il progetto dell’arché
Fondare e ri-fondare
Parma, Reggio e Modena
lungo la via Emilia romana
Founding and Refounding
Parma, Reggio and Modena
along the Roman Via Aemilia
a c u ra d i / e d ite d by
A lessi a Mor ig i, C arl o Q u intel l i
ilPOLIGRAFO
Il progetto dell’arché
collana diretta da | series directed by Carlo Quintelli
comitato scientifico | scientific committee
Roberta Amirante | Università degli Studi di Napoli “Federico II”
Federico Bucci | Politecnico di Milano
Paolo Carafa | Sapienza Università di Roma
Orazio Carpenzano | Sapienza Università di Roma
Armando Dal Fabbro | Università Iuav di Venezia
Luigi Franciosini | Università degli Studi Roma Tre
Franco Guerzoni | artista, Modena
Vincenzo Latina | Università degli Studi di Catania
Gino Malacarne | Università degli Studi di Bologna
Carlo Moccia | Politecnico di Bari
Raffaella Neri | Politecnico di Milano
Carlo Quintelli | Università di Parma
Maurizio Sabini | Drury University
Carlo Tosco | Politecnico di Torino
Andrew Wallace-Hadrill | University of Cambridge
Nel mondo dell’intelligenza artificiale e della realtà
virtuale, in generale dei dispositivi tecnologici
che operano attraverso una prevalenza
della contemporaneità quale unica dimensione
esistenziale oltre che fenomenologica di orientamento
delle scelte, pensare al progetto come esperienza
che produce nuova origine attraverso la consapevolezza
dell’origine, e quindi di un voler essere sempre
storicamente compreso, può essere un modo alternativo
e realmente avanzato di considerare la trasformazione
della realtà secondo un umanismo futuribile,
poiché ancora capace di esprimere se stesso. Architetti,
archeologi, storici, artisti e altre figure impegnate
sul piano del progetto interpretativo, anziché
del disvelamento di realtà nascoste o della trasformazione
fisica e formale di un contesto, possono mettere
a confronto, attraverso questa collana, esperienze
anche assai differenti ma accomunate nel proprio operare
dalla necessità ontologica dell’origine, prima di ogni
autonoma epistemologia. [C.Q.]
In the world of artificial intelligence and virtual
reality, of technological devices in general that operate
through a prevalence of contemporaneity
as a single existential and phenomenological dimension
in guiding choices, thinking of design
as an experience that produces new pedigrees
through awareness of the origin and therefore
of a desire to always be historically understood,
can be an alternative and genuinely advanced way
to consider the transformation of reality according to
a futuristic humanism, one still capable of expressing
itself. Architects, archaeologists, historians, artists
and other figures engaged on the plane of interpretive
projects, rather than those revealing hidden realities
or the physical and formal transformation of a context,
through this series can swap experiences,
even when very different but united in their work
by the ontological necessity of the origin sooner
than any autonomous epistemology. [C.Q.]
Le proposte di pubblicazione sono sottoposte
alla revisione double blind peer review ed editate
in italiano-inglese per favorirne la diffusione
a livello internazionale.
All contributions for publication are subject
to a double-blind peer review and if accepted
are published in Italian and English to facilitate
dissemination at an international level.
Fondare e ri-fondare
Parma, Reggio e Modena
lungo la via Emilia romana
Founding and Refounding
Parma, Reggio and Modena
along the Roman Via Aemilia
Atti del Simposio Internazionale | International Symposium Proceedings
FondaRE E RI-FondaRE. oRIgInE E svIluPPo dElla cIttà dI PaRMa
costRuzIonE dI un’IdEntItà PolIcEntRIca
lungo la vIa EMIlIa tRa PaRMa, REggIo E ModEna
Parma, Palazzo del Governatore, e dicembre
Parma a anni dalla fondazione
Simposio promosso dal Comune di Parma - Assessorato alla Cultura
in collaborazione con l’Università di Parma
Comune di Parma
Comitato scientifico internazionale | International Scientific Committee
Giuseppe Gilberto Biondi | Università di Parma
Jacopo Bonetto | Università di Padova
Elena Calandra | Istituto Centrale per l’Archeologia DG ABAP MiBACT
Franco Farinelli | Università di Bologna
Elisabetta Farioli | Musei Civici di Reggio Emilia
Pierre Gros | Institut de France-Académie des Inscriptions et Belles-Lettres
Maurizio Harari | Università di Pavia
Anders Hast | Uppsala University
Richard Hodges | American University of Rome
Enzo Lippolis | Università di Roma “La Sapienza”
Sabina Magrini | Segretariato regionale MiBACT per l’Emilia-Romagna
Luigi Malnati | Soprintendenza ABAP BO-MO-RE-FE
Alessia Morigi, coordinatore scientifico del Simposio | Università di Parma
Giovanna Paolozzi Strozzi | Soprintendenza ABAP PR-PC
Francesca Piccinini | Musei Civici di Modena
Carlo Quintelli, coordinatore scientifico del Simposio | Università di Parma
Giuseppe Sassatelli | Università di Bologna
Fabrizio Slavazzi | Università di Milano
Christopher Smith | University of St. Andrews
Luigi Sperti | Università di Venezia
Giuliano Volpe | Consiglio Superiore dei Beni Culturali e Paesaggistici MiBACT
Andrew Wallace-Hadrill | Cambridge University
La presente pubblicazione è stata realizzata con il contributo di
This publication has been realized with the contribution of
Comune di Parma
Dipartimento
Di Discipline Umanistiche, sociali
e Delle imprese cUltUrali
Dipartimento
Di ingegneria e architettUra
revisione editoriale | editorial review
Il Poligrafo casa editrice
Alessandro Lise
traduzioni | translations
Alex Gillan
in copertina | on the cover
Foto aerea zenitale di Parma contemporanea
con lo schema della matrice generativa di Parma romana
Zenithal aerial photograph of Parma today
with a diagram of the generative matrix of Roman Parma
elaborazione grafica dell’immagine di copertina | graphic elaboration of the cover picture
Annapaola Nolli, Mastercampus Lab
© Copyright dicembre
Il Poligrafo casa editrice
Padova
via Cassan, (piazza Eremitani)
tel. | fax
e-mail casaeditrice@poligrafo.it
www.poligrafo.it
ISBN ----
ISSN -X
Nessuna parte di questo libro può essere
riprodotta o trasmessa, in qualsiasi forma
o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro,
senza l’autorizzazione scritta del proprietario
dei diritti e dell’editore
No part of this book may be reproduced
or transmitted in any form
or by any means, electronic, mechanical, or otherwise,
without the written permission of the owner
of the rights and the publisher
Indice
Index
Contributi per un celebrare ri-fondativo
Contributions for a re-foundational celebration
Carlo Quintelli
prima parte | first part
Archeologia e storie della città antica
Archaeology and stories of the ancient city
L’idea della fondazione nell’antichità classica
The idea of foundation in classical antiquity
Christopher Smith
Cosa significa vivere nell’impronta di un’antica città?
