Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2019, La Sala delle Asse del Castello Sforzesco. Leonardo da Vinci. All'ombra del Moro
Genealogia dei Visconti-Sforza; testi delle schede per il catalogo scientifico della mostra "Intorno alla Sala delle Asse. Leonardo tra Natura, Arte e Scienza"; indice dei nomi. Schede all'interno del catalogo: - Leonardo da Vinci, "Allegoria dello specchio solare", pp. 212-213; - Leonardo da Vinci, "Studio del cuore e dell'arteria polmonare di un bue", pp. 214-215; - Cesare da Sesto, "Un albero", pp. 216-217; - Leonardo da Vinci, "Calendula di palude (Caltha palustris) e Anemone dei boschi (Anemone nemorosa)", pp. 218-219; - Leonardo da Vinci, "Due salici", pp. 220-221; - Leonardo da Vinci, "Tempesta su un paesaggio collinare", pp. 222-223; - Albrecht Dürer, "Sant'Antonio e san Paolo in un paesaggio boscoso", pp. 224-225; - Piero di Cosimo, "San Girolamo penitente in un paesaggio roccioso", pp. 226-227; - Artista leonardesco, "Paesaggio con grande nuvola", pp. 228-229
Il contributo si basa sullo spoglio dei Libri Mastri della Mensa Arcivescovile, conservati presso l’Archivio Storico Diocesano di Milano, per gli anni dell’episcopato di Federico Borromeo (1595-1631) e, in particolare, a ridosso della cerimonia di canonizzazione di san Carlo Borromeo (1 novembre 1610), mettendo in evidenza la committenza e la produzione di medaglie devozionali. Consistenti risultano i quantitativi e molte le maestranze coinvolte. Scarne invece sono le descrizioni degli oggetti, che ipoteticamente possiamo riferire alle celebrazioni per il nuovo santo. Tra questi è la notizia di una medaglia d’oro, realizzata da Gaspare Mola, donata dall’arcivescovo a Jan Brueghel il Vecchio. I documenti sono accostati a due esemplari di medaglie in argento conservati presso il Civico Medagliere del Castello Sforzesco: due rare fusioni raffiguranti, sul dritto, l’immagine del santo e sul rovescio il motto Humilitas. A qualificarle come prodotto di rara raffinatezza è l’appensorio con i tre cerchi intrecciati, simbolo dei Borromeo. Le due medaglie sono poi messe a confronto con l’effigie del santo realizzata da Domenico Pellegrini per la pala d’altare della cappella dell’Arcivescovado e con alcune fusioni successive. english version The paper is based on a complete examination of Libri Mastri (i.a. expense books), documents preserved in the Milanese Diocese historic archive, focusing on the time when Federico Borromeo was the archbishop of Milan (1595-1631) and, in particular, close to the ceremony for Charles Borromeo’s canonization (1st November 1610). One purpose is to underline the commission and creation of religious medals: their quantity is considerable and many craftsmen were involved. Bare, instead, are the objects described, and so we can only assume that they were all commissioned for the ceremony for the new saint. Among them, we have one piece of information about a golden medal by Gaspare Mola, donated by the bishop to Jan Brueghel The Older. Documents are compared to two medal samples made of silver preserved in the Civic Medal Collection of the Sforza Castle: two rare meltings representing, on one face, saint Charles half-bust and, on the other, the motto Humilitas. The hang ring, that has the shape of three intersected rings, the Borromeo’s family emblem, qualify them as a rare and polished product. The two silver medals are at the end compared to the image of saint Charles depicted by Domenico Pellegrini for the Bishop Palace altarpiece and to other medals melted later.
L¹articolo riprende in esame la Madonna col Bambino di Pietro Bussolo (Milano, circa 1454-Bergamo 1526), attribuita a Pietro Bussolo nel Santuario di Santa Maria del Giglio a Nese, Alzano Lombardo (BG) esposta a Bergamo, Palazzo della Ragione, nel 2016. Il confronto con le opere datate di Bussolo consente di precisarne la collocazione cronologica tra la fine del nono e l’inizio dell’ultimo decennio del Quattrocento, in un momento di stretta connessione con i fatti artistici milanesi. La statua rappresenta l¹episodio di più stretta vicinanza tra l¹intagliatore e le ricerche condotte da Leonardo e dimostra la ricezione delle riflessioni sulla scultura del maestro fiorentino. Bussolo non si limita alla citazione di motivi dalla prima versione della Vergine delle Rocce (1483-1485) ma giunge a modificare la concezione della statua propria della tradizione della scultura lignea lombarda.
