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Ferdinando Magellano

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Disambiguazione – "Magellano" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Magellano (disambigua).
Ferdinando Magellano
Magellano in un ritratto postumo (anonimo del XVI o XVII secolo), Mariners Museum, Newport News
NascitaPorto, 1480
MorteMactan, 27 aprile 1521
Luogo di sepolturaignoto
PadreRui de Magalhães
MadreAlda de Mesquita
ConsorteBeatriz Barbosa
FigliRodrigo
Carlos
ReligioneCattolicesimo

Ferdinando Magellano (in latino Ferdinandus Magellanus; in portoghese Fernão de Magalhães;[nota 1]; Porto, 1480[nota 2]Mactan, 27 aprile 1521) è stato un esploratore e navigatore portoghese.

È conosciuto soprattutto come fautore della prima circumnavigazione del globo, benché la spedizione partita nel 1519 sotto i suoi ordini sia stata completata nel settembre 1522 sotto il comando di Juan Sebastián Elcano e Magellano fosse morto l'anno precedente a Mactan nelle Filippine. Partendo dalla Spagna, navigò a ovest fino alle Molucche, scoprendo lungo la rotta lo stretto che oggi porta il suo nome.

Il fatto che la Terra fosse sferica era un'informazione ben nota nel Trecento. Già nel III secolo a.C., infatti, Eratostene ne aveva misurato la circonferenza con un margine di errore trascurabile e, anche se gli scritti dei Greci, eccetto quelli di Aristotele, non godevano dello stesso credito del passato, sopravvisse comunque durante tutto il Medioevo. Il Trattato sulla sfera di Giovanni Sacrobosco, scritto a Parigi nel 1224, trovò ampia diffusione in tutti i circoli accademici senza che la Chiesa lo censurasse.[nota 3] Il primo planisfero terrestre mai realizzato di cui si ha notizia, risalente al 1492, si deve al cartografo e astronomo di Norimberga Martin Behaim.

Nello stesso periodo, in Europa il commercio delle spezie esotiche stava vivendo una fase di grande crescita, circostanza che, unita alla prospettiva di ingenti guadagni, spinse alcuni sovrani a patrocinare geografi ed esploratori. Magellano era convinto che le Molucche («le Isole delle Spezie») fossero comprese nella sfera d'influenza spagnola delineata dal trattato di Tordesillas, ai sensi del quale nel 1494 le terre fuori dall'Europa furono divise tra castigliani e lusitani con una linea di demarcazione immaginaria. Egli ipotizzava di poter raggiungere il suo obiettivo navigando verso ovest, dopo essersi avvicinato all'arcipelago delle Molucche già durante il suo soggiorno a Malacca nel 1511-1512. Anche prima di partire per il suo viaggio in direzione delle Molucche, da cui provenivano perlopiù i chiodi di garofano, Magellano aveva ricevuto delle lettere da uno dei suoi amici più intimi, il portoghese Francisco Serrão, che si trovava lì dal 1512. Finanziato dalla corona spagnola, con il progetto di raggiungere le isole delle Spezie mantenendosi nella sfera di influenza spagnola, partì con una flotta di cinque navi, una delle quali riuscì a fare ritorno in patria dopo aver compiuto il giro del mondo, un proposito che inizialmente non era stato considerato.

L'evento ebbe notevoli ripercussioni in Europa; dopo poco più di un quarto di secolo, il progetto di Cristoforo Colombo poté dirsi finalmente realizzato e, come ha sottolineato il britannico Oscar Spate (1911-2000), «nessun altro viaggio singolo ha mai aggiunto altrettanto alla dimensione del mondo» come quello di Magellano.[1]

Fonti storiche

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Copertina di Ritratti e vite di uomini illustri, 1584

Benché del viaggio si conoscano vari resoconti, commenti e testimonianze redatte nel XVI secolo, le prime opere importanti relative alla figura di Magellano risalgono soltanto all'Ottocento, grazie alla pubblicazione avvenuta nel 1864 in Cile di una biografia del navigatore Barros Arana.[2] Il suo lavoro ha spinto autori europei a scrivere sull'argomento alla fine dell'Ottocento fino alle importantissime sintesi di José Toribio Medina nel 1920 e quella del visconte di Lagoa nel 1938. È da quel momento che ogni documento d'archivio incentrato esclusivamente sulla vicenda è cominciato ad uscire con più costanza in ambito accademico.[2]

Le origini e i dettagli relativi a molti anni della vita di Magellano prima della sua partenza rimangono decisamente incerti. L'intero viaggio è invece noto con ampio margine grazie a diversi documenti dell'epoca, prima fra tutti la Relazione del primo viaggio intorno al mondo, un resoconto completo del viaggio di Antonio Pigafetta, uno dei superstiti del viaggio; del manoscritto originale perduto ne rimangono solo quattro copie (tre in francese e una in italiano), la cui versione più completa è conservata a New Haven, negli Stati Uniti.[3] Si deve ricordare anche una serie di lettere e deposizioni, oltre a resoconti e testimonianze più frammentarie ma comunque preziose tra cui il diario di bordo di Francisco Albo, il racconto di Ginés de Mafra o il diario di bordo del pilota genovese. Tutti questi scritti hanno consentito agli storici di ripercorrere l'intero percorso della flotta durante la lunga navigazione e di identificare le varie località visitate.

Anche i cronisti dell'epoca riferirono dell'impresa da parte spagnola. Si pensi a Massimiliano Transilvano che lo fece a partire dal gennaio 1523, a Pietro Martire d'Anghiera nel 1530 o al cronista reale Antonio de Herrera y Tordesillas nel 1601, che pur avendo compiuto la sua opera più tardi resta più affidabile dei suoi predecessori Gonzalo Fernández de Oviedo y Valdés e Francisco López de Gómara. Dalla parte portoghese, si devono ricordare Fernão Lopes de Castanheda (1552), Damião de Góis (1557) e João de Barros (1563).