What does it mean to live in the footprint of an ancient city?
Andrew Wallace-Hadrill
Dall’archeologia urbana all’archeologia pubblica:
alcune riflessioni
From urban archaeology to public archaeology: some reflections
Giuliano Volpe
Città antiche con continuità di vita: archeologia preventiva,
cartografia digitale, banche dati
Ancient cities with continuity of life: preventive archaeology,
digital cartography, databanks
Elena Calandra
La fondazione di Parma e la costruzione della via Emilia
The Foundation of Parma and the construction of the Via Aemilia
Giovanni Brizzi
La via Aemilia: un rettifilo quasi retto di km
The Via Aemilia: an almost straight line km long
Lorenzo Quilici
Le origini della colonia di Parma alla luce degli scavi
The origins of the colony of Parma in the light of excavations
Luigi Malnati, Anna Rita Marchi
Archeologia in Unipr. Il Programma S.F.E .R .A.
Spazi e Forme dell’Emilia-Romagna Antica
Archaeology at the University of Parma. The S.F.E .R .A. Programme.
Spaces and Forms of Ancient Emilia-Romagna
Alessia Morigi
Il territorio della colonia: recenti ritrovamenti nel Parmense
The territory of the colony: recent finds in the Parma area
Manuela Catarsi
Testimonianze di evergetismo nella cultura artistica di Parma
in età romana
Testimonies of euergetism in the artistic culture of Parma
in Roman times
Riccardo Villicich
Le origini di Reggio Emilia
The origins of Reggio Emilia
Roberto Macellari, Marco Podini
Reggio Emilia tra Repubblica e Impero
Reggio Emilia between the Republic and the Empire
Annalisa Capurso
Nuovi dati su Mutina Repubblicana
New data on Republican Mutina
Donato Labate
L’archeobotanica e i siti urbani: il caso di Mutina
Archaeobotany and urban sites: the case of Mutina
Giovanna Bosi
Abitare in città a Mutina
Living in the city of Mutina
Antonella Coralini, Silvia Pellegrini
seconda parte | second part
Altri sguardi tra fondare e ri-fondare
Various views on founding and refounding
L’arte come atto fondativo
Art as a founding act
Francesco Valagussa
Le origini e il sistema: la città-regione romana
The origins and the system: the Roman city-region
Franco Farinelli
La città e la cattedrale di Parma dopo il terremoto del :
una rifondazione?
The city and the cathedral of Parma after the earthquake:
a refoundation?
Arturo Calzona, Giorgio Milanesi
Riconnessioni topografiche nell’area archeologica centrale di Roma
Topographic reconnections in the archaeological area
of central Rome
Luigi Franciosini
Limes o lo spazio della fondazione
The Limes or a space for foundation
Lamberto Amistadi
Disperdere e radunare: la fondazione dello spazio urbano
nei progetti di Gianugo Polesello
Dispersing and gathering: the foundation of urban space
in the projects of Gianugo Polesello
Ildebrando Clemente
Archeologie
Archaeological Research
Franco Guerzoni
Aggiornamenti sul problema della narrazione del territorio
Updates on the problem of narrating a territory
Giulio Iacoli
Tra singolare e plurale: la dialettica ri-fondativa della città
Between singular and plural: the re-founding dialectic of the city
Carlo Quintelli
Effetti di luogo, effetti di quartiere... Il problematico ritorno
della comunità nella sociologia urbana contemporanea
Effects of place, effects of the neighbourhood...
The problematic return of the community
in contemporary urban sociology
Agostino Petrillo
Fondare una letteratura: ellenismo greco ed ellenismo romano
Founding a literature: Greek Hellenism and Roman Hellenism
Giuseppe Gilberto Biondi
Laserscanner, droni e fotomodellazione:
architettura religiosa e reperti archeologici
Laser scanners, drones and photo-modelling:
religious architecture and archaeological exhibits
Chiara Vernizzi, Riccardo Roncella
Luoghi archeologici ritrovati: il ponte antico di Parma
Archaeological sites rediscovered: the Roman bridge of Parma
Alessia Morigi, Antonio Maria Tedeschi
“Parma capitale”: miti e realtà tra XIX e XX secolo
“Parma as a Capital”: Myths and Realities
between the th and th centuries
Piergiovanni Genovesi
Note biografiche degli autori
Biographical notes of the authors
Autostrada A e linea Alta Velocità dalla sala del ristorante IKEA a nord di Parma.
