Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
Antropologia Pubblica
Attraverso la lente delle città depotenziate2020 •
Parallelamente all'incremento dei consensi e all'ascesa delle destre, un'attenzione crescente ha interessato il divario sociale, economico e demografico tra agglomerati urbani a crescita accelerata e metropoli, da un lato, e città medio-piccole e zone rurali, dall'altro. Questi luoghi-per i quali si utilizza spesso l'appellativo di "abbandonati", caratterizzati da stagnazione economica, declino, spopolamento, alti livelli di disoccupazione e radicata povertà-sono spesso rappresentati come il motore del successo delle destre; una sorta di tropo per discutere dell'ascesa del populismo nel dibattito pubblico e in quello scientifico (Hendrickson et al. 2018; Carter 2016; Rodrígues-Pose 2018). Significativamente però, se le migrazioni occupano uno spazio discorsivo determinante nella rappresentazione dell'avanzata di questi schieramenti politici nelle città economicamente deprivate, limitata attenzione è stata riservata ai migranti stessi e al loro posizionamento nella produzione e ri-produzione del tessuto economico, sociale, politico e affettivo di questi luoghi. Come già sottolineato altrove, a lungo si è trascurato lo studio e l'elaborazione teorica sul posto dei migranti in contesti urbani di diverse dimensioni, al punto che le relazioni e le dinamiche della migrazione continuano ad essere concepite primariamente sulla base di ricerche condotte nelle metropoli e/o nelle città di passaggio e frontaliere (Glick Schiller, Çağlar 2009; Çağlar, Glick Schiller 2011, 2018) 2. Sorprende questa mancanza per diverse ragioni: sul piano empirico, fin dagli anni '90 si è registrata una tendenza crescente all'insediamento dei migranti in città spopolate e in declino, o nelle zone rurali (Jentsch 2007; Kasimis et al. 2003; Kasimis 2010; Pinnila et al. 2008). Inoltre, accanto alla tendenza a stabilirsi sempre più di frequente in queste aree, molte di queste città avvicinano e accolgono attivamente i migranti (e i rifugiati e le rifugiate) nel quadro di politiche di ripopolamento e rivitalizzazione. Mi 1 La traduzione dall'inglese è stata curata da M. Carolina Vesce; la traduttrice ha scelto di usare il termine "depotenziate" per l'inglese disempowered per cercare di restare più vicino possibile all'uso che nell'originale ne fa l'autrice; per lo stesso motivo è stato scelto di non tradurre i termini city-making e city-makers. 2 Per una discussione delle basi epistemologiche e delle conseguenze metodologiche di ricerche e analisi teoriche sull'interazione tra migranti e città nei contesti urbani di confine si veda Glick Schiller, Çağlar 2009. Fin dall'inizio degli anni 2000 gli studiosi si sono concentrati sulla presenza di migranti in contesti identificati come "città di piccole dimensioni" o "città secondarie", per quanto le implicazioni teoriche e metodologiche di queste ricerche abbiano raramente mosso l'interesse degli studiosi di migrazioni.
Nella postmodernità la “metafora multipolare e non lineare della mappa” (Westphal) è divenuta il paradigma dominante, mentre lo statuto ontologico stesso della carta si è fatto oggetto di riflessione transdisciplinare. Spostando l'attenzione dalla sua natura statica, ci si è infatti concentrati sugli elementi mobili, narrativi ed esperienziali della carta, che torna ad essere racconto di mondi possibili, anziché ‘rappresentazione’ della realtà. Se la città contemporanea è insieme rizomatico di frammenti in costante movimento, spazio dell'attraversamento la cui geografia mobile è in perpetua trasformazione, anche la mappa urbana si è fatta “nomade” (Careri), costantemente ridisegnata lungo e durante il percorso...
