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ITVR940019A1 - Attrezzo ortopedico, particolarmente per la correzione graduale esterna di fratture. - Google Patents

Attrezzo ortopedico, particolarmente per la correzione graduale esterna di fratture. Download PDF

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ITVR940019A1
ITVR940019A1 IT94VR000019A ITVR940019A ITVR940019A1 IT VR940019 A1 ITVR940019 A1 IT VR940019A1 IT 94VR000019 A IT94VR000019 A IT 94VR000019A IT VR940019 A ITVR940019 A IT VR940019A IT VR940019 A1 ITVR940019 A1 IT VR940019A1
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IT
Italy
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longitudinal
transverse
tool according
fracture
adjustment means
Prior art date
Application number
IT94VR000019A
Other languages
English (en)
Inventor
Giovanni Faccioli
Daniele Venturini
Giulio Zampieri
Original Assignee
Ortofix Srl
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Publication date
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Abstract

Un attrezzo per la correzione graduale di una frattura ossea già ridotta in sala operatoria è formato da una struttura allungata (1) che definisce un asse longitudinale (L) posizionabile parallelamente all'osso e comprende una coppia di supporti di estremità (10, 11) ancorati amovibilmente a rispettivi morsetti di estremità portaviti (6, 7)di un fissatore esterno(2) già impiantato sui segmenti (F1, F2) della frattura, un corpo centrale (24) accoppiato ai supporti (10, 11) mediante mezzi di collegamento formati da mezzi di regolazione longitudinale (32) e trasversale (25) per correggere rispettivamente la distanza longitudinale e lo sfalsamento trasversale dei supporti, mezzi di regolazione angolare (39) per correggere l'inclinazione relativa di uno dei supporti rispetto all'asse longitudinale (L) ruotandolo attorno ad un asse trasversale (T), mezzi di centraggio (40, 49, 50, 51) per allineare l'asse trasversale (T) con il focolaio della frattura. L'asse trasversale (T) è perpendicolare al piano di azione dei mezzi di regolazione longitudinale (32) e trasversale (25).

Description

ATTREZZO ORTOPEDICO, PARTICOLARMENTE PER LA CORREZIONE GRADUALE DI FRATTURE
DESCRIZIONE
Campo di applicazione
La presente invenzione ha per oggetto attrezzo ortopedico, particolarmente per la correzione graduale dall'esterno di fratture già ridotte in sala operatoria.
Da molti anni è nota la tecnica di stabilizzazione delle fratture senza far ricorso ai tradizionali gessi ortopedici utilizzando al loro posto i cosiddetti fissatori esterni. Questi dispositivi sono generalmente costituiti da una serie di viti ossee, generalmente a gruppi di due, che vengono infisse temporaneamente nei segmenti della frattura in modo che le loro estremità sporgano dalla superficie esterna dell'arto del paziente, tali estremità essendo ancorate ad un telaio rigido provvisto di morsetti e giunti orientabili.
Operativamente, dopo aver inciso i tessuti molli, il chirurgo fora i segmenti, impianta le viti e le accoppia ai relativi morsetti del fissatore, quindi allinea i bordi della frattura con l'ausilio di un amplificatore di brillanza. Una volta ridotta la frattura, il chirurgo procede al bloccaggio dei giunti orientabili dei morsetti per mantenere i segmenti ossei nella posizione prestabilita, consentendo la corretta rimarginazione del tessuto osseo e la guarigione della frattura.
Dopo questo intervento la frattura deve rimanere immobilizzata per un certo tempo necessario alla formazione tra i segmenti di un callo osseo che progressivamente unisce le superfici della frattura fino a ripristinarne la continuità. L'esperienza ha mostrato che una moderata e precoce azione di mobilizzazione dell'arto favorisce la rimarginazione della frattura ed accelera il recupero dell'arto, con evidenti benefici sui tempi e sui costi di ospedalizzazione e sull'attività del paziente.
Durante la mobilizzazione può però capitare che i segmenti della frattura subiscano leggeri spostamenti dalla loro posizione iniziale, specie nella fase immediatamente successiva alla riduzione in sala operatoria, quando il callo osseo è ancora allo stato plastico e quindi facilmente soggetto a deformazioni. Inoltre, è anche possibile che la riduzione in sala operatoria non sia stata eseguita perfettamente con la conseguenza di causare disallineamenti nell'arto, imperfette rimarginazioni e problemi vascolari localizzati nel focolaio della frattura.
