-3.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Renato Vallet Saint-Oyen: una storia, Aosta: La Vallée, 1996
- (FR) Saint-Oyen(s): un saint... trois villages, Aoste: La Vallé, 1996
- Laura Decanale Bertoni (a cura di), Comune di St. Oyen: archivio storico (1586-1956), archivi aggregati (Congregazione di carità, ECA), documenti della Confrérie de Sainte Croix di Aosta, documenti del comune di Etroubles, 1997
- Comunità montana Grand Combin (a cura di), Guida rurale della Valle d'Aosta: Comunità montana Grand Combin, 2009.
- Château-Verdun
- Per la bibliografia relativa a Château-Verdun si rimanda alla sezione dedicata
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Saint-Oyen
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (IT, FR) Sito ufficiale, su comune.saintoyen.ao.it.
- Saint-Oyen, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.