The A Motorway and the high-speed rail line from the IKEA Restaurant north of Parma.
contributi per un celebrare ri-fondativo
Contributions for a re-foundational celebration
Carlo Quintelli
La consuetudine celebrativa incentrata sulla
ricorrenza degli eventi storici e la mitizzazione storicistica che ne consegue, con differente
sentire a seconda che ci si riferisca al decennale ancora carico di memoria vissuta (solo per il
momento al lustro non è dato essere celebrato)
anziché al secolo o al millennio, risulta essere tra
i segni denotanti una contemporaneità che, pur
esprimendo continuamente il bisogno di identità storica, non ne comprende spesso la ragione
vera, così affidandosi all’automatismo del calendario delle ricorrenze.
Questa premessa potrebbe indurre a derubricare
l’importanza dell’evento celebrativo attorno al
quale questo libro raccoglie una serie di contributi che restituiscono un simposio seminariale
di due giorni ad esso dedicato, ma in realtà, in
questo caso, l’intento si colloca all’interno di
una condizione reale o per lo meno auspicata
nella prassi quotidiana di noi tutti, quella cioè
che richiama la consapevolezza dell’essere parte di una città, intesa in senso antropologico,
quindi culturale oltre che materiale, funzionale,
espressivo non meno che fortemente rappresentativo. L’occasione è allora in qualche modo ben
giustificata oltre che attesa poiché è opportuno, e
dovrebbe esserlo sempre più, che ci si interroghi
sulla città in cui si vive.
Nella fattispecie della città di Parma, la celebrazione si attesta sull’evento fondativo piuttosto
ben circostanziato al a.C., che oggi ci vede
al passaggio dei anni. In realtà, scavando
a fondo nelle condizioni da cui la genesi della
città, si dovrebbe guardare con maggiore attenzione, qualche anno prima, al tracciamento della
via Emilia da parte del console Caio Emilio Lepido nel a.C. per trovare le ragioni di un’ur-
The customary celebration centred around the
anniversary of historical events and the ensuing
historicist mythologizing, with a different feel if it
is a decennial still loaded with living memory (for
the moment only the lustrum is not celebrated)
rather than a centennial or millennial, is among
the signs of a contemporaneity which, while constantly expressing the need for historical identity,
rarely encompasses the real reason, thus relying
on the automatism of the calendar of celebrations.
This proposition may well engender a downgrading of the importance of the celebration
this book deals with, with its contributions on a
two-day symposium, but in reality the intention
can be found within a real or at least desirable
condition in our common everyday practice,
namely, the awareness of being part of a city. In
an anthropological sense, this means cultural,
material, functional, and expressive as well as
strongly representative. The occasion to reflect
on the city we live in is thus somehow well justified and also expected, since it is opportune and
should be increasingly so.
In the case of Parma, the celebration attests its
foundation , years ago, perfectly plausibly in
BC. In reality, should we wish to dive deeper
into the conditions behind the city’s genesis, we
might take a closer look at the tracing of the Via
Aemilia a few years earlier by the consul Caius
Aemilius Lepidus in BC to find the reasons
behind an as-yet unformed urban principle
quite intentionally assumed by founding that
road. An interlude of only four years which underlines that the tracing of the Via Aemilia and
its cities constituted a whole, involving also the
centuriation of the territory, which from then on
would induce a radical and significant transfor
banità, se non ancora conformata, intenzionalmente presupposta alla fondazione di quella
strada. Uno sfalsamento di soli quattro anni che
evidenzia come il trattare della via Emilia e delle
sue città costituisca un tutt’uno, che riguarda del
resto anche quel processo di centuriazione del
territorio che da lì in avanti indurrà una radicale quanto denotata trasformazione dello spazio
vasto e pianeggiante attraversato dalla strada
consolare. La fondazione della città di Parma,
e in questo anche Modena è coeva insieme ad
altre di poco a seguire, è quindi già intrinseca al
tracciato della sua strada decumana, lungo quel
segno lineare che ne contiene il punto posizionale su cui andrà ad attestarsi il primo castrum
fondativo.
Ecco allora che il titolo prende corpo con i necessari distinguo. Supportato innanzitutto da
un sottotitolo per quanto detto necessario: «costruzione di un’identità policentrica lungo la via
Emilia tra Parma, Reggio e Modena». Ma anche
da un “origine e sviluppo della città di Parma”
che mette a propria premessa il titolo primo,
cioè “Fondare e ri-fondare”. Se infatti l’azione
fondativa è tradizionalmente identificata e mitizzata nell’unicità dell’atto, addirittura nel sincretismo figurativo del gesto hic et nunc quando
«una città presso gli antichi [...] si fondava tutta
di colpo tutta in un giorno» secondo lo storicismo non privo di vena romantica di Fustel de
Coulanges, non possiamo dimenticare che la
città per sua natura composita, organica, processuale e metamorfica, pur in diversa misura
e modalità a seconda delle contingenze storico
geografiche, si esprime attraverso una continua
reiterazione di atti di natura ri-fondativa, oltre
l’originalità dell’inizio, per la loro capacità di
incidere su parti significative se non sull’intero
assetto della struttura socio-insediativa dove la
città diviene al tempo stesso soggetto e oggetto
del proprio trans-formarsi.
Al generarsi fondativo in un dato spazio e momento seguono così diverse modificazioni di
natura ri-fondativa, una sorta di rinnovamento
dell’atto originario (non) sempre richiamato,
o parzialmente riprodotto, nella variazione ed
innovazione continua dell’evolversi della città.
