EnVision
EnVision | |||||
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Dati della missione | |||||
Operatore | ESA | ||||
Tipo di missione | Orbiter | ||||
Vettore | Ariane 6 | ||||
Lancio | 2031 (pianificato) | ||||
Luogo lancio | Centro spaziale guyanese | ||||
Proprietà del veicolo spaziale | |||||
Potenza | 2350 watt | ||||
Massa | 1277 kg | ||||
Strumentazione |
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Parametri orbitali | |||||
Data inserimento orbita | 2034 | ||||
Apoapside | 470 km | ||||
Periapside | 220 km | ||||
Periodo | 4,5 anni (pianificato) | ||||
Cosmic Vision | |||||
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EnVision è una missione spaziale dell'Agenzia spaziale europea diretta verso Venere che dovrebbe eseguire mappature radar ad alta risoluzione del pianeta e studiarne l'atmosfera. Lo scopo principale della missione è aiutare gli scienziati a comprendere le relazioni tra l'attività geologica e l'atmosfera del pianeta, indagando sul motivo per cui Venere e la Terra abbiano intrapreso percorsi evolutivi così diversi.[1] La sonda è stata selezionata come quinta missione di classe media (M5) del programma Cosmic Vision dell'ESA nel giugno 2021, con lancio previsto per il 2031.[2] La missione sarà condotta in collaborazione con la NASA, con la potenziale condivisione delle responsabilità attualmente in fase di valutazione.
Contesto
[modifica | modifica wikitesto]Venere è un pianeta terrestre con caratteristiche molto vicine a quelle della Terra: le dimensioni e la composizione sono molto simili, ed è solo un po' più vicino al Sole rispetto alla Terra. Agli albori del sistema solare la sua atmosfera era probabilmente simile a quella terrestre con acqua liquida presente in abbondanza sulla sua superficie. Ma successivamente i due pianeti si sono evoluti in modo divergente: nonostante Venere si trovi ancora all'interno della zona abitabile del sistema solare, la temperatura sulla sua superficie supera i 460 °C (superiore alla temperatura di fusione del piombo) e la pressione atmosferica di 93 bar è equivalente a quella che si incontra quando ci si immerge in mare a una profondità di 1000 metri, dove si avventurano solo i sottomarini di ricerca. La sua atmosfera, priva di acqua, è composta principalmente da anidride carbonica e azoto, con nubi di acido solforico.[3]
Sebbene venti missioni esplorative abbiano già studiato Venere dall'inizio dell'era spaziale, gli scienziati non hanno ancora dati per spiegare questa divergenza nell'evoluzione dei due pianeti. Venere infatti è difficile da studiare: uno spesso strato di nubi senza struttura apparente la ricopre completamente e la sopravvivenza delle sonde inviate sulla sua superficie è limitata a poche decine di minuti, a causa delle condizioni infernali che vi regnano, dovute in particolar modo all'effetto serra incontrollato. La comprensione di Venere è essenziale per capire l'evoluzione passata e futura del sistema solare interno, inoltre diversi pianeti extrasolari nella zona abitabile delle loro stelle ricevono mediamente il flusso di radiazioni che riceve Venere dal Sole, e la conoscenza di Venere potrebbe quindi essere importante anche per l'interpretazione dei dati raccolti a seconda del metodo di rilevamento degli esopianeti.[4]
I planetologi si erano lamentati della scarsa attenzione verso Venere degli ultimi decenni.[5] Dopo la missione Magellano della NASA nel 1989, solo due sonde minori sono state lanciate negli anni 2000 e 2010 per l'esplorazione di Venere: la Venus Express dell'ESA e la Akatsuki della JAXA. Ciò è dovuto, oltre alle estreme condizioni ambientali, anche ai grandi sforzi compiuti per l'esplorazione di Marte;[6] la NASA ad esempio, dopo la Magellano ha dedicato ben 28,5 miliardi di dollari del suo budget al pianeta rosso, e solo 3,7 miliardi a Venere.[7]
Obiettivi
[modifica | modifica wikitesto]EnVision fornirà nuove informazioni sulla storia geologica attraverso immagini complementari, polarimetria, radiometria e spettroscopia della superficie abbinate a sondaggi del sottosuolo e mappatura gravimetrica; cercherà i segni termici, morfologici e gassosi dell'attività vulcanica e di altre attività geologiche, tracciando le specie volatili fino alle loro fonti, dalla mesosfera fino al sottosuolo. Le misurazioni scientifiche di base includono: mappatura ad alta risoluzione di obiettivi specifici, cambiamento della superficie, geomorfologia, topografia, sottosuolo, emissione termica, concentrazione dell'anidride solforosa e del vapor acqueo, gravità, velocità di rotazione e asse di rotazione. Gli obiettivi specifici della missione sono:[8]
