Papers by Ornella Selvafolta
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
"Storia Urbana", 1980
Published in 1980 in the renowned magazine "Storia Urbana", the article is one of the first contr... more Published in 1980 in the renowned magazine "Storia Urbana", the article is one of the first contributions about working-class neighborhoods in Milan at the beginning of the twentieth century, paying special attention to the houses built by the Società Umanitaria (Humanitarian Society) in 1906 and 1909 in via Solari and Viale Lombardia. They were both designed by architect Giovanni Broglio (of whom information is given for the first time about his biographical and professional curriculum) and represent for social values, architectural characteristics and typological innovations in space and functional organization, reference models for popular housing culture at an international level.
Pubblicato nel 1980 sulla importante rivista “Storia Urbana”, l’articolo è uno dei primi contributi sui quartieri operai della Milano di inizio Novecento e dedica speciale attenzione alle case costruite dalla Società Umanitaria nel 1906 e nel 1909 in via Solari e in Viale Lombardia. I quartieri furono progettati dall’architetto Giovanni Broglio (del quale si danno per la prima volta notizie sul curriculum biografico e professionale) e rappresentano sia per i valori sociale ad essi sottesi, sia per i caratteri architettonici e le novità tipologiche nell’uso di spazi e funzioni, modelli di riferimento per la cultura della casa popolare in ambito internazionale.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Il pensiero di Alessandro Manzoni e la giustizia, 2023
Milan 1873-1883: honours to Manzoni. The city, the monument, the Famedio
On May 22nd 1873 the dea... more Milan 1873-1883: honours to Manzoni. The city, the monument, the Famedio
On May 22nd 1873 the death of Alessandro Manzoni set in motion numerous initiatives to honour his memory in which the city of Milan is the main actor of celebrations. Right from the start the municipality takes responsibility for designing and organizing the honours to “his” poet and "great citizen", involving toponymy, streets and squares, science and art, traditions and modernity, religious and secular aspects, political and patriotic issues.
From 1873 to 1883, in the period between his death and his tenth anniversary, the city committed itself to honouring and celebrating Manzoni through the funeral solemnities in the Town Hall and in the Cathedral, the processional rite towards the place burial, the involvement of the highest representatives, the organization of cultural events, among which stands out the performance of the famous Messa da Requiem composed by Giuseppe Verdi and conducted by him in the church of San Marco. In the same years Milan faced the projects for the honorary monument to be erected in Piazza San Fedele and discussed its artistic and functional motivations, coming to significant "results" that have left permanent traces in the city. Such is also the definitive burial of the poet in the newly built Famedio of the Monumental Cemetery: the "civic temple" par excellence “inaugurated” by Manzoni and where Milan would celebrate his most representative virtues.
Milano 1873-1883: onoranze a Manzoni. La città, il monumento, il Famedio
Il 22 maggio 1873 la morte di Alessandro Manzoni mette in moto numerose iniziative per onorarne la memoria in cui la città di Milano si propone come attore principale delle celebrazioni. E’ il municipio infatti che, fin da subito, si incarica di ideare e organizzare le onoranze al poeta e “suo grande cittadino”, coinvolgendo la toponomastica, le strade e le piazze, la scienza e l’arte, le tradizioni e la modernità, aspetti religiosi e laici, istanze politiche e patriottiche.