Sarebbe interessante poter correggere questi difetti senza dovere ricorrere ad una nuova operazione ma con un semplice intervento ambulatoriale, evitando l'anestesia locale o totale e con il solo ausilio di un amplificatore di brillanza.
Dal brevetto USA n. 4 628 922 (UNIVERSITY COLLEGE LONDON) è noto un attrezzo per la riduzione esterna di fratture comprendente due morsetti ancorabili a gruppi di viti inserite nei rispettivi monconi della frattura, detti morsetti essendo a loro volta accoppiabili ad un'asta rigida allungabile. Ogni morsetto presenta mezzi per la rotazione del rispettivo gruppo di viti attorno a tre assi mutuamente ortogonali che si intersecano in un unico punto localizzato nell'osso. Operativamente, l'attrezzo viene montato sui morsetti per eseguire la riduzione, poi viene rimosso dopo aver ancorato il fissatore ai morsetti. Durante la rotazione dei segmenti della frattura attorno ai centri di rotazione dei morsetti, si possono verificare notevoli traslazioni che devono essere compensate mediante allungamenti dell ' asta.
Dal brevetto USA n. 4488 542 (HELLAND) è noto un dispositivo per la correzione di fratture che prevede anch'esso una coppia di morsetti di estremità montati su una barra allungabile di sezione poligonale mediante supporti orientabili in due piani mutuamente ortogonali. Ogni supporto è costituito da una prima parte solidale alla barra e da una seconda parte solidale al morsetto. La prima parte ha forma di guida curva con un raggio di curvatura corrispondente approssimativamente alla distanza tra il morsetto e l'asse dell'osso e con una dentatura formata sul bordo esterno della guida. La seconda parte presenta una vite senza fine che ingrana la dentatura della guida curva della prima parte e può ruotare attorno ad un asse sostanzialmente perpendicolare al piano di giacitura della guida. Uno dei morsetti può inoltre ruotare di pochi gradi rispetto al rispettivo supporto attorno ad un asse longitudinale parallelo a quello della barra per compensare lievi torsioni dei segmenti della frattura attorno ad un asse longitudinale.
In alcuni noti fissatori esterni, come ad esempio in quello prodotto e commercializzato dalla CITIEFFE con il nome di ST.A.R 90 (Marchio Registrato), i morsetti portaviti sono montati su una coppia di aste che sono traslabili in direzione trasversale e longitudinale rispetto ad un corpo centrale rigido, in cui tali traslazioni possono essere effettuate micrometicamente mediante appositi organi di regolazione.
Questi noti attrezzi sono adatti ad effettuare riduzioni di fratture anche dopo l'intervento in sala operatoria, ed inoltre possono essere utilizzati per esercitare sui segmenti della frattura forze di compressione, distrazione, rotazione ed in alcuni casi anche di torsione.
Tuttavia, in questi noti attrezzi i mezzi che servono per effettuare rotazioni e torsioni dei segmenti inducono sugli stessi anche spostamenti trasversali e longitudinali indesiderati in corrispondenza del focolaio della frattura. Tali spostamenti agiscono sui tessuti muscolari e sulle terminazioni nervose circostanti rendendo necessaria una anestesia totale o quanto meno locale.
Infine, i noti fissatori esterni non consentono interventi su altri dispositivi ma devono rimanere stabilmente inseriti sull'arto, fino a completa guarigione.
Descrizione sintetica dell'invenzione
Scopo principale del presente trovato è quello di eliminare gli inconvenienti sopra lamentati mediante un attrezzo ortopedico per la correzione graduale in sede ambulatoriale per correggere errori di posizionamento casuali o accidentali presenti su una frattura già ridotta in sala operatoria.
Uno scopo particolare nell'ambito di quello principale sopra accennato è quello di realizzare un attrezzo per la correzione micrometrica e precisa e sicura di fratture in senso longitudinale, trasversale, angolare e torsionale, agendo sugli elementi di un fissatore esterno già impiantato sui segmenti della frattura stessa.
Un ulteriore scopo particolare è quello di realizzare un attrezzo in grado di facilitare la correzione ambulatoriale di fratture di pazienti riducendo al minimo l'uso dei raggi X.
