“Ricevete lo Spirito Santo”
(Gv 20,22)
di Matteo Calisi
Gesù risorto apparve ai Suoi Discepoli nel Cenacolo di
Gerusalemme mentre stavano a porte chiuse e comunicò il Suo soffio vitale,
la Sua Ruah, dicendo “Ricevete lo Spirito Santo”!
Dopo la Sua ascensione al Cielo Egli promise che tale presenza
dello Spirito sarebbe ancora ritornata sui suoi discepoli e li avrebbe
accompagnati nella loro opera missionaria.
Egli dirà in San Luca nel libro degli Atti “Riceverete la Potenza
dello Spirito e mi sarete testimoni”. Cosa che accadde in occasione della
Pentecoste a Gerusalemme.
Risulta dunque evidente che questa azione dello Spirito ha per
scopo la missione dei discepoli e della Chiesa cristiana.
Ma cosa vuol dire oggi per noi cristiani questa promessa di Gesù
di “ricevere lo Spirito Santo per essere testimoni” nel contesto attuale
dell’evangelizzazione del mondo contemporaneo?
E che tipo di evangelizzazione il mondo moderno ha bisogno?
L’evangelizzazione della Chiesa di oggi, inserita in una società
secolarizzata come la nostra, non può essere dissimile da quelle della Chiesa
Primitiva.
Anche oggi lo Spirito vuole operare le stesse cose che leggiamo
nelle pagine della Sacra Scrittura. Non ha perso nulla della sua potenza,
nulla dei suoi doni, Egli è Dio Onnipotente.
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L'evangelizzazione nella Chiesa deve essere sempre
accompagnata dai divini carismi dello Spirito come descrittoci dal libro
degli Atti e da San Marco nel suo Vangelo al capitolo 16,17-20 per
confermare la predicazione della Parola.
Al termine del suo ministero terreno e prima di ascendere al
Cielo, Gesù disse:
“Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni
creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà
condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che
credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove,
prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà
loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno” (Mc
16,16-18).
Tali segni accompagneranno sempre coloro che credono in tutti
i tempi della storia della Chiesa e in tutti i luoghi, perché Gesù ha promesso
la Sua presenza tutti giorni fino alla consumazione dei secoli.
Anche oggi, infatti, il Signore risveglia la realtà dei carismi dello
Spirito per intraprendere una nuova evangelizzazione con potenza.
Il Nuovo Testamento rimane, pertanto, il
fondamentale dell'evangelizzazione nella Chiesa Cattolica oggi:
modello
Nel libro degli Atti, gli Apostoli perseguitati a causa del Vangelo,
chiesero a Dio una testimonianza ancora più forte accompagnata da
guarigioni, miracoli e prodigi. A questa preghiera il Signore rispose con il dono
rinnovato dello Spirito (At 4,30).
San Luca al capitolo successivo descrive come, nonostante la
persecuzione, anzi proprio a causa di questa, Dio ha ascoltato la sua Chiesa:
infatti "Molti miracoli e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli
apostoli (At 5,12).
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La guarigione miracolosa dello storpio operata da Pietro e
Giovanni, conquistò alla Parola di Dio la conversione di ben 5000 uomini!
(At 4,4), senza calcolare le donne e i bambini.
La Chiesa cristiana, frutto della Pentecoste, nacque non solo
dalla Predicazione della Parola, che produsse 3000 conversioni e battesimi
(At 2,41), ma anche dal ministero delle guarigioni che provocò 5.000
conversioni!
Lo Spirito Santo oggi ha bisogno di convertire i peccatori non
solo attraverso le prediche e i sermoni, ma anche attraverso i segni che
accompagnano la predicazione del vangelo promessi da Gesù e da Lui
stesso compiuti! (cfr. Mc 16,20).
I segni stessi contengono l’annuncio della Buona Novella del
Regno di Dio e la rivelazione della Messianicità di Gesù Cristo quella
Signore e Salvatore.
Dirà, infatti, Gesù in San Luca:
“Lo Spirito del Signore è su di me per questo mi ha consacrato
con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare la liberazione dei prigionieri e ai ciechi la vista; per rimettere
in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore” (Lc
4:18-19).
