Papers by Osservatorio Globalizzazione
Comunicare la politica e fare politica non sono mai state attività distinte. Questo principio è a... more Comunicare la politica e fare politica non sono mai state attività distinte. Questo principio è ancor più vero se si guarda al caso statunitense, vero e proprio laboratorio delle innovazioni nella comunicazione politica.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
"Il mio budget è altamente finanziato, per questo viene indirizzato verso quello che io chiamo i... more "Il mio budget è altamente finanziato, per questo viene indirizzato verso quello che io chiamo interessi dei donatori" , afferma l'ex direttrice dell'OMS (2007-2017) Margaret Chan 2. Una logica imprudente che merita uno sforzo di comprensione sull'identità dei finanziatori dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, verso quali progetti siano interessati a dirigere le politiche sanitarie mondiali e perché. Osservando i dati dei finanziamenti destinati al WHO del 2018 aggiornati al 2019 3 e confrontandoli con quelli dell'anno precedente 4 , appare evidente come gli Stati e gli apparati sovrastatali abbiano una capacità economica di gran lunga inferiore rispetto a quella a nove cifre vantata da gruppi finanziari privati.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Le rotte dell’interesse nazionale italiano passano inevitabilmente per il Mediterraneo: sia nel c... more Le rotte dell’interesse nazionale italiano passano inevitabilmente per il Mediterraneo: sia nel caso in cui nel calcolo della proiezione geopolitica di una nazione si voglia dar priorità al posizionamento geografico , che in quelli che danno la priorità a fattori come il consolidato dei legami economici, sociali e politici costruiti nel suo vissuto storico o le direttrici geoeconomiche per Roma la rotta punta verso il “Grande Mare ”. Area geopolitica di proiezione degli interessi di diverse potenze di media e grande taglia, arena fondamentale per l’economia nazionale, fondata sulla trasformazione manifatturiera e l’apertura ai commerci e dunque necessariamente vincolata a vedere tutelata la libertà di navigazione e la sicurezza marittima, porta verso il mondo africano e mediorientale che rappresentano la componente più complessa dell’estero vicino del Paese.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
“Il tempo atmosferico non è solo un problema ambientale, è un importante fattore economico – nota... more “Il tempo atmosferico non è solo un problema ambientale, è un importante fattore economico – nota in una testimonianza al Congresso degli Stati Uniti del 1998, l'ex segretario al commercio William Daley - almeno 1 trilione di $ della nostra economia è sensibile alle intemperie” .
Una valutazione che si mantiene costante nei decenni. In tempi più vicini a noi il Dr. Blake Bextine, Program Manager di Insect Allies, un programma di ricerca DARPA dice: “La sicurezza nazionale può essere rapidamente messa a repentaglio da minacce naturali al sistema delle colture, inclusi agenti patogeni, siccità, inondazioni e gelo, ma soprattutto dalle minacce introdotte da attori statali o non statali” .
