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Roger Federer

tennista svizzero (1981-)

Roger Federer (1981 – vivente), tennista svizzero.

Roger Federer a Wimbledon 2009
Per approfondire, vedi: Citazioni su Roger Federer e Rivalità Federer-Nadal.
  • [Alla domanda "Chi è il tuo giocatore preferito da osservare?"] Mi piace Ríos. Mi piace il suo gioco. Quando gioca bene, è divertente da veder giocare. Perché lui è qualcosa di diverso dal resto.[fonte 1]
  • Uno o due anni fa, non sapevo chi fossi in campo e imprecavo molto. Ma ora ho imparato a reagire e posso vincere 10 partite di fila. Voglio essere ricordato come un buon giocatore, piuttosto che come un idiota sul campo.[fonte 2]
  • Il talento può essere una trappola. La possibilità di scelta può confondere. E quel ch'è più pericoloso è il narcisismo. Ci si compiace del colpo miracoloso, si ricevono applausi, si finisce per giocare per gli altri, per il pubblico. È rischiosissimo.[fonte 3]
  • Lo so che molta gente apprezza il mio gioco perché lo trova fluido, variato, un alternarsi di rotazioni, lift e slice, un tennis a tutto campo, rete inclusa. Ma una varietà simile può essere anche uno svantaggio. Se prendete Hewitt, troverete qualcosa che vi sembrerà l'opposto, un'incredibile presenza atletica, una mentale impossibile da scalfire. Anche quello è un talento, quasi una fede.[fonte 3]
  • Diventavo impaziente, pretendevo troppo, non ero più capace di fare un punto normale, mi nutrivo dell' applauso. Ho avuto bisogno di fermarmi perché stava andando tutto troppo veloce: da campione del mondo juniores, col titolo di categoria a Wimbledon, alle due finali Atp del 2000, e poi sempre più su, più su. Parlando con uno psicologo ho confessato a me stesso che spesso in partita non mi sentivo a mio agio, che mi sentivo stupido e avevo paura del giudizio della gente. Perciò ai cambi campo avevo preso il vezzo di nascondermi il viso sotto un asciugamani. Allora mi sono imposto reazioni più controllate, ho messo a dormire il mio io. Ma poi non mi riconoscevo più, e comunque per esprimere il mio tennis avevo bisogno di quel fuoco.[fonte 4]
  • Ero troppo nervoso perché avvertivo le forti aspettative che c'erano su di me. Quando hai talento tennistico te ne accorgi, ma quando tutti ti ripetono che puoi diventare il più forte, che puoi vincere questo e quello, che fai apparire facili le cose più difficili, che ridicolizzi l'avversario con smorzate e lob, che sei l'erede di Sampras, allora tutte quelle parole fanno il giro completo e ti tornano in faccia, come un boomerang.[fonte 4]
  • Io so che in campo posso fare tante cose diverse, so che posso continuamente cambiare tattica ed effetti, so che posso chiamare a rete il regolarista e fargli giocare il rovescio a una mano nella terra di nessuno, so che posso attaccare e restare sul fondo. Il problema è quando farlo, dosare ogni atto, e non disperdere energie psico-fisiche. Il problema è anche l'esperienza, che impari solo sul campo.[fonte 4]
  • La partita della vita me la giocherei su un duro indoor come a Shanghai, dove puoi giocare qualsiasi tennis. Forse Wimbledon è lo Slam da cui mi attendo di più. Ma sono nato sulla terra rossa. E, comunque, il vero campione alla fine batte tutto e tutti, e io ancora non ce l'ho fatta. Attenti, però: mi sento più forte di un paio d'anni fa. Ora posso rientrare nel match anche se sono in giornata-no e sento il rispetto degli avversari, non solo pacche sulle spalle e tante perplessità.[fonte 4]
  • C'è gente che quando vince non sorride. E c'è gente che dopo avere vinto, non smette di sorridere per settimane. Io sono il genere di persona che lascia scorrere le lacrime.[fonte 5]
  • Marat, gran ragazzo, gran giocatore, gran gioco, uno di quelli coi quali preferisco giocare. Siamo tutti contenti di riaverlo ad alto livello e per questo anche un po' preoccupati...[fonte 6]
  • [Diventando per la prima volta numero 1 dell'ATP ranking] Sono emozionato e contento, anche se non sembra all'esterno. Vivo qualcosa che non si ripeterà più nella mia vita, e voglio tenerla per me, con intensità. Anche perché era un po' che ci andavo dietro e non ci riuscivo. A Montreal avevo sbagliato completamente match, contro Andy [Roddick], tremavo tutto al pensiero della chance che avevo. Quella è stata la sconfitta che più mi ha fatto male, l'anno scorso, anche più del Masters dove pure avevo provato, inutilmente, a diventare numero uno. Stavolta ero molto più rilassato.[fonte 6]
  • Non ho intenzione di iniziare a vantarmi, ma semplicemente, per me il gioco è naturale. Mi sento come se stessi "vivendo il gioco" quando sono là fuori. Percepisco quando qualcuno sta per colpire la palla. So esattamente con che angolo e che effetto la colpirà. Mi sembra semplicemente di averla già vista quella palla, e questo è un enorme vantaggio.
I'm not going to start praising myself, but just for me, the game feels natural. I feel like I'm living the game when I'm out there. I feel when a guy is going to hit the ball. I know exactly with the angles and the spins. I just feel that I've got that figured out, and that is just a huge advantage.[fonte 7]
  • Accetto il ruolo di superstar internazionale. Mi piace essere un idolo dei giovani perché amo rappresentare lo sport in modo corretto e quando vedo colleghi che si comportano male in campo – anch'io l'ho fatto – mi dispiace perché vorrei che il tennis desse solo esempi positivi.[fonte 8]
  • Amo questo sport, che è artistico e insieme atletico, e l'amerò anche quando smetterò. E poi adoro il pubblico attorno.[fonte 8]
 
Roger Federer
  • Il tennis è uno sport molto impegnativo, la stagione è lunga, non c'è tanta vacanza. Non sai mai quando sarà il tuo ultimo torneo, basta un infortunio e la carriera è finita. Perciò vivo con gioia ogni vittoria, anche se ovviamente cerco di stare al vertice il più possibile, di vincere più Slam possibili, di rimanere numero uno il più a lungo possibile.[fonte 8]
  • Ora come ora non riesco a vedere dove dovrei migliorare, mi sembra che tutto funzioni a meraviglia.[fonte 9]
  • Ho sempre avuto un rapporto speciale con quel torneo. È lo Slam più importante e ha giocato un ruolo determinante nella mia ascesa al vertice della classifica. Nel 2001, negli ottavi, sconfissi Sampras sul centrale 7-5 al quinto set: quel successo mi diede la convinzione di poter essere competitivo contro chiunque. Mi sono sempre piaciuti l'atmosfera di Wimbledon, le sue tradizioni e il suo stile un po' snob.[fonte 10]
  • Sono un maledetto perfezionista: non mi accontento mai. Alcuni dei miei colpi vengono da sé, ma dietro ad altri c'è moltissimo lavoro.[fonte 10]
  • [Su Safin dopo la semifinale[1] dell'Australian Open 2005] Gran servizio e gran gioco, quando gli occorre una gran prima la mette dentro, non fa doppi falli e risponde bene, è uno dei migliori giocatori del mondo.[fonte 11]
  • [Dopo la stessa semifinale[1]] Ho avuto le mie chance, ma lui non me le ha lasciate prendere, la sconfitta dispiace ancor di più quando si ha avuto il match point, ma ha vinto il migliore.[fonte 11]
  • Che impressione, guardando giornali e foto da spettatore capisco pian pianino cosa ho fatto e cerco di memorizzarlo. Mai pensato all'imbattibilità e ai record, ancora adesso io cerco solo di perdere il meno possibile perché quando ero più giovane ho perso troppi match che avrei dovuto vincere.[fonte 12]
  • Mi piace giocare contro coloro che mi hanno battuto in passato, soprattutto all'inizio della mia carriera, mi piace provare a recuperarli.
