Horace Silver

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«Cos'è il jazz se non un altro linguaggio?»

Horace Silver
Horace Silver
NazionalitàStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
GenereJazz
Periodo di attività musicale1950 – 2014
Sito ufficiale

Horace Silver, nato Horace Ward Martin Tavares Silva (Norwalk, 2 settembre 1928New Rochelle, 18 giugno 2014), è stato un pianista e compositore statunitense.

È apprezzato per il suo stile ricco di influenze funky, hard bop, gospel, della musica africana e latinoamericana.

Nato da padre capoverdiano e da madre irlandese, Silver iniziò la sua carriera come sassofonista passando al piano solo più tardi. Il padre, operaio in una fabbrica di gomma, suonava diversi strumenti a orecchio e si esibiva in feste famigliari assieme ad altri emigrati da Capo Verde alla presenza, tra gli altri, del piccolo Horace.

«Per molti mesi lavorai al Minton's con Eddie "Lockjaw" Davis e il suo gruppo in cui c'erano Arvell Shaw e Osie Johnson. A volte Eddie chiedeva un pezzo che non conoscevo, e io gli dicevo "Eddie, questo non lo conosco". Lui rispondeva "Va bene, lo sentirai". Poi partivano con un tempo a rotta di collo a io pasticciavo per i primi due ritornelli cercando di trovare gli accordi, finché non arrivavo a qualcosa di armonicamente decente prima della fine del pezzo. M'imbarazzava da morire quando succedeva. Anni dopo, quando Eddie venne a trovarmi al Birdland e glielo ricordai, si mise a ridere dicendo: "È così che s'impara. Lo facevano anche a me, quand'ero giovane»

Silver fu scoperto in un club di Hartford dal sassofonista Stan Getz con cui fece il suo debutto discografico. Poco dopo si trasferì a New York dove, insieme ad Art Blakey, fondò un gruppo diretto cooperativamente (che sarebbe poi divenuto il nucleo dei Jazz Messengers) e iniziò a suonare coi grandi nomi del jazz accompagnando tra gli altri Coleman Hawkins e Lester Young e lavorando nei locali che avevano visto la nascite del bebop (la sua prima scrittura con Young fu al Minton's Playhouse). Il primo disco con Blakey e la loro formazione, Horace Silver and the Jazz Messengers, è da molti indicato come una delle date di nascita dell'hard bop.

Nel 1952 e 1953 registrò tre sessioni con il proprio trio che vedeva Blakey alla batteria e Gene Ramey, Curly Russell e Percy Heath alternarsi al basso. Questa collaborazione con Blakey durò quattro anni nel corso dei quali essi registrarono al Birdland (A Night at Birdland) con Clifford Brown e Lou Donaldson e al Bohemia con Kenny Dorham e Hank Mobley oltre che a effettuare diverse sedute di studio. Silver aveva anche un'attività come sideman che gli consentì di partecipare a molte altre importanti registrazioni (tra le altre, i fondamentali album Walkin' e Bags' Groove di Miles Davis) affiancando i massimi solisti del periodo. A partire da questi anni Silver iniziò a registrare per la Blue Note del cui proprietario Alfred Lion divenne amico garantendosi in questo modo un controllo sulla produzione dei propri album che allora era inconsueto.

Durante la collaborazione con Blakey, Silver registrò raramente come leader ma dopo essersi separato dal batterista, nel 1956, formò un proprio quintetto con una formazione iniziale che era più o meno la stessa dei Messengers, con il diciottenne Louis Hayes al posto di Blakey alla batteria. Nella seconda formazione del quintetto furono inseriti anche Blue Mitchell e Junior Cook che rimasero con Silver fino al 1963 quando fondarono i propri gruppi indipendenti (Mitchell assunse il giovane Chick Corea come pianista del suo gruppo). Dal canto suo Silver assunse Joe Henderson al sax e Carmel Jones alla tromba e in questa formazione il quintetto registrò il disco più noto di Silver – Song for My Father. Quando Jones si trasferì in Europa, il suo posto fu preso dal giovane Woody Shaw mentre Tyrone Washington subentrò a Henderson.

«I compositori che preferisco sono Duke Ellington, Thelonious Monk, Bud Powell, Billy Strayhorn e Tadd Dameron. [...] Sono stato soprattutto ispirato dalle composizioni e dagli arrangiamenti di Tadd. Aveva uno stile così diverso. Tutte le volte che sentivo la sua musica, pareva che ci fosse Tadd ad aprire le braccia per darti un grande abbraccio.»

Le composizioni di Silver, gradevoli e con una forte coloritura armonica (egli stesso ha descritto il suo modo di comporre come ricerca di una "semplicità significativa"), gli guadagnarono il favore del pubblico mentre la sua musica si colorava sempre più di influenze funk e soul, un cambiamento di stile che gli alienò molti seguaci della prima ora. Ancora oggi la qualità di alcuni degli album del periodo (ad esempio The United States of Mind in cui lo stesso Silver canta in molti brani) è ancora molto controversa così come il tipo di spiritualità che Silver si compiacque di metter in mostra in queste registrazioni. Al di là del giudizio critico in queste registrazioni SIlver impiegò molti musicisti interessanti quali Randy Brecker alla tromba e il fratello Michael al sax.

Silver fu l'ultimo artista con un contratto Blue Note prima che la casa editrice scomparisse (temporaneamente) negli anni settanta. Nel 1981 Silver fondò una propria casa editrice, Silveto, che ebbe un'esistenza effimera.

Dopo un periodo di scarsa attenzione nel corso degli anni ottanta dovuto anche a difficoltà di distribuzione, Silver riemerse alla ribalta negli anni novanta con un nuovo contratto discografico che lo legava alla Columbia Records.

Trasferitosi con la famiglia in California, Silver continuò la sua attività musicale fino a tarda età pubblicando, nel 2006, l'autobiografia Let's Get to the Nitty Gritty edita dalla California University Press e incarnando il ruolo di icona di una grande era del jazz: nel 2005 gli fu tributato il President's Merit Award dalla "National Academy of Recording Arts and Sciences".

Horace Silver è morto nella sua casa di New Rochelle il 18 giugno 2014 per cause naturali.[2]

Quello che segue è un elenco parziale di alcune tra le più note composizioni di Horace Silver:

  • Doodlin'
  • The Preacher
  • Nica's Dream
  • Opus de Funk
  • Safari
  • Sister Sadie
  • Strollin'
  • Blowin' the Blues Away
  • Song For My Father
  • Quicksilver
  • The Dragon Lady
  • Nutville
  • Horacescope
  • Ecaroh or Ecorah
  • Peace
  • Shoutin' out
  • Senor blues

Discografia (In ordine di pubblicazione)

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  1. ^ a b Horace Silver, Let's Get to the Nitty Gritty
  2. ^ Necrologio del LA Times.
  3. ^ (EN) Horace Silver Catalog - album index, su jazzdisco.org. URL consultato il 27 febbraio 2014.

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