https://italianoascuola.unibo.it
Italiano a scuola, 1 (2019), pp. 235-238
ISSN 2704-8128
https://doi.org/10.6092/issn.2704-8128/10004
Recensione di Maria G. Lo Duca, Viaggio nella
grammatica. Esplorazioni e percorsi per i bambini
della scuola primaria, Roma, Carocci, 2018
ZUZANA TOTH
ZUZANA TOTH (toth@fedu.uniba.sk) è assegnista di ricerca presso l’INVALSI e incaricata di insegnamenti presso la Univerzita Komenského di Bratislava. I suoi interessi
di ricerca riguardano la didattica della grammatica, lo sviluppo della competenza
grammaticale e l’apprendimento dell’italiano come L1 e L2.
Nel 1997, nell’introduzione all’Encyclopedia of Language and Education,
van Lier e Corson scrivono: «even though language is fascinating to children
and grownups alike, and a constant focus of attention and comment, in school
it is often stripped of precisely those things that make it interesting. It is almost a general rule that language is interesting when it is used, but boring
when it is taught»1 (van Lier, Corson 1997: XII). Proprio nello stesso anno
esce un libro di Maria G. Lo Duca, dal titolo Esperimenti grammaticali, che può
essere visto come una risposta ai problemi denunciati da van Lier e Corson,
almeno per quanto riguarda l’insegnamento della lingua italiana. L’autrice
propone infatti un metodo di insegnamento grammaticale che parte dalla naturale curiosità dei parlanti nei confronti della lingua, per guidarli
all’osservazione, alla manipolazione e alla classificazione dei dati linguistici,
in modo da renderli consapevoli della straordinaria competenza linguistica
«sebbene la lingua affascini tanto i bambini quanto gli adulti e sia oggetto costante di attenzione e discussione, spesso a scuola è deprivata proprio degli aspetti che la rendono interessante. È quasi la regola che la lingua sia interessante quando usata, ma noiosa quando insegnata» (mia la traduzione).
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implicita immagazzinata nella loro testa e sollevarla a livello di conoscenza
esplicita (Lo Duca 2004: 22). Il percorso di scoperta proposto dall’autrice nel
1997 ha incontrato grande successo: il libro pubblicato da La Nuova Italia è
stato riedito da Carocci nel 2004 e ristampato 15 volte, mentre il modello di
insegnamento descritto è ancora oggi considerato insuperato (a titolo d’esempio si veda quanto ne scrive Adriano Colombo nell’articolo Superstizioni
grammaticali pubblicato in questo stesso numero).
Viaggio nella grammatica può essere visto come una continuazione di tale percorso, che propone «spunti, suggerimenti, idee» (p. 13) per la riflessione sulla lingua nella scuola primaria. Il punto di partenza è anche in questo
caso la curiosità e la competenza linguistica implicita che i bambini già possiedono quando entrano a scuola. Tale competenza è straordinariamente ricca ma, essendo implicita, non è direttamente accessibile all’introspezione. Il
ruolo della riflessione sulla lingua è perciò guidare l’attenzione dei bambini
in modo da far scoprire loro migliaia di regole grammaticali che hanno già interiorizzato senza rendersene conto. Ad esempio, come osservato nel capitolo
3 dedicato alla scoperta della sintassi, i bambini sono in grado di scegliere la
sequenza corretta tra il mamma, le mamma e la mamma, senza però saper
spiegare che in italiano l’articolo concorda con il nome nel genere e numero.
Per far scoprire loro questa regola grammaticale, l’autrice propone di partire
dall’osservazione, facilmente ricavabile dai primi testi che si affrontano a
scuola, che in italiano i nomi sono accompagnati da “paroline”, che possiamo
decidere di chiamare “articoli”. Se si trovano di fronte a una lista di nomi, maschili e femminili, singolari e plurali, i ragazzi sapranno scegliere l’articolo
corretto per ciascun nome, e presto si accorgeranno che l’articolo cambia in
base al nome (p. 88). In questo modo si può avviare la riflessione su un aspetto centrale della sintassi dell’italiano, l’accordo. Si tratta dunque di indirizzare l’attenzione dei bambini su regole già immagazzinate nella loro testa, di
mettere a fuoco determinate proprietà della lingua utilizzando un tipo di metodo induttivo che appassiona gli studenti, dai più piccoli ai più grandi.
L’effetto coinvolgente di questo approccio è confermato da numerose ricerche condotte dall’autrice e dai suoi collaboratori, descritte dettagliatamente
nel corso del volume. L’adattabilità di questa metodologia alle classi multilingue, dove non tutti i bambini possono contare su una solida competenza implicita dell’italiano, emerge da ricerche che mettono in evidenza il ruolo centrale della riflessione collettiva nell’apprendimento (Whittle, Nuzzo, 2015).
La prima parte del libro è dedicata a una riflessione sull’utilità di fare
grammatica nella scuola primaria, alla descrizione del «metodo delle domande», e alla valutazione delle scelte curricolari dato che, come l’autrice ribadisce più volte, non tutti i fenomeni grammaticali sono accessibili a tutti i livelli
scolari. A partire da un’ampia rassegna delle ricerche e sperimentazioni
nell’ambito della riflessione sulla lingua nella scuola primaria, e dal confronto
con i risultati delle prove INVALSI, il libro suggerisce «una scelta curricolare
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di massima […] focalizzando l’attenzione su alcuni dei temi ritenuti imprescindibili e percorribili già nel ciclo primario» (p. 12). Naturalmente,
l’applicazione dei suggerimenti didattici proposti dall’autrice richiede una solida conoscenza teorica degli argomenti che si intendono affrontare in classe.
Per questo motivo, la seconda parte del libro introduce il lettore alla ricerca
teorica su alcuni aspetti centrali della grammatica italiana, come la sintassi
della frase semplice, le parti del discorso, alcuni fenomeni di testualità e la
formazione delle parole, offrendo anche un’ampia bibliografia di riferimento
per eventuali approfondimenti. A ciascuno di questi temi è dedicato un capitolo, in cui l’introduzione teorica è seguita da una rassegna delle ricerche
empiriche sul modo in cui i bambini affrontano il fenomeno linguistico in
questione e le implicazioni di queste ricerche per l’insegnamento. Dunque, oltre alla ricchezza delle idee e dei suggerimenti per la riflessione sulla lingua, il
libro offre un’introduzione alla ricerca teorica sull’italiano, nonché alla ricerca empirica sulla grammatica nell’insegnamento.
L’autrice, che ha fatto appassionare alla grammatica intere generazioni
di studenti, riesce a mantenere un difficile equilibro tra uno stile accattivante
e coinvolgente, e il rigore scientifico. A dimostrazione che il volume è una lettura indispensabile per rendere la lingua interessante e affascinante anche, e
soprattutto, quando viene insegnata.
Riferimenti bibliografici
Lo Duca, Maria G. (2004), Esperimenti grammaticali. Riflessioni e proposte
sull’insegnamento della grammatica dell’italiano, Roma, Carocci (2a ed.).
Van Lier, Leo ‒ Corson, David (a cura di) (1997), Encyclopedia of Language
and Education, Vol. 6 Knowledge about Language, Dodrecht, Springer.
Whittle, Anna ‒ Nuzzo, Elena (2015), L’insegnamento della grammatica nella
classe multilingue. Un esperimento di focus on form nella scuola primaria,
Milano, AItLA.
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