Dal 1873 al 1883, nell’arco di tempo che intercorre tra l’anno della morte e il suo decimo anniversario la città si impegna ad onorare e celebrare Manzoni attraverso le solennità funebri in Municipio e in Duomo, il rito processionale del corteo fino al luogo di sepoltura, il coinvolgimento delle più alte rappresentanze, l’organizzazione di eventi culturali, tra le quali spicca l’esecuzione della famosa Messa da Requiem composta da Giuseppe Verdi e da lui diretta nella chiesa di San Marco. In questi anni Milano affronta i progetti, discute le motivazioni artistiche e funzionali legate al monumento onorario che verrà eretto in piazza San Fedele arrivando a “risultati” di grande rilievo che hanno lasciato tracce permanenti in città. Tale la definitiva sepoltura del poeta nel nuovo Famedio: il “tempio civico” per eccellenza, che prende avvio da Manzoni e con cui Milano inizia a celebrare le sue più rappresentative virtù.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
"Apprendere da Raffaello. Modelli, funzione e ricezione nelle Accademie e nella teoria dell'arte", a cura di V. Rotino, S, Ventra, F. Moschini, 2023
The paper was presented at the conference Raffaello in the Art Academies: reception function mode... more The paper was presented at the conference Raffaello in the Art Academies: reception function model, curated by Francesco Moschini, Valeria Rotili and Stefania Ventra, held as a webinar for the Accademia Nazionale di San Luca in 2021, for the 500th anniversary of the artist’s death. Included in the section The legacy of Raffaello as architect and decorator, the essay reflects on the artist's fortune in the second half of the nineteenth century, when the fame and general favour enjoyed by his work and his person, were intertwined with the Renaissance revival in post-unification Italy, with the growing importance of decoration and applied arts in the culture of design, with the organizing of schools and the search for museum models. Significant examples can be found also in various decorative manuals, rich with both direct and indirect Raphaelesque models and imitations, as well as in the various products nurtured by his ideas and motifs: from furnishings, to wall decorations, from stuccos to commemorative medals...Needless to say that we often face a rather inappropriate use (or “abuse”) of the work of art, which nonetheless mirrors the cultural trends of the period and testifies to the very greatness of Raffaello.
Il contributo è stato presentato al convegno Raffaello nelle Accademie d’arte: modello funzione ricezione, a cura di Francesco Moschini, Valeria Rotili e Stefania Ventra, tenutosi in webinar per l’Accademia Nazionale di San Luca nel 2021, dopo i 500 anni dalla morte. Compreso nella sezione L’eredità di Raffaello architetto e decoratore, il saggio riflette sulla fortuna dell’artista nella seconda metà dell’Ottocento, quando la fama e il generale favore di cui godevano la sua opera e la sua persona, si intrecciano con il revival del Rinascimento quale epoca e stile identitario della nuova Italia, con l’importanza crescente della decorazione e delle arti applicate nella cultura del progetto, con i percorsi della formazione e la ricerca di modelli per scuole e musei. Ne sono esempi i manuali decorativi di cui il saggio evidenzia sinteticamente alcuni esempi dai quali emergono costantemente modelli raffaelleschi sia diretti che indiretti, nonché le diverse applicazioni alle quali egli ha fornito spunti e motivi: dagli arredi, alle decorazioni parietali, dagli stucchi alle medaglie commemorative... Usi dell'opera d'arte non sempre appropriati che a volte sconfinano nell' "abuso", ma che nell'insieme testimoniano della cultura del periodo e della grandezza senza tempo dell'artista.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Camillo Boito. Un protagonista dell'ottocento italiano, Istituto veneto di Scienze , Lettere e Arti, Venezia, 2002
Founded in 1891, directed by Camillo Boito since 1892, the magazine “Arte Italiana Decorativa e I... more Founded in 1891, directed by Camillo Boito since 1892, the magazine “Arte Italiana Decorativa e Industriale” was financed by the Ministry of Agriculture, Industry and Commerce with the aim of enhancing applied arts activities through the development of schools, the enrichment of museum collections, the promotion of methodological and cultural in-depth researches, the study of history, models, and techniques. Provided both with great graphic quality and intellectual depth, the magazine reflects the positions of Boito and the intellectual elites of the time, aspiring to recover for Italy an ancient but no longer extant artistic primacy. Because of these and other reasons, history, and above all the history of Italian art constitutes a crucial, although not always neutral perspective which has the merit of having promoted the growing of studies and researches, but also of having inspired conservative positions, as regard the issues of modernity. The essay traces the history of the magazine (published for 20 years, from 1891 to 1911), paying attention to such themes which constitute a mirror of the complex culture of decorative and applied arts in Italy between the nineteenth and twentieth centuries.