Anche davanti alla domanda dei discepoli di Giovanni Battista:
“<<Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?>>. In
quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti
cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta:
<<Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista,
gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai
poveri è annunziata la buona novella. E beato è chiunque non si scandalizzerà di
me!>“ (Lc 7,19-23).
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Ora dal momento che i segni contenevano l’annuncio del Regno
di Dio e il motivo del ministero di Gesù, è logico il perché Gesù ha dato ai
suoi discepoli il suo stesso potere di predicare, guarire e cacciare, da Lui
stesso posseduto, quando li ha inviati ad annunciare il Regno di Dio:
“Egli diede loro autorità e potere su tutti i demòni e di curare le
malattie. E li mandò ad annunciare il Regno di Dio e a guarire gli
infermi...Ed essi annunziarono la buona novella, operando guarigioni” (Lc
9,1 e 6).
Tutto il Nuovo Testamento ed in particolare il libro degli Atti
testimoniano questa attività straordinaria dello Spirito che portò alla
diffusione della Parola e alla costituzione della Chiesa.
L'Apostolo Paolo ricorda come "il suo Vangelo non si è diffuso
tra i fratelli della comunità soltanto per mezzo della Parola, ma anche "con
la potenza di segni e prodigi, con la Potenza dello Spirito Santo" (Rm 15,18-19 e cfr.
1Ts 1,5; Eb 2,4).
Segni, miracoli, prodigi e guarigioni sono dunque "la" testimonianza
più forte e più potente che lo Spirito Santo rende alla Parola del Vangelo e
per la conversione degli increduli (cfr. Mc 16,17-20).
E parlando della edificazione della Chiesa, Paolo descriverà la
funzione irrinunciabile dei carismi e dei ministeri:
“Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi
sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di
operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. E a ciascuno è data
una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune; a uno
viene concesso dallo Spirito il linguaggio di sapienza, a un altro invece, per
mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; a uno la fede per mezzo
dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell’unico
Spirito; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un
altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un
altro infine l’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose è l’unico e il
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medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole”
(1Cor 12,4-11).
E più avanti riprenderà il discorso affermando che:
“Alcuni Dio li ha costituiti nella Chiesa in primo luogo come
apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi
vengono i miracoli, poi doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di
governare, delle lingue” (1Cor 14,28).
Ora, a mio modesto avviso, tutta questa teologia dei carismi e
dei segni dello Spirito nella Scrittura dovrebbe trovare un’applicazione
concreta, pastorale nella Chiesa odierna. Poiché non sembra così evidente
in molti cattolici tale presenza dello Spirito.
Attraverso l’esperienza del Rinnovamento Carismatico, un
movimento cattolico sorto agli inizi degli anni sessanta e diffuso fra oltre
centoventimilioni di cattolici, dove lo Spirito Santo ha suscitato nell’epoca
odierna i carismi di guarigione, di profezia, di lingue ecc…, si deduce un
fatto ineluttabile: tali prodigi dello Spirito Santo oggi stanno riapparendo
con molta forza e vitalità nella Chiesa, non sono solo per convertire gli
increduli, ma anche come segno per coloro che frequentano le nostre chiese
e che non hanno una relazione personale col Signore.
Chi frequenta tale movimento dichiara di aver ricevuto una
nuova effusione dello Spirito Santo accompagnata da qualche segno o
carisma. Questi segni servono a scuotere le coscienza assopita da una
religiosità abitudinaria, come afferma San Paolo riguardo al carisma della
profezia:
“...verrebbe convinto del suo errore da tutti, giudicato da tutti;
sarebbero manifestati i segreti del suo cuore, e così prostrandosi a terra
adorerebbe Dio, proclamando che veramente Dio è fra voi” (1Cor
14,24-25).
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Al Concilio Vaticano II c’erano delle opinioni contrarie
all’attualità dei carismi. Una tesi teologica, del Cardinale Ruffini di Palermo,
diremmo di tipo dispensazionalista, riduceva l’importanza dei carismi al
periodo apostolico fino alla morte del discepolo Giovanni.
Ma, prevalse l’opinione del grande Padre Conciliare, il Cardinale
Leon J. Suenens, promotore del Rinnovamento Conciliare e del
Rinnovamento Pentecostale Cattolico, quando affermò:
“Se i carismi nella Chiesa primitiva furono tanto necessari per
convertire i "buoni pagani" oggi sono ancor più necessari per convertire i
"cattivi cristiani", che di cristiano hanno soltanto il nome!”