I like to play against guys who have beaten me, especially early in the career, try to get them back.[fonte 13]
  • Mi piacerebbe essere amato, da tutti gli appassionati di tennis del mondo. L'anno scorso mi sembrava quasi che la gente sperasse che perdessi, perché vincevo troppo. Ora ho cambiato idea. Forse perdere con Safin in Australia, lottando, lottando, ha dimostrato che sono umano. E a Parigi, quando ho perso ho sentito che la gente era con me. E il mio modo di vedere il tennis cambia se sento che la gente mi ama.[fonte 14]
  • Laver me l'aspettavo proprio così: una grande persona, un grande uomo. E per me è stato un grande onore incontrarlo. Spero di ripetere l'esperienza. Abbiamo parlato un po' di tutto. Non lo dimenticherò mai. [fonte 15]
  • [Sul pubblico degli US Open] La gente è così vicina, sei così a contatto con la folla, lo stadio è più grande e può diventare molto rumoroso. Prima della fine, succede sempre qualcosa. E poi c'è la musica nei break, c'è un'elettricità nell'aria che non trovi in nessun altro torneo, e ancor meno in uno Slam. Puoi allenarti contro tanti pericoli, anche mentalmente, ma qui, dagli spettatori, non sai mai cosa aspettarti.[fonte 16]
  • Abbiamo molto in comune, dalla relazione col successo alla forza mentale alla combinazione di talento e abilità per fare i colpi giusti al momento giusto. Tennis e golf sono diversi ma hanno molte similitudini e Tiger e io siamo paragonati sempre più spesso. Vincere si può, ripetersi con costanza e al top impressiona davvero tutti. Tiger sapeva come mi ero sentito in campo, come è a volte sentirsi invincibili e capire che niente potrà più essere sbagliato. Gli ho anche passato al telefono i miei genitori, che erano buoni golfisti. Ma averlo lì in tribuna mi ha messo una pressione extra: volevo giocar bene e sono partito a razzo.[fonte 17]
  • Da giovane ero un po' pigro nell'allenamento altrimenti avrei raggiunto prima il successo. Guardavo i grandi e mi chiedevo come resistessero così a lungo in alto. Ora che sono nella stessa posizione ho la risposta: perché questo è quello che amo, voglio dimostrare a me stesso che posso farlo ancora e ancora. E non può mai essere abbastanza finché non sono finito.[fonte 17]
  • Da piccolo la gente diceva di me che avevo talento, ma che non c'ero con la testa, che non mi allenavo. Ero arrivato ad un bivio, dovevo scegliere se prendere la strada del talento o quella del lavoro. Ho scelto la seconda. Ora quando inizio uno Slam sono preparato, so che colpi devo giocare. Nei momenti decisivi è l'istinto che prende il sopravvento, ma non è un caso se alla fine vinco io.[fonte 18]
  • Tutti dicono che sono il più forte del mondo, ma io ho bisogno di Mirka per essere il più forte.[fonte 19]
  • Questa è stata sicuramente una delle migliori partite che abbia mai giocato, ho avuta una di quelle giornate in cui tutto funziona correttamente, ero imbattibile. È semplicemente irreale. Stavo giocando fuori dalla mia mente. Sono scioccato di me stesso.
This was definitely one of my best matches I ever played, I had one of these days when everything just worked, I was unbeatable. It's just unreal. I was playing out of my mind. I am shocked myself.[fonte 20]
  • [Dopo aver sconfitto nettamente Roddick] Questo è semplicemente uno di quei giorni da dimenticare per lui e uno di quelli da ricordare per me.
It was just one of those days for him to forget and me to remember.[fonte 20]
  • Sono molto felice per come stanno andando le cose. Sono molto orgoglioso dei miei risultati e del modo in cui gestisco le cose. Sto dicendo che è dura. Tutte queste interviste, tutti questi viaggi. La vita non è sempre semplice. Ma è una vita fantastica e non la cambierei per nulla al mondo.
I'm so happy the way things are going. I'm so proud of all my results and the way I kind of handled things. I mean, it's tough. All these interviews, all this traveling. Life's not always easy. But it's a great life, and I wouldn't exchange it for anything.[fonte 20]
  • C'è stato un tempo in cui credevo fosse tutta una questione di tecnica e tattica. Eppure, ogni partita è diventata piuttosto una questione mentale e certo, anche fisica – cerco di forzarmi a muovermi nella maniera giusta, a non cadere in agitazione e restare positivo. Credo si tratti in assoluto del miglioramento principale di questi ultimi anni. Perché oggi, persino quando sono sotto pressione, riesco a rimanere lucido.[fonte 21]
  • Mi piacerebbe essere Lenny Kravitz, il cantante, l'ho visto dal vivo a Parigi e il rapporto col pubblico mi ha sconvolto. E vorrei provare la sensazione di un calciatore in uno stadio.[fonte 22]
 
Federer alle Olimpiadi di Pechino 2008
  • Più volte sono stato paragonato a questo o a quel campione, o mi sono chiesto come faceva questo o come aveva fatto quello... Campioni di altri sport, che non conosco. Ho chiesto, per esempio, a Tiger com'è stato per lui nel golf e ho visto che molte cose, molte sensazioni, sono simili. Lui sa come ci si sente in gara e mi ha trasmesso un'esperienza nuova: qualcun altro sa cosa vuol dire sentirsi, a tratti, invincibili e poi avere la sensazione che non funziona più nulla.[fonte 22]
  • Lo sport ha occupato sempre un posto importante nella mia vita. Tiene unite le persone e così diventa anche più facile parlare di argomenti come l'HIV. Lo sport infatti ti spinge ad andare avanti nella vita ed è importante parlare insieme se si sta giocando uno sport di squadra.
