Nothing Special   »   [go: up one dir, main page]

Academia.eduAcademia.edu
RION vol. XXIII • Anno XXIII • n° 2 secondo semestre 2017 RIVISTA ITALIANA ONOMASTICA di RION, XXIII (2017), 2 RION – Rivista Italiana di Onomastica vol. XXIII • nº 2 • anno XXIII • secondo semestre 2017 Direttore: ENZO CAFFARELLI (Roma) Comitato scientifico: MARIA GIOVANNA ARCAMONE (Pisa), PIERRE-HENRI BILLY (Paris), RITA CAPRINI (Genova), PAOLO D’ACHILLE (Roma), DIETER KREMER (Leipzig/Trier), ANDRÉ LAPIERRE (Ottawa), OTTAVIO LURATI (Basel), CARLA MARCATO (Udine), PAOLO POCCETTI (Roma), ALDA ROSSEBASTIANO (Torino), GIOVANNI RUFFINO (Palermo), WOLFGANG SCHWEICKARD (Saarbrücken), LUCA SERIANNI (Roma) Corrispondenti internazionali: TERHI AINIALA (Helsinki) BRAHIM ATOUI (Oran, Algérie) LAIMUTE BALODE (Rı̄ga) ANA ISABEL BOULLÓN AGRELO (Santiago de Compostela) GIUSEPPE BRINCAT (Malta) DUNJA BROZOVIC´-RONČEVIC´ (Zadar) ANA Mª CANO GONZÁLEZ (Oviedo-Uviéu) EMILI CASANOVA i HERRERO (València) ALEKSANDRA CIEŚLIKOWA (Kraków) RICHARD A. COATES (Bristol) AARON DEMSKY (Ramat-Gan, Israele) MARIA VICENTINA DE PAULA DO AMARAL DICK (São Paulo) LILJANA DIMITROVA-TODOROVA (Sofia) SHEILA M. EMBLETON (Toronto) ZSUZSANNA FÁBIÁN (Budapest) OLIVIU FELECAN (Baia Mare) Mª VALENTINA FERREIRA (Lisboa) VITALINA MARIA FROSI (Caxias do Sul) ARTUR GAŁKOWSKI (Łódz´) CONSUELO GARCÍA GALLARÍN (Madrid) JEAN GERMAIN (Louvain-la-Neuve) DOREEN GERRITZEN (Amsterdam) MARÍA DOLORES GORDÓN PERAL (Sevilla) MIKEL GORROTXATEGI (Bilbao-Bilbo) MILAN HARVALÍK (Praha) ISOLDE HAUSNER (Wien) BOTOLV HELLELAND (Oslo) FLAVIA HODGES (Sydney) ADRIAN KOOPMAN (Pietermaritzburg, S.A.) DIETLIND KREMER (Leipzig) JAROMIR KRŠKO (Banská Bystrica) EDWIN D. LAWSON (Fredonia, NY) ZHONGHUA LI (Shandong, Cina) MARINA MARASOVIC´-ALUJEVIC´ (Split) GIORGIO MARRAPODI (Saarbrücken) KAY MUHR (Belfast) WULF MÜLLER (Neuchâtel) TEODOR OANCĂ (Craiova) PEETER PÄLL (Tallinn) YAROSLAV REDKVA (Chernivtsi) SVAVAR SIGMUNDSSON (Garðabær, Islanda) GÉRARD TAVERDET (Fontaine-lès-Dijon) DOMNIŢA TOMESCU (Bucureşti) JOAN TORT i DONADA (Barcelona) WILLY VAN LANGENDONCK (Leuven) STEFANO VASSERE (Bellinzona) PAUL VIDESOTT (Nancy) MATS WAHLBERG (Uppsala) Redazione: c/o Enzo Caffarelli, via Tigrè 37, I-00199 Roma T. +39.06.86219883 – Fax +39.06.8600736 – E-mail: enzo.caffarelli@alice.it Amministrazione, diffusione e pubblicità: SER (Società Editrice Romana s.r.l.) ItaliAteneo piazza Cola di Rienzo 85, I-00192 Roma – T. +39.06.36004654 – Fax +39.06.36001296 E-mail: ordini@editriceromana.it – Web: www.editriceromana.com Direttore responsabile: Giuseppe Caffarelli. Finito di stampare nel mese di agosto 2017 presso la STR Press s.r.l. – via Carpi 19, I-00040 Pomezia (Roma). SOCIETÀ EDITRICE ROMANA Rivista Italiana di Onomastica «El converrà che tu ti nomi»: sul ritardo di un nome dantesco Leonardo Terrusi (Bari) A far da traino all’episodio del conte Ugolino, Dante colloca, nel precedente canto XXXII, una scena forse meno celebre, ma altrettanto impressionante: l’incontro con Bocca degli Abati, il guelfo fiorentino che proprio i versi danteschi avrebbero immortalato come il traditore del proprio campo nella battaglia di Montaperti (1260). Mentre percorre la superficie ghiacciata del Cocito (nella zona dell’Antenora che ospita i traditori della patria), Dante colpisce, senza avvedersene, il volto di uno dei dannati lì conficcati, e le rimostranze di quello involontariamente tradiscono, con l’allusione al toponimo fatale, il motivo della sua condanna: «se tu non vieni a crescer la vendetta / di Montaperti, perché mi moleste?» (Inf., XXXII, v. 78). Centrale diviene a questo punto il tema della nominazione. Dante, insospettito, chiede a Virgilio di aspettare, volendo a ogni costo conoscere l’identità del personaggio, che tenta persino di blandire con la prospettiva «ch’io metta il nome tuo tra l’altre note»; poi, al suo rifiuto, lo afferra per la «cuticagna» e gli intima di nominarsi con le parole citate nel titolo di questa nota. A risolvere tale drammatica attesa del nome sarà la delazione di un altro dannato che assiste alla scena: «Che hai tu, Bocca?» (v. 106). Sono trascorsi ben 28 versi tra la comparsa del personaggio e la sua nominazione: una retardatio nominis interpretata di solito come espediente funzionale al fine che Dante qui si propone, quello di confermare l’illazione (ai tempi tutta’altro che certa) del tradimento di Bocca, che la reticenza del dannato ovviamente corrobora. Senza negare tale motivazione, si dovrà riconoscere come la nominazione ritardata costituisca procedura costante e anzi normale nella presentazione dantesca dei personaggi, come mostrano non solo i noti casi di Matelda o Cacciaguida (o dello stesso Dante), ma ancora decine di altri casi, in cui il nome compare anche a grandissima distanza. Essa solitamente consiste, dopo la prima anonima comparsa del referente, nella graduale disseminazione di indizi biografici (spesso affidati a toponimi o perifrasi toponimiche: «siede la terra dove nata fui...»), destinati ad accrescere l’attesa del viator, e del lettore con lui, garantendo così, oltre alla suspence, la tenuta della fictio che simula una progressione in diretta nella scoperta di luoghi e abitatori dell’Oltremondo. Tale sospensione agnitiva culmina, appunto, nella rivelazione del nome, per iniziativa del personaggio stesso, o più spesso di terzi (come in questo caso), più di rado del viator (Francesca) o del Dante auctor (Forese Donati). L’episodio di Bocca, pur virato in negativo (il personaggio non vorrebbe fornire alcun elemento identificativo, ma lo fa involontariamente, citando Montaperti), non fa che esasperare e rimarcare metalinguisticamente tale procedura, in virtù dell’inusitata frequenza e urgenza delle richieste del viator di rivelare il nome, e in tal modo sembra dunque offrirne una sorta di descrizione o tematizzazione. RION, XXIII (2017), 2 638