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il progetto dell’arché  Fondare e ri-fondare Parma, Reggio e Modena lungo la via Emilia romana Founding and Refounding Parma, Reggio and Modena along the Roman Via Aemilia a c u ra d i / e d ite d by A lessi a Mor ig i, C arl o Q u intel l i ilPOLIGRAFO Il progetto dell’arché collana diretta da | series directed by Carlo Quintelli comitato scientifico | scientific committee Roberta Amirante | Università degli Studi di Napoli “Federico II” Federico Bucci | Politecnico di Milano Paolo Carafa | Sapienza Università di Roma Orazio Carpenzano | Sapienza Università di Roma Armando Dal Fabbro | Università Iuav di Venezia Luigi Franciosini | Università degli Studi Roma Tre Franco Guerzoni | artista, Modena Vincenzo Latina | Università degli Studi di Catania Gino Malacarne | Università degli Studi di Bologna Carlo Moccia | Politecnico di Bari Raffaella Neri | Politecnico di Milano Carlo Quintelli | Università di Parma Maurizio Sabini | Drury University Carlo Tosco | Politecnico di Torino Andrew Wallace-Hadrill | University of Cambridge Nel mondo dell’intelligenza artificiale e della realtà virtuale, in generale dei dispositivi tecnologici che operano attraverso una prevalenza della contemporaneità quale unica dimensione esistenziale oltre che fenomenologica di orientamento delle scelte, pensare al progetto come esperienza che produce nuova origine attraverso la consapevolezza dell’origine, e quindi di un voler essere sempre storicamente compreso, può essere un modo alternativo e realmente avanzato di considerare la trasformazione della realtà secondo un umanismo futuribile, poiché ancora capace di esprimere se stesso. Architetti, archeologi, storici, artisti e altre figure impegnate sul piano del progetto interpretativo, anziché del disvelamento di realtà nascoste o della trasformazione fisica e formale di un contesto, possono mettere a confronto, attraverso questa collana, esperienze anche assai differenti ma accomunate nel proprio operare dalla necessità ontologica dell’origine, prima di ogni autonoma epistemologia. [C.Q.] In the world of artificial intelligence and virtual reality, of technological devices in general that operate through a prevalence of contemporaneity as a single existential and phenomenological dimension in guiding choices, thinking of design as an experience that produces new pedigrees through awareness of the origin and therefore of a desire to always be historically understood, can be an alternative and genuinely advanced way to consider the transformation of reality according to a futuristic humanism, one still capable of expressing itself. Architects, archaeologists, historians, artists and other figures engaged on the plane of interpretive projects, rather than those revealing hidden realities or the physical and formal transformation of a context, through this series can swap experiences, even when very different but united in their work by the ontological necessity of the origin sooner than any autonomous epistemology. [C.Q.] Le proposte di pubblicazione sono sottoposte alla revisione double blind peer review ed editate in italiano-inglese per favorirne la diffusione a livello internazionale. All contributions for publication are subject to a double-blind peer review and if accepted are published in Italian and English to facilitate dissemination at an international level. Fondare e ri-fondare Parma, Reggio e Modena lungo la via Emilia romana Founding and Refounding Parma, Reggio and Modena along the Roman Via Aemilia Atti del Simposio Internazionale | International Symposium Proceedings FondaRE E RI-FondaRE. oRIgInE E svIluPPo dElla cIttà dI PaRMa costRuzIonE dI un’IdEntItà PolIcEntRIca lungo la vIa EMIlIa tRa PaRMa, REggIo E ModEna Parma, Palazzo del Governatore,  e  dicembre  Parma a  anni dalla fondazione Simposio promosso dal Comune di Parma - Assessorato alla Cultura in collaborazione con l’Università di Parma Comune di Parma Comitato scientifico internazionale | International Scientific Committee Giuseppe Gilberto Biondi | Università di Parma Jacopo Bonetto | Università di Padova Elena Calandra | Istituto Centrale per l’Archeologia DG ABAP MiBACT Franco Farinelli | Università di Bologna Elisabetta Farioli | Musei Civici di Reggio Emilia Pierre Gros | Institut de France-Académie des Inscriptions et Belles-Lettres Maurizio Harari | Università di Pavia Anders Hast | Uppsala University Richard Hodges | American University of Rome Enzo Lippolis | Università di Roma “La Sapienza” Sabina Magrini | Segretariato regionale MiBACT per l’Emilia-Romagna Luigi Malnati | Soprintendenza ABAP BO-MO-RE-FE Alessia Morigi, coordinatore scientifico del Simposio | Università di Parma Giovanna Paolozzi Strozzi | Soprintendenza ABAP PR-PC Francesca Piccinini | Musei Civici di Modena Carlo Quintelli, coordinatore scientifico del Simposio | Università di Parma Giuseppe Sassatelli | Università di Bologna Fabrizio Slavazzi | Università di Milano Christopher Smith | University of St. Andrews Luigi Sperti | Università di Venezia Giuliano Volpe | Consiglio Superiore dei Beni Culturali e Paesaggistici MiBACT Andrew Wallace-Hadrill | Cambridge University La presente pubblicazione è stata realizzata con il contributo di This publication has been realized with the contribution of Comune di Parma Dipartimento Di Discipline Umanistiche, sociali e Delle imprese cUltUrali Dipartimento Di ingegneria e architettUra revisione editoriale | editorial review Il Poligrafo casa editrice Alessandro Lise traduzioni | translations Alex Gillan in copertina | on the cover Foto aerea zenitale di Parma contemporanea con lo schema della matrice generativa di Parma romana Zenithal aerial photograph of Parma today with a diagram of the generative matrix of Roman Parma elaborazione grafica dell’immagine di copertina | graphic elaboration of the cover picture Annapaola Nolli, Mastercampus Lab © Copyright dicembre  Il Poligrafo casa editrice  Padova via Cassan,  (piazza Eremitani) tel.   | fax   e-mail casaeditrice@poligrafo.it www.poligrafo.it ISBN ---- ISSN -X Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa, in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro, senza l’autorizzazione scritta del proprietario dei diritti e dell’editore No part of this book may be reproduced or transmitted in any form or by any means, electronic, mechanical, or otherwise, without the written permission of the owner of the rights and the publisher Indice Index  Contributi per un celebrare ri-fondativo Contributions for a re-foundational celebration Carlo Quintelli prima parte | first part Archeologia e storie della città antica Archaeology and stories of the ancient city  L’idea della fondazione nell’antichità classica The idea of foundation in classical antiquity Christopher Smith  Cosa significa vivere nell’impronta di un’antica città? What does it mean to live in the footprint of an ancient city? Andrew Wallace-Hadrill  Dall’archeologia urbana all’archeologia pubblica: alcune riflessioni From urban archaeology to public archaeology: some reflections Giuliano Volpe  Città antiche con continuità di vita: archeologia preventiva, cartografia digitale, banche dati Ancient cities with continuity of life: preventive archaeology, digital cartography, databanks Elena Calandra  La fondazione di Parma e la costruzione della via Emilia The Foundation of Parma and the construction of the Via Aemilia Giovanni Brizzi  La via Aemilia: un rettifilo quasi retto di  km The Via Aemilia: an almost straight line  km long Lorenzo Quilici  Le origini della colonia di Parma alla luce degli scavi The origins of the colony of Parma in the light of excavations Luigi Malnati, Anna Rita Marchi  Archeologia in Unipr. Il Programma S.F.E .R .A. Spazi e Forme dell’Emilia-Romagna Antica Archaeology at the University of Parma. The S.F.E .R .A. Programme. Spaces and Forms of Ancient Emilia-Romagna Alessia Morigi  Il territorio della colonia: recenti ritrovamenti nel Parmense The territory of the colony: recent finds in the Parma area Manuela Catarsi  Testimonianze di evergetismo nella cultura artistica di Parma in età romana Testimonies of euergetism in the artistic culture of Parma in Roman times Riccardo Villicich  Le origini di Reggio Emilia The origins of Reggio Emilia Roberto Macellari, Marco Podini  Reggio Emilia tra Repubblica e Impero Reggio Emilia between the Republic and the Empire Annalisa Capurso  Nuovi dati su Mutina Repubblicana New data on Republican Mutina Donato Labate  L’archeobotanica e i siti urbani: il caso di Mutina Archaeobotany and urban sites: the case of Mutina Giovanna Bosi  Abitare in città a Mutina Living in the city of Mutina Antonella Coralini, Silvia Pellegrini seconda parte | second part Altri sguardi tra fondare e ri-fondare Various views on founding and refounding  L’arte come atto fondativo Art as a founding act Francesco Valagussa  Le origini e il sistema: la città-regione romana The origins and the system: the Roman city-region Franco Farinelli  La città e la cattedrale di Parma dopo il terremoto del : una rifondazione? The city and the cathedral of Parma after the  earthquake: a refoundation? Arturo Calzona, Giorgio Milanesi  Riconnessioni topografiche nell’area archeologica centrale di Roma Topographic reconnections in the archaeological area of central Rome Luigi Franciosini  Limes o lo spazio della fondazione The Limes or a space for foundation Lamberto Amistadi  Disperdere e radunare: la fondazione dello spazio urbano nei progetti di Gianugo Polesello Dispersing and gathering: the foundation of urban space in the projects of Gianugo Polesello Ildebrando Clemente  Archeologie Archaeological Research Franco Guerzoni  Aggiornamenti sul problema della narrazione del territorio Updates on the problem of narrating a territory Giulio Iacoli  Tra singolare e plurale: la dialettica ri-fondativa della città Between singular and plural: the re-founding dialectic of the city Carlo Quintelli  Effetti di luogo, effetti di quartiere... Il problematico ritorno della comunità nella sociologia urbana contemporanea Effects of place, effects of the neighbourhood... The problematic return of the community in contemporary urban sociology Agostino Petrillo  Fondare una letteratura: ellenismo greco ed ellenismo romano Founding a literature: Greek Hellenism and Roman Hellenism Giuseppe Gilberto Biondi  Laserscanner, droni e fotomodellazione: architettura religiosa e reperti archeologici Laser scanners, drones and photo-modelling: religious architecture and archaeological exhibits Chiara Vernizzi, Riccardo Roncella  Luoghi archeologici ritrovati: il ponte antico di Parma Archaeological sites rediscovered: the Roman bridge of Parma Alessia Morigi, Antonio Maria Tedeschi  “Parma capitale”: miti e realtà tra XIX e XX secolo “Parma as a Capital”: Myths and Realities between the th and th centuries Piergiovanni Genovesi  Note biografiche degli autori Biographical notes of the authors Autostrada A e linea Alta Velocità dalla sala del ristorante IKEA a nord di Parma. The A Motorway and the high-speed rail line from the IKEA Restaurant north of Parma. contributi per un celebrare ri-fondativo Contributions for a re-foundational celebration Carlo Quintelli La consuetudine celebrativa incentrata sulla ricorrenza degli eventi storici e la mitizzazione storicistica che ne consegue, con differente sentire a seconda che ci si riferisca al decennale ancora carico di memoria vissuta (solo per il momento al lustro non è dato essere celebrato) anziché al secolo o al millennio, risulta essere tra i segni denotanti una contemporaneità che, pur esprimendo continuamente il bisogno di identità storica, non ne comprende spesso la ragione vera, così affidandosi all’automatismo