Attraverso l'insegnamento della Chiesa primitiva, questo
movimento di Rinnovamento Carismatico ha imparato ad apprezzare l'uso
dei carismi per evangelizzare.
La Chiesa di oggi possiede lo stesso potere di predicare, guarire
e cacciare i demoni che appartenevano a Gesù e alla Chiesa del Nuovo
Testamento.
La Chiesa di oggi è la continuità del potere salvifico di Gesù
nella Storia, poiché: "Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi, sempre"! (Eb 13,8)
ed anche la Chiesa è la stessa, poiché Gesù ha promesso la Sua perenne
presenza: "Ecco io sono con voi fino alla fine del mondo" (Mt 28,20).
Il RCC crede nelle Sacre Scritture e alla promessa di Gesù, che
"Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno" (Mt 24,35).
Anche oggi predicare il messaggio di salvezza senza continuare
le stesse opere di Gesù sarebbe tradire il mandato di Dio alla Chiesa. Una
dottrina della salvezza divina astratta, teorica, intellettuale o moraleggiante,
senza che la salvezza abbia luogo di fatto o un concetto di salvezza senza
che questa si verifichi effettivamente, è vuota retorica.
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Dice il Papa Giovanni Paolo II che “Cristo è il Redentore di
tutto l'uomo” (Enciclica Redeptor omnis)
Gesù ha detto: "Predicate, guarite e cacciate" (cfr. Mt 10,7-8),
ma se nella Chiesa predichiamo solamente, noi non facciamo la volontà di
Gesù!
La missione di Gesù e della Chiesa non è ancora terminata ma
deve proseguire attraverso apostoli contemporanei che predicano e
compiono i medesimi atti di potenza compiuti da Gesù e dagli Apostoli,
anzi che compiano "cose ancora più grandi di quelle che Lui stesso ha
compiuto" poiché, andando al Padre, Egli ha affidato alla Chiesa il compito
di proseguire il suo ministero (Gv 14,12).
Su questa linea l'insegnamento ufficiale della Chiesa al Concilio
Vaticano I, nel 1870, ha additato proprio “i miracoli e le profezie quali segni
certissimi della Divina Rivelazione, adatti all’intelligenza di tutti”.
E San Pio X, nel giuramento antimodernista, ha richiesto questa
professione di fede: <<Ammetto e riconosco come segni certissimi
dell’origine divina della religione cristiana le prove esterne della Rivelazione
e cioè i fatti divini, principalmente i miracoli e le profezie; e le ritengo molto
appropriate all’intelligenza degli uomini di tutti i tempi, anche dell’epoca
attuale”.
Il Concilio Vaticano II ha confermato tale dottrina ed ha
incoraggiato l'uso dei carismi per l'evangelizzazione, come rivela la
Costituzione Dogmatica sulla Chiesa: i carismi "sono utili al rinnovamento
e alla maggiore espansione della Chiesa" (Lumen Gentium cap. 12/b), dopo
aver citato i carismi enumerati delle lettere Paoline.
Il Rinnovamento Carismatico Cattolico sa che è davvero
importante seguire l'insegnamento del Magistero ecclesiale e sentire Cum
Ecclesiae, ed è per questo che si è assunto il compito di proseguire la sua
missione evangelizzatrice nella Chiesa, assumendo l'audacia dell'uso dei
carismi nella proclamazione della Parola di Dio.
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La dottrina della Chiesa e l'esperienza del Rinnovamento
Carismatico nei suoi oltre 34 anni di vita ci rivelano un insegnamento
prezioso, che, se i cattolici non eserciteranno i doni e i carismi dello Spirito,
questi moriranno, come già è accaduto nei secoli trascorsi.