Un aspetto questo che non poteva non richiamare, nell’introduzione al simposio, l’afferma
mation of the vast empty space crossed by the
consular road. The foundation of Parma, and in
so doing also Modena, was coeval with others
only a little later, and was therefore already intrinsic in the stretch of its decumanus, that line
containing the node where the first founding
castrum would rise.
Which is precisely why the title of this book contains a necessary distinction. Supported by an
obligatory subtitle: “Construction of a polycentric identity along the Via Aemilia between Parma, Reggio and Modena”. But also by “origin and
development of the city of Parma” which forms a
premise for the first title, i.e. “Founding and Refounding”. If in fact the founding act is traditionally identified and mythologized in its uniqueness,
indeed in the figurative syncretism of the hic et
nunc gesture when “among the ancients a city [...]
was founded all of a sudden in one day” in the
somewhat romantic historicism of Fustel de Coulanges, we must not forget that thanks to its composite, organic, procedural and metamorphic nature, which varies with historical and geographical
exigences, the city expresses itself through continual refounding acts due to their ability to affect
significant parts if not the whole of the socio-settlement structure, in which the city becomes both
the subject and object of its transformation.
The founding genealogy in a given space and
time are thus followed by different refounding
alterations, a sort of renewal of the original act
(not) always recalled, or partially reproduced in
the variations and continuous innovations of the
city’s evolution. Something that could not fail
to evoke in the introduction to the Symposium,
Nietzsche’s affirmation “in every moment arises
anew” as if seeking escape from a static conception of urban space. The control over such a
process not only involves the city’s form, material and physiology, but also a collective and civil
imagery where memory, an unavoidable tool for
rebuilding the city, can contain individualistic
drifting, disorientation, and alienation, i.e. the
phenomena which have chiefly distinguished
the identity crises and role of cities in the past,
but particularly today’s.
Hence the topicality of the subject, that questioning through which visions, criteria and
Carlo Quintelli | contributi per un celebrare ri-fondativo
Contributions for a re-foundational celebration
zione nietzschiana di «in ogni attimo comincia
l’essere» come a voler uscire da una concezione
immobile dello spazio urbano. Il controllo di un
tale processo non coinvolge solo forma, materia
e fisiologia dell’organismo urbano, ma anche un
immaginario collettivo e civile dove la memoria,
strumento ineludibile per il ricrearsi della città,
risulta capace di contenere la deriva individualistica, dello spaesamento, dell’alienazione, cioè
dei fenomeni che maggiormente contraddistinguono la crisi di identità e di ruolo della città di
ieri ma soprattutto di oggi.
Da qui l’attualità del tema, dell’interrogarsi attraverso quali visioni, criteri e scelte si sviluppa
ancor oggi la volontà ri-fondativa della città, nella fattispecie di Parma, e delle consorelle emiliane ma se si vuole anche di altre città del mondo,
almeno quelle che pretendono che l’essere della
città derivi anche, o soprattutto, dall’espressione di un pensiero appartenente agli individui
che la abitano. Un processo che lega obbligatoriamente passato e futuro come materia di una
contemporaneità che ne tratta senza pregiudizio
i significati per un’elaborazione progettuale e
costruttiva capace innanzitutto di comprendere
a fondo la natura dei fenomeni che è obbligata
ad interpretare, giudicare, selezionare e quindi a
ri-generare, cioè in sintesi a governare.
Questa processualità ri-fondativa non va certamente confusa con un atteggiamento ingenuo di
ineludibile progressività e sviluppo (soprattutto
se ci domandiamo quale) della città. D’altra parte
la storia di questo ed altri contesti ci insegna che
alle fasi fondative e ri-fondative di Repubblica
e Impero romani ne seguiranno altre denotate
da criticità profonde, fino alla regressione delle
strutture urbane, quelle che ad esempio Ambrogio attorno al lungo la via Emilia descrive come «semirutarum urbium cadavera», che
nella fase longobarda registrano una sostanziale
contrazione della struttura insediativa romana,
o quando il decadimento funzionale della via
Emilia, in particolare dalla fase post carolingia
almeno sino all’XI secolo, determinerà il rallentamento delle dinamiche relazionali di quella sistematicità territoriale policentrica caratterizzante
l’Emilia occidentale, nell’antichità così come nella modernità dei grandi ribadimenti infrastrutturali (ferrovia, autostrada, alta velocità/capacità).
choices the city’s desire for refoundation also develops today in the specific case of Parma and its
Emilian sisters but, if we wish, also other cities
around the world, at least those which claim that
the being of the city derives also, or especially,
from expressing the thinking of the individuals
who inhabit it. A process which compulsorily
combines past and future as the material of a
contemporaneity that unbiasedly deals with its
meanings for a design and construction development capable firstly of thoroughly understanding the nature of the phenomena it is obliged to
interpret, judge, select, and then re-generate, in
short, to govern.
Naturally, this refoundation procedure must not
be confused with a naïve attitude of unavoidable
progressiveness and development in the city (especially if we question which). Meanwhile, the
history of this and other contexts teaches us that
the founding and refounding phases of the Roman Republic and Empire were followed by others characterized by deeply critical situations,
including the regression of urban structures, for
example those along the Via Aemilia which Ambrose described around as “semirutarum cadavera urbium”, which in Lombardy produced
a substantial reduction of the Roman settlements, or when the functional decay of the Via
Aemilia, in particular from the post-Carolingian era until at least the th century, determined
a slowdown in the relational dynamics of that
polycentric territorial orderliness characterizing
western Aemilia, both in antiquity and in today’s
large infrastructural statements (railway, motorway, high speed line/capacity).