Fondata nel1891, dal 1892 diretta da Camillo Boito, la rivista “Arte Italiana decorativa e Industriale” è finanziata dal Ministero dell’Agricoltura Industria e Commercio con l’obiettivo di valorizzare le attività di arti applicate nel paese attraverso la qualificazione delle scuole, l’arricchimento delle raccolte museali, l’approfondimento metodologico e culturale di modelli, tecniche e storie. Di grande qualità grafica e spessore intellettuale, la rivista riflette le posizioni di Boito e delle élite intellettuali del tempo, aspirando a recuperare all’Italia un antico primato artistico che appariva ormai dissolto. Per queste ed altre ragioni la storia e soprattutto la storia dell’arte italiana, costituisce un referente irrinunciabile e non sempre neutrale, che ha il merito di avere promosso la cultura, gli studi e le ricerche nel settore, ma anche di avere ispirato posizioni conservatrici, non sempre attente alle istanze della modernità. Il saggio ripercorre la storia della rivista (pubblicata per 20 anni, dal 1891 al 1911), prestando attenzione a questi temi che costituiscono uno specchio della complessa cultura delle arti decorative e applicate nell’Italia fra Otto e Novecento.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
"Rassegna" n.4, 1980
The contribution was published in 1980 in the magazine “Rassegna” (directed by Vittorio Gregotti)... more The contribution was published in 1980 in the magazine “Rassegna” (directed by Vittorio Gregotti), and is dedicated to the design of furniture by Italian rationalist architects and designers between the 1920s and 1940s. It constitutes a first survey of some of the most representative furnishings of the Italian modern movement and has often worked as basis and inspiration for numerous subsequent studies. It includes 26 short monographs on single items, domestic environments, exhibitions and authors who contributed to the history of modern furniture in Italy. Some of the most significant creations in the cultural context of the time are represented, thanks to the work by Alberto Sartoris, Giuseppe Pagano, Piero Bottoni, Luciano Baldessari, Figini and Pollini, Giuseppe Terragni, Gigi Cuzzi, Gabriele Mucchi, Franco Albini, the BBPR, together with some refined craftsmen such as Pietro Chiesa or modern schools of applied arts such as that of the Umanitaria in Milan. The contribution moreover highlights otherwise overlooked authors, such as Gabriele Mucchi, painter and engineer, designer of some of the most interesting Italian metal furniture which has been completely forgotten until the publication in 1980 Rassegna. Some of his furniture moreover has entered contemporary production and has become a must in all subsequent histories of Italian design between the two wars.
Il contributo è stato pubblicato nel 1980 sulla rivista “Rassegna” (diretta da Vittorio Gregotti) dedicata al Disegno del mobile razionale in Italia tra gli anni Venti e gli anni Quaranta del Novecento. Costituisce una prima ricognizione sul progetto e la produzione di mobili e arredi moderni da parte degli architetti del razionalismo italiano, che ha costituito la base e lo spunto per numerosi studi successivi. Comprende 26 brevi “monografie” su singoli pezzi, ambienti domestici, luoghi espositivi e autori che, nell’insieme, hanno contribuito alla storia del mobile moderno in Italia. Sono descritte e illustrate alcune tra le più signiifcative realizzazioni nel contesto culturale dell’epoca, firmate da Alberto Sartoris, Giuseppe Pagano, Piero Bottoni, Luciano Baldessari, Figini e Pollini, Giuseppe Terragni, Gigi Cuzzi, Gabriele Mucchi, Franco Albini, i BBPR, ma anche da artefici raffinati come Pietro Chiesa o da moderne Scuole di arti applicate come quella dell’Umanitaria di Milano. E’ stato inoltre evidenziato l’apporto di autori altrimenti trascurati o dimenticati, quali ad esempio Gabriele Mucchi, pittore e ingegnere, progettista di alcuni tra i più interessanti mobili metallici italiani, del tutto dimenticati fino alla loro pubblicazione su Rassegna nel 1980. Alcune delle sue creazioni sono per altro entrate nella produzione contemporanea e sono diventate presenza obbligata in tutte le successive storie del design italiano nel periodo tra le due guerre
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Renaissance and neo-Renaissance in Nineetenth-century Italy: evaluations and occurrences in appli... more Renaissance and neo-Renaissance in Nineetenth-century Italy: evaluations and occurrences in applied arts and architectural periodicals. Nineteenth-century periodicals provide clear evidence of the growing success encountered by Renaissance art and culture in the Italian milieu following the political unification. Such phenomenon is read through the pages of various architectural and applied arts magazines focusing on some of the most significant aspects that promoted Renaissance revival. Among them the revaluation of the arts and crafts and of the ancient bottega, the desire to achieve again the artistic leadership that belonged to Italy in the 15th and 16th centuries, the attractive shifting between the ancient and the modern, the harmonious balance between the magnificence and variety of the decorative realm and the well established system of principles and architectural rules
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Cisalpino - Monduzzi Editoriale, 2012
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Cattaneo Editore, 2015
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere • Rendiconti di Lettere, 2022
On the occasion of the double anniversary - the seven hundred years since the death of Dante Alig... more On the occasion of the double anniversary - the seven hundred years since the death of Dante Alighieri and the two hundred years since the death of Napoleon Bonaparte - the essay deals with the monument of Dante and Beatrice sculpted by the neoclassical artist Giovanni Battista Comolli in 1810. His client was Francesco Melzi d’Eril, former Vice President of the Italian Republic (1802-1804), then Grand Chancellor Keeper of Seals of the Kingdom of Italy (1805-1814). Located in the gardens of the Villa Melzi d’Eril in Bellagio on Lake Como, the monument features the meeting of Dante and Beatrice in Canto XVIII of Paradiso, when the woman soothes the poet for the prophecy of exile announced by his ancestor Cacciaguida. The paper highlights how this subject implies on the part of the client the desire to celebrate the poet and his work as expressions of Italian values, at a time when Napoleon’s authoritarian turn had disappointed his aspirations for the country’s greater independence. Th...