Questi scopi vengono raggiunti da un attrezzo ortopedico, particolarmente per la correzione graduale dall'esterno di fratture già ridotte in sala operatoria, comprendente una struttura allungata definente un asse longitudinale posizionabile parallelamente all'arto, in cui detta struttura presenta una coppia di supporti di estremità ancorati amovibilmente a rispettivi morsetti portaviti di un fissatore esterno già impiantato sui segmenti di una frattura, un corpo centrale accoppiato a detti supporti mediante mezzi di collegamento regolabili i quali comprendono mezzi di regolazione longitudinale per correggere la distanza longitudinale di detti supporti, mezzi di regolazione trasversale per correggere lo sfalsamento trasversale di detti supporti, mezzi di regolazione angolare per correggere l'inclinazione relativa di almeno uno di detti supporti rispetto a detto asse longitudinale mediante una rotazione attorno ad un asse trasversale, mezzi di centraggio per allineare detto asse trasversale con il focolaio della frattura, in cui detto asse trasversale è perpendicolare al piano di azione di detti mezzi di regolazione longitudinale e trasversale.
Mediante un attrezzo del tipo sopra indicato è possibile effettuare la correzione su un piano alla volta agendo direttamente sui morsetti del fissatore assiale in un piano prefissato. La correzione in quel piano non viene alterata da successive correzioni in piani diversi riducendo così i tempi di manipolazione della frattura e di esposizione ai raggi X. Con la collaborazione del paziente, si può effettuare la correzione senza anestesia e con l'ausilio di raggi X.
Breve descrizione delle figure
Per una migliore comprensione del trovato, nel seguito viene riportata la descrizione di una forma di realizzazione preferita ma non esclusiva di un attrezzo ortopedico per uso ambulatoriale secondo il trovato, illustrato con l'ausilio delle unite tavole di disegno fornite a titolo esemplificativo e non restrittivo, nelle quali:
la FIGURA 1 rappresenta una vista prospettica di un attrezzo secondo il trovato montato su un fissatore esterno ancorato ad un arto fratturato e sottoposto a radioscopia ambulatoriale;
la FIGURA 2 rappresenta una vista frontale parzialmente sezionata dell'attrezzo della Fig. 1;
la FIGURA 3 rappresenta una vista laterale parzialmente sezionata dell'attrezzo della Fig. 2;
la FIGURA 4 rappresenta una vista assiale dell'attrezzo della Fig. 2 agente in un primo piano assiale di traccia A-A;
la FIGURA 5 rappresenta una vista assiale dell'attrezzo della Fig. 2 agente in un secondo piano assiale di traccia B-B sostanzialmente perpendicolare al piano A-A;
la FIGURA 6 rappresenta una vista assiale dell'attrezzo secondo il trovato dotato di un dispositivo per la correzione delle torsioni;
la FIGURA 7 rappresenta una vista assiale dell'attrezzo secondo il trovato con il dispositivo della Fig. 6 in una fase operativa.
Descrizione di una forma di realizzazione preferita Con riferimento alle figure citate, un attrezzo per la correzione graduale di fratture in ambulatorio, indicato globalmente con il numero di riferimento 1, è adatto all'impiego in combinazione con un fissatore assiale 2 del tipo descritto, ad esempio, nel brevetto USA Re 31,809 o nella domanda di brevetto italiana VR92A000070
In generale, il fissatore 2 comprende un elemento centrale allungabile 3 che collega mediante giunti 4, 5 rispettivi morsetti portaviti di estremità 6, 7. Questi ultimi sono serrati su rispettive copie di viti ossee 8, 9 a loro volta infisse su segmenti di una frattura F1, F2 a seguito di un intervento in sala operatoria.
L'attrezzo 1 secondo il trovato comprende una coppia di supporti di estremità 10, 11, generalmente a forma di bicchiere con cavità centrali che possono alloggiare e quindi bloccare rigidamente i morsetti 6, 7 del fissatore 2 mediante viti di arresto 12, 13.
I supporti 10, 11 sono accoppiati ad una prima coppia di barre longitudinali 14, 15 mediante organi di accoppiamento rigido. Le barre longitudinali 14, 15 sono collegate a rispettive barre trasversali 16, 17 mediante giunti 18 , 19 , del tipo a staffa con lembi laterali elasticamente avvicinabili mediante un tirante azionato da un perno eccentrico.