Sports have always been a great part of my life. It brings people together, so it's easier to talk about a subject like HIV, sport inspires you to move on in life, and it's important to speak together if you're playing a team sport.[fonte 23]
  • Ho creato un mostro, perché tutti si aspettano che io vinca sempre.[fonte 24]
  • [Su Nadal] È un tennista migliore di quello che la gente pensa: per me è unico, non solo perché è mancino ed è tanto fisico. Mi piace.[fonte 25]
  • Fra i coach che ho avuto, Carter mi ha insegnato di più come tecnica, Lundgren come professionismo, e Roche come gioco d'attacco e duro lavoro in allenamento.[fonte 25]
  • Oggi, con queste superfici sempre più lente, devi stare sul fondo, non puoi andare sempre avanti, su prima e seconda di servizio. C'è sempre meno gente che fa una buona volée, ma non è vero che il gioco è meno veloce. Chi ci guarda capisce quanto poco tempo abbiamo per recuperare la posizione e colpire la palla. Oggi il bello del tennis è che tutti i più forti giocano bene su tutti i campi.[fonte 25]
  • Chiunque creda che dopo 55 titoli vinti io non senta più emozioni, si sbaglia totalmente.[fonte 26]
  • Non sottovaluto più nessuno. L'ho fatto in passato: qui ad Halle, per esempio, persi in semifinale da Michael Chang. Pensavo: "Non puoi perdere da Chang sull'erba".[fonte 26]
  • Nadal merita rispetto. Ha avuto il suo miglior inizio di stagione, è stato fenomenale, come sempre, sulla terra, e sta giocando costantemente bene su tutte le superfici, per cui è una seria minaccia. Gran combattente, ha un bilancio favorevole con me, la sfida mi stimola.[fonte 27]
  • [Dopo Wimbledon 2008] La cosa che più mi ha annoiato, dopo Wimbledon, è stata la gente che mi proponeva un supporto psicologico. Ne ho avuto uno da junior e ho capito che alla fine devi aiutarti da solo.[fonte 28]
  • Conoscevo Federico dall'età di 15 anni. Era un giocatore che divertiva il pubblico. Vederlo mi affascinava. Non l'ho mai incontrato nel circuito ma lo ricorderò sempre come un tipo simpatico e divertente.[fonte 29]
  • [Dopo aver vinto il Roland Garros 2009] È la vittoria più bella di sempre! Non ho più pressione addosso, finalmente ho vinto il Roland Garros. Non so nemmeno io se merito il calore del pubblico.[fonte 30]
  • [Rispondendo alla domanda: "Perché hai dovuto aspettare 27 anni per vincere il Roland Garros?"] Non ho dovuto aspettare 27 anni, perché 27 anni fa ero appena nato e i miei genitori non mi chiedevano questo minacciandomi di mandarmi in orfanotrofio altrimenti.[fonte 31]
  • Con il passare degli anni, accarezzo sempre più l'idea di giocare contro le generazioni future giocando con la storia.[fonte 32]
  • [Dopo aver vinto Wimbledon 2009] È incredibile, il tennis è pazzesco, quest'anno per me è stato un anno meraviglioso. Mi dispiace per Roddick che ha giocato un match incredibile. So cosa vuole dire perdere una finale del genere perché lo scorso anno è capitato anche a me[2]. Nel tennis purtroppo vince uno solo e io sono stato sul lato fortunato.[fonte 33]
  • [Sul tennis] È uno sport crudele. Ti trascina per cinque lunghi set in una finale e poi ti lascia sconfitto.[fonte 34]
  • [Su David Foster Wallace] Artisti come lui hanno ideali di un livello troppo alto, che spesso non reggono, purtroppo, il confronto con la vita. Lui ha scritto un saggio meraviglioso su di me. Anche grazie a lui il mondo è per me un posto migliore.[fonte 35]
  • [Su David Foster Wallace] Ho fatto con lui a Wimbledon un'intervista di mezz'ora, una delle più strane che abbia mai fatto. Mentre me ne andavo ero lì che mi chiedevo ancora di cosa avessimo parlato. Mi ha molto colpito il suo suicidio.[fonte 35]
  • In realtà, penso che si possa vivere anche senza Roger Federer. Il tennis è più grande del tennista.[fonte 35]
  • Mi piacerebbe uno sport senza doping, ma è un'illusione. C'è tanto denaro in ballo, questo spinge la gente a doparsi. Sono convinto che nel tennis il doping non serva. Solo una minoranza pensa il contrario. Noi possiamo essere sottoposti ai controlli in qualsiasi momento e credo sia la cosa giusta da fare. Preferisco sapere che sto giocando contro un avversario pulito. Purtroppo non è sempre così.[fonte 35]
  • Ho sempre saputo di avere molto talento, sentivo di avere qualcosa di speciale, ma non sapevo che era così... folle. Ho dovuto lavorare molto duro per poter tirar fuori in partita il colpo giusto al momento giusto. Sapevo di averlo nelle mani, la domanda era se ce l'avevo anche nella testa e nelle gambe. E anche nel gioco di piedi, che, nel tennis, soprattutto oggi, è la cosa più importante. Perché il gioco è sempre più fisico, soprattutto da fondo, e ci si sposta molto e spesso e veloce da lato a lato del campo.[fonte 36]
 
Federer al servizio
  • Il mio gioco non è così dispendioso come quello degli altri, certo, devo allenarmi, devo fare estrema attenzione a non farmi male, ed è così da 10 anni, settimana dopo settimana. Sono un professionista. Ma so anche prendermi i miei spazi, so che il tennis non è tutto nella vita, e questo mi ha aiutato a superare le varie fasi della mia esistenza. Perché sto facendo davvero un viaggio incredibile, vediamo quando finisce, speriamo non succeda subito. Ma potrebbe anche accadere. Me lo dico sempre, dopo ogni vittoria: "Potrebbe essere l'ultima, potrebbe finire tutto proprio qui".[fonte 36]
  • In realtà, quando sono arrivato io sul Tour, nel '99, era diverso. Non si andava già più tanto a rete perché si tiravano già più passanti che volée e si copriva già molto di più il campo in orizzontale che in verticale. Però io ho imparato il gioco classico, e quando mi occorre, a rete ci vado, e questo, nei momenti più delicati e importanti, è un vantaggio che ho sugli avversari.[fonte 36]
  • [Dopo l'Australian Open 2010] Io sapevo che qui, l'anno scorso, anche se avevo perso in finale da Rafa, avevo giocato una delle mie migliori partite, considerando i problemi alla schiena. Ma, dopo che ho vinto Parigi e poi, a Wimbledon, ho superato il record degli Slam di Sampras, mi sono liberato da tutte le domande scomode. E ora gioco completamente rilassato: ho ottenuto quello che non pensavo che fosse possibile, fino alla fine della carriera cercherò di godermi il Tour.[fonte 36]
  • Questi ragazzi servono bene e non hanno punti deboli evidenti, come succedeva alla generazione immediatamente prima. Li ringrazio perché mi hanno fatto diventare un giocatore migliore. Le nuove generazioni mi hanno spinto sempre più forte, di 5 anni in 5 anni, cambia di nuovo tanto.[fonte 36]
  • Tutto è cominciato quando mi sono sentito di nuovo bene, di fisico, di schiena, di movimenti. In allenamento, non avevo mai dato tanto significato al tennis, tanto poi la partita è un'altra cosa. Ma a fine 2007, quando giocavo il miglior tennis della mia vita, mi sono fatto male. Proprio quando mi veniva tutto facilissimo e mi stupivo di me stesso. Allora ho capito, e ho aspettato che quella sensazione mi tornasse in allenamento. Be', è tornata. E sono enormemente sollevato: ho ricominciato a giocare il mio tennis migliore. Ho riprovato sensazioni straordinarie: contro Davydenko e Tsonga, sentivo che non avevo una sola opzione, che non ero forzato a fare una sola cosa, potevo scegliere. Che bello.[fonte 36]
  • Tiger è un mio buon amico, è stata dura seguire tutto quello che gli è accaduto negli ultimi tre mesi, fino alle sue scuse. Sono certo che ora stia andando in una direzione migliore, il peggio è passato.[fonte 37]
  • Ho voglia di rivedere il mio amico Francesco Totti, visto che non risponde ai miei SMS. Anche se fa le pubblicità in inglese, lui in realtà non sa parlarlo, e su questa cosa lo prenderò in giro molto...[fonte 38]
  • Io sapevo solo che impatto, velocità, colpo e tutto erano perfetti, che mi era proprio piaciuto quando la palla si era allontanata e che l'avevo colpita bassa, dandole ancor più forza[3]. Ma non ho fatto in tempo a vedere esattamente dov'era finita, la risposta me l'ha data la gente. Quando mi sono girato, ero io il primo che non riusciva a credere che il colpo era finito nell'angolo. E l'ovazione è stata fantastica: la gente è impazzita, come me.[fonte 39]