del calendario delle ricorrenze. Questa premessa potrebbe indurre a derubricare l’importanza dell’evento celebrativo attorno al quale questo libro raccoglie una serie di contributi che restituiscono un simposio seminariale di due giorni ad esso dedicato, ma in realtà, in questo caso, l’intento si colloca all’interno di una condizione reale o per lo meno auspicata nella prassi quotidiana di noi tutti, quella cioè che richiama la consapevolezza dell’essere parte di una città, intesa in senso antropologico, quindi culturale oltre che materiale, funzionale, espressivo non meno che fortemente rappresentativo. L’occasione è allora in qualche modo ben giustificata oltre che attesa poiché è opportuno, e dovrebbe esserlo sempre più, che ci si interroghi sulla città in cui si vive. Nella fattispecie della città di Parma, la celebrazione si attesta sull’evento fondativo piuttosto ben circostanziato al  a.C., che oggi ci vede al passaggio dei  anni. In realtà, scavando a fondo nelle condizioni da cui la genesi della città, si dovrebbe guardare con maggiore attenzione, qualche anno prima, al tracciamento della via Emilia da parte del console Caio Emilio Lepido nel  a.C. per trovare le ragioni di un’ur- The customary celebration centred around the anniversary of historical events and the ensuing historicist mythologizing, with a different feel if it is a decennial still loaded with living memory (for the moment only the lustrum is not celebrated) rather than a centennial or millennial, is among the signs of a contemporaneity which, while constantly expressing the need for historical identity, rarely encompasses the real reason, thus relying on the automatism of the calendar of celebrations. This proposition may well engender a downgrading of the importance of the celebration this book deals with, with its contributions on a two-day symposium, but in reality the intention can be found within a real or at least desirable condition in our common everyday practice, namely, the awareness of being part of a city. In an anthropological sense, this means cultural, material, functional, and expressive as well as strongly representative. The occasion to reflect on the city we live in is thus somehow well justified and also expected, since it is opportune and should be increasingly so. In the case of Parma, the celebration attests its foundation , years ago, perfectly plausibly in  BC. In reality, should we wish to dive deeper into the conditions behind the city’s genesis, we might take a closer look at the tracing of the Via Aemilia a few years earlier by the consul Caius Aemilius Lepidus in  BC to find the reasons behind an as-yet unformed urban principle quite intentionally assumed by founding that road. An interlude of only four years which underlines that the tracing of the Via Aemilia and its cities constituted a whole, involving also the centuriation of the territory, which from then on would induce a radical and significant transfor banità, se non ancora conformata, intenzionalmente presupposta alla fondazione di quella strada. Uno sfalsamento di soli quattro anni che evidenzia come il trattare della via Emilia e delle sue città costituisca un tutt’uno, che riguarda del resto anche quel processo di centuriazione del territorio che da lì in avanti indurrà una radicale quanto denotata trasformazione dello spazio vasto e pianeggiante attraversato dalla strada consolare. La fondazione della città di Parma, e in questo anche Modena è coeva insieme ad altre di poco a seguire, è quindi già intrinseca al tracciato della sua strada decumana, lungo quel segno lineare che ne contiene il punto posizionale su cui andrà ad attestarsi il primo castrum fondativo. Ecco allora che il titolo prende corpo con i necessari distinguo. Supportato innanzitutto da un sottotitolo per quanto detto necessario: «costruzione di un’identità policentrica lungo la via Emilia tra Parma, Reggio e Modena». Ma anche da un “origine e sviluppo della città di Parma” che mette a propria premessa il titolo primo, cioè “Fondare e ri-fondare”. Se infatti l’azione fondativa è tradizionalmente identificata e mitizzata nell’unicità dell’atto, addirittura nel sincretismo figurativo del gesto hic et nunc quando «una città presso gli antichi [...] si fondava tutta di colpo tutta in un giorno» secondo lo storicismo non privo di vena romantica di Fustel de Coulanges, non possiamo dimenticare che la città per sua natura composita, organica, processuale e metamorfica, pur in diversa misura e modalità a seconda delle contingenze storico geografiche, si esprime attraverso una continua reiterazione di atti di natura ri-fondativa, oltre l’originalità dell’inizio, per la loro capacità di incidere su parti significative se non sull’intero assetto della struttura socio-insediativa dove la città diviene al tempo stesso soggetto e oggetto del proprio trans-formarsi. Al generarsi fondativo in un dato spazio e momento seguono così diverse modificazioni di natura ri-fondativa, una sorta di rinnovamento dell’atto originario (non) sempre richiamato, o parzialmente riprodotto, nella variazione ed innovazione continua dell’evolversi della città. Un aspetto questo che non poteva non richiamare, nell’introduzione al simposio, l’afferma mation of the vast empty space crossed by the consular road. The foundation of Parma, and in so doing also Modena, was coeval with others only a little later, and was therefore already intrinsic in the stretch of its decumanus, that line containing the node where the first founding castrum would rise. Which is precisely why the title of this book contains a necessary distinction. Supported by an obligatory subtitle: “Construction of a polycentric identity along the Via Aemilia between Parma, Reggio and Modena”. But also by “origin and development of the city of Parma” which forms a premise for the first title, i.e. “Founding and