Meanwhile, economic crises, conflicts, migrations, today’s climate change, the unrestrained
effects of technology and other factors of an increasingly impactful globalization cannot avoid
taxing the resilience of the city through alterations of a refounding nature, including reductive
kinds (dimensional, demographic, economic)
and those of a qualitative nature.
But the risk of the city decaying finds validation
today not so much or merely in the loss of its
functional and representative role – meaning at
a European level, which is clearly distinct from
the American dimension of so many urban failures, Detroit being the latest epiphenomenon –
but especially in the absent understanding of
D’altra parte crisi economiche, conflitti, migrazioni, oggi mutazioni climatiche, effetti incontrollati delle tecnologie ed altri fattori di una
globalizzazione sempre più impattante non possono che mettere sin da ora alla prova la resilienza della città attraverso adeguamenti di natura
ri-fondativa, compresi quelli a carattere riduttivo (dimensionale, demografico, economico) e di
diversa natura qualitativa.
Ma il rischio di decadimento della città trova
oggi riscontro non tanto o non solo nella perdita di ruolo funzionale e rappresentativo – beninteso a un livello europeo ben distinto dalla
dimensione americana dei tanti fallimenti urbani di cui Detroit ha segnato l’ultimo epifenomeno – bensì soprattutto nella mancanza
di comprensione riguardo al significato della
città e della conseguente difficoltà ad orientare
il significato dei suoi processi di trasformazione.
Il problema è così anche semantico, come quando ad esempio si riscontra che i frequentatori e
gli stessi abitanti della città non riconoscono più
i monumenti urbani e i valori che rappresentano, a cominciare da quei nessi comunitari che si
costruiscono attraverso espressioni estetiche ed
elaborazioni simboliche collettive. Se la lingua
della città non viene più compresa è difficile che
quella città parli ancora non solo il vecchio ma
anche un suo rinnovato linguaggio.
A tale sindrome contribuisce poi una virtualizzazione sempre più accentuata dei rapporti,
proprio quelli che da sempre materializzano e
alimentano la fisiologia urbana, attraverso i nuovi strumenti di comunicazione, secondo un’accezione estesa di social media, dove il processo
di smaterializzazione e frammentazione dello
spazio urbano riduce, se non elimina del tutto,
il ruolo di medium della città stessa che non sia
quello simulacrale della spettacolarizzazione di
certa politica, cultura e non ultimo architettura.
è allora, questa occasione celebrativa, anche un
piccolo contributo nei confronti del futuro che
le città, in primis quelle di media dimensione,
intese quali laboratori innanzitutto culturali,
possono fornire all’idea di Europa nel suo non
facile processo di strutturazione? Un apporto
dove l’epistemologia della città, se la volessimo così forzatamente intendere a partire dai
processi di rinnovata produzione della civitas,
possa contrapporsi alla virulenza decostruente
the significance of the city and the consequent
difficulty of steering the meaning of its transformation processes. Thus, the problem is also
semantic, as when we find a city’s visitors and
inhabitants no longer recognizing urban monuments and the values they represent, starting
from community links built through aesthetic
expressions and collective symbolic elaborations. If the language of the city is no longer understood, it is difficult for a city to speak not only
the old language but also a renewed one.
Thanks to the new communication tools, this
syndrome also results in an increasingly marked
virtualization of relationships, particularly those
that have always embodied and nurtured urban
physiology, according to an extended meaning
of the social media, where the process of dematerialization and the fragmentation of the urban
space reduces the city’s role as a medium akin
to the sensationalism of certain policies, cultures
and ultimately also works of architecture, when
not entirely eliminating it.
So, does this celebratory occasion make even the
smallest contribution towards the future that cities, especially medium-sized ones seen primarily
as cultural laboratories/workshops, can make towards the idea of Europe in its problematic process of restructuring? A contribution where the
epistemology of the city, if we wished to forcibly
see it as such, beginning from a renewed production of civitas, can oppose the deconstructing
virulence of the phenomena that combine neoliberalism, new technologies, and the liquefaction of
the social body (and its pact), among the clichés
of a “smart city” matched by a gradual impoverishment of the urban experience?
This scenario reinforces the conviction of the
Birth of Parma being a past occurrence that is
very close to us. Not so much, or not only, on
the plane of Kronos but surely that of Kairos,
which can make us part of a true citizenship,
one springing consciously from a city project
that seeks to exercise the prerogative of refoundation. In other words, with historical relevance,
since it can advance traditional resources towards new forms capable of involving the largest
possible number of inhabitants.
Hence another problematic implication of the
celebration seen as self-reflective. That of a foun-
Carlo Quintelli | contributi per un celebrare ri-fondativo
Contributions for a re-foundational celebration
dei fenomeni che legano neoliberismo, nuove tecnologie e liquefazione del corpo sociale
(e del suo contratto), tra i cliché di una smart city
a cui corrisponde il progressivo depauperamento dell’esperienza urbana?
In questo scenario si rafforza la convinzione
dell’essere, il Natale di Parma, un accadimento
di ieri a noi assai vicino non tanto, o non solo, sul
piano del cronos ma sicuramente di quel kairos
che può renderci parte di una vera cittadinanza,
quella che scaturisce coscientemente da un progetto di città che vuole esercitare la prerogativa
del ri-fondare. Cioè di avere rilevanza storica in
quanto capace di elaborare le risorse della tradizione verso forme nuove capaci di coinvolgere il
maggior numero possibile di suoi abitanti.
