DZOGCHEN: La nostra vera condizione
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di tutte le tradizioni spirituali tibetane, è una conoscenza che consente l’evoluzione
della nostra consapevolezza senza le costrizioni dei comportamenti
esteriori. Praticare lo Dzogchen significa semplicemente mantenere la presenza
della nostra vera condizione così com’è, favorendo la realizzazione di
una autentica libertà, foriera di una nuova èra di benessere e felicità per tutti
noi.
Che cosa è lo Dzogchen? Che rapporto ha con la società odierna? Negli
scritti qui raccolti il maestro Chögyal Namkhai Norbu risponde in modo molto
chiaro ed esauriente a queste e altre domande poste a metà degli anni ’70
dai suoi primi studenti occidentali. Questo libro, corredato da un gran numero
di citazioni, chiarimenti e consigli sui diversi aspetti della pratica e da una
copiosa bibliografia, costituisce una preziosa introduzione allo Dzogchen.
Chögyal Namkhai Norbu è stato uno dei più importanti maestri tibetani e il
primo a trasmettere integralmente in Occidente l’insegnamento Dzogchen.
Il messaggio essenziale dei suoi insegnamenti è quello di scoprire le nostre
limitazioni e superarle rilassandoci nella nostra vera condizione.
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Anteprima del libro
DZOGCHEN - Chögyal Namkhai Norbu
DZOGCHEN
LA NOSTRA VERA CONDIZIONE
CHÖGYAL
NAMKHAI NORBU
DZOGCHEN
LA NOSTRA VERA CONDIZIONE
Un’introduzione attraverso domande e risposte
Traduzione dal tibetano, revisione e cura di
Adriano Clemente
Titoli originali tibetani: rdzogs chen ’dus sde ba rnam kyi dris lan bkra shis rtags kyi grangs ldan e rang gi slob ma eu ge nio ami co’i dris lan (prima parte); rdzogs chen ba lha tshang bsod nams ’bum kyi dris lan shel dkar me long (seconda parte).
Copertina e foto del risvolto: Paolo Fassoli
Revisione della versione inglese: Susan Schwarz
Revisione dell’edizione italiana: Clara Lovisetti
© 2021 Shang Shung Publications
Merigar, 58031 Arcidosso (GR), Italy
https://shangshungpublications.com
info@shangshungpublications.com
IPC – 1116IT21 – Approvato dal Comitato Internazionale delle Pubblicazioni della Comunità Dzogchen
© 2021 OMEDIZIONI - Shang Shung Edizioni
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E’ vietata qualsiasi riproduzione, anche parziale, di quest’opera.
Qualsiasi copia o riproduzione effettuata con qualsiasi procedimento (fotografia, microfilm, nastro magnetico, disco o altro) costituisce una contraffazione passibile delle pene previste dalla legge 11 marzo 1975 dei diritti d’Autore.
Stampato in Italia nel mese di maggio 2021 da
Fotolito - Graphicolor S.n.c.. via Cesare Sisi, 6, Cerbara (PG)
OM EDIZIONI
Via I Maggio, 3/E – 40057 Quarto Inferiore (BO) – Italy – Tel (+39) 351 8129089 – (+39) 051 767079
info@omedizioni.it
www.omedizioni.it
ISBN 978-88-92721-20-3
INDICE
Premessa del traduttore
Premessa del traduttore alla prima edizione italiana
Nota dell’editore
PRIMA PARTE
I. Otto domande, pari agli otto simboli di buon auspicio, rivolte da persone della Comunità Dzogchen
1. Lo Dzogchen è una religione?
2. Lo Dzogchen è un tipo di yoga?
3. Che cos’è lo Dzogchen?
4. Come si è diffuso lo Dzogchen?
5. Lo Dzogchen è un insegnamento delle tradizioni Bön e Nyingma?
6. Lo Dzogchen è un sistema filosofico indipendente?
7. Perché praticare lo Dzogchen?
8. Qual è il rapporto fra lo Dzogchen e la società odierna?
II. Risposta a una domanda del mio studente Eugenio Amico
Come mai Gesù Cristo, considerato un grande maestro, non ha insegnato lo Dzogchen?
