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ITMI20110440A1 - Attrezzatura per il collegamento di rotaie e la movimentazione delle stesse, particolarmente durante lo scarico da un carro di trasporto - Google Patents

Attrezzatura per il collegamento di rotaie e la movimentazione delle stesse, particolarmente durante lo scarico da un carro di trasporto Download PDF

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Publication number
ITMI20110440A1
ITMI20110440A1 IT000440A ITMI20110440A ITMI20110440A1 IT MI20110440 A1 ITMI20110440 A1 IT MI20110440A1 IT 000440 A IT000440 A IT 000440A IT MI20110440 A ITMI20110440 A IT MI20110440A IT MI20110440 A1 ITMI20110440 A1 IT MI20110440A1
Authority
IT
Italy
Prior art keywords
rail
coupling device
coupling
locking
sliding
Prior art date
Application number
IT000440A
Other languages
English (en)
Inventor
Giuseppina Moratti
Original Assignee
Sistemi Ferroviari S R L
Priority date (The priority date is an assumption and is not a legal conclusion. Google has not performed a legal analysis and makes no representation as to the accuracy of the date listed.)
Filing date
Publication date
Application filed by Sistemi Ferroviari S R L filed Critical Sistemi Ferroviari S R L
Priority to IT000440A priority Critical patent/ITMI20110440A1/it
Priority to EP12160597.6A priority patent/EP2503058B1/en
Publication of ITMI20110440A1 publication Critical patent/ITMI20110440A1/it

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    • EFIXED CONSTRUCTIONS
    • E01CONSTRUCTION OF ROADS, RAILWAYS, OR BRIDGES
    • E01BPERMANENT WAY; PERMANENT-WAY TOOLS; MACHINES FOR MAKING RAILWAYS OF ALL KINDS
    • E01B11/00Rail joints
    • E01B11/02Dismountable rail joints
    • EFIXED CONSTRUCTIONS
    • E01CONSTRUCTION OF ROADS, RAILWAYS, OR BRIDGES
    • E01BPERMANENT WAY; PERMANENT-WAY TOOLS; MACHINES FOR MAKING RAILWAYS OF ALL KINDS
    • E01B29/00Laying, rebuilding, or taking-up tracks; Tools or machines therefor
    • E01B29/16Transporting, laying, removing, or replacing rails; Moving rails placed on sleepers in the track
    • EFIXED CONSTRUCTIONS
    • E01CONSTRUCTION OF ROADS, RAILWAYS, OR BRIDGES
    • E01BPERMANENT WAY; PERMANENT-WAY TOOLS; MACHINES FOR MAKING RAILWAYS OF ALL KINDS
    • E01B29/00Laying, rebuilding, or taking-up tracks; Tools or machines therefor
    • E01B29/16Transporting, laying, removing, or replacing rails; Moving rails placed on sleepers in the track
    • E01B29/20Moving rails placed on installed sleepers in the plane track

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  • Mechanical Engineering (AREA)
  • Platform Screen Doors And Railroad Systems (AREA)
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  • Intermediate Stations On Conveyors (AREA)
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Description

“ATTREZZATURA PER IL COLLEGAMENTO DI ROTAIE E LA MOVIMENTAZIONE DELLE STESSE, PARTICOLARMENTE DURANTE LO SCARICO DA UN CARRO DI TRASPORTO†.
La presente descrizione riguarda un’attrezzatura per il collegamento di rotaie e la movimentazione delle stesse durante lo scarico da un carro di trasporto in particolare durante operazioni di sostituzione di rotaie effettuato durante la normale manutenzione del binario o anche in fase di deposizione di binari nuovi per la realizzazione di una linea.
BACKGROUND
Durante le operazioni di rinnovo di una linea ferroviaria à ̈ noto trasportare una pluralità di rotaie, che tipicamente presentano ciascuna una lunghezza superiore ai 100 m, tramite uno o più carri di trasporto nei quali una pluralità di rotaie stesse vengono disposte parallelamente ed affiancate su una pluralità di rispettivi piani di giacitura in una configurazione tale da consentirne uno scarico il più agevole possibile ai fini della successiva operazione di deposito in prossimità della sede di lavoro.
In fase di scarico le due rotaie alle estremità opposte del carro, ad esempio della fila più alta, vengono singolarmente agganciate mediante opportune pinze di presa e quindi trascinate (ad esempio con un argano) in avanzamento ed a sbalzo all 'esterno del carro.
Ciascuna rotaia, oltre ad essere trascinata tramite la rispettiva pinza viene fatta passare attraverso un opportuno organo di contenimento e guida, ad esempio sagomato a cornice e presentante un prefissato numero di rulli di appoggio e scorrimento per consentire uno scarico più semplice e preciso della rotaia durante la sua ulteriore movimentazione ed il deposito al suolo.
Due bracci a sbalzo dal carro di trasporto e mobili rispetto a quest’ultimo (almeno secondo un asse di rotazione disposto verticalmente per consentire il deposito della rotaia prelevata a distanze laterali dal carro stesso) sostengono e consentono il deposito delle estremità anteriori e quindi via via dell’intera rotaia per tutta la sua lunghezza.
Un esempio “datato†(meno sofisticato delle macchine attuali ma concettualmente vicino) dei carri sopra brevemente accennati, viene descritto dal brevetto americano n. US 3635164.
Altre tipologie di carri di trasporto e deposito di rotaie sono descritte nei brevetti EP 1028194 ed EP 1043448.
Durante le medesime operazioni di prelievo delle rotaie e di deposito a fianco della massicciata, al fine di aumentare la produttività della macchina e di depositare una pluralità di rotaie in maniera allineata e una vicina all’altra, si provvede, in fase di scarico, a collegare l’estremità posteriore della rotaia all’estremità anteriore della rotaia che deve essere successivamente scaricata mediante l’utilizzo di opportune pinze in grado di aggraffare tali estremità e di mantenerle avvicinate durante le fasi di movimentazione.
Una tipologia di tali pinze à ̈ mostrata nel brevetto n. US 3552647 ed à ̈ costituita da due elementi speculari collegati centralmente mediante opportuni mezzi di serraggio in maniera tale che due rispettive ali contrapposte inclinate presenti da parti opposte rispetto all’asse di serraggio e convergenti verso l’asse di simmetria possano andare a pinzare porzioni terminali dell’anima di due rispettive rotaie consecutive.
La convergenza delle ali fa si che il serraggio possa garantire la presa e la tenuta sulle stesse.
Le fasi di scarico prevedono quindi che, per ciascun fianco del carro, la prima rotaia venga movimentata sinché la sua estremità posteriore non si trovi in corrispondenza dell’estremità anteriore della rotaia successiva.
L’operazione di scarico viene fermata, si procede a vincolare una pinza all’estremità posteriore della rotaia ormai in fase di scarico e l’altra parte della pinza alla porzione anteriore della rotaia da scaricare subito successivamente. La soluzione di pinza sopra brevemente descritta risulta essere tuttavia piuttosto complessa, soprattutto in fase di messa in opera in quanto richiede innanzitutto l’allineamento delle rotaie e quindi il loro bloccaggio con una fase di serraggio controllato della pinza stessa.
Viste le masse, le lunghezze ed i pesi in gioco, l’operazione deve essere effettuata/controllata da personale e richiede comunque fasi di manipolazione umana che risultano essere sia pericolose per la sicurezza del personale, sia rallentare notevolmente le fasi di messa in opera delle rotaie stesse.
Per cercare di ovviare almeno in parte alle problematiche sopra descritte, sono state ideate diverse tipologie di pinze di serraggio per effettuare le operazioni sopra descritte.
Una prima tipologia in accordo con il brevetto US 5295440 prevede l’adozione di elementi sagomati ad “U†e dotati di rulli di presa che vengono bloccati alla rotaia tramite Γ inserimento di cunei accoppiati agli elementi ad “U†in direzione contrapposta a quella di avanzamento della rotaia.
Questo tipo di soluzione richiede l’intervento umano e la tipologia di bloccaggio risulta non essere precisamente ripetibile, nel senso che la forza di serraggio generata dall’attrito causato dal cuneo à ̈ difficilmente controllabile pertanto risulta variabile da elemento di bloccaggio a elemento di bloccaggio della pinza. In accordo con il brevetto FR 2720084 à ̈ prevista un’ulteriore soluzione a ruote eccentriche che consente un più facile inserimento alla porzione terminale della rotaia la quale viene bloccata all’estrazione grazie alla eccentricità di due ruote contrapposte nella sede di inserimento di ciascuna delle due estremità.
Questa soluzione facilita le operazioni di bloccaggio di due rotaie successive ma comporta comunque il necessario intervento umano in fase di scarico per l’impegno della rotaia alla pinza.
Una soluzione più avanzata in accordo con il brevetto EP 1057933 prevede l’utilizzo di una pinza in cui il bloccaggio di ciascuna estremità di rotaie successive à ̈ ottenuta grazie alla cooperazione di due rotelle contrapposte scorrevoli su guide inclinate dirette verso l’asse della rotaia e mantenute in posizione estratta da opportuni elementi elastici.
In fase di inserimento gli elementi elastici vengono compressi permettendo 1 ’ introduzione dell ’ anima della rotaia.