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Negli ambienti intellettuali della nuova destra metapolitica passando per certi settori del nazio... more Negli ambienti intellettuali della nuova destra metapolitica passando per certi settori del nazional-populismo e dell’estrema destra, la principale chiave di lettura per capire l’occidentalizzazione culturale del globo,
corresponsabile, secondo tali ambienti, della fine delle identità collettive, cioè il “mondialismo”, sarà la geopolitica, che integra tali riflessioni. Per capire nel profondo la nuova cultura della destra contemporanea (sia
quella nuova a vocazione metapolitica ed egemonica che quella radicale arrivando ai partiti populisti interconnessi con tali circoli culturali e militanti) la geopolitica e l’antimondialismo sono imprescindibili, ma ci
soffermeremo sull’uso della prima in tali ambienti.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Da qualche decennio a questa parte, gli Stati Uniti si sono impegnati per instaurare un preciso o... more Da qualche decennio a questa parte, gli Stati Uniti si sono impegnati per instaurare un preciso ordine mondiale denominato “ordine egemonico liberale”. Creandolo, buona parte della classe dirigente ed intellettuale statunitense, riteneva di poter risolvere il problema dell’anarchia nelle relazioni internazionali, spalancando le porte ad un futuro di diffuso benessere e di pace. Dopo trent’anni di continui tentativi, tale ordine non è venuto in essere. In questo articolo si cercano di rilevare le fragilità del suo nucleo teorico fondativo, fallacie che mettono in dubbio la vera e propria possibilità di instaurare tale ordine. L’élite statunitense non sembra interessata a cogliere le contraddizioni di tale progetto ed è ragionevole aspettarsi che persisterà nel tentativo. Ma un bilanciamento dei rapporti di forza tra Stati potrebbe porre un freno.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Un importante studio internazionale del 2016 osserva come l'epidemia di SARS-CoV abbia inaugurato... more Un importante studio internazionale del 2016 osserva come l'epidemia di SARS-CoV abbia inaugurato una nuova era nella trasmissione di virus da animale a uomo e come i rapporti globalizzati che pervadono i nostri mercati e le nostre vite abbiano favorito la diffusione del contagio. Una profezia che abbiamo visto avverarsi durante il 2020 con l'epidemia SARS-CoV-2 e che prosegue e ritorna a distanza di mesi. Come è noto, dalla città cinese di Wuhan un filo rosso ha raggiunto in breve ogni continente fino al punto che si è iniziato a parlare di pandemia. In Italia il lessico dei momenti più bui seguiva la narrativa di una guerra mondiale con medici e infermieri nelle vesti di eroici soldati al fronte, i malati in quelle delle vittime civili e il nemico più temibile e invisibile, il virus, da affrontare a mani nude, in mancanza di armi. Mentre i caduti venivano trasportati nottetempo in lunghi convogli militari, destinati alla cremazione, vittime colte alla sprovvista da un nemico sconosciuto e invisibile. Una vera e propria 'epidemia di metafore' analizzata dalla fine penna del Generale Fabio Mini 2. La 'rivelazione epidemica' cui pochi hanno creduto e molti speculato, dice il Generale, è stata effettivamente seguita da una eccezionale e nient'affatto metaforica mole di sofferenza e morti per molti versi misteriose, nascoste, immotivate, manipolate. Mentre gli spin doctors della comunicazione ci trascinavano nel girone infernale di una "(…)campagna caotica di annunci e minacce, notizie confuse e contraddittorie sulle colpe degli altri, sugli untori del contagio, sui cinesi che mangiano i topi vivi e i pipistrelli in brodo" orientata alla creazione di uno stato di panico anche tra i più sospettosi. E finalmente "(…)scatta l'ora fatidica delle decisioni irrevocabili: la dichiarazione di guerra al virus. Mentre si sgrana il Mistero doloroso e s'intraprende la via crucis, si afferma la metafora della Guerra". Una metafora vincente, nota salace il Gen. Mini, che evoca immagini efficaci. Il nemico è un parassita, "(…)definito semivitale o quasi vitale e in quanto tale non gli è riconosciuto alcun diritto alla vita, neppure da parte dei buddisti. Può essere ammazzato, torturato, depotenziato, ingegnerizzato e modificato, non si lamenterà mai nessuno". Il nemico perfetto.