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Uploads
Papers by Ornella Selvafolta
Pubblicato nel 1980 sulla importante rivista “Storia Urbana”, l’articolo è uno dei primi contributi sui quartieri operai della Milano di inizio Novecento e dedica speciale attenzione alle case costruite dalla Società Umanitaria nel 1906 e nel 1909 in via Solari e in Viale Lombardia. I quartieri furono progettati dall’architetto Giovanni Broglio (del quale si danno per la prima volta notizie sul curriculum biografico e professionale) e rappresentano sia per i valori sociale ad essi sottesi, sia per i caratteri architettonici e le novità tipologiche nell’uso di spazi e funzioni, modelli di riferimento per la cultura della casa popolare in ambito internazionale.
On May 22nd 1873 the death of Alessandro Manzoni set in motion numerous initiatives to honour his memory in which the city of Milan is the main actor of celebrations. Right from the start the municipality takes responsibility for designing and organizing the honours to “his” poet and "great citizen", involving toponymy, streets and squares, science and art, traditions and modernity, religious and secular aspects, political and patriotic issues.
From 1873 to 1883, in the period between his death and his tenth anniversary, the city committed itself to honouring and celebrating Manzoni through the funeral solemnities in the Town Hall and in the Cathedral, the processional rite towards the place burial, the involvement of the highest representatives, the organization of cultural events, among which stands out the performance of the famous Messa da Requiem composed by Giuseppe Verdi and conducted by him in the church of San Marco. In the same years Milan faced the projects for the honorary monument to be erected in Piazza San Fedele and discussed its artistic and functional motivations, coming to significant "results" that have left permanent traces in the city. Such is also the definitive burial of the poet in the newly built Famedio of the Monumental Cemetery: the "civic temple" par excellence “inaugurated” by Manzoni and where Milan would celebrate his most representative virtues.
Milano 1873-1883: onoranze a Manzoni. La città, il monumento, il Famedio
Il 22 maggio 1873 la morte di Alessandro Manzoni mette in moto numerose iniziative per onorarne la memoria in cui la città di Milano si propone come attore principale delle celebrazioni. E’ il municipio infatti che, fin da subito, si incarica di ideare e organizzare le onoranze al poeta e “suo grande cittadino”, coinvolgendo la toponomastica, le strade e le piazze, la scienza e l’arte, le tradizioni e la modernità, aspetti religiosi e laici, istanze politiche e patriottiche.
Dal 1873 al 1883, nell’arco di tempo che intercorre tra l’anno della morte e il suo decimo anniversario la città si impegna ad onorare e celebrare Manzoni attraverso le solennità funebri in Municipio e in Duomo, il rito processionale del corteo fino al luogo di sepoltura, il coinvolgimento delle più alte rappresentanze, l’organizzazione di eventi culturali, tra le quali spicca l’esecuzione della famosa Messa da Requiem composta da Giuseppe Verdi e da lui diretta nella chiesa di San Marco. In questi anni Milano affronta i progetti, discute le motivazioni artistiche e funzionali legate al monumento onorario che verrà eretto in piazza San Fedele arrivando a “risultati” di grande rilievo che hanno lasciato tracce permanenti in città. Tale la definitiva sepoltura del poeta nel nuovo Famedio: il “tempio civico” per eccellenza, che prende avvio da Manzoni e con cui Milano inizia a celebrare le sue più rappresentative virtù.