Perciò la Parola di Dio viene in nostro aiuto incoraggiandoci a
desiderare onestamente e con umiltà i carismi per l'edificazione della Chiesa
(1Cor 12,4-11;14,1; Ef 4,11; Rm 12,6-9) ed eliminare ogni ostacolo che limiti
il loro uso, secondo la regola paolina:
"Fratelli riguardo ai doni dello Spirito non voglio che siate
nell'ignoranza" (1Cor 12,1), “non spegnete lo Spirito e non disprezzate le
profezie” (1Tess 5,19-22 ), “Ricercate la carità. Aspirate anche ai doni dello
Spirito, soprattutto alla profezia”, “...e, quanto al parlare in lingue, non
impeditelo” (1Cor 14,39), “purché tutto si svolga con ordine e decoro,
perché il nostro Dio è il Dio della pace” (cfr 1Cor 14,40).
Abbiamo atteso secoli nella Chiesa Cattolica per vedere la
ricomparsa dei doni dello Spirito e di un Rinnovamento Carismatico, grazie
al contributo decisivo del Concilio Vaticano II e del Movimento
Pentecostale Evangelico.
Lo Spirito Santo attraverso l’approfondimento della Parola di
Dio e l’esercizio dei carismi sta rinnovando i doni di una nuova
evangelizzazione fatta con potenza.
Ed ora, mi sembra opportuno definire in modo chiaro
l'importanza che il Ministero delle guarigioni riveste nel Rinnovamento
Carismatico Cattolico.
Questo Ministero di guarigione ha avuto grande diffusione e
popolarità alla fine del secolo scorso grazie ad alcuni servitori della Parola di
Dio come Katryn Kulmann, Oral Roberts, P. Francis McNutt, P. Emilan
Tardif, per citarne solo alcuni, che con la loro testimonianza e i loro scritti
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hanno contribuito non poco alla riscoperta e alla valorizzazione di questa
antica pratica della Chiesa Primitiva.
Questo Ministero di guarigione è anche secondo una nostra
espressione, preghiera di liberazione o di guarigione che si accompagna a
volte a dei benefici spirituali ed anche fisici (cfr. Mc 16,18; 1Cor 12,9; Gc
5,14).
E se si chiede a coloro che sono stati liberati e guariti di
testimoniare è perché i cristiani siano segni che il Regno di Dio si è
avvicinato a gli uomini (cfr. Lc 10,9; Mt 11,4).
Nel ministero della guarigione c'é l'espressione della fede che la
salvezza e la guarigione sono per l'intera persona.
Cristo non è venuto solamente a salvare anime, ma gli uomini
nella loro totalità.
L'imposizione delle mani e l'unzione con l'olio sono mezzi con
cui i carismatici esprimono questa fede.
Come testimoniato dai Vangeli, Gesù viene come il grande
Medico che guarisce sia le anime ammalate dal peccato sia la malattia fisica.
Egli è il Redentore dell'uomo.
Il suo tocco porta shàlom (Gv 20,21), la pace, reintegrando l'unità
tra spirito anima e corpo. In tal modo i fratelli che partecipano alle
assemblee carismatiche del Rinnovamento attestano di essere stati toccati
da Gesù e resi integri.
In questo ministero c'é una preziosa lezione di alta pedagogia
spirituale: Il tocco del divino sulla carne dell'uomo rivela la buona novella
che anche i più deboli sono degni di diventare tabernacoli della gloria di
Dio.
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I reietti diventano recipienti di onore, per mezzo dei quali Dio
fa conoscere i misteri del Regno.
E non è raro trovare nelle nostre comunità persone
mentalmente o fisicamente disabili, che sono usate da Dio per portare la
guarigione ad altri.
Le loro mani diventano le mani di Dio ed il loro tocco rivela la
potenza di Dio. Davvero questo è un mistero!
Ecco, pertanto, l’attualità della parola di Gesù:
“Lo Spirito mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto
messaggio” (Lc 4,18)
Spesso è il ministero della guarigione a creare maggiore
apprensione alle Autorità della Chiesa.
La corrispondenza corpo-spirito, riscoperta dai carismatici fa
apparire le preghiere carismatiche "incontrollate" e "troppo emozionali" a
coloro la cui vita sembra essere "sotto controllo" e il cui approccio a Dio è
principalmente di tipo cognitivo. 1
Per un ulteriore approfondimento della Dottrina Cattolica, circa
i rapporti tra fede e ragione, rimando all’Enciclica “Fides et Ratio” di
Giovanni Paolo II.
Tuttavia, è questa corrispondenza corpo-spirito ad attrarre
coloro che sanno di non avere tutto "sotto controllo", che non hanno nulla
da perdere.