A loro volta la coppia di barre trasversali 16, 17 è unita ad una seconda coppia di barre longitudinali 20, 21 mediante ulteriori giunti a staffa 22, 23 simili ai precedenti. Le barre 20, 21 sono normalmente allineate ad un asse L che definisce l'asse longitudinale dell'attrezzo.
Le estremità adiacenti delle barre longitudinali 20 , 21 sono unite ad un corpo centrale 24 di forma approssimativamente prismatica, mediante mezzi di collegamento regolabili, rispettivamente, in senso longitudinale, trasversale ed angolare, aventi struttura e funzioni che verranno dettagliatamente descritte nel seguito.
La regolazione trasversale serve a correggere lo sfalsamento dei supporti 10 , il in un piano passante per l'asse longitudinale L dell'attrezzo al fine di eliminare il disallineamento dei segmenti della frattura F1, F2 in una direzione perpendicolare all'asse della frattura.
A tal fine, sono previsti organi di regolazione trasversale, indicati globalmente con il numero di riferimento 25, che comprendono, da un lato, una guida 26 solidale alla barra 21 ed estendentesi perpendicolarmente all'asse L, dall'altro una slitta 27 con sezione trasversale complementare alla guida, preferibilmente a coda di rondine, impegnata scorrevolmente nella guida 26. Il movimento di traslazione della slitta 27 nella guida 26 è preferibilmente effettuato mediante un organo di manovra del tipo a vite e madrevite, in cui la vite 28 è supportata girevolmnete dalla guida 26 e la madrevite 29 è solidale alla parte inferiore della slitta 27. La rotazione della vite 28 può essere comodamente effettuata mediante manopole di estremità 30, 31.
La regolazione in direzione longitudinale consente di variare la distanza longitudinale dei supporti 10, 11, cioè ad imporre un distrazione o compressione assiale ai segmenti della frattura F1, F2 , avvicinandone più o meno i lembi separati.
A tal fine, sono previsti organi per la regolazione longitudinale, indicati globalmente con il numero di riferimento 32, i quali comprendono mezzi di guida longitudinali formati da quattro aste lisce 33 fissate con un' estremità alla slitta 27 ed estendentisi parallamente all ’asse della barra 21. Le aste 33 sono al loggiate scorrevolmente in modo preciso in corrispondenti sedi longitudinali 34 del corpo centrale 24 , il quale costituisce esso stesso una seconda slitta o carrello mobile perpendicolarmente rispetto ai primi mezzi di guida.
La traslazione longitudinale del corpo 24 rispetto alla slitta 27 può essere effettuato mediante un organo di manovra anch ’ esso del tipo a vite e madrevite, consistente in una ghiera 35 alloggiata in una fessura 36 del corpo centrale 24 e con un for centrale filettato nel quale è impegnata un ' asta filettata 37 avente un estremo fissato alla slitta 27.
Opportunamente, la periferia della ghiera 35 è provvista di rilievi per favorire la presa manuale, e di fori radiali 38 per l’inserimento di una spina o di un cacciavite.
La regolazione angolare , che può interessare una sola delle barre longitudinali 20, 21, ad esempio la barra 20 , serve per correggere l'inclinazione relativa dei supporti 10 , 11 e quindi dei segmenti della frattura in un piano alla volta, definito dalle linee di azione dei mezzi di collegamento trasversali e longitudinali.
A tal fine sono previsti organi di regolazione angolare, indicati globalmente con il numero di riferimento 39. Tali mezzi sono costituiti da una porzione dì estremità della barra 20 inserita in una cavità del corpo 24 ed imperniata a quest'ultimo mediante un perno trasversale 40 che costituisce il fulcro della barra 20 rispetto al corpo centrale 24. L'asse T del perno 40 risulta perpendicolare sia all'asse longitudinale della barra 20 che al piano definito dalle linee di azione degli organi di regolazione trasversali 25 e longitudinali 32.
L'estremità interna della barra 20 è conformata a forcella con fori asolati 41 che alloggiano scorrevolmente una bussola cilindrica 42. Quest 'ultima presenta un foro passante, perpendicolare al proprio asse ed internamente filettato, nel quale si impegna un'asta esternamente filettata 43 montata girevole nel corpo principale 24. Alle estermità dell'asta filettata 43 fuoriuscenti dal corpo 24 sono fissate manopole 44, 45 per ruotare comodamente l'asta filettata 43 dall'esterno.