Refounding”. If in fact the founding act is traditionally identified and mythologized in its uniqueness, indeed in the figurative syncretism of the hic et nunc gesture when “among the ancients a city [...] was founded all of a sudden in one day” in the somewhat romantic historicism of Fustel de Coulanges, we must not forget that thanks to its composite, organic, procedural and metamorphic nature, which varies with historical and geographical exigences, the city expresses itself through continual refounding acts due to their ability to affect significant parts if not the whole of the socio-settlement structure, in which the city becomes both the subject and object of its transformation. The founding genealogy in a given space and time are thus followed by different refounding alterations, a sort of renewal of the original act (not) always recalled, or partially reproduced in the variations and continuous innovations of the city’s evolution. Something that could not fail to evoke in the introduction to the Symposium, Nietzsche’s affirmation “in every moment arises anew” as if seeking escape from a static conception of urban space. The control over such a process not only involves the city’s form, material and physiology, but also a collective and civil imagery where memory, an unavoidable tool for rebuilding the city, can contain individualistic drifting, disorientation, and alienation, i.e. the phenomena which have chiefly distinguished the identity crises and role of cities in the past, but particularly today’s. Hence the topicality of the subject, that questioning through which visions, criteria and Carlo Quintelli | contributi per un celebrare ri-fondativo Contributions for a re-foundational celebration zione nietzschiana di «in ogni attimo comincia l’essere» come a voler uscire da una concezione immobile dello spazio urbano. Il controllo di un tale processo non coinvolge solo forma, materia e fisiologia dell’organismo urbano, ma anche un immaginario collettivo e civile dove la memoria, strumento ineludibile per il ricrearsi della città, risulta capace di contenere la deriva individualistica, dello spaesamento, dell’alienazione, cioè dei fenomeni che maggiormente contraddistinguono la crisi di identità e di ruolo della città di ieri ma soprattutto di oggi. Da qui l’attualità del tema, dell’interrogarsi attraverso quali visioni, criteri e scelte si sviluppa ancor oggi la volontà ri-fondativa della città, nella fattispecie di Parma, e delle consorelle emiliane ma se si vuole anche di altre città del mondo, almeno quelle che pretendono che l’essere della città derivi anche, o soprattutto, dall’espressione di un pensiero appartenente agli individui che la abitano. Un processo che lega obbligatoriamente passato e futuro come materia di una contemporaneità che ne tratta senza pregiudizio i significati per un’elaborazione progettuale e costruttiva capace innanzitutto di comprendere a fondo la natura dei fenomeni che è obbligata ad interpretare, giudicare, selezionare e quindi a ri-generare, cioè in sintesi a governare. Questa processualità ri-fondativa non va certamente confusa con un atteggiamento ingenuo di ineludibile progressività e sviluppo (soprattutto se ci domandiamo quale) della città. D’altra parte la storia di questo ed altri contesti ci insegna che alle fasi fondative e ri-fondative di Repubblica e Impero romani ne seguiranno altre denotate da criticità profonde, fino alla regressione delle strutture urbane, quelle che ad esempio Ambrogio attorno al  lungo la via Emilia descrive come «semirutarum urbium cadavera», che nella fase longobarda registrano una sostanziale contrazione della struttura insediativa romana, o quando il decadimento funzionale della via Emilia, in particolare dalla fase post carolingia almeno sino all’XI secolo, determinerà il rallentamento delle dinamiche relazionali di quella sistematicità territoriale policentrica caratterizzante l’Emilia occidentale, nell’antichità così come nella modernità dei grandi ribadimenti infrastrutturali (ferrovia, autostrada, alta velocità/capacità). choices the city’s desire for refoundation also develops today in the specific case of Parma and its Emilian sisters but, if we wish, also other cities around the world, at least those which claim that the being of the city derives also, or especially, from expressing the thinking of the individuals who inhabit it. A process which compulsorily combines past and future as the material of a contemporaneity that unbiasedly deals with its meanings for a design and construction development capable firstly of thoroughly understanding the nature of the phenomena it is obliged to interpret, judge, select, and then re-generate, in short, to govern. Naturally, this refoundation procedure must not be confused with a naïve attitude of unavoidable progressiveness and development in the city (especially if we question which). Meanwhile, the history of this and other contexts teaches us that the founding and refounding phases of the Roman Republic and Empire were followed by others characterized by deeply critical situations, including the regression of urban structures, for example those along the Via Aemilia which Ambrose described around  as “semirutarum cadavera urbium”, which in Lombardy produced a substantial reduction of the Roman settlements, or when the functional decay of the Via Aemilia, in particular from the post-Carolingian era until at least the th century, determined a slowdown in the relational dynamics of that polycentric territorial orderliness characterizing western Aemilia, both in antiquity and in today’s large infrastructural statements (railway, motorway, high speed line/capacity). Meanwhile, economic crises, conflicts, migrations, today’s climate change, the unrestrained effects of technology and other factors of an increasingly impactful globalization cannot avoid