In fase di trascinamento la movimentazione opposta di rilascio à ̈ impedita dai citati profili inclinati che impediscono alle rotelle di poter ruotare sulle anime in fase di trascinamento.
SOMMARIO
Le soluzioni tecniche sopra descritte, pur avendo consentito un miglioramento sia in fase di vincolo di rotaie successive, sia in termini di tenuta e sicurezza per gli operatori, non hanno comunque consentito di risolvere in maniera sostanziale tutti gli inconvenienti precedentemente accennati.
In primo luogo à ̈ comunque sempre necessaria la presenza degli operatori, non solamente in fase di supervisione delle operazioni di scarico, ma anche in fase di vincolo di rotaie successive.
Ogni qualvolta una rotaia in fase di scarico presenta una sua estremità in corrispondenza dell’estremità contrapposta della rotaia successiva à ̈ necessario l’intervento dell’operatore che movimenti le stesse in maniera tale da consentirne l’agganciamento tramite le descritte pinze.
Come citato questa operazione risulta essere pericolosa e risulta altresì rallentare le operazioni di scarico riducendo notevolmente la produttività della macchina. Scopo delle forme realizzative qui di seguito descritte à ̈ quello di risolvere sostanzialmente gli inconvenienti riscontrati nella tecnica nota sommariamente descritta.
Un primo obiettivo in accordo con alcuni aspetti della descrizione à ̈ quello di consentire un più rapido e agevole scarico delle rotaie,
Un ulteriore obiettivo in accordo con un aspetto della seguente descrizione à ̈ quello di minimizzare l’intervento umano, in particolare in sede di deposito delle rotaie.
Un ulteriore obiettivo secondo alcune forme realizzative descritte à ̈ quello di fornire uno strumento comunque semplice ed efficace che possa associare ad ottimali tenute in fase di scarico un principio di funzionamento innovativo. In accordo con un primo aspetto indipendente del trovato à ̈ prevista un’attrezzatura per il collegamento di rotaie e la movimentazione delle stesse, particolarmente durante lo scarico da un carro di trasporto, comprendente: un primo dispositivo di accoppiamento configurato per impegnare una porzione di una rotaia; un secondo dispositivo di accoppiamento configurato per impegnare una porzione di una ulteriore rotaia, e almeno un elemento di collegamento atto a vincolare il primo dispositivo di accoppiamento al secondo dispositivo di accoppiamento, almeno detto primo dispositivo di accoppiamento presenta un sistema di guida comprendente ad esempio una sede almeno parzialmente controsagomata ad una sezione trasversale della rotaia, detto sistema di guida essendo configurato per consentire uno scorrimento del primo dispositivo di accoppiamento rispetto alla rotaia da un’estremità all’altra, e dal fatto che comprende inoltre un sistema di bloccaggio del primo dispositivo di accoppiamento alla rotaia, detto sistema essendo attivo per bloccare il primo dispositivo alla rotaia almeno quando il primo dispositivo di accoppiamento à ̈ in prossimità di un’estremità libera della rotaia, detto sistema consentendo lo scorrimento del primo dispositivo sulla rotaia nelle altre posizioni di accoppiamento relativo .
Secondo un secondo aspetto in accordo con il precedente à ̈ prevista un’attrezzatura in cui la sede à ̈ delimitata, in sezione trasversale, da almeno un primo ed un secondo tratto contrapposti ed affacciati tra loro, detto primo e detto secondo tratto essendo sostanzialmente paralleli e la loro distanza tale da consentire di ricevere una rotaia, una base della rotaia potendo affacciarsi a detto primo tratto, una testa della rotaia potendo affacciarsi detto secondo tratto.
Secondo un terzo aspetto in accordo con uno qualsiasi degli aspetti precedenti à ̈ prevista un’attrezzatura in cui la sede del primo dispositivo di accoppiamento à ̈ passante e definisce un ingombro tale da consentire il passaggio in attraversamento di una rotaia.
Secondo un quarto aspetto in accordo con uno qualsiasi degli aspetti precedenti à ̈ prevista un’attrezzatura in cui il primo dispositivo di accoppiamento à ̈ configurato per un vincolo a pattino alla rotaia con scorrimento secondo l’asse di sviluppo della rotaia.
Secondo un quinto aspetto in accordo con uno qualsiasi degli aspetti precedenti à ̈ prevista un’attrezzatura in cui il sistema di guida comprende un prefissato numero di elementi di accoppiamento per rotazione quali ruote, rotelle, rullini, rulli, atti ad attestarsi a rispettive porzioni della rotaia per determinare un accoppiamento per scorrimento tra il primo dispositivo di accoppiamento e la rotaia, in particolare il sistema di guida comprende, su almeno uno ed opzionalmente su entrambi i fianchi della rotaia, due elementi di accoppiamento per rotazione atti ad attestarsi ad una base della rotaia e due elementi di accoppiamento per rotazione atti ad attestarsi ad una testa della rotaia.
Secondo un sesto aspetto in accordo con il precedente à ̈ prevista un’attrezzatura in cui detti elementi di accoppiamento per rotazione presentano assi di rotazione paralleli tra loro, due elementi di accoppiamento per rotazione attestandosi ad una porzione superiore della base e due elementi di accoppiamento per rotazione attestandosi ad una porzione inferiore della testa.
Secondo un settimo aspetto in accordo con uno qualsiasi degli aspetti precedenti à ̈ prevista un’attrezzatura in cui il sistema di bloccaggio comprende mezzi di attivazione per consentire un’attivazione del sistema di bloccaggio in corrispondenza dell’estremità libera della rotaia e per mantenere inattivo il sistema di bloccaggio durante lo scorrimento del primo dispositivo di accoppiamento lungo la rotaia, i mezzi di attivazione consentendo l’attivazione del sistema di bloccaggio automaticamente al raggiungimento dell’estremità libera della rotaia.
Secondo un ottavo aspetto in accordo con il precedente à ̈ prevista un’attrezzatura in cui i mezzi di attivazione comprendono almeno un corpo, ad esempio un rullino, mobile in corrispondenza e lungo la rotaia durante il moto relativo tra il primo dispositivo di accoppiamento e la rotaia, detto corpo mobile essendo mantenuto in una prima posizione di inattività dei mezzi di bloccaggio da detta rotaia, i mezzi di attivazione essendo configurati, ad esempio per gravità e/o mediante un elemento elastico, per spostarsi in una posizione di lavoro dei mezzi di bloccaggio almeno al raggiungimento dell’estremità libera della rotaia da parte del primo dispositivo di accoppiamento, la posizione di inattività del corpo mobile corrispondendo alla condizione inattiva del sistema di bloccaggio, la posizione di lavoro del corpo mobile corrispondendo alla condizione attiva del sistema di bloccaggio.
Secondo un nono aspetto in accordo con il precedente à ̈ prevista un’attrezzatura in cui i mezzi di attivazione comprendono almeno un braccio portante detto corpo mobile ed incernierato al primo dispositivo di accoppiamento attorno ad un asse, lo spostamento dalla posizione di inattività alla posizione di lavoro del corpo mobile corrispondendo ad una rotazione del braccio attorno all’asse.
Secondo un decimo aspetto in accordo con il precedente à ̈ prevista un’attrezzatura in cui ciascun braccio presenta una sede atta ricevere il rispettivo elemento di comando una rotazione del braccio attorno all’asse a seguito dello spostamento dalla posizione di inattività alla posizione di lavoro del corpo mobile movimentando l’elemento di comando per configurare i mezzi di fermo dalla condizione di riposo alla condizione di lavoro.
Secondo un undicesimo aspetto in accordo con il precedente à ̈ prevista un’attrezzatura in cui l’elemento di comando à ̈ incernierato al primo dispositivo di accoppiamento e rigidamente vincolato al corpo di serraggio, una rotazione del braccio attorno all’asse a seguito dello spostamento dalla posizione di inattività alla posizione di lavoro del corpo mobile comportando una rotazione del corpo di comando del corpo di serraggio rispetto al primo dispositivo di accoppiamento, il corpo di serraggio attestandosi all’anima della rotaia, Secondo un dodicesimo aspetto in accordo con uno qualsiasi degli aspetti precedenti à ̈ prevista un’attrezzatura in cui il sistema di bloccaggio comprende mezzi di fermo per bloccare selettivamente lo scorrimento relativo longitudinale del primo dispositivo di accoppiamento rispetto alla rotaia, i mezzi di fermo essendo configurabili tra una condizione di riposo in cui consentono lo scorrimento ed una condizione di lavoro in cui impediscono lo scorrimento, in particolare, i mezzi di fermo essendo comandati dai mezzi di attivazione.
Secondo un tredicesimo aspetto in accordo con gli aspetti tredici ed undici à ̈ prevista un’attrezzatura in cui i mezzi di fermo comprendono almeno una coppia di corpi di serraggio quali corpi a profilo attivo curvi o rullini, destinati, in condizioni d’uso, ad attestarsi ad un’anima della rotaia per impedire un moto di scorrimento tra la rotaia ed il primo dispositivo di accoppiamento, almeno in una direzione di estrazione della rotaia dal dispositivo di accoppiamento e comprendono rispettivi elementi di comando per attestare detti corpi di serraggio all’anima della rotaia, i mezzi di attivazione essendo attivi su detti elementi di comando dei mezzi di fermo nella condizione inattiva del sistema di bloccaggio per consentire lo scorrimento relativo tra la rotaia ed il primo dispositivo di accoppiamento ed opzionalmente essendo attivi nella condizione attiva del sistema di bloccaggio per impedire lo scorrimento relativo.