Il contributo è stato presentato al convegno Raffaello nelle Accademie d’arte: modello funzione ricezione, a cura di Francesco Moschini, Valeria Rotili e Stefania Ventra, tenutosi in webinar per l’Accademia Nazionale di San Luca nel 2021, dopo i 500 anni dalla morte. Compreso nella sezione L’eredità di Raffaello architetto e decoratore, il saggio riflette sulla fortuna dell’artista nella seconda metà dell’Ottocento, quando la fama e il generale favore di cui godevano la sua opera e la sua persona, si intrecciano con il revival del Rinascimento quale epoca e stile identitario della nuova Italia, con l’importanza crescente della decorazione e delle arti applicate nella cultura del progetto, con i percorsi della formazione e la ricerca di modelli per scuole e musei. Ne sono esempi i manuali decorativi di cui il saggio evidenzia sinteticamente alcuni esempi dai quali emergono costantemente modelli raffaelleschi sia diretti che indiretti, nonché le diverse applicazioni alle quali egli ha fornito spunti e motivi: dagli arredi, alle decorazioni parietali, dagli stucchi alle medaglie commemorative... Usi dell'opera d'arte non sempre appropriati che a volte sconfinano nell' "abuso", ma che nell'insieme testimoniano della cultura del periodo e della grandezza senza tempo dell'artista.
Fondata nel1891, dal 1892 diretta da Camillo Boito, la rivista “Arte Italiana decorativa e Industriale” è finanziata dal Ministero dell’Agricoltura Industria e Commercio con l’obiettivo di valorizzare le attività di arti applicate nel paese attraverso la qualificazione delle scuole, l’arricchimento delle raccolte museali, l’approfondimento metodologico e culturale di modelli, tecniche e storie. Di grande qualità grafica e spessore intellettuale, la rivista riflette le posizioni di Boito e delle élite intellettuali del tempo, aspirando a recuperare all’Italia un antico primato artistico che appariva ormai dissolto. Per queste ed altre ragioni la storia e soprattutto la storia dell’arte italiana, costituisce un referente irrinunciabile e non sempre neutrale, che ha il merito di avere promosso la cultura, gli studi e le ricerche nel settore, ma anche di avere ispirato posizioni conservatrici, non sempre attente alle istanze della modernità. Il saggio ripercorre la storia della rivista (pubblicata per 20 anni, dal 1891 al 1911), prestando attenzione a questi temi che costituiscono uno specchio della complessa cultura delle arti decorative e applicate nell’Italia fra Otto e Novecento.
Il contributo è stato pubblicato nel 1980 sulla rivista “Rassegna” (diretta da Vittorio Gregotti) dedicata al Disegno del mobile razionale in Italia tra gli anni Venti e gli anni Quaranta del Novecento. Costituisce una prima ricognizione sul progetto e la produzione di mobili e arredi moderni da parte degli architetti del razionalismo italiano, che ha costituito la base e lo spunto per numerosi studi successivi. Comprende 26 brevi “monografie” su singoli pezzi, ambienti domestici, luoghi espositivi e autori che, nell’insieme, hanno contribuito alla storia del mobile moderno in Italia. Sono descritte e illustrate alcune tra le più signiifcative realizzazioni nel contesto culturale dell’epoca, firmate da Alberto Sartoris, Giuseppe Pagano, Piero Bottoni, Luciano Baldessari, Figini e Pollini, Giuseppe Terragni, Gigi Cuzzi, Gabriele Mucchi, Franco Albini, i BBPR, ma anche da artefici raffinati come Pietro Chiesa o da moderne Scuole di arti applicate come quella dell’Umanitaria di Milano. E’ stato inoltre evidenziato l’apporto di autori altrimenti trascurati o dimenticati, quali ad esempio Gabriele Mucchi, pittore e ingegnere, progettista di alcuni tra i più interessanti mobili metallici italiani, del tutto dimenticati fino alla loro pubblicazione su Rassegna nel 1980. Alcune delle sue creazioni sono per altro entrate nella produzione contemporanea e sono diventate presenza obbligata in tutte le successive storie del design italiano nel periodo tra le due guerre
Pubblicato nel 1980 sulla importante rivista “Storia Urbana”, l’articolo è uno dei primi contributi sui quartieri operai della Milano di inizio Novecento e dedica speciale attenzione alle case costruite dalla Società Umanitaria nel 1906 e nel 1909 in via Solari e in Viale Lombardia. I quartieri furono progettati dall’architetto Giovanni Broglio (del quale si danno per la prima volta notizie sul curriculum biografico e professionale) e rappresentano sia per i valori sociale ad essi sottesi, sia per i caratteri architettonici e le novità tipologiche nell’uso di spazi e funzioni, modelli di riferimento per la cultura della casa popolare in ambito internazionale.