  • [Sull'incontro con Maradona] Sembrava quasi più eccitato lui di conoscere me che io di conoscere lui. E io ero molto eccitato.[fonte 40]
  • Vorrei che le bambine si tenessero il più a lungo possibile l'adolescenza. Senza fretta. Invece di correre dietro alla tecnologia. E che praticassero sport, ma perché fa bene, senza aspettative particolari. Imparando a perdere, prima di vincere.[fonte 41]
  • [Sul gioco d'anticipo] Penso sia una dote con cui si nasce, soprattutto se giochi a tennis dalla tenera età. Ho sempre pensato che Martina Hingis fosse una grande anticipatrice in grado di capire prima dove sarebbe andata la palla. Non penso che basti oggi, bisogna essere molto atletici ed esplosivi. C'è bisogno di fare un passo successivo per andare a cercare la palla e colpirla. Penso ci sia bisogno di molti aspetti: ormai si gioca un tennis molto fisico. Ma sono contento di giocare in questa era tennistica.[fonte 42]
  • Mi piace pensare che se non fossi riuscito nella carriera di tennista avrei potuto fare il calciatore.[fonte 43]
  • È per questo che amo tanto questo sport, e che il tennis funziona così bene in televisione. Per questo è così palpitante vissuto dal vivo, perché gli stadi non sono immensi, c'è dell'atmosfera, c'è tanta gente ma è insieme intimo. Gli spettatori vedono bene i giocatori, le loro espressioni, sentono tutti i piccoli rumori, c'è questa dimensione del combattimento uno contro uno come nel pugilato, ma a distanza. Poi c'è, come nella boxe, la stretta di mano, come nel pugilato, un modo rispettoso per dire: "Bella partita, ho apprezzato che mi abbia fatto giocare bene. Grazie a te ho potuto esprimermi al meglio".[fonte 44]
  • Ho iniziato a pensare al fatto di smettere di giocare a tennis quattro anni fa ormai. Dopo tutto quello che ho fatto, potrei lasciare questo sport con la coscienza tranquilla. Quando è finita, è finita! Sono fiero della mia carriera e so che dopo il tennis avrò ancora tanti anni da vivere, spero, tanti obiettivi da raggiungere, in seno alla mia fondazione e in tanti altri campi, che la fine non mi mette certo paura. Soprattutto avrò più tempo da dedicare alla mia famiglia.[fonte 44]
  • Non vado in campo per accumulare il più gran numero di vittorie possibili. Mi piace trovare soluzioni ai nuovi problemi. Rende tutto più divertente. Sarebbe triste, se ripensi ai tuoi sogni di bambino, vivere la vita del giocatore di tennis in maniera totalmente routinaria. Perché si tratta di un rimettersi in gioco ogni giorno. Ora, quando vengo ad allenarmi alle otto di mattina, sono contento. Può funzionare o no, ma almeno cerco di fare del mio meglio. Di colpo, se le cose vanno, mi sento mentalmente più forte.[fonte 44]
  • Sfida è quando vuoi riuscire in qualcosa per la prima volta. Una volta che l'hai fatto, giochi per il piacere di essere il migliore nel tuo lavoro e di guadagnare, ma non hai più niente da dimostrare. Quello che cambia quando superi l'ultimo step e ti avvicini alla parte finale della carriera è che, in fin dei conti, non ti puoi accontentare. I dubbi sulle mie capacità aumentano in relazione alle mie sconfitte. Vuoi provare al mondo, e te stesso, che puoi ancora vincere degli Slam e per questo devi battere Rafa e Djoko, ma anche Murray perché è capace di vincere contro noi tre.[fonte 44]
  • Ho ricevuto tanti complimenti durante la mia carriera e, quindi, ad un certo punto, quando la gente dice delle cose piuttosto negative su di me, be', può essere normale, si può dire che ha il diritto di farlo.[fonte 45]
  • [Sul pubblico parigino] La gente qui mi ama come fossi uno di loro: non parlo così bene il francese, ma forse piace come mi batto e cerco di dare il meglio, eppoi hanno apprezzato la fatica che ho fatto per vincere il Roland Garros.[fonte 46]
  • È sempre possibile migliorare la tecnica. Prendete il mio rovescio: ogni tanto si perde e i miei avversari ormai si concentrano su quel colpo. Per questo continuo a lavorarci sodo.[fonte 47]
  • Non è facile rimanere al top per tanto tempo e tutti abbiamo alti e bassi. Però io continuo ad amare quello che faccio, quando mi sveglio al mattino non mi chiedo mai come sarebbe la mia quotidianità senza il tennis. Certo, questa vita richiede sacrifici, tutti i giorni ti devi sforzare di dare il meglio e non è facile, ma quando vinci tornei come questo e vedi le facce soddisfatte di tua moglie, dei tuoi amici, capisci che è qualcosa di molto eccitante.[fonte 47]
  • A volte ho dei dubbi su come i giocatori al di fuori della Top 50 gestiscano la loro programmazione. A volte è importante impostare la propria programmazione in modo da poter essere al top nei tornei giusti. Se guardi ai top player loro sanno quando vogliono essere al massimo. E non necessariamente deve essere un Grande Slam, può anche essere un qualcosa di personale come il torneo di casa. Qualche volta questo manca ai giocatori di bassa classifica. Penso non si prendano sufficienti settimane di riposo. Perché ritengono che la prossima settimana possa essere quella della svolta. Che qualcosa possa accadere. So che è difficile da capire per alcuni, ma credo fermamente che sia necessario prendersi delle pause per recuperare, andare in vacanza, partire e riporre la racchetta nell'armadio e rilassarsi sulla spiaggia cercando di trarne ispirazione per quando tornerai e ti allenerai duramente per rientrare a competere. Allora potrai realmente giocare.[fonte 48]
  • Ricordo la partita[4] molto bene. È stata una delle migliori partite che abbia mai giocato. Era a fine stagione, e fu veramente bello coronare in quel modo una splendida annata. Fui in grado di tirare rovesci da ogni angolo del campo ed ogni qualvolta lo volessi e mi muovevo quasi come se stessi pattinando sul campo. È stata una delle grandi partite.[fonte 48]
  • Spero di essere servito da ispirazione per questa generazione o per quelle a venire, Pete ha iniziato a servire una grande seconda palla, e la gente non pensava fosse possibile colpire a 110 o 120 miglia all'ora il secondo servizio. E poi Goran, Krajicek, Rosset e Philippoussis hanno iniziato ad imitarlo. Spero di essere stato in grado anch'io di creare qualcos'altro. Cosa, non lo so. Sta agli altri giudicare.[fonte 48]
 
Federer con la moglie Mirka
  • [Su Martina Hingis in vista di Londra 2012] È stato un po' spiacevole per lei perché tutto a un tratto si è trovata sotto pressione e la gente voleva informazioni che lei non aveva. Per me era l'unica giocatrice con cui avrei potuto giocare il doppio misto alle Olimpiadi. So che sarebbe stato duro per me giocare così tanti match. Volevo sapere se se la sentisse. Ma lei mi ha detto che avrei dovuto concentrarmi sul singolare e sulla difesa del titolo di doppio. In pratica ha preso la decisione al posto mio, è stata molto gentile.[fonte 49]
  • [Su Nadal] Abbiamo giocato delle buone partite negli anni. Mi piace giocargli contro. Anche al pubblico piace. Ci rispettiamo. Penso possa essere d'esempio per le future generazioni e per i colleghi. Penso che il nostro gioco in qualche modo si complementi: ho sempre pensato che lui giochi un po' meglio contro di me che contro gli altri, e questo per lui è un bene.[fonte 50]
  • Non è facile, soprattutto sul piano mentale, e combattere i tuoi demoni è dura. Quando ero più giovane ho dovuto sconfiggerne parecchi. Avevo paura dell'ignoto e mi facevo continue domande come "Quanta fiducia hai in te stesso?", "Stai facendo le cose giuste?". Gestire troppe domande senza risposta non è semplice, soprattutto se ti porti dietro la stanchezza, la pressione, i viaggi. Credo però che se lavori duro, e sei intelligente abbastanza da saperti programmare e scegliere le pause, i risultati verranno.[fonte 51]
  • Dieci, quindici anni di tennis sono pesanti e quando invecchi ogni anno ti sembra doppio. Spesso il mattino è il presentimento del nostro destino, conosco bene i dolori di cui parla Agassi. La spalla, la schiena... Ho bisogno di essere curato, di dormire bene, di mangiare sano. Sa, ho pianto molto in tutti questi anni, ma non ho mai sofferto di depressione. Mai finito in un buco, dentro un pozzo. I match che ricordo più volentieri sono quelli che stavo perdendo e sono stato capace di ribaltare.[fonte 52]