Origini e primi viaggi in Oriente e Marocco

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La casa dove Magellano visse a Sabrosa, in Portogallo

Sono diverse le località che nei secoli sono state ritenute il luogo di nascita di Magellano, tra cui Sabrosa, Ponte da Barca, Vila Nova de Gaia e soprattutto Porto.[nota 2]

Ferdinando Magellano apparteneva a uno dei rami dell'antica stirpe dei Magalhães, una nobile famiglia del nord del Portogallo la cui origine risale alla fine del XIII secolo.[4] Gli storici faticano a collocarlo nell'albero genealogico e non sanno nulla dei suoi primi anni di vita; secondo alcune ricostruzioni forse fuorvianti, pare che i suoi genitori, Rui de Magalhães, alcaide-mór (governatore) di Aveiro, e Alda de Mesquita, appartenessero alla bassa nobiltà. In giovane età, il padre potrebbe avergli fatto rivestire il ruolo di paggio alla corte della regina Eleonora di Viseu, dove probabilmente imparò la navigazione e l'astronomia, in particolare apprendendo dagli scritti di Martin Behaim, di cui scoprì una carta nell'archivio segreto di Lisbona.[5]

La prima menzione storicamente certa, un documento d'archivio, lo designa come ausiliario (sobresaliente) e al servizio (moradores) della Casa del Re sulla flotta di Francisco de Almeida, nominato Viceré delle Indie orientali portoghesi. Fu a bordo di questo gruppo di venti navi che lasciò Lisbona il 25 marzo 1505.[6][7] Una volta raggiunte le Indie, combatté insieme a Francisco Serrão salvandolo per due volte e trascorse alcuni mesi impegnandosi nel commercio del pepe, prima di prendere parte alla conquista di Malacca nell'estate del 1511 sotto il comando di Alfonso de Albuquerque.[8][9] Il suo amico Francisco Serrão raggiunse l'isola di Ternate, nelle Molucche, dove si stabilì in maniera permanente dopo aver ottenuto il favore del re locale.[10] Magellano continuò a rimanere in contatto con Serrão tramite corrispondenza, prima di lasciare Malacca nel gennaio del 1513 e ritornare in Portogallo.[11]

Nell'estate del 1513, Magellano fu inviato in Marocco con un potente esercito al fine di impadronirsi di Azemmour.[12] Durante i combattimenti, si dice che sia stato ferito all'articolazione di un ginocchio, evento che lo lasciò leggermente zoppo per il resto della sua vita.[13] Dopo essersi allontanato senza permesso, fu accusato di aver rivenduto parte del bottino ai Mori.[13] Queste accuse furono presto ritirate, ma il rapporto con il suo sovrano, il re Manuele, ne uscì definitivamente compromesso, con la corona lusitana che si rifiutò di aumentargli la pensione di oltre mezzo cruzado al mese. Nel frattempo, Magellano cominciò seriamente a pensare a un percorso marittimo che potesse condurlo alle «Isole delle Spezie» da ovest, stando però attento a non parlarne con il suo monarca (che già si riforniva di chiodi di garofano dalle Molucche e di noce moscata dalle isole Banda attraverso i commercianti malesi). Alla fine, chiese semplicemente alla corona di liberarlo dai suoi obblighi. Deluso nel non vedersi riconosciuti i meriti in Portogallo, Magellano rimase a Lisbona per un altro anno, entrando in amicizia con il matematico e cartografo Rui Faleiro e pianificando ancor più nei dettagli la sua spedizione.[14] A quel punto, decise di andare a offrire i suoi servigi al re di Spagna, il futuro Carlo V, che a quell'epoca aveva solo 18 anni.[15][16] La posta in gioco non era tanto la scoperta delle Molucche, già conosciute e colonizzate dai portoghesi, quanto il loro possesso in virtù della loro presunta posizione nell'emisfero definito dal trattato di Tordesillas e riservato agli spagnoli.[17] Pedro e Jorge Reinel, due cartografi portoghesi che si unirono a Magellano, disegnarono un dettagliato planisfero nel 1519, collocando le Molucche, sulla base delle indicazioni del navigatore, a ovest del Pacifico, ma chiaramente nel dominio del re di Spagna.[18]

La circumnavigazione del globo

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Lo stesso argomento in dettaglio: Spedizione di Ferdinando Magellano.
Le tappe della circumnavigazione di Magellano

Preparativi per la partenza (1517-1519)

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Nell'ottobre 1517 a Siviglia, Magellano si pose sotto la protezione di un portoghese che aveva servito in Spagna, Diogo Barbosa, occupando l'importante carica di alcalde dell'arsenale di Siviglia. Nel dicembre 1517 sposò Beatriz Barbosa, figlia di Diogo Barbosa, dalla quale ebbe due figli, Rodrigo, morto in tenera età, e Carlos, spentosi alla nascita.[19]

Magellano si mise in contatto con Juan de Aranda, fattore della Casa de Contratación. Più tardi, in seguito all'arrivo del suo compagno, Rui Faleiro, e grazie al sostegno di Aranda, essi presentarono il loro progetto al monarca spagnolo Carlo, il futuro Carlo V, che era appena arrivato in Spagna.[20] La proposta di Magellano, che godette anche dell'appoggio del potente vescovo Juan Rodríguez de Fonseca, gli sembrò particolarmente interessante, poiché avrebbe consentito di aprire la «via delle spezie» senza ledere i rapporti con il vicino portoghese, fruttando al contempo ricchezza e onori alla monarchia.[21] Fin dalla Junta de Toro[nota 4] nel 1505, la corona si era posta l'obiettivo di scoprire la rotta occidentale che avrebbe condotto gli spagnoli in Asia, evitando così di dover compiere il faticoso percorso che prevedeva di circumnavigare l'intera Africa; che un progetto simile potesse realizzarsi era pertanto nell'aria. Juan Díaz de Solís, un portoghese al servizio della Spagna, aveva appena tentato di scoprire questa rotta esplorando il Río de la Plata nel 1515-1516, ma perse lì la vita.[22]