SECONDA PARTE
Lo specchio bianco di cristallo: Risposte a Lhatsang Sönam Bum, praticante Dzogchen
1. Lo Dzogchen è un insegnamento di Buddha Shakyamuni?
2. Il fatto che Buddha abbia dovuto insegnare basandosi sulle diverse condizioni degli esseri non dimostra forse che non era dotato di capacità illimitate?
3. Il fatto che Buddha abbia trasmesso insegnamenti sul senso provvisorio, basati sui diversi punti di vista dei suoi studenti, non dimostra forse che non era onnisciente?
4. Le suddivisioni dei mondi che si trovano nell’Abhidharmapitaka e in altri testi rappresentano il modo di vedere autentico dell’onniscienza di Buddha?
5. È vero che Buddha ha solo un’infinita visione pura e non ha la visione impura?
6. Dobbiamo fuggire dalla visione karmica?
7. Realizzare oggetti sacri non è forse un modo speciale di accumulare meriti?
Bibliografia
Indice delle parole tibetane e sanscrite
Chögyal Namkhai Norbu durante un ritiro di insegnamenti a Prata, 1977. (Foto di Riccardo Moraglia)
PREMESSA DEL TRADUTTORE
Lo Dzogchen, o perfezione totale
, è una conoscenza che consente l’evoluzione della nostra consapevolezza, liberata dalle regole dei comportamenti esteriori. Praticare lo Dzogchen significa semplicemente mantenere la presenza della condizione reale del nostro stato così com’è, favorendo la realizzazione di una libertà autentica che, come dice l’autore in questo libro, potrà essere foriera di una nuova èra di benessere e felicità per tutti noi.
Nato nel Tibet orientale, Chögyal Namkhai Norbu (1938–2018) è stato un maestro Dzogchen di fama internazionale e un eminente studioso della storia e della cultura tibetane.
Da giovane ha completato il tradizionale e severo corso di studi sulla filosofia buddhista e ha ricevuto insegnamenti da molti grandi maestri, ma tutto ciò che aveva imparato ha assunto un nuovo significato dopo l’incontro con il suo maestro radice, Rigdzin Changchub Dorje (1863–1963), che l’ha introdotto alla conoscenza diretta dello Dzogchen al di là dei limiti delle scuole filosofiche e dei concetti intellettuali.
L’esempio vivente di Changchub Dorje e la sua trasmissione sono diventati il tratto caratteristico del modo in cui Chögyal Namkhai Norbu ha trasmesso l’essenza più profonda di questo antico insegnamento nel mondo contemporaneo. Tra i principali maestri tibetani egli è stato il primo a introdurre questa antica conoscenza in Occidente al di fuori di una scuola specifica. Essenzialmente il messaggio del suo insegnamento è quello di scoprire le nostre limitazioni e superarle rilassandoci nella nostra vera condizione.
Quando ho iniziato a seguirlo nel 1975, Chögyal Namkhai Norbu non aveva ancora cominciato a dare insegnamenti in modo formale, anche se sin dal 1971 teneva lezioni di Yantra Yoga. A quel tempo un crescente interesse nei confronti del praticamente sconosciuto Dzogchen si stava diffondendo fra molti suoi studenti dell’università. Per alcuni anni si sono tenuti a casa sua degli incontri informali, simili a spontanei satsang, in cui chiunque poteva fare domande alle quali il Maestro rispondeva nella modalità appropriata alla circostanza. Nell’autunno del 1975 io mi sono unito a quel gruppo che era formato da una dozzina di persone interessate, alcuni delle quali erano già suoi studenti di Dzogchen e membri della Comunità Dzogchen appena fondata.
Basandosi sulle domande e sulle risposte di quegli incontri, Chögyal Namkhai Norbu ha scritto quello che è contenuto nella prima parte di questo libro. Le domande gli erano state rivolte da persone che avevano poca o nulla conoscenza del buddhismo tibetano e che, insoddisfatte della tradizione cristiana in cui erano cresciute, cercavano il senso della loro esistenza. Pertanto, le risposte raccolte qui in forma scritta riflettono quelle parole e devono essere inquadrate nel contesto di quegli incontri.