  • Sono contento, equilibrato, realista. Non dimentichi che sono svizzero, quindi poco propenso a viaggiare con la mente verso pianeti lontani. Se devo stilare una classifica della felicità, metto tre momenti, in ordine temporale: la prima vittoria a Wimbledon, il matrimonio con Mirka e la nascita delle mie figlie, gemelle, una sensazione meravigliosa e bizzarra.[fonte 52]
  • La paternità non ti cambia, ti aggiunge qualcosa, anche fisicamente. Con Charlene e Myla faccio cose che non ho mai fatto o che avevo dimenticato: gettare un sasso nell'acqua, andare allo zoo, tenere in braccio una calda parte di te.[fonte 52]
  • Le vittorie ti dicono sempre la verità. Certificano se sei bravo o no. Sono orgoglioso di essere stato il migliore al mondo in qualche cosa, in un mestiere. La gente mi ammira, tutti ascoltano quello che ho da dire, osservano e giudicano ciò che faccio. Con gli anni ho capito che se hai preso tanto qualcosa devi restituire.[fonte 52]
  • Mi piace vedermi giocare, sentirmi giocare, mi sento felice come quando da bambino ho tirato i primi colpi belli con una racchetta e la racchetta mi pareva il prolungamento del mio corpo. Mi riconosco nella definizione di giocatore classico e moderno. Nel tennis ci sono tre colpi fondamentali: battuta, dritto, rovescio. Se li hai tutti puoi stare in campo anche se quel giorno due non ti funzionano, ma se ti molla anche il terzo è il disastro.[fonte 52]
  • Un tempo il montepremi di un torneo era di cento franchi o un voucher per il pranzo, oggi il circuito si è trasformato in un enorme business. Dobbiamo ringraziare chi è venuto prima di noi, sono stati loro a consentirci di realizzare un sogno incredibile.[fonte 52]
  • Non c'è un momento giusto per decidere di ritirarsi ma bisogna essere felice della scelta che si fa. Io sono contento per Andy perché è quello che voleva. Ha avuto una carriera incredibile. Qualcuno si aspettava qualche titolo in più ma penso che sia comunque contento della carriera che ha fatto. Forse gli manca solo il titolo ai Championship's ma per me rimane un campione di Wimbledon ed un ambasciatore eccezionale del tennis. Non è stato facile per lui succedere nell'immaginario collettivo a tanti straordinari giocatori come Agassi e Sampras, Courier, Chang, Connors, McEnroe ma ha dato tutto quello che aveva.[fonte 53]
  • Ho appena sentito che 15 anni fa, il 22 settembre 1997, sono entrato per la prima volta nel ranking ATP, al numero 803, con 12 punti. Eccomi pronto per i prossimi 15.[fonte 54]
  • [Sul suo ruolo nell'ATP Player Council] Non sono mai scappato dalle decisioni nella mia vita e se potevo con il mio nome dare un contributo, non mi sono mai tirato indietro. Certo c'è più stampa che ti segue, ti esponi tanto nei confronti dei colleghi, e specie quando sai che devi giocare e fare bene, sembri lontano dai loro problemi, ti possono contestare, e non è facile. Ma ora che mi sono fatto le ossa, comincia a piacermi questo ruolo, soprattutto se tanti amici e colleghi mi sostengono e vedono che le nostre scelte sono giuste.[fonte 55]
  • Mi sono davvero divertito in questi anni, quando vincevo 90 partite l'anno e ne perdevo 3 o 4. Chiaramente vorrei riviverli ancora, ed è per questo che mi alleno così tanto. Non posso iniziare una stagione o un torneo pensando che non potrà mai più accadere di nuovo. Mi sento abbastanza forte come giocatore e cerco di affrontare ogni match pensando di battere chiunque, ovunque possibile, e non solo negli slam. [...] Ci sono meno teenager di quelli che ero abituato a vedere, e questo permette alla nostra generazione di avere più successo.[fonte 56]
  • [Sulla rivalità con Nadal] Non ci sarà mai una rivalità come la nostra. Neanche quella tra Borg e McEnroe è a quel livello, anche se entrambi avevano grande personalità e uno era destro e l'altro mancino. Murray e Djokovic sono molto simili. Io e Rafa siamo opposti in tutto e questo ha spinto molto i tifosi a schierarsi per uno di noi due.[fonte 57]
  • Ogni giocatore ha il suo stile le sue idee con cui confrontarsi. Io ascolto volentieri. Ero sempre contento di ricevere gli input dei miei precedenti allenatori. Ma sono io che alla fine devo mettere in pratica le cose. Col mio tipo di tennis posso scegliere di giocare come preferisco, non solo a rete ma anche da dietro. Per questo motivo penso che sono un tennista piuttosto interessante da allenare.[fonte 58]
  • [...] di certo io non sarò mai in grado di poter giocare le volée esattamente come le sa fare lui. Lui ha trascorso tutta la sua vita tennistica a rete, andando sempre all'attacco. E così ha raggiunto tutti i suoi successi. Io ho incontrato negli scorsi anni varie volte Edberg e non sono mai rimasto deluso dai nostri incontri. Stefan si comporta sempre molto bene, ha un approccio sempre positivo, direi gioioso, alla vita. Questo per me è molto importante.[fonte 58]
  • Guardare una partita è una sofferenza maggiore rispetto al giocarla in prima persona. Quando sono io ad avere la racchetta in mano mi sento meno vulnerabile. Ecco perché tante persone hanno paura di prendere l'aereo: perché non puoi fare nulla una volta in volo. Ci sono però anche momenti meno snervanti in cui sono contento di mettermi davanti alla tv e godermi lo spettacolo.[fonte 59]
  • Credo fermamente che nel tennis la fortuna aiuta chi crea più opportunità, infatti non si giocano più match dove il risultato viene deciso da un unico, singolo colpo.[fonte 60]
 
Roger Federer al Roland Garros del 2015
  • [Sull'Australian Open] È rilassato. La città è più piccola in confronto alle altre tre. Qui è facile girare. Tutto è abbastanza comodo. È molto ben organizzato. Con questo non voglio dire che gli altri Slam non lo siano. Ma qui l'atmosfera è molto bella e rilassata e ti aiutano tanto.[fonte 61]
  • Credo che la cosa più importante nel prendere rischi sia che tu creda in quello che stai facendo, che ti impegni al 100%. Un impegno dell'80% non è sufficiente. Se stai correndo verso la palla o cercando di colpire in anticipo, se hai un attimo di dubbio quello non è il modo giusto di giocare, sbaglieresti ogni volta. Devi solo crederci e visualizzare prima cosa sta per succedere. Vedi il colpo nella tua mente prima di farlo e così hai più chance di farlo nella maniera giusta. Penso sia il modo giusto di prendere rischi.[fonte 62]
  • Per anni, la gente è rimasta meravigliata quando mi trovavo a perdere un set. Sembrava quasi, per i giornalisti, che non avessi più il diritto di perdere una partita. Raggiungevo la finale? Non andava bene. La semifinale? Non ne parliamo nemmeno. Un quarto di finale? Era come se avessi perso al primo turno. Era tutto diventato davvero estremo.[fonte 63]
  • Bisogna investire di più nella lotta al doping. Con tutti i soldi che girano nello sport, si potrebbe pensare che ci siano più fondi per i programmi antidoping. A me piacerebbe fosse così, senza dubbio, soprattutto fra la fine di una stagione e l'inizio di quella successiva che è quando ci si allena di più. La strada migliore sarebbe poi quella di essere sottoposti a controlli a ogni quarto di finale disputato, specie nei tornei che mettono in palio tanti punti e ricchi montepremi, giocatori e tifosi sarebbero contenti.[fonte 64]
  • [Sugli Australian Open] Io amo l'Australia per quello che è, amo la gente di qui, ti dà un supporto incredibile. In un certo senso è come se fosse la casa di questo sport. E sarà bello tornare sulla Rod Laver Arena, giocare del buon tennis e divertirsi.[fonte 65]
  • Io sono un giocatore, amo i grandi palcoscenici, mi piace uscire là fuori e vedere cosa succede sul campo.[fonte 65]
  • Credo che anche in futuro vedremo comunque prevalentemente più giocatori col rovescio a due mani, è così che insegnerei ai miei figli a giocare a tennis. È più "facile", più affidabile, poiché puoi giocare bene anche da una posizione precaria. Certo vedere giocatori come Gasquet e Stan è bello da vedere, tanto più se c'è potenza e talento allo stesso tempo.[fonte 66]
  • Non è il mio![5][fonte 67]