Sugli organi di regolazione 25, 32 e 39 sopra descritti possono essere previste opportune scale espresse in millimetri e gradi, indicate rispettivamente 46 , 47 , 48 per controllare micrometricamente il grado di regolazione trasversale longitudinale ed angolare dei mezzi di collegamento.
L'attrezzo potrà essere impiegato con l'ausilio di un amplificatore di brillanza R, schematicamente illustrato nella Fig 1. Per ridurre al minimo le traslazioni indesiderate in direzione trasversale e longitudinale, che si verificano normalmente nella riduzione con fissatori ed attrezzi tradizionali, l'asse Y del perno 40, coincidente con il fulcro degli organi di regolazione angolare 39, viene inizialmente allineato con il focolaio della frattura. A tal fine, il corpo 24 viene realizzato in un materiale base radiotrasparente, quale ad esempio metacrilato o poi icarbonato , per consentire ai raggi X l'attraversamento di questo componente, mentre il perno 40 in un materiale radio-opaco come acciaio o alluminio per individuare per contrasto l'asse di rotazione dei mezzi di regolazione angolare. Inoltre, il perno 40 presenta un foro centrale 49 di asse T nel quale è inserita una coppia di fili di acciaio 50, 51 dispoti su piani mutuamente ortogonali ed intersecantisi in corrispondenza dell'asse T del. Questa disposizione funziona da mirino ottico in modo da consentire al chirurgio di centrare l'asse T di rotazione con il focolaio della frattura.
Per correggere eventuali torsioni dei segmenti della frattura attorno all'asse dell'arto parallelo a quello longitudinale L dell'attrezzo è previsto un dispositivo di torsione indicato globalmente con il numero di riferimento 52 che serve per imporre ad uno dei supporti 10, 11 una rotazione attorno all'asse dell'arto senza indurre traslazioni indesiderate in direzioni trasversali.
In particolare, il dispositivo 52 potrà essere costituito da una prima coppia di bielle parallele 53, 54, articolate con prime estremità in 55, 56 ad una barra trasversale 57, accoppiata alla barra trasversale 16 a sua volta unita al supporto 10. Una seconda coppia di bielle reciprocamente parallelle 58, 59 è articolata con prime estremità in 60, 61 ad un morsetto 62 unito alla barra longitudinale 20, a sua volta unita al corpo centrale 24. Le due coppie di bielle 53, 54 e 58, 59 giacciono sullo stesso piano trasversale, perpendicolare all'asse longitudinale L ed hanno seconde estremità vicine recipocamente collegate in 63, 64, 65, 66 in modo da formare un parallelogramma articolato deformabile. Una vite 67 con testa espansa a manopola 68 è girevole in una estremità 69 della biella 54 piegata a 90° e presenta l'estremità libera impegnata in una boccola sferica 70 prigionieranell'estremità 71dellabiella 58. Ruotando la vite 67 questa deforma il parallelogramma articolato sopra descritto avvicinando o allontanando le etsremità 69 e 71 delle bielle 54 e 59 e causando la rotazione del supporto 10 di un angolo a attorno all'asse dell'arto, senza componenti in altre direzioni trasversali, correggendo efficacemente eventuali torsioni dei segmenti.
Il funzionamento dell'attrezzo è il seguente. Il chirurgo accoppia i supporti 10, 11 ai morsetti 6, 7 curando di bloccarli rigidamente mediante le viti 12, 13 ma lasciando allentati i giunti a staffa 18, 19, 22, 23. Quindi pone l'arto sotto l'amplificatore di brillanza ricercando un primo piano A-A in cui possono essere chiaramente rilevati gli spostamenti trasversali, longitudinali ed angolari della frattura. Eventualmente, anche questo dispositivo potrà essere provvisto di una scala graduata, non illustrata nei disegni, per controllare micrometricamente l'entità della correzione torsionale.
Dopo aver posizionato al meglio l'attrezzo parallelamente all'asse dell'arto e con il corpo centrale 24 approssimativamente parallelo al piano A-A, il chirurgo allinea l'asse T al focolaio della frattura, con l'ausilio del mirino del perno 40 e dei raggi X.