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Come il Covid-19 cambia le politiche industriali delle maggiori potenze.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Parlando di populismo in Italia, dal dicembre 2013 ci si sofferma spesso sulla figura di Matteo S... more Parlando di populismo in Italia, dal dicembre 2013 ci si sofferma spesso sulla figura di Matteo Salvini, leader della Lega Nord (poi semplicemente Lega, vista la nuova vocazione "nazionale") e, nel 2018-2019, mini-stro dell'interno. È una figura senz'altro centrale, gli abbiamo dedicato non poche analisi, ma spesso si sor-vola o si relega sullo sfondo la figura di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia. Questa analisi "salvinicentrica" da parte del grosso dei mass media è legata al fatto che la Lega di Matteo Salvini, dal 3% ereditato dall'ultima gestione bossiano-maroniana, è balzata sopra il 30%, il che lo rende un fenomeno di interesse politologico; nel nostro caso ci si è soffermati sul Carroccio-ma le nostre riflessioni partono già dai primi anni ottanta, quando esistevano soltanto le leghe regionaliste nell'Italia settentrionale, da cui nascerà prima la lista unica regionalista Alleanza Nord (1989), poi la Lega Nord (1991)-per i legami intellettuali di lungo corso con diversi settori politico-militanti radicalismo di destra (la redazione del mensi-le milanese Orion di Maurizio Murelli o la destra intellettuale di stampo etno-identitario) e della nouvelle droite legata al filosofo Alain de Benoist. Fratelli d'Italia, invece, sembrava rimanere sullo sfondo, in secondo piano, come una sorta di 'scopiazzatu-ra' ora del leghismo salviniano-ma incapace di attrarre i consensi di soggetti neofascisti come CasaPound Italia-ora del Front national francese, dove una donna come Giorgia Meloni, Marine Le Pen, occupa lo spa-zio centrale da noi occupato dal Carroccio. Ma ora questo partito nazional-conservatore italiano, erede in parte di Alleanza nazionale, del vecchio Msi-Destra nazionale ma capace di attrarre parte di quella "destra sociale" che non si era riconosciuto sta gradualmente ascendendo nei consensi, passando dal 4% di inizio le-gislatura a circa il 10,6% nel dicembre 2019. Avremo anche noi, come si chiedono alcuni giornali, una premier donna di destra? E' il caso di analizzare l'ascesa di Fratelli d'Italia, le similitudini e le differenze con la Lega, i suoi legami con il populismo occidentale liberista e le ambiguità, come nel partito di Salvini, in poli-tica estera. Fratelli d'Italia: dal "centrodestra nazionale" al "conservatorismo social-sovranista" Nato nel dicembre 2012 da una scissione di destra del Popolo delle libertà, il partito unico del centrodestra che univa Forza Italia di Silvio Berlusconi, Alleanza nazionale di Gianfranco Fini e altri soggetti minori, Fra-telli d'Italia (originalmente seguito dall'etichetta Centrodestra nazionale) viene guidato dal triumvirato Cro-setto-La Russa-Meloni. Nasce in parziale opposizione al totale appiattimento della componente maggioritaria (sostanzialmente post-forzista, anche se non mancano componenti riconducibili ad An, come Maurizio Ga-sparri, ex colonnello di Fini e leader con Ignazio La Russa della corrente filoberlusconiana "Destra protago-nista", che seguiranno il leader del Pdl Berlusconi) alle posizioni defazioniste e pro-austerità del governo Monti. La scissione, vista l'assenza di dialettica interna al partito unico del centrodestra e l'annullamento delle primarie, è preceduta il 16 dicembre 2012 dal varo della la convention Primarie delle Idee, che porta i "ribelli" ad animare il nuovo partito di destra, che nel giro di un anno e mezzo adotta come 'nuovo' simbolo, dopo quello di un 'nodo tricolore' che aveva effettivamente poco appeal, al vecchi stemma missino e di An: la fiamma tricolore, che comparirà nel 2014, dopo che La Russa e Alemanno propongono che la Fondazione Alleanza nazionale conceda l'utilizzo del logo di An a Fd'I. Adesso, dopo il congresso di Trieste, ogni riferi-mento ad An scompare. Resta solo la fiamma, ma senza la base trapezoidale con scritto «Msi». 