Il 22 marzo 1518, Carlo V nominò capitani Magellano e Faleiro affinché questi andassero alla ricerca delle isole delle Spezie e, a luglio, li elevò al grado di comandante dell'ordine di Santiago. Il re concesse loro:[23]

  • Il monopolio sulla rotta scoperta per un decennio;
  • La loro nomina a governatori delle terre e delle isole che avrebbero incontrato, compreso il 5% dei guadagni netti che ne sarebbero derivati;
  • Un ventesimo dei guadagni ottenuti durante il viaggio;
  • Il diritto di detrarre mille ducati dai viaggi futuri di dazio, pagando solo il 5% sulla franchigia;
  • La concessione di un'isola ciascuno, a parte i sei più ricchi, che ne avrebbero ricevuto solo un quindicesimo.

La spedizione fu grosso modo finanziata dalla corona, provvista di cinque caracche (navi caratterizzate dallo scafo tondeggiante e da due alte torri di comando a prua e a poppa) e dotata di vettovaglie sufficienti per compiere due anni di viaggio.[24]

Molti problemi insorsero già durante la preparazione di questo viaggio: le carenze finanziarie, le astuzie del re del Portogallo che cercò di fare arrestare i principali partecipanti, la diffidenza dei castigliani nei confronti di Magellano e degli altri lusitani coinvolti, per non parlare del carattere spigoloso di Faleiro.[25] Alla fine, grazie alla tenacia di Magellano, la spedizione poté dirsi pronta a partire. Grazie al sopraccitato vescovo Juan Rodríguez de Fonseca, fu possibile coinvolgere il mercante fiammingo Cristóbal de Haro, che fornì alcuni dei fondi e delle merci.[25]

Riproduzione della caracca Victoria au al Nao Victoria Museum a Punta Arenas, in Cile

La flotta levò l'ancora da Siviglia il 10 agosto 1519, ma dovette aspettare fino al 20 settembre per issare le vele e partire da Sanlúcar de Barrameda, con 237 uomini distribuiti su cinque navi: la Trinidad, l'ammiraglia comandata da Magellano; la San Antonio, gestita da Juan de Cartagena; la Concepción, agli ordini di Gaspar de Quesada, la Santiago, che seguiva i dettami di Juan Serrano, e la Victoria, diretta da Luis de Mendoza.[26] Gli equipaggi erano composti da uomini provenienti da diverse realtà geografiche: «Oltre agli spagnoli, c'erano tra loro portoghesi, italiani, greci e persino francesi, [...] senza dimenticare un inglese e un sumatrano».[27][28]

Navi della spedizione[29]
Nave Peso (in tonnellate) Equipaggio Dettagli
Trinidad 110 62 Un ausiliario sbarcò sulle isole Canarie. Nave comandata da Magellano, finì per essere abbordata dai portoghesi nelle Molucche, con venti marinai sopravvissuti a un drammatico tentativo di traversata del Pacifico
San Antonio 120 55 Abbandonò la spedizione allo Stretto di Magellano e tornò a Siviglia il 6 maggio 1521
Concepcion 90 44 Un ausiliario salì a bordo sulle isole Canarie. Nave abbandonata e data alle fiamme al largo dell'isola di Bohol, vicino a Cebu, a causa del poco equipaggio rimastovi a bordo
Santiago 75 31 Due ausiliari salirono a bordo sulle isole Canarie. Affondata il 3 maggio 1520 nei pressi del fiume Santa Cruz, in Argentina
Victoria 85 45 Un ausiliario salì a bordo nelle isole Canarie. Fu l'unica nave ad effettuare la circumnavigazione; all'arrivo sopravvissero solo diciotto europei e tre molucchesi. Tuttavia, dodici dei marinai europei e un molucchese, fatti prigionieri dai portoghesi a Capo Verde, raggiunsero Lisbona e poi Siviglia poche settimane dopo
Totale 480 237 Incluso Juanillo, il figlio meticcio del pilota João de Carvalho, che si unì al padre nella baia di Rio, così come i quattro uomini che si imbarcarono alle Canarie, 242 uomini parteciparono alla spedizione di Magellano. Tra loro, furono 91 i sopravvissuti [nota 5]

Costeggiamento del Sud America e ammutinamento di San Julián (1519-1520)

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Statua di Magellano a Ponte da Barca, in Portogallo

Uno dei membri della spedizione, il vicentino Antonio Pigafetta, stilò un prezioso diario del viaggio. È grazie a lui che non solo si dispone di un resoconto completo della traversata, poiché era uno dei 18 sopravvissuti che tornarono il 6 settembre 1522, ma anche delle informazioni sugli ammutinati.[30] Dei cinque capitani della spedizione, infatti, sembra che almeno tre non condividessero le opinioni di Magellano, al punto che alcuni complottarono per esautorarlo (Pigafetta dice «li capitani suoi lo odiavano»).[31]

Dopo una breve sosta alle isole Canarie, trascorsero quattro mesi solcando le acque fino a scorgere le coste del Brasile nel dicembre del 1519. Quest'ultima terra era già una colonia portoghese, ma le navi di Magellano non nascosero le bandiere spagnole, in quanto dove si recarono non vi era traccia di insediamenti lusitani.[32] Dopo una breve sosta per fare rifornimento a Ponta de Baleia, vicino all'arcipelago di Abrolhos, Magellano decise di gettare l'ancora il 13 dicembre 1519 nella baia di Santa Lucia, oggi sede di Rio de Janeiro, che uno dei suoi timonieri João Lopes Carvalho conosceva bene essendovi stato sette anni prima.[32][33] Lì trovò Juanillo, che all'epoca aveva 7 anni, il figlio che aveva avuto da una donna indiana, e che desiderò imbarcare sulla Concepción.[34]