taxing the resilience of the city through alterations of a refounding nature, including reductive kinds (dimensional, demographic, economic) and those of a qualitative nature. But the risk of the city decaying finds validation today not so much or merely in the loss of its functional and representative role – meaning at a European level, which is clearly distinct from the American dimension of so many urban failures, Detroit being the latest epiphenomenon – but especially in the absent understanding of  D’altra parte crisi economiche, conflitti, migrazioni, oggi mutazioni climatiche, effetti incontrollati delle tecnologie ed altri fattori di una globalizzazione sempre più impattante non possono che mettere sin da ora alla prova la resilienza della città attraverso adeguamenti di natura ri-fondativa, compresi quelli a carattere riduttivo (dimensionale, demografico, economico) e di diversa natura qualitativa. Ma il rischio di decadimento della città trova oggi riscontro non tanto o non solo nella perdita di ruolo funzionale e rappresentativo – beninteso a un livello europeo ben distinto dalla dimensione americana dei tanti fallimenti urbani di cui Detroit ha segnato l’ultimo epifenomeno – bensì soprattutto nella mancanza di comprensione riguardo al significato della città e della conseguente difficoltà ad orientare il significato dei suoi processi di trasformazione. Il problema è così anche semantico, come quando ad esempio si riscontra che i frequentatori e gli stessi abitanti della città non riconoscono più i monumenti urbani e i valori che rappresentano, a cominciare da quei nessi comunitari che si costruiscono attraverso espressioni estetiche ed elaborazioni simboliche collettive. Se la lingua della città non viene più compresa è difficile che quella città parli ancora non solo il vecchio ma anche un suo rinnovato linguaggio. A tale sindrome contribuisce poi una virtualizzazione sempre più accentuata dei rapporti, proprio quelli che da sempre materializzano e alimentano la fisiologia urbana, attraverso i nuovi strumenti di comunicazione, secondo un’accezione estesa di social media, dove il processo di smaterializzazione e frammentazione dello spazio urbano riduce, se non elimina del tutto, il ruolo di medium della città stessa che non sia quello simulacrale della spettacolarizzazione di certa politica, cultura e non ultimo architettura. è allora, questa occasione celebrativa, anche un piccolo contributo nei confronti del futuro che le città, in primis quelle di media dimensione, intese quali laboratori innanzitutto culturali, possono fornire all’idea di Europa nel suo non facile processo di strutturazione? Un apporto dove l’epistemologia della città, se la volessimo così forzatamente intendere a partire dai processi di rinnovata produzione della civitas, possa contrapporsi alla virulenza decostruente  the significance of the city and the consequent difficulty of steering the meaning of its transformation processes. Thus, the problem is also semantic, as when we find a city’s visitors and inhabitants no longer recognizing urban monuments and the values they represent, starting from community links built through aesthetic expressions and collective symbolic elaborations. If the language of the city is no longer understood, it is difficult for a city to speak not only the old language but also a renewed one. Thanks to the new communication tools, this syndrome also results in an increasingly marked virtualization of relationships, particularly those that have always embodied and nurtured urban physiology, according to an extended meaning of the social media, where the process of dematerialization and the fragmentation of the urban space reduces the city’s role as a medium akin to the sensationalism of certain policies, cultures and ultimately also works of architecture, when not entirely eliminating it. So, does this celebratory occasion make even the smallest contribution towards the future that cities, especially medium-sized ones seen primarily as cultural laboratories/workshops, can make towards the idea of Europe in its problematic process of restructuring? A contribution where the epistemology of the city, if we wished to forcibly see it as such, beginning from a renewed production of civitas, can oppose the deconstructing virulence of the phenomena that combine neoliberalism, new technologies, and the liquefaction of the social body (and its pact), among the clichés of a “smart city” matched by a gradual impoverishment of the urban experience? This scenario reinforces the conviction of the Birth of Parma being a past occurrence that is very close to us. Not so much, or not only, on the plane of Kronos but surely that of Kairos, which can make us part of a true citizenship, one springing consciously from a city project that seeks to exercise the prerogative of refoundation. In other words, with historical relevance, since it can advance traditional resources towards new forms capable of involving the largest possible number of inhabitants. Hence another problematic implication of the celebration seen as self-reflective. That of a foun- Carlo Quintelli | contributi per un celebrare ri-fondativo Contributions for a re-foundational celebration dei fenomeni che legano neoliberismo, nuove tecnologie e liquefazione del corpo sociale (e del suo contratto), tra i cliché di una smart city a cui corrisponde il progressivo depauperamento dell’esperienza urbana? In questo scenario si rafforza la convinzione dell’essere, il Natale di Parma, un accadimento di ieri a noi assai vicino non tanto, o non solo, sul piano del cronos ma sicuramente di quel kairos che può renderci parte di una vera cittadinanza, quella che scaturisce coscientemente da un progetto di città che vuole esercitare la prerogativa del ri-fondare. Cioè di avere rilevanza storica in quanto capace di elaborare le risorse