X Giornata Studio INU " Crisi e rinascita delle città " 10° INU STUDY DAY " Crisis and rebirth of Cities " Special issue di Urbanistica Informazioni
Ri-mappare l’urbano. Geografie in dissolvenza e spatial thinking2017 •
a cura di Giorgio de Marchis e Maria Paola Guarducci “La fotografia non è ciò che è stato fotografato, è qualcos’altro. È piuttosto una trasformazione”, affermava il fotografo statunitense Garry Winogrand, citato in un articolo a proposito di un altro fotografo – René Burri – da Teju Cole, il quale aggiunge: “L’immagine fotografica è un racconto creato dalla combinazione di obiettivo, macchina, pellicola, grana, colore (o assenza di colore), momento del giorno, stagione” (Cole 2015). Consapevole che una fotografia è sempre una miscela di prontezza, opportunità e mistero, Teju Cole, a sua volta fotografo e scrittore, attraversa San Paolo (Brasile) alla ricerca del punto di vista di un suggestivo scatto di Burri datato 1960, Men on a Rooftop, per concludere, dopo molta fatica, che “una volta scoperto tutto quello che possiamo sapere su un’opera d’arte, quello che non possiamo conoscere assume ancora più valore. Arriviamo sulla cima e non riusciamo ad andare oltre” (ibid.). Il punto di vista, il ‘taglio’ di una rappresentazione, sembra dire Cole giunto nel luogo esatto da cui Burri scattò Men on a Rooftop, non è dunque solo una questione di angolazione: nemmeno nella fotografia, che “sembra avere con la realtà visibile un rapporto più puro, e quindi più preciso di altri oggetti mimetici” (Sontag 1978). L’immagine della città nelle arti - scrittura, arti visive, musica, multimedialità – è, quindi, una narrazione che acquista senso e fisionomia a partire dal punto di vista di chi narra. Lo sguardo che osserva la città informa la peculiarità del ritratto della metropoli che propone, della quale delinea, al contempo, tratti nascosti e caratteristiche palesi; note private, intime ed esclusive ma anche aspetti di rilevanza collettiva perché così sono stati architettati o così li ha resi, appropriandosene più o meno consapevolmente, chi ne fruisce. La città, che è per sua stessa natura spazio definito da una pianificazione precisa e ‘realistica’, è comunque anche luogo utopico e distopico, mutante e aperto, minaccioso e accogliente, familiare e indecifrabile. Lo spazio urbano – a differenza delle città spettrali, delle rovine urbane dell’antichità o delle fake cities dell’estremo contemporaneo – è di per sé molteplice e inafferrabile perché attraversato e modificato dal tempo, metamorfico, patchwork scomposto di gentrificazioni e abbandoni, riqualificazioni e nuove incurie, omologazioni e caratterizzazioni estreme. Tuttavia, o proprio in virtù della sua contraddittorietà e versatilità, la città è un topos privilegiato dell’arte che però, riteniamo, si carica di rinnovata pregnanza se posto sotto lo scrutinio critico di quest’epoca. Inoltre, spesso pensata al femminile come territorio di conquista, esplorazione, appropriazione, la città è uno spazio originariamente pianificato soprattutto da uomini, ‘naturalmente’ a beneficio del soggetto maschile o, comunque, di un’identità collettiva astratta codificata secondo categorie normative che tendono ad escludere le minoranze (siano queste numeriche, culturali o politiche). Scopo di questo numero di de genere è raccogliere una serie di interventi il più possibile eterogenei e interdisciplinari sul rapporto tra punto di vista e città, in cui la cifra di tale relazione sia data dalla commistione di una o più connotazioni dello ‘sguardo’ quali gender, classe sociale, status economico e/o giuridico, età, ecc. Si chiede perciò di esplorare quanto la polisemia delle metropoli - a qualunque latitudine e longitudine e in qualsiasi epoca storica - le renda, nella loro rappresentazione, luogo di integrazione o disintegrazione (o entrambi), di significati stabili o instabili (o entrambi); le definisca come territori di potere, desiderio, paura, scoperta, affettività, crescita, perdizione, anonimato, appartenenza, esclusione, successo o tragedia. Si invitano gli/le interessati/e a sottoporre abstract a partire da diversi ambiti disciplinari e anche in chiave comparata che analizzino lo spazio urbano in qualunque sua declinazione ma partendo sempre da specifici punti di vista, impliciti o dichiarati, privilegiando i temi che seguono (o temi affini), nella letteratura così come in altre forme artistiche: - spazi pubblici e spazi privati: sottrazioni, appropriazioni, occupazioni - la città attraversata - la poetica della città - la politica della città - città coloniali/postcoloniali/neocoloniali/decoloniali - immobilismi e mobilità - coesione e coabitazione: urbanità inclusiva e off limits - la città delle donne / degli uomini - la polisemia dello spazio urbano - multiculturalismi e monoculturalismi urbani - sconfinamenti urbani - radicamenti e sradicamenti - città vive e città morte Per inviare proposte o richiedere informazioni scrivere a: degenere.journal@gmail.com Scadenza per le proposte: 5 aprile 2017. Scadenza per gli articoli: 30 giugno 2017. Consulta le linee guida alla nostra pagina per l'invio delle proposte.