On May 22nd 1873 the death of Alessandro Manzoni set in motion numerous initiatives to honour his memory in which the city of Milan is the main actor of celebrations. Right from the start the municipality takes responsibility for designing and organizing the honours to “his” poet and "great citizen", involving toponymy, streets and squares, science and art, traditions and modernity, religious and secular aspects, political and patriotic issues.
From 1873 to 1883, in the period between his death and his tenth anniversary, the city committed itself to honouring and celebrating Manzoni through the funeral solemnities in the Town Hall and in the Cathedral, the processional rite towards the place burial, the involvement of the highest representatives, the organization of cultural events, among which stands out the performance of the famous Messa da Requiem composed by Giuseppe Verdi and conducted by him in the church of San Marco. In the same years Milan faced the projects for the honorary monument to be erected in Piazza San Fedele and discussed its artistic and functional motivations, coming to significant "results" that have left permanent traces in the city. Such is also the definitive burial of the poet in the newly built Famedio of the Monumental Cemetery: the "civic temple" par excellence “inaugurated” by Manzoni and where Milan would celebrate his most representative virtues.
Milano 1873-1883: onoranze a Manzoni. La città, il monumento, il Famedio
Il 22 maggio 1873 la morte di Alessandro Manzoni mette in moto numerose iniziative per onorarne la memoria in cui la città di Milano si propone come attore principale delle celebrazioni. E’ il municipio infatti che, fin da subito, si incarica di ideare e organizzare le onoranze al poeta e “suo grande cittadino”, coinvolgendo la toponomastica, le strade e le piazze, la scienza e l’arte, le tradizioni e la modernità, aspetti religiosi e laici, istanze politiche e patriottiche.
Dal 1873 al 1883, nell’arco di tempo che intercorre tra l’anno della morte e il suo decimo anniversario la città si impegna ad onorare e celebrare Manzoni attraverso le solennità funebri in Municipio e in Duomo, il rito processionale del corteo fino al luogo di sepoltura, il coinvolgimento delle più alte rappresentanze, l’organizzazione di eventi culturali, tra le quali spicca l’esecuzione della famosa Messa da Requiem composta da Giuseppe Verdi e da lui diretta nella chiesa di San Marco. In questi anni Milano affronta i progetti, discute le motivazioni artistiche e funzionali legate al monumento onorario che verrà eretto in piazza San Fedele arrivando a “risultati” di grande rilievo che hanno lasciato tracce permanenti in città. Tale la definitiva sepoltura del poeta nel nuovo Famedio: il “tempio civico” per eccellenza, che prende avvio da Manzoni e con cui Milano inizia a celebrare le sue più rappresentative virtù.
Il contributo è stato presentato al convegno Raffaello nelle Accademie d’arte: modello funzione ricezione, a cura di Francesco Moschini, Valeria Rotili e Stefania Ventra, tenutosi in webinar per l’Accademia Nazionale di San Luca nel 2021, dopo i 500 anni dalla morte. Compreso nella sezione L’eredità di Raffaello architetto e decoratore, il saggio riflette sulla fortuna dell’artista nella seconda metà dell’Ottocento, quando la fama e il generale favore di cui godevano la sua opera e la sua persona, si intrecciano con il revival del Rinascimento quale epoca e stile identitario della nuova Italia, con l’importanza crescente della decorazione e delle arti applicate nella cultura del progetto, con i percorsi della formazione e la ricerca di modelli per scuole e musei. Ne sono esempi i manuali decorativi di cui il saggio evidenzia sinteticamente alcuni esempi dai quali emergono costantemente modelli raffaelleschi sia diretti che indiretti, nonché le diverse applicazioni alle quali egli ha fornito spunti e motivi: dagli arredi, alle decorazioni parietali, dagli stucchi alle medaglie commemorative... Usi dell'opera d'arte non sempre appropriati che a volte sconfinano nell' "abuso", ma che nell'insieme testimoniano della cultura del periodo e della grandezza senza tempo dell'artista.