Secondo un quattordicesimo aspetto in accordo con il precedente à ̈ prevista un’attrezzatura in cui l’elemento di collegamento comprende una struttura di battuta, il primo dispositivo di accoppiamento presentando un’aletta di fermo atta ad attestarsi alla struttura di battuta nella configurazione allineata dell’elemento di collegamento per evitare ulteriori elementi rotatori, il secondo dispositivo di accoppiamento presentando una porzione di battuta atta ad attestarsi alla struttura di battuta nella configurazione allineata dell’elemento di collegamento per evitare ulteriori movimenti rotatori.
Secondo un quindicesimo aspetto in accordo con uno qualsiasi degli aspetti precedenti à ̈ prevista un’attrezzatura in cui il primo dispositivo di accoppiamento comprende ima struttura di supporto atta a definire detta sede, la struttura di supporto essendo definita da almeno due parti opzionalmente allontanabili tra loro, ad esempio incernierate, per consentire l’apertura della sede e il disimpegno di una rotaia contenuta nella sede.
Secondo un sedicesimo aspetto in accordo con uno qualsiasi degli aspetti precedenti à ̈ prevista un’attrezzatura in cui il secondo dispositivo di accoppiamento comprende mezzi di bloccaggio per generare una forza di bloccaggio sull’anima della rotaia, in particolare detto secondo dispositivo di accoppiamento essendo configurato per bloccare selettivamente l’attrezzatura ad un’estremità di detta ulteriore rotaia.
Secondo un diciassettesimo aspetto in accordo con il precedente à ̈ prevista un’attrezzatura in cui il secondo dispositivo di accoppiamento comprende una prima ed una seconda ala interfacciate, accoppiate tra loro e distanziate longitudinalmente per definire una cavità tra le stesse destinata a ricevere un’anima della rotaia, i mezzi di bloccaggio essendo associati ad almeno una di dette ali per generare la forza di bloccaggio sull’anima, detti mezzi di bloccaggio consentendo un inserimento dell’anima nella cavità secondo una direzione di accoppiamento ed un verso di inserimento e generando detta forza di bloccaggio in situazione di movimento di estrazione dell’anima secondo un verso di estrazione opposto al verso di inserimento lungo la medesima direzione di accoppiamento.
Secondo un diciottesimo aspetto in accordo con il precedente à ̈ prevista un’attrezzatura in cui i mezzi di bloccaggio comprendono almeno una ed in particolare almeno due corpi a profilo curvo di bloccaggio atti a consentire un inserimento dell’anima nella cavità secondo la direzione di accoppiamento e verso di inserimento e generando la forza di bloccaggio in situazione di movimento di estrazione dell’anima secondo il verso di estrazione opposto al verso di inserimento.
Secondo un diciannovesimo aspetto in accordo con il precedente à ̈ prevista un’attrezzatura in cui detti corpi a profilo curvo sono montati per emergere a sbalzo verso Γ interno della cavità, ciascun corpo presentando un incemieramento a dette ali.
Secondo un ventesimo aspetto in accordo con il diciassettesimo aspetto à ̈ prevista un’attrezzatura in cui il secondo dispositivo di accoppiamento comprende rispettive sedi di guida a parete inclinata rispetto all’asse di inserimento di detta cavità, detti corpi essendo definiti da rotelle mobili in e guidate da dette sedi, il secondo dispositivo di accoppiamento comprendendo rispettivi elementi elastici atti a posizionare detti corpi in una condizione di massima estrazione, l’inserimento di detta rotaia nella cavità contrastando la resistenza elastica di detti elementi e posizionando le rotelle in una condizione di minore estrazione.
Secondo un ventunesimo aspetto in accordo con uno qualsiasi degli aspetti precedenti à ̈ prevista un’attrezzatura in cui l’elemento di collegamento à ̈ configurabile tra una posizione di riposo inclinata rispetto al primo ed al secondo dispositivo di accoppiamento ed una posizione di lavoro in cui à ̈ allineato a detto primo e secondo dispositivo di accoppiamento lungo una direzione di sviluppo dell’attrezzatura, l’elemento di collegamento essendo ad esempio incernierato a detto primo e/o a detto secondo dispositivo di accoppiamento.
Secondo un ventiduesimo aspetto in accordo con uno qualsiasi degli aspetti precedenti à ̈ prevista un’attrezzatura che comprende una struttura di fermo attiva in configurazione allineata dell’ elemento di collegamento per impedire un ulteriore movimento rotatorio dell’attrezzatura una volta raggiunta la configurazione allineata, detta struttura di fermo intervenendo in particolare automaticamente al raggiungimento della configurazione allineata.
In accordo con un ventitreesimo aspetto indipendente del trovato à ̈ previsto un apparato per il collegamento di rotaie e la movimentazione delle stesse durante lo scarico da un carro di trasporto comprendente: una pluralità di rotaie disposte sostanzialmente parallele tra loro ed affiancate portati da un carro; un prefissato numero di attrezzature per il collegamento di rotaie e la movimentazione delle stesse secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, ciascuna attrezzatura collegando una rotaia alla rotaia adiacente, Secondo un ventiquattresimo aspetto in accordo con il precedente à ̈ prevista un’attrezzatura in cui almeno un’attrezzatura collega una porzione anteriore di una rotaia alla porzione anteriore della rotaia adiacente, in particolare il primo dispositivo di bloccaggio essendo vincolato alla porzione anteriore della rotaia da scaricare, il secondo dispositivo di bloccaggio essendo vincolato alla porzione anteriore della rotaia adiacente, ancor più in particolare l’elemento di collegamento essendo in posizione di riposo e l’attrezzatura disposta in configurazione inclinata.
In accordo con un venticinquesimo aspetto indipendente del trovato à ̈ previsto un metodo per il collegamento di rotaie e la movimentazione delle stesse, particolarmente durante lo scarico da un carro di trasporto, comprendente le fasi di: vincolare un primo dispositivo di accoppiamento a una porzione di una rotaia; vincolare un secondo dispositivo di accoppiamento ad una porzione di una ulteriore rotaia, detti primo e secondo dispositivo di accoppiamento essendo vincolati tra loro tramite un elemento di collegamento; e estrarre la rotaia dal carro di trasporto, il primo dispositivo di accoppiamento scorrendo lungo detta rotaia sino in corrispondenza di una sua estremità e bloccando lo scorrimento relativo in corrispondenza della stessa estremità, una ulteriore estrazione della rotaia causando la trasmissione di una forza di estrazione, tramite l’elemento di collegamento, al secondo dispositivo di accoppiamento ed aH’ulteriore rotaia, l’ulteriore rotaia essendo trascinata in estrazione anch’essa.
Questi ed altri scopi ancora che meglio appariranno nel corso della seguente descrizione sono sostanzialmente raggiunti da un’attrezzatura per il collegamento di rotaie e la movimentazione delle stesse, particolarmente durante lo scarico da un carro di trasporto.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi appariranno maggiormente dalla descrizione dettagliata di tale attrezzatura fornita a solo scopo esemplificativo, e pertanto non limitativo.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
Le figure 1A - 1C illustrano tre fasi successive di ima operazione di scarico di rotaie da un carro di trasporto utilizzando un’attrezzatura secondo quanto ivi descritto.
La figura 2 illustra in vista prospettica ed in una prima configurazione operativa un’attrezzatura per il collegamento di rotaie.
La figura 3 mostra una sezione trasversale dell’attrezzatura illustrata in figura 2. La figura 4 illustra una sezione secondo un piano orizzontale dell’attrezzatura di cui alla figura 2.
La figura 5 illustra il secondo dispositivo di accoppiamento fisso di cui alla figura 2.
La figura 6 illustra il primo dispositivo di accoppiamento di cui alla figura 2. Le figure 7-9 illustrano rispettivamente una vista prospettica e viste laterali e dall’alto in parziale trasparenza dell’attrezzatura per il collegamento di rotaie in una seconda configurazione operativa.
Le figure 10 e 11 mostrano in vista esemplificativa dall’alto un’attrezzatura per il collegamento di rotaie.
La figura 12 mostra una vista frontale schematica del primo dispositivo di accoppiamento.
La figura 13 mostra un secondo dispositivo di accoppiamento fisso configurato per impegnare una porzione di una rotaia.
Le figure 14, 15 e 16 illustrano una seconda forma realizzativa di un secondo dispositivo di accoppiamento configurato per impegnare una porzione di una ulteriore rotaia.
La figura 17 mostra una variante realizzativa del dispositivo di figura 2 in sezione trasversale.
La figura 18 mostra una possibile sequenza di scarico delle rotaie da un carro di trasporto.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA
Con riferimento agli uniti disegni con 1 à ̈ stata complessivamente identificata un’attrezzatura per il collegamento di rotaie e la movimentazione delle stesse, particolarmente durante le fasi di scarico da un carro di trasporto.
