Ombretta Frau
Ombretta Frau is the Dorothy Rooke McCulloch Professor of Italian at Mount Holyoke College. Frau’s research concentrates on nineteenth and early twentieth century Italian women and history of Italian culture.
Frau authored articles on Pirandello, Vincenzo Cerami, Mantea, Jolanda, Sfinge, Dacia Maraini, motherhood, the connections between language, gender and violence on the Internet (written with Juliet Guzzetta), and the relationship between journalism and fascism. With Cristina Gragnani, she published Luigi Pirandello’s Taccuino di Harvard (Mondadori, 2002). In 2007, she published an edition of Mantea’s Espatriata. Da Torino a Honolulu (Salerno 2007) and 2011, again with Cristina Gragnani, she published Sottoboschi letterari. Sei case studies fra Otto e Novecento. Mara Antelling, Emma Boghen Conigliani, Evelyn, Anna Franchi, Jolanda, Flavia Steno (Firenze University Press, 2011). Frau has been President of the AAIS’ Women’s Studies Caucus and collaborated with the Enciclopedia delle Donne, the Centro di Studi Americani in Rome, and the Italian edition of Huffington Post.
Phone: +1-4135382581
Address: Department of Classics & Italian
Mount Holyoke College
50 College Street
South Hadley, MA 01075-1499
USA
Frau authored articles on Pirandello, Vincenzo Cerami, Mantea, Jolanda, Sfinge, Dacia Maraini, motherhood, the connections between language, gender and violence on the Internet (written with Juliet Guzzetta), and the relationship between journalism and fascism. With Cristina Gragnani, she published Luigi Pirandello’s Taccuino di Harvard (Mondadori, 2002). In 2007, she published an edition of Mantea’s Espatriata. Da Torino a Honolulu (Salerno 2007) and 2011, again with Cristina Gragnani, she published Sottoboschi letterari. Sei case studies fra Otto e Novecento. Mara Antelling, Emma Boghen Conigliani, Evelyn, Anna Franchi, Jolanda, Flavia Steno (Firenze University Press, 2011). Frau has been President of the AAIS’ Women’s Studies Caucus and collaborated with the Enciclopedia delle Donne, the Centro di Studi Americani in Rome, and the Italian edition of Huffington Post.
Phone: +1-4135382581
Address: Department of Classics & Italian
Mount Holyoke College
50 College Street
South Hadley, MA 01075-1499
USA
less
InterestsView All (9)
Uploads
Papers by Ombretta Frau
Mantea (Baroness Gina Sobrero) later returned to Italy were she started a career as a writer.
third millennium are reacting to these forms of sexism.
Che lingua parla una «Donna di dolori»? O forse sarebbe più esatto chiedersi: in che lingua è parlata? Se a rispondere è Patrizia Valduga (Castelfranco Veneto, 1953), il responso sembra addirittura paradossale: si tratterà di una comicità cattiva, quasi spietata, che passa attraverso l’identificazione del poeta in mollusco («una lumaca che si squaglia…io?»), indecenti modi di dire («eccomi qua di nuovo nella merda»), il trattamento auto caricaturale («Patrizia, / era il tuo itinerario di mestizia / andare a sbronzarti tutte le sere?»), il gioco etimologico («vedendomi vecchia, peggio, invecchiante»), correzioni in fieri («…quod prius! non pria… / Il mio latino che se ne va via») e un insistito abbassamento lessicale, portato avanti con ironica nonchalance: trippa e filetto, vermi e foruncoli, carriole e cani, aringhe e tangheri hanno in questa poesia carta di cittadinanza.
Ma la questione si arricchisce, se ad attivare queste componenti è la finzione teatrale: il dolore prende infatti la forma del monologo in versi, come dichiarato fin dall’incipit, che simula il tono di una didascalia: «Monologo. La donna è una morta sotterrata allo stato colliquativo […]». Impossibile non pensare a un grande antecedente come Il dolore di Ungaretti (Milano, Mondadori, 1947), protratto in una lenta trenodia per le diciassette stanze di Giorno per giorno: come se parlare del proprio dolore fosse possibile soltanto deformandolo, mettendolo in scena.