Fondata nel1891, dal 1892 diretta da Camillo Boito, la rivista “Arte Italiana decorativa e Industriale” è finanziata dal Ministero dell’Agricoltura Industria e Commercio con l’obiettivo di valorizzare le attività di arti applicate nel paese attraverso la qualificazione delle scuole, l’arricchimento delle raccolte museali, l’approfondimento metodologico e culturale di modelli, tecniche e storie. Di grande qualità grafica e spessore intellettuale, la rivista riflette le posizioni di Boito e delle élite intellettuali del tempo, aspirando a recuperare all’Italia un antico primato artistico che appariva ormai dissolto. Per queste ed altre ragioni la storia e soprattutto la storia dell’arte italiana, costituisce un referente irrinunciabile e non sempre neutrale, che ha il merito di avere promosso la cultura, gli studi e le ricerche nel settore, ma anche di avere ispirato posizioni conservatrici, non sempre attente alle istanze della modernità. Il saggio ripercorre la storia della rivista (pubblicata per 20 anni, dal 1891 al 1911), prestando attenzione a questi temi che costituiscono uno specchio della complessa cultura delle arti decorative e applicate nell’Italia fra Otto e Novecento.
Il contributo è stato pubblicato nel 1980 sulla rivista “Rassegna” (diretta da Vittorio Gregotti) dedicata al Disegno del mobile razionale in Italia tra gli anni Venti e gli anni Quaranta del Novecento. Costituisce una prima ricognizione sul progetto e la produzione di mobili e arredi moderni da parte degli architetti del razionalismo italiano, che ha costituito la base e lo spunto per numerosi studi successivi. Comprende 26 brevi “monografie” su singoli pezzi, ambienti domestici, luoghi espositivi e autori che, nell’insieme, hanno contribuito alla storia del mobile moderno in Italia. Sono descritte e illustrate alcune tra le più signiifcative realizzazioni nel contesto culturale dell’epoca, firmate da Alberto Sartoris, Giuseppe Pagano, Piero Bottoni, Luciano Baldessari, Figini e Pollini, Giuseppe Terragni, Gigi Cuzzi, Gabriele Mucchi, Franco Albini, i BBPR, ma anche da artefici raffinati come Pietro Chiesa o da moderne Scuole di arti applicate come quella dell’Umanitaria di Milano. E’ stato inoltre evidenziato l’apporto di autori altrimenti trascurati o dimenticati, quali ad esempio Gabriele Mucchi, pittore e ingegnere, progettista di alcuni tra i più interessanti mobili metallici italiani, del tutto dimenticati fino alla loro pubblicazione su Rassegna nel 1980. Alcune delle sue creazioni sono per altro entrate nella produzione contemporanea e sono diventate presenza obbligata in tutte le successive storie del design italiano nel periodo tra le due guerre
Il saggio Lo spazio del lavoro è stato pubblicato nel 1982 nel volume La macchina arrugginita (a cura di A. Castellano) che rappresenta uno dei primi contributi italiani sui temi dell’archeologia e della architettura industriale, sotto la guida dello storico dell’arte Eugenio Battisti. Il saggio percorre le linee fondamentali nell’evoluzione degli edifici per l’industria prestando attenzione ai rapporti che intercorrono tra spazio e disciplina di fabbrica, fra tecnologia e costruzione. Il saggio è stato tradotto e pubblicato in spagnolo col titolo El espacio del trabajo (1750-1910) sulla rivista "Debats. Revista de cultura, poder i societat ", Valencia, n.13, settembre 1985.
intensified by the dynamism of the city
the essay, presented at the "Verga tra Milano e Catania" conference, focuses on Milan in the last decades of the century, reflecting on the writer's experiences, illustrating the houses he lived in, and highlighting the texts that testify to his particular urban perception,
intensified by the dynamism of the city.