Come à ̈ possibile notare dalla figura 1A, à ̈ iva rappresentata in forma schematica una disposizione di rotaie (di cui solo le prime due sono state numerate per semplicità descrittiva) affiancate e parallele tra loro in un rispettivo medesimo piano di giacitura nella configurazione di trasporto tramite un carro ferroviario 4 prima delle operazioni di scarico, ad esempio ai lati della massicciata.
In particolare le rotaie 2, 3 potranno trovarsi sul carro di trasporto 4 affiancate ed allineate l’una all’altra (si vedano le prime quattro rotaie da sinistra di figura la) o anche leggermente sfalsate in senso longitudinale laddove le esigenze di ingombro, in particolare dell’attrezzatura qui di seguito descritta dovessero richiederlo.
Tuttavia la configurazione precisa di trasporto risulta essere sostanzialmente irrilevante ai fini della presente descrizione.
Sempre osservando la figura 1 A, si nota come in via generale l’attrezzatura 1 di collegamento di rotaie adiacenti (ad esempio le rotaie 2 e 3) comprenda innanzitutto un primo dispositivo di accoppiamento 5 il quale à ̈ configurato per impegnare una porzione di una rotaia.
Osservando sempre le figure si nota come il primo dispositivo di accoppiamento 5 di ciascuna attrezzatura sia disposto sostanzialmente in corrispondenza di una estremità anteriore 2a della rotaia 2.
L’attrezzatura comprende poi un secondo dispositivo di accoppiamento 6 configurato per impegnare una porzione di una ulteriore rotaia 3 adiacente.
In particolare anche il secondo dispositivo di accoppiamento 6 Ã ̈ accoppiato a una porzione anteriore 3 a della rotaia adiacente 3.
In generale i due dispositivi di accoppiamento 5, 6 saranno, prima delle operazioni di movimentazione delle rotaie 2, 3, posizionati sostanzialmente in corrispondenza di medesime porzioni (anteriori o posteriori) delle rotaie adiacenti.
I due dispositivi di accoppiamento 5, 6 sono vincolati tra loro tramite almeno un elemento di collegamento 7 che ne impedisce allontanamenti relativi.
Come si può notare sempre osservando le figure da 1A a 1C, ciascuna coppia di rotaie adiacenti risulta essere vincolata tramite una delle citate attrezzature. In altri termini ancora ciascuna delle rotaie interne alla configurazione presenterà l’estremità anteriore con vincolato il secondo dispositivo di accoppiamento di una attrezzatura ed una porzione immediatamente adiacente con vincolato un primo dispositivo di accoppiamento dell’attrezzatura di collegamento successiva.
Osservando comparativamente le fasi di scarico illustrate schematicamente in sequenza nelle figure 1A, 1B e 1C si nota come il primo dispositivo di accoppiamento 5 sia configurato per consentire uno scarico della prima rotaia 2 consentendo uno scorrimento relativo tra lo stesso primo dispositivo di accoppiamento 5 e la rotaia 2 in fase di scarico (comparazione delle configurazioni di 1A, 1B e 1C).
In altri termini si procede ad agganciare la prima rotaia 2 tramite i comuni argani o simili strutture (non illustrate) presenti sul carro di trasporto 4 e la si movimenta secondo una direzione di scarico S illustrata in figura 1B.
Durante questa fase il primo dispositivo di accoppiamento 5 consente sostanzialmente la libera movimentazione della rotaia 2 per scorrimento relativo senza generare sostanziali forze sull’elemento di collegamento 7 e/o sul secondo dispositivo di accoppiamento 6.
Osservando la figura 1C si nota come, una volta che il primo dispositivo di accoppiamento 5 abbia raggiunto l’estremità posteriore 2b della rotaia 2 in fase di scarico, un sistema di bloccaggio 9 renda solidali l’estremità 2b della prima rotaia 2 allo stesso primo dispositivo di accoppiamento 5. In questa condizione il primo dispositivo di accoppiamento non può più scorrere relativamente alla rotaia 2 ma à ̈ rigidamente vincolato alla stessa.
Quest’ultimo, a sua volta, movimenta l’elemento di collegamento 7 come meglio chiarito in seguito il quale à ̈ a sua volta vincolato al secondo dispositivo di accoppiamento 6.
Una volta che l’elemento di collegamento 7 à ̈ in configurazione allineata lungo la direzione di scarico S, il secondo dispositivo di accoppiamento 6, il quale à ̈ rigidamente vincolato all’estremità 3a della rotaia adiacente 3, inizia a trascinare quest’ultima in scarico.
A questo punto sia la prima 2, sia la seconda rotaia 3 avanzano lungo la direzione di scarico S e il secondo dispositivo di accoppiamento 6 dell’attrezzatura adiacente montato sulla seconda rotaia 3 inizia a scorrere dalla porzione anteriore 3a di questa rotaia sino alla porzione posteriore 3b ripetendo esattamente le fasi di scarico precedentemente descritte.
Si noti poi che la figura 18 illustra un ulteriore sequenza di scarico automatizzata che consente la disposizione sequenziale ed automatica di tutte le rotaie caricate sui tre piani del carro di trasporto (i numeri in tale figura indicano la sequenza di scarico delle rotaie da uno a diciotto per ciascun fianco del carro). In particolare si procede a scaricare dal piano superiore del carro la prima rotaia a sinistra e la prima rotaia a destra indipendentemente per disporle ai lati della massicciata; il trascinamento della prima comporta il successivo trascinamento della seconda (come sopra descritto) e così via sino alla sesta rotaia (per ciascun lato).
A questo punto la sesta e la settima rotaia saranno collegate tramite un analogo dispositivo (di cui ad esempio alla figura 17 di seguito descritto) che consente a seguito dello scarico della sesta rotaia di trascinare la settima posizionata nel secondo piano del carro di trasporto.
La sequenza di scarico prosegue sino alla dodicesima rotaia che comporterà, una volta estratta, il trascinamento della tredicesima rotaia posizionata sull’ultimo piano del carro.
In questo modo si procede sino allo scarico della diciottesima rotaia per ciascun fianco in modo che non risulti più necessaria alcuna operazione di collegamento di rotaie a pinze durante la fase di scarico.
Con riferimento al primo dispositivo di accoppiamento 5, à ̈ ovvio che sostanzialmente qualsiasi configurazione che consenta uno scorrimento relativo di tale elemento rispetto alla rotaia 2 sino in corrispondenza dell’estremità posteriore 2b e quindi un vincolo del dispositivo di accoppiamento 5 stesso a tale estremità 2b potrà essere utilizzato ai fini di quanto descritto.
Le figure da 1 a 9 illustrano l’attrezzatura per il collegamento di rotaie secondo una forma realizzativa preferita; viceversa le ulteriori figure 10-16 illustrano in via del tutto schematica una serie di possibili varianti realizzative del primo e del secondo dispositivo di accoppiamento che potranno essere utilizzate in combinazione o in alternativa a quelle mostrate in figura 2.
Osservando le figure 2 e 3 si nota come il primo dispositivo di accoppiamento 5 sia innanzitutto dotato di un opportuno sistema di guida 50 capace di consentire al primo dispositivo di accoppiamento 5 stesso un movimento traslatorio rettilineo relativamente alla rotaia 2 lungo una direzione coincidente con l’asse di sviluppo 14 della rotaia stessa.
A tal proposito il sistema di guida 50 presenta un prefissato numero di elementi di accoppiamento per rotazione 51, nell’esempio realizzativo specifico, definiti da opportune rotelle sagomate in modo da sposarsi alle relative superfici della rotaia alle quali si devono accoppiare.
Ovviamente in alternativa a rotelle potranno essere utilizzati rullini, rulli o ruote di altra sagoma o natura anche accoppiati relativamente alla rotaia diversamente rispetto a quanto illustrato nelle unite figure.
Nel dettaglio gli elementi di accoppiamento per rotazione 51 sono configurati ed atti ad attestarsi a rispettive porzioni della rotaia per determinare l’accoppiamento per scorrimento tra il primo dispositivo di scorrimento 5 e la rotaia 2 stessa.
In dettaglio almeno un fianco, ma in realtà entrambi i fianchi della rotaia 2, ricevono ciascuno due elementi di accoppiamento per rotazione 51 attivi ed attestati ad una superficie superiore della base 12 per rotolare su quest’ultima e due corrispondenti elementi di accoppiamento per rotazione 51 attestati ad una superficie inferiore della testa 13 come mostrato in figura.
In via del tutto non limitativa le rotelle 51 superiori avranno un diametro maggiore delle rotelle inferiori 51 (si veda la figura 3).
Questa particolare conformazione permette le rotelle superiori 51 siano contenute nell’ingombro verticale della testa 13, e le rotelle 51 che rotolano sulla base 12, essendo di diametro minore, consentano di contenere notevolmente gli ingombri dell’attrezzatura.
Ovviamente tali elementi di accoppiamento per rotazione 51 sono montati per rotazione folle sulla struttura del primo dispositivo di accoppiamento 5, ma potrebbero essere in forme realizzative più complesse frenati e/o motorizzati. Sempre osservando la forma realizzativa di figura 3, si nota come il sistema di guida 50 comprenda anche un sede 8 almeno parzialmente contro sagomata alla sezione trasversale della rotaia 2.