  • La fine è più vicina che mai, è normale. Ma quando sarà, non lo so. Non voglio avere piani concreti. Una cosa è certa: la vita rimarrà interessante e divertente, soprattutto coi miei quattro figli. Ma più crescono, più la questione diventa seria, soprattutto con la scuola. Non vedo l'ora, sono curioso.[fonte 68]
  • [«Lei che è considerato l'eleganza fatta a persona, cosa ritiene elegante?»] Credo che nell'immaginario che mi accompagna abbia un ruolo chiave il rovescio a una mano. Elegante, per me, è cercare di essere educato in campo e nella vita, con l'avversario e con i miei figli. Elegante è incarnare il tennis nel modo giusto ed essere considerato il ponte tra la vecchia e la nuova generazione di tennisti.[fonte 69]
  • Mi piace paragonarmi a un musicista in tournée. Vado dove il pubblico mi vuole. E, a differenza dei calciatori, ricevo solo applausi: è difficile sentire fischiare un tennista. Per non parlare dei buuu razzisti, che da noi non esistono. C'è un'etichetta che sopravvive, per fortuna. Sono fortunato: a queste condizioni è più facile creare empatia con la gente. E quando sono arrabbiato o demoralizzato ho la mia faccia da poker, rodata negli anni, da indossare in campo.[fonte 69]
  • [Sulle domande circa il possibile ritiro] Oggi non mi fanno effetto. Penso fosse più strano dieci anni fa. Avevo appena vinto il Roland Garros e già mi chiedevano del ritiro. E io dicevo: "Cosa? Ho soltanto 28 anni!". Credevo avrei giocato almeno fino a 32-33 anni... Ed è andata così per gli anni successivi. Ora sembra che in ogni intervista debbano farmi questa domanda. Perché potrebbe essere che proprio in quel momento io decida di annunciarlo. I giornalisti ci sperano. Ma non lo so nemmeno io, davvero.[fonte 70]
 
Federer all'Australian Open nel 2020
  • Penso di sentirmi completo. Ho perso il mio ultimo match di singolare. Ho perso la mia ultima partita di doppio. Ho perso la voce urlando e sostenendo la squadra. Ho perso l'ultima volta in un contesto di squadra. Ho perso il mio lavoro, ma sono molto felice. Sto bene. Questa è la parte davvero ironica della faccenda, tutti pensano a dei finali fiabeschi felici. E alla fine per me, in realtà, è finita per essere proprio così, con questo tipo di finale: in un modo che mai avrei pensato sarebbe potuto accadere.[fonte 71]
  • Nessuno ha bisogno di giocare come me, [...]. La gente pensava anche che avrei giocato come Pete Sampras, una volta battuto, e non l'ho fatto. Penso che ognuno debba essere la propria versione di se stesso. E non una copia, anche se copiare è il più grande segno di adulazione.[fonte 71]
  • Non sono una persona che fa molti discorsi come questo. Forse il discorso peggiore, ma un discorso importante, è stato quando ho esordito nella squadra nazionale svizzera. Avevo diciassette anni ed ero così nervoso che non riuscii a dire più di quattro parole: "Felice... di... essere... qui".[fonte 72]
  • C'è un'altra ragione per cui sono qui, e posso riassumerla in due parole: Beer pong. O pong, come lo chiamate voi. E immagino che possiate chiamarlo come volete: mi hanno detto che l'ha inventato la Dartmouth! Ora, questo sport... Aspetta. Il pong è uno sport? O è uno stile di vita? In ogni caso, Dartmouth è il Wimbledon del pong.[fonte 72]
  • So che la parola giusta è "ritirarsi". "Roger Federer si è ritirato dal tennis". Ritirato... Questa parola è orribile. Non direste mai che vi siete ritirati dall'università, giusto? Sembra terribile. Come voi, ho finito una cosa importante e sto passando a quella successiva. Come voi, sto cercando di capire cosa sia. Laureati, sento il vostro dolore.[fonte 72]
  • "Senza sforzo"... è un mito. Dico sul serio. Lo dico da persona che ha sentito spesso questa parola. "Senza sforzo". La gente diceva che il mio gioco era senza sforzo. La maggior parte delle volte era un complimento... Ma mi sentivo frustrato quando dicevano: "Ha sudato a malapena!". Oppure: "Ma ci sta provando?". La verità è che ho dovuto lavorare molto duramente... per far sì che sembrasse facile. Ho passato anni a lamentarmi, a imprecare, a lanciare la racchetta prima di imparare a mantenere la calma.[fonte 72]
  • Vincere senza sforzo è il massimo. Ho acquisito questa reputazione perché il mio riscaldamento ai tornei era così casuale che la gente non pensava che mi fossi allenato duramente. Invece avevo lavorato duramente... prima del torneo, quando nessuno mi guardava.[fonte 72]
  • Sì, il talento conta. Non starò qui a dirvi che non è così. Ma il talento ha una definizione ampia. Il più delle volte non si tratta di avere un dono. Si tratta di avere grinta. Nel tennis, un grande dritto con una velocità pazzesca dalla testa della racchetta può essere definito un talento. Ma nel tennis, come nella vita, anche la disciplina è un talento. Così come la pazienza. Avere fiducia in sé stessi è un talento. Abbracciare il processo, amare il processo, è un talento. Gestire la propria vita, gestire se stessi... anche questi possono essere talenti.[fonte 72]
  • Nel tennis la perfezione è impossibile... Nei 1.526 incontri singoli che ho giocato nella mia carriera, ho vinto quasi l'ottanta per cento delle partite... Ora, ho una domanda per tutti voi... quale percentuale di punti pensate che abbia vinto in quelle partite? Solo il cinquantaquattro per cento. In altre parole, anche i tennisti di alto livello vincono poco più della metà dei punti che giocano. Quando si perde un punto su due, in media, si impara a non soffermarsi su ogni colpo.[fonte 72]

Citazioni non datate

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  • Al momento è difficile per me giudicare come questa rivalità sarà vista tra un po' di tempo. Come nei casi di Becker/Edberg, McEnroe/Connors, o Borg/Lendl, Sampras/Agassi. Non so come verrà valutata tra molti anni, perché adesso ci sono proprio dentro. Cerchi di vincere i match contro il tuo maggior rivale. È difficile.[fonte 73]
  • Essere numero uno o numero due è praticamente la stessa cosa. Il cambiamento che ho avvertito è fra i miei tifosi, che ora mi incoraggiano di più e credono che io sia tuttora il migliore e che possa ancora tornare al vertice.[fonte 74]
  • Il mio compito è quello di giocare bene a tennis, sta a voi trovare le parole opportune.[fonte 75]
  • Oggi il 95% dei giocatori gioca dal fondo, prima la percentuale era del 50%. Una bella differenza. È il modo di giocare che è cambiato, si rimane dietro e non si cerca più la rete. Ciò ti da la sensazione che l'erba sia più lenta, ma non credo sia così.[fonte 73]
  • Ora gioco senza pressioni. A questo punto devo solo pensare a cercare di vincere l'ultimo match. Non credo di dover dimostrare qualcosa in finale. Penso che sia più Rafa a dover gestire delle aspettative, adesso è lui il numero uno. Non voglio mettergli delle pressioni, ma per me è sempre stato così, tutti si aspettavano una mia vittoria.[fonte 76]
  • Quando avevo sedici anni non facevano che buttarmi fuori dal campo durante gli allenamenti. [...] Mi arrabbiavo troppo, così mi fecero parlare con qualcuno che mi aiutasse a vedere la cosa sotto un'ottica diversa, a superare quei momenti di rabbia.[fonte 77]

Attribuite

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  • [...] mi scuso con voi ma non posso smettere di fare quel che faccio perché sono Roger Federer e sono nato per dare alla racchetta istruzioni che lei credeva di non poter eseguire.[fonte 78]
[Citazione errata] Questa è la frase conclusiva di un articolo scritto da un giornalista di Ubitennis.com ed impostato come se fosse una lettera di Federer ai suoi fan.[fonte 79] In seguito molte fonti hanno parlato della lettera attribuendola direttamente a Federer (che l'avrebbe scritta dopo la sconfitta nelle ATP World Tour Finals 2015), citando questa o altre frasi tratte dalla lettera.[fonte 80]
  1. a b La semifinale tra Federer e Safin all'Australian Open è considerata da molti come uno dei più belli e avvincenti match dell'ultimo decennio. Alla fine il russo ha trionfato con il punteggio di 5-7, 6-4, 5-7, 78-66, 9-7. Safin avrebbe poi vinto quel torneo, il secondo ed ultimo Slam della sua carriera. La sconfitta precluse a Federer la possibilità di portare a termine nel 2005 il Grand Slam, ovvero la vittoria di tutti e quattro i Major nello stesso anno.