- Determinare il livello e la natura dell'attività corrente
- Determinare la sequenza di eventi geologici che hanno generato la sua gamma di caratteristiche superficiali
- Valutare se Venere un tempo fosse ospitale per la vita e se fossero presenti oceani
- Comprendere la struttura geodinamica che controlla il rilascio di calore interno nel corso della storia del pianeta
Strumenti scientifici
[modifica | modifica wikitesto]EnVision è una missione dell'ESA in collaborazione con la NASA con contributi dei singoli stati membri dell'ESA per la fornitura degli strumenti. La NASA sta contribuendo con lo strumento VenSAR e fornisce il supporto DSN. Gli altri strumenti di carico utile sono forniti dagli stati membri dell'ESA, con ASI, DLR, BELSPO e CNES che si occuperanno rispettivamente degli strumenti SRS, VenSpec-M, VenSpec-H e VenSpec-U.[8]
- Venus Synthetic Aperture Radar (VenSAR): radar ad apertura sintetica che opera a 3,2 GHz nella banda S (lunghezza d'onda di 9,4 cm). VenSAR fornirà diverse tecniche di imaging e distanza da un'orbita polare: (1) mappatura della superficie regionale, (2) topografia globale e altimetria, (3) imaging stereo, (4) radiometria e scatterometria superficiale, (5) polarimetria superficiale, ( 6) la possibilità di interferometria a passaggi ripetuti. Il radar ad apertura sintetica in banda S del Jet Propulsion Laboratory è attualmente sottoposto a valutazione scientifica, tecnica e programmatica da parte della NASA. Un SAR è una versatile tecnologia di telerilevamento che ha capacità uniche per determinare informazioni geofisiche spesso non disponibili attraverso altri metodi. VenSAR caratterizzerà le prove strutturali e geomorfiche dei processi che hanno plasmato la storia geologica di Venere, oltre a caratterizzare l'attuale attività vulcanica, tettonica e sedimentaria. Il principal investigator del radar ad apertura sintetica è Scott Hensley, del JPL.
- Venus Subsurface Radar Sounder (SRS) che sarà un'antenna a dipolo fisso operante nella gamma 9–30 MHz. SRS cercherà i confini degli strati di materiali del sottosuolo in diversi terreni che includono crateri da impatto e il loro riempimento, crateri sepolti, tesserae, pianure, colate laviche e caratteristiche tettoniche, al fine di fornire relazioni stratigrafiche a vari intervalli di profondità. Il principale responsabile del SRS è Lorenzo Bruzzone, dell'Università di Trento.
- Venus Spectroscopy Suite (VenSpec), suite di spettrometria composta da tre strumenti distinti: VenSpec-M, VenSpec-H e VenSpec-U. VenSpec-M fornirà dati compositivi sui tipi di roccia, VenSpec-H eseguirà misurazioni atmosferiche ad altissima risoluzione e VenSpec-U monitorerà le specie minori solforate (principalmente monossido di zolfo e SO2). Questa suite cercherà variazioni temporali delle temperature superficiali e delle concentrazioni troposferiche di gas vulcanici, indicative di eruzioni vulcaniche. Il ricercatore principale di Venus Spectroscopy è Jörn Helbert, del DLR Institute of Planetary Research di Berlino.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Envision: obiettivo Venere, su media.inaf.it, 10 giugno 2021.
- ^ ESA selects revolutionary Venus mission EnVision, su esa.int, 10 giugno 2021.
- ^ (EN) Jerry Coffey, Atmosphere of Venus, su universetoday.com, Universe Today, 7 maggio 2008. URL consultato il 9 maggio 2014.
- ^ Scientist to Discuss Venus, 'the Forgotten, Mysterious Planet,' at Library of Congress Lecture, su NASA, 2017.
- ^ Venus: Forgotten Sister Planet or Our Next Frontier?, su svs.gsfc.nasa.gov, aprile 2020.
- ^ ESA e NASA puntano a Venere, il nostro gemello diverso, su Le Scienze, 2021.
- ^ Venus is so very nice, NASA is going there twice, su arstechnica.com, 6 marzo 2021.
- ^ a b Richard Ghail, EnVision: Understanding why our most Earth-like neighbor is so different (PDF).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su EnVision