E qui si apre un altro risvolto problematico della
celebrazione intesa come occasione autoriflessiva. Quello di una fondazione che si esprime attraverso un atto di tipo decisionale in cui, come
ricorda Agamben, «[...] nella nostra cultura l’arché, l’origine, è sempre già anche il comando,
l’inizio è sempre anche il principio che governa
e comanda». Ecco allora che la questione del
potere che governa la città si riallaccia continuamente alla dimensione fondativa della stessa nel
reiterarsi della responsabilità sulle scelte adottate,
sulle politiche di trasformazione e sviluppo che
danno forma (anche di vita) alla città. Se ne potrebbe dedurre che un potere che ignora l’origine della città che governa nel proprio rigenerarsi
storico, non può che portarla a decadenza non
conoscendone la natura, cioè le reali potenzialità così come i limiti che la caratterizzano. Inutile
sottolineare il ruolo fondamentale degli attori
sociali ed economici in tale contesto, ma ancor
di più quello delle istituzioni chiamate non solo
a dar corpo gestionale ma anche rappresentativo
ed identitario alla città come nel caso dell’istituzione comunale e di altre istituzioni correlate.
Fondamentale a riguardo risulta essere l’Università, che non a caso si è prestata volentieri ad
orientare questa occasione celebrativa, in quanto
laboratorio che auspica un guardare avanti su
come, verso cosa e con chi dobbiamo immaginare (progettare) il futuro della città.
Quando parliamo di città, a maggior ragione
quando la celebriamo come struttura antica sulla
dation expressed through a decision-making, in
which, as Agamben recalled, “...in our culture
the arche, the origin, is always already the command, the beginning [is] always also the principle that governs and controls”. Here then the
question of power which governs the city is continually reattached to its founding dimension
in the reiteration of responsibility regarding the
decisions taken, the policies of transformation
and development that bring form (even life) to
the city. It could be inferred that a power which
ignores the origin of the city it is governing in
its historical regeneration, can only take it towards decadence, by ignoring its nature, that
is, its real potentialities as well as the limits that
characterize it. It is pointless emphasizing the
fundamental role of the social and economic
stakeholders in this context, but even more so
that of the institutions summoned not only to
provide the city with management but also as
representative and identity-making bodies, as in
the case of the municipal institution and other
similar ones. Fundamental in this regard is the
university, which, not by chance, has willingly
undertaken to steer this celebratory occasion, as
a test bed which advocates a look ahead at how,
towards what, and with whom we must imagine
(design) the city’s future.
And when we speak of the city, especially when
we celebrate it as an ancient structure that we
still rely on today, it is useful to recall one terminological peculiarity. In fact, we say and mean
“city” both in a singular and a plural sense,
where the perception and substance of a unity
and its parts coexist, albeit not without contradictions and conflicts through the dialectic
of the composite. Speaking of society from the
point of view of material history, Braudel used
the definition “ensemble of ensembles”, others,
and in particular those who design cities, would
prefer to talk of a system of systems. The fact is
that the city where and through which is born
the specialization of labour, the multiple one of
the arts, professions and jobs, roles dedicated to
a definition of specific knowledge determining
particular social players is the site par excellence
of the heterogeneous, of the increasingly necessary dialectic between branches of knowledge,
an identity constructed through multicausality
quale ancor oggi poggiamo, è utile richiamarne
una peculiarità terminologica. Infatti diciamo
e intendiamo “città” sia in senso singolare che
plurale, dove convive la percezione, oltre che la
sostanza, al tempo stesso di un’unità e delle parti, non senza contraddizioni e conflitti attraverso
la dialettica del composito. Braudel, parlando di
società dal punto di vista della storia materiale,
utilizza la definizione di «insieme degli insiemi», altri, e in particolare coloro che progettano
la città, vorrebbero parlare di sistema dei sistemi.
Sta di fatto che la città dove nasce e per cui nasce la specializzazione del lavoro, quel molteplice
di arti, professioni, mansioni, ruoli dedicati alla
definizione di saperi specifici determinanti attori
sociali specifici, è il luogo per eccellenza dell’eterogeneo, della sempre più necessaria dialettica
tra i saperi, di un’identità che si costruisce attraverso la multifattorialità e la contaminazione, ma
da cui emergono determinate prevalenze attraverso le quali si esplica appunto l’unità, cioè l’identità, la singolarità del suo essere quella città.
Nell’oscillazione tra insieme e sistema, o ancor
meglio tra «frammento e sistema» in una geografia politica (post) post-moderna in cui si
confrontano globale e locale, e in cui i grandi
poli urbani giocheranno un ruolo decisivo oltre
la dimensione degli stati nazionali, la città necessita di un’interpretazione fenomenologica
non appiattita sul presente ma anche sempre più
capace di affrontarne la complessità. Ecco perché l’occasione celebrativa, quella di un origine
arcaica della città, non può limitarsi al ricorso
conoscitivo, pur fondamentale, dell’archeologia
e della storia antica. Si tenga pur conto dell’ammonimento di Karl Kraus «Rimani presso l’origine. L’origine è la meta», posto ad incipit del
simposio, si concordi di nuovo con Agamben sul
fatto che nell’epoca del prevalere della contemporaneità «l’archeologia è la sola via di accesso
al presente», al punto da essere assunta quale
presupposto conoscitivo da anteporre sempre
al nostro voler spiegare la città, si accolga anche
l’invito di Carandini di «vedere il tempo antico
con gli occhi del » (magari provando anche
ad invertire i termini), sino a quelle «archeologie del possibile» che alimentano l’arte di Franco
Guerzoni. Ma in questa continua e archeologicamente vissuta tensione interpretativa, risulta
in ogni caso necessario il contributo di altri sa
and contamination, but from which emerge certain prevalences that produce unity, namely, the
identity and singularity of its being that city.