Alla fine di dicembre 1519, dopo uno scalo di quattordici giorni, la flotta si diresse a meridione per cercare di aggirare il Sud America.[32] L'estate australe appariva agli sgoccioli e più la navigazione procedeva verso sud più il freddo si avvertiva in maniera pungente; per questo, decise di svernare in una regione il cui nome odierno si deve a Pigafetta, ovvero la Patagonia (patagão, "dai lunghi piedi"), in Argentina.[35] Raggiunta la foce del Rio della Plata, l'equipaggio seguì il corso del fiume per un certo tratto riparandosi dal maltempo, convinto che fosse quello il tanto agognato passaggio.[36] Conferma quest'ipotesi anche Pigafetta, il quale era stato traviato dalla convinzione che a dividere il Sud America dalle Indie fosse una semplice porzione di mare ristretto come nel caso di Gibilterra.[36] Una volta constatato che l'acqua continuava ad essere in realtà dolce, il 31 marzo 1520 la flotta trovò rifugio in un estuario riparato che chiamarono porto di San Julián.[37] Fu qui che scoppiò "l'ammutinamento pasquale", da cui Magellano ne uscì vivo ma con gravi ripercussioni. Gli equipaggi si ribellarono apertamente tra il 1º e il 2 aprile sotto la guida di Juan de Cartagena, Luis de Mendoza e Gaspar de Quesada, preoccupati per la svolta che stava prendendo il viaggio, dubitando dell'esistenza di questo passaggio a ovest e soprattutto delle loro possibilità di sopravvivenza in quelle regioni fredde e spoglie.[37]

Magellano e i marinai che gli rimasero fedeli riuscirono abilmente a sbarazzarsi degli ammutinati grazie a un abile stratagemma, fingendo di invitarli a una messa che il portoghese stava celebrando con altri lungo la costa e attirando in realtà i suoi nemici in una trappola.[38] Mentre Mendoza venne ucciso senza possibilità di reagire dal prevosto (alguazil) Gonzalo Gómez de Espinosa, Quesada finì giustiziato dopo un giudizio sommario e Juan de Cartagena e il sacerdote Pedro Sánchez de la Reina furono abbandonati al proprio destino sulle coste della Patagonia con una spada e un tozzo di pane.[39] La sentenza inflitta ad altri quaranta ammutinati, tra cui Juan Sebastián Elcano, fu alla fine convertita in un'amnistia. Alcuni, tra cui il cosmografo Andrés de San Martín, subirono anche la dolorosa tortura del tratto di corda.[40] La clemenza di Magellano non dovrebbe sorprendere; egli aveva infatti bisogno di ogni marinaio possibile per proseguire il suo viaggio, come sottolinea Stefan Zweig: «Come continuare l'impresa se impicca alle antenne un quinto dell'equipaggio? A mille miglia dalla patria, in una regione inospitale, l'ammiraglio non può privarsi di cento braccia che lavorano».[41]

Alla scoperta dello stretto di Magellano (1520)

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Mappa che mostra il percorso compiuto dalle navi nello stretto

Durante l'estate australe, Magellano decise di inviare una delle sue navi in ricognizione per trovare il famoso passaggio che lo avrebbe portato nell'ovest dell'America, verso l'Oceano Pacifico. Malauguratamente, la Santiago si incagliò a maggio;[42] tre mesi dopo, Magellano decise di tornare a sud con le quattro caracche rimaste attive. Il 21 ottobre Magellano intravide un capo che segnava l'ingresso dello stretto e che chiamò capo Virgenes.[43] Una volta cominciato a esplorarlo, si accorse che vi era un passaggio a occidente. Nel labirinto di fiordi in cui dovette districarsi, circondato da «minacciose» scogliere e acque «sinistre», impiegò più di un mese per attraversare l'area.[43] I resoconti indicano che, durante l'attraversamento dello stretto, i marinai scorsero molti «fumi» nell'entroterra, probabilmente frutto, come dedusse Carlo V, di fuochi accesi dagli indigeni, da cui il nome della Tierra del Humo (divenuta poi Tierra del Fuego e in italiano Terra del Fuoco).[44] Lo stretto, inizialmente denominato "Canale di Tutti i Santi", assunse poco dopo il nome di Stretto di Magellano in onore del navigatore.[43]

Durante la traversata dello stretto, Estêvão Gomes, timoniere della San Antonio, si ribellò assieme ai suoi uomini e mise ai ferri il capitano Àlvaro de Mesquita, cugino di Magellano. A quel punto tornò indietro, disertò e partì per Siviglia con il suo carico di viveri e di merci da scambiare. Dopo aver attraversato l'Atlantico, la nave raggiunse Siviglia il 6 maggio 1521 con 55 uomini a bordo.[45]

Attraversamento del Pacifico e morte di Magellano (1520-1521)

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Da tempo conosciuta come Kunstmann IV, questa mappa del 1519, attribuita a Jorge Reinel e molto probabilmente quella presentata da Magellano a Carlo V, si distingue dalle solite rappresentazioni dell'epoca per la dimensione piuttosto realistica del "Mare del Sud" (l'Oceano Pacifico). La mappa qui mostrata è una copia realizzata da Otto Progel nel 1836 e conservata presso la Biblioteca nazionale di Francia; l'originale era conservata a Monaco di Baviera ed è andata perduta durante la seconda guerra mondiale. Sempre attribuita a uno dei fratelli Reinel, un'altra carta simile del 1519, ultimata però in proiezione polare antartica, è conservata nella biblioteca del Palazzo di Topkapı di Istanbul come Hazine n. 1825.[18]