La sede consente lo scorrimento del primo dispositivo di accoppiamento 5 rispetto alla rotaia 2 da un’estremità 2a all’altra 2b della stessa.
Peraltro la sede 8 Ã ̈ delimitata in sezione trasversale da almeno un primo ed un secondo tratto 10, 11 contrapposti ed affacciati tra loro, i quali sono sostanzialmente paralleli e la loro distanza tale da ricevere la rotaia.
In particolare la base 12 della rotaia si affaccia al primo tratto 10 mentre la testa 13 della rotaia si affaccia al secondo tratto 11.
Il primo dispositivo di accoppiamento 5 à ̈ peraltro costituito da una struttura di supporto 26 che definisce la citata sede 8 e che à ̈ costituita da almeno due parti 26a e 26b in cui, la prima, superiormente posta, presenta una sezione sagomata ad U rovesciata destinata ad essere calzata in corrispondenza della testa 13 e dell’ anima 18 della rotaia 2, la seconda 26b, inferiormente posta, si presenta anch’essa costituita da un porzione di lamiera piegata sagomata ad U rivolta verso l’alto destinata a ricevere la citata base 12 ed a presentare pertanto una sede più ampia.
In corrispondenza della sovrapposizione dei lati liberi delle porzioni ad U della parte 26a e della parte 26b sono presenti i mezzi di vincolo che uniscono le citate porzioni 26a e 26b.
A mero titolo di esempio tali vincoli potranno essere definiti in corrispondenza dell’asse di supporto delle rotelle 51 inferiori di scorrimento sulla base 12 della rotaia.
L’attrezzatura illustrata in figura 2 comprende anche un sistema di bloccaggio 9 del primo dispositivo di accoppiamento 5 alla rotaia il quale à ̈ attivo per bloccare il dispositivo 5 stesso alla rotaia quando si trova in prossimità di un’estremità libera 2a, 2b della rotaia.
In altre posizioni del dispositivo 5 stesso sulla rotaia il sistema di bloccaggio 9 consente una libera movimentazione relativa.
Il sistema di bloccaggio 9 nel suo complesso risulta essere costituito da mezzi di fermo 21 e da mezzi di attivazione 15 di seguito descritti.
In particolare i mezzi di fermo 21 chiaramente visibili in figura 4 ed in figura 9 sono atti a bloccare selettivamente lo scorrimento relativo longitudinale del primo dispositivo di accoppiamento 5 rispetto alla rotaia 2.
In altri termini gli stessi mezzi di fermo 21 sono configurabili tra una condizione di riposo (figura 4) in cui consentono lo scorrimento ed una condizione di lavoro (figura 9) in cui impediscono lo scorrimento e sono comandati dai citati mezzi di attivazione 15.
Gli stessi mezzi di fermo 21 comprendono almeno una coppia di corpi di serraggio 22, 23 quali corpi a profilo attivo curvo destinati, in condizioni d’uso, ad attestarsi all’anima 18 della rotaia, per impedire il moto di scorrimento tra rotaia e primo dispositivo di accoppiamento 5 almeno nella direzione di estrazione E della rotaia dal dispositivo di accoppiamento (fig. 4).
Altresì i citati mezzi di fermo comprendono anche rispettivi elementi di comando 24, 25 che sono in grado, movimentandosi, di attestare i corpi di serraggio 22, 23 sull’anima della rotaia.
La forma realizzativa specifica chiaramente visibile in figura 4 mostra i corpi di serraggio 22, 23 rigidamente vincolati ai citati elementi di comando 24, 25 e l’intera struttura dei mezzi di fermo incernierata al primo dispositivo di accoppiamento 5 ed in particolare, tramite interposizione di un opportuno blocchetto, alla porzione superiore 26a della struttura di supporto 26.
In particolare un movimento rotatorio dei mezzi di fermo attorno al rispettivo asse di rotazione avvicina i corpi di serraggio 22, 23 (o allontana gli stessi a seconda del verso di rotazione) dall’anima 18 della rotaia.
Nella configurazione di figura 4 i corpi di serraggio 22, 23 vengono mantenuti allontanati dall’anima 18 e pertanto il primo dispositivo di accoppiamento 5 scorre liberamente sulla rotaia 2.
Viceversa nella condizione illustrata in figura 9 tali corpi di serraggio 22, 23 sono attestati all’anima 18 ed un movimento di estrazione secondo la freccia E di figura 9 à ̈ impedito.
Come accennato i mezzi di attivazione 15 sono attivi sugli elementi di comando 24, 25 dei mezzi di fermo 21 nella condizione inattiva del sistema di bloccaggio per consentire lo scorrimento relativo tra rotaia 2 e primo dispositivo di accoppiamento 5 e sono attivi nella condizione attiva del sistema di bloccaggio per impedire lo scorrimento relativo.
Inoltre i mezzi di attivazione 15 presentano almeno uno ed in generale una coppia di corpi 16, 17 mobili in corrispondenza e lungo la rotaia 2 durante il moto relativo tra il primo dispositivo di accoppiamento 5 e la rotaia 2.
I corpi mobili 16, 17 sono mantenuti in una prima posizione di inattività dei mezzi di bloccaggio, da detta rotaia e sono configurati, ad esempio per gravità (o alternativamente mediante un elemento elastico) per spostarsi in una posizione di lavoro dei mezzi di bloccaggio almeno al raggiungimento dell’estremità libera della rotaia 2b da parte del primo dispositivo di accoppiamento 5.
Osservando la figura 2, si nota come il corpo mobile 16 sia definito da una rotella predisposta a rotolare sulla superficie superiore della base 12 della rotaia 2.
La rotella 16 si trova incernierata e libera di muoversi in rotazione ad un braccio 52 a sua volta incernierato al primo dispositivo di accoppiamento attorno ad un asse 54 sfalsato rispetto all’asse di accoppiamento al citato corpo mobile 16. Il raggiungimento da parte del primo dispositivo di accoppiamento 5 dell’estremità terminale 2b della rotaia 2 (figura 7) comporta una discesa del corpo mobile 16 dalla base 12 della rotaia ed una contemporanea rotazione relativa dell’intero braccio 52 attorno all’asse di rotazione 54.
In particolare tale movimento à ̈ garantito dalla forza di gravità e dal peso proprio del braccio e della rotella.
Una struttura speculare e simmetrica à ̈ presente sull’altro fianco della rotaia montata sul medesimo primo dispositivo di accoppiamento 5.
II citato braccio 52 presenta una rispettiva sede 55 in generale asolata che riceve l’elemento di comando 24.
Lo spostamento dalla posizione di inattività alla posizione di lavoro del corpo mobile 16 corrisponde ad una rotazione del braccio 52 attorno all’asse 54 e tale rotazione movimenta conseguentemente la sede 55 all’ interno della quale si trova impegnato l’elemento di comando 24.
Quest’ultimo viene pertanto movimentato generando una rotazione dei mezzi di fermo 21 attorno al rispettivo asse di incemieramento verticale alla struttura 26.
In particolare una rotazione verso il basso del braccio 52 (ovvero la discesa della rotella 16 dalla base 12 della rotaia 2) comporta uno spostamento dei mezzi di fermo 21, ed in particolare dei corpi di serraggio 22, 23 dalla condizione di riposo alla condizione di lavoro, ovvero da una condizione di scorrimento relativo ad una di bloccaggio (si confrontino le figure 4 e 9).
Ovviamente la struttura e le movimentazioni sopra descritte risultano assolutamente simmetriche con riferimento alla parte sinistra e destra di quanto rappresentato in figura 4 ed in figura 9.
Osservando le figure esemplificative 10-12, fomite esclusivamente quale indicazione di una ulteriore possibile forma realizzati va costruttiva, si nota come il primo dispositivo di accoppiamento 5 presenti una sede 8 almeno parzialmente controsagomata di una sezione trasversale della rotaia 2, ma di conformazione differente rispetto a quella illustrata in figura 3.
La sede 8 à ̈ in accordo con la variante realizzativa per consentire il citato scorrimento relativo tra il primo dispositivo di accoppiamento 5 e la rotaia 2 almeno da una estremità 2a all’altra 2b.
La sede 8 Ã ̈ delimitata in sezione trasversale da almeno un primo ed un secondo tratto 10, 11 contrapposti tra loro e affacciati in maniera tale da poter ricevere rispettivamente una base 12 della rotaia e una testa 13 della rotaia stessa che andranno pertanto ad attestarsi sul primo e sul secondo tratto 10, 11 paralleli tra loro.
In generale la sede 8 del primo dispositivo di accoppiamento 5 à ̈ una sede passante (a perimetro chiuso in modo da definire una sezione resistente) definita da una strutura scatolare rigida (nella forma esemplificativa illustrata in figura 12 trapezoidale con lati inclinati 42, 43) che sia di profondità (nel senso dello sviluppo della rotaia cui à ̈ accoppiata) sufficiente a mantenere una guida otimale in scorrimento durante le fasi di movimentazione.
In altri termini ancora la sede 8 del primo dispositivo di accoppiamento 5 Ã ̈ anche in questo caso una sede passante che definisce un ingombro tale da consentire il completo passaggio in attraversamento di una rotaia.