Quindi fissa i giunti 18, 19, 22, 23, allenta i giunti universali 4, 5 del fissatore 2 e procede alla correzione trasversale, longitudinale, angolare ed eventualmente torsionale della frattura agendo rispettivamente sulle manopole 30, 31, la sulla ghiera 35, sulle manopole 44, 45, e sulla vite 67 coentrollando l'entità delle correzioni effettuatre attraverso la lettura delle scale 46, 47, 48. A correzione effettuata, il chirurgo blocca nuovamente i giunti universali 4, 5 del fissatore 2.
Una volta eseguita la correzione nel piano A-A, il chirurgo potrà procedere ad una ulteriore correzione in un secondo piano B-B perpendicolare o traversale al primo, ed in eventuali ulteriori piani diversi dai primi fino a raggiungere la correzione ottimale della frattura nel più breve tempo possibile e con il minimo impiego di raggi X.
L'attrezzo secondo il trovato è suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nel concetto inventivo espresso nelle rivendicazioni allegate. Ad esempio, in luogo di organi di comando manuali del tipo a vite e madrevite, potranno essere utilizzati attuatori meccanici o elettromeccanici
comandati dall'esterno

Claims (17)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Attrezzo ortopedico, particolarmente per la correzione graduale dall'esterno di fratture già ridotte in sala operatoria, comprendente una struttura allungata definente un asse longitudinale (L) posizionabile parallelamente all'arto fratturato, in cui detta struttura presenta una coppia di supporti di estremità (10, 11) ancorati amovibilmente a rispettivi morsetti portaviti (6, 7) di un fissatore esterno (2) già impiantato sui segmenti di una frattura ( F1, F2), un corpo centrale (24) accoppiato a detti supporti (10, 11) mediante mezzi di collegamento regolabili i quali comprendono mezzi di regolazione longitudinale (32) per correggere la distanza longitudinale di detti supporti, mezzi di regolazione trasversale (25) per correggere lo sfalsamento trasversale di detti supporti, mezzi di regolazione angolare (39) per correggere l'inclinazione relativa di almeno uno (20) di detti supporti rispetto a detto asse longitudinale (L) mediante una rotazione attorno ad un asse trasversale (T), mezzi di centraggio (40, 49, 50, 51) per allineare detto asse trasversale (T) con il focolaio della frattura, in cui detto asse trasversale (T) è perpendicolare al piano di azione di detti mezzi di regolazione longitudinale (32) e trasversale (25).
  2. 2. Attrezzo secondo la rivendicazione 1, in cui detti supporti di estremità (10, 11) presentano cavità contrapposte atte ad alloggiare le porzioni terminali dei morsetti (6, 7) del fissatore (2) e sono ancorabili a dette porzioni terminali mediante mezzi di bloccaggio amovibili (12, 13).
  3. 3. Attrezzo secondo la rivendicazione 2, in cui detti mezzi di collegamento comprendono inoltre, per ogni supporto, una prima barra longitudinale (14, 15) collegata ad un rispettivo supporto (10, 11) ed unita ad una barra trasversale (16, 17), a sua volta unita ad una seconda barra longitudinale (20, 21) accoppiata ad un'estremità longitudinale di detto corpo centrale (24).
  4. 4. Attrezzo secondo la rivendicazione 2, in cui le barre longitudinali (214, 20; 15, 21) e trasversali (16; 17) poste da ogni lato del corpo centrale (24) sono reciprocamente collegate mediante giunti serrabili a staffa (18, 19; 22, 23).
  5. 5. Attrezzo secondo la rivendicazione 1, in cui detto corpo centrale (24) è costituito da un blocco di materiale radiotrasparente avente una cavità centrale, ad una delle estremità longitudinali di detto corpo essendo disposti detti mezzi di regolazione longitudinale (32) e trasversale (25) , all'altra estremità longitudinale essendo disposti detti mezzi di regolazione angolare (39) .
  6. 6. Attrezzo secondo la rivendicazione 1, in cui detti mezzi di regolazione trasversale (25) consistono in una prima slitta (27) accoppiata a detto corpo centrale (24) e trattenuta scorrevolmente da primi mezzi di guida trasversale (26) solidali ad una di dette seconde barre longitudinali (21) .
