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recensione a Maria Elisa Soldani I mercanti catalani e la Corona d’Aragona in Sardegna Profitti e potere negli anni della conquista Viella, Roma, 2017, in "Medioevo", n.247, agosto 2017

CALEIDO SCOPIO Lo scaffale MARIA ELISA SOLDANI I mercanti catalani e la Corona d’Aragona in Sardegna Profitti e potere negli anni della conquista VIELLA, ROMA, 164 PP. 19,00 EURO ISBN 9788867288069 WWW.VIELLA.IT Inserendosi nel filone storiografico che vede nei rapporti di patronage un legame piú forte di quelli politici nella costruzione degli Stati e delle regioni economiche, Maria Elisa Soldani esamina i meccanismi di promozione sociale delle famiglie mercantili catalane in quanto indispensabili alla comprensione dei rapporti politici ed economici del mondo mediterraneo. Nel volume si fondono cioè due temi che sono alla base del piú recente dibattito storiografico: quello accennato dei rapporti personali come fondamento della costruzione dello Stato, tanto dal punto di vista politico che da quello economico, e quello della mobilità sociale. I mercanti catalanoaragonesi costituivano, infatti, un fattore di unificazione dello spazio mediterraneo piú solido di quello politico-istituzionale 110 legato alla Corona, per cui i monarchi trovarono conveniente sfruttare le relazioni con la nobiltà e gli uomini d’affari, ricambiandone i servigi con concessioni, appalti, salvacondotti, infeudazioni. Gli agganci clientelari e le possibilità di ascesa sociale venivano cioè a intrecciarsi: i mercanti seppero a loro volta sfruttare i rapporti col mondo politicoistituzionale per accrescere la propria ricchezza e il proprio status, approfittando del bisogno di denaro della Corona aragonese, acuito dalle necessità belliche (non diversamente dai principi degli altri Stati regionali della Penisola fino a tutto il XV secolo). Un meccanismo analogo a quello che si innescò nel ducato di Milano nel secondo Quattrocento, all’epoca degli Sforza. Gli anni in cui la Sardegna venne conquistata dagli Aragonesi (a partire dal 1324/26 fino al 1409) rappresentarono per i mercanti catalani un’occasione importante di arricchimento e di consolidamento sociale, grazie alla loro capacità di armare le navi, di offrire servizi indispensabili di trasporto delle truppe, di trasferimento del denaro, di organizzazione produttiva. A sua volta, la presenza delle loro compagnie favorí l’inserimento dell’isola tra le principali rotte commerciali del Mediterraneo. Furono queste stesse famiglie (insieme ai mercanti fiorentini e al gettito della fiscalità straordinaria) a finanziare la Corona aragonese nelle operazioni di conquista della Sardegna. Nella prima parte del volume vengono dunque illustrate le ragioni dell’adesione dei mercanti barcellonesi alla politica della Corona; nella seconda l’autrice ricostruisce l’attività e le reti di relazioni di alcuni uomini d’affari catalano-aragonesi e la loro affermazione economica, sociale e politica dal 1324 alla fine del secolo; la terza parte esamina le misure governative messe in atto per favorire l’afflusso dei mercanti nell’isola e rendere piú efficace l’amministrazione delle sue risorse, e il cambiamento di tendenza degli operatori economici nella seconda metà del Trecento. E appunto l’esodo dalla Sardegna degli uomini d’affari di tutte le nazionalità in tale periodo, costituisce il sintomo piú appariscente della crisi economica sarda dell’epoca successiva alla Peste. Del resto, già nel decennio precedente la crisi, era apparso chiaro che i prestiti e i servizi offerti alla Corona non sarebbero stati rimborsati: l’euforia iniziale aveva presto ceduto il passo alla disillusione. Maria Paola Zanoboni AMEDEO BELLUZZI, CAROLINE ELAM, FRANCESCO PAOLO FIORE (A CURA DI) Giuliano da Sangallo OFFICINA LIBRARIA, MILANO 456 PP., ILL. B/N 45,00 euro ISBN 978-88-99765-20-0 www.oFFICINALIBRARIA.COM Il volume riprende e arricchisce i temi affrontati nel corso di due incontri di studio svoltisi a Firenze (2011) e Vicenza (2012). Grazie ai numerosi contributi che in esso sono confluiti, è possibile ripercorrere l’intera carriera di Giuliano da Sangallo (1443 o 1445-1516), che viene senz’altro annoverato fra i migliori ingegni del primo Rinascimento, ma del quale è evidente l’attenzione per la lezione dell’antico (a cui è non a caso dedicata una parte importante del libro). L’opera è articolata in varie sezioni, che analizzano il contesto nel quale il grande architetto si trovò a lavorare, il suo modus operandi e i suoi progetti, per edifici religiosi e residenziali. Merita infine d’essere segnalato il ricco Atlante che precede i testi, nel quale sono riunite le magnifiche fotografie in bianco e nero, realizzate da Vaclav Sedy, che esaltano le creazioni del maestro fiorentino. Stefano Mammini AGOSTO MEDIOEVO