Eventualmente e qualora dovesse essere necessario il primo e il secondo trato 10, 11 potranno essere dotati ciascuno di uno o più rullini di scorrimento 41 per facilitare le operazioni di guida e scorrimento stesso garantendo un minor atrito. Di fato il vincolo otenuto tra dispositivo di accoppiamento 5 e la rotaia 2 à ̈, in tute le forme realizzative, un vincolo a patino con scorrimento secondo un asse di sviluppo 14 della rotaia in quanto il primo dispositivo di accoppiamento 5 non si può allontanare dall’asse di sviluppo 14 della rotaia 2 stessa, né può ruotare rispeto al medesimo asse di sviluppo (se non per i giochi e le tolleranze necessari per evitare impuntamenti durante la movimentazione).
Ovviamente anche in questa ulteriore forma realizzativa il primo dispositivo di accoppiamento 5 sarà dotato di un sistema di bloccaggio 9 il quale deve essere ativo per bloccare il primo dispositivo 5 alla rotaia 2 esclusivamente quando il primo dispositivo di accoppiamento 5 à ̈ in prossimità di un’estremità libera 2a, 2b della rotaia (fig. 11).
In tutte le altre posizioni di accoppiamento relativo il sistema 9 non risulta attivo e consente pertanto il citato scorrimento (fig. 10).
A tal proposito diverse potrebbero essere le ulteriori configurazioni di tale sistema di bloccaggio.
Nella configurazione più semplice (non mostrata), una volta che il primo dispositivo di accoppiamento 5, abbia raggiunto l’estremità 2b della rotaia si interviene manualmente per bloccare quest’ultimo costituito ad esempio da due o più ganasce contrapposte unibili, ad esempio tramite viti, morsetti o altro serraggio manualmente azionato.
Ovviamente la soluzione di cui sopra risulta comunque richiedere l’intervento del personale e non à ̈ pertanto quella più vantaggiosa,
Infatti in generale anche il sistema di bloccaggio 9 di cui alle figure 10-12 comprenderà mezzi di attivazione 15 in grado di consentire la citata attivazione del sistema di bloccaggio in corrispondenza dell’estremità libera 2b della rotaia mantenendo viceversa inattivo il sistema di bloccaggio stesso 9 durante lo scorrimento lungo le porzioni centrali della rotaia 2.
In particolare i mezzi di attivazione 15 consentono un’attivazione del sistema di bloccaggio 9 automaticamente al raggiungimento dell’estremità libera 2b della rotaia 2 (figura 11).
Nella forma realizzativa specifica i mezzi di attivazione 15 comprendono una coppia di corpi 16, 17 (ad esempio definiti da un prefissato numero di rullini) mobili in corrispondenza e lungo l’anima 18 della rotaia stessa durante le fasi di movimentazione relative tra il primo dispositivo di accoppiamento 5 e la rotaia 2.
In particolare i corpi mobili 16, 17 sono mantenuti distanziati tra loro dallo spessore dell’ anima 18 (fig. 10) ed in tale configurazione consentono il libero movimento di scorrimento relativo, ovvero mantengono inattivo il sistema di bloccaggio 9 ad esempio mantenendolo allontanato di una distanza prefissata “d†dalla porzione della rotaia (nelle figure l’anima 18) ove saranno poi attivi in serraggio.
I mezzi di attivazione 15, se vincolati alle pareti 10, 11, 42, 43 del corpo scatolare definente la citata sede 8, comprenderanno inoltre una corrispondente coppia di elementi di comando 19, 20 che nello specifico saranno elementi elastici rispettivamente attivi ciascuno su un corpo mobile 16,17 al fine di generare forze di spinta in avvicinamento tra i corpi mobili 16, 17 stessi.
Se come illustrato nell’ulteriore forma realizzativa i corpi mobili 16, 17 fossero direttamente impegnati al sistema di bloccaggio 9 potrebbero essere gli elementi elastici di quest’ultimo a provocare l’avvicinamento dei corpi 16, 17.
Sinché i corpi mobili 16, 17 sono attestati all’anima 18, le forze generate dagli elementi elastici 19, 20 (o dal sistema di bloccaggio 9) non sono in grado di avvicinare ulteriormente gli stessi.
Quando tuttavia il primo dispositivo di accoppiamento 5 raggiunge l’estremità 2b della rotaia, i corpi mobili 16, 17 raggiungono la zona terminale dell’anima e quindi si disimpegnano dalla stessa.
Conseguentemente gli elementi elastici 19, 20 (o il sistema di bloccaggio 9) possono intervenire spingendo in avvicinamento tra loro i corpi mobili 16, 17 secondo le frecce 44 di figura 11.
La posizione avvicinata dei corpi mobili 16,17 (a contatto tra loro ad esempio) corrisponde alla condizione attiva del sistema di bloccaggio 9 il quale interviene a questo punto bloccando in scorrimento il primo dispositivo di accoppiamento 5 all’estremità posteriore 2b della rotaia.
A tal proposito il sistema di bloccaggio 9 comprende i citati mezzi di fermo 21 per bloccare selettivamente lo scorrimento relativo longitudinale del primo dispositivo di accoppiamento 5 rispetto alla rotaia 2.
I mezzi di fermo 21, come sopra accennato, sono configurabili fra una condizione di riposo ove consentono lo scorrimento (figura 10) ed una condizione di lavoro (figura 11) in cui impediscono lo scorrimento stesso.
I mezzi di fermo 21 sono comandati dai mezzi di attivazione 15 di sopra descritti.
In dettaglio i mezzi di fermo 21 comprendono almeno una coppia di corpi di serraggio 22, 23 quali ad esempio una coppia di rullini destinati, in condizioni di uso, ad attestarsi all’anima 18 della rotaia impedendo un modo di scorrimento tra la rotaia 2 e il primo dispositivo di accoppiamento 5 almeno in una direzione di estrazione E dell’estremità 2b della rotaia 2 dal dispositivo di accoppiamento 5.
Anche i mezzi di fermo 21 comprendono almeno uno o due rispettivi elementi elastici 24, 25 che possano attestare i corpi di serraggio 22, 23 ad esempio all’anima 18 della rotaia 2 per bloccarlo (figura 11).
I mezzi di attivazione 15 di fatto contrastano l’azione dell’elemento o degli elementi elastici 24, 25 dei mezzi di fermo 21 nella condizione inattiva del sistema di bloccaggio (ovvero quando i corpi mobili 16, 17 sono distanziati tra loro) e pertanto consentono lo scorrimento relativo della rotaia 2 rispetto al primo dispositivo di accoppiamento 5.
I corpi mobili 16, 17 giungono al termine del loro scorrimento dell’anima 18 e quindi vengono avvicinati dai rispettivi elementi elastici 19, 20, i mezzi di attivazione 15 consentono ai rispettivi elementi elastici 24, 25 dei mezzi di fermo di intervenire sui corpi di serraggio 22, 23 i quali, a loro volta, si attestano sull’anima 18 della rotaia (figura 11) bloccando relativamente il primo dispositivo di accoppiamento 5 e la rotaia 2 stessa,
Si noti poi come il primo dispositivo di accoppiamento 5 in accordo con l’ulteriore forma realizzativa comprenda una struttura di supporto 26 atta a definire la citata sede 8.
La struttura di supporto 26 di cui alla figura 12 sarà definita da almeno due parti 26a, 26b allontanagli tra loro (ad esempio potrebbero essere incernierate o vincolate tramite viti) per consentire l’apertura della sede 8 e il disimpegno di una rotaia contenuta nella sede.
Questa operazione in generale dovrà essere effettuata ogni qualvolta si voglia rimuovere l’attrezzatura da una rotaia scaricata.
Passando ora ad esaminare il secondo dispositivo di accoppiamento 6, si noti come lo stesso comprenda mezzi di bloccaggio 30 per generare una forza di fermo sull’anima 18 della rotaia adiacente 3.
In particolare secondo il dispositivo di accoppiamento 6 à ̈ configurato per bloccarsi ad un’estremità 3 a di detta ulteriore rotaia 3.
In generale il secondo dispositivo di accoppiamento 6 non à ̈ previsto che possa consentire scorrimenti relativi tra la rotaia adiacente 3 e l’attrezzatura stessa (se non in fase di inserimento iniziale dell’anima 18 nella sede) generando esclusivamente un vincolo solidale tra attrezzatura e rotaia una volta assemblata. In talune forme realizzative specifiche il secondo dispositivo di accoppiamento potrà comprendere una prima e una seconda ala 27, 28 interfacciate e accoppiate tra loro in maniera tale da risultare distanziate longitudinalmente definendo una cavità 29 tra le stesse di apertura tale da poter ricevere un’anima 18 della rotaia 3 adiacente (figg. 4, 5, 13, 14a, 14b, 14c).
I mezzi di bloccaggio 30 sono associati ad almeno una di dette ali 27, 28 ed in generale ad entrambe per generare la forza di bloccaggio sull’anima 18 stessa. Dal punto di vista funzionale i mezzi di bloccaggio 30 consentono un inserimento dell’anima 18 nella cavità 29 secondo una direzione di accoppiamento 33 ed un verso di inserimento I, e generano la forza di bloccaggio in situazioni di movimento di estrazione dell’anima 18 secondo un verso di estrazione E opposto al verso di inserimento I lungo la medesima direzione di accoppiamento 33.