La seconda parte di questo libro contiene le risposte alle domande di Lhatsang Sönam Bum, oggi scomparso, un tibetano rifugiato in Svizzera, amico e lontano parente dell’autore. In questo caso gli argomenti trattati riguardano più specificamente il Buddhadharma e la sua applicazione in Tibet.
I testi tibetani qui contenuti sono stati inizialmente tradotti da me in italiano sotto la guida dell’autore e pubblicati nel 1988 dalla Shang Shung Edizioni con il titolo Un’introduzione allo Dzogchen: risposte a sedici domande. In questa nuova edizione ho raggruppato i capitoli in due parti anziché in tre, come nella prima edizione. Nel 1990 sono state anche pubblicate in tibetano quattro delle domande e risposte con il titolo rdzogs pa chen po’i skor gyi dris lan.¹
Per questa prima edizione inglese ho rifatto la traduzione di quasi tutti i capitoli e ho cercato di identificare la fonte di tutte le citazioni originali.
Desidero ringraziare Susan Schwarz per la revisione e la preparazione della versione finale e per gli utili suggerimenti.
Spero che questa nuova edizione consenta alla persone interessate allo Dzogchen di scoprire la vera essenza dell’insegnamento di Buddha, al di là dei preconcetti e dei condizionamenti intellettuali.
Adriano Clemente
Aprile 2019
PREMESSA ALLA PRIMA EDIZIONE ITALIANA
L’insegnamento Dzogchen (rdzogs chen), totale perfezione
, è la trasmissione di una conoscenza dello stato primordiale dell’individuo, al di là di qualunque identità razziale, religiosa o filosofica. Diffusosi nelle due grandi tradizioni spirituali del Tibet, il Buddhismo e il Bön, non ha origini facilmente identificabili.
La tradizione buddhista, infatti, attribuisce l’introduzione dello Dzogchen su questo pianeta al maestro Garab Dorje (dga’ rab rdo rje, Prahevajra) originario di Oddiyana, antico paese buddhista da molti studiosi localizzato nella regione dello Swat, nell’odierno Pakistan. Attenendosi all’essenza dell’insegnamento del Buddha, Garab Dorje ha trasmesso a discepoli buddhisti lo Dzogchen, una conoscenza al di là della legge di causa ed effetto, o karma. Passando da maestro a discepolo, questa conoscenza infine è arrivata in Tibet.
La tradizione Bön, d’altro canto, include lo Dzogchen fra gli insegnamenti trasmessi dal suo fondatore Shenrab Miwo, un maestro originario del Tibet occidentale, la cui importanza nel Bön è uguale a quella di Buddha Shakyamuni nel buddhismo. Noto anticamente come il Bön della natura della mente,² lo Dzogchen di tradizione Bön non si discosta per principi e terminologia da quello che si è diffuso nel buddhismo.
Che cos’è lo Dzogchen? Che valore ha concretamente nella vita di una persona? Come può essere praticato senza dover aderire a una tradizione religiosa tanto lontana dalla cultura occidentale? Il maestro Chögyal Namkhai Norbu, detentore della conoscenza autentica dello Dzogchen, risponde proprio a queste domande nelle tre parti di questo volume, basate sulle risposte date a diverse persone nel corso degli anni 1975 e 1976.
La prima parte, Otto risposte a persone della Comunità Dzogchen, pari agli otto simboli di buon auspicio
,³ (rdzogs chen ’dus sde ba rnam kyi dris lan bkra shis rtags kyi grangs ldan), contiene le risposte date a persone appartenenti alla Comunità Dzogchen, fondata da Chögyal Namkhai Norbu, con il fine di preservare l’insegnamento Dzogchen e di renderne possibile la realizzazione nel contesto della società attuale.
La seconda parte, "Lo specchio bianco di cristallo: risposte a Lhatsang Sönam