  2. Il riferimento è alla finale di Wimbledon del 2008, giudicata da molti come una delle più belle partite della storia, persa da Federer con il punteggio di 4-6, 4-6, 7-65, 7-68, 7-9 contro lo spagnolo Nadal.
  3. Il riferimento è a una "Gran Willy", un colpo sotto le gambe eseguito durante gli US Open 2010 contro Dabul (video disponibile su Youtube.com), molto simile a un colpo eseguito l'anno prima, sempre durante lo slam americano, nella semifinale contro Djokovic (video disponibile su Youtube.com).
  4. Il riferimento è alla finale della Masters Cup di Shangai nel 2007 contro lo spagnolo David Ferrer, vinta con il punteggio di 6-2, 6-3, 6-2.
  5. Durante un match del primo turno degli Australian Open 2018, l'avversario di Federer, Aljaz Bedene viene interrotto dal pianto di un bambino durante il servizio. Federer, padre di due gemelle di otto anni e due gemelli di quattro, precisa subito dopo che non è stato uno dei suoi figli a piangere, scatenando così una risata da parte del pubblico.
  1. Citato in Stefano Grazia, Marcelo Rios, un genio della racchetta, Servizi Vincenti, 12 febbraio 2008.
  2. Dopo la vittoria contro Sjeng Schalken nel torneo di Rotterdam, 7 febbraio 2003; citato in Piero Pardini, Citazioni a bordo campo, ubitennis.com, giugno 2008.
  3. a b Citato in Gianni Clerici, Che bello il tennis di Federer: "Ma il talento è una trappola", la Repubblica, 7 maggio 2003.
  4. a b c d Citato in Vincenzo Martucci, Federer, la terra promessa, Gazzetta dello Sport, 26 maggio 2003.
  5. Dopo la vittoria del primo Wimbledon, 3 luglio 2003 (Cfr. Chris Bowers, Federer has perfect touch off the court in charm offensive, indipendent.co.uk, 8 luglio 2003; citato in Thomas Stephens, Dalla rabbia dell'adolescenza al sublime successo, traduzione di Serena Tinari, swissinfo.ch, 31 maggio 2007.
  6. a b Citato in Vincenzo Martucci, Ora il mondo è di Federer, Gazzetta dello Sport, 31 gennaio 2004.
  7. (EN) Dopo la vittoria dell'Australian Open 2004 contro Safin, 19 gennaio 2004; citato in Christopher Clarey, Federer Blocked Out the Bustle, The New York Times, 2 febbraio 2004.
  8. a b c Citato in Vincenzo Martucci, Federer l'extraterrestre, Gazzetta dello Sport, 14 settembre 2004.
  9. Citato in Vincenzo Martucci, «Un talento insuperabile», Gazzetta dello Sport, 14 settembre 2004.
  10. a b Dall'intervista di Gaia Piccardi, Tennis, Totti, una mucca: il mondo di Federer, Corriere della Sera, 15 novembre 2004.
  11. a b Citato in Vincenzo Martucci, Meraviglia Safin, cade re Federer, Gazzetta dello Sport, 28 gennaio 2005.
  12. Citato in Vincenzo Martucci, Federer, semplicemente fenomeno, Gazzetta dello Sport, 5 luglio 2005.
  13. (EN) Da un'intervista agli US Open, asapsports.com, New York, 6 settembre 2005.
  14. Citato in Vincenzo Martucci, Federer l'invincibile dal cuore tenero, Gazzetta dello Sport, 13 settembre 2005.
  15. Citato in Vincenzo Martucci, Federer il marziano cerca avversari, Gazzetta dello Sport, 28 gennaio 2006.
  16. Citato in Vincenzo Martucci, Federer non si ferma. Ma è solo contro tutti, Gazzetta dello Sport, 9 settembre 2006.
  17. a b Citato in Vincenzo Martucci, Woods applaude Federer. È il club degli Immortali, Gazzetta dello Sport, 12 settembre 2006.
  18. Citato in Stefano Semeraro, Federer, anatomia di un fenomeno, La Stampa, 12 settembre 2006, p. 35.
  19. Citato in Roberto Perrone, Il maestro Federer ora cerca un rivale, Corriere della Sera, 20 novembre 2006.
  20. a b c (EN) Da un'intervista agli Australian Open, asapsports.com, Melbourne, 25 gennaio 2007.
  21. Dopo aver vinto il Dubai Open, 4 marzo 2007; citato in Thomas Stephens, Dalla rabbia dell'adolescenza al sublime successo, traduzione di Serena Tinari, swissinfo.ch, 31 maggio 2007.
  22. a b Citato in Vincenzo Martucci, Valentino a Wimbledon per tifare Federer", Gazzetta dello Sport, 26 giugno 2007.
  23. (EN) Citato in David Koch, Roger Federer to speak out on World AIDS Day, unicef.org, 26 novembre 2007.
  24. Citato in Jacopo Lo Monaco, Federer: "Ho creato un mostro", il Tennis Italiano, 25 gennaio 2008.
  25. a b c Citato in Vincenzo Martucci, Federer, Gazzetta dello Sport, 23 aprile 2008.
  26. a b Citato in Marco Sicolo, L'hanno detto i campioni, Ubitennis.com, 19 giugno 2008.
  27. Citato in Vincenzo Martucci, Federer-Nadal, classe o potenza, Wimbledon decide chi è il più forte, Gazzetta dello Sport, 5 luglio 2008.
  28. Citato in Il blob della settimana, Gazzetta dello Sport, 10 settembre 2008.
  29. Citato in Réquiem por Federico Luzzi, El Mundo, tradotto da Veronica Lavenia per Ubitennis.com, 27 ottobre 2008.
  30. Citato in "Federer trionfa al Roland Garros ed entra (ancora) nella storia", Corriere della Sera, 7 giugno 2009.
  31. Citato in Cecamore e Capobianco, "È un traguardo incredibile", Ubitennis.com, 8 giugno 2009.
  32. Citato in L'Equipe, 4 luglio 2009; citato in I silenzi di Federer, p. 64.
  33. Citato in Luca Marianantoni, Federer conquista Wimbledon, è il suo 15° titolo dello Slam, gazzetta.it, 5 luglio 2009.
  34. Citato in Roberto Perrone, Federer e l'identikit di un fuoriclasse «Sono più forte perché ero caduto», Corriere della Sera, 7 luglio 2009.