Sono queste persone che accettano a braccia aperte l'abbraccio
di Dio; perché Dio è una realtà, non è un brandello di teoria: Egli è una
Persona Vivente e quando queste persone fanno un'esperienza personale di
1
cfr. GIOVANNI PAOLO II, Fides et ratio, Lettera Enciclica circa i rapporti tra fede e ragione, 14 settembre
1998, Edizioni Paoline, Collana Magistero n. 279, Milano 1998.
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Lui, dichiarano che un grande cambiamento si è verificato nella loro vita, il
"Dio del Cielo" è venuto ad abitare in loro e riferiscono di non essere più le
stesse.
Così si realizza ciò che Gesù affermò:
“ai poveri (diremmo noi anche agli emarginati, ai non istruiti) è
annunziata la buona novella. E beato è chiunque non si scandalizzerà di
me!>>“ (Lc 7,19-23).
Il messaggio che lancia il Ministero della Guarigione è, quindi,
una pietra d'inciampo per alcuni ed un messaggio di liberazione per altri.
Lo Spirito Santo dà voce all'inespresso e riduce il parlare
articolato degli eloquenti e dei sapienti a balbettii.
I silenziosi diventano eloquenti annunciatori della Parola di Dio,
gli ‘ignoranti” rivelano forme di conoscenza che sono veramente
stupefacenti.
“Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i
sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti,
Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla
per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi
davanti a Dio” (1Cor 1,27-29).
Come è imbarazzante tutto ciò, e tuttavia, come è
sovversivamente potente il Signore:
"Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai
tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai
piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te"(Mt 11,25-26).
Si può dire che in qualunque luogo il Rinnovamento
Carismatico stia fiorendo, vi sono persone che trovano la liberazione dalle
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potenze delle tenebre e che stanno sperimentando la guarigione nel corpo e
nello spirito.
E questo tipo di preghiera di guarigione introduce nuovamente
il religioso nella società secolare.
A sostegno di questo ministero di guarigione del Rinnovamento
Carismatico il Vaticano così si è espresso in due documenti:
Il primo è un rapporto redatto da quattro dicasteri Vaticani in
cui si afferma:
"Una speciale attenzione va riservata alla dimensione
dell'esperienza cioè alla scoperta della persona di Cristo mediante la
preghiera e una vita impegnata (ad esempio, i movimenti carismatici e i
movimenti di <<ri-nascita>>)... Un'attenzione particolare va anche prestata al
ministero di guarigione mediante la preghiera"2
Il secondo documento è una Lettera della Segreteria di Stato
Vaticana a nome di S. S. Giovanni Paolo II, ai partecipanti al Seminario
Internazionale sul Ministero delle guarigioni organizzato dall'International
Catholic Charismatic Renewal Services (ICCRS) a San Giovanni Rotondo
(Foggia) nell'ottobre del 1995:
"Sua Santità confida ... che il Seminario contribuisca ad
apprezzare sempre più i doni carismatici di guarigione nel loro aspetto essenziale
in relazione alla fede in Cristo ed alla costruzione della Sua Chiesa in unità
ed amore".3
Sulla stessa linea è l'insegnamento ufficiale del Magistero nel
Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC):
2
Il fenomeno delle sette o nuovi movimenti religiosi, Sfida pastorale. Edizioni Dheoniane Bologna 1986, cap.
3.3.
3
G.B. Re, Sostituto, Segreteria di Stato, Prima sezione - Affari Generali, prot. n. 377.810, Città del Vaticano, 28
settembre 1995.
12
"Lo Spirito Santo dona ad alcuni un carisma speciale di
guarigione (cfr. 1Cor 12,9.28.30) per manifestare la forza della grazia del
Risorto" (CCC 1508).
"<<Guarite gli infermi>> (Mt 10,8). Questo compito la Chiesa
l'ha ricevuto dal Signore e cerca di attuarlo sia attraverso le cure che presta
ai malati sia mediante la preghiera di intercessione con la quale li
accompagna. Essa crede nella presenza vivificante di Cristo, medico delle
anime e dei corpi" (CCC 1508).
Dunque, dottrina ufficiale del Magistero della Chiesa Cattolica
verso cui il Rinnovamento Carismatico deve ossequio ed obbedienza.
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