A tal proposito i mezzi di bloccaggio 30 possono comprendere almeno uno in particolare almeno due corpi a profilo curvo di bloccaggio 31, 32 atti a consentire un inserimento dell’anima 18 nella cavità secondo la citata direzione di accoppiamento nel verso di inserimento I e generando una forza di bloccaggio in situazione di movimento di estrazione dell’anima 18 secondo il verso di estrazione E opposto al verso di inserimento I.
Osservando in particolare la figura 5, si nota la forma realizzati va preferita del secondo dispositivo di bloccaggio 6.
Come à ̈ possibile notare i corpi a profilo curvo di bloccaggio 31, 32 presentano ciascuno due superfici curve, una superiore ed una inferiore, ed il contatto con l’anima 18 della rotaia 3.
Una volta inserita la porzione iniziale 3 a di tale rotaia e portati in contatto i corpi a profilo curvo 31, 32 con la rispettiva anima, risulta sostanzialmente impossibile estrarre la rotaia stessa, a meno di intervenire manualmente sui perni che emergono dai corpi a profilo curvo per portarli in una condizione di inattività (ovvero allontanare i corpi a profilo curvo 31, 32 dall’anima 18) ed estrarre manualmente il secondo dispositivo di accoppiamento 6 dalla rotaia 3 stessa.
In alternativa per consentire lo sbloccaggio à ̈ possibile definire un asse di rotazione tra un’ala e l’altra bloccando tale grado di libertà in uso mediante ad esempio un pemetto di bloccaggio estraibile in situazione di svincolo della rotaia per aprire le due ali in rotazione tra loro.
Nella forma realizzativa di cui alla figura 13, le rotelle 31, 32 sono montate per emergere a sbalzo all’ interno della cavità 29 e ciascuna presenta un incemieramento 34 alla rispettiva ala 27, 28 eccentrico (ovvero disassato di una distanza “e†rispetto al centro di simmetria 35 della rotella stessa).
Il posizionamento eccentrico dell’asse di rotazione in posizione avvicinata alla zona di inserimento della rotaia rispetto al centro di simmetria fa si che in fase di estrazione Γ eccentricità vada a bloccare il movimento di scorrimento relativo tra l’attrezzatura e la rotaia.
Si noti che la forma realizzativa sopra descritta potrà essere nel suo principio egualmente utilizzata per definire il sistema di bloccaggio 9 precedentemente descritto ed illustrato nelle tavole 2, 7 ed anche 10-12.
In una forma realizzativa alternativa il dispositivo di accoppiamento stesso potrà comprendere rispettive sedi di guida 36, 37 a parete inclinata rispetto all’asse di inserimento della cavità 29.
In questo caso le rotelle 31, 32 sono mobili per scorrimento in dette sedi 36, 37 in direzione inclinata.
In particolare potranno essere presenti delle ulteriori guide (ad esempio scanalature 45) atte a definire la corsa minima e massima delle citate rotelle lungo le sedi di guida 36, 37 all’interno della cavità 29.
Sono poi presenti rispettivi elementi elastici 38, 39 attivi tra le ali 27, 28 del secondo dispositivo di accoppiamento e la rispettiva rotella 31, 32 per posizionare questi ultimi in una condizione di massima estrazione.
L’inserimento della rotaia 3 nella cavità 29 contrasta la resistenza elastica dell’elemento 38, 39 e spinge le rotelle 31, 32 in una condizione di minor estrazione.
Una movimentazione della rotaia nella direzione opposta viene contrastata dalle citate rotelle 31, 32 che non possono muoversi lungo le guide inclinate.
Ovviamente altre configurazioni più semplici o diverse del secondo dispositivo di accoppiamento saranno altresì possibili.
In altri termini si potranno usare sistemi a pinza serrati tra loro in fase di accoppiamento alla porzione anteriore 3 a della rotaia 3.
Passando ora a descrivere l’elemento di collegamento 7, si nota come lo stesso sia configurabile in una posizione di risposo illustrato in figura la in cui à ̈ inclinato rispetto al primo ed al secondo dispositivo di accoppiamento 5 e rispetto alla direzione di sviluppo longitudinale 14 delle rotaie e una posizione di lavoro in fase di estrazione in cui l’elemento di collegamento 7 si trova allineato al primo e al secondo dispositivo di accoppiamento 5, 6 lungo la direzione di sviluppo complessiva dell’attrezzatura 1.
Nell’esempio di figura 1 A l’angolo di inclinazione à ̈ tale da poter mantenere le estremità delle rotaie allineate; ovviamente i dispositivi 5 e 6 potrebbero trovarsi allineati e l’elemento di collegamento avere asse di sviluppo ortogonale a quello delle rotaie con queste ultime leggermente sfalsate longitudinalmente.
L’elemento di collegamento 7 sarà in generale incernierato al primo e al secondo dispositivo di accoppiamento 5, 6 in maniera tale da poter ruotare relativamente durante la fase di estrazione andando a riallineare le rotaie successivamente estratte come visibile comparando le figure 1A, 1B, 1C.
Al fine di evitare eccessive rotazioni (o rotazioni ulteriori) dell’elemento di collegamento una volta raggiunta la posizione di lavoro allineata sarà possibile prevedere la presenza di una struttura di fermo 40 attiva esclusivamente nella configurazione allineata la quale opera in particolare automaticamente al raggiungimento della configurazione allineata stessa.
In una forma realizzativa esemplificativa mostrata nelle figure da 2 a 9, l’elemento di collegamento à ̈ costituito da una piastra superiore e da una piastra inferiore incernierate in corrispondenza di medesimi assi di rotazione sia al primo dispositivo di accoppiamento 5, sia al secondo dispositivo di accoppiamento 6.
Una volta estratta completamente la prima rotaia 2 dal carro di trasporto, il primo dispositivo di accoppiamento 5 si vincola all’estremità posteriore 2b della stessa ed inizia a trascinare l’elemento di collegamento e quindi il secondo dispositivo di accoppiamento 6 che si trova a sua volta rigidamente vincolato alla rotaia successiva 3.
Durante questa fase l’elemento di collegamento 7 inizia una rotazione tale da portare in allineamento lungo l’asse di sviluppo le rotaie 2 e 3, ovvero dalla configurazione di figura 2 a quella di figura 7.
Al raggiungimento della configurazione di figura 7, una struttura di battuta 56 dell’elemento di collegamento 7 definita da una piastra centrale verticale riceve in battuta un’aletta di fermo 57 portata dalla struttura di supporto 26 del primo dispositivo di accoppiamento che possa evitare rotazioni aggiuntive nella medesima direzione di rotazione che possano provocare disallineamenti o oscillazioni attorno alla posizione di allineamento.
Corrispondentemente il secondo dispositivo di accoppiamento 6 à ̈ dotato di una porzione di battuta 58 (si veda la figura 9) la quale nella medesima configurazione allineata dell’elemento di collegamento 7 e va ad attestarsi alla citata struttura di battuta 56 in corrispondenza di una superficie laterale di quest’ultima, evitando ulteriori rotazioni del secondo dispositivo di accoppiamento 6 che comportino disallineamenti o oscillazioni attorno alla configurazione allineata.
Tale struttura di fermo 40 potrà alternativamente essere costituita da un perno di bloccaggio e da uno spintore elastico che, nella configurazione allineata, andranno ad impegnare una rispettiva sede per eliminare il grado di libertà in rotazione (struttura non illustrata).
Ovviamente il perno potrà essere montato sull’elemento di collegamento o sul rispettivo primo o secondo dispositivo di accoppiamento e la rispettiva sede sull’elemento opposto.
In questo modo, al raggiungimento della configurazione allineata il perno e la sede si trovano anch’essi allineati (in asse) e l’elemento elastico può intervenire per garantire l’inserimento del perno nella sede ed eliminare il grado liberà in rotazione sia rispetto al primo dispositivo di accoppiamento sia rispetto al secondo dispositivo di accoppiamento in questo modo mantenendo la configurazione allineata.
Utilizzando un perno ed un corrispondente spintore per ciascun fianco dell’elemento di collegamento sarà possibile consentire una rotazione relativa dei due dispositivi 5, 6 in senso orario o antiorario a seconda delle esigenze. Tornando ad osservare la figura la, in particolare le ultime due rotaie illustrate si nota come l’attrezzatura possa altresì essere montata in corrispondenza dell’estremità opposta delle rotaie, ovvero la prima rotaia a portare il secondo dispositivo di accoppiamento montato sull’estremità posteriore ed il primo dispositivo di accoppiamento scorrevole potrà essere montato sulla rotaia subito adiacente senza che ci siano sostanziali variazioni di funzionamento dell’ attrezzatura.
Come mostrato poi in figura 17, laddove l’asse di rotazione definito tra l’elemento di collegamento 7 e ciascuno dei dispositivi 5, 6 fosse disposto ortogonalmente rispetto alla configurazione di figura 2, questo consentirebbe il collegamento di due rotaie contenute in piani diversi del carro ed i due dispositivi 5, 6 potrebbero ruotare relativamente in un piano verticale; in questo modo à ̈ consentito lo scarico automatico e collegato delle rotaie 6 e 7 e delle rotaie 12 e 13 di figura 18.