A partire dagli anni del neorealismo, Roma è stata una location particolarmente amata dai registi italiani che hanno utilizzato con finalità simboliche diversi luoghi della città—dalle borgate ai monumenti del centro—al fine di raccontare un preciso momento storico e una precisa situazione sociale. In questo articolo prenderò in considerazione due film ambientati a Roma, La dolce vita di Federico Fellini (1960) e La grande bellezza di Paolo Sorrentino (2013), per analizzare le valenze che la città assume attraverso la lente interpretativa fornita da Michel De Certeau. Studiando il movimento dei personaggi si può notare che nelle loro camminate fanno scomparire alcuni luoghi e ne amplificano altri, distorcendo e frammentando la mappa urbana della città eterna. Ne emerge dunque che nei due film in analisi Roma mostra le caratteristiche della concept-city come definita da De Certeau. Roma infatti possiede tutte le potenzialità di una concept-city grazie alla sua complessità sociale e materiale dovuta all’accumulazione delle tracce di più di duemila anni di storia.
This paper is based on the experience gained in European funded research projects. Despite the different objectives pursued by each project, the thread that connects them is the relationship between the performing arts and urban regeneration, in order to emphasise the importance of directly involving the territory and its inhabitants in urban regeneration processes. The research that has matured in the field of territorial co-design at national and European level was based on the conviction that the ultimate goal of urban renewal is not exclusively the quality and safety of life. In fact, the processes of urban renewal, when viewed from the perspective of social and cultural innovation, produce a collective participatory experience capable of overcoming the dichotomy between the public and private dimensions, guiding processes of 'commoning' (Chatterton 2010) or the preservation of the 'common good', which here takes the form of the production of relational goods, of...
I. Uluslararası Kapadokya Felsefe ve Sosyal Blimler Kongresi (CAPASS 2019)
Kafkasya ve Çerkes Göçü2019 •
CATTEDRA DI RELIGIONI E FILOSOFIE DELL’ASIA ORIENTALE DIPARTIMENTO ISTITUTO ITALIANO DI STUDI ORIENTALI SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA DISPENSE DI INTRODUZIONE ALLA DATAZIONE DEL BUDDHA STORICO a cura di Francesco Maniscalco
Datazione Buddha2018 •
Catálogo da 25 Mostra de Tiradentes
Por um materialismo erotico Catalogo 25 Mostra de Tiradentes2022 •
"Revuelta y violencia colectiva" en "La conflictividad social en la Galicia medieval (siglos XIII-XV)"
La revuelta y la violencia colectiva como forma de acción y estrategia popular en la conflictividad social gallega (1200 / 1519)2019 •
Studi in onore di Graziella Fiorentini, Sicilia Antiqua, Roma
L’Acropoli di Paternò attraverso il tempo.2014 •
PloS one
InFusion: Advancing Discovery of Fusion Genes and Chimeric Transcripts from Deep RNA-Sequencing Data2016 •
International Journal of Molecular Sciences
Pre-Treatment of Transplant Donors with Hydrogen Sulfide to Protect against Warm and Cold Ischemia-Reperfusion Injury in Kidney and Other Transplantable Solid OrgansProceedings of the 2nd International Conference on Veterinary, Animal, and Environmental Sciences (ICVAES 2020)
The Prevalence of Gastro-Intestinal Nematode Parasite and Egg-Count in Cattle with Different Skin Colors2021 •
Journal for ImmunoTherapy of Cancer
Simple and effective bacterial-based intratumoral cancer immunotherapy2021 •
Physics Education Research Journal
The Natural Composite of Sawdust Teak as a Sound Absorption Materials Using The Resonator Space Method2021 •
Arquivo Brasileiro de Medicina Veterinária e Zootecnia
Complexos enzimáticos sobre a energia metabolizável e digestibilidade dos nutrientes do milheto para frangos de corte