  35. a b c d Dall'intervista di Giancarlo Dotto, Federer: "È facile essere me stesso", La Stampa, 20 settembre 2009.
  36. a b c d e f Citato in Vincenzo Martucci, Federer papà prenditutto «Ho un talento folle», Gazzetta dello Sport, 2 febbraio 2010.
  37. Citato in Federer all'amico Tiger "Voglio rivederlo in gara", gazzetta.it, 22 febbraio 2010.
  38. Citato in Federer: «Vado da Totti. Non risponde agli sms perché non parla l'inglese», Gazzetta dello Sport, 25 aprile 2010.
  39. Citato in Vincenzo Martucci, Federer, il replay del colpo «impossibile» è ancora più bello, Gazzetta dello Sport, 1º settembre 2010.
  40. Citato in Stefano Semeraro, Meglio Federer o meglio Maradona?, La Stampa, 24 novembre 2010.
  41. Citato in Paolo Rossi, "Alle mie bambine insegnerò a perdere", repubblica.it, 11 maggio 2011.
  42. Citato in Federer: "È bello avere trent'anni", traduzione di Giulia Vai, ubitennis.com, 7 agosto 2011.
  43. Citato in Davide Uccella, Federer: "Avrei potuto fare il calciatore", ubitennis.com, 26 settembre 2011.
  44. a b c d Dall'intervista Dominique Bonnot, L'Equipe Mag, 27 agosto 2011; citato in Federer: "La fine non mi fa paura", traduzione di Alessandro Mastroluca, ubitennis.com, 17 ottobre 2011.
  45. Da un'intervista rilasciata alla radio France Info, 9 novembre 2011; citato in Laura Guidobaldi, Federer: "Il GOAT? Forse non lo sapremo mai", ubitennis.com, 10 novembre 2011.
  46. Citato in Vincenzo Martucci, Papà Federer «Ma come gioco bene...», Gazzetta dello Sport, 14 novembre 2011.
  47. a b Citato in Riccardo Crivelli, Federer riparte "per amore", gazzetta.it, 29 novembre 2011.
  48. a b c Citato in Robert Davis, Roger Federer: The Road Ahead, Deuce Magazine, 24 agosto 2011; citato in Federer: storia di un campione, traduzione di Stefano Pentagallo, ubitennis.com, 1º dicembre 2011.
  49. Citato in Daniele Vallotto, Federer: "Martina ha detto no al doppio misto", ubitennis.com, 16 gennaio 2012.
  50. Da un'intervista del 26 gennaio 2012, traduzione di Giulia Vai, Ubitennis.com.
  51. Citato in Alessandro Mastroluca, "Troppo presto per smettere", ubitennis.com, 18 febbraio 2012.
  52. a b c d e f Citato in Dario Cresta, Il campione perfetto, la Repubblica, 17 maggio 2012.
  53. Citato in Giacomo Fazio, Federer, alieno del tennis, ubitennis.com, 31 agosto 2012.
  54. Citato in Federer: "Sono da 15 anni nel ranking: pronto per i prossimi 15...", ubitennis.com, 24 settembre 2012.
  55. Dall'intervista a USA Today; citato in Federer: "Mi piace presiedere l'ATP Player Council", ubitennis.com, 8 novembre 2012.
  56. Dall'intervista alla Reuters; citato in Federer: "Posso ancora vincere", ubitennis.com, 24 giugno 2013.
  57. Dall'intervista al quotidiano spagnolo Marca; citato in Federer: "Mai più una rivalità come la mia con Nadal", traduzione di Alberto Giorni, ubitennis.com, 25 luglio 2013.
  58. a b Dall'intervista di Andreas Schmidt per il quotidiano svizzero Basler Zeitung; citato in Federer: da Melbourne con Edberg per 10 settimane!, traduzione di Francesco Cangiano, ubitennis.com, 27 dicembre 2013.
  59. Da un'intervista rilasciata alla rivista Annabelle; riportata in Chiara Gambuzza, Roger Federer si racconta: "Capisco i miei tifosi: che sofferenza guardare Wawrinka o il Basilea!", tennisworlditalia.com, 22 aprile 2014.
  60. Dall'intervista dopo una partita; riportata in Federer: "Nel tennis la fortuna aiuta chi crea più opportunità", traduzione di Cesare Novazzi, ubitennis.com, 6 agosto 2014.
  61. Dall'intervista pre-torneo prima dell'Australian Open 2015; riportata in Australian Open interviste, Federer: "Negli anni, ho dovuto adattare il mio gioco a quest'epoca", traduzione di Tobias Pur, Ubitennis.com, 17 gennaio 2015.
  62. Da un'intervista dopo una partita durante l'Australian Open 2015; riportata in Australian Open interviste, Federer: "Il colpo più rischioso della mia carriera? Il match point contro Sampras", traduzione di Paolo Valente, ubitennis.com, 19 gennaio 2015.
  63. Da un'intervista rilasciata al quotidiano Le Monde prima del Roland Garros 2015; citato in Roger Federer: "Nei miei anni d´oro sembrava quasi che non avessi più il diritto di perdere", tennisworlditalia.com, 22 maggio 2015.
  64. Da un'intervista al Times; citato in Tennis, Federer va giù duro: "Spendiamo di più contro il doping", Gazzetta.it, 26 dicembre 2016.
  65. a b Citato in Tennis, il ritorno di re Federer: "Questa è la mia scena, ci resterò a lungo", gazzetta.it, 14 gennaio 2017.
  66. Citato in Federer: «Ai miei figli insegnerei il rovescio a due mani», tio.ch, 14 ottobre 2017.
  67. Citato in Un bambino piange, Federer: "Non è il mio!", tennisworlditalia,com, 16 gennaio 2018.
  68. Da un'intervista a Blick; citato in Roger Federer: "La fine è più vicina che mai", tennisworlditalia,com, 30 giugno 2018.
  69. a b Dall'intervista di Gaia Piccardi, Tennis, intervista a Roger Federer: «Sogno una vita normale», corriere.it, 6 maggio 2019.
  70. Dall'intervista rilasciata alla sciatrice Mikaela Shiffrin; citato in Pietro Bergonzi, Federer si racconta a Shiffrin: "A Wimbledon ho pianto. New York mi ha fatto ubriacare", gazzetta.it, 19 settembre 2019.
  71. a b Dall'intervista Christopher Clarey, New York Times; citato in Carlo Galati, Federer al NYT: "Mi sento completo, non avevo più nulla da dimostrare", ubitennis.com, 30 settembre 2022.
  72. a b c d e f g Dal discorso per la laurea honoris causa al Dartmouth College, 9 giugno 2024; riportato in Nel tennis, come nella vita, il talento oltre che un dono è disciplina e pazienza, ilfoglio.it, 17 giugno 2024.
  73. a b Citato in Piero Pardini, Citazioni a bordo campo, ubitennis.com, luglio 2008.
  74. Citato in Piero Pardini, Citazioni a bordo campo, ubitennis.com, agosto 2008.
  75. Citato in Roger Jaunin, editoriale in Le Matin, 28 gennaio 2007; citato in I silenzi di Federer, p. 9.
  76. Citato in Piero Pardini, Citazioni a bordo campo, ubitennis.com, settembre 2008.
  77. Da una dichiarazione rilasciata a Matchpoint; citato in Pietro Farro, Il tennis è un grattacielo: storie in punta di racchetta, Effepi Libri, 2005, p. 120. ISBN 88-6002-001-8
  78. Citato in Paolo Signorelli, La lettera da brividi di Roger Federer, lultimaribattuta.it, 25 novembre 2015.
  79. Cfr. Alessandro Stella, Sono Roger Federer e vi ringrazio, però anch'io devo scusarmi con voi, ubitennis.com, 24 novembre 2015.
  80. Cfr. Il pesce di dicembre di Supertennis è... un granchio!, ubitennis.com, 2 dicembre 2015.

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