della tradizione verso forme nuove capaci di coinvolgere il maggior numero possibile di suoi abitanti. E qui si apre un altro risvolto problematico della celebrazione intesa come occasione autoriflessiva. Quello di una fondazione che si esprime attraverso un atto di tipo decisionale in cui, come ricorda Agamben, «[...] nella nostra cultura l’arché, l’origine, è sempre già anche il comando, l’inizio è sempre anche il principio che governa e comanda». Ecco allora che la questione del potere che governa la città si riallaccia continuamente alla dimensione fondativa della stessa nel reiterarsi della responsabilità sulle scelte adottate, sulle politiche di trasformazione e sviluppo che danno forma (anche di vita) alla città. Se ne potrebbe dedurre che un potere che ignora l’origine della città che governa nel proprio rigenerarsi storico, non può che portarla a decadenza non conoscendone la natura, cioè le reali potenzialità così come i limiti che la caratterizzano. Inutile sottolineare il ruolo fondamentale degli attori sociali ed economici in tale contesto, ma ancor di più quello delle istituzioni chiamate non solo a dar corpo gestionale ma anche rappresentativo ed identitario alla città come nel caso dell’istituzione comunale e di altre istituzioni correlate. Fondamentale a riguardo risulta essere l’Università, che non a caso si è prestata volentieri ad orientare questa occasione celebrativa, in quanto laboratorio che auspica un guardare avanti su come, verso cosa e con chi dobbiamo immaginare (progettare) il futuro della città. Quando parliamo di città, a maggior ragione quando la celebriamo come struttura antica sulla dation expressed through a decision-making, in which, as Agamben recalled, “...in our culture the arche, the origin, is always already the command, the beginning [is] always also the principle that governs and controls”. Here then the question of power which governs the city is continually reattached to its founding dimension in the reiteration of responsibility regarding the decisions taken, the policies of transformation and development that bring form (even life) to the city. It could be inferred that a power which ignores the origin of the city it is governing in its historical regeneration, can only take it towards decadence, by ignoring its nature, that is, its real potentialities as well as the limits that characterize it. It is pointless emphasizing the fundamental role of the social and economic stakeholders in this context, but even more so that of the institutions summoned not only to provide the city with management but also as representative and identity-making bodies, as in the case of the municipal institution and other similar ones. Fundamental in this regard is the university, which, not by chance, has willingly undertaken to steer this celebratory occasion, as a test bed which advocates a look ahead at how, towards what, and with whom we must imagine (design) the city’s future. And when we speak of the city, especially when we celebrate it as an ancient structure that we still rely on today, it is useful to recall one terminological peculiarity. In fact, we say and mean “city” both in a singular and a plural sense, where the perception and substance of a unity and its parts coexist, albeit not without contradictions and conflicts through the dialectic of the composite. Speaking of society from the point of view of material history, Braudel used the definition “ensemble of ensembles”, others, and in particular those who design cities, would prefer to talk of a system of systems. The fact is that the city where and through which is born the specialization of labour, the multiple one of the arts, professions and jobs, roles dedicated to a definition of specific knowledge determining particular social players is the site par excellence of the heterogeneous, of the increasingly necessary dialectic between branches of knowledge, an identity constructed through multicausality  quale ancor oggi poggiamo, è utile richiamarne una peculiarità terminologica. Infatti diciamo e intendiamo “città” sia in senso singolare che plurale, dove convive la percezione, oltre che la sostanza, al tempo stesso di un’unità e delle parti, non senza contraddizioni e conflitti attraverso la dialettica del composito. Braudel, parlando di società dal punto di vista della storia materiale, utilizza la definizione di «insieme degli insiemi», altri, e in particolare coloro che progettano la città, vorrebbero parlare di sistema dei sistemi. Sta di fatto che la città dove nasce e per cui nasce la specializzazione del lavoro, quel molteplice di arti, professioni, mansioni, ruoli dedicati alla definizione di saperi specifici determinanti attori sociali specifici, è il luogo per eccellenza dell’eterogeneo, della sempre più necessaria dialettica tra i saperi, di un’identità che si costruisce attraverso la multifattorialità e la contaminazione, ma da cui emergono determinate prevalenze attraverso le quali si esplica appunto l’unità, cioè l’identità, la singolarità del suo essere quella città. Nell’oscillazione tra insieme e sistema, o ancor meglio tra «frammento e sistema» in una geografia politica (post) post-moderna in cui si confrontano globale e locale, e in cui i grandi poli urbani giocheranno un ruolo decisivo oltre la dimensione degli stati nazionali, la città necessita di un’interpretazione fenomenologica non appiattita sul presente ma anche sempre più capace di affrontarne la complessità. Ecco perché l’occasione celebrativa, quella di un origine arcaica della città, non può limitarsi al ricorso conoscitivo, pur fondamentale, dell’archeologia e della storia antica. Si tenga pur conto dell’ammonimento di Karl Kraus «Rimani presso l’origine. L’origine è la meta», posto ad incipit del simposio, si concordi di nuovo con Agamben sul fatto che nell’epoca del prevalere della contemporaneità «l’archeologia è la sola via di accesso al presente», al punto da essere assunta quale presupposto conoscitivo da anteporre sempre al nostro voler spiegare la città, si accolga anche l’invito di Carandini di «vedere il tempo antico con gli occhi del » (magari provando anche ad invertire i termini), sino a quelle «archeologie del possibile» che alimentano l’arte di Franco Guerzoni. Ma in questa continua e archeologicamente vissuta tensione interpretativa, risulta in ogni caso necessario il contributo di altri sa and contamination, but from which emerge certain prevalences that produce unity, namely, the identity and singularity of its being that city. In the fluctuation between ensemble and system, or better still between “fragment and system” in a (post-) post-modern political geography in which global and local are at odds and in which the large urban centres are going to play a decisive role beyond the dimension of nations, the city needs a phenomenological interpretation that is not dulled down to the present but is increasingly geared to tackling its own complexity. Which is why the occasion to celebrate a city’s archaic origin cannot be limited to the fact-finding appeal of archaeology and ancient history, fundamental though this is. It must also take into account Karl Kraus’ admonition “Hold fast to the origin. The origin is the goal”. As an introduction to the Symposium, we must agree once again with Agamben that in an era where contemporaneity predominates, “the point of archaeology is to gain access to the present”. Taken as a fact-finding prerequisite preceding our wish to explain the city, we shall also accept Carandini’s invitation: “see ancient time with the eyes of ” (perhaps also inverting the terms), including those “archaeologies of the possible” that fuel the art of Franco Guerzoni. In any case, this continuous and archaeologically experienced interpretative tension needs the contribution of other branches of knowledge – some duly collected in this volume – which see the urban context as a privileged laboratory/workshop, not only as a field of application but also as a context for its predilection to the production and reproduction of knowledge, be it literary, artistic, sociological, architectural, museal, etc., including that geographical kind which, in this case, identifies a region in a road that generated cities by design. Unquestionably, the occasion warranted other contributions (for which we apologize), of economics, politics, science (and not last, medicine), and from the social sphere in all its varied expressions, however, the example of the methodological approach through a comprehensive involvement remains valid, even though it is inevitably reduced here. Adopting a definition of the city which, with a further analogy of Braudel, we can thus understand as a language of languages, corroborated by Carlo Quintelli | contributi per un celebrare ri-fondativo Contributions for a re-foundational celebration peri – alcuni raccolti dimostrativamente in questo volume – che vedono nel contesto urbano un laboratorio privilegiato, non solo in quanto campo di applicazione ma anche quale contesto per sua natura congeniale alla produzione e riproduzione delle conoscenze, anche in ambito letterario, artistico, sociologico, architettonico, museale, ecc. ecc. sino a quella geografia che non a caso identifica, nella fattispecie tematica che affrontiamo, una regione in una strada che a sua volta genera città. Certo l’occasione meritava altre voci (e ce ne scusiamo), dell’economia, della politica, della scienza (e non ultima quella medica), del sociale nelle sue variegate espressioni ma comunque valga l’esempio dell’approccio metodologico attraverso un coinvolgimento allargato, anche se qui per forza di cose ridotto. Adottando una definizione della città che, con ulteriore analogia braudeliana, possiamo così intendere quale linguaggio dei linguaggi, corroborato dalla riflessione critica rogersiana quando ricorda che nell’architettura della città non può che affermarsi il principio di «un’ortodossia dell’eterodossia». Infine questa iniziativa seminariale vorrebbe valorizzare la funzione celebrativa anche sul piano del rito narrativo. Quello, credo sempre più necessario, di un’esegesi della città che passa (anche) attraverso la sua continua narrazione a presupposto di una sua drammaturgia. Non certo la pratica dello storytelling cresciuto tra gli apprendisti stregoni dell’advertising oggi sempre più inflazionante, o quella del chiacchiericcio delle iniziative culturali – massmediali e di facile consenso,“carine” e politicamente corrette che si programmano in molti contesti urbani – bensì di un raccontare la città, direttamente o indirettamente, attraverso le sue espressioni caratterizzanti perché decisive, profonde, in grado di portare avanti – anche, appunto, in senso fondativo – il divenire della città. Per essere efficace, bisogna altresì sottolineare come la narrazione nella quale questo contributo a più voci vorrebbe iscriversi dovrebbe trovare una propria forma ritualizzata nel senso, auspicato, di una reiterazione che ogni volta, rifondativamente, riallacci vecchi e antichi racconti a nuove storie reali ed immaginate, comunque capaci di ribadire l’essere della città attraverso il suo poter essere raccontata. Rogers’ critical reflection when he recalled that in city architecture the principle of “an orthodoxy of heterodoxy” will always assert itself. Finally, this Symposium also wished to valorize the celebratory function on the narrative ritual plane. One which I believe increasingly necessary, an exegesis of the city that includes continuous narrative as a premise of its dramaturgy. Certainly not the storytelling that has sprouted among the apprentice sorcerers of today’s overblown advertising, or that of the chit-chat of cultural initiatives slated for many