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OTO/Ansaldo 152/53

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
152/53 Modello 1926/1929
Le torri prodiere del Colleoni
Tipocannone navale
Impiego
Utilizzatori Regia Marina
Marina Militare
Produzione
CostruttoreAnsaldo e Odero-Terni-Orlando
Entrata in servizio1928 e 1930
Ritiro dal servizio1964
Descrizione
PesoAnsaldo : 7,22 t
OTO :7,57 t
Lunghezza cannaAnsaldo : 6,682 m
OTO : 6,679 m
Calibro152 mm (6 inch)
Peso proiettile50 kg (Mod. 1926 perforanti)
47,5 kg (Mod. 1929 perforanti)
44.3 kg (esplosivi)
Velocità alla volata1000 m/s (proiettili AP Mod 1926)
850 m/s
(proiettili AP Mod 1929)
950 m/s (proiettili HE)
Gittata massima24,6 Km (proiettili HE da 44,3 Kg)
22,6 Km
(proiettili AP da 47,5 Kg)
ElevazioneMod. 1926: -5°/+45°
Mod. 1929: -10°/+45°
navweaps
voci di artiglierie navali presenti su Wikipedia

Il cannone 152/53 Modello 1926[1] ed il successivo 152/53 Modello 1929, realizzati dall'Ansaldo di Genova e dall'OTO, hanno costituito l'armamento principale delle prime quattro serie degli incrociatori leggeri della Classe Condottieri che erano equipaggiati con quattro torri binate di queste armi in configurazione superfiring a poppa e a prora.

Il modello 1926 ha costituito l'armamento della prima serie costituita dai quattro Di Giussano, mentre il modello 1929 ha costituito l'armamento principale delle tre serie successive costituite dai due Diaz, dai due Montecuccoli e dai due Aosta; l'ultima serie dei Condottieri costituita dai due Abruzzi venne invece equipaggiata con il modello OTO/Ansaldo 152/55 che ha costituito anche l'armamento secondario delle navi da battaglia della Classe Littorio.

Caratteristiche

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Gli impianti erano tutti binati a culla unica con caricamento a braccio oscillante. La soluzione a culla unica, la meccanizzazione molto spinta del sistema di caricamento e la leggerezza dell'insieme causarono un'innumerevole serie di inconvenienti che richiesero numerose modifiche agli impianti per renderne il funzionamento più sicuro. L'arma soffriva inoltre di una notevole dispersione delle salve (su cui queste modifiche ebbero ben poco effetto) che non venne significativamente ridotta nemmeno con la riduzione della velocità iniziale da 1000 m/s a 950-850 m/s. Per rimediare a questo difetto venne sviluppato il successivo 152/55 che risultò meno impreciso del 152/53 grazie alla maggiore lunghezza della canna che migliorava il rendimento termodinamico dell'arma.[2]

Attualmente un cannone da 152/53 del Montecuccoli, insieme ad altri reperti della stessa nave si trova collocato sul monte Pulito, nei pressi della Trinità, all'ingresso della Città della Domenica, il parco divertimenti faunistico di Perugia in località Ferro di Cavallo distante circa 2 km dal capoluogo umbro.

  1. ^ Nella nomenclatura italiana dell'epoca, la prima cifra indicava il calibro in mm, mentre la seconda cifra esprimeva la lunghezza della canna in calibri.
  2. ^ Cannoni & Munizioni, su regiamarinaitaliana.it. URL consultato il 5-5-2010 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2014).
  • John Campbell, Naval Weapons of World War Two, Londra, Conway Maritime Press, 2002, ISBN 0-87021-459-4.

Voci correlate

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Altri progetti

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