Recent restoration works on the Gothic tabernacle made of ivory at the Sforza Castle and the diagnostic investigations carried out on that occasion have confirmed that the work is basically intact, despite some roughly performed adaptations and changes in quite recent times. However, its original structure has not undergone any substantial alterations. This data confirm the authenticity of the item, which belongs to a set of tabernacles with the Mother and Child on the front and two wings decorated with episodes from the Life of the Blessed Virgin and the Infancy of Christ, produced as very low reliefs. The analysis of the artefact and a comparative study of the individual parts against other items in the series reveal a high degree of variants, which cast doubts on the possible authorship of a single workshop. However, the attribution of the tabernacle to Flemish artists and to the 1430s seems more plausible, considering stylistic and iconographic comparisons, than the theory proposed by critics a few decades ago that the item could have been produced in Lombardy.
La Sala delle Asse del Castello Sforzesco. Leonardo da Vinci. All'ombra del Moro, 2019
The paper collects all the ancient sources about two different ivory carvings of the same subject, an Annonciation in the Louvre Museum and another in Castello Sforzesco Museum, both in the Trivulzio collection in the XIX century.
Il ritrovamento di alcuni inventari di rami per stampe, in qualche caso molto dettagliati, riferibili all’attività della dinastia di incisori e editori milanesi Bonacina, ampiamente documentati nelle diverse sezioni della Raccolta delle Stampe A. Bertarelli (ritratti, stampe popolari, avvenimenti storici), ha offerto lo spunto per rivedere e aggiornare la questione relativa all’identificazione dei diversi incisori attivi con il nome di Giovanni Battista. I documenti fatti oggetto di discussione sono l’inventario post mortem dell’editore Giovanni Ambrogio Perego (1630), fino a qui misconosciuto, dal quale si scopre provenire uno dei nuclei fondanti dell’impresa dei Bonacina, e quello di Giovanni Battista il vecchio (1672), già attivo nella cerchia di Pietro da Cortona e incaricato a Roma di traduzioni nel rame da disegni di Gian Lorenzo Bernini, ma attivo nell’ultima parte della sua vita a Milano, la cui bottega, alla morte, stupisce per la quantità di matrici (circa 1.500), stampe (circa 10.000) e quadri conservati (oltre quattrocento). The discovery of some inventories related to the assets of the milanese publishers Bonacina, whose work is widely documented in the various sections of the Print Collection “A. Bertarelli” (portraits, popular prints, historical events), offered to the authors the opportunity to review and update the question of the identification of the various engravers active under the name of Giovanni Battista. The first document here discussed is the post-mortem inventory of the publisher Giovanni Ambrogio Perego (1630), up to this point almost unknown, from which it comes one of the early sets of the Bonacina editions; the second is that one of Giovanni Battista the old ( 1672), at first active in Rome in the circle of Pietro da Cortona and ‘translator’ on copper of the drawings by Gian Lorenzo Bernini, but in the last part of his life active in Milan, where his workshop, at his death, has an impressive number of plates (about 1,500), prints (about 10,000) and paintings (more than four hundred).
«Rassegna di Studi e di Notizie», 2020
in Atti del convegno di studi “Le arti nella Lombardia asburgica durante il Settecento. Novità e aperture”, Milano Università Cattolica del Sacro Cuore – Pinacoteca di Brera (5-6 giugno 2014), a cura di E. Bianchi, A. Rovetta, A. Squizzato, 2017
La Sala delle Asse del Castello Sforzesco. Leonardo da Vinci. All'ombra del Moro, Cinisello Balsamo, Milano, 2019
Bollettino d'Arte, 25,, 2015
Bollettino d'arte, anno C, serie VII, n. 25 (gennaio-marzo 2015), pp. 35-76., 2015
"Romagna Arte e Storia", 113, 2019
"Winckelmann a Milano", Scalpendi editore, 2017
L'utilizzo dei modelli seriali nella produzione figurativa lombarda nell'età di Mantegna, atti del Convegno (Milano 2008) a cura di M. Collareta e F. Tasso, "rassegna di Studi e Notizie", XXXIX, pp. 121-132, 2012
Terrecotte nel Ducato di Milano. Artisti e cantieri del primo Rinascimento, atti del convegno (Milano - Certosa di Pavia, 17-18 ottobre 2011), 2013
Romagna Arte e Storia, 109, gennaio-aprile 2017-2018, 2018
Storia e cultura del restauro in Lombardia. Esiti di un biennio di lavoro in archivi storici, 2009
CASTIGLIONE A MILANO, 2021
«Rassegna di Studi e di Notizie. Castello Sforzesco», anno 37, volume 33, 2010, pp. 303-317., 2010
"Rassegna di studi e notizie", anno XXXIV, , 2010
Monete di XII secolo ritrovate ad Offanengo