urban contexts ‒ mass media-style and of easy consensus, “nice” and oh-so politically correct ‒ but a recounting of the city, directly or indirectly, through its characterizing expressions, decisive and deep enough to advance the city’s becoming, in a founding sense of course. To be effective, it is also important to underline that the narrative which this contribution by many hands would like to be a part of must find its own ritualized form in the desired sense of a recurrence whose refoundation combines old and ancient tales with new real and imagined stories, ones that can however reaffirm the city’s being through the very fact that they can be told. To this end, during the introduction to the Symposium, some stills from Bernardo Bertolucci’s “Before the Revolution” were shown, in which the story of the characters and the city where the events of the film play out – indiscriminately involving squares, monuments, houses, memories and emotions, life in general – constitute a whole. An exemplary witness of a refoundation capacity which we, i.e. the city, can persistently carry out, only or primarily by knowing how to tell our own story. Fustel de Coulanges, La città antica, Florence, Sansoni, , p. .  F. Nietzsche, Thus Spoke Zarathustra, Cambridge University Press, .  Ambrose, Epistolae, “Patrologiae latinae cursus completus”, vol. XVI, , col. . .  A.C. Quintavalle, Teoria e forma del territorio nell’emilia occidentale, in La regione culturale, edited by F. Clemente, Milan, Etas Kompass, , p. .  Reference is made specifically to a geographical-literary report on the urban contexts of North America in the vol  Fotogrammi da Prima della Rivoluzione di Bernardo Bertolucci (). Stills from Before the Revolution by Bernardo Bertolucci ().  Carlo Quintelli | contributi per un celebrare ri-fondativo Contributions for a re-foundational celebration In questo senso, sempre in introduzione al simposio, sono stati fatti scorrere alcuni fotogrammi di Prima della Rivoluzione di Bernardo Bertolucci, dove il racconto dei personaggi e quello della città in cui si svolgono i fatti del film – coinvolgendo indistintamente le piazze, i monumenti, le case, le memorie e i sentimenti, in generale la vita – costituiscono un tutt’uno. Testimonianza esemplare di una capacità ri-fondativa che noi, cioè la città, siamo in grado continuamente di svolgere anche solo o soprattutto attraverso il nostro sapersi raccontare. Fustel de Coulanges, La città antica, Firenze, Sansoni, , p. .  F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra, Milano, Adelphi, , p. .  Ambrogio, Epistolae, «Patrologiae latinae cursus completus», vol. XVI, , col. .  A.C. Quintavalle, Teoria e forma del territorio nell’emilia occidentale, in La regione culturale, a cura di F. Clemente, Milano, Etas Kompass, , p. .  Si rimanda, nello specifico, al resoconto geografico-letterario sui contesti urbani del nord-America nel volume di A. Coppola, Apocalypse Town. Cronache dalla fine della civiltà urbana, Roma-Bari, Laterza, , e più in generale, tra le tante fonti, all’analisi sociologica di A. Petrillo, La città perduta. L’eclissi della dimensione urbana nel mondo contemporaneo, Bari, Dedalo, .  G. Agamben, Che cos’è un comando, in Id., Creazione e anarchia. L’opera nell’età della religione capitalistica, Vicenza, Neri Pozza, , p. .  F. Braudel, I giochi dello scambio, Torino, Einaudi, , p. .  A. Bolaffi, G. Marramao, Frammento e sistema, Roma, Donzelli, .  «Du bleibst am Ursprung. Ursprung ist das Ziel», K. Kraus, Der sterbende Mensch, in Id., Worte in Versen, Monaco, , p. .  G. Agamben, Archeologia dell’opera d’arte, in Id., Nudità, Roma, Nottetempo, , p. . Attorno al tema della temporalità nell’ideazione artistica e nel progetto di architettura vedi anche il mio In attesa dell’inattuale. Per un protomuseo della città, in Parma inattesa. Lo spazio del pudore, catalogo della mostra (Parma, Galleria San Ludovico,  marzo  giugno ), a cura di R. Rizzi, Parma, MUP, .  A. Carandini, Archeologia classica. Vedere il tempo antico con gli occhi del , Torino, Einaudi, .  F. Guerzoni, Archeologie senza restauro, Milano, Skira, , p. .  E.N. Rogers, Ortodossia dell’eterodossia, «Casabella», , , p. .  Prima della Rivoluzione, secondo film lungometraggio di Bernardo Bertolucci, girato prevalentemente a Parma, soggetto e sceneggiatura dello stesso Bertolucci e Gianni Amico, Iride cinematografica, .  ume by A. Coppola, Apocalypse Town. Cronache dalla fine della civiltà urbana, Rome-Bari, Laterza, , and more in general, among the many sources, to the sociological analysis of A. Petrillo, La città perduta. L’eclissi della dimensione urbana nel mondo contemporaneo, Bari, Dedalo, .  G. Agamben, Che cos’è un comando, in Id., Creazione e anarchia. L’opera nell’età della religione capitalistica, Vicenza, Neri Pozza, , p. .  F. Braudel, I giochi dello scambio, Turin, Einaudi, , p. .  A. Bolaffi, G. Marramao, Frammento e sistema, Rome, Donzelli, .  “Du bleibst am Ursprung. Ursprung ist das Ziel”, K. Kraus, Der sterbende Mensch, in Id., Worte in Versen, Munich, , p. .  G. Agamben, Archeologia dell’opera d’arte, in Id., Nudità, Rome, Nottetempo, , p. . Regarding the theme of temporality in artistic creation and architectural design, see also my In attesa dell’inattuale. Per un protomuseo della città, in Parma inattesa. Lo spazio del pudore, catalogue of the exhibition (Parma, Galleria San Ludovico,  March - June , ), edited by R. Rizzi, Parma, MUP, .  A. Carandini, Archeologia classica. Vedere il tempo antico con gli occhi del , Turin, Einaudi, .  F. Guerzoni, Archeologie senza restauro, Milan, Skira, , p. .  E.N. Rogers, Ortodossia dell’eterodossia, “Casabella”, , , p. .  Before the Revolution, the second feature film directed by Bernardo Bertolucci, shot predominantly in Parma, the subject and the screenplay by Bertolucci and Gianni Amico, Iride cinematografica, . 