1 1 La riproduzione nel logo di Fratelli d'Italia della "fiamma tricolore"-presente nello stemma del piccolo Movimento sociale Fiamma tricolore, il partito fondato nel 1995 da Pino Rauti e da quanti si erano opposti, nel Msi, alla svolta di Fiuggi, ma soprattutto nel Front national prima e nel Rassemblament national oggi-è senz'altro scelto per attrarre, ol-tre a l'area moderata nazional-conservatrice, i vecchi militanti di An delusi del Pdl, nonché frange della "destra sociale" extraparlamentare ex missina. Quando il 26 dicembre 1946 nacque il Msi, fu scelto dai fondatori di utilizzare la fiamma tricolore come logo del "partito dei reduci" perché rappresentava il risorgere dello spirito fascista dalla bara della Rsi, rappresentata dal trapezio rosso sottostante. Inoltre la sigla "Msi" sarebbe l'acronimo di "Mussolini" o, secondo le voci di alcuni vecchi militanti, le iniziali di Mussolini Sempre Immortale. Verrà accantonata non solo con la nascita del Pdl, ma per la prima volta nel 1999, quando alle elezioni europee Alleanza Nazionale si presenta con il Patto Segni, una coa-lizione liberaldemocratica facente riferimento al leader referendario Mario Segni, un'alleanza che si presentò con un unico simbolo, un tondo con i nomi dei due partiti più il simbolo di un elefantino, esplicito richiamo al Partito repubbli-cano statunitense, sul cui modello Fini e Segni avevano infatti intenzione di promuovere la nascita di un grande partito liberale di centrodestra. Sarà un flop (la lista otterrà il 10,3%, con appena 3milioni di voti) e fu archiviata, portando al ritorno di An.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
La Reaganomics ha cambiato profondamente gli USA e la loro economia negli Anni Ottanta. Sotto le ... more La Reaganomics ha cambiato profondamente gli USA e la loro economia negli Anni Ottanta. Sotto le spinte concomitanti esercitate dalla manovra della Fed, dalla deregulation e dal colossale piano di riarmo contestuale alla Sdi, gli Usa furono quindi investiti da un vero e proprio processo di riorganizzazione socio-economica che dall’ambito strettamente nazionale si estese ben presto all’intero “campo capitalista”. Mentre il risparmio mondiale confluiva verso gli Stati Uniti in conseguenza dell’innalzamento forsennato del tasso di interesse, lo smantellamento dell’intelaiatura normativa che disciplinava l’attività di Wall Street accelerava lo spostamento dell’asse dell’economia nazionale verso il settore dei servizi e schiudeva le porte a nuove tecniche di ingegneria finanziaria capaci di trasformare provvisoriamente debiti permanenti in una notevolissima fonte di lucro per l’intero sistema bancario.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
In continuità con gli studi di Matteo Luca Andriola sulla "Nuova Destra" pubblicati sul nostro si... more In continuità con gli studi di Matteo Luca Andriola sulla "Nuova Destra" pubblicati sul nostro sito riproponiamo questa analisi dell'autore uscita sul "Giornale di Storia Contemporanea" N.1/2016 e su sua gentile concessione da noi riproposta. L'analisi parla della presenza della retorica antisemita nel mensile identificativo della Nuova Destra italiana di fine Novecento, "Orion".
Bookmarks Related papers MentionsView impact
In questo report saranno approfondite alcune vicende inerenti alla formazione terroristica somala... more In questo report saranno approfondite alcune vicende inerenti alla formazione terroristica somala Al Shabaab secondo due principali matrici.
In primo luogo analizzerò le sue strategie adattive, che le hanno consentito di resistere, sopravvi-vere ed adattarsi, come una contemporanea Idra di Lerna, ai vari approcci ed interventi con cui le fragili istituzioni somale e la comunità internazionale hanno tentato di sconfiggerla.
In secondo luogo prenderò in esame le linee di faglia interne al gruppo, mettendo in evidenza quanto le differenti provenienze claniche dei suoi membri, la più qualificata esperienza militare di taluni suoi militanti rispetto ad altri e la loro scelta di collocarsi in differenti campi della galassia jihadista mondiale, rendano Al Shabaab molto eterogeneo e frammentato nella sua composizione, a dispetto della rappresentazione monolitica e compatta data dai media.
In alcuni punti dell’elaborato cercherò di evidenziare quanto il gruppo terroristico somalo sia stato un vero e proprio precursore dell’Isis, anticipandone e forse ispirandone, con le proprie azioni, al-cuni ambiti del suo modus operandi.
