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Lacrime Quotes

Quotes tagged as "lacrime" Showing 1-10 of 10
Anaïs Nin
“Noi non vediamo le cose come sono; le vediamo come siamo noi.”
Anaïs Nin

“Asciuga le tue lacrime, donna, il ragazzo verrà ritrovato. Nessuno può fargli nulla…,” Okokpujie scompigliò i capelli di Etusi e si allontanò. Pg.48”
Obehi Peter Ewanfoh, Amende: Acqua di Fiume

John Henry Newman
“Non temere che la vita giunga a una fine, temi piuttosto che non abbia mai inizio.”
John Henry Newman

Denis Avey
“Il suo sguardo non era spento, ma sapevo che presto anche lui sarebbe diventato un morto che cammina.”
Denis Avey

Giuseppe Pederiali
“Il dolore rende di pietra se non lo si spezza col pianto”
Giuseppe Pederiali, Il tesoro del Bigatto

Italo Svevo
“Il pianto offusca le proprie colpe e permette di accusare, senz’obbiezioni, il destino. Piangevo perchè perdevo il padre per cui ero sempre vissuto. Non importava che gli avessi tenuto poca compagnia. I miei sforzi per diventare migliore non erano stati fatti per dare una soddisfazione a lui? Il successo cui anelavo doveva bensì essere anche il mio vanto verso di lui, che di me aveva sempre dubitato, ma anche la sua consolazione. Ed ora invece egli non poteva più aspettarmi e se ne andava convinto della mia insanabile debolezza. Le mie lacrime erano amarissime.”
Italo Svevo, La coscienza di Zeno / Senilità

Janet Skeslien Charles
“Il dolore è un mare fatto con le tue lacrime. Onde salate coprono gli abissi scuri dove devi nuotare al tuo ritmo. Ci vuole tanto tempo per aumentare la resistenza. Alcuni giorni le mie braccia fendevano l'acqua e io sentivo che le cose si sarebbero sistemate, che la riva non era troppo distante. Poi un ricordo, un momento mi facevano quasi annegare e ricominciavo da capo, lottando per restare a galla, esausta, annegando nel mio stesso dolore.”
Janet Skeslien Charles, The Paris Library

Andrea Marcolongo
“Spesso le lacrime sono il modo migliore per preparare se stessi al nuovo.
Lacrime di gioia o di dolore, non importa, ma spesso salvano la vita. Perché, offuscando gli occhi con il pianto, sospendono per un momento la vista di ciò che si sta perdendo per sempre. Gli occhi non vedono più l'abbandono, scampano il pericolo del rimpianto, la tentazione della rinuncia.
Ma quando, asciutti, si riaprono, è lo spettacolo di cosa si è riusciti a fare davvero, senza più rimandare, quello che si dispiega davanti come un dipinto di noi mai visto.
Dovremmo tutti ricordarci di piangere più spesso: serve a non guardare indietro, serve a guardarsi dentro con gli occhi chiusi e poi, aperti, a guardare avanti.”
Andrea Marcolongo, La misura eroica: Il mito degli Argonauti e il coraggio che spinge gli uomini ad amare

“Non avevo mai pianto tanto in tutta la mia vita. Prima di quel momento, non sapevo che cosa significasse davvero, piangere. Piangere a singhiozzi, senza riuscire a smettere, piangere in macchina, nel traffico, piangere in autobus, piangere mentre cammini tra la gente, con le cuffie nelle orecchie, piangere al lavoro, mentre tagli i pomodori, da solo nel letto fino a che il cuscino diventa una pozzanghera. Piangere sotto la doccia, nel mare, al bar, seduto al ristorante. Piangere, iniziare e non riuscire a smettere. Pensare: è impossibile che mi rimangano ancora lacrime, e continuare a piangere. Piangere era diventata un'abitudine, e potevo sempre dire alla gente: sono un tipo emotivo, il che era vero. Ma la gente sapeva che non piange così chi è emotivo, piange così chi soffre. E io soffrivo.”
Marzia Sicignano, Dove si nascondono le lacrime

Natsume Sōseki
“la poesia di Shelley sull’allodola, provo a ripeterla a bassa voce, ma non ne ricordo che qualche verso, tra cui questi: We look before and after And pine for what is not: Our sincerest laughter With some pain is fraught; Our sweetest songs are those that tell of saddest thought5. È vero, per quanto felice possa essere un poeta, non può cantare la sua gioia con l’ardimento, l’abbandono, l’ebbrezza di quell’allodola. Nella poesia occidentale, naturalmente, ma anche in quella cinese, s’incontra spesso l’espressione «infinite lacrime di tristezza».”
Natsume Sōseki, Kusamakura

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