  7. 7. Attrezzo secondo la rivendicazione 6, in cui detti mezzi di regolazione trasversale (25) comprendono inoltre un primo organo di manovra del tipo a vite (28) e madrevite (29) agenti su detta prima slitta (27) per determinarne lo spostamento micrometrico lungo detti mezzi di guida trasversale (26).
  8. 8. Attrezzo secondo la rivendicazione 7, in cui detti mezzi di regolazione longitudinale (32) comprendono una seconda slitta associata a detto corpo principale (24) e scorrevole lungo mezzi di guida longitudinali (33) solidali a detta prima slitta (27).
  9. 9. Attrezzo secondo la rivendicazione 8, in cui detti mezzi di regolazione longitudinale (32) comprendono inoltre un secondo organo di manovra del tipo a vite (37) e madrevite (35) agente su detta seconda slitta (24) per promuoverne lo spostamento lungo detti mezzi di guida longitudinali (34).
  10. 10. Attrezzo secondo la rivendicazione 5, in cui detti mezzi di regolazione angolare (39) comprendono un perno (40) inserito in detto blocco (24) di materiale radiotrasparente, su detto perno essendo fulcrata una (20) di dette seconde barre longitudinali ad una certa distanza dalla sua estremità libera la quale è inserita nella cavità centrale di detto corpo (24).
  11. 11. Attrezzo secondo la rivendicazione 10, in cui detti mezzi di regolazione angolare (32) comprendono inoltre un organo di manovra a vite (43) e madrevite (42) agente sull'estremità libera di detta barra inserita in detta cavità interna di detto corpo.
  12. 12. Attrezzo secondo la rivendicazione 11, in cui detto perno (40) presenta un foro passante centrale (49) con una coppia di fili (50, 51) mutuamente ortogonali e radio-opachi formanti detti mezzi di centraggio.
  13. 13. Attrezzo secondo la rivendicazione 3, in cui tra almeno uno di detti supporti (10, 11) e la corrispondente barra trasversale (16; 17) è montato un dispositivo (52) per correggere gradualmente le torsioni eventualmente esistenti tra i segmenti della frattura attorno all'asse dell'arto parallelo a quello longitudinale (L).
  14. 14. Attrezzo secondo la rivendicazione 13, in cui detto dispositivo di torsione (52) consiste in un sistema articolato agente su un piano perpendicolare a detto asse longitudinale (L).
  15. 15. Attrezzo secondo la rivendicazione 14, in cui detto sistema articolato comprende due coppie di bielle trasversali (53, 54; 58, 59) a due a due parallele, aventi estremi vicini (63, 64; 65, 66) reciprocamente collegati in modo da formare un parallelogramma articolato ed estremi lontani collegati, rispettivamente, alla rispettive barra trasversale (16; 17) e longitudinale (20).
  16. 16. Attrezzo secondo la rivendicazione 15, in cui detto sistema a bielle comprende un organo di regolazione del tipo a vite (67) e madrevite (70) agente tra due bielle opposte (54; 59) di detto parallelogramma per deformarlo e determinare cosi la rotazione del supporto solidale a detta trasversale (16; 17) attorno all'asse dell'arto.
  17. 17. Metodo per la riduzione graduale esterna dei segmenti di una frattura sui quali sono già fissati i morsetti portaviti di un fissatore esterno assiale provvisto di giunti universali bloccatili, in cui detto metodo comprende le fasi di: - predisporre un attrezzo con una coppia di supporti di estremità ancorabili ai morsetti del fissatore assiale; - predisporre un corpo centrale collegato a detti supporti di estremità mediante mezzi di regolazione longitudinale, trasversale, angolare ed eventualmente torsionale; - fissare rigidamente i supporti ai morsetti portaviti del fissatore; - sbloccare i giunti universali del fissatore: - correggere la frattura in un primo piano della frattura agendo su detti mezzi di regolazione trasversale, longitudinale ed angolare; - bloccare i giunti universali del fissatore assiale; - eseguire ulteriori correzioni in piani diversi dal primo seguendo la stessa procedura; in cui detti mezzi di regolazione angolare definiscono un asse di rotazione perpendicolare al piano di azione di detti mezzi di regolazione longitudinale e trasversale, ed in cui detto asse di rotazione viene inizialmente allineato al focolaio della frattura prima di procedere alla correzione longitudinale e trasversale della frattura.
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