Un ultimo aspetto che sarà oggetto della mia analisi è il pericolo che questa formazione terroristi-ca rappresenta per l’Europa e la comunità internazionale, vista la presenza di una nutrita comunità somala, non impermeabile a forme di radicalizzazione islamica, in molti paesi europei, del nord America e dell’Oceania.
Il gruppo terroristico somalo, nonostante questi indici di pericolosità e pur vantando il triste prima-to di essere la più letale compagine terrorista dell’intero continente africano, risulta poco attenzio-nato ed investigato dai media internazionali che, inerentemente al continente africano, sembrano prestare più attenzione ed interesse alla formazione terroristica nigeriana Boko Haram.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Coronavirus e sistema produttivo: i rischi per l'economia italiana
Da febbraio 2020 il coronavirus ha manifestato la sua presenza sul territorio nazionale e in molt... more Da febbraio 2020 il coronavirus ha manifestato la sua presenza sul territorio nazionale e in molti iniziano a farsi domande sui possibili rischi a cui il sistema economico italiano va incontro. Diventa quindi estremamente utile e interessante provare a rispondere a queste domande. In questo senso, la letteratura economica offre spunti interessanti sui principali canali di trasmissione di una pandemia, motivo per cui l’autore ha deciso di partire proprio da lì per comprendere quali sono i meccanismi che possono mettere in seria difficoltà l’economia della nostra penisola
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Sanità pubblica: un diritto da preservare dalle logiche di mercato, 2020
A seguito dell'emergenza covid-19 i sistemi sanitari-sia quello nazionale che quelli europei e gl... more A seguito dell'emergenza covid-19 i sistemi sanitari-sia quello nazionale che quelli europei e globali-sono divenuti gli attori chiave a cui è affidato l'arduo compito di limitare al massimo il valore del danno atteso in termini di vite umane. Infatti, il suddetto valore è strettamente legato alla loro capacità di reggere la crisi evitando il collasso. Partendo da questo presupposto l'autore ha ritenuto indispensabile svolgere un'analisi di "ampio respiro" al fine di comprendere i principali eventi che hanno inciso sull'evoluzione del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) sin dalla sua nascita. Dato il carattere pubblico della sanità italiana, il punto di partenza è quello di comprendere quali sono le ragioni che spingono, a livello teorico, lo Stato ad intervenire nel mercato sanitario. Lo studio prosegue con l'analisi delle principali riforme che si sono succedute dagli anni Novanta sino ai nostri giorni, evidenziando in particolare le conseguenze delle nuove modalità di finanziamento del SSN-riconducibili al federalismo fiscale-sulle disparità territoriali. Nella parte successiva dello scritto ci si concentra, invece, sulle ripercussioni della doppia crisi-che ha investito il "Vecchio Continente" nell'ultimo decennio-sul SSN. In questa sezione, si presta attenzione soprattutto alle cause che hanno condotto alla seconda crisi, la cosiddetta Crisi dell'Eurozona, e sulle conseguenze che le politiche di consolidamento fiscale hanno manifestato sulla spesa sanitaria italiana. Infine, si sono analizzate gli effetti di tali politiche di consolidamento-la cosiddetta austerity-attraverso un confronto con i principali paesi dell'area Ocse. Il filo conduttore, che deve guidare il lettore lungo lo scritto, deve essere quello di cercare di comprendere le conseguenze delle scelte politiche ed economiche che sono state prese nel recente passato, al fine di avere una giusta prospettiva per valutare gli interventi economici e sanitari che verranno presi per contrastare la crisi coronavirus.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bettino Craxi e il «socialismo liberale»: continuità o discontinuità con la socialdemocrazia europea, 2020