All'epoca di Magellano, la circonferenza terrestre non era ancora nota con precisione, malgrado il calcolo compiuto con errore quasi trascurabile dal greco Eratostene quasi diciotto secoli prima. Tradizionalmente, si ritiene che Magellano sottostimò la dimensione del Pacifico,[28][46][47] benché qualche studioso si sia dichiarato contrario a questa considerazione.[48] Sulla base di un'analisi grafica compiuta sulle misure indicate da Magellano nella memoria geografica (Lembrança geográfica) inviata a Carlo V nel settembre del 1519, lo storico lusitano José Manuel Garcia ha immaginato che il navigatore stesse riprendendo altri autori e che si sarebbe dimostrato consapevole dei rischi rappresentati da un grande oceano, malgrado non così ampio come si rivelò in verità essere.[48][49] Quest'interpretazione dei vari calcoli stilati da Magellano lascerebbe intuire l'effettiva presenza di un oceano molto vasto tra il sud del continente americano e l'obiettivo primario della sua spedizione marittima, ovvero l'arcipelago delle Molucche.[50] Magellano collocava le Molucche a circa 4 gradi ad est della sfera d'influenza spagnola in Estremo Oriente così come definita dal trattato di Tordesillas del 1494; in realtà, l'arcipelago si trovava 5° ad ovest, ovvero nel dominio portoghese. L'errore si rivelò talmente piccolo e difficile da correggere dagli strumenti dell'epoca che la posizione dell'arcipelago delle Molucche poté essere misurata con precisione soltanto due o tre secoli dopo.[51] Un altro argomento a sostegno di questa ricostruzione riguarderebbe i dati geografici indicati nella Lembrança geográfica di Magellano e replicati su una carta marittima anonima del 1519 attribuita al cartografo portoghese Jorge Reinel che, con il padre Pedro Reinel, anche lui cartografo, si era unito all'esploratore a Siviglia.[52] Non si può escludere che questa carta coincida con i due planisferi sequestrati dai portoghesi sulla Trinidad (nave ammiraglia della flotta) il 28 ottobre 1522 o sia simile al planisfero dipinto che, secondo il cronista spagnolo Bartolomé de Las Casas, Magellano e il cosmografo Rui Faleiro presentarono a Carlo V, alla fine di febbraio o all'inizio di marzo del 1518 a Valladolid, quando la spedizione ricevette il placet dei finanziamenti.[53][54][55]

Qualunque sia la verità e malgrado le sue previsioni, il navigatore si trovò a dover affrontare la navigazione in mare aperto per un tempo più che inatteso. Dopo aver resistito a grandi tempeste fino al 18 dicembre 1520 (andando a nord, lungo la costa cilena), secondo la cronaca dello storico spagnolo Antonio de Herrera y Tordesillas, Magellano avrebbe deciso di convertire il nome "Mare del Sud" in "Pacifico", a causa delle acque calme che avrebbe incontrato durante il resto della sua traversata verso le isole Marianne e poi per le future Filippine, un viaggio che durò tre mesi e venti giorni.[56][57] Per via della tratta che seguì, non si avvicinò a nessuna delle numerose isole dell'Oceania, ad eccezione di due atolli deserti da lui battezzati Islas Infortunadas ("isole della Sventura", oggi Puka Puka) e dove non poté sbarcare.[58] A giudizio di David Abulafia, fu abbastanza sfortunato a non imbattersi né nelle isole né in qualche piccola imbarcazione della Polinesia o della Micronesia.[28]

La Victoria su una mappa di Abramo Ortelio della fine del XVI secolo

L'acqua potabile scarseggiava e le razioni stavano diminuendo, tanto che l'equipaggio dovette sopravvivere nutrendosi dei topi e poi dei gatti, bevendo una zuppa fatta di trucioli di legno imbevuti di acqua di mare e cucinando i quadrati di cuoio che erano stati scuciti dall'angolo delle vele.[59] Antonio Pigafetta testimonia: «Abbiamo mangiato solo vecchie gallette ridotte in una sporca polvere grigiastra brulicante di vermi, e per di più contaminata dagli escrementi dei topi che, resi furibondi dalla fame, si sono lanciati su quegli ultimi miseri resti di cibo».[59] Non vanno dimenticate le malattie, con lo scorbuto e il beriberi che minarono seriamente la salute dei membri dell'equipaggio.[1][59] Mentre Vecchia sostiene che le asperità di quei tre mesi e mezzo potrebbero aver ridotto il numero di marinai in maniera significativa, Castro ipotizza che le perdite furono contenute a nove uomini e che ciò si dovette soprattutto al sedano selvatico raccolto in abbondanza nello stretto.[1][60] Il 6 marzo 1521 gli uomini scorsero in lontananza Guam, nelle Marianne, dove poterono fare un parziale rifornimento dopo essere stati depredati dagli indigeni venuti ad incontrarli a bordo di canoe; l'arcipelago fu per questa ragione chiamato da Pigafetta Las Islas de los Ladrones (Le isole dei ladri).[61] Da lì salparono per le Filippine e sbarcarono il 17 marzo sull'isola di Homonhon.[62][63] Pigafetta racconta di paesaggi idilliaci, spezie, uccelli variopinti e indigeni dai comportamenti apparentemente pacifici. Una nuova sosta ebbe luogo a Limasawa, dove pare fu celebrata la prima messa delle Filippine; nel corso di un secondo approdo che avvenne a Cebu, il re Humabon si convertì al cristianesimo assieme al suo popolo.[64]