In the fluctuation between ensemble and system,
or better still between “fragment and system”
in a (post-) post-modern political geography
in which global and local are at odds and in
which the large urban centres are going to play
a decisive role beyond the dimension of nations,
the city needs a phenomenological interpretation that is not dulled down to the present but
is increasingly geared to tackling its own complexity. Which is why the occasion to celebrate
a city’s archaic origin cannot be limited to the
fact-finding appeal of archaeology and ancient
history, fundamental though this is. It must also
take into account Karl Kraus’ admonition “Hold
fast to the origin. The origin is the goal”. As an
introduction to the Symposium, we must agree
once again with Agamben that in an era where
contemporaneity predominates, “the point of
archaeology is to gain access to the present”.
Taken as a fact-finding prerequisite preceding
our wish to explain the city, we shall also accept
Carandini’s invitation: “see ancient time with
the eyes of ” (perhaps also inverting the
terms), including those “archaeologies of the
possible” that fuel the art of Franco Guerzoni.
In any case, this continuous and archaeologically experienced interpretative tension needs the
contribution of other branches of knowledge
– some duly collected in this volume – which
see the urban context as a privileged laboratory/workshop, not only as a field of application
but also as a context for its predilection to the
production and reproduction of knowledge, be
it literary, artistic, sociological, architectural,
museal, etc., including that geographical kind
which, in this case, identifies a region in a road
that generated cities by design. Unquestionably,
the occasion warranted other contributions (for
which we apologize), of economics, politics,
science (and not last, medicine), and from the
social sphere in all its varied expressions, however, the example of the methodological approach
through a comprehensive involvement remains
valid, even though it is inevitably reduced here.
Adopting a definition of the city which, with a
further analogy of Braudel, we can thus understand as a language of languages, corroborated by
Carlo Quintelli | contributi per un celebrare ri-fondativo
Contributions for a re-foundational celebration
peri – alcuni raccolti dimostrativamente in questo volume – che vedono nel contesto urbano
un laboratorio privilegiato, non solo in quanto
campo di applicazione ma anche quale contesto
per sua natura congeniale alla produzione e riproduzione delle conoscenze, anche in ambito
letterario, artistico, sociologico, architettonico,
museale, ecc. ecc. sino a quella geografia che
non a caso identifica, nella fattispecie tematica
che affrontiamo, una regione in una strada che a
sua volta genera città. Certo l’occasione meritava altre voci (e ce ne scusiamo), dell’economia,
della politica, della scienza (e non ultima quella
medica), del sociale nelle sue variegate espressioni ma comunque valga l’esempio dell’approccio metodologico attraverso un coinvolgimento
allargato, anche se qui per forza di cose ridotto.
Adottando una definizione della città che, con
ulteriore analogia braudeliana, possiamo così
intendere quale linguaggio dei linguaggi, corroborato dalla riflessione critica rogersiana quando ricorda che nell’architettura della città non
può che affermarsi il principio di «un’ortodossia
dell’eterodossia».
Infine questa iniziativa seminariale vorrebbe
valorizzare la funzione celebrativa anche sul
piano del rito narrativo. Quello, credo sempre
più necessario, di un’esegesi della città che passa (anche) attraverso la sua continua narrazione
a presupposto di una sua drammaturgia. Non
certo la pratica dello storytelling cresciuto tra gli
apprendisti stregoni dell’advertising oggi sempre
più inflazionante, o quella del chiacchiericcio
delle iniziative culturali – massmediali e di facile
consenso,“carine” e politicamente corrette che si
programmano in molti contesti urbani – bensì di
un raccontare la città, direttamente o indirettamente, attraverso le sue espressioni caratterizzanti perché decisive, profonde, in grado di portare
avanti – anche, appunto, in senso fondativo –
il divenire della città. Per essere efficace, bisogna
altresì sottolineare come la narrazione nella quale questo contributo a più voci vorrebbe iscriversi
dovrebbe trovare una propria forma ritualizzata
nel senso, auspicato, di una reiterazione che ogni
volta, rifondativamente, riallacci vecchi e antichi
racconti a nuove storie reali ed immaginate, comunque capaci di ribadire l’essere della città attraverso il suo poter essere raccontata.
Rogers’ critical reflection when he recalled that
in city architecture the principle of “an orthodoxy of heterodoxy” will always assert itself.
Finally, this Symposium also wished to valorize
the celebratory function on the narrative ritual
plane. One which I believe increasingly necessary, an exegesis of the city that includes continuous narrative as a premise of its dramaturgy.
Certainly not the storytelling that has sprouted
among the apprentice sorcerers of today’s overblown advertising, or that of the chit-chat of cultural initiatives slated for many urban contexts
‒ mass media-style and of easy consensus, “nice”
and oh-so politically correct ‒ but a recounting of the city, directly or indirectly, through its
characterizing expressions, decisive and deep
enough to advance the city’s becoming, in a
founding sense of course. To be effective, it is
also important to underline that the narrative
which this contribution by many hands would
like to be a part of must find its own ritualized
form in the desired sense of a recurrence whose
refoundation combines old and ancient tales
with new real and imagined stories, ones that
can however reaffirm the city’s being through
the very fact that they can be told.
To this end, during the introduction to the Symposium, some stills from Bernardo Bertolucci’s
“Before the Revolution” were shown, in which
the story of the characters and the city where the
events of the film play out – indiscriminately
involving squares, monuments, houses, memories and emotions, life in general – constitute a
whole. An exemplary witness of a refoundation
capacity which we, i.e. the city, can persistently
carry out, only or primarily by knowing how to
tell our own story.