L'uscita del film Hammamet, di Gianni Amelio, nei cinema dal 9 gennaio 2020 e interpretato magist... more L'uscita del film Hammamet, di Gianni Amelio, nei cinema dal 9 gennaio 2020 e interpretato magistral-mente da Pierfrancesco Favino che recita il ruolo dell'ultimo leader del Partito socialista italiano negli ultimi mesi vissuti nell'omonima città tunisina-in esilio per sostenitori, in latitanza per i detrattori-ha ovviamen-te diviso l'opinione pubblica, divisa fra il giustizialismo detrattore grillino o de «Il Fatto Quotidiano», che li-mita le vicende del politico a quelle giudiziarie, alla riscoperta bipartisan: l'ex premier Matteo Renzi ha di-chiarato a La7 di aver «scoperto in Craxi un leader che quando ha fatto il presidente del Consiglio ha impo-stato una stagione di riformismo che comunque rimane. Craxi è stata una colonna di questo Paese», mentre l'ex sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia, riporta la «Provincia Pavese» del 21 gennaio 2020, parte della delegazione in Tunisia, ritiene che «nella politica di oggi nessuno [è] di questo li-vello». Il senatore del Pd Tommaso Nannicini, su «Il Foglio» del 19 gennaio 2020, avvalora il giudizio di Gerardo D'Ambrosio («su Craxi non esistono prove di arricchimento personale, la sua molla era politica»), elencando i meriti del politico: «riforma istituzionale; strategia euro-atlantica; scala mobile; [...] offensiva culturale in nome di un anticomunismo di sinistra col muro di Berlino ancora in piedi». Non è un giudizio legato al ventennale della morte del politico: Massimo D'Alema nel libro Controcorrente, dirà nel 2013 che «Craxi, aldilà delle sue discutibili scelte e delle responsabilità che si assunse, era un uomo di sinistra»; l'allora segretario dei Ds Piero Fassino, nel 2007, lo inserirà in una immaginario Pantheon della sinistra in-sieme a socialisti del calibro di Rosselli, Matteotti, Nenni e Pertini, portando nel 2009 Walter Veltroni a dire: «Craxi interpretò meglio di ogni altro uomo politico come la società italiana stava cambiando» e che la sua politica estera «fu grande: ci fu l'episodio di Sigonella ma anche la scelta di tenere l'Italia nella sfera occi-dentale, senza intaccare autonomia e dignità del Paese». È il caso, a vent'anni dalla sua morte e a oltre trentacinque dal suo governo (1983-1987), di fare un'analisi equilibrata, più distaccata di quella del leader del Pci Enrico Berlinguer che dirà: «Craxi è un bandito di alto livello [...], uno dei più micidiali propagatori dei due morbi che stanno avvelenando la sinistra italiana-l'irrazionalismo e l'opportunismo-che il maggiore partito della sinistra italiana ha il dovere di combattere e debellare». Ma la critica, all'epoca, nascerà da un fenomeno che va analizzato, e che stava colpendo anche i comunisti italiani: la mutazione genetica del Psi e della sinistra tout court, che ne favorirà l'allineamento col riformismo liberalsocialista occidentale.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Uploads
Papers by Osservatorio Globalizzazione
Una valutazione che si mantiene costante nei decenni. In tempi più vicini a noi il Dr. Blake Bextine, Program Manager di Insect Allies, un programma di ricerca DARPA dice: “La sicurezza nazionale può essere rapidamente messa a repentaglio da minacce naturali al sistema delle colture, inclusi agenti patogeni, siccità, inondazioni e gelo, ma soprattutto dalle minacce introdotte da attori statali o non statali” .
corresponsabile, secondo tali ambienti, della fine delle identità collettive, cioè il “mondialismo”, sarà la geopolitica, che integra tali riflessioni. Per capire nel profondo la nuova cultura della destra contemporanea (sia
quella nuova a vocazione metapolitica ed egemonica che quella radicale arrivando ai partiti populisti interconnessi con tali circoli culturali e militanti) la geopolitica e l’antimondialismo sono imprescindibili, ma ci
soffermeremo sull’uso della prima in tali ambienti.
In primo luogo analizzerò le sue strategie adattive, che le hanno consentito di resistere, sopravvi-vere ed adattarsi, come una contemporanea Idra di Lerna, ai vari approcci ed interventi con cui le fragili istituzioni somale e la comunità internazionale hanno tentato di sconfiggerla.