Lapu-Lapu, re della piccola isola di Mactan, di fronte a Cebu, rifiutò di sottomettersi agli invasori. Magellano guidò una spedizione contro di lui, stimando che sessanta uomini in armatura dotati di archibugi potessero sconfiggere un numero di indigeni nudi trenta volte superiore. Durante la battaglia che ne seguì, Magellano vide sei dei suoi compagni perire: egli stesso, ferito da una freccia avvelenata, morì il 27 aprile 1521.[65][66] La cronaca di Antonio Pigafetta fornisce dettagli essenziali su questo episodio: i guerrieri di Lapu-Lapu avevano realizzato degli scudi di legno estremamente duri, resistenti agli archibugi, preparando al contempo delle frecce avvelenate il cui veleno aveva un'efficacia quasi immediata.[66]

Quattro giorni dopo la sconfitta di Mactan, il 1º maggio, Humabon tese un'imboscata ai nuovi arrivati durante una cena in cui disse di voler consegnare agli ufficiali della flotta, nelle parole di Pigafetta, «gioielli e regali che aveva promesso di inviare al re di Spagna», uccidendoli.[67] Secondo Pietro Martire d'Anghiera, la cosa non fu premeditata, in quanto gli omicidi si dovettero ai tentativi di stupro delle donne eseguiti dagli europei.[68] Coloro che erano rimasti a bordo delle caracche ancorate fuggirono. Sempre secondo la testimonianza di Antonio Pigafetta, Enrique, schiavo e interprete di Magellano, originario della Malesia di cui parlava la lingua, si schierò a favore di Humabon.[69] Ciò avvenne forse perché, nonostante il testamento di Magellano prevedeva che il suo fedele servitore dovesse ottenere la libertà in concomitanza della morte del suo signore, il cognato di Magellano, Duarte Barbosa, rifiutò di prestare fede a questa disposizione testamentaria e chiese a Enrique di rimanere a bordo.[69] Quando Humabon fu informato delle debolezze degli europei rimasti senza un capo dopo la morte di Magellano, pensò che fosse il momento giusto per sbarazzarsi di loro.[69]

Per quanto riguarda le spoglie di Magellano, esse furono trattenute dai nativi e ogni richiesta di riottenerle indietro fu negata. Una simile decisione si deve probabilmente a motivazioni di carattere simbolico: si pensava che preservare il cadavere di un avversario giunto da una terra lontana avrebbe funto da monito e deterrente per chiunque avesse osato muovere guerra a un re tanto temibile.[70] Oggi, un cenotafio a memoria del navigatore è posto vicino alla spiaggia di Mactan, dove si presume che il portoghese sia stato ucciso.

Le spezie delle Molucche e il ritorno in Spagna (1521-1522)

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La Victoria, la prima nave a completare la circumnavigazione del globo. Replica della nave esposta al Expo 2005 tenutosi in Giappone

Dopo gli avvenimenti sopra esposti, rimanevano 113 uomini al servizio di Juan Sebastián Elcano. Il numero appariva insufficiente a garantire la corretta efficienza delle navi, motivo per cui, il 2 maggio 1521, la Concepción, che versava in condizioni peggiori, fu data alle fiamme davanti all'isola di Bohol.[71] La Victoria e la Trinidad salparono all'inizio di maggio, fecero tappa a Palawan per fare scorta di riso, per poi raggiungere la città di Brunei a metà luglio, nel nord del Borneo. Il 29 luglio, tolsero l'ancora e virarono verso le isole delle Spezie, raggiunte poco più di quattro mesi avanti.[72] Zweig critica l'inesperienza di chi aveva sostituito Magellano, sottolineando oltre al «rilassamento della disciplina», che «i superstiti vanno aggirandosi come dei ciechi o degli abbagliati nell'arcipelago della Sonda. Invece di puntare direttamente verso le Molucche, alle quali sono già vicinissimi, volgono a nord-ovest, procedendo poi con incerto zig-zag».[72]

Le navi arrivarono a Tidore, compresa nelle Molucche, l'8 novembre 1521.[73] Queste isole erano già note ai portoghesi da circa quindici anni, con Francisco Serrão (morto pochi mesi prima dell'arrivo delle navi) che vi era stato già presente dal 1512. Gli equipaggi caricarono di spezie le due imbarcazioni superstiti. Mentre la Victoria si preparava a lasciare il porto, venne scoperta un'importante falla nella Trinidad, che fu costretta a sostare al porto per compiere le riparazioni necessarie e partire con quattro mesi di ritardo. Con 50 uomini a bordo e comandati da João Lopes de Carvalho, la nave fu alla fine abbordata dai portoghesi, che vi trovarono a bordo solo venti marinai decisamente provati nel corso del loro tentativo di raggiungere, attraccando a Panama, la Spagna transatlantica.[74][75]

La Victoria, con a bordo sessanta uomini di cui tredici molucchesi al comando di Elcano, salutò invece l'isola di Tidore il 21 dicembre 1521, riuscendo ad attraversare l'Oceano Indiano e a doppiare il Capo di Buona Speranza per raggiungere la Spagna.[76] Il percorso non si rivelò, ancora una volta, privo di ostacoli: stremati dalla fame e dalle riparazioni che non potevano essere eseguite per paura di perdere o danneggiare il ricco carico di chiodi di garofano, alcuni membri domandarono a gran voce di sbarcare in Mozambico, nonostante questo fosse una colonia portoghese, dichiarandosi pronti a preferire la prigione all'inedia.[77] Toccata la terraferma in cerca di viveri più a sud, i ricognitori non trovarono né acqua né frutta, dovendo accontentarsi di tornare a bordo a mani vuote. Una volta raggiunto l'odierno Sudafrica meridionale, una tempesta colse l'imbarcazione, che però riuscì a procedere e a raggiungere, con tre soli indigeni sopravvissuti, Capo Verde il 9 luglio.[77] Fu lì che dodici uomini vennero fatti prigionieri dai lusitani, ma poterono fare ritorno in Spagna qualche settimana più tardi.[78]