Le forme realizzative sopra descritte raggiungono importanti vantaggi.
Innanzitutto l’attrezzatura può essere montata in fase di carico del carro di trasporto e non richiede l’intervento di operatori durante le fasi di scarico delle rotaie.
Infatti il dispositivo di accoppiamento interviene automaticamente al raggiungimento dell’estremità della rotaia bloccando la stessa e trascinando tramite l’elemento di collegamento ed il secondo dispositivo di bloccaggio e la rotaia successiva sino allo scarico di tutte le rotaie unite.
Il sistema risulta essere esclusivamente meccanico e di semplice concezione e sostanzialmente economico rispetto ai costi in termini di tempo operatore delle corrispondenti operazioni oggi effettuate per lo scarico delle rotaie.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Attrezzatura (1) per il collegamento di rotaie (2, 3) e la movimentazione delle stesse, particolarmente durante lo scarico da un carro di trasporto (4), comprendente; - un primo dispositivo di accoppiamento (5) configurato per impegnare una porzione di una rotaia (2); un secondo dispositivo di accoppiamento (6) configurato per impegnare una porzione di una ulteriore rotaia (3), e - almeno un elemento di collegamento (7) atto a vincolare il primo dispositivo di accoppiamento (5) al secondo dispositivo di accoppiamento (6), caratterizzato dal fatto che almeno detto primo dispositivo di accoppiamento (5) presenta un sistema di guida (50) comprendente ad esempio una sede (8) almeno parzialmente controsagomata ad una sezione trasversale della rotaia (2), detto sistema di guida (50) essendo configurato per consentire uno scorrimento del primo dispositivo di accoppiamento (5) rispetto alla rotaia (2) da un’estremità (2a) all’altra (2b), e dal fatto che comprende inoltre un sistema di bloccaggio (9) del primo dispositivo di accoppiamento (5) alla rotaia (2), detto sistema (9) essendo attivo per bloccare il primo dispositivo (5) alla rotaia (2) almeno quando il primo dispositivo di accoppiamento (5) à ̈ in prossimità di un’estremità libera (2b) della rotaia, detto sistema (9) consentendo lo scorrimento del primo dispositivo (5) sulla rotaia (2) nelle altre posizioni di accoppiamento relativo.
  2. 2. Attrezzatura secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il primo dispositivo di accoppiamento (5) à ̈ configurato per un vincolo a pattino alla rotaia (2) con scorrimento secondo l’asse di sviluppo (14) della rotaia, in particolare il sistema di guida (50) comprendendo un prefissato numero di elementi di accoppiamento per rotazione (51) quali ruote, rotelle, rallini, rulli, atti ad attestarsi a rispettive porzioni della rotaia per determinare un accoppiamento per scorrimento tra il primo dispositivo di accoppiamento (5) e la rotaia (2), in particolare il sistema di guida (50) comprende, su almeno uno ed opzionalmente su entrambi i fianchi della rotaia, due elementi di accoppiamento per rotazione (51) atti ad attestarsi ad una base (12) della rotaia (2) e due elementi di accoppiamento per rotazione (51) atti ad attestarsi ad una testa (13) della rotaia (2).
  3. 3. Attrezzatura secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il sistema di bloccaggio (9) comprende mezzi di attivazione (15) per consentire un’attivazione del sistema di bloccaggio in corrispondenza dell’estremità libera (2b) della rotaia (2) e per mantenere inattivo il sistema di bloccaggio (9) durante lo scorrimento del primo dispositivo di accoppiamento (5) lungo la rotaia (2), i mezzi di attivazione (15) consentendo l’attivazione del sistema di bloccaggio (9) automaticamente al raggiungimento dell’estremità libera (2b) della rotaia (2).
  4. 4. Attrezzatura secondo la rivendicazione precedente, in cui i mezzi di attivazione (15) comprendono almeno un corpo (16, 17), ad esempio un rullino, mobile in corrispondenza e lungo la rotaia (2) durante il moto relativo tra il primo dispositivo di accoppiamento (5) e la rotaia (2), detto corpo mobile (16, 17) essendo mantenuto in una prima posizione di inattività dei mezzi di bloccaggio da detta rotaia, i mezzi di attivazione (15) essendo configurati, ad esempio per gravità e/o mediante un elemento elastico, per spostarsi in una posizione di lavoro dei mezzi di bloccaggio almeno al raggiungimento dell’estremità libera della rotaia (2b) da parte del primo dispositivo di accoppiamento (5), la posizione di inattività del corpo mobile (16, 17) corrispondendo alla condizione inattiva del sistema di bloccaggio (9), la posizione di lavoro del corpo mobile (16, 17) corrispondendo alla condizione attiva del sistema di bloccaggio (9).
  5. 5. Attrezzatura secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il sistema di bloccaggio (9) comprende mezzi di fermo (21) per bloccare selettivamente lo scorrimento relativo longitudinale del primo dispositivo di accoppiamento (5) rispetto alla rotaia (2), i mezzi di fermo (21) essendo configurabili tra una condizione di riposo in cui consentono lo scorrimento ed una condizione di lavoro in cui impediscono lo scorrimento, in particolare, i mezzi di fermo (21) essendo comandati dai mezzi di attivazione (15).
  6. 6. Attrezzatura secondo le rivendicazioni 7 e 11, in cui i mezzi di fermo (21) comprendono almeno una coppia di corpi di serraggio (22, 23) quali corpi a profilo attivo curvi o rallini, destinati, in condizioni d’uso, ad attestarsi ad un’anima (18) della rotaia per impedire un moto di scorrimento tra la rotaia (2) ed il primo dispositivo di accoppiamento (5), almeno in una direzione di estrazione (E) della rotaia (2) dal dispositivo di accoppiamento (5) e comprendono rispettivi elementi di comando (24, 25) per attestare detti corpi di serraggio (22, 23) all’anima (18) della rotaia (2), i mezzi di attivazione (15) essendo attivi su detti elementi di comando (24, 25) dei mezzi di fermo (21) nella condizione inattiva del sistema di bloccaggio per consentire lo scorrimento relativo tra la rotaia (2) ed il primo dispositivo di accoppiamento (5) ed opzionalmente essendo attivi nella condizione attiva del sistema di bloccaggio per impedire lo scorrimento relativo.
  7. 7. Attrezzatura secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il secondo dispositivo di accoppiamento (6) comprende mezzi di bloccaggio (30) per generare una forza di bloccaggio sull’anima (18) della rotaia, in particolare detto secondo dispositivo di accoppiamento (6) essendo configurato per bloccare selettivamente l’attrezzatura ad un’estremità (3a) di detta ulteriore rotaia (3).
  8. 8. Attrezzatura secondo la rivendicazione precedente, in cui il secondo dispositivo di accoppiamento (6) comprende una prima ed una seconda ala (27, 28) interfacciate, accoppiate tra loro e distanziate longitudinalmente per definire una cavità (29) tra le stesse destinata a ricevere un’anima (18) della rotaia, i mezzi di bloccaggio (30) essendo associati ad almeno una di dette ali (27, 28) per generare la forza di bloccaggio sull’anima (18), detti mezzi di bloccaggio (30) consentendo un inserimento dell’anima (18) nella cavità (29) secondo una direzione di accoppiamento (33) ed un verso di inserimento (I) e generando detta forza di bloccaggio in situazione di movimento di estrazione dell’anima (18) secondo un verso di estrazione (E) opposto al verso di inserimento (I) lungo la medesima direzione di accoppiamento (33).
  9. 9. Attrezzatura secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui l’elemento di collegamento (7) à ̈ configurabile tra una posizione di riposo inclinata rispetto al primo ed al secondo dispositivo di accoppiamento (5, 6) ed una posizione di lavoro in cui à ̈ allineato a detto primo e secondo dispositivo di accoppiamento (5, 6) lungo una direzione di sviluppo dell’attrezzatura, l’elemento di collegamento (7) essendo ad esempio incernierato a detto primo e/o a detto secondo dispositivo di accoppiamento (5, 6).
  10. 10. Metodo per il collegamento di rotaie e la movimentazione delle stesse, particolarmente durante lo scarico da un carro di trasporto, comprendente le fasi di: - vincolare un primo dispositivo di accoppiamento (5) a una porzione di una rotaia (2); - vincolare un secondo dispositivo di accoppiamento (6) ad una porzione di una ulteriore rotaia (3), detti primo e secondo dispositivo di accoppiamento (5, 6) essendo vincolati tra loro tramite un elemento di collegamento (7); e estrarre la rotaia (2) dal carro di trasporto (4), il primo dispositivo di accoppiamento (5) scorrendo lungo detta rotaia (2) sino in corrispondenza di una sua estremità (2b) e bloccando lo scorrimento relativo in corrispondenza della stessa estremità, una ulteriore estrazione della rotaia (2) causando la trasmissione di una forza di estrazione, tramite l’elemento di collegamento (7), al secondo dispositivo di accoppiamento (6) ed aH’ulteriore rotaia (3), l’ulteriore rotaia (3) essendo trascinata in estrazione anch’essa.
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