In secondo luogo prenderò in esame le linee di faglia interne al gruppo, mettendo in evidenza quanto le differenti provenienze claniche dei suoi membri, la più qualificata esperienza militare di taluni suoi militanti rispetto ad altri e la loro scelta di collocarsi in differenti campi della galassia jihadista mondiale, rendano Al Shabaab molto eterogeneo e frammentato nella sua composizione, a dispetto della rappresentazione monolitica e compatta data dai media.
In alcuni punti dell’elaborato cercherò di evidenziare quanto il gruppo terroristico somalo sia stato un vero e proprio precursore dell’Isis, anticipandone e forse ispirandone, con le proprie azioni, al-cuni ambiti del suo modus operandi.
Un ultimo aspetto che sarà oggetto della mia analisi è il pericolo che questa formazione terroristi-ca rappresenta per l’Europa e la comunità internazionale, vista la presenza di una nutrita comunità somala, non impermeabile a forme di radicalizzazione islamica, in molti paesi europei, del nord America e dell’Oceania.
Il gruppo terroristico somalo, nonostante questi indici di pericolosità e pur vantando il triste prima-to di essere la più letale compagine terrorista dell’intero continente africano, risulta poco attenzio-nato ed investigato dai media internazionali che, inerentemente al continente africano, sembrano prestare più attenzione ed interesse alla formazione terroristica nigeriana Boko Haram.
Una valutazione che si mantiene costante nei decenni. In tempi più vicini a noi il Dr. Blake Bextine, Program Manager di Insect Allies, un programma di ricerca DARPA dice: “La sicurezza nazionale può essere rapidamente messa a repentaglio da minacce naturali al sistema delle colture, inclusi agenti patogeni, siccità, inondazioni e gelo, ma soprattutto dalle minacce introdotte da attori statali o non statali” .
corresponsabile, secondo tali ambienti, della fine delle identità collettive, cioè il “mondialismo”, sarà la geopolitica, che integra tali riflessioni. Per capire nel profondo la nuova cultura della destra contemporanea (sia
quella nuova a vocazione metapolitica ed egemonica che quella radicale arrivando ai partiti populisti interconnessi con tali circoli culturali e militanti) la geopolitica e l’antimondialismo sono imprescindibili, ma ci
soffermeremo sull’uso della prima in tali ambienti.
In primo luogo analizzerò le sue strategie adattive, che le hanno consentito di resistere, sopravvi-vere ed adattarsi, come una contemporanea Idra di Lerna, ai vari approcci ed interventi con cui le fragili istituzioni somale e la comunità internazionale hanno tentato di sconfiggerla.
In secondo luogo prenderò in esame le linee di faglia interne al gruppo, mettendo in evidenza quanto le differenti provenienze claniche dei suoi membri, la più qualificata esperienza militare di taluni suoi militanti rispetto ad altri e la loro scelta di collocarsi in differenti campi della galassia jihadista mondiale, rendano Al Shabaab molto eterogeneo e frammentato nella sua composizione, a dispetto della rappresentazione monolitica e compatta data dai media.
In alcuni punti dell’elaborato cercherò di evidenziare quanto il gruppo terroristico somalo sia stato un vero e proprio precursore dell’Isis, anticipandone e forse ispirandone, con le proprie azioni, al-cuni ambiti del suo modus operandi.
Un ultimo aspetto che sarà oggetto della mia analisi è il pericolo che questa formazione terroristi-ca rappresenta per l’Europa e la comunità internazionale, vista la presenza di una nutrita comunità somala, non impermeabile a forme di radicalizzazione islamica, in molti paesi europei, del nord America e dell’Oceania.
Il gruppo terroristico somalo, nonostante questi indici di pericolosità e pur vantando il triste prima-to di essere la più letale compagine terrorista dell’intero continente africano, risulta poco attenzio-nato ed investigato dai media internazionali che, inerentemente al continente africano, sembrano prestare più attenzione ed interesse alla formazione terroristica nigeriana Boko Haram.