Solo diciotto membri dell'equipaggio raggiunsero Sanlúcar de Barrameda il 6 settembre 1522, data finale del lungo viaggio avviato da Magellano.[79] La Victoria fu il primo mezzo navale a compiere la circumnavigazione completa del globo. La vendita delle spezie riportate dalla stiva compensò la maggior parte delle spese sostenute all'inizio, ma non si rivelò sufficiente a coprire i risarcimenti dovuti ai superstiti e alle vedove.[80] A un'analisi più generale, il saldo finanziario si dimostrò molto negativo e le successive spedizioni (García Jofre de Loaísa nel 1526 e Álvaro de Saavedra nel 1527) si conclusero in maniera ancor più nefasta.[80] Nel 1529, ai sensi del trattato di Saragozza, la Spagna rinunciò definitivamente alle sue pretese sulle Molucche, vendute a caro prezzo per 350.000 ducati.[81] Il profitto politico si rivelò quasi nullo fino a quando la rotta Manila-Acapulco non acquisì importanza nel 1565 e all'occupazione delle Filippine, rivendicate da Madrid in nome della prima scoperta.[81] Il viaggio si dimostrò più fruttifero dal punto di vista scientifico che economico, tanto che, riprendendo le parole degli studiosi Mauro Bini e Francesco Sicilia, «la nuova via delle spezie si è rivelata troppo lunga e lo stretto di Magellano praticamente inservibile come regolare via di comunicazione sia per gli spagnoli che per le altre potenze».[82] Ci vollero 58 anni per compiere una seconda circumnavigazione, portata a termine da Francis Drake. Lo Stretto di Magellano come passaggio per il Pacifico non fu preso in considerazione per diversi secoli, e solo l'apertura del Canale di Panama nel 1914 fornì una soluzione soddisfacente al difficile "passaggio a sud" ad ovest di Capo Horn, scoperto nel 1616.[83]

Rilevanza storica

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Monumento in memoria di Magellano a Punta Arenas, in Cile

Come prevedibile, l'impresa azzardata da Ferdinando Magellano riscosse grande clamore. Una delle opere realizzate con maggiore vicinanza in termini cronologici, il De Moluccis Insulis di Massimiliano Transilvano, venne pubblicato nel 1523.[84] Fu grazie a questo testo che l'Europa poté soddisfare la propria curiosità riguardo alla prima circumnavigazione del mondo effettuata da una nave spagnola. La Relazione del primo viaggio intorno al mondo, il decisamente più completo resoconto compiuto da Antonio Pigafetta, ebbe un certo successo quando fu pubblicato tra 1524 e 1525. Magellano fu duramente criticato dagli spagnoli sopravvissuti al viaggio, che lo condannarono per il modo con cui gestì le operazioni; in Portogallo, invece, fu continuamente considerato un traditore. Le imprese di Magellano caddero quasi nel dimenticatoio alla fine del XVI secolo.[85] Furono soltanto i movimenti nazionalisti del primo Novecento a riportare Magellano al centro della scena, con la Spagna e Portogallo che volevano entrambe fregiarsi di un passato glorioso dimenticando la perdita delle loro colonie americane avvenuta nel secolo precedente.[85] Durante l'esposizione iberoamericana di Siviglia, svoltasi quando Primo de Rivera era al potere, fu assegnato il nome di Magellano a una strada che portava al luogo dell'America; durante l'EXPO portoghese del 1940, a Lisbona, sotto la dittatura di Salazar, una statua con l'effigie di Magellano campeggiava dietro a quella di Enrico il Navigatore. Non potendo la sua persona considerarsi legata a una sola nazione, la sua rilevanza veniva ancora ritenuta secondaria.[85] Fu la già menzionata biografia di Stefan Zweig, realizzata nel 1938, che conferì a Magellano un'aura che andava oltre la penisola iberica; ciò aprì un nuovo capitolo di ricerche che spinse gli autori lusitani a interessarsi di nuovo al navigatore. Il popolo portoghese, spinto da alcune frange nazionaliste, invertì la tendenza e finì per rivendicare completamente la figura di Magellano alla patria portoghese.[85]

Mappamondo che mostra la via compiuta da Magellano ed Elcano realizzato da Battista Agnese, Atlante nautico, Venezia, 1544

Nel 2017, il Portogallo propose di inserire la Rotta di Magellano nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.[86] La procedura si concluse con esito positivo, ma nel 2019, in occasione del 500º anniversario dalla partenza, la Real Academia de la Historia di Madrid ribadì che la circumnavigazione del globo fu un'impresa «esclusivamente spagnola».[87][88] In un siffatto contesto, vari deputati appartenenti a partiti della destra spagnola accusò la sinistra al potere di svendere la memoria di Magellano e volerla condividere con il Portogallo; la rivalità tra i due Paesi fece sì che emersero ruggini le quali si sperava fossero state finalmente sopite.[88][89][90] Durante un convegno organizzato nel 2018 a Valladolid (Primus circumdedisti me, frase iscritta sullo stemma di Elcano), lo storico Serge Gruzinski si è espresso a favore di una storia del giro del mondo «scevra dal suo contesto strettamente castigliano-portoghese e integrata in una memoria europea globale». Inoltre, proponeva che la domanda all'UNESCO avrebbe dovuto essere richiesta in maniera congiunta da Lisbona e Madrid.[85]

Influenza culturale

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La Grande Nube di Magellano

Sono numerosi i prestiti che si devono al navigatore portoghese e in più ambiti. Si pensi alle nubi di Magellano, che prendono il suo nome all'inizio del XIX secolo e che furono fugacemente descritte come «nugolette» nel resoconto della spedizione da lui guidata,[91] allo stesso modo della sonda spaziale Magellano realizzata nel 1989 e che, tra il 1990 e 1994, orbitò attorno a Venere o ancora il pinguino di Magellano (Spheniscus magellanicus), così chiamato dagli zoologi per ricordare come l'esploratore avesse visto questo uccello nel 1520 durante il suo viaggio nel sud del continente sudamericano.[92] I telescopi Magellano sono due telescopi ottici gemelli con uno specchio principale di 6,5 m di diametro, situati presso l'osservatorio di Las Campanas, in Cile.[93]

Tre crateri, due dei quali situati sulla Luna (Magellano e il suo cratere satellite "Magelhaens A") e uno su Marte (Magelhaens), devono il nome al navigatore portoghese e presentano la designazione "Magelhaens".