Fustel de Coulanges, La città antica, Florence, Sansoni, , p. .
F. Nietzsche, Thus Spoke Zarathustra, Cambridge University Press, .
Ambrose, Epistolae, “Patrologiae latinae cursus completus”, vol. XVI, , col. . .
A.C. Quintavalle, Teoria e forma del territorio nell’emilia occidentale, in La regione culturale, edited by F. Clemente,
Milan, Etas Kompass, , p. .
Reference is made specifically to a geographical-literary
report on the urban contexts of North America in the vol
Fotogrammi da Prima della Rivoluzione di Bernardo Bertolucci ().
Stills from Before the Revolution by Bernardo Bertolucci ().
Carlo Quintelli | contributi per un celebrare ri-fondativo
Contributions for a re-foundational celebration
In questo senso, sempre in introduzione al
simposio, sono stati fatti scorrere alcuni fotogrammi di Prima della Rivoluzione di Bernardo Bertolucci, dove il racconto dei personaggi
e quello della città in cui si svolgono i fatti del
film – coinvolgendo indistintamente le piazze,
i monumenti, le case, le memorie e i sentimenti,
in generale la vita – costituiscono un tutt’uno.
Testimonianza esemplare di una capacità ri-fondativa che noi, cioè la città, siamo in grado continuamente di svolgere anche solo o soprattutto
attraverso il nostro sapersi raccontare.
Fustel de Coulanges, La città antica, Firenze, Sansoni,
, p. .
F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra, Milano, Adelphi,
, p. .
Ambrogio, Epistolae, «Patrologiae latinae cursus completus», vol. XVI, , col. .
A.C. Quintavalle, Teoria e forma del territorio nell’emilia occidentale, in La regione culturale, a cura di F. Clemente,
Milano, Etas Kompass, , p. .
Si rimanda, nello specifico, al resoconto geografico-letterario sui contesti urbani del nord-America nel volume di
A. Coppola, Apocalypse Town. Cronache dalla fine della civiltà urbana, Roma-Bari, Laterza, , e più in generale, tra
le tante fonti, all’analisi sociologica di A. Petrillo, La città
perduta. L’eclissi della dimensione urbana nel mondo contemporaneo, Bari, Dedalo, .
G. Agamben, Che cos’è un comando, in Id., Creazione e
anarchia. L’opera nell’età della religione capitalistica, Vicenza,
Neri Pozza, , p. .
F. Braudel, I giochi dello scambio, Torino, Einaudi, ,
p. .
A. Bolaffi, G. Marramao, Frammento e sistema,
Roma, Donzelli, .
«Du bleibst am Ursprung. Ursprung ist das Ziel»,
K. Kraus, Der sterbende Mensch, in Id., Worte in Versen,
Monaco, , p. .
G. Agamben, Archeologia dell’opera d’arte, in Id., Nudità,
Roma, Nottetempo, , p. . Attorno al tema della temporalità nell’ideazione artistica e nel progetto di architettura
vedi anche il mio In attesa dell’inattuale. Per un protomuseo
della città, in Parma inattesa. Lo spazio del pudore, catalogo della mostra (Parma, Galleria San Ludovico, marzo giugno ), a cura di R. Rizzi, Parma, MUP, .
A. Carandini, Archeologia classica. Vedere il tempo antico con gli occhi del , Torino, Einaudi, .
F. Guerzoni, Archeologie senza restauro, Milano, Skira,
, p. .
E.N. Rogers, Ortodossia dell’eterodossia, «Casabella»,
, , p. .
Prima della Rivoluzione, secondo film lungometraggio di
Bernardo Bertolucci, girato prevalentemente a Parma, soggetto e sceneggiatura dello stesso Bertolucci e Gianni Amico,
Iride cinematografica, .
ume by A. Coppola, Apocalypse Town. Cronache dalla fine
della civiltà urbana, Rome-Bari, Laterza, , and more in
general, among the many sources, to the sociological analysis of A. Petrillo, La città perduta. L’eclissi della dimensione
urbana nel mondo contemporaneo, Bari, Dedalo, .
G. Agamben, Che cos’è un comando, in Id., Creazione e
anarchia. L’opera nell’età della religione capitalistica, Vicenza,
Neri Pozza, , p. .
F. Braudel, I giochi dello scambio, Turin, Einaudi, ,
p. .
A. Bolaffi, G. Marramao, Frammento e sistema,
Rome, Donzelli, .
“Du bleibst am Ursprung. Ursprung ist das Ziel”,
K. Kraus, Der sterbende Mensch, in Id., Worte in Versen,
Munich, , p. .
G. Agamben, Archeologia dell’opera d’arte, in Id., Nudità, Rome, Nottetempo, , p. . Regarding the theme of
temporality in artistic creation and architectural design, see
also my In attesa dell’inattuale. Per un protomuseo della città, in Parma inattesa. Lo spazio del pudore, catalogue of the
exhibition (Parma, Galleria San Ludovico, March - June ,
), edited by R. Rizzi, Parma, MUP, .
A. Carandini, Archeologia classica. Vedere il tempo antico con gli occhi del , Turin, Einaudi, .
F. Guerzoni, Archeologie senza restauro, Milan, Skira,
, p. .
E.N. Rogers, Ortodossia dell’eterodossia, “Casabella”,
, , p. .
Before the Revolution, the second feature film directed
by Bernardo Bertolucci, shot predominantly in Parma, the
subject and the screenplay by Bertolucci and Gianni Amico,
Iride cinematografica, .