Nella cultura di massa

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Nel manga/anime One Piece è presente un personaggio di nome Magellan. È il direttore della prigione governativa sottomarina di Impel Down, che concentra i nemici più pericolosi del Governo Mondiale, ed è anche l'antagonista principale di questo arco.

Il magellan è un trick che viene utilizzato nel calcio freestyle per indicare un movimento del piede che simula la circumnavigazione che ha compiuto Magellano; in questo caso il piede oltrepassa totalmente il pallone e torna indietro al punto iniziale mentre il pallone è ancora in aria.

Nel 2019, Magellano comparve sul retro di una moneta commemorativa dal valore di 2 euro emessa dal Portogallo per il 500º anniversario della sua circumnavigazione.

La canzone Magellano del cantautore italiano Francesco Gabbani è dedicata proprio all'epopea del navigatore lusitano.

Nella serie Animaniacs, Magellano è protagonista di una canzone intitolata "La ballata di Magellano", cantata sulle note di Get along little doggie, dove i Warner assistono il navigatore nella ricerca delle Indie passando da Ovest, fino alla sua prematura morte.

Ferdinando Magellano è al centro della serie TV di produzione spagnola del 2022 Senza confini, la quale narra della sua spedizione; il suo ruolo è interpretato dall'attore brasiliano Rodrigo Santoro.

  1. ^ Il suo nome compare in varie forme prima che i cartografi lo latinizzassero in Magellanus, da cui Magellano.
  2. ^ a b L'unico documento del XVI secolo che riferisce un qualche luogo di nascita è un manoscritto di Fernando de Oliveira (1507-1581) realizzato intorno al 1560. Nel testo si legge che Magellano era «nato a Porto»: Salomoni (2021), p. 20. Se si confrontano gli indizi a disposizione con altre due fonti manoscritte inedite e scoperte di recente, l'ipotesi sopra espressa va considerata abbastanza verosimile: Zweig (2013), p. 25. Al contrario, l'informazione secondo cui Magellano nacque a Sabrosa è falsa, in quanto caldeggiata da documenti del XIX secolo la cui non veridicità è stata ampiamente dimostrata da quattro storici portoghesi negli anni 1921-1939: Zweig (2013), p. 23. La riproposizione di questo errore è stata talmente ampia nell'ultimo secolo e mezzo, essendo stata compiuta anche da storici assai autorevoli, che quell'informazione veniva ormai ritenuta veritiera: Zweig (2013), p. 25.
  3. ^ Agostino d'Ippona, dottore della Chiesa, aveva espresso i suoi dubbi sul fatto che gli antipodi fossero abitati, il che dimostra che ne conosceva e ammetteva l'esistenza. Tommaso d'Aquino, un altro eminente filosofo cristiano, postulava nei suoi testi l'indubbia affidabilità delle Sacre Scritture con riferimento all'ambito religioso, ritenendo al contempo le conoscenze messe a disposizione da Aristotele in campo scientifico sufficientemente complete. Più nello specifico, quest'ultimo affermava che la Terra fosse sferica ma immobile al centro dell'universo.
  4. ^ Una riunione convocata nel 1505 dal re Ferdinando il Cattolico per incoraggiare le esplorazioni marittime che avrebbero aperto l'apertura della rotta delle spezie. A quest'incontro parteciparono Juan Rodríguez de Fonseca, Amerigo Vespucci e Vicente Yáñez Pinzón.
  5. ^ 55 tornarono a Siviglia a bordo della San Antonio, la quale disertò, uno discese alle Canarie, 35 tornarono in Europa anni dopo in vari modi e tra diverse peripezie. Per approfondire, si veda il capitolo specifico dedicato ai membri della spedizione.

Bibliografiche

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  15. ^ Castro (2007), p. 54.
  16. ^ In un passo dello storico Damião de Góis tratto dalla sua Cronaca del re D. Manuele pubblicata nel 1567, l'autore afferma che Magellano «ruppe i legami con il suo Paese natale - dal quale si era allontanato con "meccanismi" pubblici». Herrera ribadisce tale informazione nel 1601, affermando che il navigatore «decise di "snaturalizzarsi" [...] dopo aver stipulato un atto davanti a un notaio», passando al servizio della Spagna nell'ottobre 1517. Si tratta di una ricostruzione ambigua, se non altro perché questa procedura di "snaturalizzazione" non esisteva legalmente: era tuttalpiù possibile rinunciare alla propria nazionalità in terra straniera, ma non nella propria. Può darsi che l'«atto notarile» menzionato da Damião de Góis sia in realtà frutto della fantasia del cronista: Nowell (2018), p. 61. Va aggiunto che il cambio di ortografia del nome da Magalhães a Magallanes era una pratica comune quando un suddito di un re offriva i suoi servigi a un altro. Gli esempi non mancano tra i navigatori, se si pensa a Giovanni Caboto o a Juan de Solís.
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Fonti primarie

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Fonti secondarie

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